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  • Follia di Rajon Rondo su Kris Humpries nella notte NBA

    Follia di Rajon Rondo su Kris Humpries nella notte NBA

    Al Garden di Boston vincono i Brooklyn Nets ma la serata è segnata dalla reazione puramente folle di Rajon Rondo: sul finire del secondo quarto Kevin Garnett, nel tentativo di andare a canestro, ha impattato contro Humpries e finito a terra ha scatenato la reazione del playmaker biancoverde che ha spintonato duramente il lungo difensore dei Nets, il quale ha reagito senza troppi complimenti all’affronto. Ne è nato un parapiglia generale tra giocatori, arbitri e stewards, entrati in campo per sedare la zuffa, in cui proprio i due protagonisti sono stati espulsi insieme a Gerald Wallace, ma la reazione di Rondo è stata a dir poco sconcertante; in effetti Humpries ha nettamente commesso un fallo su Garnett, ma non tale da scatenare una reazione del genere, quasi surreale per il pubblico del Garden, incredulo per quanto accaduto. L’espulsione del numero 9 dei Celtics ha compromesso inoltre la gara di Boston, già sotto di 13 punti all’intervallo, che non è riuscita più ad impensierire i Nets i quali hanno amministrato agevolmente il vantaggio accumulato per ottenere così la loro decima vittoria in stagione su un campo tutt’altro che facile.

    Perde malamente Toronto sul campo dei Memphis Grizzlies, con Andrea Bargnani rimasto precauzionalmente a riposo dopo il dolore accusato alla caviglia nella sfida contro gli Houston Rockets. I Raptors vanno a riposo con un solo punto di vantaggio, ma nella ripresa la gara assume tutt’altra piega, con la squadra del Tennessee che limita i canadesi ad un 31% dal campo trascinata dalle giocate dei suoi lunghi (ottime le prestazioni di Gay, Randolph e Marc Gasol) e dalla sorpresa di serata Marreese Speights, autore di 18 punti e 12 rimbalzi, ma soprattutto top scorer dei suoi. Toronto non oppone resistenza e colleziona la 13esima sconfitta in 16 gare disputate: anche quest’anno i playoff restano un miraggio, ma stavolta Bargnani potrebbe cambiare aria.

    Lite Rajon Ronda e Kris Humpries
    Lite Rajon Ronda e Kris Humpries | © Jared Wickerham/Getty Images

    Grandiosa prestazione dei Chicago Bulls contro i Dallas Mavericks: la squadra di Marco Belinelli schianta i texani con un secco 101-78, riscattandosi dopo prestazioni deludenti e lanciando un chiaro messaggio alle rivali in chiave playoff. L’ex Fortitudo Bologna ha collezionato 16 minuti mettendo a segno 11 punti, importanti per la squadra ma soprattutto per il morale della guardia azzurra dopo l’esclusione nel match contro i Bucks perso sul filo del rasoio sempre allo United Center. Beli c’è e fa sentire la sua presenza in fase realizzativa ma anche in quella difensiva, giocando con una grande aggressività che ha impedito più volte agli avversari di trovare il giusto varco per andare a segno. La ripresa è solo ordinaria amministrazione per i “tori”, guidati da Luol Deng, 22 punti per lui, da Noah (doppia doppia) e Nate Robinson; Dallas chiude con un pessimo 28/81 dal campo in una serata da dimenticare dove è il solo Shawn Marion a salvarsi con i suoi 18 punti frutto di un 7/11 dal campo.

    James Harden ritorna ad Oklahoma per la prima volta dopo la trade che lo ha portato a Houston giocando una partita sottotono e tenuto a bada dalla difesa dei Thunder, brava a limitare la sua pericolosità offensiva. The Beard firma 17 punti tra cui 9 dalla lunetta, ma viene stoppato per ben sei volte dagli ex compagni che giocano un match spumeggiante e aggressivo. capitanati dalle prodezze dell’immenso Kevin Durant, autore di 37 punti, e dalla superlativa prestazione di Serge Ibaka che oltre ai 23 punti segnati ha messo a referto 9 rimbalzi e 6 stoppate. I ragazzi di Scott Brooks tengono a bada i Rockets per tutto l’arco del match, mantenendo sempre la doppia cifra di vantaggio per poi affondare il colpo nell’ultimo periodo, infliggendo una pesante sconfitta alla squadra texana nonostante l’ottimo Patterson (27 punti) e la doppia doppia di Omer Asik, autore di 17 punti e 12 rimbalzi.

    Questo il video della lite tra Rajon Rondo e Kris Humpries

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    Risultati NBA 28 Novembre 2012

    Washington Wizards – Portland Trail Blazers 84-82
    Was: Crawford 19, Ariza 14, Seraphin 10
    Por:  Lillard 20, Batum 20, Aldridge 17

    Orlando Magic – San Antonio Spurs 89-110
    Orl: Afflalo 16, Nelson 14, Davis 12
    Sas: Ginobili 20, Neal 19, Duncan 15

    Boston Celtics – Brooklyn Nets 83-95
    Bos: Bass 16, Garnett 16, Pierce 14
    Bro: Johnson 18, Blatche 17, Stackhouse 17

    Atlanta Hawks – Charlotte Bobcats 94-91
    Atl: Smith 17, Horford 17, Williams 17
    Cha: Gordon 26, Session 18, Walker 15

    Detroit Pistons – Phoenix Suns 117-77
    Det: Villanueva 19, Knight 19, Stuckey 18
    Phx: Scola 11, Dragic 10, Morris 10

    Chicago Bulls – Dallas Mavericks 101-78
    Chi: Deng 22, Robinson 14, Noah 13, Butler 13
    Dal: Marion 18, Kaman 10, Do.Jones 10, Carter 10

    Milwaukee Bucks – New York Knicks 88-102
    Mil: Udrih 18, Jennings 18, Ellis 17
    NY: Anthony 29, Novak 19, Chandler 17

    Memphis Grizzlies – Toronto Raptors 103-82
    Mem: Speights 18, Randolph 17, Gasol 17
    Tor: De Rozan 16, Lowry 12, Calderon 12

    New Orleans Hornets – Utah Jazz 84-96
    NO: Lopez 18, Vasquez 18, Roberts 11
    Uta: Jefferson 19, Millsap 16, Ma.Williams 16

    Oklahoma City Thunder – Houston Rockets 120-98
    Okc: Durant 37, Ibaka 23, Martin 17
    Hou: Patterson 27, Parsons 18, Harden 17, Asik 17

    Los Angeles Clippers – Minnesota Timberwolves 101-95
    Cli: Paul 23, Griffin 18, Jordan 15
    Min: Love 19, Shved 17, Ridnour 13

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  • NBA, il Fenerbahce di Pianigiani stoppa i Boston Celtics

    NBA, il Fenerbahce di Pianigiani stoppa i Boston Celtics

    E’ partita la stagione NBA: nella prima gara di preseason, valida tra l’altro per il Tour Europeo che la Lega americana di pallacanestro promuove ormai da qualche anno, il Fenerbahce del neo coach Simone Pianigiani a sorpresa batte i Boston Celtics di Kevin Garnett, Paul Pierce e Rajon Rondo per 97-91. Un successo meritato quello della formazione turca, capace di guidare con autorità la gara dall’inizio fino alla fine. Ed i tifosi gialloblu già sognano la conquista dell’Eurolega, con Simone Pianigiani che si è confermato, alla guida della squadra, come uno dei migliori tecnici del momento.

    Decisivi per il risultato finale 2 giocatori che Pianigiani conosce molto bene e che ha voluto ad ogni costo anche in Turchia dopo averli allenati alla Montepaschi Siena. Stiamo parlando di Romain Sato (acquistato dal Panathinaikos in coppia con il lungo Batiste) e di Bo McCalebb (giunto al Fenerbahce dai toscani assieme al centro David Andersen). Il lavoro del tecnico italiano già inizia a dare i suoi frutti e grazie al sontuoso budget messo a disposizione dalla società turca per il mercato, il Fenerbahce si presenta come una delle squadre protagoniste per la nuova stagione.

    Si tratta della settima sconfitta di una franchigia NBA nelle 4 edizioni dell’Europe Live Tour, mentre il C.T. azzurro è il secondo allenatore italiano a battere una squadra NBA dopo il successo del 2006 di Ettore Messina alla guida del CSKA Mosca contro i Los Angeles Clippers.

    C’è da dire che i Celtics hanno giocato per la maggior parte del match con la formazione di riserva ma ciò non toglie nessun merito al team turco capace di imbrigliare gli avversari e colpire rapidamente in contropiede.

    Il match è condotto quasi sempre dal Fenerbahce, in vantaggio sempre sulla doppia cifra. Gli uomini di Pianigiani controllano bene e solo nel finale rischiano di essere ripresi quando un incontenibile Jeff Green (ottimo il suo rientro dopo un anno di stop per risolvere i suoi problemi cardiaci) guida i Celtics sul -3 (94-91 a poco più di un minuto dalla sirena). A spegnere la rimonta biancoverde è la tripla del solito Sato che segna il 97-91 dal quale gli ospiti non si rialzano più.

    Kevin Garnett, Boston Celtics | © Christopher Pasatieri/Getty Images

    Sato è il top scorer del match con 24 punti con 8/14 dal campo di cui 4/4 dai 7 metri e 20 della distanza NBA). A ruota segue l’M.V.P. del match Bo McCalebb incontenibile con le sue taglienti incursioni (9/14 dal campo e 5 assist per 21 punti totali). Per i Celtics solo una comparsata iniziale per Kevin Garnett (6 punti in 15 minuti) e pochi spunti per Paul Pierce (8 con 3/9 dal campo in 26 minuti); tra le stelle della squadra di Doc Rivers impatto da protagonista per il solo Rajon Rondo (13 più 9 assist), ottimo l’impatto di Jeff Green (16 punti con 7/9 dal campo) e del rookie Jared Sullinger (16 punti e 8 rimbalzi in 26 minuti sul parquet).

    La preseason NBA prosegue oggi con 4 match in programma: alle 20 i Dallas Mavericks sfidano l’Alba Berlino in Germania mentre alle 2 di notte, negli States, i Memphis Grizzlies ospitano il Real Madrid e i San Antonio Spurs la nostra Montepaschi Siena. Match di contorno sarà invece quello tra Danilo Gallinari ed i suoi Nuggets che sfideranno i Clippers. Domenica pomeriggio (ore 18) i Celtics invece giocheranno a Milano contro la nostra Emporio Armani.

  • NBA, Garnett resta ai Celtics. Griffin rinnova con i Clippers

    NBA, Garnett resta ai Celtics. Griffin rinnova con i Clippers

    Si è aperto ufficialmente il mercato NBA, e subito ci sono state le prime mosse delle squadre in vista della nuova stagione. I protagonisti di questa prima giornata sono stati i Boston Celtics ed i Los Angeles Clippers mentre rumors importanti arrivano da Toronto e  da Dwight Howard.

    Andiamo con ordine: la prima notizia giunge da Boston dove il general manager Danny Ainge e l’ala grande Kevin Garnett hanno trovato l’accordo per la prosecuzione del rapporto. Garnett rimarrà un Celtics per i prossimi 3 anni e percepirà un compenso totale di 34 milioni di dollari (poco più di 11 milioni a stagione). L’ex Minnesota Timberwolves diventa così il giocatore più pagato nella storia dell’intera NBA con 322 milioni di dollari complessivi in carriera e supera il precedente primato di Shaquille O’Neal fermo a quota 293. Garnett, 36 anni, è stato l’uomo in più dei Celtics negli ultimi playoff giocati ad una media di 19.2 punti e 10.3 rimbalzi ma la corsa di Boston si è interrotta nella Finale di Eastern Conference al cospetto dei futuri campioni dei Miami Heat.

    Sempre in Massachusetts si sta pensando di rinnovare il contratto a Ray Allen (corteggiato da Miami e Phoenix), mentre c’è ottimismo sulla situazione di Jeff Green. Ainge punta a formare un team con il giusto mix di giovani e “vecchi” dove i veterani potranno dare una mano ai più giovani a diventare le stelle del futuro dei biancoverdi: Rondo, Bradley, Green ed i 2 rookie Sullinger e Melo saranno le colonne portanti dei Celtics nei prossimi anni.

    Blake Griffin rinnova il contratto con i Los Angeles Clippers in scadenza nel 2013: il lungo resterà in California fino al 2018 per un compenso di 95 milioni di dollari. Estensione offerta anche all’altra Star della squadra, ovvero Chris Paul (20 milioni dollari a stagione per 3 anni) ma il playmaker più forte della Lega ha preso qualche giorno di tempo per decidere.

    Si muovono anche i vice campioni degli Oklahoma City Thunder, il coach Scott Brooks prolunga il suo rapporto per altri 4 anni per 4 milioni di dollari a stagione. Ora per il G.M. Presti arriveranno le” grane” Harden ed Ibaka: il rinnovo dei 2 giocatori, pezzi fondamentali nello scacchiere dei Thunder, è problematico (i 2 giocatori chiedono contratti molto alti) ma Presti potrebbe riuscire anche a trattenerli entrambi.

    Kevin Garnett, Boston Celtics | © Christopher Pasatieri/Getty Images

    Voci importanti anche dal Canada dove i Toronto Raptors sembrano vicini al 2 volte M.V.P. della Lega Steve Nash: il playmaker dei Suns vorrebbe tornare in Patria ed i Raptors offrono un contratto triennale da 36 milioni do dollari complessivi (12 a stagione). Nash, 38 anni, rinforzerebbe notevolmente il team di Andrea Bargnani.

    Dwight Howard è sempre più lontano dagli Orlando Magic: il centro più forte della NBA vuole andare ai Brooklyn Nets (in questo modo i Nets potrebbero rifirmare anche Deron Williams che vuole giocare in una squadra competitiva). Intanto il general manager trova l’accordo con Gerald Wallace che continuerà a giocare nella franchigia del proprietario russo Prokhorov per altri 4 anni per 10 milioni di dollari a stagione.

    Minnesota è interessata all’ala dei Blazers Nicolas Batum (pronto un contratto da 50 milioni di dollari che però Portland potrà pareggiare e trattenere il giocatore). Allo stesso modo i Pacers proveranno a trattenere il centro Roy Hibbert (pareggiando ogni eventuale offerta), inseguito proprio dalla squadra dell’Oregon che sembra disposta a concedere al giocatore addirittura il massimo salario disponibile.

    Ultime news da Houston e Phoenix: i Rockets avrebbero trovato l’accordo per il centro dei Bulls Omer Asik. Per lui 25 milioni di dollari in 3 anni, ora la palla passa a Chicago che avrà tempo 3 giorni per decidere se pareggiare l’offerta (e trattenere il giocatore) o rinunciare alle sue prestazioni. I Suns invece sono interessatissimi a Michael Beasley che andrebbe a colmare la lacuna nel ruolo di ala piccola in Arizona.

  • NBA, All Star Game: Ecco la lista delle riserve

    NBA, All Star Game: Ecco la lista delle riserve

    La NBA ha ufficializzato la lista delle riserve in vista dell’All Star Game 2012 che si giocherà ad Orlando il prossimo 26 febbraio. Come prevedibile nell’elenco non figurano nè Danilo Gallinari, nè Andrea Bargnani, messi fuori gioco definitivamente dai rispettivi infortuni.

    I ricambi della Eastern Conference saranno Deron Williams (New Jersey Nets), Joe Johnson (Atlanta Hawks), Andre Iguodala (Philadelphia 76ers), Paul Pierce (Boston Celtics), Luol Deng (Chicago Bulls), Chris Bosh (Miami Heat) e Roy Hibbert (Indiana Pacers). Gli esordienti assoluti sono Iguodala, Deng e Hibbert.

    Per la Western Conference sono state selezionate queste riserve: Steve Nash (Phoenix Suns), Tony Parker (San Antonio Spurs), Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder), Dirk Nowitzki (Dallas Mavericks), LaMarcus Aldridge (Portland Trail Blazers), Kevin Love (Minnesota Timberwolves) e Marc Gasol (Memphis Grizzlies). In questo caso esordiranno alla partita delle Stelle Bynum (selezionato come centro titolare), Gasol e Aldridge.

    Non sono mancate le polemiche dato che Deron Williams è stato invitato a partecipare all’evento nonostante il record perdente dei suoi Nets (di solito vengono chiamati atleti che militano in squadre con record vincente) a discapito di Rajon Rondo dei Boston Celtics (che forse ha pagato l’infortunio al braccio che lo ha tenuto a lungo fermo ad inizio stagione). A Pau Gasol, gli allenatori delle 30 squadre NBA che hanno effettuato le scelte, hanno preferito il fratello minore Marc, inoltre è rimasto fuori, per la prima volta nella sua carriera, Tim Duncan, ormai 36 enne ma che probabilmente resterà nella storia della lega come l’ala grande più forte vista sui parquet americani. Salta il record di 15 presenze totali per la power forward dei Celtics Kevin Garnett.

    A meno di infortuni e quindi di ovvie sostituzioni dell’ultim’ora questa edizione dell’All Star Game verrà ricordata soprattutto per il grande numero di esordienti convocati dato che tra Eastern e Western Conference ne figurano 3 per parte.

    Queste le formazioni al completo:

    Eastern Conference
    F-Carmelo Anthony
    F-LeBron James
    C-Dwight Howard
    G-Derrick Rose
    G-Dwayne Wade

    Riserve: Deron Williams (New Jersey), Joe Johnson (Atlanta), Andre Iguodala (Philadelphia), Paul Pierce (Boston), Luol Deng (Chicago), Chris Bosh (Miami) e Roy Hibbert (Indiana)

    Western Conference
    F-Blake Griffin
    F-Kevin Durant
    C-Andrew Bynum
    G-Kobe Bryant
    G-Chris Paul

    Riserve: Steve Nash (Phoenix), Tony Parker (San Antonio), Russell Westbrook (Oklahoma City), Dirk Nowitzki (Dallas), LaMarcus Aldridge (Portland), Kevin Love (Minnesota) e Marc Gasol (Memphis)

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  • Kevin Garnett nuovo azionista della Roma

    Kevin Garnett nuovo azionista della Roma

    Kevin Garnett, stella del campionato NBA che milita nei Boston Celtics, è diventato un nuovo azionista di minoranza della Roma. Lo ha reso noto l’Associated Press con la conferma della società italiana di calcio. L’ufficializzazione dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. Oltre che socio minoritario, per Garnett, ala grande dei “Verdi”, si prospetterà anche il ruolo di testimonial d’eccezione della squadra giallorossa.

    Kevin Garnett, Boston Celtics | © Christopher Pasatieri/Getty Images

    L’ingresso di “The Revolution” nella squadra capitolina sarebbe un’operazione pubblicitaria ideata dallo staff di James Pallotta, azionista dei Boston Celtics dei quali possiede una quota societaria e azionista di maggioranza anche dei Boston Red Sox, una delle più gloriose franchigie della Major League Baseball.

    Garnett avrebbe accettato con entusiasmo la proposta del proprietario della Roma James Pallotta di acquistare alcuni azioni della società capitolina. Ovviamente non è il primo giocatore di basket NBA ad entrare in una società di calcio come azionista di minoranza dato che il pioniere è stato LeBron James, star dei Miami Heat e da molti ritenuto il giocatore più forte in assoluto, che qualche mese fa è entrato a far parte dello storico club di calcio inglese del Liverpool attraverso il gruppo sportivo della Fenway Sports Group, società proprietaria dei Boston Red Sox di baseball di cui è partner proprio lo stesso Thomas Di Benedetto.

    Kevin Garnett, nato nel 1976 in Sud Carolina, atleta simbolo della NBA da ormai 15 anni che ha scritto pagine importanti nella storia della Lega (per lui il premio di M.V.P. stagionale nel 2004 quando ancora era il leader dei Minnesota Timberwolves ed un titolo vinto nella stagione 2007/2008 con i Boston Celtics al primo anno in Massachusetts) segue dunque le orme di LeBron, in attesa di conoscere meglio gli sviluppi futuri di questa partnership con la Roma. E prova a consolarsi in questo modo visto il brutto avvio di torneo dei suoi Celtics che hanno perso tutte le prime 3 partite stagionali.

  • NBA: Niente accordo, ora è a rischio tutta la stagione

    NBA: Niente accordo, ora è a rischio tutta la stagione

    Altro incontro finito male quello di ieri tra i proprietari delle squadre NBA ed i rappresentanti dei giocatori, a questo punto, cancellata la preseson, c’è il forte rischio che l’intero campionato venga cancellato dato che sostanzialmente in ogni riunione avvenuta finora le 2 parti proseguono con le loro idee e non vengono fatti passi avanti nelle trattative per trovare un accordo collettivo che soddisfi sia le esigenze degli owners che quelle dei giocatori.

    NBA.com
    Ieri erano presenti tra gli altri, al meeting, anche alcuni degli atleti più famosi (tra i quali Kevin Garnett e Paul Pierce dei Boston Celtics, Amar’è Stoudemire dei New York Knicks e Kobe Bryant dei Los Angeles Lakers), forse per dare un segnale ai proprietari delle franchigie, ma tutto ciò non è bastato per avere il via libera alla stesura del nuovo accordo collettivo. I giocatori hanno fatto presente di voler scendere dal 57% al 53% dei guadagni della Lega per i loro contratti ma insistono sul mantenere un salary cap soft, i proprietari invece vogliono necessariamente che le Star NBA scendano al 46% dei guadagni complessivi e spingono per il salary cap hard quindi senza nessuna possibilità che squadre con più disponibilità sforino il tetto massimo di stipendio fissato dalla Lega, questo quindi per dare possibilità di vittoria anche alle squadre più piccole che magari non possono competere con le disponibilità economiche dei team delle grandi città.

    • Oggi l’accordo non si è trovato. Non siamo stati in grado di avvicinarci abbastanza a tal punto da risolvere la questione. Pensiamo ad un accordo collettivo che possa andare bene ai nostri giocatori, non solo stando ad oggi, ma guardando soprattutto al futuro . Vogliamo che si torni in campo, vogliamo giocare a basket e non stare fermi. Ma la realtà è che siamo dipendenti e la NBA è il datore di lavoro, e quindi loro hanno in mano le chiavi fino a quando il lockout sarà concluso“.

    Ha affermato il presidente dell’associazione giocatori. Adam Silver, vice del commissioner David Stern si mostra molto pessimista:

    • Siamo sul punto di annullare il resto della pre-season. Quindi è ufficiale, in sostanza, come abbiamo detto ai giocatori, che se entro lunedi 10 ottobre non avremo un accordo di base, non avremo scelta se non quella di annullare le prime due settimane della stagione regolare“.

    David Stern ha provato in ogni modo a fare da mediatore tra le parti ma il suo intervento non è servito a nulla. Queste le sue parole all’uscita dagli uffici:

    • La posizione ufficiale delle parti era questa: giocatori al 53% ed i proprietari al 47%. Poi c’era un gruppo molto, molto ridotto, che includeva anche me e Adam Silverha portato avanti un’altra proposta che sarebbe quella di dividere gli introiti esattamente al 50%”. Questa proposta comunque per ora non ha trovato successo“.

    Si attendono giorni veramente caldi per risolvere la vertenza che potrebbe quindi portare alla cancellazione totale dell’intera stagione agonistica 2011/2012.

  • NBA: Annunciati i migliori quintetti difensivi

    NBA: Annunciati i migliori quintetti difensivi

    La NBA ha reso noti i 2 migliori quintetti difensivi della stagione.

    Il voto era riservato ai 30 allenatori della Lega. Ogni coach aveva l’obbligo di votare 2 guardie (un playmaker ed una guardia tiratrice), 2 ali (ala piccola ed ala grande) ed un centro per il primo quintetto ed altrettanti giocatori per il secondo quintetto. Non c’era facoltà, però, di assegnare il voto per i giocatori della propria squadra.
    Ecco i risultati (tra parentesi i punti ottenuti dai giocatori e la squadra di appartenenza):

    PRIMO QUINTETTO DIFENSIVO

    Rajon Rondo (Boston Celtics – 39)
    Kobe Bryant (Los Angeles Lakers – 33)
    LeBron James (Miami Heat – 38)
    Kevin Garnett (Boston Celtics – 33)
    Dwight Howard (Orlando Magic – 56)

    SECONDO QUINTETTO DIFENSIVO

    Chris Paul (New Orleans Hornets – 18)
    Tony Allen (Memphis Grizzlies – 23)
    Andre Iguodala (Philadelphia 76ers – 15)
    Joakim Noah (Chicago Bulls – 15)
    Tyson Chandler (Dallas Mavericks – 17)

    Da notare che per Kobe Bryant e Kevin Garnett si tratta della nona elezione nel miglior quintetto difensivo, risultato che li porta ad eguagliare i record fissati da Michael Jordan (Chicago Bulls) e Gary Payton (Seattle Sonics).
    Non poche polemiche si sono scatenate alla notizia, dato che secondo molti addetti ai lavori il ruolo di guardia difensiva dato a Bryant non sarebbe meritato. In effetti da qualche stagione (e soprattutto nell’ultima regular season) il numero 24 gialloviola non brilla per intensità ed efficacia difensiva, cosa che invece è stata notata in altri pariruolo, ad esempio Tony Allen, finito nel secondo quintetto. Come al solito le polemiche non sono mancate e non mancheranno, ma la NBA resta bella anche per questo

  • NBA: Dwight Howard vince il premio di miglior difensore dell’anno

    NBA: Dwight Howard vince il premio di miglior difensore dell’anno

    E’ ancora una volta Dwight Howard, centro degli Orlando Magic, a vincere il premio di miglior difensore dell’anno in NBA (e siamo così alla terza incoronazione consecutiva per lui).
    Solo Dikembe Mutombo e Ben Wallace hanno fatto meglio di lui, con 4 vittorie in questa speciale categoria, ma Howard è l’unico a potersi fregiare del titolo per 3 anni consecutivi, cosa che non è riuscita agli illustri predecessori.
    Il numero 12 dei Magic ha ricevuto 585 punti di cui 114 da primo posto sui 120 votanti, segno che agli altri candidati sono andate le briciole in ogni senso: staccatissimi sia il secondo che il terzo classificato, ovvero Kevin Garnett dei Boston Celtics (appena 77 punti) e Tyson Chandler dei Dallas Mavericks (70 punti).
    Howard quest’anno ha guidato la NBA con 66 doppie doppie, nessuno meglio di lui ed in 6 di queste gare le sue cifre si sono assestate su 20 e più punti uniti a 20 e più rimbalzi: cifre mostruose se si pensa che ancora il ragazzo ha 25 anni.
    Inoltre è stato il secondo miglior rimbalzista della Lega con 14.1 rimbalzi per partita ed il quarto nelle stoppate con 2.4 per match (a cui ha abbinato anche 22.9 punti a serata). Inoltre se Orlando ha avuto al quarta migliore difesa del campionato (93.5 punti subiti ad incontro) il merito è in gran parte proprio suo che in area pitturata è una presenza difficile da superare.
    Quest’anno Howard (1 marzo 2011 a New York) è diventato il più giovane giocatore a raggiungere la cifra di 7000 rimbalzi (a 25 anni ed 83 giorni) superando una leggenda del basket americano come Wilt Chamberlain che impiegò invece per raggiungere tale cifra 26 anni e 128 giorni.
    E’ il sesto anno consecutivo che abbina più di 1000 rimbalzi e 100 stoppate (in tempi recenti solo Moses Malone ha fatto meglio, ovvero per 7 stagioni).
    Insomma per lui c’è stato un plebiscito e le cifre elencate prima confermano che i giudici non hanno sbagliato nell’eleggerlo “Re della difesa”.

    Queste le sue parole all’annuncio da parte della Lega:

    • Nessuno è mai riuscito a vincere questo premio per 3 anni di fila, ringrazio Dio per avermi fatto vivere un’altra stagione senza infortuni importanti. Avrei potuto fermarmi a un solo premio, ma voglio che la mia squadra abbia successo e so che tutto comincia con me, nella metà campo difensiva. Per me giocare bene in difesa significa aiutare la mia squadra a vincere. Il mio sogno è vincere il titolo, e magari anche l’M.V.P. delle finali. Per me conta di più rispetto a quello della regular season!
  • NBA: Oggi riposo, l’analisi in vista dell’ultima settimana di regular season

    NBA: Oggi riposo, l’analisi in vista dell’ultima settimana di regular season

    La NBA osserva un turno di riposo, il programma riprenderà regolarmente questa notte con le partite che daranno il via all’ultima settimana di regular season (termine fissato al 13 di aprile).

    Sono finora 12 le squadre qualificate per la post season (alla fine dovranno essere 16) e la lotta per accaparrarsi un posto utile entra nel vivo.

    Tra le partite da tenere d’occhio segnaliamo la trasferta di San Antonio ad Atlanta, gara da vincere per gli Spurs che con il filotto di 6 sconfitte consecutive (non accadeva dal 1997 e Tim Duncan ancora non era stato scelto dagli “Speroni” al Draft di giugno di quello stesso anno) hanno rimesso in gioco il primo posto della Lega permettendo ai Bulls di Rose (probabile M.V.P. della stagione) ed ai Lakers di farsi nuovamente sotto in vista dello sprint finale. Chicago (che è ad un passo dal seed numero 1 in Eastern Conference) sarà impegnata contro Phoenix, che con la sconfitta di domenica proprio contro i neroargento è stata esclusa matematicamente dalla corsa playoff e quindi potrebbe essere scarica di motivazioni. I Lakers ricevono i Jazz che dopo la chiusura degli scambi, a febbraio, e la cessione di Deron Williams ai Nets sono diventati una delle peggiori franchigie della Lega. Bryant e compagni con un record di 18 vinte e 2 perse guidano la classifica dopo l’All Star Game e sembrano in formissima, fermati domenica solo da Gallinari e dai suoi Nuggets. Il calendario è leggermente favorevole ai Lakers e poi ai Bulls, più complicato quello di San Antonio anche in considerazione dello scontro diretto all’81esima e penultima giornata in casa dei gialloviola campioni che potrebbe sancire il vero ordine di arrivo per la post season.

    Parlando di Western Conference potrebbe esserci uno spiraglio (ma non ci crede quasi nessuno) per i giovani Thunder di Kevin Durant di acciuffare il terzo posto ai danni dei Mavericks di Nowitzki: le 2 formazioni non attraversano però un buon momento di forma, Dallas ha una striscia aperta di 3 sconfitte di fila, Oklahoma City invece è reduce da 2 sconfitte consecutive, le 2 gare di vantaggio dei Mavs però sembrano essere un’ottima dote per portare a termine la stagione con il terzo posto ad Ovest. I Thunder nel prossimo impegno se la vedranno contro Gallinari a Denver (partita che sa di antipasto playoff!) mentre i texani affronteranno la squadra del Colorado dopodomani (e Danilo sarà quindi un pò l’ago della bilancia).
    Parlando proprio di Denver bisogna dire che la squadra è sicura del suo quinto posto e le partite che resteranno da giocare saranno dei test utili per crescere di condizione ed affiatamento in vista dei playoff.

    Da decidere invece gli ultimi 3 posti con 4 squadre rimaste in gioco: Portland è sesta e dovrebbe riuscire ad ottenere il pass senza problemi (gioca contro Golden State, nella notte), stesso discorso per Memphis (calendario più agevole rispetto alle avversarie, incontrano i modesti Clippers), chi rischia di più sono gli Hornets di Marco Belinelli che privi della “stella” West (fuori 6 mesi per i legamenti del ginocchio rotti) incontrano squadre difficili e tra queste proprio i Rockets con i quali si giocano l’ultimo posto utile di post season: Houston in 2 giorni si gioca la stagione con l’incontro di stanotte contro i Kings (insidiosi dopo i progressi dell’ultimo periodo) e poi domani notte con la sfida a New Orleans gara da “dentro o fuori” da vedere assolutamente per i veri appassionati!

    Nella Eastern Conference (già detto dei Bulls) Miami e Boston si contendono secondo e terzo posto con la squadra di James-Wade e Bosh leggermente favorita (per via del calendario) su quella di Pierce-Allen-Garnett e Rondo. Gli Heat riposeranno, Celtics impeganti invece con i pericolosi Sixers.
    Alle loro spalle l’unico team con la posizione già designata, i Magic, che non possono nè migliorare, nè peggiorare il loro quarto posto (sono impegnati contro i Bucks), Atlanta è quasi sicura del seed successivo, mentre Philadelphia e New York gareggiano per la sesta e la settima piazza: favoriti i 76ers vista la discontinuità dei Knicks (giocano contro i Raptors di Andrea Bargnani) che però se possono contare sulla vena realizzativa di Stoudemire, Anthony e Billups sono un cliente scomodo per tutti i top team. Queste sono le squadre sicure di disputare i playoff ad Est.
    L’ultimo posto sarà occupato da una franchigia tra Indiana (che riposa e parte in vantaggio rispetto alle avversarie), Charlotte (che va a giocare a Cleveland contro la squadra fanalino di coda della Lega per tenere vive le speranze) e Milwaukee (come già detto giocano ad Orlando). I Pacers vincendo le ultime 4 gare sarebbero sicuri della qualificazione (tra l’altro hanno 3 partite in casa ed 1 sola in trasferta!) alle avversarie invece non basterebbe vincerle tutte essendo dietro in classifica.
    Insomma uno sprint finale tutto da vedere, sarà un’ultima settimana elettrizzante.

    Una breve e concisa analisi anche sulle posizioni di fondo: ricordiamo che in NBA non ci sono retrocessioni, sembra che i Cavs avranno il peggior record che permetterà loro di essere posizionati come squadra numero 1 alla Draft Lottery (evento che assegna le posizioni di scelta in vista del Draft), a ruota Minnesota. Le altre squadre invece si stanno dando un pò più da fare, soprattuto i Sacramento Kings (che quasi sicuramente dal prossimo anno saranno gli Anaheim Royals, ma di questo parleremo ampiamente a parte) ed ora anche i Washington Wizards. Qualche vittoria anche per Toronto pur non potendo schierare Bargnani, segno che quest’anno le squadre di coda non ci tengono a farsi battere e a fare da sparring-partner come in passato succedeva abbondantemente, forse considerato anche che nelle ultime “Lotterie” la squadra ultima classificata (e quindi in pole alla Draft Lottery) mai ha ottenuto la prima scelta assoluta: nel 2007 Memphis e Boston ultima e penultima in regular season furono scavalcate rispettivamente da Portland e Seattle (sest’ultima e quint’ultima arrivate con i Sonics che si presero quel fenomeno di Kevin Durant), nel 2008 toccò ai Bulls che dalla nona posizione peggiore salirono fino in cima, clamorosamente e davanti allo stupore degli addetti ai lavori, per scegliere Derrick Rose (a discapito di Miami), nel 2009 fu il turno dei Clippers che scalarono fino al primo posto e scelsero poi Blake Griffin e lo scorso anno, (più o meno dalla stesa posizione dei Clippers) i Wizards scalzarono i Nets e si aggiudicarono una grande promessa del basket come John Wall.

  • All Star Game NBA: Ufficializzati i roster al completo

    All Star Game NBA: Ufficializzati i roster al completo

    Sono ufficiali le formazioni che giocheranno l’All Star Game NBA tra qualche giorno a Los Angeles. Dopo l’elezione tramite voto popolare dei quintetti di partenza dell’Est e dell’Ovest (leggi l’articolo), sono stati gli allenatori a completare i roster con le 7 riserve.

    Purtroppo non hanno trovato spazio tra gli uomini che entreranno dalla panchina nessuno dei nostri connazionali, nè Andrea Bargnani, nè Danilo Gallinari, nè Marco Belinelli, che assisteranno alla manifestazione solo da semplici spettatori.

    le riserve della squadra della Eastern Conference saranno Joe Johnson ed Al Horford degli Atlanta Hawks, Chris Bosh dei Miami Heat (che completa il trio visto che James e Wade partiranno titolari) e i fantastici 4 dei Boston Celtics ovvero Rajon Rondo, Paul Pierce, Ray Allen e Kevin Garnett che arriva alla sua 14 esima convocazione per la partita delle Stelle e raggiunge i miti Jerry West e Karl Malone nonchè il suo attuale compagno ai Celtics Shaquille O’Neal, l’unico dello starting five biancoverde ad essere rimasto fuori. Boston inoltre avrà anche l’allenatore della squadra dell’est, coach Doc Rivers che ormai può annoverare il miglio record nella Conference prima della pausa per la manifestazione, irraggiungibile sia dai Bulls che dagli Heat.

    Nella Western Conference invece avremo come cambi il duo Spurs (quindi fidato per Popovich) Duncan-Ginobili, poi prenderanno parte anche Russell Westbrook (Thunder), Dirk Nowitzki (Mavericks), Pau Gasol (Lakers), Deron Williams (Jazz) e Blake Griffin dei Clippers, spettacolare ala grande che nel suo primo anno da rookie sta facendo meraviglie a non finire! Un solo dubbio in questa formazione, visto che ancora non è stato rimpiazzato Yao Ming, inabile per infortunio, anche se nel ruolo di centro potrebbe essere spostato Gasol dalla panchina ed il suo posto a sedere sarebbe preso (secondo indiscrezioni dell’ultima ora) da Kevin Love dei Minnesota Timberwolves, miglior rimbalzista del campionato.

    Questo il quadro completo dei convocati:

    Eastern Conference:

    F — Amar’e Stoudemire, New York
    F — LeBron James, Miami
    C — Dwight Howard, Orlando
    G — Derrick Rose, Chicago
    G — Dwyane Wade, Miami
    Head coach: Doc Rivers, Boston

    Panchina: Kevin Garnett, Ray Allen, Paul Pierce, Rajon Rondo (Boston), Chris Bosh (Miami), Al Horford, Joe Johnson (Atlanta)

    Western Conference:

    F — Carmelo Anthony, Denver
    F — Kevin Durant, Oklahoma City
    C — Yao Ming, Houston
    G — Kobe Bryant, L.A. Lakers
    G — Chris Paul, New Orleans
    Head coach: Gregg Popovich, San Antonio

    Panchina: Tim Duncan, Manu Ginobili (San Antonio), Pau Gasol (Los Angeles Lakers), Dirk Nowitzki (Dallas), Deron Williams (Utah), Russell Westbrook (Oklahoma City), Blake Griffin (Los Angeles Clippers)

    Unica variazione sarà la sostituzione di Yao (centro titolare dell’Ovest) con Kevin love, come già detto, in pole position.