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  • NBA: Dominio di James nel titolo di MVP

    Sono state rese note le votazioni per il trofeo di MVP, che come ampiamente anticipato venerdì, è stato vinto da LeBron James.

    Plebiscito per il numero 23 dei Cavs che ha ottenuto 116 dei 123 voti totali. Solo Shaquille O’Neal (ora suo attuale compagno di squadra) nel passato (stagione 2000), ha ottenuto più consensi (solo un giurato non votò per il centro dei Lakers dando il voto ad Allen Iverson).

    Al secondo posto Kevin Durant degli Oklahoma City Thunder che, per molti addetti ai lavori, ha vinto moralmente l’MVP degli umani, battendo James nel titolo di capocannoniere della Lega. Terzo Kobe Bryant in una stagione molto al di sotto dei suoi standard.

    Ecco le parole di James al momento della premiazione:

    Devo tutto ai miei compagni, la mia famiglia e il mio coach, e l’unico modo per ringraziarli di tutto è vincere l’anello“.

    Riportiamo ancora una volta le cifre stagionali:

    76 partite disputate, 76 partendo in quintetto base, 39.0 minuti di impiego per partita, 0.503 la percentuale dal campo (la più alta in carriera), 0.333 dall’arco dei 3 punti, 0.767 ai liberi, 0.9 i rimbalzi offensivi per partita, 6.4 quelli in difesa per 7.3 rimbalzi complessivi, 8.6 assist (media più alta in carriera), 1.6 palle rubate a match, 1 stoppata ad incontro con 29.7 punti di media. Il tutto condito da ben 4 triple doppie e molte molte altre sfiorate e mancate solo per un assist o un rimbalzo, a testimoniare un dominio quasi senza precedenti!

  • NBA playoff 2010, primo turno: Gasol elimina i Thunder, volano i Jazz, Hawks a gara 7

    Atlanta batte Milwaukee in trasferta, pareggia la serie e avrà ora la possibilità di giocarsi la gara decisiva sul parquet amico. Jamal Crawford dimostra a tutti che il premio di miglior sesto uomo è stato ben assegnato (24 punti), Johnson ne infila 22. Horford e Smith danno un buon apporto con 15 punti e altrettanti rimbalzi per il primo e 10 punti, 9 rimbalzi e 4 stoppate per il secondo. Pessima prova dei Bucks sia in attacco (32%) che a rimbalzo (51-42 per Atlanta). Solo Delfino con 20 punti (4 tiri da 3) riesce a tenere in piedi i padroni di casa, ma non può ovviamente bastare. Decisiva gara 7 da disputare ad Atlanta domenica 2 Aprile.

    Alla Energy Solutions Arena di Salt Lake City, i Jazz padroni di casa vincono l’incontro coi Nuggets e volano alle Semifinali di Conference. Match sostanzialmente equilibrato con piccoli strappi subito ricuciti da ambo le parti. Nel primo tempo va detto però che è Joey Graham a tenere a galla Denver con una prova assurada da 19 punti nei primi 2 quarti. La gara però si decide sul finale dopo il pari di Carmelo Anthony a quota 95: i Jazz producono un decisivo 11-0 di parziale con il gioco da 3 punti di Millsap e l’8/9 dalla lunetta del trio Williams-Boozer-Matthews. Per Denver è la fine della speranze di pareggiare la serie. Spettacolare e determinante la stoppata di un sorprendente Matthews (top scorer Jazz a quota 23 punti) che chiude la strada, sul +6, alla penetrazione di Anthony. Utah vince tirando ben 51 tiri liberi ed avendo il 52% dal campo con Boozer autore di una prova mostruosa da 22 punti e 20 rimbalzi mentre il duo Millsap-Matthews combina per 44 punti, 16 rimbalzi, 7 assist e 4 stoppate (21 punti e 11 rimbalzi per il solido Millsap). Non ha brillato come nelle altre partite Deron Williams (14 punti e 10 assist) ma i compagni hanno coperto la sua giornata storta. Per i Nuggets, non basta il risveglio di Billups (30 punti) dopo una serie deludente con Anthony che non va oltre i 20 punti ed il 6/22 dal campo. Graham alla fine chide con 21. Denver che saluta la post season al primo turno dopo aver fatto sputare sangue ai Lakers lo scorso anno in finale di Conference. Ora per i Jazz gli avversari saranno proprio i Lakers.

    Un tap-in di Gasol a soli 5 decimi di secondo dalla fine del match regala partita e serie a Los Angeles e sbatte fuori dai playoff i giovani Thunder che avrebbero meritato sicuramente qualcosa in più. Oklahoma che non si è mai arresa pur avendo davanti i campioni NBA, riuscendo sempre a resatre in partita anche quando tutto poteva far pensare ad un facile successo per L.A.
    Nel quarto quarto sul 91-84 per i gialloviola tutto sembra già scritto ma un parziale di 10-0 porta clamorosamente i Thunder avanti (94-91) grazie ai 2 assi Kevin Durant e Russell Westbrook. Mancano solo 2 minuti e Kobe riduce sull’azione successiva lo svantaggio infilando il suo 32esimo punto per il 94-93. Da quel momento si vede solo difesa, ma i campioni (come già molte volte è successo quest’anno) trovano il jolly in Gasol che corregge l’ultimo tiro di Bryant quasi sullo scadere per il controsorpasso (95-94). Con soli 5 decimi di secondo il tentativo finale della disperazione di Westbrook per i padroni di casa si spegne sul ferro e condanna i Thunder ad una crudele eliminazione.
    I Lakers hanno vissuto sulle magie di Bryant, ottimo Gasol in difesa (9 punti, 18 rimbalzi) poi il vuoto. Oklahoma ha avuto in Durant (26 punti), Green (16) e Westbrook (21) i punti di riferimento ma non è bastato. Questione di un rimbalzo in attacco! Resta comunque il fatto che gli ex Seattle Sonics hanno dimostrato che i Lakers non sono poi così imbattibili, anzi…
    E in più hanno messo a nudo i punti deboli, perchè se questi Lakers vengono fatti correre per tutto il parquet diventano una squadra molto vulnerabile. A coach Jerry Sloan di Utah basterà guardare queste partite per capire come battere i gialloviola, in fondo ad Oklahoma è mancata quell’esperienza che invece ai Jazz non manca di certo. E stando ai progressi dei giovani di Oklahoma chissà che il prossimo anno si festeggi la qualificazione a parti invertite, dopotutto nella NBA le rivincite sono all’ordine del giorno!

    Risultati NBA del 30 aprile 2010

    Milwaukee Bucks – Atlanta Hawks 69-83
    –> Mil: Delfino 20, Jennings 12, Thomas 11 – Atl: Crawford 24, Johnson 22, Horford 15
    Utah Jazz – Denver Nuggets 112-104
    –> Uta: Matthews 23, Boozer 22, Millsap 21 – Den: Billups 30, Graham 21, Anthony 20
    Oklahoma City Thunder – Los Angeles Lakers 94-95
    –> Okl: Durant 26, Westbrook 21, Green 16 – Lak: Bryant 32, Brown 11, Fisher 11

    LE SERIE DEL PRIMO TURNO:

    Cavs – Bulls 4-1 (Cavs al turno successivo)
    Hawks – Bucks 3-3
    Celtics – Heat 4-1 (Celtics al turno successivo)
    Nuggets – Jazz 2-4 (Jazz al turno successivo)
    Lakers – Thunder 4-2 (Lakers al turno successivo)
    Magic – Bobcats 4-0 (Magic al turno successivo)

    Mavs – Spurs 2-4 (Spurs al turno successivo)
    Suns – Trail Blazers 4-2 (Suns al turno successivo)

  • Kobe Bryant regna nel merchandising NBA

    Kobe Bryant per il secondo anno consecutivo è in testa per quanto riguarda la vendita di magliette nel mondo NBA.
    La maglia numero 24 gialloviola è ancora la più venduta stando alle stime ricevute dalla Lega.

    LeBron James anche per questa stagione si è dovuto accontentare del secondo posto e della “medaglia d’argento”, sebbene oramai sia lui il dominatore riconosciuto dell’NBA. Il numero 23 di Cleveland paga il fatto di non giocare in un mercato imponente dal punto di vista economico come Los Angeles o New york o ancora Boston o Chicago.

    Gradino più basso del podio per la maglia numero 5 di Kevin Garnett dei Boston Celtics, anche se a livello diprestazioni ormai l’ex T-wolves pare avviato sul viale del tramonto.

    Sorprende Derrick Rose di Chicago che si piazza al quarto posto assoluto, davanti persino ad un fenomeno quale Dwyane Wade dei Miami Heate ad una stella in divenire come Dwight Howard degli Orlando Magic. Settimo posto per Chris Paul dei New Orleans Hornets, a lungo infortunato quest’anno, ottavo per Paul Pierce sempre dei Celtics.
    New entry alla nona posizione con Kevin Durant, nuovo fenomeno degli Oklahoma City Thunder, laureatosi quest’anno miglior marcatore della Lega e più giovane atleta a riuscire nell’impresa nella storia del basket americano.
    Chiude la top ten la divisa numero 15 di Carmelo Anthony dei Denver Nuggets dopo che lo scorso anno era sprofondato in 15esima posizione

    Per quanto riguarda i team il merchandising premia i Lakers, seguiti da Celtics, Cavs, Bulls e New York Knicks.

    Ecco la classifica delle maglie:

    1) Kobe Bryant (LAL)
    2) LeBron James (CLE)
    3) Kevn Garnett (BOS)
    4) Derrick Rose (CHI)
    5) Dwight Howard (ORL)
    6) Dwyane Wade (MIA)
    7) Chris Paul (NOH)
    8 ) Paul Pierce (BOS)
    9) Kevin Durant (OKC)
    10) Carmelo Anthony (DEN)

    Ecco la classifica per team:

    1) Los Angeles Lakers
    2) Boston Celtics
    3) Cleveland Cavaliers
    4) Chicago Bulls
    5) New York Knicks

  • I Thunder umiliano i Lakers

    Vittoria meritata e schiacciante quella ottenuta dagli Oklahoma City Thunder sui campioni in carica dei Los Angeles Lakers.
    La “banda” di ragazzini di coach Scott Brooks mette a dura prova i Lakers fin dalle prime battute, dimostrando al mondo intero di poter giocare contro chiunque avversario senza nessun timore riverenziale. Primo quarto pessimo dei gialloviola che chiudono con un ritardo di 12 punti (29-17). L’energia dei Thunder è troppo straripante per essere contenuta da L.A. ed è perciò facile mantenere sempre il vantaggio in doppia cifra, cosa che accade anche alla fine del primo tempo (55-42). Nel terzo quarto ci si aspetterebbe la reazione dei Lakers, ma a dominare sul parquet sono sempre i giocatori di Oklahoma che spingono forte sull’acceleratore ben sapendo che i ritmi alti sono mal digeriti dai loro avversari e arrivano alla pausa per l’ultimo periodo in vantaggio 86-64. Risultato incredibile che permette a coach Brooks di dare riposo ai suoi giovani fenomeni e proporre sul parquet tutte le riserve, mentre dall’altra parte Phil Jackson già pensa alle contromisure da prendere, nella prossima partita, ad una squadra che sta dando più preoccupazioni del previsto. Termina 110-89 l’incontro che più che per la vittoria di Oklahoma City, stupisce per il largo risultato, che sicuramente non era preventivato, sia per la scioltezza con cui è venuto, sia per la facilità di gioco che ha avuto la neonata franchigia degli Stati Uniti, al cospetto di giocatori esperti e navigati come quelli di Los Angeles.
    Le chiavi dell’incontro sono state i contropiedi dove i Thunder hanno realizzato tanti punti (24-2), lo strapotere a rimbalzo (50-43), l’energia e la frescheza atletica, e infine l’enorme divario nei tiri liberi (42 centri su 48 tentativi per Oklahoma, 17 su 28 per i Lakers).
    La forbice tra le 2 squadre ha assunto proporzioni gigantesche quando nel terzo quarto, a pochi minuti dalla fine del periodo, gli ex Seattle Sonics si sono trovati in vantaggio di ben 29 punti! Non è facile dare questi distacchi ai campioni in carica ma Durant e compagni stanno mettendo sul parquet tutte le armi che possiedono per dare battaglia e cercare di allungare la serie il più a lungo possibile.
    A proposito di Kevin Durant, 22 punti per lui in soli 30 minuti di gioco (ultimo quarto di riposo in panchina in buona compagnia), Westbrook continua il dominio sullo sventurato Fisher (che non riesce a capire cosa deve fare per limitare il numero 0 arancioblu) e piazza 18 punti, Green ne mette 15, Harden altrettanti con soli 6 tiri. Buone le prove a rimbalzo e in difesa dei lunghi Collison, Krstic e Ibaka. Per Los Angeles nessuno sopra i 13 punti (Gasol e Bynum) 12 per Odom e Bryant. Poi il nulla. Unica nota positiva è proprio il giovane centro Andrew Bynum che oltre ai 13 punti prende 10 rimbalzi conditi anche da 3 stoppate.
    Ora i thunder prendono l’aereo per la California consapevoli che possono giocarsi questa serie. Certamente la squadra favorita resta sempre quella gialloviola e molto probabilmente staccherà il pass per il turno successivo. Ma i “ragazzini terribili” la loro vittoria l’hanno ottenuta, dimostrando che nella vita niente è impossibile, anche le cose che sembrano , a prima vista, più ardue. Martedì 27 aprile i Thunder, con l’euforia di chi va a giocarsi una gara 5 con zero pressioni e tanta leggerezza, scenderanno in campo allo Staples Center.

    Oklahoma City Thunder – Los Angeles Lakers 110-89
    –> Okl: Durant 22, Westbrook 18, Green 15, Harden 15 – Lak: Gasol 13, Bynum 13, Bryant 12, Odom 12

    LE SERIE DEL PRIMO TURNO:

    Cavs – Bulls 2-1
    Hawks – Bucks 2-1
    Celtics – Heat 3-0
    Nuggets – Jazz 1-2
    Lakers – Thunder 2-2
    Magic – Bobcats 3-0
    Mavs – Spurs 1-2

    Suns – Trail Blazers 2-2

    Guarda gli highlights di Oklahoma City Thunder – Los Angeles Laker:

  • NBA: Aaron Brooks eletto Most Improved Player

    Aaron Brooks, playmaker degli Houston Rockets, è stato eletto giocatore più migliorato, rispetto allo scorso anno, dell’intera Lega.
    Brooks, 25 anni, uscito dall’Università di Oregon nel 2007, è passato dagli 11.2 punti a ben 19.3 in fase offensiva, aumentando anche gli assist: da 3.0 a 5.3; rimbalzi più o meno uguali da 2.0 a 2.6 di media.
    Quest’anno ha realizzato anche il suo massimo di punti in una singola partita toccando quota 43 in un match disputato contro i Minnesota Timberwolves.
    Nonostante gli evidenti miglioramenti del piccolo atleta i Rockets hanno mancato l’accesso ai playoff 2010 pur avendo un record positivo di 42 vittorie e 40 sconfitte. Gli infortuni avuti dalla franchigia texana (in primis Yao Ming fuori tutto l’anno per una frattura da stress ad un piede subita nei playoff dello scorso anno contro i Lakes) hanno inciso molto, ma hanno dato modo ad altri giocatori di mettersi in evidenza, cosa che risulterà molto utile il prossimo anno. E’ il primo giocatore dei Rockets a riuscire a vincere questo premio, e succede a Danny Granger degli Indiana Pacers che vinse il premio nello scorso campionato.

    Alle sue spalle si sono classificati Kevin Durant, fenomeno degli Oklahoma City Thunder, e George Hill dei San Antonio Spurs.
    Brooks ha ricevuto 403 dei 615 punti possibili, staccatissimi invece Durant e Hill appaiati a 101 punti.

    Queste le parole del piccolo playmaker alla notizia dell’aggiudicazione del premio:

    Questo è un grande risultato per me, uno dei premi più importanti che ho ottenuto nella mia vita“.

  • NBA playoff 2010, primo turno: Impresa Thunder, sorpresa Bulls

    La straordinaria prestazione di Jason Richardson da 42 punti (8/12 da 3) con 8 rimbalzi permette a Phoenix di riappropiarsi del vantaggio del fattore campo nella serie contro Portland. Suns subito in palla che mettono le cose in chiaro fin dai primi minuti di gioco. Batum, in dubbio fino all’ultimo per guai alla spalla che hanno costretto il francese a saltare le prime 45 gare di stagione regolare, è in campo ma deve arrendersi dopo 9 minuti di gioco e abbandonare il campo per nuovi problemi. Il primo quarto porta Phoenix a +18, il secondo è sulla stessa falsariga del primo e si chiude con un eloquente 66-37 che fa capire chi vincerà l’incontro. Richardson 21 punti è solo a metà del suo fatturato. I Blazers sfoderano l’orgoglio e riescono a portarsi sul -11 a 5 minuti dal termine dell’incontro grazie ad una serie di triple di Fernandez (ben 3 in 58 secondi!) ma i Suns piazzano un parziale di 12-0 che chiude la pratica e dà la tranquillità necessaria per giocare gara 4 in programma sempre a Portland sabato 24 aprile.

    Sorpresa da Chicago dove i Bulls, pur con una fatica immane, riescono a battere i Cavs di LeBron James. Chicago gioca bene per 3 quarti di gara toccando il +21, ma da quel momento in poi arriva la riscossa di Cleveland che riesce ad arrivare a soli 2 punti di svantaggio quando sul cronometro mancano 4 minuti alla fine del match. Rose (31 punti) si prende in mano la squadra ma l’ultimo minuto è vietato ai deboli di cuore: sul 102-96 Bulls James compie un fallo in attacco e perde un pallone nell’azione successiva, Chicago segna e va sul 104-96. Con 30 secondi da giocare Williams mette la tripla del 104-99. Fallo sistematico su Hinrich che sbaglia tutti e 2 i liberi. James accorcia ulteriormente con un’altra bomba per il 104-102, fallo su Rose che mette solo uno dei 2 liberi: 105-102 e partita incredibilmente riaperta a 10 secondi dalla fine. Coach Del Negro ordina il fallo per non far tirare Cleveland da 3 e Varejao sbaglia un libero di importanza capitale. A quel punto Brad Miller mette la partita in cassaforte con 2 bersagli dalla lunetta per il 107-103. Finisce però 108-106, una partita molto vibrante che Chicago porta a casa, ma LeBron (quasi tripla doppia per lui con 39 punti, 10 rimbalzi e 8 assist) e compagni hanno fatto capire che possono riemergere da situazioni impossibili. Gara 4 è in programma sempre a Chicago domenica 25 aprile. I Bulls sono avvertiti.

    Tutto esaurito (18.342 presenti al Ford Center di Oklahoma) per la prima partita in casa nella storia dei playoff per i Thunder. Festeggiamenti nel prepartita per Scott Brooks, neo allenatore dell’anno in NBA, con i suoi giocatori ad omaggiarlo per la grande stagione disputata. L’inizio però non è dei migliori per i padroni di casa con i Lakers che vanno subito sul 10-0, Oklahoma cerca di restare in partita ma non riesce mai a mettere il naso avanti. Primo tempo che finisce 50-43 per i campioni. Il secondo tempo però presenta un altro registro con i giovani Thunder in crescita netta e continua che approfittano della situazione quando Kobe Bryant va in panchina ed il finale del terzo periodo è tutto di marca arancioblu con un fulmineo 8-0 di parziale che regala la parità ai padroni di casa dopo una poderosa schiacciata di Westbrook in faccia ad uno stralunato Odom e con le triple di Harden e Durant. A questo punto Brooks pesca il jolly che permetterà di vincere la partita: dirotta il fenomeno Kevin Durant sulle tracce di Bryant e il numero 24 sbaglierà 7 conclusioni di fila per la marcatura asfissiante del talento in maglia 35, beccandosi anche una super stoppata che farà molta fatica a digerire e dimenticare. Durant si prende la squadra sulle spalle nel quarto quarto e segna 11 punti ben assistito da Westbrook (Fisher ridicolizzato per la terza gara di fila) e Green che mettono i titoli di coda per un’impresa poco pronosticabile da molti addetti ai lavori. Kevin Durant incredibile con 29 punti e 19 rimbalzi, Westbrook ne aggiunge 27, Harden ne piazza 18 con un ottimo 3/4 da 3 punti, Green glaciale ai tiri liberi ne segna 10 e Air Congo, ovvero Serge Ibaka, produce 6 punti e 6 rimbalzi annullando in difesa i lunghi di L.A.
    Bryant, partito bene, si è eclissato con la marcatura di Durant (24 punti con 29 tiri!), a dargli man forte il solito Gasol con 17 punti e 15 rimbalzi ma oggi non sono bastati per espugnare un campo dove sabato 24 i campioni in carica dovranno dimostrare di non esserlo diventati, lo scorso anno, per caso.

    Risultati NBA del 22 aprile 2010

    Portland Trail Blazers – Phoenix Suns 89-108
    -> Por: Aldridge 17, Webster 14, Bayless 14 – Pho: Richardson 42, Stoudemire 20, Nash 13
    Chicago Bulls – Cleveland Cavaliers 108-106
    –> Chi: Rose 31, Hinrich 27, Deng 20 – Cle: James 39, Williams 21, Jamison 19
    Oklahoma City Thunder – Los Angeles Lakers 101-96
    –> Okl: Durant 29, Westbrook 27, Harden 18 – Lak: Bryant 24, Gasol 17, Fisher 17

    LE SERIE DEL PRIMO TURNO:

    Cavs – Bulls 2-1
    Hawks – Bucks 2-0
    Celtics – Heat 2-0
    Nuggets – Jazz 1-1
    Lakers – Thunder 2-1
    Magic – Bobcats 2-0
    Mavs – Spurs 1-1
    Suns – Trail Blazers 2-1

  • NBA: Scott Brooks allenatore dell’anno

    Sctt Brooks, allenatore degli Oklahoma City Thunder, ha vinto il premio come allenatore dell’anno in NBA.
    Brooks ha battuto il coach di Milwaukee, Scott Skiles, che è finito secondo.
    Importante riconoscimento per questo giovane allenatore che non è neanche al suo secondo anno tra i professionisti, avendo rilevato la panchina dei Thunder lo scorso anno solo a campionato iniziato sostituendo il disastroso P.J. Carlesimo partito con un orrendo 1-14 (solo una vittoria a fronte di ben 14 sconfitte).
    Brooks lo scorso anno ha guidato Oklahoma per 67 partite vincendone 22 e perdendone 45. Quest’anno invece l’esplosione di squadra che ha permesso ai Thunder di issarsi nell’elite del basket che conta raggiungendo i playoff, vincendo ben 50 partite e perdendone 32. L’impresa è ancor più evidente se si considera che la Western Conference è molto più competitiva rispetto alla Eastern (anche se qui ci sono i Cavaliers di James), visto che molte squadre si sono giocate un posto per la post season mentre ad Est la situazione era molto chiara fin da subito e dalle prime partite.
    Brooks è stato avvantaggiato dal fatto di avere in squadra una super stella come Kevin Durant che solo al terzo anno nella Lega ha vinto il titolo di capocannoniere stagionale diventando il più giovane atleta in NBA a riuscirci (solo 21 anni!). Molti già lo accostano al livello di LeBron James e Kobe Bryant e la facilità con cui questo ragazzino infila il canestro a ripetizione è veramente spaventosa. In più il coach è stato aiutato dall’avere una squadra giovanissima che corre per tutti i 48 minuti sul parquet non mollando mai niente: giocatori come Russell Westbrook, Jeff Green, James Harden, Serge Ibaka, tutti poco più che ventenni e talentuosissimi danno ad Oklahoma (se il nucleo resterà intatto senza perdite e cessioni) la possibilità già dal prossimo anno di puntare a gareggiare per il titolo NBA. I risultati si vedono già ora perchè pur essendo in svantaggio 2-0 nella serie del primo turno playoff contro i campioni dei Los Angeles Lakers, i gialloviola stanno sudando le proverbiali 7 camicie per riuscire a domare gli ex Seattle Sonics.

    Nota anche su coach Scott Skiles che poteva meritare il riconoscimento visto che a livello di talento la sua squadra è molto più povera ma ha sfiorato le 50 vittorie: Milwaukee ha trovato nelle motivazioni date dal suo allenatore una grande risorsa e il futuro per Skiles è molto luminoso.
    Se si fanno 2 conti infatti i più esperti tra gli addetti ai lavori ritenevano Milwaukee una delle 5 peggiori squadre nella Lega e invece i Bucks sono arrivati addirittura ai playoff, e neanche da ultimi ma convincendo sempre di più partita dopo partita. Forse un piccolo miracolo sportivo.

  • NBA playoff 2010, primo turno: Lakers di misura sui Thunder

    Grande occasione buttata via per i Thunder a Los Angeles: i Lakers vincono non senza qualche patema visto che per ben 2 volte Oklahoma City ha avuto l’opportunuità di vincere la gara. I Lakers partono bene e sembrano chiudere la contesa già dopo il primo quarto, ma l’ingresso sul parquet di Serge Ibaka, centro congolese, gira il match a favore dei giovani Thunder: 3 stoppate in un minuto, Durant e compagni che prendono fiducia e che chiudono il secondo parziale in vantaggio di 2 punti. Kobe Bryant, fino a quel momento quasi inattivo, prende la squadra per mano nella ripresa (alla fine 39 punti per l’asso gialloviola) e aiutato dal solo Gasol (25 punti e 12 rimbalzi) riportano avanti i Lakers prima che gli ex Seattle Sonics guidati da Kevin Durant (che è sembrato aver preso le misure all’asfissiante marcatura di Ron Artest) arrivino ad un clamoroso -1 (93-92) a pochi secondi dalla fine. Bryant subisce fallo tattico e va in lunetta segnando solo un tiro libero. Durant prova la bomba da 3 per il sorpasso ma la palla tocca il ferro e schizza via, rimbalzo di Gasol che subisce un nuovo fallo tattico e imita il compagno Bryant segnando solo uno dei 2 liberi. Oklahoma va per la parità e il tiro di Green sulla sirena subisce la medesima sorte di quello di Durant. Thunder che tornano a casa con l’amaro in bocca. Spunti interessanti si sono delineati da queste prime 2 gare, ovvero il dominio di L.A. sotto i tabelloni e quindi molti secondi possessi sui rimbalzi offensivi, e l’atletismo dei giovani Thunder che hanno chiuso gara 2 con ben 17 stoppate (tra cui 7 di Ibaka e 4 di Durant). Quello che ha condannato Oklahoma è stato il tiro da 3 che non ha avuto molta fortuna sia in gara 1 che in gara 2. I Lakers però dovranno sudarsi questa qualificazione visto che i loro avversari hanno dimostrato di non voler cedere un solo centimetro ai campioni NBA. E solo per questo c’è da far loro un grandissimo applauso. Gara 3 è in programma giovedì 22 al Ford Center di Oklahoma City.

    Los Angeles Lakers – Oklahoma City Thunder 95-92
    -< Lak: Bryant 39, Gasol 25, Bynum 6, Brown 6 – Okl: Durant 32, Westbrook 19, Green 12

    Guarda gli highlights di Los Angeles Lakers – Oklahoma City Thunder

  • NBA, playoff 2010, primo turno: Los Angeles Lakers – Oklahoma City Thunder

    La sfida tra i campioni NBA in carica, i Los Angeles Lakers, e gli Oklahoma City Thunder sulla carta sembrerebbe segnata e scontata a favore dei gialloviola. Ma alcuni spunti fanno pensare ad una serie meno facile del previsto per Los Angeles.
    Iniziamo dicendo che Oklahoma City è una squadra in piena evoluzione fisica e tecnica, quindi i miglioramenti dei giocatori avvengono partita per partita e questa potrebbe essere la prima difficoltà per i campioni 2009 (i Thunder sono passati dalle sole 23 vittorie della stagione passata alle 50 di quella attuale, segno che la crescita esponenziale dei suoi giovani è costante ma anche imprevedibile).
    Secondo punto di riflessione è il periodo non proprio brillantissimo di Los Angeles che nelle ultime 10 partite ha collezionato 4 vittorie a fronte di 6 sconfitte. Una striscia di partite non esaltante che ha minato in parte le certezze della franchigia Californiana, anche perchè l’obiettivo di arrivare seconda nell’intera Lega era a portata di mano ma Orlando ha scavalcato sul filo di lana Bryant e compagni.
    Terzo aspetto da analizzare è il fattore infortuni che al momento vede Oklahoma City al completo nel suo roster mentre per i Lakers c’è l’incognita Andrew Bynum (e più in là si capirà quanto il giovane centro risulti decisivo contro i Thunder).
    Il punto a favore per la truppa di coach Phil Jackson è la grande esperienza maturata nei playoff: i Lakers sono i campioni in carica, tutti i giocatori del roster hanno avuto più di una esperienza all’interno dei playoff ed insieme hanno vinto il titolo 2009 (ad eccezione di Ron Artest, che ha però all’interno del suo curriculum 44 partite di playoff, giocate con tre squadre diverse). Jackson annovera 10 titoli NBA nel suo palmarès, Brooks è alle prime stagioni come Head Coach di basket. Il numero delle partite di post season giocate dal solo Artest è addirittura superiore a quelle giocate da tutta la rotazione dei Thunder, che si ferma a 35. Sono solo 3 infatti i giocatori che prima di quest’anno hanno avuto esperienze post regular season: Nenad Krstic (15 partite con i Nets), Nick Collison (11 con gli allora Seattle Sonics) e Thabo Sefolosha (9 con i Bulls).
    Questo è uno dei grandi vantaggi dei Lakers, il fatto di esserci già passati più e più volte e di sapere che tipo di atmosfera e partite li aspetta. Per i Thunder sarà tutta un’esperienza nuova, starà alla bravura del loro allenatore Scott Brooks fare in modo che i giocatori restino sempre concentrati e non si facciano trascinare dalle emozioni che per forza di cose li colpiranno. E questo fattore spesso risulta decisivo per avanzare e fare strada fino ad arrivare al titolo.

    In stagione gli scontri tra le 2 squadre sono 3-1 per Los Angeles ma si sono verificate situazioni molto interessanti: 2 match si sono decisi sulla sirena (3 novembre dopo un tempo supplementare e 22 dicembre super prestazione di Bryant da 40 punti per domare gli ex Sonics). Gli altri 2 si sono conclusi con scarti più ampi ma ciò che ha sorpreso è stata proprio l’ultima partita: il 26 marzo i Thunder hanno letteralmente demolito i Lakers vincendo 91-75 permettendosi il lusso di tenere tutti i titolari a riposo nell’ultimo quarto (che i gialloviola hanno dominato ovviamente con un parziale di 28-11 per quantomeno dimezzare i 30 punti di svantaggio). Proprio in questa partita molto sofferta è mancato Andrew Bynum e qui si capisce l’importanza che il giovane centro potrebbe rivestire nell’economia della serie. Nelle tre sfide giocate, il centro di Los Angeles ha chiuso con 16 punti e 8 rimbalzi di media, costringendo coach Brooks ad utilizzare spesso Serge Ibaka per cercare di arginare il suo strapotere fisico. Ad oggi non è ancora però ben chiaro quali siano le condizioni di Bynum, che soffre di un problema al tendine d’achille. La sua presenza per gara 1 non è ancora stata confermata.

    Ci sarà anche una sfida nella sfida ovvero Kobe Bryant contro Kevin Durant che rappresentano le 2 franchigie: il passato e il presente Kobe, il futuro luminoso Durant. In effetti il progetto dei Thunder, partito dalla lontana Seattle è sicuramente il migliore in NBA visto che assieme ai Grizzlies gli ex Sonics sono i più giovani per età media dell’intera Lega. Al momento l’unica lacuna è colmare un pò il buco sotto canestro nel ruolo di centro (che sicuramente il G.M. Sam Presti si preoccuperà di fare già nel prossimo draft per rendere Oklahoma veramente insidiosa per chiunque) visto che in quel ruolo non ci sono campioni ma solidi mestieranti. Los Angeles è completa in ogni ruolo ma a fare paura è il talento offensivo di Kevin Durant: l’ex Texas Longhorns a soli 21 anni si è laureato cannoniere stagionale con una media di 30.1 punti per gara diventando l’atleta più giovane nella storia della Lega a riuscire nell’impresa. Offensivamente mostruoso, Durant può segnare in qualunque modo ed ha un arsenale di soluzioni praticamente illimitato che ricorda molto quello di Kobe. La differenza la fa il fisico visto che il numero 35 è un’ala piccola di 210 centimetri scarsi con braccia lunghissime per tirare sulla testa di ogni avversario o batterlo dal palleggio per andare a schiacciare a canestro. Insomma un nuovo fenomeno nel mondo del basket d’oltreoceano che arriverà molto probabilmente secondo al solo LeBron James nella corsa al titolo di MVP.

    Lakers che scenderanno in campo con Derek Fisher e Kobe Bryant come guardie, Ron Artest e Lamar Odom come ali e Pau Gasol come centro. In attesa del rientro del centro Bynum che manderà Gasol a fare l’ala e Odom in panchina, ci sarà bisogno di Farmar e Brown.
    Oklahoma risponderà con Russell Westbrook e Thabo Sefolosha come guardie, Kevin Durant e Jeff Green come ali e Nenad Krstic come centro. La collaborazione dalla panchina partirà con il sesto uomo di lusso James Harden, poi Eric Maynor Serge Ibaka e Nick Collison a dare sostanza.

    Ovviamente le chiavi della serie sono solo per i Thunder in quanto se i Lakers giocano normalmente spediscono a casa i giovani avversari con un secco 4-0.
    Partiamo dal playmaker dove Westbrook dovrà sovrastare Fisher. Questo è il primo punto. Poi Sefolosha dovrà difendere su Bryant come ha sempre fatto (Kobe ha sempre detto che il miglior difensore che incontra in NBA è proprio il numero 2 di Oklahoma). Durant dovrà sobbarcarsi il peso offensivo della sua squadra sulle spalle cercando di mettere in cattiva luce le doti difensive di Ron Artest. Green dovrà limitare lo strapotere di Pau Gasol in mezzo all’area e lo stesso dicasi per Krstic nei confronti di Odom oppure di Bynum. Insomma sarebbero tanti i tasselli da mandare al posto giusto per sovvertire il pronostico e compiere il miracolo. Tutto molto difficile ma non impossibile.

    Gara 1 è in programma domenica alle 3.00 pm, le 21 italiane e in Italia la partita sarà visibile su Sportitalia. Questo il programma completo della serie:
    Gara 1: Oklahoma City Thunder @ Los Angeles Lakers domenica 18 aprile 3.00 pm (21.00 italiane)
    Gara 2: Oklahoma City Thunder @ Los Angeles Lakers martedì 20 aprile aprile 10.30 pm (4.30)
    Gara 3: Los Angeles Lakers @ Oklahoma City Thunder giovedì 22 aprile 9.30 pm (3.30)
    Gara 4: Los Angeles Lakers @ Oklahoma City Thunder sabato 24 aprile 9.30 pm (3.30)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Los Angeles martedì 27 aprile
    Gara 6: @ Oklahoma City venerdì 30 aprile
    Gara 7: @ Los Angeles domenica 2 maggio

  • NBA: Chicago agguanta i playoff, Durant vince la classifica marcatori

    Il risultato più importante della notte NBA è la vittoria di Chicago a Charlotte che dà ai Bulls una insperata (almeno fino a qualche tempo fa) qualificazione ai playoff dove incontrerà la migliore squadra dell’intera Lega, ovvero i Cleveland Cavaliers. Chicago prova a fare il vuoto ma Gerald Wallace tiene sempre i suoi in partita (alla fine 15 punti per lui). Poi si scatena Derrick Rose che chiude con 27 punti ben coadiuvato da Joakim Noah da 21 punti e 13 rimbalzi. Buona prova dell’ex Tyrus Thomas per i Cats con 16 punti. Chicago chiude la stagione sul 41 vittorie e 41 sconfitte, identico record della passata stagione.

    Atlanta batte Cleveland nel festival delle riserve e dei panchinari con Jeff Teague per gli Hawks che piazza 24 punti. Clevelan chiude la stagione con la quarta sconfita consecutiva e tutti i “big” a riposo in vista dei playoff.

    Boston lascia a riposo i migliori e Rajon Rondo ne approfitta per prendersi la scena piazzando 21 punti e 15 assist, che alla fine sono inutili perchè Milwaukee vince grazie ai 17 punti a testa della coppia Ridnour-Stackhouse.

    Dallas vince contro gli Spurs e le 2 squadre si ritroveranno a battagliare anche nella post season: anche lo scorso anno al primo turno le 2 squadre texane si sono affrontate ma con il vantaggio campo invertito (l’anno scorso per San Antonio, quest’anno per i Mavericks) e a spuntarla fu Dallas con grandi vittorie in trasferta. Nella partita odierna grande prova di Blair che piazza 27 punti e 23 rimbalzi conditi anche da 3 stoppate. Nowitzki invece allunga la serie di tiri liberi segnati consecutivamente a 74, estendendo il record di franchigia.

    New Orleans espugna Houston grazie ai 35 punti (e 10 rimbalzi) di West. Ai Rockets non bastano i 26 punti di Ariza e i 24 di Martin. Per gli Hornets “giovani fenomeni crescono” i rookie Collison e Thornton mettono a referto rispettivamente 26 e 20 punti.

    Vittoria più sofferta del previsto per i Miami Heat sui Nets che arriva dopo 2 supplementari. Senza la stella Dwyane Wade ci pensa Beasley a prendersi le luci della ribalta con 25 punti e 13 rimbalzi. I Nets timbrano la 70esima sconfitta stagionale ma grazie a questo orrido record (12 vittorie-70 sconfitte) hanno più possibilità di tutti di accaparrarsi il nuovo fenomeno John Wall al prossimo draft. Si aspetta solo il responso della Lottery tra un mese.

    Detroit espugna Minneapolis grazie ai 20 punti di Prince. Per i T-wolves (arrivati alla fine del calvario quale è stato questo campionato) ottimo Brewer con 27 punti.

    Orlando si prende il secondo miglior record della Lega dietro i Cavs battendo Philadelphia. Ora i Magic attendono Charlotte al primo turno playoff.

    Scontro inutile a Washington dove i Wizards battono sul filo di lana gli Indiana Pacers grazie ai 26 punti di Blatche. Per i Pacers ottimi i progressi mostrati quest’anno dal centrone Roy Hibbert che chiude la stagione con 29 punti.

    Kevin Durant diventa il più giovane atleta a vincere la classifica marcatori nella storia della NBA. La stella ex Sonics a soli 21 anni scrive già il proprio nome nella storia della Lega, e dopo soli 3 anni di attività è pronto a diventare il principale antagonista di LeBron James in campionato. Durant ha guidato i suoi Thunder alla vittoria su Memphis con 31 punti e chiude la sua annata con 30 punti di media a partita. Ora però ci sono i Lakers all’orizzonte nel primo turno playoff, che vede, secondo molti addetti ai lavori, già spacciati i giovanissimi di Oklahoma City che chiudono a 50 vittorie stagionali dopo le sole 23 dello scorso anno diventando così la principale candidata di squadra rivelazione dell’anno.

    Cadono ancora i Lakers, nel derby losangelino contro i Clippers. Senza Kobe Bryant non bastano i 21 punti di Odom e  18 punti e 17 rimbalzi di Gasol. I Clippers sono guidati dalla tripla doppia di Steve Blake che chiude con 23 punti, 10 rimbalzi e 11 assist.

    Curry aiuta i Warriors a battere i Blazers mettendo a referto 42 punti, 9 rimbalzi e 8 assist. Ora il fenomeno di Golden State si giocherà il titolo di rookie dell’anno con Tyreke Evans. Per Portland tutti a riposo in vista di Phoenix.

    E proprio Phoenix espunga la Energy Solutions Arena di Salt Lake City e si guadagna il terzo posto della Western Conference che vuol dire appunto Portland Trail Blazers al primo turno di playoff. Serata da dimenticare per i Jazz che speranzosi di agguantare addirittura il secondo posto, dopo la nona sconfitta casalinga perdono addirittura il fattore campo e scendono al quinto posto trovando come avversario i temibili Denver Nuggets di Carmelo Anthony. Deron Williams piazza 24 punti ma la metà proviene dalla lunetta (12/14) con 5/17 dal campo. Senza Boozer, Millsap delude con la sua gara che non va oltre i 7 punti ed i 7 rimbalzi per una squadra che tira il 37% e perde 19 palloni. Per i Suns uno splendido finale di stagione con 28 vittorie nelle ultime 35 partite giocate. Nella 54esima vittoria stagionale brilla Stoudemire (20 pts) mentre Nash si prende 4 tiri e smista 11 assist.

    Risultati NBA del 14 aprile 2010

    Charlotte Bobcats – Chicago Bulls 89-98
    (Cha: Thomas 16, Wallace15, Jackson 14 – Chi: Rose 27, Noah 21, Miller 11, Deng 11, Gibson 11)
    Atlanta Hawks – Cleveland Cavaliers 99-83
    (Atl: Teague 24, Evans 15, Pachulia 13 – Cle: Moon 15, Hickson 14, Parker 8, Telfair 8, Illgauskas 8)
    Boston Celtics – Milwaukee Bucks 95-106
    (Bos: Rondo 21, Daniels 13, Robinson 12, Williams 12 – Mil: Ridnour 17, Stackhouse 17, Ilyasova 15)
    Dallas Mavericks – San Antonio Spurs 96-89
    (Dal: Butler 20, Nowitzki 19, Kidd 18 – SA: Blair 27, Parker 16, Temple 14)
    Houston Rockets – New Orleans Hornets 115-123
    (Hou: Ariza 26, Martin 24, Scola 15 – NO: West 35, Collison 26, Thornton 20)
    Miami Heat – New Jersey Nets 94-86 (2 overtime)
    (Mia: Beasley 25, Chalmers 15, Wright 11, Jones 11 – NJ: Yi 23, Lee 17, Lopez 12)
    Minnesota Timberwolves – Detroit Pistons 98-103
    (Min: Brewer 27, Jefferson 16, Milicic 15 – Det: Prince 20, Villanueva 16, Summers 12, Daye 12, Jerebko 12)
    Orlando Magic – Philadelphia 76ers 125-111
    (Orl: Nelson 21, Carter 17, Gortat 16 – Phi: Speights 23, Dalembert 12, Carney 11, Green 11)
    Washington Wizards – Indiana Pacers 98-97
    (Was: Blatche 26, McGee 14, Martin 11 – Ind: Hibbert 29, Granger 17, Watson 14)
    Oklahoma City Thunder – Memphis Grizzlies 114-105
    (Okl: Durant 31, Green 16, Maynor 15, Ibaka 15 – Mem: Gay 25, Randolph 21, Mayo 17)
    Los Angeles Clippers- Los Angeles Lakers 107-91
    (Cli: Blake 23, Kaman 22, Outlaw 14 – Lak: Odom 21, Gasol 18, Brown 18)
    Portland Trail Blazers – Golden State Warriors 116-122
    (Por: Pendergraph 23, Webster 18, Howard 13, Cunningham 13 – GS: Curry 42, Ellis 34, Tolliver 19)
    Utah Jazz – Phoenix Suns 86-100
    (Uta: Williams 24, Okur 21, Miles 14 – Pho: Stoudemire 20, Frye 15, Richardson 12, Dragic 12)

    CLASSIFICHE NBA