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  • NBA, free agent: Boozer va ai Bulls, Durant rinnova con i Thunder [8 luglio 2010]

    Dopo il colpaccio di Miami che è riuscita a trattenere in squadra la sua stella Dwyane Wade e ad affiancargli un’altra superstar come Chris Bosh, strappato ai Toronto Raptors di Bargnani (Leggi l’articolo), si vanno delineando sempre di più i roster per la prossima stagione. Questa sera ci sarà l’annuncio di LeBron James in diretta TV che comunicherà la sua nuova squadra (e potrebbero essere, secondo fonti vicine al giocatore, proprio gli Heat di Wade e del neo acquisto Bosh!), ma le altre franchigie non stanno certo a guardare: i Chicago Bulls infatti hanno firmato il free agent, svincolato dagli Utah Jazz, Carlos Boozer.
    Per lui contratto quinquennale a 80 milioni di dollari.
    Ottima aggiunta per la squadra del nuovo coach Tom Thibodeau che copre il buco di ala grande che in questi ultimi anni aveva dato parecchi problemi alla franchigia dell’Illinois.

    Anche Ray Allen ha una squadra per il prossimo anno e saranno sempre i Boston Celtics. L’accordo è stato trovato sulla base di 2 anni ma le cifre ancora non sono state rese pubbliche anche se si vocifera di un contratto da 10 milioni di dollari all’anno.

    Non era un giocatore in scadenza (lo sarebbe stato la prossima Estate) ma su di lui la fila di pretendenti era già diventata chilometrica. Per questo motivo il suo General Manager, Sam presti, ha deciso di giocare d’anticipo e proporre un lungo e sostanzioso rinnovo alla sua stella più luminosa, Kevin Durant, nuovo fenomeno del basket NBA che quest’anno ha condotto gli Oklahoma City Thunder ai primi playoff della loro giovane storia (dopo il trasferimento da Seattle) e che si è laureato più giovane miglior marcatore della storia della Lega professionistica americana con 30.1 punti per partita.
    L’accordo è stato trovato sulla base di 5 anni (il massimo di durata per la fascia di età in cui è compreso Durant) ma il numero 35 di OKC ha dimostrato che non vuole soldi ma poter vincere: il suo contratto non è stato fatto al massimo salariale (percepirà 85 milioni di dollari), lasciando qualche milioncino alla società per poter rifirmare anche i suoi giovani compagni, che sono tanti e se non sono talentuosi come lui poco ci manca. Uno dei grandi problemi di Oklahoma è che a livello di budget non può competere con le grandi città americane e necessariamente la dirigenza vorrebbe restare sotto le soglie della luxury tax per non pagare fondi extra alla NBA. Il probelma è evidente se si pensa che prossimi ai rinnovi saranno in primis Jeff Green e Russell Westbrook, altre 2 pietre miliari della franchigia, poi si tratterà anche con James Harden e Serge Ibaka, per non parlare degli altri giocatori di contorno che sono sempre giovani sui 20 anni ma promesse sulla via dell’esplosione. Ecco che quindi in questa ottica si vede il rinnovo di Durant, che prima di tutto sente i suoi compagni di squadra come amici dentro e fuori dal campo e che assieme a loro vorrebbe costruire qualcosa di veramente importante che possa restare nella storia della NBA. I Thunder sono molto accreditati di dare fastidio a chiunque il prossimo anno, visto il progetto in piena evoluzione ed esplosione.
    L’annuncio è stato dato nei modi più semplici possibili, con ringraziamenti a famiglia, amici e compagni di squadra. Senza dirette TV o altre trovate megalomani…

  • NBA: I risultati della seconda giornata della Summer League di Orlando

    Seconda giornata della Summer League ad Orlando, in Florida, per le squadre NBA.
    Sono scese in campo tutte le 8 franchigie iscritte alla manifestazione.

    Spunti di rilievo anche ieri notte: Gli Utah Jazz hanno inflitto ai padroni di casa Orlando Magic la seconda sconfitta in 2 partite. Buone le prove del rookie Gordon Hayward, prima scelta dei Jazz, con 14 punti e 13 di Koufos che ha aggiunto anche 11 rimbalzi chiudendo in doppia doppia. Per i Magic ancora una volta ottimo Patrick Ewing Junior con 17 punti, mentre ha nuovamente deluso Daniel Orton, prima scelta della franchigia della Florida con soli 2 punti (segnati ai liberi) e nessun canestro dal campo su 6 tentativi per un complessivo di 1/14 in 2 partite contando anche la prima gara contro i Pacers. Da rivedere alla prossima sfida.

    Un canestro a tempo scaduto di Jeremy Pargo (7 punti per lui) permette invece ai Charlotte Bobcats di battere gli Oklahoma City Thunder e restare imbattuti. Grande prova anche di Gerald Henderson con 21 punti, 8 rimbalzi e 4 assist, ben coadiuvato dai 2 lunghi Derrick Brown e Alexis Ajinca con 14 punti a testa e 14 rimbalzi complessivi. Benissimo il quintetto dei Thunder, tutto in doppia cifra, guidato da uno scatenato James Harden che sta facendo vedere meraviglie (19 punti), 18 punti per Maynor, 14 punti per D.J. White e un ottimo Kyle Weaver, 12 per il sostituto del centro titolare Cole Aldrich (ancora indisponibile), ovvero Mullens che non sta demeritando affatto. In definitiva ad OKC è mancata la panchina, anche perchè Ibaka non è sceso in campo per alcuni fastidi.

    Nuova sconfitta invece per i Celtics, contro i Philadelphia 76ers del rookie meraviglia Evan Turner che chiude con 13 punti alla fine. Bene il solito Jodie Meeks con 18 punti mentre Speights è autore di una doppia doppia da 12 punti e 11 rimbalzi. Per Boston in evidenza il solito Harangody con 14 punti e 12 rimbalzi e Carroll con 14 punti.

    Infine i New Jersey Nets asfaltano gli Indiana Pacers grazie alla superba prova di Terrence Williams da 24 punti, 7 rimbalzi e 7 assist. Senz infamia e senza lode la terza scelta assoluta Derrick Favors con 12 punti a referto. Per i Pacers si salvano il solito Lance Stephenson con 15 punti e McRoberts con 11. Il rookie Paul George, decima scelta assoluta, chiude con 10 punti, 8 rimbalzi, 3 assist e 7 palle rubate: con un pò di precisione in più nel tiro da 3 (0/7) il suo score sarebbe stato eccellente. Ma le basi per un gran futuro ci sono tutte.

    Risultati Summer League di Orlando, seconda giornata:

    • Utah Jazz – Orlando Magic 78-73
      (Uta: Hayward 14, Koufos 13, Augustine 7, Gaines 7 – Orl: Ewing 17, Davis 13, Taylor 12)
    • Charlotte Bobcats – Oklahoma City Thunder 86-85
      (Cha: Henderson 21, Brown 14, Ajinca 14 – OKC: Harden 19, Maynor 18, Weaver 14, White14)
    • Boston Celtics – Philadelphia 76ers 69-86
      (Bos: Harangody 14, Carroll 14, Gaffney 10 – Phi: Meeks 18, Turner 13, Speights 12)
    • Indiana Pacers – New Jersey Nets 69-80
      (Ind: Stephenson 15, McRoberts 11, George 10 – NJ: Williams 24, James 21, Favors 12)
  • NBA: I risultati della prima giornata della Summer League di Orlando

    Prima giornata della Summer League ad Orlando, in Florida, per le squadre NBA.
    Sono scese in campo 8 franchigie, tra cui i Boston Celtics finalisti NBA, I Philadelphia 76ers del rookie Evan Turner, gli Orlando Magic, gli Utah Jazz e gli Oklahoma City Thunder.
    Ovviamente mancavano tutti i “Big” visto che la Summer League (che tra qualche giorno si sposterà a Las Vegas e vedrà impegnate molte più squadre) è fatta apposta per sviluppare i giocatori provenienti dalle Università o per chi dovrà disputare il primo anno in NBA o al massimo il secondo.

    Molto interessanti tutti i confronti di ieri notte: I Charlotte Bobcats, grazie ai 2 rookie della passata stagione (ora quindi sophomore) Derrick Brown e Gerald Henderson, autori di 20 punti a testa, si sono sbarazzati degli Utah Jazz, che hanno sbagliato l’ultimo tiro del possibile vantaggio o quantomeno della parità. 85-83 il risultato finale con la prima scelta dei Jazz, Gordon Hayward, che ha segnato 8 punti (100% dal campo in 25 minuti) con 5 rimbalzi in aggiunta.

    Gli Indiana Pacers invece, grazie alla superba prova di Lance Stephenson, rookie classe 1990, con 21 punti hanno battuto i padroni di casa Orlando Magic che hanno avuto in Patrick Ewing Junior, figlio del grandissimo centro dei Knicks e ora allenatore personale di Dwight Howard ai Magic, il top scorer con 15 punti. Bene anche la prima scelta dei Pacers, Paul George con 12 punti, Jeff Adrien per Orlando ha messo a segno una doppia doppia da 13 punti e 10 rimbalzi. Piuttosto maluccio invece Daniel Orton con 3 punti frutto di un inguardabile 1/8 dal campo e di un brutto 1/4 ai liberi. Se vorrà essere la riserva di Howard in squadra sarà chiamato a prove più consistenti. Risultato alla fine 86-77.

    Vittoria per Philadelphia contro New Jersey: la seconda scelta assoluta dietro a John Wall, al Draft, Evan Turner mette a referto 12 punti, 8 rimbalzi e 4 assist, Holiday è il top scorer con 23, buono anche l’apporto di Meeks con 18 punti. Per i Nets benissimo Terrence Williams con 23 punti e 7 assist, mentre la terza scelta assoluta Derrick Favors va vicino alla doppia doppia con 8 punti e 9 rimbalzi in 25 minuti scarsi. 84-74 il finale.

    Chiudiamo con la vittoria degli Oklahoma City Thunder che recuperano uno svantaggio di 21 punti e battono i Boston Celtics. Il clamoroso recupero ha messo molto di cattivo umore il G.M. dei Celtics Danny Ainge che nel post partita ha avuto dure parole nei confronti dei suoi giocatori.
    Sotto lo sguardo della loro stella e del loro leader Kevin Durant in panchina per stare vicino ai compagni, i Thunder partono male e Boston prende il largo. Ma il secondo tempo dei giovani di Oklahoma è stratosferico e grazie ai 24 punti di Mullens (che al momento occupa il ruolo di centro titolare per OKC in attesa di poter schierare Cole Aldrich dall’8 luglio in poi), ai 19 di un James Harden che lascia intravedere il suo vero talento, e ai 15 punti di Eric Maynor, il risultato viene ribaltato. A nulla servono i 23 punti di Harangody e le buone prove di Lafayette, Thompson e Carroll. Il finale dice 87-82 Thunder che già da ora fanno la voce grossa e mostrano i muscoli per essere protagonisti e continuare a sorprendere nella stagione 2010-2011.

    Risultati Summer League di Orlando, prima giornata:

    • Boston Celtics – Oklahoma City Thunder 82-87
      (Bos: Harangody 23, Lafayette 14, Thompson , Carroll 13 – OKC: Mullens 24, Harden 19, Maynor 15)
    • Charlotte Bobcats – Uta Jazz 85-83
      (Cha: Henderson 20, Brown 20, Williams 8, Ajinca 8 – Uta: Augustine 20, Rice 12, Gaines 11)
    • Indiana Pacers – Orlando Magic 86-77
      (Ind: Stephenson 21, Rolle 13, George 12 – Orl: Ewing 15, Adrien 13, Taylor 12)
    • New Jersey Nets – Philadelphia 76ers 74-84
      (NJ: Williams 23, Uzoh 11, James 11 – Phi: Holiday 23, Meeks 18, Turner 12)
  • NBA: Si scatena anche il mercato dei General Manager, Joe Dumars verso i Nets

    Non è solo il mercato dei giocatori a tenere banco in NBA. Anche i General Manager hanno tantissime richieste visto che alcune franchigia non solo stanno rifondando i propri roster ma addirittura rinnovando gli assetti societari.

    Negli ultimi giorni si sta facendo strada la voce che Joe Dumars, Presidente e G.M. dei Detroit Pistons, dopo una carriera piena di vittorie con la squadra del Michigan anche come giocatore, sarebbe stato contattato dai New Jersey Nets, interessatissimi a fare dell’ex guardia tiratrice dei “Bad Boys” di Detroit il loro dirigente principale.

    Dumars ha il grande merito di aver costruito pezzo per pezzo i Pistons vincenti degli anni 2000-2007, ma negli ultimi 2 campionati le sue scelte non hanno avuto lo stesso acume delle precedenti, gettando i Pistons nell’anonimato (vedi scambio Allen Iverson- Chauncey Billups con i Denver Nuggets come ultimo esempio).
    Ora i Nets sono pronti ad affidargli le sorti della società dato che il 15 luglio diverrà ufficiale il divorzio da Rod Thorn che ha già presentato le dimissioni da General Manager delle “Reti” del New Jersey.

    Dumars ha comunque rilasciato un’intervista dove ha escluso un suo spostamento dal Michigan e i Nets per cautelarsi hanno parlato anche con Jeff Bower, G.M. ed ex allenatore nella scorsa stagione dei New Orleans Hornets. Con l’arrivo di Monty Williams come head coach, Bower è ritornato alle sue vecchie mansioni nella Louisiana, ma il progetto dei Ntes potrebbe portarlo via dagli Hornets. Per sostituirlo, se dovesse cedere alle lusinghe di Avery Johnson (nuovo allenatore di New Jersey) i “Calabroni” avrebbero pensato allo stesso Dumars. Insomma un intreccio molto difficile da districare, ancor di più se si pensa che alcune fonti in NBA rimaste anonime comunque, sono pronte a giurare che il vero obiettivo dei Nets sarebbe Sam Presti, General Manager dei Thunder: Presti ha dimostrato, dal 2007 (anno in cui ha preso le redini della dirigenza dei Seattle Sonics, poi trasferiti ad Oklahoma City e diventati Thunder) di saper operare meravigliosamente sia in sede di mercato che di Draft e in soli 3 anni ha portato i Sonics/Thunder ad essere una squadra di primo rilievo nell’intero panorama della NBA. Con le ultime acquisizioni al Draft dello scorso 24 giugno i Thunder sono diventati completi sotto ogni punto di vista (proprio da New Orleans è arrivato il centro Cole Aldrich, undicesima scelta assoluta, in cambio della 21esima e 26esima scelta di Oklahoma City, che dovrebbe tappare il buco sotto canestro che negli scorsi playoff è costato l’eliminazione contro i Lakers al primo turno visto che Gasol, Bynum e Odom hanno fatto quello che volevano sotto i tabelloni).

    Oklahoma è indicata già come la probabile antagonista dei Lakers nella Western Conference la prossima stagione, pur avendo la squadra più giovane in NBA con un’età media vicina più ai 20 che ai 25 anni, e per l’enorme tasso di talento riuscito ad ammassare proprio da Presti in questi pochi anni grazie ad oculatezza ed operazioni mirate. Insomma uno dei manager più ambiti (anche per via dell’acquisizione al Draft 2007 di Kevin Durant, sicuramente la stella più promettente in NBA) e prima o dopo, siamo sicuri, riceverà la chiamata delle franchigie più nobili della Lega, e a quel punto Oklahoma sarà chiamata a trattenere il suo manager con una super offerta.

  • NBA, free agent: Blake ai Lakers, Stoudemire verso i Knicks [3 luglio 2010]

    I Los Angeles Lakers hanno raggiunto un accordo con Steve Blake, playmaker che nell’ultima stagione ha giocato a Portland e poi ai Clippers.
    Il contratto di Blake è stato fatto sulla base di 4 anni a 16 milioni di dollari complessivi.
    Ora si attendono sviluppi sulla situazione di Derek Fisher visto che per il ruolo di regista Jordan Farmar probabilmente non rifirmerà per i gialloviola.

    Novità intanto per quanto riguarda la situazione di Amar’è Stoudemire che ieri è stato a colloquio con il suo ex allenatore ai Phoenix Suns e ora head coach ai New York Knicks, ovvero Mike D’antoni.
    Sembra che Stoudemire sia fortemente tentato dall’avventura nella “Grande Mela” e che sebbene sia molto legato a Phoenix, sia come città che come tifosi, la tentazione di riunirsi assieme a D’Antoni e creare una squadra molto competitiva per il titolo sia molto forte.
    Intanto proprio i Suns per cautelarsi dell’eventuale partenza della loro ala grande hanno messo sotto contratto il lungo Hakim Warrick, anche se i dettagli dell’operazione ancora non sono stati resi noti. Warrick nell’ultima stagione ha giocato a Milwaukee e poi è stato scambiato dai Bucks a Chicago per arrivare a John Salmons.

    Pochi altri rumors invece per le altre squadre e gli altri giocatori. Quella più rilevante, visto che Wade, Bosh e James, i free agent più ambiti, continuano i loro colloqui privati con le delegazioni delle squadre NBA interessate a loro, è la probabile firma sul nuovo contratto che legherà Kevin Durant agli Oklahoma City Thunder per i prossimi 5 anni al massimo salariale per la fascia di contratto che include la stella numero 35. Sarebbero 85 milioni di dollari quindi 17 all’anno per il nuovo fenomeno della NBA che in soli 3 anni di carriera ha già dimostrato di essere un giocatore devastante e che visto il buon lavoro dirigenziale del G.M. Sam Presti fin dalla chiamata 3 anni or sono al Draft del 2007 (progetto partito da Seattle con i Sonics) sino ad ora ha costruito un roster interessante che potrebbe dare la possibilità alla franchigia di diventare la squadra da battere per i prossimi 10 anni vista l’età media che si aggira sui 20 anni ed il livello di talento dei giocatori “ammassato” in questo lasso di tempo. Kevin Durant non è free agent (lo sarà l’anno prossimo) ma i Thunder vogliono giustamente cautelarsi e non avere sgradite sorprese nella prossima Estate vista la lunga fila di pretendenti per il loro asso e uomo franchigia.

  • NBA: La lista e l’analisi dei free agent per il mercato più interessante della storia della NBA

    Parte oggi il mercato della NBA, e sarà l’Estate più calda dell’intera storia della NBA: mai così tanti campioni si sono ritrovati nella condizione di essere free agent tutti nello stesso anno!
    Volendo, anche una franchigia dalle potenzialità modeste, attingendo al mercato di questi 2-3 mesi potrebbe diventare una squadra da titolo, se ha creato spazio salariale per firmare qualcuno di questi grandi nomi.

    Di seguito proponiamo una scala gerarchica in base ai rapporti di forza che si sono venuti a creare nell’ultima stagione con annessa analisi del giocatore in questione. Alla fine daremo anche i nomi di 2 atleti che sebbene abbiano ancora il contratto garantito, secondo le ultime voci avrebbero chiesto di cambiare squadra.

    Ecco dunque la lista dei free agent (con almeno 15 nomi di lusso). Occhio alla top ten che si preannuncia fenomenale:

    40) Zydrunas Illgauskas (Centro, 35 anni, Cleveland Cavaliers): L’età è quella che è, ma la mano resta sempre pericolosa, anche dai 5-6 metri. Potrebbe essere molto utile per quelle squadre che hanno dei giovani centri in squadra e devono fare esperienza, visto che i suoi consigli potrebbero risultare molto utili.

    39) Amir Johnson (Ala Grande, 23 anni, Toronto Raptors): Durante l’infortunio di Chris Bosh, quest’anno, si è trovato catapultato in squadra e non ha demeritato, portando alla causa tantissima difesa, energia e anche qualche punto. Ancora in crescita tecnica, le squadre che stanno ricostruendo potrebbero anche puntare su di lui per il ruolo di ala grande.

    38) Kris Humpries (Ala Grande, 25 anni, New Jersey Nets): Nella stagione fallimentare di New Jersey ecco una piccola luce nel buio: il sostituto di Yi Jianliang ha prodotto alcune prestazioni fuori dal normale, ma è la continuità che manca. Un posto da titolare in una squadra di medio-bassa classifica potrebbe lanciarlo sul grande palcoscenico della NBA, anche perchè di “lunghi” nella Lega c’è sempre bisogno.

    37) Richard Jefferson (Ala Piccola, 30 anni, San Antonio Spurs): Stagione quasi fallimentare a San Antonio, in cerca di rilancio dopo una vita passata ad essere una delle stelle dei New Jersey Nets assieme a Jason Kidd e Vince Carter. Gli ultimi 2 anni a Milwaukee e San Antonio non gli hanno fatto certo onore ma il talento c’è e va riportato in superficie. Sarebbe ottimo anche come sesto uomo di lusso nel ruolo di ala piccola.

    36) Josh Howard (Ala Piccola, 30 anni, Washington Wizards): Talento pazzesco, ma qui il limite sono gli infortuni e la fragilità delle sue ginocchia, motivo per cui i Dallas Mavericks lo hanno tradato a metà stagione ai Wizards. Molto difficile che ritrovi l’esplosività perduta assieme ai suoi legamenti, ma la mano non cambia neanche se si hanno 60 anni e Howard se riuscisse a riciclare il suo gioco un pò più lontano da canestro potrebbe ancora dire la sua.

    35) Kyle Korver (Ala Piccola, 29 anni, Utah Jazz): Tremendo tiratore da 3, quest’anno ha avuto quasi il 54% dalla lunga distanza. Squadre povere nel settore degli specialisti da dietro l’arco dovrebbero farci un pensierino per risolvere i loro problemi.

    34) Wes Matthews (Guardia Tiratrice, 23 anni, Utah Jazz): Compagno di squadra di Korver a Utah, ha sorpreso il mondo intero in questa stagione: non draftato (ovvero nel Draft 2009 è finito fuori dai primi 60!) ha avuto un’occasione con i Jazz e ha dato prova di costanza, applicazione e sacrificio, riuscendo a prendersi in breve tempo il posto in squadra e diventando pericolosissimo sia dalla lunga distanza che da dentro l’area vista anche la stazza non indifferente. Molto vicino comunque al rinnovo con i Jazz.

    33) Drew Gooden (Ala Grande, 28 anni, Los Angeles Clippers): Per anni ci si è chiesti dove fosse il talento di questo “omone” che ha fallito in ogni squadra dove ha giocato, prima di arrivare, nell’ultimo giorno di mercato della scorsa stagione, ai Los Angeles Clippers, dove accanto a Kaman ha trovato la sua dimensione e fatto intravedere ottime cose: il problema è che dopo un anno di inattività per guai al ginocchio, il posto di ala grande titolare nei Clippers, sarà preso dalla prima scelta assoluta dello scorso Draft, ovvero Blake Griffin e ciò potrebbe spingere Gooden a trovarsi una nuova sistemazione.

    32) Derek Fisher (Playmaker, 36 anni, Los Angeles Lakers): Nella regular season sembra essere sempre un corpo estraneo nei Los Angeles Lakers, ma quando sente aria di playoff, il playmaker gialloviola si scatena e diventa essenziale per Kobe e compagni (e lo ha dimostrato ampiamente nella sua lunga carriera). Dovrebbe rinnovare per un’altro anno con i bi-campioni NBA.

    31) Nate Robinson (Playmaker, 26 anni, Boston Celtics): 175 centimetri scarsi di esplosività, non per niente ha vinto le ultime 2 edizioni dello Slam Dunk Contest all’All Star Game. Ma la testa va “curata” visti i numerosi sbalzi di concentrazione durante le partite che possono anche pregiudicare la vittoria di una gara.

    30) Jason Williams (Playmaker, 34 anni, Orlando Magic): Tornato in NBA dopo un anno sabbatico, il playmaker bianco dei Magic si ritrova senza una squadra ma le possibilità che Orlando lo rifirmi sono comunque alte: la sua esperienza sarà fondamentale anche in futuro per ritornare in Finale NBA.

    29) Ronnie Brewer (Guardia Tiratrice, 25 anni, Memphis Grizzlies): Non sarà mai un grande realizzatore ma la sua difesa è sempre di primo piano: autentico rubapalloni, non faticherà a trovare un ingaggio, anche se i problemi fisici quest’anno lo hanno molto limitato rispetto al solito standard di livello di gioco a cui ci aveva abituati.

    28) Travis Outlaw (Ala Piccola, 25 anni, Los Angeles Clippers): Ala piccola di livello assoluto, con un’altezza da ala grande che gli permette di tirare in testa agli avversari senza possibilità di essere stoppato dai suoi pari ruolo (un pò come succede per il fenomeno degli Oklahoma City Thunder Kevin Durant). Se è in serata può letteralmente incendiare il canestro avversario a suon di triple e tiri dalla media distanza, il suo pezzo forte del repertorio, ma quando si intestardisce nei momenti in cui la palla non entra risulta a dir poco dannoso per sè e per la squadra. Va “curato” in questi particolari e potrebbe essere un “big player” nei prossimi anni.

    27) Jermaine O’Neal (Ala Grande, 31 anni, Miami Heat): In forte parabola discendente come si è potuto vedere nell’ultimo anno disputato ad Indiana per poi essere ceduto prima a Toronto e poi a Miami. Il motivo di tutto ciò è oscuro, coi Celtics nei playoff ha avuto una percentuale realizzativa che ha sfiorato il ridicolo, ma il giocatore ammirato nei primi anni a Portland e in seguito ai Pacers non può essere scomparso nel nulla: serve dargli fiducia e non mortificarlo al primo errore, anche perchè è uno dei pochi “lunghi” che può abbinare classe e talento sia in attacco che in difesa vista la tecnica di tiro non indifferente.

    26) Shaquille O’Neal (Centro, 38 anni, Cleveland Cavaliers): Sull’orlo dei 40 anni, ormai più utile per far numero che per altri scopi, ha scritto la storia della Lega nei suoi anni ad Orlando, Lakers e Miami. Ma Shaq potrebbe ancora essere decisivo se centellinato con sapienza visto che la sua stazza sotto i tabelloni può risultare ancora decisiva per qualsiasi squadra.

    25) Mike Miller (Guardia Tiratrice, 30 anni, Washington Wizards): Ecco uno dei giocatori più completi dell’intera NBA: grandissimo tiartore dalla lunga distanza, ottimo passatore e anche efficace rimbalzista (quest’anno ha sfiorato più volte la tripla doppia, e nei Wizards sarebbe stata un’impresa di non poco conto!), appetito da diverse squadre non solo per le doti già elencate prima ma anche per un’intelligenza cestistica molto elevata, altruista quando serve, ma anche pronto a prendersi le sue responsabilità nei momenti difficili del match. Un jolly da non lasciarsi sfuggire, piace ad Orlando che lo portò nella Lega scegliendolo al Draft.

    24) Tracy McGrady (Guardia Tiratrice, 31 anni, New York Knicks): Lontano anni luce dal fenomeno che ha monopolizzato l’NBA negli anni passati tra Orlando Magic e Houston Rockets, visibilmente ingrassato, è in cerca di una squadra da titolo con campioni veri per fare il gregario (prima volta nella sua carriera) ed aiutare i suoi eventuali nuovi compagni a conquistare l’NBA.

    23) Raymond Felton (Playmaker, 26 anni, Charlotte Bobcats): Piccolo playmaker dalle mani buone ma con poca sapienza in regia, tuttavia sarebbe un’ottimo cambio per chi già possiede un buon regista per fargli tirare il fiato nei momenti di stanca delle partite. Se non sviluppa la sua visione di gioco non potrà ambire ad essere un titolare fisso e un uomo franchigia come più volte espresso nelle sue interviste. Comunque il talento non manca e neanche i suoi corteggiatori.

    22) Al Harrington (Ala Piccola, 30 anni, New York Knicks): Giocatore tuttofare, segna da 2 e da 3, prende rimbalzi e contribuisce, se tutto va per il verso giusto, alle vittorie di squadra. Ma se le cose vanno male finisce molto spesso con il perdersi nel marasma generale senza riuscire a trascinare i compagni, è questo il vero limite di un giocatore che avrebbe potuto sicuramente dare di più al mondo del basket americano. Tuttavia ci sono ancora almeno 5 anni di carriera, si attendono progressi nella sua tenuta mentale.

    21) Channing Frye (Ala Grande, 27 anni, Phoenix Suns): Reduce dalla migliore stagione della sua carriera ha mostrato evidenti miglioramenti, soprattutto mettendo in piedi un tiro da 3 letale che nessuno si aspettava da un quasi centro come lui. Ala grande che Portland ha mandato a Phoenix ma visti i problemi nel settore lunghi con gli infortuni di Oden e Przbylla avrebbe fatto meglio a tenere. Non mancano le pretendenti per lui ma i Suns vorrebbero tenerlo, sempre a cifre ragionevoli.

    20) Brendan Haywood (Centro, 30 anni, Dallas Mavericks): Centro da non sottovalutare, non spettacolare ma molto concreto, ha cambiato marcia ai Mavs quest’anno con il suo arrivo dai Wizards in cambio di Josh Howard. Peccato che i texani non abbiano sfruttato il secondo posto ottenuto in regular season ma le sue quotazioni sono in ascesa e non avrà difficoltà a trovare una squadra in vista del nuovo anno agonistico.

    19) J.J. Redick (Guardia Tiratrice, 26 anni, Orlando Magic): In ombra per un paio d’anni nella panchina degli Orlando Magic, è letteralmente esploso quest’anno: guardia bianca con un tiro letale, ha mostrato oltre alla sua tecnica di tiro e ai punti che può mettere assieme in una serata, anche un notevole progresso nella tenuta mentale. Molte volte ha salvato i Magic con le sue “bombe”, è chiamato alla riconferma per stabilizzarsi nella cerchia dei migliori tiratori NBA.

    18) Udonis Haslem (Ala Grande, 30 anni, Miami Heat): Sempre molto concreto e tenace, standard di rendimento molto stabile, non accusa cali a livello mentale. Può essere molto utile sia da titolare in ala grande che uscendo dalla panchina vista la grande disponibilità che dà al coach e alla squadra. Prezioso, a cifre ragionevoli Miami potrebbe tenerlo, visto che punta a creare una squadra con 3 “big free agent” per competere immediatamente per il titolo.

    17) Linas Kleiza (Ala Piccola, 25 anni, Olympiacos Pireo): Può sembrare strano vederlo così in alto, ma basta pensare alle ultime 2 stagioni di Denver per capire il perchè: anno 2008-2009 (con il lituano) e Denver dà filo da torcere ai Lakers in Finale di Conference. Anno 2009-2010 (con Kleiza all’Olympiacos) e i Nuggets vengono distrutti dai Jazz al primo turno dei playoff. Se inserito nel giusto roster è un tassello a cui non si può rinunciare, a Denver farebbero carte false per riaverlo ed accoppiarlo a Melo Anthony nei ruoli di ala (sempre che Anthony resti ai Nuggets!)

    16) Josh Childress (Ala Piccola, 27 anni, Olympiacos Pireo): Compagno di squadra, quest’anno, all’Olympiacos di Kleiza, è pronto a ritornare in NBA, ma bisogna dare tanti soldi a questo atleta che sa fare tutto ma che in alcuni momenti spegne la lampadina nella sua mente.

    15) Tyrus Thomas (Ala Grande, 24 anni, Charlotte Bobcats): Il problema per questo atleta dai mezzi fisici straordinari è il prezzo che richiede per il nuovo contratto: a Charlotte non sono disposti ad investire così tanto anche se lui ha trovato nel North Carolina la sua dimensione reale dopo il fallimento ai Bulls. Situazione in evoluzione, dopotutto è stato sempre una seconda scelta assoluta!

    14) John Salmons (Guardia Tiratrice, 30 anni, Milwaukee Bucks): Dopo la strepitosa metà stagione (febbraio-maggio) dopo il suo arrivo a Milwaukee che è stata trascinata ai playoff da questo folletto dalla mano sartoriale, ecco che le ambizioni di Salmons iniziano a venire a galla: vuole una squadra da titolo e probabilmente i Bucks lo perderanno, ecco perchè la franchigia del Wisconsin si è cautelata prendendo dai Golden State Warriors il suo sostituto naturale Corey Maggette.

    13) Luis Scola (Ala Grande, 30 anni, Houston Rockets): Uno dei giocatori più graditi a qualsiasi General Manager NBA, grazie alla sua applicazione e alla sua durezza nel gioco fisico anche contro avversari molto più quotati e grossi. Houston tentenna nella decisione se rinnovare il contratto e l’argentino rischia di allontanarsi inesorabilmente dal Texas.

    12) David Lee (Ala Grande, 27 anni, New York Knicks): Straordinario rimbalzista che nell’ultima stagione si è scoperto anche realizzatore. Molte volte vicino ai 20 punti e 20 rimbalzi, altre volte ha toccato e superato queste cifre riuscendo ad attirare l’attenzione su di sè di oltre mezza NBA. Portland farebbe carte false per prenderlo ed affiancarlo a Camby, Aldridge e Oden per il settore lunghi più forte e completo dell’intera Lega. Lui vorrebbe restare a New York se si realizzasse il sogno LeBron James, ma il suo desiderio contrasta con i soldi che richiede alla dirigenza arancioblu per i suoi servigi.

    11) Ray Allen (Guardia Tiratrice, 35 anni, Boston Celtics): Il tiratore più forte attualmente in NBA (in questi giorni c’è anche la discussione su chi tra lui e il grande numero 31 degli Indiana Pacers, tal Reggie Miller, che bruciava la retina avversaria suon di triple, alcune volte impossibili, sia più forte dalla lunga distanza) ha il contratto scaduto con i Celtics e vorrebbe restare sempre in una squadra da titolo, se non con i biancoverdi almeno con franchigie di pari livello. Il record di tiri da 3 punti segnati in una gara di Finale NBA (ben 8 bombe quest’anno in gara 2 contro i Lakers) potrebbe giocare a suo favore e dargli un’altra possibilità in un club pronto a diventare campione.

    10) Rudy Gay (Ala Piccola, 23 anni, Memphis Grizzlies): Atletismo incredibile e talento in esplosione per il capitano dei Memphis Grizzlies. A soli 23 anni è uno dei pezzi pregiati di questo mercato e i Minnesota T-Wolves farebbero follie per portarlo in squadra. In rampa di lancio per diventare un All Star al pari di altri campioni, potrebbe spostare gli equilibri della Lega con un eventuale trasferimento, almeno così sperano i Timberwolves…

    9) Yao Ming (Centro, 29 anni, Houston Rockets): Sarebbe uno dei top five tra i free agent di questa Estate, ma i dubbi sulle sue condizioni fisiche (caviglie e piedi visto il grande peso che sono costretti a sopportare quando scende giù dopo ogni salto) sono un’incognita da non sottovalutare. Probabilmente resterà a Houston, visto che è vicinissimo ai 30 anni ed è stato una vita intera in Texas,  ma New York un pensierino lo farebbe volentieri al centrone cinese per ritornare in alto e ai fasti di Pat Ewing che ha scritto la storia dei Knicks nel ruolo di centro.

    8) Carlos Boozer (Ala Grande, 28 anni, Utah Jazz): Etica del lavoro e forza mentale sono i punti forti di questa ala grande scelta qualche anno fa dai Cleveland Cavaliers addirittura al secondo giro del Draft e che in pochi anni è diventato uno dei lunghi più forti della Lega, che andando ai Jazz ha scomodato anche il paragone con il grandissimo Karl Malone, assieme a John Stockton la storia della franchigia di Salt Lake City. Le mani sono ottime anche dai 6 metri, la potenza devastante e anche se manca qualche centimetro è superlativo anche a rimbalzo arrivando sempre abbondantemente sopra la doppia cifra. Teoricamente sarebbe quasi da 20 punti e 20 rimbalzi a serata, gran colpo per chi vorrà metterlo sotto contratto visto che i Jazz e la politica al risparmio della dirigenza non sembrano dargli conferma nello Utah.

    7) Joe Johnson (Guardia Tiratrice, 29 anni, Atlanta Hawks): Voci contrastanti su questa guardia tiratrice dalla stazza fuori dal normale: proprio questo è il punto di forza di Johnson che sfrutta i centimetri e i chili in più per fare ciò che vuole contro i diretti avversari. C’è chi lo da in partenza, chi invece lo conferma agli Hawks visto che la squadra ha già un’ossatura molto forte. Molto difficile capire cosa farà, certamente Atlanta per tenerlo dovrà fare un super contratto al suo leader se non vorrà diventare una squadra da Draft Lottery il prossimo anno.

    6) Paul Pierce (Ala Piccola, 32 anni, Boston Celtics): Teoricamente il capitano dei Celtics sarebbe libero sul mercato, ma in realtà non è proprio così perchè dopo una vita passata in biancoverde basterà sedersi ad un tavolo e trovare un accordo tramite 2 parole tra amici di vecchia data per la permanenza di “The Truth” nel Massachusetts. Le sorprese sono escluse, almeno apparentemente…

    5) Amar’è Stoudemire (Ala Grande, 27 anni, Phoenix Suns): La novità dell’ultim’ora per questa ala grande dallo strapotere fisico quasi imbarazzante, dal talento meraviglioso e dalla capacità di essere un “finisher” devastante è che si è riavvicinato ai Phoenix Suns e nelle prossime ore ci potrebbe essere la tanto attesa firma per la permanenza nell’Arizona. I problemi sorgerebbero qualora non si giunga al lieto fine con Stoudemire che non gradirebbe l’ennesima trattativa saltata e potrebbe voltare le spalle alla franchigia arancioviola.

    4) Dirk Nowitzki (Ala Grande, 32 anni, Dallas Mavericks): Il leader indiscusso dei Dallas Mavericks ha deciso un pò a sorpresa di uscire dal contratto non esercitando la sua opzione di rinnovo. La mossa è di difficile comprensione ma dovrebbe rifirmare per i Mavs anche perchè per accontentare il tedesco la proprietà, con Mark Cuban in testa, proverà a far arrivare in Texas il fenomeno LeBron James. Difficile, ma per Cuban niente appare impossibile.

    3) Chris Bosh (Ala Grande, 26 anni, Toronto Raptors): L’ala grande più talentuosa di tutta l’NBA è stanca del Canada e tra tutti i giocatori in scadenza e senza contratto è quello più sicuro di non rifirmare per la squadra di appartenenza. Le opzioni sono chiare: o firmare per una squadra texana (visto che lui è nativo di Dallas) per riavvicinarsi a casa, oppure andare a Miami, Chicago o New York assieme a James e Wade per vincere subito il titolo NBA. C’è anche l’opzione Lakers ma per averlo, attraverso un “sign and trade” coi Raptors, i gialloviola campioni dovrebbero mettere sul piatto della bilancia Lamar Odom ed Andrew Bynum! Difficile, ma per accontentare Kobe Bryant non ci si pone limiti.

    2) Dwyane Wade (Guardia Tiratrice, 28 anni, Miami Heat): Guardia tiratrice dal talento smisurato, la migliore della Lega. Wade è di Chicago ma ultimamente le voci su di un suo passaggio ai Bulls si sono affievolite, a Miami è a casa e si trova ottimamente. Se gli Heat, che hanno il monte salari più basso della Lega, riuscissero ad affiancargli altri 2 fenomeni tra i free agent che sono sul mercato, allora Dwyane non si muoverebbe, altrimenti restano vive le opzioni New York e forse anche Clippers per via dello scenario Hollywoodiano che Wade gradisce particolarmente essendo fenomeno sia dentro che fuori dal campo.

    1) LeBron James (Ala Piccola, 25 anni, Cleveland Cavaliers): Il primo posto è suo, il free agent più ambito nella storia della Lega. Più di mezza NBA è in fila per assicurarsi i suoi servizi sul parquet, giocatore a dir poco devastante che ha solo 25 anni, su cui si può costruire la fortuna di una franchigia. All around player, sa fare tutto e con estrema naturalezza, punti, rimbalzi, assist, stoppate, palle rubate, attacco e difesa più una leadership indiscussa all’interno dello spogliatoio vista la sua forte personalità! stupisce che a Cleveland non sia riuscito ad arrivare sinora al bersaglio grosso, ovvero il titolo di campione NBA. M.V.P. delle ultime 2 stagioni, Chicago smonterebbe la squadra per firmarlo e farne l’erede di Michael Jordan, i Clippers documenti falsi per contrastare lo strapotere dei cugini gialloviola dei Lakers e del mito Kobe Bryant, New York ne farebbe la pietra miliare per il prossimo decennio per vincere più titoli possibili e farne uno degli atleti più ricchi del Mondo intero grazie ai guadagni di una grande città come la “Grande Mela”, Cleveland invece punta a convincerlo dandogli carta bianca per comporre lui stesso la squadra con atleti a lui graditi, e staff dirigenziale e tecnico, facendo leva anche sul fatto che James è nativo di Akron, cittadina a pochi chilometri da Cleveland, e che in Ohio LeBron è riverito più di un Imperatore. Situazione molto fumosa e ingarbugliata, una città intera soffre, spera e attende la sua decisione che potrebbe cambiare il destino della franchigia. L’impressione è che Cleveland resti la prima opzione ma mai come questa volta le certezze potrebbero prima vacillare e poi crollare da un momento all’altro! Non resta che attendere…

    Menzioni speciali per 2 atleti che non si liberano dagli attuali contratti, ma che hanno manifestato, come già detto all’inizio, il desiderio di cambiare aria, e sono:

    1) Chris Paul (25 anni) dei New Orleans Hornets, assieme a Deron Williams il più forte playmaker della Lega e che è in partenza per altri lidi, visto anche il progetto degli Hornets che sta ricostruendo partendo dai giovani. Non che Paul sia vecchio, anzi ha solo 25 anni, ma avendo raggiunto già un certo status nella Lega, ha voglia di vincere e non può farlo certamente con una squadra che puntando sui giovani sarà competitiva al massimo tra 4-5 anni. Lakers, Blazers, Mavericks sono alla finestra, ci vogliono ottime contropartite ma gli Hornets non precluderanno i sogni del numero 3. La sua permanenza pare veramente difficile.

    2) Carmelo Anthony (26 anni): La situazione qui è un pò complicata perchè Anthony ha esercitato (non come i suoi colleghi Bosh, James, Wade, scelti tutti nello stesso anno al Draft) l’opzione di rinnovo per un ultimo anno ma i Nuggets, benchè abbiano proposto anche il rinnovo per altre 3 stagioni dopo il 2011, non vorrebbero perdere la loro stella a parametro zero come rischiano ora i Cavaliers, gli Heat e i Raptors. Ecco perchè oltre al rinnovo da 65 milioni di dollari, la dirigenza di Denver sta guardando a possibili scambi con altre franchigie in modo che se Anthony non dovesse firmare l’estensione, sarebbe ceduto all’istante per continuare ad essere competitivi grazie ad una trade che lasci inalterato il livello di talento della squadra. Situazione in evoluzione, Anthony è legato a Denver e ai Nuggets ma non si opporrebbe ad una cessione per far guadagnare qualcosa alla sua squadra.

  • NBA: Paul via dagli Hornets, Durant pensa al rinnovo

    I Memphis Grizzlies sono tra le compagini più attive in questo momento del mercato.
    Dopo aver confermato il G.M. Chris Wallace al posto di comando ora puntano forte all’acquisizione del talento dei New Orleans Hornets Chris Paul.
    Per “CP3” è stata una stagione sciagurata, fortemente caratterizzata dagli infortuni che non gli hanno mai consentito di esprimere il suo talento, numeri alla mano l’ex Wake Forest ha messo assieme queste cifre: 18.7 punti (39 punti contro Dallas il massimo stagionale), 4.20 rimbalzi, 2.1 recuperi e 10.7 assist (19 contro Denver il massimo stagionale).
    I New Orleans Hornets non hanno centrato l’obiettivo playoff però a loro volta, grazie anche fiuto del loro G.M., e allo stesso tempo coach, Jeff Bower, hanno scoperto 2 future stelle come la guardia Marcus Thornton (22 anni) e Darren Collison (22 anni) il quale ha ricoperto il ruolo di Paul alla grande nel suo periodo di assenza (12.4 punti e 5.7 assist).
    Proprio l’exploit di Collison potrebbe rivelarsi la carta fondamentale per convincere la dirigenza Hornets a dire addio al loro gioiello, inoltre i Grizzlies hanno messo sul piatto niente meno che uno dei loro giocatori simbolo, O.J. Mayo (22 anni), reduce da un’altra eccellente stagione da 17.5 punti (career-high 40 contro i Denver Nuggets), 3.8 rimbalzi e 3.0 assist.
    I Grizzlies hanno fatto chiaramente capire che tra Rudy Gay (24 anni) e Mayo, quello a cui tengono di più è il loro capitano malgrado però incombono le lusinghe di altre franchigie, una su tutte i Minnesota T-Wolves.
    Paul viene marcato stretto anche dagli Orlando Magic che potrebbero mettere sul piatto della bilancia il playmaker Jameer Nelson e alcune scelte future, nonchè i Portland Trail Blazers che sarebbero pronti a rinunciare alla stella e al loro pilastro LaMarcus Aldridge pur di arrivare al play dei “Calabroni” della Louisiana.

    Sempre a proposito di mercato il fenomeno degli Oklahoma City Thunder, Kevin Durant, ha aperto la possibilità al rinnovo con la sua squadra.
    Durant quest’anno ha stabilito il record come più giovane miglior marcatore nella storia della NBA a soli 21 anni e l’interesse per il suo talento è vivissimo in moltissime squadre, prime fra tutte i Los Angeles Lakers che puntano a ricostruire su di lui il dopo Kobe Bryant (anche se per i primi anni dovrà convivere con il numero 24 visto il rinnovo triennale firmato pochi mesi fa).
    La situazione di Durant è in continua evoluzione perchè dopo i progressi mostrati sia da lui che dalla squadra quest’anno, vorrebbe giocare in una formazione competitiva, per puntare al titolo. Il problema è che la dirigenza dell’Oklahoma è molto attenta al bilancio e a non sforare il salary cap ed essendo i Thunder una formazione giovanissima (ha l’età media più bassa dell’intera NBA) tra qualche mese ci sarà il problema dei rinnovi contrattuali dei suoi giovani, che ora hanno contratti molto bassi ma che sicuramente chiederanno in futuro delle cifre consistenti. Quindi il rischio che qualche giocatore che ora fa parte del progetto un domani possa partire è molto alto, e questo dispiacerebbe molto alla stella col numero 35, che ritiene essenziali gli attuali compagni di squadra per poter andare sempre più lontani nei playoff.
    Il problema dei rinnovi contrattuali non si sarebbe posto a Seattle, visto che la città economicamente è una delle più ricche degli Stati Uniti, ma la partenza dei Sonics per Oklahoma City (cambiando anche la denominazione in Thunder) potrebbe mettere a rischio il progetto iniziato a Seattle, viste le risicate risorse economiche. E sarebbe veramente un peccato!

  • NBA: Maggette ai Bucks, scambio tra Kings e Sixers

    In attesa del Draft di questa notte che potrebbe cambiare i rapporti di forza tra le franchigie NBA, sono iniziati piccoli ma significativi movimenti di mercato nella Lega professionistica americana.

    Il più importante riguarda l’acquisizione dei Milwaukee Bucks dell’ala piccola dei Golden State Warriors Corey Maggette. Alla squadra californiana vanno Charlie Bell e Dan Gadzuric (2 giocatori sicuramente di secondo piano!).
    Milwaukee rafforza il suo roster con l’acquisizione di uno dei pezzi pregiati del mercato visto che non sa cosa farà del suo futuro John Salmons che è tentato dall’avventura in qualche squadra da titolo e così i Bucks si sono cautelati mettendo a segno questo colpo.

    Scambio anche tra i Sacramento Kings e i Philadelphia 76ers che in attesa di scegliere Evan Turner con la chiamata numero 2 assoluta hanno ceduto ai Kings il centro Haitiano Sammy Dalembert per Andres Nocioni e Spencer Hawes. L’argentino ed il centro bianco rafforzano sensibilmente i Sixers che stanno tentando la ricostruzione in attesa del Draft di questa notte.

    Da contorno la notizia che il fortissimo tiratore dei Miami Heat Daequan Cook è passato agli Oklahoma City Thunder assieme alla scelta numero 18 degli Heat al Draft, in cambio della 32esima scelta dei Thunder. Il motivo è che Miami vuole alleggerire il salary cap per poter fiondarsi più facilmente sui “big free agent” di questa Estate che si preannuncia caldissima. Gli ex Seattle Sonics invece grazie alla scelta numero 18 si posizionano davanti a Celtics e Spurs (che hanno la 19esima e 20esima scelta) nella corsa eventuale a Daniel Orton, centro che farebbe la fortuna della franchigia, scoperta proprio in quella posizione. Inoltre l’altra grande mancanza della squadra di Durant, il ruolo di tiratore da 3 punti, è stato coperto proprio ora con Cook che nel 2008-2009 ha anche conquistato il titolo di migliore “trepuntista” nell’All Star Game di Phoenix ma che quest’anno non ha brillato per via di acciacchi fisici. Ricordiamo inoltre che i Thunder hanno anche la 21esima scelta e la 26esima, insomma potranno veramente operare bene e rinforzarsi ancora di più dopo l’ottima annata appena trascorsa che li ha visti protagonisti facendo sudare ai playoff più del previsto e del necessario i Lakers poi campioni NBA.

  • NBA: I Pacers potrebbero lasciare l’Indiana

    Una voce dell’ultim’ora potrebbe sconvolgere il mondo NBA: i Pacers, una delle franchigie storiche della Lega, potrebbero lasciare Indianapolis per trasferirsi in un’altra città!
    Il motivo è sempre uno ed è semplice da capire: la crisi economica che attanaglia i settori produttivi degli Stati Uniti che leva molti spettatori agli sport professionistici visto che gli stipendi dei lavoratori non permettono più grossi svaghi come andare a vedere giocare la squadra della propria città.
    I guadagni per la franchigia gialloblu sono calati vistosamente e drasticamente e il problema è venuto in essere nel momento di pagare la quota d’affitto della Conseco Fieldhouse, la casa dei Pacers, che ammonta a circa 15 milioni di dollari che ovviamente il proprietario Herb Simon non ha a disposizione, visto che con manovre economiche tiene basso anche lo stipendio dei giocatori del roster onde non sforare il salary cap e pagare le penalità pecuniarie alla Lega.

    Una situazione veramente spinosa che riguarda un pò tutte le franchigie del basket a stelle e strisce, non a caso qualche voce di trasferimento salta fuori ad intervalli regolari. In alcuni casi però, come questo di Indiana, o poco tempo fa le voci riguardanti un possibile trasferimento dei Golden State Warriors (leggi l’articolo) ((ci sono fondamenti per pensare che la notizia non sia campata in aria.

    Se non dovessero essere trovati i fondi necessari per pagare l’affitto, l’unica soluzione sarebbe quella di spostare la squadra addirittura fuori dai confini nazionali, riportando la pallacanestro a Vancouver, in Canada, che già aveva ottenuto in passato il permesso di fondare una franchigia quando nacquero i Grizzlies, poi successivamente spostati a Memphis.

    Controvero invece il caso dei Seattle Sonics, dove i tifosi avrebbero volentieri mantenuto la squadra in città, facendo anche grossi sacrifici economici mentre il proprietario entrante, Clay Bennett, nativo di Oklahoma City, repentinamente ha spostato la franchigia nella sua città, lasciando delusi i milioni di tifosi smeraldo-oro, ben sapendo della ricchezza economica di Seattle che è una delle poche città a non risentire della crisi del mercato. Ora i Sonics, diventati Thunder, sono una delle squadre più forti della Lega grazie alla giovane stella Kevin Durant,ma ad Oklahoma City già si discute sul fatto che quando ci sarà da rinnovare i contratti di tutte le giovani promesse del roster non ci saranno i soldi per rifirmarle tutte, facendo cadere un progetto che sicuramente a Seattle avrebbe avuto sicuramente vita lunga e magari avrebbe portato qualche titolo NBA.

  • NBA: Ecco il miglior quintetto della stagione

    Sono stati resi noti i migliori quintetti NBA.
    Sostanzialmente non ci sono sorprese, con i migliori giocatori attualmente nella Lega a ricoprire i rispettivi ruoli.

    Come guardie sono stati selezionati Kobe Bryant dei Los Angeles Lakers e Dwyane Wade dei Miami Heat, come ali Kevin Durant degli Oklahoma City Thunder e LeBron James dei Cleveland Cavaliers e come centro Dwight Howard degli Orlando Magic.

    James è alla terza stagione consecutiva nella prima migliore squadra ed ha anche superato Larry Bird come migliore ala piccola in assist messi a referto in una singola stagione con la media di 8.6 in questa annata. Il numero 23 è anche stato nominato Giocatore della Eastern Conference per quattro volte questa stagione (e per di più consecutive tra novembre e febbraio) vincendo il secondo MVP di seguito.
    Howard, anche lui selezionato per la terza volta consecutiva è il primo a guidare il campionato sia in rimbalzi che in stoppate ed ha realizzato in questa stagione la bellezza di 64 doppie doppie di cui tre con 20punti e 20rimbalzi. Lui e James hanno ottenuto l’unanimità dei voti per il primo quintetto con 122 voti su 122.
    Bryant invece, selezionato per la quinta volta consecutiva, ne ha collezionate otto in carriera. Arrivato quarto in campionato per punti segnati (27 di media) con 5.4 rimbalzi e 5 assist è inoltre il secondo giocatore attivo insieme a Shaquille O’Neal con più presenze nel primo quintetto dietro solo a Duncan che ne ha collezionate nove.
    Durant, vera sorpresa stagionale, è invece al suo primo miglior quintetto dopo essere stato il giocatore più giovane a vincere la classifica dei marcatori con 30.1 punti di media per partita. Durant è stato anche giocatore del mese ad aprile dopo aver fatto almeno 30 punti in sette partite consecutive. Stagione straordinaria per il talento dei Thunder che ha bruciato tutte le tappe diventando in sole 3 stagioni una delle stelle più luminose del palcoscenico della NBA secondo solo all’irraggiungibile James.
    Al suo secondo miglior quintetto di fila, invece, Wade che assieme al solito LeBron James è l’unico dei vincitori del miglior quintetto NBA a comparire nella top 10 per punti, assist e rimbalzi con le medie di 26.5 punti, 6.5 assist e 4.8 rimbalzi a partita.

    Nel secondo miglior quintetto invece troviamo 2 giocatori di Phoenix (Stoudemire e Nash, segno di quanto abbia operrato bene il G.M. Steve Kerr nella costruzione della squadra che è tornata agli antichi splendori), poi una superstar come Melo Anthony e 2 grandissimi atleti come Deron Williams e Dirk Nowitzki.

    Di seguito riportiamo i 3 migliori quintetti con i voti ottenuti in totale tra parentesi:

    Primo quintetto All-NBA: LeBron James, Cleveland Cavaliers (610 punti); Kevin Durant, Oklahoma City Thunder (579 punti); Dwight Howard, Orlando Magic (610 punti); Kobe Bryant, Los Angeles Lakers (604 punti); Dwyane Wade, Miami Heat (520 punti)

    – Secondo quintetto All-NBA: Carmelo Anthony, Denver Nuggets (321 punti); Dirk Nowitzki, Dallas Mavericks (356 punti); Amar’è Stoudemire, Phoenix Suns (239 punti); Steve Nash, Phoenix Suns (366 punti); Deron Williams, Utah Jazz (343 punti)

    – Terzo quintetto All-NBA: Tim Duncan, San Antonio Spurs (125 punti); Pau Gasol, Los Angeles Lakers (94 punti); Andrew Bogut, Milwaukee Bucks (149 punti); Joe Johnson, Atlanta Hawks (118 punti); Brandon Roy, Portland Trail Blazers (87 punti)