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  • NBA: Brilla Bargnani, Love si arrende agli Spurs, Rose sbanca Phoenix

    NBA: Brilla Bargnani, Love si arrende agli Spurs, Rose sbanca Phoenix

    Ben 11 le partite disputate nella notte NBA.

    Seconda vittoria di fila (dopo quella di ieri al Madison) per i Knicks di Gallinari (solo 9 punti per lui) contro i Bobcats. New York arriva al 50% di vittorie quindi con il record in perfetta parità (8-8) ma sopratutto si prende la quinta vittoria consecutiva in assoluto. La grande prova di Tyrus Thomas da 26 punti, 11 rimbalzi e 4 stoppate è vanificata dall’ex di turno Raymond Felton che con 23 punti e 13 assist guida i suoi alla vittoria.

    Il tiro a fil di sirena di Mo Williams (25 punti) regala la vittoria ai Cavs sui Bucks. Milwaukee paga l’assenza di Bogut per infortunio ed ha in Dooling il miglior marcatore con 18 punti (male Jennings con 3 punti ed 1/10 al tiro).

    Ancora una vittoria per i Toronto Raptors ed ancora una grande prestazione di Andrea Bargnani: 24 punti per lui che diventa sempre di più il leader di questi Raptors. 22 rimbalzi per Evans, mentre a Phila non bastano i 17 punti di Iguodala. Turner dimostra di soffrire il dualismo proprio con Iguodala e chiude con soli 2 punti a referto.

    Shaq O’Neal torna ai vecchi tempi e si prende una serata di gloria da 25 punti ed 11 rimbalzi conducendo i Celtics alla vittoria sui Nets (Harris 20 punti ma inutili ad evitare il KO).

    Orlando si aggiudica il derby della Florida grazie ai 24 punti e 18 rimbalzi di Howard ed infligge il terzo KO consecutivo a Miami. James segna 25 punti e Bosh 21 ma a condannare gli Heat sono i 18 punti di Wade che arrivano con un inguardabile 6/21 al tiro. Proprio il numero 3 sembra essere il vero ago della bilancia per Miami e le sue ultime imbarazzanti uscite hanno coinciso con 3 sconfitte per i rossoneri.

    Partita senza emozioni a Memphis dove Randolph in soli 27 minuti di gioco mette a segno 21 punti e 14 rimbalzi. I Pistons, che concedono il 50% al tiro e tirano col 42%, offrono poca resistenza (Stuckey 17 punti).

    Serve un overtime agli Spurs per avere la meglio di Minnesota. Ginobili con 26 punti vanifica l’ennesima mostruosa prestazione di Kevin Love da 32 punti e 22 rimbalzi. Love porta i T-Wolves a +3 a 19 secondi dal termine (106-103) ma una sciocchezza di inesperienza del rookie Wes Johnson regala 3 tiri liberi a Neal che acciuffa il pareggio per San Antonio. L’ultimo tiro di Ridnour viene murato e nel supplementare la maggior esperienza dei neroargento fa la differenza. Spurs alla 12esima vittoria consecutiva e leader della Lega in classifica.

    Dopo i 42 punti di 24 ore fa contro i Pistons, Nowitzki ne piazza altri 34 ad Oklahoma City e i suoi Mavs espugnano uno dei parquet più difficili di tutta la Lega. Soliti problemi a rimbalzo per i giovani Thunder (49-36) con il solo Chandler che ne tira giù la metà esatta (18) di quelli totali di OKC. Per il centro dei Mavs anche 17 punti. Inutili quindi i 32 punti di Durant, i padroni di casa pagano anche la serata poco lucida di Westbrook (13 punti ma con 13 tiri presi).

    Boccata di ossigeno per Houston, che senza Brooks e Yao si appoggia a Martin (25 punti) e Scola (24 punti e 12 rimbalzi). Non basta la buona serata di Dorell Wright (24 punti e 8 rimbalzi) e di Curry (21 punti).

    Secondo KO di fila per gli Hornets che subiscono una brutta batosta a Salt Lake City. Male Belinelli con soli 10 punti ma tutta New Orleans è sembrata stanca. A guidare i Jazz i 26 punti ed 11 assist di Williams ed i 23 punti e 10 rimbalzi di Jefferson.

    Dopo 2 supplementari ed una gara meravigliosa i Bulls espugnano Phoenix grazie alla straordinaria prova di Derrick Rose (35 punti, 12 rimbalzi e 7 assist). I Suns sembrano controllare la gara, almeno fino al quarto periodo, quando devono subire il ritorno e la rimonta di Chicago che si materializza a 50 secondi dalla fine (99-99). 2 liberi di Nash e 2 di Rose fissano il risultato sul 101 pari ma a 2 secondi dalla fine è Grant Hill a sbagliare la palla della possibile vittoria Suns. Primo overtime che vede Richardson portare avanti i padroni di casa sul 108-107 con una tripla, nell’azione successiva i Bulls sbagliano e Frye prende il rimbalzo e subisce fallo, segna i 2 liberi a soli 15 secondi dal termine per il 110-107 Suns. I Bulls rimettono in gioco ma sbagliano il tiro del possibile pareggio ma il tap-in di Noah li riporta a -1 (109-110) a 5 secondi dalla sirena. Richardson subisce fallo ma sbaglia il secondo libero (111-109) e con 4 secondi rimanenti Rose impatta la partita lasciando 1 decimo di secondo sul cronometro. Si va quindi al secondo overtime dove Chicago si dimostra più lucida e fredda mentalmente e più fresca fisicamente portando a casa la vittoria. Oltre a Rose da segnalare per i “Tori” anche Deng (26 punti e 10 rimbalzi), Noah (17 punti e 15 rimbalzi) ed il cecchino Korver con 24 punti. A Phoenix non bastano i 27 punti di Hill, i 23 di Warrick, i 20 di Richardson, e le doppie doppie di Turkoglu (10 punti e 10 rimbalzi) e Nash (14 punti e 16 assist).

    Risultati NBA del 24 novembre 2010

    Charlotte Bobcats-New York Knicks 95-99
    Cha Thomas 26, Jackson 18, Augustin 14
    N.Y. Felton 23, Chandler 21, Stoudemire 20

    Cleveland Cavaliers-Milwaukee Bucks 83-81
    Cle Williams 25, Parker 14, Gibson 12
    Mil Dooling 18, Salmons 14, Mbah a Moute 10, Maggette 10

    Toronto Raptors-Philadelphia 76ers 106-90
    Tor Bargnani 24, Calderon 16, Bayless 13
    Phi Iguodala 17, Holiday 16, Young 14

    Boston Celtics-New Jersey Nets 89-83
    Bos Shaquille O’Neal 25, Pierce 18, Allen 15
    N.J. Harris 20, Morrow 18, Lopez 16

    Orlando Magic-Miami Heat 104-95
    Orl Howard 24, Redick 20, Bass 18
    Mia James 25, Bosh 21, Wade 18

    Memphis Grizzlies-Detroit Pistons 105-84
    Mem Randolph 21, Gay 17, Conley 14, Arthur 14
    Det Stuckey 17, Hamilton 12, Villanueva 11

    Minnesota Timberwolves-San Antonio Spurs 109-113 (overtime)
    Min Love 32, Milicic 22, Johnson 15
    S.A. Ginobili 26, Jefferson 19, Parker 18

    Oklahoma City Thunder-Dallas Mavericks 103-111
    Okl Durant 32, Green 17, Westbrook 13
    Dal Nowitzki 34, Chandler 17, Butler 15

    Houston Rockets-Golden State Warriors 111-101
    Hou Martin 25, Scola 24, Hayes 16
    G.S. Dorell Wright 24, Curry 21, Ellis 18

    Utah Jazz-New Orleans Hornets 105-87
    Uta Williams 26, Jefferson 23, Millsap 17
    N.O. Paul 17, West 15, Green 13

    Phoenix Suns-Chicago Bulls 115-123 (2 overtime)
    Pho Hill 27, Warrick 23, Richardson 20
    Chi Rose 35, Deng 26, Korver 24

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  • NBA: Bargnani sbanca Orlando, Kevin Love ferma Gallinari

    NBA: Bargnani sbanca Orlando, Kevin Love ferma Gallinari

    9 le partite disputate nella notte NBA

    Ennesima vittoria in rimonta per i Jazz, questa volta ad Atlanta, che partono lenti ma risultano devastanti nel secondo tempo come già accaduto a Miami e Orlando. Deron Williams si conferma su livelli altissimi (24 punti 10 assist 5 rimbalzi), non basta agli Hawks la solita doppia doppia di Josh Smith (20 punti 13 rimbalzi 5 assist). Utah è alla terza vittoria in trasferta in 4 giorni, se la squadra riesce ad essere continua lontano da Salt Lake City come sta facendo ora potrebbero essere dolori per tutti.

    Senza Aaron Brooks e senza Yao Ming i Rockets passano sul campo degli Indiana Pacers grazie ai 23 punti di Brad Miller e ai 20 di Kevin Martin. Non bastano ai padroni di casa i 19 punti di Posey e i 18 punti e 8 rimbalzi di Hibbert.

    La sorpresa della notte arriva da Orlando dove i Toronto Raptors interrompono una striscia perdente di 6 gare e beffano i Magic sul filo di lana: Pietrus a 28 secondi impatta la gara a quota 103 ma è Sonny Weems nell’azione seguente a trovare il jolly da 3 che costringe Orlando alla resa. Bargnani è il miglior realizzatore con 27 punti (ma solo 2 rimbalzi e 1/6 al tiro per 2 punti nell’ultimo quarto). Non bastano ai Magic 23 punti e 8 assist di Nelson e i 25 punti e 8 rimbalzi di Howard.

    Gerald Wallace (25 punti e 14 rimbalzi) trascina i Bobcast alla vittoria contro Washington, ben coadiuvato da Diaw (19 punti 5 assist e 5 rimbalzi). 13 punti e 11 assist per John Wall, 22 punti e 9 rimbalzi per Blatche, solo 5 (con un pessimo 2/14 al tiro) per Arenas.

    La panchina di Dallas decide lo scontro casalingo con i Sixers: Haywood prende ben 17 rimbalzi (9 in attacco) e Barea segna 19 punti in 22 minuti, il leader Dirk Nowitzki ne mette 16. Per Phila solo 13 punti per Iguodala, 8 per Brand e 5 per Evan Turner. Jason Kidd con gli 8 assist del match ha raggiunto quota 11 mila in carriera, secondo giocatore di ogni epoca (primo è l’ inarrivabile John Stockton a quota 15 mila).

    I 28 punti abbinati a 14 assist e 7 rimbalzi di un eterno Steve Nash lanciano i Suns contro i Kings. Per Tyreke Evans, suo avversario diretto, 18 punti, 9 assist e 7 rimbalzi, per Landry doppia doppia da 20 punti 11 rimbalzi.

    Detroit sbanca Los Angeles dopo 1 tempo supplementare con 30 punti di Charlie Villanueva. Per Stuckey 17 punti e 6 assist. Doppia doppia da 18 punti ed altrettanti rimbalzi per Blake Griffin, 28 punti e 5 assist per Gordon, ma non bastano ai Clippers per portare a casa la vittoria.

    La super prestazione di un Kevin Love a dir poco stellare da 31 punti e 31 rimbalzi (i Knicks ne hanno presi in totale 32 nel match) permette ai T-Wolves di battere New York a cui non bastano i 25 punti di Danilo Gallinari. Oltre a Love, per Minnesota, ci sono anche 35 punti di Beasley che in ala piccola si sta sorprendentemente trovando a proprio agio. Una prestazione come quella di Kevin Love (oltre 30 punti e 30 rimbalzi) non si vedeva in NBA dal lontano 1982 quando Moses Malone firmò 38 punti e 32 rimbalzi contro i Seattle Supersonics.

    Oklahoma City esce vincitrice nuovamente dallo scontro divisionale contro i Portland Trail Blazers. Gara (così come accaduto in Oregon settimana scorsa) giocata con molta intensità ma alla fine a prevalere sono i 2 talenti dei Thunder, ovvero Russell Westbrook e Kevin Durant rispettivamente con 36 e 34 punti a referto: il play aggiunge anche 7 rimbalzi e 7 assist e guida nel migliore dei modi la squadra, Durant decisivo nel finale con i suoi tiri e i liberi del +2. Per i Blazers 24 punti di Roy non sono bastati

    Risultati NBA 12 novembre 2011

    Atlanta Hawks-Utah Jazz 86-90
    Atl Johnson 23, Smith 20, Jamal Crawford
    Uta Williams 24, Jefferson 15, Kirilenko 14

    Indiana Pacers-Houston Rockets 99-102
    Ind Posey 19, Hibbert 18, Granger 17
    Hou Miller 23, Martin 20, Scola 16

    Orlando Magic-Toronto Raptors 106-110
    Orl Howard 25, Pietrus 24, Nelson 23
    Tor Bargnani 27, DeRozan 26, Weems 14

    Washington Wizards-Charlotte Bobcats 85-93
    Was Blatche 22, Hinrich 14, Wall 13
    Cha Wallace 25, Diaw 19, Augustin 17

    Dallas Mavericks-Philadelphia 76ers
    Dal Barea 19, Nowitzki 16, Marion 16
    Phi Young 17, Nocioni 14, Hawes 14

    Phoenix Suns-Sacramento Kings 103-89
    Pho Nash 28, Warrick 18, Richardson 14
    Sac Landry 20, Evans 18, Udrih 17

    Los Angeles Clippers-Detroit Pistons 107-113 (overtime)
    Cli Gordon 28, Griffin 18, Bledsoe 18
    Det Villanueva 30, Stuckey 17, Hamilton 12, Daye 12

    Minnesota Timberwolves-New York Knicks 112-103
    Min Beasley 35, Love 31, Johnson 15
    N.Y. Gallinari 25, Felton 22, Chandler 17

    Oklahoma City Thunder-Portland Trail Blazers 110-108
    Okl Westbrook 36, Durant 34, Harden 12, Ibaka 12, Krstic 12
    Por Roy 24, Batum 21, Miller 19

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  • NBA: Utah beffa Miami, delude Gallinari, Lakers forza 8

    NBA: Utah beffa Miami, delude Gallinari, Lakers forza 8

    7 le partite disputate nella notte NBA.

    Un terzo quarto quasi perfetto da 20 su 21 dal campo per 54 punti complessivi permette agli Indiana Pacers di sbarazzarsi senza tante difficoltà dei Denver Nuggets. 6 uomini in doppia cifra per i padroni di casa: 31 Dunleavy, 29 Collison, 20 Hansbrough, 19 Granger, 17 Hibbert e 16 per il rientrante Rush. Percentuali dal campo da sogno per i Pacers con il 65% da 2 ed il 54% da 3 per 144 punti segnati in una serata in cui tutto è andato per il verso giusto. Ma i lampi di talento di questa squadra iniziano ad intravedersi e presto potrebbero tornare protagonisti nella Eastern Conference dopo anni di buio. Per i Nuggets male Anthony con 13 punti.

    Quinta sconfitta di fila per i New Jersey Nets dopo le 2 vittorie iniziali. Questa volta è Cleveland a dare il dispiacere agli uomini di Avery Johnson grazie alla doppia doppia di Hickson da 18 punti e 10 rimbalzi. Inutili i 27 punti di Outlaw.

    Miami perde la prima partita casalinga ad opera degli Utah Jazz che risalgono la china dopo un primo tempo inguardabile chiuso sul 51-32 ed in overtime beffano i padroni di casa ai quali non basta la 29esima tripla doppia di LeBron James (20 punti, 11 rimbalzi e 14 assist). Dopo il provvisorio +22 Miami in apertura di ripresa inizia l’inesorabile recupero di Utah che si concretizza a 6 minuti dalla fine del quarto periodo (81-79) grazie ad un canestro di Deron Williams. Miami riprende subito il largo ma da quel momento in poi iniziano a piovere nel canestro dei padroni di casa tiri da 3 punti a ripetizione che portano il match sul -1 (102-103 Heat) a 3 secondi dal termine. Wade fa 1/2 ai tiri liberi e fissa il risultato sul 102-104 , la rimessa successiva dei Jazz finisce nelle mani di Miles che prova il tiro della vittoria da 3 punti che però a malapena scheggia il ferro, arriva come un falco il solito Millsap che con mezzo secondo sul cronometro infila quasi al volo i 2 punti del pareggio. In overtime si gioca punto a punto, Kirilenko da 3 sembra scavare il solco decisivo ma Wade rimette tutto a posto rispondendo sempre da dietro l’arco a 18 secondi dalla fine. La parità sul 114-114 è rotta dai liberi di Elson (116-114) ma restano 4 decimi di secondo da giocare. La rimessa Heat arriva ad Eddie House che sbaglia e Miami deve subire l’onta della sconfitta casalinga. Detto di James e della sua tripla doppia ci sono anche i 39 punti di Wade, mentre Bosh sembra sempre un corpo estraneo sotto i tabelloni ed è proprio lì che Utah vince la gara, grazie ai 46 punti di Paul Millsap che non sta facendo rimpiangere per niente il suo predecessore Boozer. Proprio lui distrugge Bosh e tutta la front line di Miami ed aiutato dalla regia e dai 21 punti e 14 assist di Deron Williams permette alla sua squadra di essere la prima nella Lega ad espugnare il parquet dei “Big Three”.

    New York viene letteralmente distrutta a Milwaukee (107-80). Solo Stoudemire mette a referto uno score positivo con 19 punti, Gallinari pessimo con soli 5 punti, mentre i 7 uomini in doppia cifra dei Bucks sono Jennings (19), Gooden (17), Maggette (14), Ilyasova (12), Mbah a Moute, Bogut e Boykins (10 a testa).

    Settima vittoria di fila per gli Hornets di Chris Paul che restano imbattuti al pari dei Lakers. 6 uomini in doppia cifra per New Orleans (tra cui Belinelli 11 punti), male i Clippers che hanno nel solo rookie Aminu la nota lieta della serata (20 punti e 8 rimbalzi).

    Blazers senza problemi contro i flaccidi e molli Pistons da trasferta: bene Aldridge con 19 punti e 17 rimbalzi. Non bastano a Detroit i 15 punti e 8 rimbalzi di un ottimo Austin Daye.

    Ottava vittoria di fila (record di 8-0) per i campioni NBA dei Lakers che si sbarazzano, ma con qualche apprensione di troppo, dei Minnesota Timberwolves. Bryant sugli scudi con 33 punti, per Minnesota eccezionale Kevin Love da 24 rimbalzi (11 in attacco e 13 in difesa) conquistati contro la front line più forte della Lega che annovera Gasol e Odom tra i lunghi principali e come se non bastasse aggiunge anche 23 punti. Giocatore dal futuro molto interessante.

    Risultati NBA del 9 novembre 2010

    Indiana Pacers-Denver Nuggets 144-113

    • Ind: Dunleavy 31, Collison 29, Hansbrough 20; Den: Lawson 19, Afflalo 17, Forbes 16

    New Jersey Nets-Cleveland Cavaliers 91-93

    • N.J.: Outlaw 27, Harris 18, Lopez 16; Cle: Hickson 18, Jamison 15, Sessions 15

    Miami Heat-Utah Jazz 114-116 (overtime)

    • Mia: Wade 39, James 20, Bosh 17; Uta: Millsap 46, Williams 21, Kirilenko 16

    Milwaukee Bucks-New York Knicks 107-80

    • Mil: Jennings 19, Gooden 17, Maggette 14; N.Y.: Stoudemire 19, Chandler 11, Felton 10

    New Orleans Hornets-Los Angeles Clippers 101-82

    • N.O.: Green 19, Bayless 15, Paul 13; Lac: Aminu 20, Gomes 11, Griffin 10, Butler 10

    Portland Trail Blazers-Detroit Pistons 100-78

    • Por: Aldridge 19, Batum 17, Fernandez 13; Det: Stuckey 17, Daye 15, Prince 10

    Los Angeles Lakers-Minnesota Timberwolves 99-94

    • Lak: Bryant 33, Gasol 18, Odom 15; Min: Love 23, Beasley 17, Telfair 13

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  • Super Durant porta gli Stati Uniti in finale

    Super Durant porta gli Stati Uniti in finale

    Un immenso ed a tratti irresistibile e spettacolare Kevin Durant porta gli Stati Uniti in finale ai Mondiali in corso di svolgimento in Turchia. Il fenomeno degli Oklahoma City Thunder con 38 punti ha largamente rubato il palcoscenico a tutte le altre stelle, dimostrando che nei momenti che contano il vero terminale offensivo resta sempre e solo lui.
    Trascinatore, realizzatore, leader, il tutto a soli 21 anni, se gli “States” si metteranno al collo la medaglia d’oro lo dovranno innanzitutto a questo bimbo prodigio del basket, che con il duro lavoro quotidiano sta raggiungendo livelli di eccellenza difficili da pronosticare ad inizio carriera.
    “K.D.” in questa partita ha veramente esagerato demolendo praticamente da solo la difesa lituana nel primo tempo: 17 (su 23 punti della squadra) alla fine del primo quarto, 24 (su 42 totali) all’intervallo. E nei momenti di riposo del devastante Durant ci hanno pensato il suo compagno ai Thunder Russell Westbrook (12 punti ed 8 rimbalzi) un rigenerato Lamar Odom con 13 punti e 10 rimbalzi e la difesa di Iguodala e Kevin Love, quest’ultimo sempre prezioso su ambedue i lati del campo, a segare le ambizioni lituane.
    Paga caro, la Lituania, la serata negativa della sua stella Linas Kleiza, ben contenuta dalla difesa a stelle e strisce, che lo porta d un misero 1/11 dal campo per un fatturato di 4 miseri punti e 5 palle perse! Di meglio non fanno i suoi compagni che latitano nel tiro dalla lunga distanza e sorprendentemente sembrano molli sulle gambe nella partita più importante.

    Semifinale 1: U.S.A.-LITUANIA 89-74

    La Lituania cerca di partire forte ma un grande Durant segna 12 dei primi 14 punti di squadra bersagliando il canestro gialloverde da ogni posizione, e quando le maglie difensive degli Stati Uniti si stringono bene ecco che la forbice tra le 2 squadre inizia ad essere importante con la doppia cifra di vantaggio (23-12 alla fine del primo quarto).
    Kemzura risponde a questa situazione con il quintetto leggero con Jankunas da centro e la zona 2-3, ma in attacco i lituani continuano a faticare contro la prima linea difensiva che non lascia spazio alle penetrazioni, mentre Kleiza si disperde inspiegabilmente. Gli “States” accelerano sul +15 (29-14), prima di subire un mini-parziale negativo innescato da Pocius (31-23): qui si torna ad innescare Durant, che riceve anche una mano importante dal fido Westbrook ( autore anche di una stoppata terrificante su Kalnietis in uno dei momenti migliori della Lituania, a dimostrazione di un atletismo pazzesco), per riallargare il gap sul 42-27 all’intervallo lungo.

    Come già detto, Durant è a quota 24 punti e Kemzura gli mette addosso la marcatura ad uomo di Pocius, ad inizio terzo quarto, e sfruttando l’isolamento della stella dei Thunder, che non riceve più il pallone, la Lituania rientra fino al -10 (50-40) grazie a qualche buon tiro dal perimetro. Durant però prende le misure al suo marcatore e sforna 2 canestri d’autore portando gli U.S.A. sul +12 (65-53) all’ultimo intervallo del terzo quarto.
    Nell’ultimo periodo i gialloverdi baltici accusano la stanchezza e soprattutto in difesa perdono lucidità: la dimostrazione sono i 2 voli sopra il ferro ancora dell’immarcabile Durant (77-64).
    E quando il numero 5 piazza la tripla in faccia al povero Pocius il divario diventa incolmabile sull’82-64. Curry aumenta ancora il divario sul +20 (89-96), qui gli “States” si fermano per non umiliare l’avversario e Jasaitis firma un parzialino di 5-0 per fissare il punteggio finale.
    Con un Kevin Durant così il primo posto nel torneo è sempre più vicino.

    U.S.A.: K. DURANT (38 pts), L. ODOM (10 rbs), D. ROSE (3 ast)
    Lituania: R. JAVTOKAS (15 pts), R. JAVTOKAS (9 rbs), J. MACIULIS (2 ast)

  • Mondiali di basket Turchia 2010: Quinta vittoria per gli Stati Uniti

    Mondiali di basket Turchia 2010: Quinta vittoria per gli Stati Uniti

    Quinta partita e quinta vittoria per gli Stati Uniti ai campionati del Mondo di basket in corso di svolgimento in Turchia.
    La squadra di Mike Krzyzewski ha avuto qualche difficoltà nel primo tempo ma ha poi dilagato nella ripresa grazie ad un attivo Eric Gordon che ha chiuso con 21 punti (13 messi a segno nella ripresa). 14 punti a testa invece per il duo degli oklahoma City Thunder, Kevin Durant e Russell Westbrook.
    Il Team Usa avanza senza intoppi, agli ottavi lunedì troverà l’Angola, quarta nel gruppo A, certamente un’avversaria tutt’altro che irresistibile, almeno sulla carta.

    Come detto poco fa, la Tunisia mette in difficoltà i più blasonati avversari soprattutto nella prima frazione ed il merito è della buona propensione a rimbalzo degli africani. Al riposo il parziale vede davanti la squadra a stelle e strisce ma di poco, solo 6 il margine sugli avversari (39-33).
    La musica cambia però nella ripresa: gli Usa tornano dagli spogliatoi con maggiori motivazioni e lasciano appena 24 punti agli avversari in due quarti, costringendoli a tirare con un misero 27.8% totale dal campo. Eric Gordon inizia l’ultimo parziale con 8 punti consecutivi, e gli americani sforano presto quota +30 (78-47 a 7 minuti e 13 secondi dalla sirena finale, firmato Kevin Love, altra ottima prestazione per il lungo di Minnesota). Il risultato viene chiuso in cassaforte e la partita si trascina fino alla fine. Gli “States” terminano imbattuti il girone B, come era nei pronostici. Ma non è stato tutto rose e fiori dato che il Brasile nella terza giornata ha messo in mostra i limiti di questa squadra.

    GRUPPO B

    USA: E. GORDON (21 pts), A. IGUODALA (6 rbs), R. GAY (2 ast)
    Tunisia: M. KECHRID (15 pts), S. MEJRI (8 rbs), N. DHIFALLAH (2 ast)

  • Mondiali di basket Turchia 2010: Stati Uniti a valanga contro l’Iran

    Mondiali di basket Turchia 2010: Stati Uniti a valanga contro l’Iran

    E’ stato a dir poco un massacro quello degli Stati Uniti nel match contro l’Iran nella quarta giornata dei campionati del Mondo in corso di svolgimento in Turchia. Un 88-51 senza repliche e ben 37 punti di scarto che fanno sempre comodo.Oltre all’evento sportivo la partita era molto sentita per le ovvie questioni politiche tra i 2 Paesi.

    Ne esce fuori quindi un match noioso, con gli States che scendono in campo sapendo che gli asiatici non possono impensierirli, più che altro gli “States” mirano a prevenire infortuni ed affaticamenti in vista di gare più importanti come gli scontri ad eliminazione diretta. Il primo quarto è fin troppo scialbo, con gli U.S.A. estremamente lenti e contratti in attacco: nello scarso spettacolo iniziale, l’Iran tocca addirittura un fugace sorpasso sul 5-3 con una tripla di Kamrany, e tiene testa sfruttando la superiorità fisica di Haddadi su Lamar Odom. Il primo allungo della formazione a stelle e strisce arriva nel secondo quarto con l’ingresso delle seconde linee e di Kevin Love, subito protagonista con 9 punti (13 alla fine per l’ ala dei Minnesota T-Wolves) nel parziale che porta gli “States” sulla doppia cifra di vantaggio all’intervallo (42-28).

    Il colpo definitivo al match arriva all’inizio del terzo quarto, quando, con tre azioni difensive consecutive che portano ad altrettante palle perse degli avversari, i campioni olimpici prendono il largo con un 8-0 fulmineo (50-28): da lì in poi, gli uomini di “coach K” amministrano con un lunghissimo garbage-time, con qualche azione spettacolare per il pubblico presente, qualche volo sopra il ferro in contropiede e qualche invenzione personale di un Haddadi che predica nel deserto (19 punti, ma 7/22 al tiro, con 6 rimbalzi) e di Arsalan Kazemi, giovanissimo prospetto classe 1990 (14 punti, 4 rimbalzi e 5 recuperi). Per gli Stati Uniti, che fanno girare ampiamente le rotazioni sul parquet, ce ne sono (oltre ai 13 del già citato Love) 12 di Kevin Durant, 11 di Rose e 10 del redivivo Granger.

    U.S.A. ormai matematicamente primi nel girone, il prossimo impegno sarà con la Tunisia e si potrà badare a preservare gli uomini in vista degli ottavi di finale, vale a dire per le gare che contano.

    GRUPPO B

    IRAN-STATI UNITI 51-88

    Iran: H. HADDADI (19 pts), H. HADDADI (5 rbs), A. DAVOUDI (2 ast)
    USA: K. LOVE (13 pts), T. CHANDLER (7 rbs), S. CURRY (5 ast)

  • Mondiali di basket Turchia 2010: L’analisi delle squadre

    Mondiali di basket Turchia 2010: L’analisi delle squadre

    Oggi inizia in Turchia la 16esima edizione dei Campionati Mondiali di basket.

    Ai nastri di partenza si presenteranno 24 nazionali che, chi più, chi meno, hanno tutte l’ambizione di issarsi sul tetto del Mondo e dimostrare di essere la squadra più forte.

    Ecco l’analisi dei 24 team partecipanti a questa edizione:

    Gruppo A (Kayseri)

    ANGOLA: Uno degli stati guida del movimento africano della pallacanestro, ma ancora troppo poco livello di talento in squadra per sperare di passare il primo turno. Neanche la loro fisicità potrà fare miracoli.

    ARGENTINA: I sudamericani dovrebbero giocarsi con la Serbia il primato nel girone A; la squadra è molto solida ed esperta, forte dei 3 giocatori NBA nel roster: con Carlos Delfino (reduce da una stagione quasi perfetta nel suo ruolo a Milwaukee) Scola degli Houston Rockets e Oberto, con la regia di Prigioni e l’apporto di Kammerichs si potrebbe pure puntare al podio, ma sarà dura senza l’apporto del leader e anima della squadra Manu Ginobili e senza l’eclettico Andres Nocioni fuori in extremis per un infortunio alla caviglia.

    AUSTRALIA: I canguri crescono edizione dopo edizione e anche questa volta avranno voglia di fare un passo in avanti; le stelle saranno David Andersen che gioca nei Toronto raptors e Patrick Mills dei Portland Trail Blazers, ma dietro di loro il movimento cresce: ci sono infatti ben 8 giocatori “europei” più 2 NCAA che comunque non sono stati convocati (uno dalle chiare origine italiane, Dallavedova, classe 1990, che gioca a St.Mary’s), e potrebbero garantire quantomeno il passaggio del turno.

    GERMANIA: Non ci sarà Dirk Nowitzki stella dei Dallas Mavericks e nemmeno il naturalizzato Kaman, e così la Germania dovrà affidarsi per il passaggio del primo turno all’americano Greene e ad una serie di giocatori normali dalla buona esperienza europea, difficile sperare in qualcosa di più; tutto da vedere il giovane Elias Harris, classe 1989, che gioca a Gonzaga in NCAA. Sotto canestro possibile rivelazione il neo draftato dai Thunder (ma lasciato ancora un anno in Europa), il centro Tibor Pleiss, anche lui classe 1989. Passaggio del turno assicurato ma poi la corsa si fermerà presto

    GIORDANIA: Guidata dal coach portoghese Mario Palma, esperto di manifestazioni internazionali, la Giordania dovrebbe lottare con Angola per evitare l’ultimo posto nel girone. Squadra povera senza speranze per il prosieguo del torneo.

    SERBIA: Come al solito sarà una squadra giovane e piena di talento quella serba! Difficile capire dove potranno arrivare i ragazzi di coach Ivkovic, se sapranno evitare i black out che troppo spesso li bloccano nelle partite importanti. Se li eviteranno il podio potrebbe non essere una chimera; dopo la rissa dell’amichevole con la Grecia staranno fermi per 3 turni Nenad Krstic, centro degli Oklahoma City Thunder, e per 2 Milos Teodosic, guardia dell’Olympiakos, 2 delle stelle della formazione serba, ma Perovic e soci non dovrebbero soffrire troppo nel girone. I 2 squalificati quindi avranno tempo per mettersi in luce nelle sfide ad eliminazione diretta.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 ARG, 2 SER, 3 GER, 4 AUS, 5 ANG, 6 GIO

    Gruppo B (Istanbul)

    BRASILE: L’eterno coach argentino Ruben Magnano, oro con l’albiceleste alle olimpiadi 2004 contro l’Italia, guiderà un Brasile dall’età media elevata e dalla buona esperienza internazionale. Certamente questo è il gruppo di USA, Croazia e Slovenia quindi bisognerà fare sul serio fin dall’inizio, ma le prime 2 partite contro Iran e Tunisia dovrebbero dare fiducia ai verdeoro che potranno contare su 3 star NBA, Barbosa, Varejao (con ottima esperienza tra i professionisti americani), e Splitter (neoaquisto degli Spurs ma con grandi trascorsi europei a Vitoria), oltre che sui veterani Giovannoni, Alex Garcia, Huertas e Machado; Pesa l’assenza del centro Hilario Nenè, per guai al ginocchio, ma anche senza il pivot dei Denver Nuggets il passaggio del turno dovrebbe essere assicurato, e battendo una tra Slovenia e Croazia si potrebbe sognare qualcosa in più del probabile quarto posto nel girone B.

    CROAZIA: Tipica squadra slava dotata di grande talento e poca testa, le stella saranno Planinic, mai completamente esploso al CSKA Mosca, Ukic, che ha dovuto ripiegare in Turchia dopo una deludente esperienza NBA a Toronto, e Ante Tomic, gigante del Real Madrid di Messina che avrà finalmente l’occasione per dimostrare di essere un campione. Con Slovenia e Brasile si giocheranno i piazzamenti migliori dietro Gli U.S.A.

    IRAN: Il movimento cestistico iraniano cresce: prova ne è il gigante di 218 centimetri dei Memphis Grizzlies, Hamed Haddadi. Il livello comunque è ancora molto basso ma il futuro potrebbe essere roseo; Attesa per vedere il classe 1990 Arsalan Kazemi, ala appena reclutata dalla Rice University in NCAA, mentre tutti gli altri giocano in patria.

    TUNISIA: Dovrebbero concludere il girone all’ultimo posto alle spalle dell’Iran. Squadra senza grosse possibilità ed ambizioni, è già un successo che sia arrivata all’appuntamento finale riuscendo a passare le qualificazioni.

    SLOVENIA: Lotterà con la Croazia per il secondo posto del girone (ma attenzione al Brasile), coach Becirovic ha messo insieme un roster assortito, pieno di lottatori e di ragazzi dotati di grande tecnica; dovrebbe essere il mondiale della consacrazione per Goran Dragic, riserva di Steve Nash ai Phoenix Suns e reduce da una stagione veramente ottima, poi ci sarà il figlio del coach, Sani Becirovic, l’altro NBA Primoz Brezec sotto canestro, Lakovic e Nachbar (ex New Jersey Nets con ottimi risultati nella NBA), e potrebbero chiudere il girone alle spalle degli USA. Peccato per l’assenza di Beno Udrih che avrebbe reso la Slovenia fortissima nel ruolo di playmaker, potendo contare tra lui e Dragic.

    U.S.A.: Nonostante abbia ottenuto 12 rifiuti da tutti i 12 campioni olimpici di Pechino, coach Krzyzewski è riuscito a costruire tra tanti problemi una squadra che merita, comunque, ed in fin dei conti, i favori del pronostico nonostante l’età media giovanissima e nonostante manchi qualche giocatore di talento sotto canestro. In fondo Krzyzewski a Duke è abituato a lavorare con i gioavnissimi, poi avrà il supporto di Mike D’Antoni (New York Knicks) e Nate McMillan (Portland Trail Blazers) e, cosa scontata, il talento di team U.S.A., che comunque non è un Dream Team come negli anni passati ma potrà disporre di un buon livello di talento. Tutto poggerà sulle spalle del fenomenale Kevin Durant, secondo solo a LeBron James nella classifica dell’M.V.P. di quest’anno in NBA che è chiamato alla definitiva consacrazione dopo i 3 anni incredibili nella Lega. A soli 21 anni è diventato il più giovane miglior marcatore della storia della NBA e di questo passo anche i vari Kobe, Dwyane e LeBron dovranno fare i conti con la sua presenza che già risulta ingombrante e molto splendente. Inoltre ci saranno 3 stelle di prima grandezza e ormai affermate in NBA come Iguodala, Granger e Gay, 2 solidi veterani del calibro di Billups e Odom, la favolosa classe 1988 (che comprende anche Durant), che annovera Curry, Gordon, Love, Rose e Westbrook. Leggerini e poco talentuosi nel ruolo di centro, dovrebbero sopperire con il favoloso back-court e grazie al talento del numero 35 dei Thunder potrebbero vincere il loro primo campionato del mondo.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 U.S.A., 2 SLO, 3 CRO, 4 BRA, 5 IRA, 6 TUN

    Gruppo C (Ankara)

    CINA: Senza Yao Ming, che ha ripreso a lavorare da poco dopo 14 mesi di inattività per la frattura del piede, la stella sarà Yi dei Washington Wizards e purtroppo per gli asiatici non dovrebbe bastare a superare il primo turno. A meno di clamorosi harakiri di Porto Rico in primis e di Russia subito dopo.

    COSTA D’AVORIO: Dovrebbe chiudere il girone in ultima posizione.

    GRECIA: Per tornare sul podio mondiale la Grecia si affida ad un coach lituano, Jonas Kazlaukas, e ad un gruppo di giocatori consolidato che si conosce oramai da molti anni, formato da due blocchi “granitici” di Panathinaikos e Olympiakos; proprio l’esperienza dovrebbe essere l’arma in più di Diamantidis, Spanoulis e compagni; a causa della rissa con la Serbia, nell’amichevole giocata prima di questi Mondiali Fotsis e “BabyShaq” Schortsanitis salteranno le sfide con Cina e Porto Rico ma non dovrebbero esserci grossi problemi per il team greco, visto che la candidatura ad una medaglia è forte.

    RUSSIA: La Russia di David Blatt è un gruppo unico ed unito di giocatori che militano quasi tutti nel campionato di casa soprattutto nell’armata rossa del CSKA, con l’aggiunta di Mozgov neoaqusto dei Knicks di Mike D’Antoni; difficile dire dove possa arrivare la nazionale russa, la classe c’è, forse manca un po’ d’esperienza, in questo caso il vecchietto Holden sarebbe tornato molto utile. Peserà anche l’assenza di A.K. 47 ovvero Andrei Kirilenko, vero leader di questa squadra.

    PORTO RICO: Molti addetti ai lavori la classificano come la vera mina vagante del torneo, una squadra dotata di un talento eccezionale e con una serie di giocatori al top della forma, oltre che con un mix di giovani e anziani perfetto; la regia con J.J. Barea (che ha tenuto a lungo seduto in panchina Kidd a Dallas per minuti di riposo importanti), e Carlos Arroyo, play dei super Miami Heat, è una delle migliori del campionato, l’esplosività di Guillermo Diaz e dell’altro NBA Balkman (Denver Nuggets), oltre alla forza sotto canestro del veterano Santiago e dei 220cm di Ramos dovrebbero consentire a Porto Rico di passare agilmente il girone e poi di vagare “impazzito” per il tabellone ad eliminazione diretta.

    TURCHIA: I padroni di casa guidati da coach Tanjevic hanno preparato l’evento casalingo con cura maniacale e si presentarnno all’esordio contro la Costa D’Avorio al top della condizione; Turkoglu, reduce da una stagione deludente a Toronto (e passato recentemente a Phoenix), guiderà la Turchia insieme agli altri 3 giocatori NBA Ersan Ilyasova (Milwaukee), Erdem (Boston) e Asik (Chicago), con il resto del roster completato da gente di grande esperienza come Tunceri e Gonlum e talenti rtitrovati come Akyol; l’obiettivo di Tanjevic è il podio, con la spinta del pubblico potrebbe farcela. L’assenza di Okur priva i turchi di un grande punto di riferimento ma giocare in casa potrebbe dare la spinta in più per arrivare a grandi traguardi.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 TUR, 2 GRE, 3 POR, 4 RUS, 5 CIN, 6 CAV

    Gruppo D (Izmir)

    CANADA: 2 nomi NBA a roster, Joel Anthony (nessuna parentela con il ben più noto Carmelo) e Rautins, 2 giovani NCAA, con il classe 1991 Olynyk molto interessante, qualche “giocatore europeo” ma poco talento, potrebbe giocarsi il quarto posto con la Nuova Zelanda se le cose andranno per il verso giusto.

    FRANCIA: Non è certamente la migliore Francia che coach Collett poteva avere tra le mani per un mondiale, ma le presenze di Diaw (Charlotte Bobcats) e Batum (Portland Trail Blazers), prospetto dalle potenzialità impressionanti, bastano per garantire una squadra d’assalto; anche Ian Mahimni (Dallas) gioca in NBA, poi ci saranno De Colo, Florent Pietrus e Ali Traore a supportare le stelle, per passare il turno basterà, per andare oltre sarà molto difficile. Con Tony Parker Joakim Noah, Mickael Pietrus e RonnyTuriaf (i grandi assenti) si sarebbe potuto puntare in alto.

    LIBANO: Molto probabilmente perderanno tutte le partite, ma il loro successo è essere presenti e partecipare alla Manifestazione Mondiale.

    LITUANIA: Anche quì mancheranno le stelle vere, i vari Maciulis, Javtokas, Kleiza (punta di diamante della squadra dell’est ma non basterà per andare lontano) e Kalneitis basteranno per superare il primo turno, non certo per puntare alle medaglie.

    NUOVA ZELANDA: Dovrebbe battere il Libano e giocarsi il quarto posto con il Canada. Di più non potrà fare!

    SPAGNA: I campioni in carica guidati dall’unico italiano presente al mondiale turco, coach Sergio Scariolo, dovranno fare a meno di Pau Gasol stella dal talento spaventoso dei Los Angeles Lakers bi-campioni NBA, ma vanno comunque considerati la prima alternativa agli U.S.A.; i 2 NBA Rudy Fernandez (Portland) e Marc Gasol (Memphis), fratellino minore del più noto Pau, guideranno uno squadrone che può contare sul blocco Barcellona fresco campione d’Europa con la presenza di Navarro, Rubio e Vasquez e sul blocco Real Madrid formato da Garabjosa, Sergio Lull e Reyes, oltre che su San Emeterio, tiratore mortifero che potrebbe anche esaltarsi in questo mondiale.

    Possibile classifica alla fine del girone 1 SPA, 2 LIT, 3 FRA, 4 CAN, 5 NZL, 6 LIB

  • NBA: Anche David Lee abbandona il team U.S.A.

    Anche David Lee, fresco acquisto dei Golden State Warriors, dovrà rinunciare ai campionati del mondo in Turchia che si svolgeranno a settembre.
    L’ala grande dei Warriors si è infatti slogato il dito medio della mano destra in una sessione di allenamento, non avrà bisogno di un intervento chirurgico, ma necessita di un recupero che coprirà circa 6 settimane.

    Altra grande amarezza quindi, dopo quella per l’allontanamento forzato di Amar’è Stoudemire avvenuta proprio ieri per via di problemi insorti con la polizza assicurativa del nuovo centro dei New York Knicks.
    Dispiaciuto il giocatore per la grande occasione persa, dispiaciuto lo staff tecnico che deve rinunciare ancora una volta ad un giocatore di valore sotto i tabelloni. Ed il buco in quel settore ora inizia a farsi preoccupante, viste le defezioni di Robin Lopez, Amar’è Stoudemire e David Lee. Praticamente sono rimasti i soli Brook Lopez (fratello di Robin) e Kevin Love.

    Ancora non è stato comunicato un eventuale sostituto, questa comunque la lista dei giocatori che stanno lavorando nel training camp del team U.S.A.

    playmaker: Rajon Rondo (Boston Celtics), Derrick Rose (Chicago Bulls), Stephen Curry (Golden State Warriors), Chauncey Billups (Denver Nuggets), Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder)

    guardie: O.J. Mayo (Memphis Grizzlies), Eric Gordon (Los Angeles Clippers), Tyreke Evans(Sacramento Kings)

    ali piccole: Kevin Durant (Oklahoma City Thunder), Rudy Gay (Memphis Grizzlies), Danny Granger (Indiana Pacers), Andre Iguodala (Philadelphia 76ers), Gerald Wallace (Charlotte Bobcats)

    ali grandi: Jeff Green (Oklahoma City Thunder), Lamar Odom (Los Angeles Lakers), David Lee(Golden State Warriors)

    centri: Amar’è Stoudemire (New York Knicks), Robin Lopez (Phoenix Suns), Brook Lopez (New Jersey Nets), Tyson Chandler (Dallas Mavericks), Kevin Love (Minnesota Timberwolves)

    nota: David Lee, Amar’è Stoudemire e Robin Lopez fuori per infortunio. Javalee McGee sostituisce Stoudemire.

  • NBA: Ecco i nomi per il team U.S.A. in vista del Mondiale

    Sono stati resi noti i nomi dei 21 atleti che parteciperanno al training camp della nazionale degli Stati Uniti d’America, dai quali poi usciranno i 12 giocatori che rappresenteranno il Paese nei Mondiali di Turchia a settembre.

    Da premettere che il “Dream Team” degli anni passati non ci sarà viste le defezioni dei vari Kobe Bryant, Dwyane Wade, LeBron James, Chris Bosh, Dwight Howard, Carlos Boozer, Carmelo Anthony, Chris Paul, Deron Williams che per motivi personali hanno deciso di declinare l’invito di coach Mike Krzyzewski e che quindi non saranno disponibili per i Mondiali.
    Si tratterà di una selezione nuova, fatta di ottimi giocatori (che potranno fare bene durante la manifestazione), ma non parliamo di superstar quali quelle appena elencate.
    Tutto ruoterà attorno al talento senza fine di Kevin Durant, unico atleta che può essere paragonato ai precedenti. Il numero 35 degli Oklahoma City Thunder sta bruciando tutte le tappe e i suoi miglioramenti sono sotto gli occhi di tutti: a soli 21 anni è stato il più giovane vincitore della classifica marcatori, il suo status di campione è ormai dichiarato da tutti gli addetti ai lavori della NBA ed il prossimo anno sarà chiamato a portare la sua squadra verso traguardi importanti.
    Al suo fianco ci sono ottimi giocatori come Rajon Rondo (che finalmente non ha rifiutato la chiamata della Nazionale), Derrick Rose, talento dei Chicago Bulls, Tyreke Evans (in rampa di lancio dopo aver vinto il titolo di matricola dell’anno lo scorso anno con i Kings e primo atleta del dopo Michael Jordan a chiudere con oltre 20 punti, 5 rimbalzi e 5 assist di media a partita al primo anno da rookie, dopo ovviamente “Sua Maestà”), atleti dal fisico esplosivo come Rudy Gay e Gerald Wallace e poi i compagni di Durant ad OKC ovvero Russell Westbrook e Jeff Green. Forse manca qualcosa sotto canestro, nel ruolo di centro, dove il solo Stoudemire non potrà giocare tutti i 48 minuti delle partite (anche se il suo fisico ed il suo talento potrebbero anche permetterglielo), ma si potrà ovviare con il giusto spirito di sacrificio.
    Insomma, gruppo sul quale si deve lavorare ma che può dare soddisfazioni viso che è molto bene amalgamato. Con la certezza di Kevin Durant…

    I 21 convocati del team U.S.A.

    playmaker: Rajon Rondo (Boston Celtics), Derrick Rose (Chicago Bulls), Stephen Curry (Golden State Warriors), Chauncey Billups (Denver Nuggets), Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder)

    guardie: O.J. Mayo (Memphis Grizzlies), Eric Gordon (Los Angeles Clippers), Tyreke Evans (Sacramento Kings)

    ali piccole: Kevin Durant (Oklahoma City Thunder), Rudy Gay (Memphis Grizzlies), Danny Granger (Indiana Pacers), Andre Iguodala (Philadelphia 76ers), Gerald Wallace (Charlotte Bobcats)

    ali grandi: Jeff Green (Oklahoma City Thunder), Lamar Odom (Los Angeles Lakers), David Lee (Golden State Warriors)

    centri: Amar’è Stoudemire (New York Knicks), Robin Lopez (Phoenix Suns), Brook Lopez (New Jersey Nets), Tyson Chandler (Dallas Mavericks), Kevin Love (Minnesota Timberwolves)

  • NBA: Rudy Gay verso i Minnesota T-Wolves

    I Minnesota Timberwolves sono a caccia di campioni per rinforzare la squadra nel prossimo campionato.
    I T-Wolves sono reduci da una stagione disastrosa chiusa al penultimo posto nella NBA davanti ai soli New Jersey Nets e l’insoddisfazione dei tifosi che va crescendo con il passare dei giorni, che non vedono un progetto chiaro nelle operazioni dirigenziali, sta attivando sul mercato il management della franchigia per riuscire almeno a migliorare il pessimo record dell’ultima annata (solo 15 vittorie contro le 67 sconfitte totalizzate).
    Minnesota è stata abbastanza sfortunata alla Draft Lottery dove partiva in seconda posizione visto il piazzamento stagionale ma dopo l’estrazione delle squadre avrà il diritto di scegliere il rookie per il prossimo anno solo come quarta squadra, superata da Washington Wizards, philadelphia 76ers e ovviamente New Jersey Nets.
    L’obiettivo era quello di poter scegliere Evan Turner per coprire il buco nel ruolo di ala piccola e Turner in quella posizione potrebbe diventare uno dei migliori giocatori nel giro di pochi anni, anche perchè eccelle in ogni categoria: non solo punti ma anche tanti rimbalzi e molti assist, fisico notevole anche per difendere contro atleti più alti e grossi come stazza, insomma un sicuro talento, ma il risultato della Lottery ha probabilmente fatto svanire il sogno di poterlo selezionare.
    Ecco perchè si sta cercando sul mercato un campione proprio in quel ruolo per poter ridare competitività alla squadra: gli occhi sono tutti puntati su Rudy Gay, giovane talentino dei Memphis Grizzlies (23 anni) che ancora non ha trovato un accordo per il rinnovo di contratto con la franchigia del Tennessee.
    Reduce dalla sua miglior stagione con 19.6 punti, 5.90 rimbalzi e 1.9 assist, il prodotto di Connecticut University sarà impegnato quest’estate al training camp del Team U.S.A. dove rinunce illustri come quella di Kobe Bryant potrebbero addirittura consentire a Gay di prendere parte alla spedizione a stelle e strisce che disputerà i Mondiali di basket in Turchia.
    Ma il mercato chiama e negli ultimi giorni i Minnesota Timberwolves avrebbero messo giù le basi per aggiudicarsi il talento numero 22. A riportare la notizia è stato il “Memphis Commercial Appeal”, il giocatore preferisce pensare al training camp dichiarando:

    • Non sto combattendo nessuno (riferito al rapporto con i Grizzlies, ndr), ora voglio solo pensare al training camp con il Team U.S.A. Voglio prendermi il mio tempo

    Di un altro avviso è stato il G.M. dei Grizzlies Michael Heisley che continua a smentire le voci che danno il suo gioiello lontano dal Tennessee, ribadendo che Rudy Gay resterà un “Grizzly” anche nella prossima stagione.
    Minnesota dal canto suo, con l’eventuale aggiunta di Gay, potrebbe mettere su una squadra veramente interessante e sicuramente migliore di quella passata. Alvin Jefferson sotto i tabelloni e in regia l’ottimo Jonny Flynn, Kevin Love che cresce di partita in partita come ala grande e Corey Brewer che finalmente, al terzo anno, ha dimostrato tantissimi progressi nel ruolo di guardia tiratrice. Ecco che l’aggiunta di Gay (che non è stato soddisfatto dalla prima offerta di rinnovo fatta pervenire dalla sua attuale squadra, i Grizzlies) darebbe sostanza e talento ad una squadra che proverà ad uscire dal limbo dell’anonimato.
    Resta solo da aspettare per capire la volontà del giocatore che in ogni caso vorrà monetizzare al massimo i ricavi del suo prossimo contratto.