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  • NBA, esulta Gallinari. Lakers in caduta libera, male Belinelli

    NBA, esulta Gallinari. Lakers in caduta libera, male Belinelli

    NUGGETS – MAGIC 108-105: Ha faticato più del previsto ma alla fine ce l’ha fatta Denver ad avere la meglio sui Magic, portando così il suo record casalingo ad un interessante 12-2, e irrobustendo la propria posizione in classifica (21-16), che la vede al settimo posto nella Western Conference. Prosegue il momento positivo Danilo Gallinari, che chiude la serata con 15 punti, 8 rimbalzi e 4 assist. La vetrina però è tutta per The Manimal Faried, autore di 19 punti e 19 rimbalzi. E’ suo il canestro che consente ai Nuggets di impattare sul 99-99 a meno di 120 secondi dal termine, in una partita che ha visto quasi sempre Orlando condurre le operazioni. Ci ha poi pensato Ty Lawson con una magia a portare Denver in vantaggio, cancellando definitivamente i Magic. Miglior realizzatore tra gli ospiti Jameer Nelson, che mette a referto 20 punti e 8 assist. Doppia doppia invece per Vucevic, 10 punti e 14 rimbalzi.

    BULLS – BUCKS 96-104: Altra vittoria per il nuovo coach di Milwaukee Jim Boylan, dopo il successo all’esordio contro Phoenix. Stavolta il compito non era affatto dei più semplici, considerato che i Bulls erano reduci da quattro W nelle ultime cinque partite. I Bucks devono ringraziare ancora una volta un immenso Brandon Jennings (35), che dopo i 29 punti rifilati ai Suns 24 ore prima è per la seconda volta il top scorer di Milwaukee. Il nostro Marco Belinelli vive una brutta serata, mettendo a referto solo 9 punti in oltre 31 minuti sul parquet, con un mediocre 4/14 da due). Non serve così nemmeno la solita doppia doppia di Boozer (22 punti, 11 rimbalzi) e i 18 punti di Luol Deng. In classifica Milwaukee mantiene la settima piazza (18-16) davanti Boston, mentre Chicago conferma la quinta posizione (19-14), alle spalle di Atlanta.

    SPURS – LAKERS 108-105: Perdono ancora i Lakers, alla loro sesta sconfitta negli ultimi sette incontri (cinque L di fila). I giallo-viola cadono anche sul parquet di San Antonio (15-2 in casa), e vedono allontanarsi in maniera inesorabile la zona play-off (15-20, contro il 19-15 di Portland). Sotto di 17 punti a tre minuti dal termine del terzo periodo, i Lakers hanno dato vita ad una grande rimonta, del tutto inutile però, come spesso capita in questa stagione ai giallo-viola. In mancanza di lunghi (ricordiamo le assenze contemporanee di Howard, Hill e Pau Gasol), i Lakers trovano un fattore inaspettato in Earl Clark (22 punti e 13 rimbalzi). Mike D’Antoni registra anche gli otto rimbalzi di MWP (23) e Jamison. Ma il leader carismatico rimane sempre lui, Kobe Bryant, che con 14 punti nel solo terzo periodo (sui 27 complessivi), dà il via alla rimonta dei giallo-viola. Kobe ha nel finale la bomba del pareggio, sul punteggio di 108-105, ma il pallone trova solo il ferro. Vicino alla doppia doppia, Steve Nash celebra la sua prima partita da 10k assist con 9 passaggi decisivi e 14 punti. San Antonio festeggia invece l’undicesima vittoria casalinga di fila grazie ai 24 punti di Tony Parker e i 19 di Manu Ginobili. Tiago Splitter firma invece il suo career-high catturando 14 rimbalzi e mettendo a segno 14 punti.

    Kobe Bryant non sa più cosa fare per i suoi Lakers | ©Scott Halleran/Getty Images
    Kobe Bryant non sa più cosa fare per i suoi Lakers | ©Scott Halleran/Getty Images

    CLIPPERS – MAVERICKS 99-93: Ci ha provato Dallas, ma Dirk Nowitzki e compagni hanno dovuto arrendersi davanti ai 19 punti e 16 assist di un visionario Chris Paul, a cui si sommano i 15 punti e i 13 rimbalzi di uno straripante Blake Griffin. I Mavericks sono stati in partita fino al termine del terzo periodo, chiuso avanti di 3 punti (75-72). Nell’ultimo quarto però Cp3 inventa 6 assist per i suoi compagni di squadra, che non tradiscono le attese dei tifosi presenti allo Staplese Center, conducendo i Clippers alla 13 vittoria casalinga consecutiva, superando Oklahoma in vetta alla Western Conference (28-8). Ai Mavericks non bastano i 22 punti di Collison e i 15 di Nowitzki.

    THUNDER – TIMBERWOLVES 106-84: Oklahoma si conferma insieme ai Clippers la migliore squadra della Lega con un record di 27-8. Alla Chesapeake Energy Arena non c’è partita, con Kevin Durant (26) e Westbrook (23) semplicemente inarrestabili, che consentono così a Ibaka (6) di prendersi un turno di riposo. Dalla panchina bene anche Kevin Martin, autore di 19 punti, terzo miglior realizzatore della serata targata Thunder. Dall’altra parte continua a mettere minuti sulle gambe Ricky Rubio, autore di 7 assist ma nessun canestro in 22 minuti di gioco. Solita doppia doppia per Nikola Pekovic (17 punti e 10 rimbalzi).

    CELTICS – SUNS 87-79: Ci prendono gusto i Celtics, alla loro quarta vittoria di fila. Battendo i Suns, Boston aumenta il proprio margine di vantaggio sulle dirette concorrenti all’ottavo posto, solcando un netto divario tra sé (18-17) e Philadelphia (15-22), che insegue in nona posizione. A fare la differenza non sono tanto i titolari, con KG l’unico a raggiungere la doppia cifra (10), quanto la panchina, dove coach Doc Rivers pesca il jolly in Jared Sullinger, il quale mette a segno 12 punti e offre un’eccezionale contributo in difesa con 16 rimbalzi. Complessivamente la panchina di Boston scrive a referto 47 punti.

    Kevin Garnett guida la riscossa dei Celtics | ©Jared Wickerham/Getty Images
    Kevin Garnett guida la riscossa dei Celtics | ©Jared Wickerham/Getty Images

    RAPTORS – 76ERS 90-72: In una partita che ai fini della classifica non aveva molto da dire, i Raptors fanno valere il fattore casalingo e battono agevolmente Philadelphia. Sugli scudi Amir Johnson, che chiude in doppia doppia siglando 19 punti e 12 rimbalzi, oltre a 5 assist. Bene anche De Rozan (19) e Jose Calderon, protagonista con 14 punti e ben 11 assist. Negli ospiti si segnala la prova di Thaddeus Young, top scorer con 16 punti, a cui aggiunge 7 rimbalzi.

    BOBCATS – JAZZ 102-112: Ennesima sconfitta casalinga per Charlotte (5-14), che compie un’inutile rimonta nel secondo tempo dopo aver chiuso all’intervallo sotto di 19 punti (44-63). I Jazz trovano un contributo fondamentale in Al Jefferson (26), capace di chiudere con un 11/15 da due, catturando anche 8 rimbalzi. Funziona alla grande anche la panchina, che regala a Utah 39 punti. Con questo successo i Jazz superano il muro del 50% (19-18)ed inseguono Portland in nona posizione davanti a Minnesota. Non basta ai padroni di casa la buona provad di Ben Gordon, che mette a referto 20 punti in 25 minuti di gioco.

    CAVALIERS – HAWKS 99-83: Quarta sconfitta consecutiva per Atlanta, che vede così assottigliarsi il vantaggio accumulato ad inizio stagione, nonostante con un record di 20-14 resti ancora al quarto posto nella Eastern Conference. Gli Hawks sono così costretti a cedere il passo ai modesti Cavaliers, fin qui disastrosi (9-28). Per Cleveland recita il ruolo di attore principale la prima scelta del Draft 2011 Kyrie Irving, strepitoso con i suoi 33 punti (23,1 quest’anno). Dall’altra parte invece inutili i 17 punti e le sei stoppate dell’ala piccola Josh Smith, top scorer dei suoi questa sera.

    HORNETS – ROCKETS 88-79: Festa a New Orleans, dove i padroni di casa raccolgono il terzo successo consecutivo, evento ancora sconosciuto ai tifosi degli Hornets quest’anno. L’ennesima prestazione sopra i 20 punti di James Harden (25) è quindi resa inutile dall’ottima serata vissuta da Greivis Vasquez, che chiude con 17 punti e 11 assist. Fondamentali per i padroni di casa anche i 34 punti in coppia dei due “panchinari” Jason Smith e Roger Mason Jr., entrambi a quota 17 punti. I Rockets conservano ancora il quinto posto nella Western Conference (21-15), sebbene Denver sia ormai pronta all’aggancio (21-16) dopo l’ultimo filotto di vittorie.

    WARRIORS – GRIZZLIES 87-94: A sorpresa è Memphis ad aggiudicarsi lo scontro diretto per il quarto posizione ad Ovest, con i Grizzlies capaci di violare il parquet dei Warriors (11-5 in casa) affidandosi alla doppia doppia di Zac Randolph (19p, 18r), a cui si aggiungono i 18 punti di Rudy Gay. I padroni di casa, pur avendo a referto Klay Thompson con 20 punti e Stephen Curry con 24 punti, subiscono così la quinta sconfitta stagionale alla Oracle Arena.

    NBA HIGHLIGHTS 9 GENNAIO 2013

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  • NBA, crisi Lakers senza fine. Tra difesa, chemistry e Steve Nash

    NBA, crisi Lakers senza fine. Tra difesa, chemistry e Steve Nash

    Di stanotte la lieta novella, tanto pronosticabile quanto respinta da ciascuno dei tifosi Lakers, ovvero la sconfitta ad Houston contro James Harden e Jeremy Lin (già, proprio lui) della squadra di Mike D’Antoni, il cui sorrisino sta per lasciare spazio a qualcosa di meno tirato e più naturale, un po’ come la curva di prestazioni dei giallo-viola in questa stagione, per certi versi maledetta. Se la situazione in classifica non è poi così drammatica come altre franchigie (ogni riferimento a Dallas è puramente casuale), con un record di 15-19 comunque ancora recuperabile e “gestibile” in ottica play-off, quello che più fa paura agli abbonati dello Staples Center è non riuscire a vedere un capo e una coda nel roaster di quest’anno, che per capo intendiamo Mike e per coda la panchina giallo-viola.

    IL CAPO – Partiamo da Mike D’Antoni, fino a prova contraria il capo-allenatore dei Lakers. Bene, dal suo arrivo (12 novembre ndr) la squadra ha collezionato un record non esaltante di 13-15, al di sotto della parità, senza lasciar intravedere dei chiari segnali di “rifiuto” della gestione precedente di coach Mike Brown. Fondamentalmente la scelta di affidare all’ex capo-allenatore dei Knicks la guida dei Lakers resta avvolta nel mistero, perché se i problemi di Brown erano in difesa, neanche un pazzo poteva sperare di risolvere magicamente il problema chiamando Mike D’Antoni, che sta alla difesa come Michael Shumacher sta alla pallavolo. Ma non basta, perché i giocatori a disposizione di Mike c’entrano ben poco con le idee dell’ex Olimpia. Un po’ come affidare ad Adrian Newey la presidenza di un ospizio.

    Steve Nash entra nella storia della pallacanestro con 10 mila assist | ©Scott Halleran/Getty Images
    Steve Nash entra nella storia della pallacanestro con 10 mila assist | ©Scott Halleran/Getty Images

    CHEMISTRY – Tralasciando la coda, inesistente, passiamo ad un altro punto dolente della stagione Lakers, la chemistry. Mentre è diventata già leggenda la frase di Dwight Howard, gli effetti sul campo continuano a latitare. L’arrivo dell’ex Superman di Orlando non ha aiutato in questo senso, sebbene Dwight a parole le provi tutte, scontrandosi però dall’altra parte con la leggenda vivente di Los Angeles, Kobe Bryant, che non ha lesinato troppi complimenti a quello che doveva essere nei sogni dei tifosi giallo-viola il nuovo Shaq, anzi. Ad un giornalista che gli chiedeva se lui e Howard potessero ripetere le gesta di quando a fianco aveva Shaq, il numero 24 si è messo a ridere, ribadendo come la coppia Kobe-Shaq sia stata seconda solamente all’invincibile duo Pippen-Jordan. Come dire, Dwight who? Il 33 enne di Philadelphia sta forse progettando un ritorno alla sua amata isola? Chiedere ai Celtics per ulteriori informazioni.

    STEVE NASH – Cosa dire invece di Steve Nash? Non sappiamo fino a quando la sua favola continuerà, ma da ieri Steve Nash ha raggiunto i diecimila assist, traguardo che prima di lui avevano raggiunto soltanto Stockton, Magic Johnson, Jason Kidd e Mark Jackson. Tornato quest’estate ai Lakers, di certo non si aspettava che dopo qualche mese avrebbe riabbracciato il maestro ai tempi di Phoenix, e forse proprio la sua presenza ha spinto inconsciamente Jerry Buss a chiamare Mike D’Antoni. L’avventura di Nash ai Lakers non è iniziata nei migliori dei modi comunque, complice un brutto infortunio che l’ha tenuto fuori per tutto il mese di novembre e le prime due settimane di dicembre. Ora che Steve Nash ha raggiunto il fatidico traguardo dei 10 mila assist, riuscirà a prendere per mano i Lakers e condurli insieme a Bryant verso la tanto sospirata zona play-off? I dubbi rimangono.

    NBA TOP 10 ASSIST CAREER STEVE NASH

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  • NBA, Gallinari devasta i Lakers. Thunder e Miami senza freni

    NBA, Gallinari devasta i Lakers. Thunder e Miami senza freni

    LAKERS – NUGGETS 105-112: Eterna incompiuta, in questa stagione si intende. La squadra di Mike D’Antoni perde in casa anche con Denver. Sorride Gallinari (20), e non può essere altrimenti, perché una sua tripla nel concitatissimo finale ha di fatto consegnato ai Nuggets un successo importantissimo in chiave play-off. A 13 secondi dalla fine una bomba del Gallo manda ai titoli di coda la partita (108-102), nonostante i 20 punti nell’ultimo quarto di un immenso Bryant, che con due triple da fantascienza nel finale aveva ridato fiato e speranza ai tifosi dello Staples Center. L’urlo Lakers Lakers Lakers è però rimasto in gola a molti quando il nostro Danilo Gallinari ha ammazzato l’incontro sia con il tiro dall’arco sia con gli ultimi due liberi della serata, che hanno fissato il risultato finale sul 112-105 per gli ospiti. Poteva essere, ma non è stata, la partita di Dwight Howard. Dopo aver raggiunto la doppia doppia (10 punti, 10 rimbalzi) in appena 14 minuti di gioco, l’ex centro di Orlando ha perso un pallone decisivo sul 101-97 con ancora due minuti da giocare, errore capitalizzato al meglio da Andre Miller, che riportava a più 6 Denver. Ma c’è di più, perché Dwight poteva ancora diventare l’eroe della serata quando a 16 secondi dalla sirena col punteggio di 105-102 per i Nuggets si esibiva in una tremenda stoppata ai danni dello stesso Andre Miller. Dove va a finire però il pallone? Già, a Gallinari, che da tre punti inchioda il match sul 108-102. Quell’alchimia di squadra tanto desiderata sia da Howard che da Mike D’Antoni sembra essere piuttosto lontana. E la classifica inizia ad essere qualcosa di cui preoccuparsi per i giallo-viola californiani. Anche se hai un Bryant che ti inventa bombe impossibili o ti segna 20 punti nell’ultimo quarto.

    La grinta di Gallinari dopo la tripla decisiva contro i Lakers | ©Stephen Dunn/Getty Images
    La grinta di Gallinari dopo la tripla decisiva contro i Lakers | ©Stephen Dunn/Getty Images

    PISTONS – BOBCATS 101-108 (OT): Sorpresa. Charlotte ancora non sa come sia riuscita ad espugnare il campo dei Pistons. Sotto di due a pochi secondi dalla sirena lunga, una fantastica penetrazione di Kemba Walker (top scorer dei suoi con 20 punti) ha mandato la partita all’overtime, dove la franchigia “amministrata” (non c’è bisogno di spiegare le virgolette) da Jordan ha devastato Detroit con un parziale di 12-5, con sei punti di un prezioso Tyrus Thomas. Dopo 18 sconfitte consecutive, Charlotte ha prima battuto i Bulls allo United Center, perso di due contro i Cavaliers, e vinto stanotte a Detroit. Che qualcosa stia cambiando?

    RAPTORS – THUNDER 92-104: C’è nessuno a Toronto? KD (22) e Westbrook (23), con la collaborazione di Ibaka (19), spazzano via i Raptors a domicilio nonostante il maggiordomo di casa Alan Anderson piazzi la partita della vita con 27 punti in 33 minuti di gioco (career-high). Partita tutto sommato equilibrata nel primo tempo, chiuso dai Thunder avanti di due lunghezze. Nel terzo quarto però si sveglia Westbrook, che mette a referto dodici punti. Ultimo periodo poi di ordinaria amministrazione, con OKC che conferma il miglior record ad ovest (26-7). Chi aveva dei dubbi circa la reale forza in trasferta dei Thunder ha avuto una risposta.

    Primo piano di KD | ©Scott Halleran/Getty Images
    Primo piano di KD | ©Scott Halleran/Getty Images

    SUNS – GRIZZLIES 81-92: Tutti ai piedi di Marc Gasol (10 punti, 12 rimbalzi, 5 assist) e Z-Bo (21), che conducono Memphis alla vittoria sul parquet dei Suns. Importante contributo anche di Rudy Gay (20) per il terzo successo nelle ultime cinque partite disputate dai Grizzlies. Partita quasi sempre in mano agli ospiti, con i padroni di casa che mandano in doppia cifra soltanto due giocatori, P.J. Tucker (17) e Marcin Gortat (12).

    HEAT – WIZARDS 99-71: Solo un pazzo poteva forse pensare che gli Wizard uscissero dall’A.A. con un risultato diverso dalla sconfitta, con Miami reduce dal ko interno contro i Bulls. Ma ormai di pazzi a Washington crediamo ne siano rimasti davvero pochi, perché una squadra che detiene l’invidiabile record di 4-28 in teoria non dovrebbe neanche avere una cheerleader. LeBron James, un po’ il Mufasa della Lega dopo essersi sbloccato lo scorso anno con il fatidico anello, anche ieri ha superato la barriera dei 20 punti per la trentaduesima serata consecutiva in questa stagione, games che diventano come per magia 53 se prendiamo in esame la serie play-off dello scorso anno. Sull’altra sponda il miglior realizzatore dei Wizards è Seraphin, che chiude con 14 punti a referto.

    NBA HIGHLIGHTS LAKERS – NUGGETS 105-112

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    NBA TOP 10 HIGHLIGHTS 06-01-2013

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  • Kobe Bryant su Twitter, “l’antisociale è diventato sociale”

    Kobe Bryant su Twitter, “l’antisociale è diventato sociale”

    Ci siamo, anche Kobe Bryant su Twitter. La guardia dei Los Angeles Lakers ha inviato il suo primo tweet 18 ore fa, nell’immediata vigilia del derby di Los Angeles contro i Clippers. “L’antisociale è diventato sociale”: con questa frase ad effetto che descrive al meglio la sua personalità, Kobe ha salutato il mondo di Twitter per la prima volta, compiendo così il fatidico salto nel social media del momento, preferendo il veloce cinguettio al più compromettente account di facebook, dove vanta oltre 15 milioni di fan. La notizia dell’iscrizione di Kobe Bryant su Twitter ha fatto presto il giro del mondo, scatenando centinaia di migliaia di fan. In poche ore i followers del numero 24 giallo-viola erano addirittura 200 mila, cifra che ha raggiunto quasi il mezzo milione dopo neanche venti ore. Di questo passo Kobe potrà contare sul milione di seguaci già da stanotte.

    Kobe Bryant su Twitter tira più del Papa

    Kobe Bryant | © Ronald Martinez/Getty Images
    Kobe Bryant | © Ronald Martinez/Getty Images

    Se paragoniamo l’account del Papa a quello di Kobe Bryant, i numeri sono tutti dalla parte del cestista americano. Fin qui l’account inglese di Benedetto XVI ha 1,3 milioni di followers, cifra che verosimilmente verrà triplicata dalla guarda dei Lakers. Kobe Bryant trasferisce su Twitter la sfida a LeBron James, il Prescelto, seguito da oltre 6 milioni di persone.

    Il giocatore della squadra californiana ha anticipato la sua iscrizionne su Twitter con alcune foto sul profilo ufficiale della Nike, foto che ritraevano il campione americano insieme alla figlia e mentre indossava una maglia per una partita speciale.

    Adesso che Bryant è su Twitter, i fan del fuoriclasse americano potranno incoraggiarlo e spingere i suoi Lakers a cambiare marcia, considerato il pessimo avvio nella regular season, che vede la squadra di Mike D’antoni occupare l’undicesima posizione nella Western Conference con un record di 15-17 (il 18° complessivo dell’intera lega).

    Kobe Bryant su Twitter
    Kobe Bryant su Twitter
  • Nba, Beli non va, Chicago sì. Derby di Los Angeles ai Clippers

    Nba, Beli non va, Chicago sì. Derby di Los Angeles ai Clippers

    Undici le partite giocate nella notte Nba. I Chicago Bulls di Marco Belinelli battono Miami 96-89 fuori casa, costringendo LeBron James e compagni alla terza sconfitta casalinga in stagione (15-3). Per l’italiano partita incolore, con soli 7 punti a referto e 17 minuti sul parquet. Chris Bosh al termine dell’incontro dice apertamente che i Bulls questa sera li hanno uccisi. Come dare torto all’ex Toronto, consapevole del 48-28 subito a rimbalzo (19-4 in attacco) per mano degli ospiti, e un trend che conferma Miami una squadra poco propensa a questo fondamentale. Top scorer per Chicago Carlos Boozer, che mette a referto 27 punti e 12 rimbalzi, dando così seguito alle brillanti prestazioni dell’ultimo periodo. Prezioso l’apporto anche del centro Joakim Noah, protagonista con 12 rimbalzi e 13 punti segnati. In stagione gli Heat avevano perso all’AmericanAirlines soltanto in due occasioni, contro i Knicks e i Warriors. In Florida comunque la situazione in classifica resta abbastanza tranquilla, con il quintetto di coach Spoelstra sempre leader ad Est (22-9).

    Los Angeles Clippers – Los Angeles Lakers 107-102

    Derby di Los Angeles infinito tra Lakers e Clippers. La vittoria va al quintetto capitanato da Chris Paul (107-102), che chiude la serata con 30 punti e 13 assist (11 nei primi due quarti). E’ stata una sfida emozionante, con i Clippers sempre a condurre, ma l’orgoglio e la classe di Kobe Bryant (38 punti) hanno mantenuto in vita i giallo-viola fino alla fine, nonostante a 10 minuti dal termine i Lakers si trovassero sotto di 19 punti (massimo vantaggio Clippers) per la tripla segnata da Odam.

    Partita pazzesca, ricca di spunti e colpi di scena, ma anche tante belle giocate, fra tutte la schiacciata di Bryant in faccia a Chris Paul nel primo quarto, che ha letteralmente fatto scattare in piedi i tifosi dello Straples Center. E’ stato anche il derby di Blake Griffin e delle sue proverbiali schiacciate, sebbene verrà ricordato sopratutto per il grandissimo salvataggio nel terzo quarto, quando è volato oltre il parquet atterrando contro due bambini seduti a bordo campo. Con 24 punti Griffin è insieme a Chris Paul l’artefice della vittoria dei Clippers sul quintetto di coach Mike D’Antoni.

    Dicevamo che è stato un derby intensissimo, sopratutto nel finale, quando i Lakers trascinati dall’orgoglio di Kobe Bryant si sono riportati a meno 2 con 90 secondi ancora da giocare. Canestro sublime quello del numero 24 giallo-viola, segnato tenendosi in bocca parte della maglietta, magia che non è servita però per evitare la sconfitta, forse già scritta nel libro del destino.

    Kobe Bryant segna 38 punti nel derby di Los Angeles ma non basta | ©Harry How/Getty Images
    Kobe Bryant segna 38 punti nel derby di Los Angeles ma non basta | ©Harry How/Getty Images

    Wizards – Nets 113-115 (2OT)

    A 0.7 secondi dalla fine del secondo overtime, Joe Johnson regala la vittoria ai Nets per 115-113 sui Wizards dopo tre ore di partita. Per coach Carlesimo è il quarto successo da quando si è seduto sulla panchina di Brooklyn (4-1), striscia positiva che proietta la franchigia di New York al sesto posto nella Eastern Conference. Top scorer della serata per i Nets Brook Lopez, autore di 27 punti e 13 rimbalzi. Ottima la prova anche di Deron Williams, che aggiunge 24 punti e 10 assist.

    A nulla è servito per i Wizards il career high di un fantastico Bradley Beal (24 punti, 6 rimbalzi, 4 assist), che con due liberi a 9 secondi dal termine stava portando la sfida al terzo overtime, prima che arrivasse il canestro decisivo di Joe Johnson.

    I Wizards avevano la partita in pugno durante il primo overtime, complice un mini-break di 8-0 (101-93), salvo subire il contro break dei Nets (101-104) con meno di 4 secondi da giocare Mette d’accordo tutti Beal, che con una bomba manda le due squadre al secondo overtime. Classifica drammatica per Washington, che con un record di 4-27 rappresenta ad oggi il peggio che la lega possa offrire.

    Risultati Nba 04-01-2013

    Clippers – Lakers 107-102
    Suns – Jazz 80-87
    Bucks – Rockets 101-115
    Thunder – 76ers 109-85
    Grizzlies – Blazers 84-86
    Celtics – Pacers 94-75
    Heat – Bulls 89-96
    Pistons – Hawks 85-84
    Wizards – Nets 113-115
    Raptors – Kings 96-105
    Bobcats – Cavaliers 104-106

  • Nba, Gallinari ferma la corsa dei Clippers. Figuraccia Lakers

    Nba, Gallinari ferma la corsa dei Clippers. Figuraccia Lakers

    Sei le partite giocate nella notte Nba. La corsa dei Clippers si arresta a Denver, dove Chris Paul e compagni attraversano una serata durissima (50% dai liberi, 5/29 dall’arco, sotto il 40% dai due punti). I Nuggets interrompono così la striscia consecutiva di vittorie (17 ndr) dei californiani, impartendo loro un sonoro 92-78, frutto di un terzo parziale da +11 (75-59 il complessivo prima dell’ultimo periodo). Mvp della serata Andre Miller con 12 punti e 12 assist (sui 28 complessivi di squadra, con la lob-city ferma a 15). Giornata di grazia anche per Gallinari, che riscatta la brutta prestazione della notte precedente e conquista la palma di top scorer con 17 punti a referto. Sempre prezioso comunque ache l’apporto di Kennet Faried, che chiude con la solita doppia doppia (14 punti e 11 rimbalzi).

    I Mavericks interrompono il momento no (6 ko di fila) e sbancano il Verizon Center per 103-94. Washington ormai in caduta libera, con un record di 1 vittoria nelle ultime 10 partite giocate. Per gli ospiti da segnalare la doppia doppia di Shawn Marion (11 punti, 14 rimbalzi ma anche 4 assist), e i 23 punti di Vince Carter, top scorer della serata. Si rivede a tratti anche Dirk Nowitzki che resta sul parquet 17 minuti, sufficienti al tedesco per mettere a referto 11 punti (5/7 da due). In classifica i Mavericks conservano il 12° posto ad Ovest.

    Carmelo Anthony con 45 punti non basta a New York per superare i Blaizers | ©Elsa/Getty Images
    Carmelo Anthony con 45 punti non basta a New York per superare i Blaizers | ©Elsa/Getty Images

    Terza sconfitta casalinga in 15 partite per i Knicks. La franchigia di New York si fa sorprendere dai Blazers che vincono con il risultato finale di 105-100. La partita vive nel segno di Carmelo Anthony, autore di 45 punti, 7 rimbalzi e 4 assist. Il problema per i Knicks è che soltanto 3 giocatori superano i 5 punti, mentre dall’altra parte troviamo Portland che gioca di squadra e ne piazza quasi quattro oltre i 20 punti. Batum e Lillard, rispettivamente con 26 e 21 punti sono i migliori realizzatori per gli ospiti. A questi si aggiunge anche Aldridge con la sua doppia doppia (19 punti e 14 rimbalzi).

    Ultimi due quarti letali per gli Hornets che in casa non ne combinano una giusta (record di 3-13, tra i peggiori dell’intera lega). Fin troppo facile per Atlanta, tra le più belle sorprese ad Est, che trova in Josh Smith il protagonista assoluta della serata con 23 punti realizzati oltre a 13 rimbalzi, 7 assist, 3 palle recuperate e 4 stoppate. Semplicemente straordinario. Per gli Hawks (20-10) terzo posto ad Est alle spalle di Miami e i Knicks.

    Detroit conferma di attraversare un buon momento di forma e supera Sacramento per 103-97. Kings disastrosi fin qui in trasferta (record di 1-13). Per i “Pistoni” prezioso apporto di Greg Monroe (18 punti e 11 rimbalzi) e Brandon Knight (top scorer con 20 punti). Grazie ad un ruolino al 50% (5-5 nelle ultime 10 partite), Detroit conserva intatte le speranze playoff nonostante un mediocre 12-22 stagionale.

    Perdono e male i Lakers, battuti in casa dai 76ers per 103-99. Philadelphia in controllo del match fin dal primo periodo e brava a respingere gli ultimi tentativi di rimonta del quintetto di Mike D’Antoni. Allo Staples Center va in scena l’ennesimo one man show di Kobe Bryant (36 punti), perfettamente inutile però, perché se Howard in 39 minuti segna un solo canestro da due c’è qualcosa che davvero non torna, così come il 2/12 da due fatto registrare da Paul Gasol. Primo dell’anno decisamente migliore invece per Jrue Holiday (26 punti e 10 assist) ed Evan Turner (22 punti, 13 rimbalzi e 5 assist), autentici alfieri dei 76ers che con questo successo entrano in zona play-off all’ottavo posto (record di 15-17).

    RISULTATI NBA 01-01-2013

    Washington Wizards – Dallas Mavericks 94-103
    WSH: Beal 22, Okafor 14, Webster 14
    DAL: Carter 23, Collison 15, Mayo 15

    New York Knicks – Portlant Blazers 100-105
    NYK: Anthony 45, Chandler 10, Stoudemire 6
    POR: Batum 26, Lillard 21, Aldridge 19

    Detroit Pistons – Sacramento Kings 103-97
    DET: Knight 20, Monroe 18, Bynum 15
    SAC: Cousins 21, Thompson 16, Fredette 14

    New Horleans Hornets – Atlanta Hawks 86-95
    NO: Anderson 23, Vasquez 17, Gordon 11
    ATL: Smith 23, Horford 20, Korver 14

    Denver Nuggets – Los Angeles Clippers 92-78
    DEN: Gallinari 17, Faried 14, Miller 12
    LAC: Griffin 12, Bledsoe 12, Jordan 11

    Los Angeles Lakers – Philadelphia 76ers 99-103
    LAL: Bryant 36, Peace 13, Nash 12
    PHI: Holiday 26, Evan Turner 22, Hawes 13

  • Nba, Gallinari esagera. 39 punti contro Dallas

    Nba, Gallinari esagera. 39 punti contro Dallas

    Dodici le partite giocate nella notte Nba. Giornata indimenticabile per Danilo Gallinari. Il Gallo stacca il career high con 39 punti segnati in faccia a Dallas, di fronte a sua maestà Nowitzki, ancora convalescente dopo l’operazione al ginocchio e incapace di dare il suo apporto ai Mavericks, al loro quinto ko consecutivo, il secondo sul parquet di casa. Per Gallinari prestazione monstre, con 7 triple su 11 tiri dall’arco, sei rimbalzi difensivi e 3 assist. L’altro grande protagonista della felice trasferta dei Nuggets è Kenneth Faried. The Manimal si regala una serata da protagonista con 19 rimbalzi complessivi e 11 punti a referto. Percentuali disastrose per Dallas, sotto il 40% da due e con un 5-25 da tre punti. Tra i Mavericks top scorer O.J. Mayo con 15 punti.

     GO LAKERSMike D’Antoni sembra aver imboccato la strada giusta. I suoi Lakers vincono la sesta partita nelle ultime 7 gare, battendo allo Staples Center Portland per 104-87. La ripresa dei giallo-viola è coincisa con il rientro di Steve Nash, anche ieri fondamentale con i suoi 10 assist. Il playmaker canadese insieme a Howard (21 punti, 14 rimbalzi) e l’onnipresente Bryant (miglior realizzatore con 27 punti ma un mediocre 1/6 dall’arco) spinge i Lakers al 50% (15-15), che per i californiani equivale al terzo posto nella Pacific Division, l’ottava posizione ad Ovest.

    Career hig per Danilo Gallinari, 39 punti contro Dallas | ©Doug Pensinger/Getty Images
    Career hig per Danilo Gallinari, 39 punti contro Dallas | ©Doug Pensinger/Getty Images

    16 – Non si ferma più invece l’altra squadra di Los Angeles. I Clippers toccano il muro dei 16 successi di fila. Sul parquet dei Jazz Chris Paul veste i panni dell’uomo provvidenza con 29 punti (13 liberi) e sei assist. Colpisce però tutto il quintetto titolare, con i vari Griffin, Butler, DeAndre Jordan e Green in doppia cifra.

    KO KNICKS – Non riesce la rimonta ai Knicks, che devono mangiarsi le mani dopo aver chiuso il secondo periodo sotto di 21 punti. Nonostante l’incredibile rimonta, Chris Copeland e compagni devono arrendersi alla bomba sulla sirena di James Johnson, ribattezzata dalla stampa Usa come “the shot of his career”, che regala la vittoria a Sacramento per 106-105.

    NON BASTA JAMES – Stavolta Lebron James non basta agli Heat, che orfani di Wade vengono superati da Detroit per 109-99. Dopo un primo quarto chiuso avanti di 15 punti, Miami si prende una pausa letale nel successivo periodo, dove i detentori dell’anello subiscono un passivo di 21 punti dai padroni di casa. Il segreto dei Pistons è la panchina, dalla quale arriva lo strepitoso apporto di Will Bynum (25 punti, 3/4 da tre). L’ex Maccabbi sforna una prestazione superlativa per Detroit, che con il successo di ieri coglie il terzo successo nelle ultime quattro partite. Nonostante la battuta d’arresto Miami resta saldamente al comando nella East Conference con un record di 20-7 (74%), lasciandosi alle spalle New York e Atlanta.

    RISULTATI NBA 28-12-2012

    Washington Wizards – Orlando Magic 105-97
    WSH: Crawford 27, Nene 23, Seraphin 17
    ORL: Afflalo 26, Redick 23, Nelson 16

    Indiana Pacers – Phoenix Suns 97-91
    IND: Hill 22, Paul George 15, David West 14
    PHX: Telfair 19, Gortat 15, Scola 12

    Brooklyn Nets – Charlotte Bobcats 97-81
    BKN: Lopez 26, Williams 19, Joe Johnson 16
    CHA: Warrick 13, Sessions 12, Gordon 10

    Detroit Pistons – Miami Heat 109-99
    DET: Will Bynum 25, Villanueva 18, Singler 12
    MIA: James 35, Chris Bosh 28, Allen 9

    Clevaland Cavaliers – Atlanta Hawks 94-102
    CLE: Irving 28, Waiters 18, Zeller 12
    ATL: Teague 27, Louis Williams 16, Horford 14

    New Orleans Hornets – Toronto Raptors 97-104
    NO: Davis 25, Vasquez 20, Anderson 17
    TOR: DeRozan 30, Lowry 17, Alan Anderson 16

    Dallas Mavericks – Denver Nuggets 85-106
    DAL: Mayo 15, Kaman 12, Collison 10
    DEN: Gallinari 39, Iguodala 20, Faried 11

    San Antonio Spurs – Houston Rockets 122-116
    SA: Parker 31, Duncan 30, Ginobili 23
    HOU: Harden 33, Parsons 24, Lin 21

    Utah Jazz – Los Angeles Clippers 114-116
    UTAH: Foye 28, Jefferson 22, Hayward 17
    LAC: Chris Paul 29, Griffin 22, DeAndre Jordan 16

    Sacramento Kings – New York Knicks 106-105
    SAC: Thornton 18, James Johnson 17, Cousins 15
    NY: Smith 28, Copeland 23, Chandler 21

    Los Angeles Lakers – Portland Blazers 104-87
    LAL: Bryant 27, Howard 21, Gasol 15
    POR: Aldridge 26, Lillard 11, Barton 11

    Golden State Warriors – Philadelphia 76ers 96-89
    GS: Lee 23, Tyler 16, Thompson 14
    PHI: Holiday 21, Thaddeus Young 19, Nick Young 13

  • Bryant nella leggenda, tocca quota 30 mila punti

    Bryant nella leggenda, tocca quota 30 mila punti

    Da sempre lo sport americano ed in particolare la NBA, offre al Mondo intero atleti che grazie alle proprie gesta sono diventate vere ed autentiche icone, sui quali spesse volte sono stati realizzati film o fiction tv, ciò ha permesso a tali atleti di  entrare cosi a far parte di quella stretta cerchia di personaggi da museo dello sport contemporaneo.

    Ora la galleria di tale museo, ricca già di suo, di tanti  volti di atleti, che nelle proprie discipline hanno scritto pagine memorabili di storia, c’è anche il viso di Kobe Bryant celebre stella dei Los Angeles Lakers e della Nazionale degli  USA, giocatore di basket senza dubbio tra i più celebri al mondo, proprio grazie alla sua bravura e fisicità, qualità che gli hanno concesso di poter diventare nella sua lunga carriera un’autentica icona della NBA.

    Ma questo alla stella dei Lakers non bastava, infatti come grandi film americani ambientati nel mondo dello sport, su tutti spicca il famosissimo Rocky seguito da tanti altri film, in cui il coraggio, la voglia di vincere e di migliorarsi, consentivano ai protagonisti di raggiungere vittorie difficili ed insperate, anche Bryant ha realizzato la sua impresa.

    Però il traguardo raggiunto dal celebre giocatore dei Lakers,  non è frutto di un copione cinematografico o di effetti speciali, ma è dovuto alle sue grandi qualità di cestista, che gli hanno concesso l’opportunità di  volare oltre i limiti dell’immaginabile, toccando l’incredibile quota di 30mila punti realizzati in carriera.

    Tale traguardo tagliato nella vittoria contro gli Hornets, match in cui la stella di Los Angeles ha siglato ben 29 punti, gli ha aperto le porte del celebre museo dello sport, diventando cosi il quinto giocatore della NBA a toccare tale cifra ma il più giovane a realizzarlo.

    Kobe Bryant
    Kobe Bryant © Stacy Revere/Getty Images

    Infatti prima di Kobe, altri 4 giocatori erano riusciti in questa impresa, il primo fu Kareem Abdul-Jabbar, che militando sempre nei Lakers realizzò la bellezza di 38.387 punti in carriera, seguito da Karl Malone con un bottino di 36.928 punti, alle sue spalle  Michael Jordan con un totale di 32.292 punti, per finire con  Wilt Chamberlain il quale centrò la bellezza di 31.419. Però Kobe a differenza di chi lo ha preceduto ha dalla sua parte il tempo, infatti con ancora un anno e mezzo di contratto e con 34 anni sulle spalle, la stella dei Lakers ha ancora davanti a se almeno altri 4 forse 5 anni di carriera da poter sfruttare.

    Questo significa che il record fissato dei 30mila punti, potrebbe essere facilmente superabile, a cui va aggiunto anche il un altro record, ossia i 600 punti realizzati nella postseason per tre anni consecutivi, che certificano a tutti gli effetti l’ingresso di Bryant tra i più grandi dello sport nell’epoca contemporanea.

  • Nba, Sconfitte per Belinelli e Bargnani, bene Gallinari

    Nba, Sconfitte per Belinelli e Bargnani, bene Gallinari

    Quattordici le sfide disputate nella notte Nba nelle quali spiccano le sconfitte dei Chicago Bulls di Marco Belinelli e dei Toronto Raptors di Andrea Bargnani piegati in trasferta dai Charlotte Bobcats, mentre Danilo Gallinari e i suoi Denver Nuggets hanno battuto Minnesota. Sconfitte per New York e Lakers, mentre San Antonio ha sconfitto i Boston Celtics al Garden e gli Oklahoma City hanno avuto la meglio all’overtime sui Los Angeles Clippers. Vittorie casalinghe per Atlanta, Phoenix, Orlando, Indiana, Golden State e Cleveland, mentre i campioni in carica dei Miami Heat hanno vinto a domicilio contro i Milwaukee Bucks.

    Gli Houston Rockets rialzano la testa e battono i Chicago Bulls al Toyota Center per 93-89. Marco Belinelli è sceso in campo per soli 5 minuti totalizzando una stoppata e nemmeno un punto all’attivo. E’ la terza sconfita di fila per i “tori” a cui non sono bastati i 21 punti dell’ottimo Nate Robinson e i 13 punti e 15 rimbalzi di Carlos Boozer: Houston, infatti, ha ottenuto una vittoria sofferta grazie ad una prova di sostanza di James Harden, 28 punti per lui, ben coadiuvato da Patterson e Parsons, autori rispettivamente di 20 e 18 punti, con quest’ultimo che ha arricchito la sua grande prestazione con 13 rimbalzi.

    Inciampa Toronto sconfitta di misura dai Bobcats per 98-97, nonostante un maestoso Andrea Bargnani, capace di mettere a referto 25 punti contro la franchigia del North Carolina. Ottimo anche il contributo di Kyle Lowry, autore di 21 punti e 8 assist, e del lituano Valanciunas che ha totalizzato 16 punti e 10 rimbalzi. Per Charlotte ben sette giocatori in doppia cifra nel tabellino dei punti, con i 19 messi ha segno da Kemba Walker e i 14 dell’ex Lakers Ramon Session, decisivo per l’inerzia del match a favore dei suoi con la tripla del sorpasso a 28 secondi dalla fine. Le quattro conclusioni sprecate da Toronto nell’ ultimo possesso della gara permettono a Charlotte di vincere la sesta partita in stagione, candidandosi come vera rivelazione del campionato.

    Va meglio a Denver e a Gallinari, unico italiano vittorioso nella notte, il quale ha messo a referto 19 punti (top scorer dei suoi) e 6 rimbalzi. Ottima prova anche per Ty Lawson e Andre Igoudala, entrambi autori di 18 punti che hanno contribuito alla vittoria dei Nuggets sul parquet di Minnesota, trascinata da uno strepitoso Kevin Love al rientro dopo l’infortunio che, malgrado i 34 punti conditi da 14 rimbalzi, non è riuscito ad impedire la sconfitta ai Timberwolves.

    Portland Trail Blazers v Phoenix Suns | © Christian Petersen / Getty Images

    Faticano più del previsto gli Oklahoma City Thunder con i sempre più temibili Clippers di Chris Paul. Kevin Durant e compagni hanno avuto ragione della franchigia californiana soltanto dopo un overtime, dopo una partita intensa e spettacolare nella quale Los Angeles è stata sempre ad inseguire fino a raggiungere i padroni di casa a 36 secondi dalla sirena finale. Dopo il pari nel tempo regolamentare, ci ha pensato l’Mvp della scorsa regular season a tagliare le gambe a Paul e compagni, siglando in totale 35 punti che hanno interrotto la striscia di vittorie dei Clippers dopo 6 risultati utili consecutivi. 23 punti per Blake Griffin, ala dei biancorossi ma nativo di Oklahoma City, che ha avuto un gran da fare contro l’atletismo eccezionale di Serge Ibaka, protagonista di una grande gara sia in difesa che in attacco, autore di 15 punti e 12 rimbalzi. Entrambe le squadre si candidano comunque per recitare un ruolo da protagonista nella Western Conference, che se per i Thunder non è una novità, essendo già una grande squadra e finalista Nba la scorsa stagione, per i Clippers è una bella realtà dopo anni di buio vissuti sempre all’ombra dell’altra più blasonata squadra di Los Angeles.

    Vittoria anche per gli Spurs di Parker e Duncan, che ritornano alla vittoria dopo il brusco ko contro i Clippers che ha fatto infuriare (e non poco) il coach dei nero-argento Greg Popovich, definendo i suoi giocatori “imbarazzanti”. La squadra texana ha sconfitto nettamente i Boston Celtics con una grande prestazione di squadra, con Splitter (23punti), Parker (26) e Duncan (20) autori di una prova maiuscola. Nonostante la sconfitta, i Celtics hanno sfoderato un ottima prova collettiva, con tutto il quintetto titolare finito in doppia cifra. Migliore dei suoi Rajon Rondo, che ha totalizzato ben 22 punti e 15 assist e protagonista di un duello emozionante contro un superbo Tony Parker che ha visto prevalere il playmaker francese.

    Brutta sconfitta per i Los Angeles Lakers e per Mike D’Antoni, sconfitti dai Sacramento Kings per 113-97, che la dice lunga sulla negativa prestazione dei gialloviola, eccezion fatta per Kobe Bryant, autore di 38 punti e come al solito fenomenale quando si carica la squadra sulle spalle.  Il Mamba si è arreso soltanto allo strappo decisivo dei Kings nell’ultimo quarto dopo che grazie alle sue conclusioni i Lakers avevano recuperato dapprima uno svantaggio di 11 punti in poco più di un minuto, e successivamente un parziale di 9-0 grazie alla prolificita di Marcus Thornton che era stata vanificata dalle prodezze del numero 24 gialloviola. A 3 minuti dal termine dal match Thornton spezza l’inerzia del match portando i suoi a +7 punti con Sacramento che poi dilaga nel finale grazie alla scarsa vena realizzativa degli avversari.

    I Riusltati NBA del 21 Novembre 2012

    Charlotte Bobcats – Toronto Raptors 98-97
    Cha: Walker 19, Session 14, Kidd-Gilchrist 14
    Tor: Bargnani 25, Lowry 21, Valanciunas 16

    Orlando Magic – Detroit Pistons 90-74
    Orl: Nicholson 15, Afflalo 12, Davis 11
    Det: Monroe 19, Stuckey 13, Prince 10

    Cleveland Cavaliers – Philadelphia 76ers 92-83
    Cle: Pargo 28, Waiters 16, Gee 14
    Phi: Holiday 16, Richardson 16, Young 13

    Indiana Pacers – New Orleans Hornets 115-107
    Ind: George 37, West 16, Hill 16
    NO: Lopez 21, Smith 18, Anderson 17

    Boston Celtics – San Antonio Spurs 100-112
    Bos: Rondo 22, Pierce 19, Bass 16
    Sas: Parker 26, Splitter 23, Duncan 20

    Atlanta Hawks – Washington Wizards 101-100
    Atl: Smith 25, Korver 16, Horford 15
    Was:  Seraphin 21, Price 14, Ariza 12

    Miami Heat – Milwaukee Bucks 113-106
    Mia:  James 28, Wade 28, Bosh 24
    Mil: Jennings 19, Henson 17, Dunleavy 16

    Oklahoma City Thunder – Los Angeles Clippers 117-111
    Okl: Durant 35, Westbrook 23, Martin 20
    Cli: Griffin 23, Crawford 20, Barnes 19

    Houston Rockets – Chicago Bulls 93-89
    Hou: Harden 28, Patterson 20, Parsons 18
    Chi: Robinson 21, Deng 19, Boozer 13

    Minnesota Timberwolves – Denver Nuggets 94-101
    Min: Love 34, Barea 12, Pekovic 10
    Den: Gallinari 19, Igoudala 18, Lawson 18

    Dallas Mavericks – New York Knicks 114-111
    Dal: Mayo 27, Carter 25, Collison 19
    NY:  Anthony 23, Chandler 21, Felton 18

    Phoenix Suns – Portland Trail Blazers 114-87
    Phx: Gortat 22, Morris 19, O’Neal 17
    Por:  Lillard 24, Matthews 13, Batum 13

    Sacramento Kings – Los Angeles Lakers 113-97
    Sac: Thornton 23, Evans 18, Thompson 13
    Lak: Bryant 38, Meeks 15, World Peace 13

    Golden State Warriors – Brooklyn Nets 102-93
    GS: Curry 25, Thompson 23, Lee 20
    Bro: Lopex 22, Johnson 13, Blatche 11

  • NBA, i Lakers battono i Brooklyn Nets. Toronto non basta Bargnani

    NBA, i Lakers battono i Brooklyn Nets. Toronto non basta Bargnani

    I Los Angeles Lakers di Mike D’Antoni, per la prima volta sedutosi in panchina da quando ha assunto l’incarico di head coach della franchigia californiana dopo l’operazione al ginocchio, trovano contro i Brooklyn Nets la terza vittoria consecutiva dopo l’avvio di stagione disastroso che ha portato al licenziamento di Mike Brown. 95-90 per i gialloviola che hanno portato 4 giocatori in doppia cifra: 25 punti, 5 assist e 4 rimbalzi per Kobe Bryant, 23 punti e 15 rimbalzi per colui che in estate sarebbe dovuto andare ai Nets Dwight Howard, 17 punti, 11 rimbalzi e 7 assist per Pau Gasol e 17 punti e 8 rimbalzi per Metta World Peace. I Lakers vanno in record positivo (6-5). Ai Brooklyn Nets non bastano Deron Williams (22 punti e 10 assist), Brook Lopez (23 punti e 7 rimbalzi) e Joe Johnson (14 punti e 6 assist).

    Non c’è storia tra New Orleans e New York (80-102): dopo un primo tempo equilibrato i Knicks dominano la seconda metà di gara spegnendo le speranze di successo della franchigia della Louisiana ancora orfana di Anthony Davis e Eric Gordon. New York trascinata dal solito Carmelo Anthony (29 punti, 6 rimbalzi e 4 assist) tocca quota 8 successi (e una sola sconfitta), miglior record della Lega. Da segnalare anche le belle giocate di Raymond Felton e di J.R. Smith.

    Mike D'Antoni, Kobe Bryant e Pau Gasol
    Mike D’Antoni, Kobe Bryant e Pau Gasol © Stephen Dunn/Getty Images

    Non bastano i 22 punti di Andrea Bargnani ad evitare ai suoi Toronto Raptors l’ottava sconfitta stagionale: la franchigia canadese cade sul parquet dei Philadelphia 76ers per 106-98. Per il Mago anche 7 rimbalzi, bene anche DeRozan (24 punti) e Calderon (13+12 assist). Protagonisti per i padroni di casa il trio Thaddeus Young, Jason Richardson e Jrue Holiday che hanno messo a referto rispettivamente 23, 21 e 19 con l’ultimo citato che ha anche condito la sua prestazione con 12 assist. Philadelphia con questo successo raggiunge il quinto posto nella Eastern Conference prenotando un posto nei playoff.

    RISULTATI NBA 20 NOV 2012

    Philadelphia 76ers – Toronto Raptors 106-98
    Phi: Young 23, Richardson 21, Holiday 19
    Tor: DeRozan 24, Bargnani 22, Calderon 13, Lowry 13

    New Orleans Hornets – New York Knicks 80-102
    NO: Anderson 15, Rivers 14, Roberts 13
    NY: Anthony 29, Felton 15, Smith 15

    Los Angeles Lakers – Brooklyn Nets 95-90
    Lak: Bryant 25, Howard 23, Gasol 17, World Peace 17
    Bro: Lopez 23, Williams 22, Johnson 14