Tag: kentucky university

  • Basket Ncaa, Uconn vince il titolo nazionale 2014

    Basket Ncaa, Uconn vince il titolo nazionale 2014

    Contro ogni pronostico i Connecticut Huskies vincono il campionato nazionale NCAA battendo i favoriti Kentucky Wildcats 60-54.  Per gli Huskies è il loro secondo titolo in quattro anni ed il merito di tutto questo va certamente dato al play Shabazz Napier. Per lui si conclude una stagione fantastica nel vero senso della parola: nominato migliore giocatore dell’anno ACC per Napier non è stato un percorso facile ma la sua risalita è stata una vera storia americana.

    Matricola e par-time durante il primo titolo per gli Huskies nel 2010-2011 è riuscito l’anno dopo a diventare giocatore insostituibile e a tempo pieno per la squadra del Connecticut. Shabazz entra definitivamente nella storia con un campionato svolto sulla media dei 17,9 punti, 5,8 rimbalzi e 4,9 assist a partita con un 40,3 di percentuale per i tentativi da tre nelle sue partite.
    Come molti media americani hanno sottolineato questa finale non ha solo aggiudicato il titolo ad un college nettamente inferiore sul piano tecnico ma ha posto fine alla politica sempre spesso evidenziata dalla NCAA di concetto “studente-atleta” dato che abbiamo visto due college dallo stile profondamente diverso: Kentucky con un quintetto modello di freshmen guidati dalla solida esperienza di coach John Calipari pronti allo sbarco in terra NBA,  mentre Connecticut ne arrivava da una serie di problematiche interne tra cui diversi scandali accademici con evidenti ripercussioni sull’andamento sportivo.

    I quasi 80mila spettatori presenti alla finale all’AT&T Arena sono stati quindi la giusta risposta per far accendere l’entusiasmo e tornare a parlare solo ed esclusivamente di basket. La cronaca è un copione già visto in questa stagione per Kentucky. Huskies domina per quasi tutto il primo tempo,  la presenza di Napier si fa subito sentire con 15 punti e aprendo così il vantaggio per 30-15 .

    Shabazz Napier esulta |Foto Twitter
    Shabazz Napier esulta |Foto Twitter

    La mano del coach ed ex play NBA Kevin Ollie fa il resto posizionando ottimamente le marcature che limitano i talenti dei Wildcats. Per la squadra di Calipari che ha fatto da inseguitrice per tutta la partita con numerose palle perse non bastano i vari James Young, a tratti indomabile con tre triple e 20 punti, o l’eterno lottatore Julius Randle per resumare una squadra completamente alla rinfusa. Il troppo spreco differenzia nettamente le due compagini portando così questa inaspettata vittoria per Napier e compagni. Il prossimo passo sarà il Draft NBA dove le maggiori stelle di questo campionato tra cui ovviamente Shabazz Napier riceveranno le attenzioni che meritano per i prossimi mesi.

    Connecticut: Napier 22, Boatright 14, Giffey 10. Rimbalzi: Daniels 6. 
    Kentucky: Young 20, Randle 10, An. Harrison 8. Rimbalzi: Young 7.

  • Basket NCAA, Kentucky batte Kansas e vince l’ottavo titolo

    Basket NCAA, Kentucky batte Kansas e vince l’ottavo titolo

    Come da pronostico: Kentucky University trionfa nel College basket e conquista l’ottavo titolo NCAA della sua gloriosa storia dopo un digiuno di 14 anni. Nella finalissima di New Orleans i Wildcats hanno battuto Kansas University per 67-59 rispettando così il ruolo di squadra favorita numero 1 della stagione, un team dal talento immenso che, ribadiamo ancora una volta, molti addetti ai lavori avrebbero visto benissimo anche nella NBA nonostante la giovane atà essendo tutti gli atleti studenti universitari.

    I Jayhawks hanno lottato e messo in campo tutto quello che era nelle loro possibilità ma non c’è stato nulla da fare al cospetto del talento immenso dei ragazzi di John Calipari, coach alla quarta Final 4 della sua carriera e tutte con squadre differenti. Per il condottiero di Kentucky è il primo titolo universitario conquistato. La squadra costruita per vincere ha portato a termine la sua missione.

    Gara sempre in controllo per Kentucky che spezza l’equilibrio già dopo i primi minuti portandosi sulla doppia cifra di vantaggio. Spinta dalle giocate offensive dei suoi fenomeni e dalla difesa dell’incredibile Anthony Davis il primo tempo si chiude con un vantaggio di 18 punti per i Wildcats.

    Kentucky University | © Ronald Martinez Getty Images

    Anche nella ripresa l’incontro non sembra cambiare piega fino a quando i giocatori di Calipari mollano l’intensità sul parquet e Kansas ne approfitta in parte ricucendo il divario dal -16 fino al -5 negli ultimi 5 minuti d gioco (62-57 con 100 secondi sul cronometro). Gli ‘Hawks avrebbero anche l’opportunità di pareggiare ma sprecano 2 azioni fondamentali e così subendo i falli tattici Kentucky chiude il discorso con i tiri liberi.

    Alla fine è decisivo Doron Lamb, miglior realizzatore dela match con 22 punti ma l’M.V.P. viene dato al super Anthony Davis, ormai eletto come prima scelta assoluta al prossimo Draft NBA: per il centro, figlio d’arte, gara sottotono in attacco con soli 6 punti (solo un canestro dal campo) ma presente in ogni altra zona del parquet con 16 rimbalzi, 6 stoppate, 5 assist e 3 recuperi.

    E’ probabile che tutto il quintetto di partenza di Kentucky l’anno prossimo giocherà in NBA , in molti scommettono che tutti e 5 i giocatori verranno scelti al primo giro (Davis ha già assicurata la chiamata da numero 1 assoluto), per il resto tra le fila di Kansas si segnalano Taylor con 19 punti e Robinson, mostruoso con 18 punti e 17 rimbalzi, che al momento sembra il candidato principale a prendersi la seconda scelta assoluta dietro al talento del già citato Davis.

    Finale NCAA 2012: 1 Kentucky-2 Kansas 67-59 (41-27)

    LEGGI ANCHE:

  • Basket NCAA, la Finale sarà Kentucky-Kansas

    Basket NCAA, la Finale sarà Kentucky-Kansas

    Sarà Kentucky University contro Kansas University la Finale del College basket, ultimo appuntamento della stagione NCAA che si disputerà nella notte italiana tra lunedì e martedì a New Orleans.

    Kentucky, grande favorita nella corsa al titolo visto l’enorme talento a disposizione in squadra (in primis la probabile prima scelta assoluta al prossimo Draft, Anthony Davis) ha battuto nel sentito derby Louisville (i 2 atenei distano appena un’ora di machhina l’uno dall’altro) per 69-61, mentre Kansas dopo una gran rimonta ha avuto la meglio su Ohio State per 64-62.

    KENTUCKY-LOUISVILLE: La squadra di Calipari vince l’infuocato derby contro Louisville (guidata in panchina dal rivale Pitino) in un match che è stato gestito al meglio dai Wildcats. Partita sempre in controllo per Kentucky nonostante la tanta grinta ed il grandissimo cuore dei Cardinals che hanno fatto di tutto e messo in campo tutte le risorse possibili per contrastare una squadra che secondo molti esperti non sfigurerebbe neanche in NBA, questo per far capire il livello di talento del roster di Kentucky che probabilmente vedrà tutti i titolari lasciare a fine anno per trasferirsi nella NBA. Una spanna sopra gli altri il fenomenale Anthony Davis, destinato alla prima chiamata assoluta nel Draft di giugno, che ha spazzato via quasi da solo gli avversari con una prova da 18 punti, 14 rimbalzi e 5 stoppate. A dare man forte al lungo dei ‘Cats è stato l’altro talento Kidd-Gilchrist, atleta sensazionale che sa far tutto sia in attacco che in difesa.

    Anthony Davis | © Ronald Martinez Getty Images

    KANSAS-OHIO STATE: Gara dai 2 volti quella invece giocata tra Jayhawks e Buckeyes. Il primo tempo è appannaggio di quest’ultimi ed Ohio State vola sul +13 al 14esimo e chiude sul +9 all’intervallo. Nella ripresa però Kansas riemerge dall’inferno e guidata da Thomas Robinson (19 punti ed 8 rimbalzi) e Johnson inizia a limare il distacco e grazie alle intuizioni di coach Bill Self (che chiude i rifornimenti sotto canestro alla stella di Ohio Jared Sullinger) trova la parità a 2 minuti e mezzo dal termine con Releford. Johnson porta a +3 i Jayhawks e gli ultimi disperati tentativi di Ohio State non servono per portare a casa la semifinale.

    Come già detto in precedenza, lunedì sera negli States ci sarà l’atto conclusivo ed a meno di miracoli sarà impossibile fermare Davis, Kidd-Gilchrist ed i Kentucky Wildcats.

  • NBA, Summer League: Wall e Cousins da applausi, Turner in difficoltà

    Non è il palcoscenico più importante per convincere scettici ed opinionisti, ma certamente la Summer League, ogni anno, dà molte indicazioni su chi potrebbe fare bene in NBA, essendo la vetrina più importante per tutti i giovani usciti dal Draft o reclutati dalle franchigie in giro per gli “States”.
    Ecco dunque i primi verdetti:

    Sicuramente tra i promossi ci sono John Wall e DeMarcus Cousins. Wall, prima scelta assoluta quest’anno al Draft, ragazzo sul quale i Washington Wizards stanno ricostruendo il loro futuro, ha chiuso con la migliore media punti del torneo (23,5), e quasi 8 assist per gara, chiudendo 2 volte in doppia doppia. Record di punti contro New Orleans con 31 punti a referto, latitante nel tiro dalla lunga distanza (1/8) ma i margini di miglioramento ci sono tutti. Il premio di migliore giocatore è andato però a DeMarcus Cousins, suo compagno di squadra a Kentucky University, quinta scelta assoluta dei Sacramento Kings che dimostrano ancora una volta di saper operare molto bene in sede di Draft dopo aver preso lo scorso anno, con la quarta chiamata, il futuro rookie of the year (matricola dell’anno) Tyreke Evans. Kings che grazie a Cousins coprono il buco sotto canestro per molti anni. In sostanza il centro di Sacramento ha chiuso con 14,5 punti e 9,8 rimbalzi per gara.
    Tra i giocatori al secondo anno grandi numeri per il play di Philadelphia Jrue Holiday (19,3 punti e 6 assist di media a Orlando) e l’ala di Golden State Reggie Williams (22,6 punti tirando 41,1% dal campo e 42,3% da tre a Las Vegas). Buone indicazioni da Landry Fields, Andy Rautins e Jerome Jordan, tre giocatori che i New York Knicks hanno scelto al secondo giro del Draft. Ottimo anche Paul George degli Indiana Pacers, forse snobbato da molte squadre (è finito al decimo posto al Draft) ma che meritava qualche posizione migliore. Bene Al Farouq Aminu dei Clippers con 15 punti di media a partita, Greg Monroe con 14 abbondanti a cui ha aggiunto 8 rimbalzi. DeMar DeRozan, al secondo anno ha fatto vedere buone cose finendo terzo in classifica marcatori: buona notizia per Andrea Bargnani e per Toronto, un pò meno per il nostro Marco Belinelli visto che DeRozan occupa il suo stesso ruolo (guardia tiratrice) in squadra.

    Tra i bocciati trova posto invece la seconda scelta assoluta Evan Turner dei Philadelphia 76ers. Nel torneo di Orlando l’ex Ohio State ha chiuso con 9,4 punti di media e il 33,3% al tiro, mettendo insieme più palle perse (3,4) che assist (2,8) e non riuscendo mai a segnare più di 13 punti nelle 5 partite disputate. Cifre che non gli rendono certamente onore, anche per quello che ha dimostrato di saper fare nel torneo NCAA. Più ombre che luci anche per Derrick Favors: la terza scelta assoluta del Draft ha giocato con i Nets il torneo di Orlando, lasciando però il palcoscenico a Terrence Williams che ha letteralmente incantato gli osservatori presenti. L’unica buona prova Favors l’ha offerta nell’ultima gara, quando con Williams tenuto in panchina per la maggior parte del match ha chiuso con 23 punti e 11 rimbalzi. Troppe ombre e poche luci anche per Hasheem Thabeet, seconda scelta assoluta al Draft dello scorso anno, reduce da una stagione difficilissima con Memphis (che lo ha visto addirittura finire in D-League per qualche partita!). Il tanzaniano ha giocato 5 gare con i Grizzlies a Las Vegas, facendo buone cose solo nella terza sfida, in cui ha chiuso con 21 punti, 14 rimbalzi e ben 6 stoppate. Le altre gare invece sono state molto povere di contenuti, l’altezza molte volte non fa la differenza (Thabeet è alto 223 centimetri).

    Senza infamia e senza lode la Summer League della nona scelta assoluta Gordon Hayward degli Utah Jazz, che nell’ultimo torneo NCAA stava portando la sconosciuta Butler University al titolo.

    Non sono stati oggetto di valutazione nè la quarta scelta assoluta, Wesley Johnson dei Minnesota Timberwolves, nè la sesta, ovvero Ekpe Udoh dei Golden State Warriors a causa degli infortuni. Johnson ha giocato 22 minuti segnando 10 punti nella prima gara ma si è procurato un infortunio al tendine del ginocchio, Udoh invece dovrà restare ai box per circa 6 mesi per un infortunio al polso. Non ha fatto in tempo a mettere piede sul parquet il centro bianco, dal fisico imponente, Cole Aldrich, scelto dagli Hornets ma scambiato subito con i Thunder. L’11esima scelta assoluta per problemi burocratici di transfer ha dovuto vedere giocare i suoi nuovi compagni dalla panchina, perdendo la possibilità di mettersi in mostra.

  • NBA: La Draft Lottery premia Washington, seconda scelta per Philadelphia, solo terzi i Nets che avevano il peggior record

    Nella notte c’è stata la Draft Lottery NBA, uno degli eventi più seguiti negli Stati Uniti, che rende ufficiali tramite un sistema di lotteria, l’ordine delle squadre che al Draft potranno scegliere i migliori giocatori provenienti dalle Università e dall’Europa. Ovviamente partecipano a questa selezione solo le 14 squadre non qualificate per la post season, che ovviamente hanno bisogno di “aiuto” per riemergere dopo un anno da dimenticare. Dopo queste 14 squadre, infatti, l’ordine di scelta per chi ha ottenuto la qualificazione ai playoff, segue l’ordine del record di vittorie-sconfitte in stagione (esempio i Cavaliers avranno la 30esima scelta perchè hanno ottenuto il miglior record, Orlando la 29esima visto che è stata la seconda migliore squadra della Lega in stagione regolare, i Lakers la 28 esima e così via)

    C’era tanta attesa per i Nets che avevano avuto in stagione il peggior record (12 vittorie e 70 sconfitte), pronti a rifondare la squadra con la possibile prima scelta e con il mercato dei giocatori free agent visto l’enorme spazio salariale a disposizione.
    Identica situazione per Minnesota, che in regular season aveva ottenuto qualche vittoria in più rispetto ai disastrati Nets.

    E invece la “follia” delle palline nell’urna ha premiato una delle squadre più sfortunate nell’intero anno cestistico, ovvero i Washington Wizards, che tra cessioni illustri per motivi di bilancio (Antawn Jamison ai Cavaliers di James e Caron Butler ai Mavericks di Nowitzki) e guai con la legge per l’esuberanza di alcuni giocatori della franchigia capitolina (vedi caso Gilbert Arenas per la famosa faccenda delle armi da fuoco portate nello spogliatoio dei Wizards durante gli allenamenti della squadra, gesto che è costato sospensione per tutto l’anno sportivo più multa e ore di servizi sociali al numero 0 di Washington) ha invece ricevuto in dote dalla fortuna la serie di numeri che dà la possibilità di sceglier per primi nel prossimo Draft del 24 giugno. I Wizards avevano il quinto peggior record e hanno compiuto quindi un prodigioso balzo in avanti avendo solo l’8,8% di aggiudicarsi il primo posto, scavalcando New Jersey Nets, Minnesota Timberwolves, Sacramento Kings e Golden State Warriors.
    Altra squadra baciata dalla buona sorte sono stati i Philadelphia 76ers che hanno ottenuto la seconda scelta assoluta benchè la posizione di partenza fosse la sesta. Troppo esigue le percentuali dei Toronto Raptors di Andrea Bargnani (0,6%) di arrivare primi, veramente un’inezia al confronto degli altri.

    Poi nessun’altra sorpresa con i Nets appunto che sono scalati al terzo posto (con una grandissima delusione), Minnesota al quarto, Sacramento al quinto, Golden State al sesto e via dicendo.
    Grande opportunità quindi per Wizards e 76ers che si spartiranno i 2 migliori talenti Universitari, ovvero il fenomeno John Wall (talentuosissimo play-guardia di Kentucky University in odore di essere scelto come primo assoluto) ed Evan Turner (guardia-ala piccola tuttofare di Ohio State University che eccelle in ogni singola statistica di gioco, dai punti, agli assist, ai rimbalzi per finire alle stoppate e alle palle rubate). Sono loro i premi per Washington e Philadelphia che potranno tranquillamente ricostruire nel giro di pochi anni su questi 2 fenomeni!

    Di seguito riportiamo l’ordine di probabilità delle squadre di ottenere la prima scelta assoluta a seconda del loro (peggiore) piazzamento in stagione (che fa riferimento alla regular season 2009-2010):

    1 New Jersey Nets: 250 combinazioni, 25% di probabilità di poter avere la prima scelta
    2 Minnesota Timberwolves: 199 combinazioni, 19.9% di probabilità
    3 Sacramento Kings: 156 combinazioni, 15.6% di probabilità
    4 Golden State Warriors: 119 combinazioni, 11.9% di probabilità
    5 Washington Wizards: 88 combinazioni, 8.8% di probabilità
    6 Philadelphia 76ers: 63 combinazioni, 6.3% di probabilità
    7 Detroit Pistons: 43 combinazioni, 4.3% di probabilità
    8 Los Angeles Clippers: 28 combinazioni, 2.8% di probabilità
    9 Utah Jazz (ricevuta dai New York Knicks): 17 combinazioni, 1.7% di probabilità
    10 Indiana Pacers: 11 combinazioni, 1.1% di probabilità
    11 New Orleans Hornets: 8 combinazioni, 0.8% di probabilità
    12 Memphis Grizzlies: 7 combinazioni, 0.7% di probabilità
    13 Toronto Raptors: 6 combinazioni, 0.6% di probabilità
    14 Houston Rockets: 5 combinazioni, 0.5% di probabilità

    E ora riportiamo l’ordine del Draft dopo la “Lottery”:

    1. Washington Wizards
    2. Philadelphia 76ers
    3. New Jersey Nets
    4. Minnesota Timberwolves
    5. Sacramento Kings
    6. Golden State Warriors
    7. Detroit Pistons
    8. Los Angeles Clippers
    9. Utah Jazz
    10. Indiana Pacers
    11. New Orleans Hornets
    12. Memphis Grizzlies
    13. Toronto Raptors
    14. Houston Rockets

    Appuntamento al 24 giugno con il Draft, dunque, primo grande appuntamento per iniziare a capire i destini delle squadre per la stagione 2010-2011!

  • NBA: Collison e Dampier sotto i ferri per problemi alle ginocchia

    Terminata la stagione con un’eliminazione al primo turno dei playoffs (seppur in modo del tutto differenti), sia Eric Dampier che Nick Collison si sono sottoposti a piccoli interventi in artroscopia al ginocchio. Il centro dei Mavs si è operato il sinistro, Collison invece il destro. Per entrambi il periodo di stop sarà tuttavia molto breve e torneranno disponibili già alla ripresa estiva degli allenamenti.
    Eric Dampier, 211cm classe 1975, ha vissuto una stagione di alti e bassi: gli infortuni al ginocchio, l’influenza e un misterioso malanno (mai dichiarato dal team) gli hanno consentito di giocare solamente 60 partite (55 di regular e 5 di playoffs), ma è stato l’arrivo di Haywood a rubargli il posto da titolare in una stagione che lo vedeva viaggiare con le cifre più alte da quando è giunto ai Mavs. Mentre con Gooden c’era compatibilità, con Haywood, giocatore dalle caratteristiche più o meno simili, inevitabilmente sono sorti i problemi: minutaggio in calo e, di conseguenza, cifre in calo. In regular ha fatto registrare 6 punti a partita (62% al tiro), 7.3 rimbalzi e 1.4 stoppate in 23.3 minuti di impiego medio. Ai playoffs ha tirato solamente 8 volte senza segnare mai se non ai liberi: 1 punto di media (0% al tiro), 6.6 rimbalzi e 1 stoppata in 23.6 minuti di impiego medio.
    Dampier rischia seriamente di essere ceduto. Il suo ultimo anno di contratto (a 13.1 milioni di dollari) non è infatti garantito e quindi la società potrebbe inserirlo in una trade (stessa sorte potrebbe toccare a Stevenson, Butler e Barea e Haywood stesso qualora da free-agent dovesse chiedere cifre astronomiche, il che vorrebbe dire che potrebbe essere lasciato libero sul mercato.

    Nick Collison, 208cm classe 1980, è reduce da una stagione più che positiva con i Thunder. Per lui 81 partite giocate in stagione (75 in regular e 6 ai playoffs) con le seguenti medie: 5.9 punti (59% al tiro) e 5.1 rimbalzi in soli 20.8 minuti di gioco. Ai playoffs le sue cifre sono calate: 3.2 punti (33% al tiro) e 4.7 rimbalzi in 21.5 minuti di impiego medio.
    Il prossimo anno il giocatore entrerà nel suo ultimo anno di contratto (6milioni e 750 mila dollari) ma non dovrebbe essere ceduto. Oklahoma ha infatti un discreto margine nel salary cap e l’ossatura della squadra è composta di giovani tutti sotto contratto. Con azzeccate scelte al draft (non molto alte per la verità, ma negli anni passati molti ottimi giocatori sono stati scelti al termine del primo round o addirittura al secondo giro) e con mirati interventi sul mercato dei free-agent la squadra potrà rafforzarsi senza sforare il salary-cap. Assolutamente da evitare l’acquisto di giocatori di nome (tipo Chris Bosh) che porterebbero a spese folli senza risultato per poi non poter rinnovare tutti i giovani del roster quando bisognerà farlo. Serve un centro e un buon tiratore da 3 punti, ma li si può trovare tra i rookie e tra i free agent senza bisogno di sottoscrivere contratti altissimi da 20 milioni. Osservati speciali il centro di Kentucky ma nativo di Oklahoma (molto simile a Dwight Howard per stazza e struttura fisica) Daniel orton, e il tiratore dell’Università di Butler Gordon Hayward, con una struttura fisica anch’egli impressionante per una guardia tiratrice (204 centimetri) e che ha trascinato i suoi alla Finale NCAA quest’anno, persa contro Duke. Se i Thunder (con la 21esima scelta e la 26esima scelta) riusciranno ad accaparrarsi questi 2 talenti, la squadra potrebbe fare il definitivo salto di qualità e insidiare anche le più forti pretendenti per il titolo NBA.