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  • Inizia l’era Inzaghi tra l’addio di Seedorf e la Saudade di Kakà

    Inizia l’era Inzaghi tra l’addio di Seedorf e la Saudade di Kakà

    Con il comunicato apparso ieri sul sito ufficiale della società rossonera si è conclusa l’avventura di Clarence Seedorf sulla panchina del Milan ed ha avuto inizio l’era di Pippo Inzaghi come allenatore della prima squadra. Non è però soltanto la questione tecnico a tener banco in casa Milan, da  qualche giorno infatti si fa sempre più pressante un rumor su una voglia di ritornare in Brasile da parte di Kakà.

    Clarence Seedorf e Filippo Inzaghi
    Clarence Seedorf e Filippo Inzaghi

    Partiamo dall’investitura di Inzaghi, che SuperPippo fosse il tecnico del Milan era chiaro già dal 26 maggio scorso, mancava soltanto l’ufficialità che come già detto è arrivata nel primo pomeriggio di ieri. Ora Inzaghi, che ha firmato un contratto che lo legherà ai rossoneri sino al 30 giugno 2016 dovrà dimostrare sul campo di valere la fiducia accordatagli dal presidente Silvio Berlusconi, fiducia che il presidente stesso e la dirigenza del Milan non avevano più in Clarence Seedorf.

    144 giorni, tanto è durato il “Regno” dell’allenatore olandese sulla panchina del Milan, dal giorno della firma sino al comunicato di ieri. Seedorf che era stato fortemente voluto da Berlusconi per sostituire l’esonerato Massimiliano Allegri, ha pagato molto probabilmente la mancata qualificazione in Europa League e le problematiche nate nella gestione dello spogliatoio. Come abbiamo anticipato il destino di Seedorf era già stato deciso il 26 maggio, per giungere all’ufficialità però si è dovuto attendere sino a ieri perchè nei giorni passati si è cercato di trovare un accordo tra il tecnico e la società per giungere ad una risoluzione del contratto. Così non è stato e si è giunti all’esonero con il Milan che sarà costretto a pagare a Seedorf 2,5 milioni di euro netti per le prossime due stagioni o almeno sino a quando non troverà un altro ingaggio.

    Detto dell’arrivo di Inzaghi e dell’addio di Seedorf, veniamo alla situazione Kakà.

    Kakà
    Kakà

    Il brasiliano, ritornato la scorsa estate al Milan dopo 4 anni poco positivi con il Real Madrid, potrebbe lasciare nuovamente i rossoneri per fare ritorno nel suo Brasile e più nel dettaglio nella squadra che lo ha reso grande, il San Paolo. Non sarebbe però un addio per scelta tecnica ma per scelta familiare.

    I Media brasiliani infatti hanno fatto sapere che i rapporti di Kakà con la moglie Caroline non sarebbero più quelli di una volta e ci sarebbe anche il rischio di separazione, anche se la portavoce di Caroline ha smentito il tutto, resta comunque il fatto che lei è tornata da qualche mese a vivere in Brasile e che Kakà per star vicino alla famiglia sarebbe pronto a far ritorno nel proprio paese lasciando a malincuore il Milan potendo sfruttare una clausola nel proprio contratto che permetterebbe di sciogliere l’accordo entro il 30 giugno 2014.

     

  • Da Tevez a Callejon, gli esclusi eccellenti delle convocazioni al mondiale

    Da Tevez a Callejon, gli esclusi eccellenti delle convocazioni al mondiale

    Ibrahimovic, Bale, Lewandowski, Hamsik, Cech, tutti grandi nomi che sapevamo essere assenti al mondiale in Brasile in quanto non qualificati con le proprie nazionali, dopo le convocazioni e le preconvocazioni si vanno ad aggiungere altri nomi pesanti.

    Che  il Ct dell’Argentina Sabella non avrebbe chiamato l’attaccante della Juventus Carlos Tevez, autore di 19 reti nella stagione che deve ancora concludersi in Serie A, lo si sapeva oltre a lui però in attacco il commissario tecnico dell’Albiceleste ha deciso di rinunciare a Pastore e a Maurito Icardi scegliendo Franco Di Santo che non ha certo brillato in Bundesliga. Altra conoscenza italiana assente è il difensore della Fiorentina Gonzalo Rodriguez.

    Carlos Tevez
    Carlos Tevez

    Se l’Apache certamente non andrà in Brasile, il suo compagno alla Juventus Fernando Llorente ha la speranza di partecipare al Mondiale, il navarro infatti si trova nella lista dei preconvocati nella quale non figurano nè l’attaccante esterno del Napoli, protagonista di una grande stagione, Callejon, nè il centrocampista viola Borja Valero. La concorrenza tra le Furie Rosse è tanta, però si pensava che uno dei due avrebbe potuto far parte almeno dei 30 preconvocati.

    Prima dei calciatori già citati si era venuti a conoscenza dell’assenza nella lista dei 30 della Germania, stilata dal Ct tedesco Joachim Loew, dell’attaccante della Fiorentina Mario Gomez, ma questa era piuttosto ovvia visto la stagione travagliata che ha avuto a causa degli infortuni il tedesco.

    Deluso sicuramente anche Kakà che aveva iniziato la stagione del suo ritorno in rossonero con la speranza ed il sogno di indossare la casacca verdeoro nel mondiale casalingo, oltre a lui nel Brasile non ci saranno due giocatori autori di una stagione straordinaria nell’Atletico Madrid, Miranda e Filipe Luis ma anche il portiere della Fiorentina Neto, il centrale della Roma Leandro Castan e l’ex giallorosso Marquinhos ora in forza al Psg.

    Sempre parlando di Roma, niente mondiale nemmeno per Radja Nainggolan che nonostante il buon campionato a metà tra Cagliari e giallorossi, figura soltanto nelle riserve del Belgio.

    Anche le scelte del Ct Deschamps hanno fatto discutere e sono state soggetto di critiche in Francia, al mondiale tra i Galletti non ci saranno Nasri, Abidal, Mexes, Rami e Lacazette, l’assenza del centrocampista vincitore della Premier con la maglia del Manchester City ha alzato un vero e proprio polverone con la fidanzata di Nasri che ha apostrofato con parole poco eleganti e gentili il tecnico della nazionale.

    Nell’Olanda Van Gaal oltre a dover fare a meno dell’infortunato Strootman, ha deciso di rinunciare al portiere Stekelenburg e al difensore Van der Wiel che però ha dichiarato di aver detto no lui al tecnico.

    Proviamo quindi a stilare un 11 degli assenti al mondiale, una formazione che certamente farebbe una bella figura in Brasile:

    (3-4-3): Stekelenburg; Miranda, Castan, Gonzalo Rodriguez; Nainggolan, Borja Valero, Kakà, Nasri; Callejon, Gomez, Tevez.

    A disposizione: Neto, Abidal, Mexes, Marquinhos, Rami, Van der Wiel, Filipe Luis, Strootman, Pastore, Icardi, Lacazette.

  • Champions League: Diego Costa spegne i sogni di remuntada del Milan

    Champions League: Diego Costa spegne i sogni di remuntada del Milan

    Il Milan di Clarence Seedorf non riesce nell’impresa di compiere la Remuntada, troppo forte l’Atletico, troppo debole specialmente nel reparto difensivo il Milan, resta il fatto che i rossoneri cadono sotto i colpi di un grande Diego Costa e di un Atletico Madrid che dimostra grande forza e compattezza. (altro…)

  • Milan, Seedorf la prima è di rigore

    L’esordio di Clarence Seedorf sulla panchina del Milan è bagnato dal successo per 1-0 sulla rivelazione Hellas Verona. Tuttavia il vantaggio decisivo della gara arriva solo su calcio di rigore all’81° e dopo che i rossoneri hanno sofferto non poco. (altro…)

  • Anche Kakà ko “mi sospendo lo stipendio”

    Anche Kakà ko “mi sospendo lo stipendio”

    L’inizio della stagione di Ricardo Kakà, il figliol prodigo di ritorno alla corte del Milan, non è stato dei migliori, tutt’altro. (altro…)

  • Pato e Robinho in Brasile? Comunque vada il Milan ha perso

    Pato e Robinho in Brasile? Comunque vada il Milan ha perso

    L’urna di Nyon prima e la sono sconfitta dell’Olimpico contro la Roma hanno riportato sulla terra l’ambiente rossonero galvanizzato dal poker di vittorie ottenuto in campionato e di un ritrovato entusiasmo venuto meno in estate dopo le partenze di Ibrahimovic e Thiago Silva. Il capitombolo in casa giallorossa se in qualche modo era preannunciato dalla cabala che vede il Milan far sempre difficoltà nell’ultima partita del mese di dicembre ha pero’ evidenziato ancora una volta la poca competitività della difesa capace di subire gol con estrema facilità e spesso distratta anche in fase d’impostazione. A centrocampo il ko di De Jong che non è certo Pirlo ma nemmeno Van Bommel ha evidenziato i limiti di capitan Ambrosini e l’incapacità di Nocerino e Montolivo di esser leader. Obiettivamente non ci avevamo mai creduto ad un possibile ritorno del Milan nella lotta per la Champions League e seppur con qualche dubbio sulla strategia avevamo in qualche modo approvato il nuovo modus operandi della società di via Turati.

    Pato e Robinho sempre più lontani dal Milan | ©OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images
    Pato e Robinho sempre più lontani dal Milan | ©OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images
    Evidenziati i limiti di difesa e centrocampo è logica pensare che la finestra invernale di mercato arrivi a pennello per il Milan con Galliani pronto ad investire una parte dei derivati del passaggio del turno in Champions League e delle cessioni estive per dar qualità ed alternative ad Allegri. I tifosi sperano che l’ad rossonero stia lavorando sotto traccia sfruttando il clamore delle sempre più possibili cessioni di Pato e Robinho per piazzare i colpi importanti sulla mediana e al centro della difesa.

    Galliani in Brasile per trattare in prima persona la cessione di Pato e Robinho però non ci convince. I due brasiliani sono di gran lunga i due giocatori più talentuosi dell’organico rossonero, hanno l’età giusta per continuare a far parte del nuovo corso Milan ma apparentemente hanno un’improvvisa saudade per la terra carioca. Voi ci credete? Ci credete alla bufala che furono Shevenchko, Kaka, Thiago Silva a voler lasciare il Milan? Bene la strategia rossonera sembra ripetersi, il finale? Il Milan non tiene in organico giocatori contro voglia oppure il presidente Berlusconi ha fatto l’ennesimo sacrificio per far rimanere in rossonero due grandi campioni. Voi quale scegliete?

  • El Shaarawy come Kaka, rinnovo fino al 2018

    El Shaarawy come Kaka, rinnovo fino al 2018

    El Shaarawy rinnova con il Milan fino al 2018. Dopo il prolungamento di qualche mese fa (luglio ndr), Galliani decide di adeguare nuovamente il contratto del Faraone. L’ex Padova guadagnerà 1,2 milioni a stagione, ingaggio raddoppiato rispetto al primo firmato l’anno scorso dopo il suo arrivo dal Genoa (600 mila euro fino al 2016). A darne l’annuncio, sebbene manchi ancora l’ufficialità, è stato lo stesso Adriano Galliani all’ingresso in Lega nella giornata di ieri. Dichiarazioni che hanno spento sul nascere le illazioni del mercato, con l’interesse di Manchester (sia United che City) per il nuovo fuoriclasse rossonero. Classe ’90, El Shaarawy ad oggi è il simbolo del nuovo Milan che sta prendendo forma. In Via Turati nessuno ha l’intenzione di privarsi del gioiello di Savona.

    COME KAKÀ – La vicenda El Shaarawy ricorda molto da vicino la storia di Kakà. Il brasiliano arrivò a fari spenti dal San Paolo, salvo poi rivelarsi un campione di caratura mondiale, trascinando il Diavolo alle due finali di Champions in tre anni (2005, 2007), conquistando anche il Pallone d’Oro sei mesi dopo il trionfo di Atene. Come El Shaarawy, anche Kakà si guadagnò ogni stagione un rinnovo del contratto, contemporaneamente al prolungamento. Arrivato in Italia con un ingaggio di 1 milione di euro, Kakà al suo ultimo anno al Milan percepiva 10 milioni di euro.

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    El Shaarawy esulta dopo il gol al Chievo di sabato scorso | ©OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    NUMERI – Ad oggi le circostanze storiche non sembrano garantire lo stesso futuro in termini economici per il Faraone, ma qualitativamente El Shaarawy ha i numeri e i colpi per ripercorrere da vicino le gesta del Bambino d’Oro. Tra i tifosi l’ex talento del Padova ha superato nella scala delle preferenze un campione come Pato, diventando così il vero erede dell’ultimo grande fuoriclasse del Milan, Kakà appunto. Ricordiamo in cifre l’impatto devastante del Faraone nella stagione di quest’anno: 8 gol in 11 presenze di campionato, una media di un gol ogni 111 minuti. In Champions il gol contro lo Zenit, il primo nelle competizioni europee per l’ex Padova. Talenti si nasce, fuoriclasse si diventa.

  • Milan Kaka non basta. Crisi societaria e squadra senza carattere

    Milan Kaka non basta. Crisi societaria e squadra senza carattere

    La sconfitta di ieri contro la Sampdoria ha elencato difetti e lacune di un Milan formato mini. Chi si aspettava il miracolo è rimasto deluso. La diffidenza intorno alla squadra di Allegri è tanta, inutile nascondercelo. Tale disaffezione ai rossoneri deriva da mille fattori. In primis l’undici sceso in campo ieri pomeriggio al Meazza. Una difesa da brividi, un centrocampo incapace di creare un gioco e i tre “attaccanti” lì davanti ad improvvisare un altro mestiere. Vedere Boateng con la maglia numero dieci sulle spalle offrire una prestazione a tratti irritante non è stato sicuramente il massimo della vita per chi ha acquistato un abbonamento di svariate centinaia di euro (tribuna o curva è indifferente). Un Milan senza un vero numero 10 è un Milan che ha venduto, oltre l’anima, anche la sua storia al Diavolo. Si è passati dalle verticalizzazioni del primo anno, ai lanci lunghi per un Ibrahimovic che ormai è distanti migliaia di km dall’Italia. In tempi non sospetti Berlusconi ha chiesto al proprio allenatore un gioco simile a quello del Barcellona. Le direttive del presidente sono state bypassate dallo spogliatoio in qualcosa di irriconoscibile. I primi 45′ del match sono stati da “Profondo rosso”.

    Kaka non bastaLo striscione che campeggiava in Curva Sud e che invitava gli altri tifosi ad avere pazienza nei confronti di Galliani aspettando il 31 agosto lascia il tempo che trova. Non si capisce perché l’ultimo giorno d’estate venga visto come un’oasi nel deserto, come se dovesse succedere qualcosa di eccezionale. Il mondo rossonero non è più lo stesso di due anni fa. Ventiquattro mesi orsono Galliani poteva permettersi un viaggio in Spagna e convincere Ibra ad accettare un contratto da 9 milioni di euro netti a stagione. Ed oltre allo svedese si prendeva anche il lusso di mettere la ciliegina sulla torta targata Robinho con un’operazione da 18 milioni di euro. Bene, il tempo delle favole a lieto fine è terminato da tempo. Adesso il Milan può puntare a Niang, può anche prendere Kaka, ma la crisi regna sovrana.

    massimiliano allegri | ©claudio villa/Getty Images

    Scelte societarie Tifosi e tecnico hanno capito poco o niente di quest’estate rossonera. Prima la nefasta promessa sulla permanenza di Thiago Silva e Ibrahimovic, poi l’attacco frontale ad Allegri da parte di Galliani al triplice fischio dell’amichevole americana contro il Real (con annesso tormentone Solbiatese), per finire al potenziale clamoroso autogol con Ze Eduardo, altro scoglio nel magma ghiacciato tra Galliani e il livornese. Come riunire una coppia che fino a pochi mesi fa pareva indistruttibile? No, Kaka non basta.

    Una squadra vuota Kaka non basta perché i tempi di Maradona sono finiti. Un solo uomo non fa la differenza, specialmente in questo Milan. Oltre ad un problema di tecnica (la già citata numero 10 è un esempio chiarificatore), c’è un altro grande punto interrogativo intorno agli uomini scesi in campo ieri pomeriggio: chi crede allo scudetto? Boateng crede allo scudetto? Montolivo crede allo scudetto? Abbiati crede allo scudetto? Allegri crede allo scudetto? Il Milan crede allo scudetto? DOpo le cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva forse non più. Magari Pellegatti continua a crederci, Serafini idem, ma chi va in campo no. E’ un male difficile da estirpare. La mente, si sa, è il motore di tutto. La paura di cadere nel baratro della mentalità da provinciale è innegabile. Più che Kaka ci vorrebbe il mago Houdini.

  • Allegri-Galliani aria di crisi: il tecnico parla di dimissioni

    Allegri-Galliani aria di crisi: il tecnico parla di dimissioni

    La crisi tra Adriano Galliani e Massimiliano Allegri era nell’aria già dall’amichevole estiva contro il Real Madrid quando i rossoneri uscirono sconfitti con un pesante 5-1 con conseguenti numerose critiche che i vertici del Milan avanzarono verso il tecnico. Dopo le discussioni scaturite da quel risultato a dir poco vergognoso, proprio in queste ore la sintonia tra i due sembra essersi rotta completamente: la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione di Allegri di chiedere a Zè Eduardo di sottoporsi ad alcuni test prima di approdare al Milan, mettendo in discussione il lavoro dell’ad rossonero.

    Non bastasse il brasiliano ha deciso di non sottoporsi agli allenamenti, cancellando così ogni possibilità di vestire la maglia del club di Via Turati. Una sorta di ripicca dunque quella di Allegri, sicuramente deluso per i troppi pezzi da novanta persi che hanno scelto di andare altrove: il tecnico dopo la partenza di Van Bommel, ha dichiarato di volere a tutti i costi un giocatore di tale calibro, annunciando di essere disposto a dare le dimissioni se questo non accadesse. A quanto pare nemmeno l’arrivo di Kakà potrebbe risollevare l’umore di Allegri il quale, in merito all’ex Pallone d’Oro, ha esplicitamente fatto capire che lo userà davanti alla difesa.

    Allegri © MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images

    La situazione diventa quindi complicata in casa rossonera, visto anche l’ennesimo infortunio di Pato che si è procurato la lesione dell’adduttore della gamba sinistra e l’obbligato stop che durerà quasi un mese: nella giornata di oggi il Milan dovrà quindi tentare di chiudere tutte le possibili trattative per portare alla corte di Allegri dei giocatori che riescano a completare la rosa. Entro il fine  settimana il club rossonero dovrebbe concludere con Niang, giovane del Caen, con El Kaddouri e con Kakà, il quale è stato messo fuori da Mourinho per la sfida di Supercoppa Spagnola contro il Barcellona.

  • Kaka, il futuro del Milan nelle mani del vecchio Bronzetti

    Kaka, il futuro del Milan nelle mani del vecchio Bronzetti

    Da oggi fino a mercoledì ogni giorno è buono per vedere Kaka tornare al suo vecchio amore, il Milan. L’esclusione clamorosa decisa da Mourinho per l’andata della Supercoppa spagnola è l’ultimo segnale che spinge il Bimbo d’oro verso l’Italia. La volontà del calciatore è nota, le stesse sirene provenienti dalla Turchia non arrecano insofferenza nel suo animo. Disposto a ridursi lo stipendio fino a 5 milioni di euro, Kaka ha già deciso da tempo il suo futuro. La passa passa a questo alle due società. Essenziale trovare un accordo che sia capace di accontentare entrambe le parti. Per certi versi è il Real ad avere il coltello dalla parte del manico, per altri invece è proprio il Milan a potersi giocare le carte giuste.

    L’affare non dovrebbe riguardare il solo Kaka. Galliani infatti pare intenzionato ad assicurarsi anche uno tra Diarra e Sahin oltre il verdeoro, andando così ad incrementare un reparto di centrocampo che pone numerose domande ai tifosi del Diavolo. Entrambi non godono della stima tecnica del tecnico portoghese, secondo quanto dichiarato alcuni giorni fa pubblicamente dallo stesso Mou. Oltre al Milan però sui due calciatori ci sono anche squadre della Premier, con l’Arsenal in testa per l’ex centrocampista del Bayern Monaco.

    Ernesto Bronzetti | ©Elisabetta Villa/Getty Images

    Per arrivare a Kaka, l’ad rossonero ha rispolverato Ernesto Bronzetti. E’ lui la figura che agirà da intermediario tra il club di Via Turati e quello madrileno, con il compito di riportare il brasiliano a casa. Nella serata di ieri Bronzetti era insieme a Florentino Perez al Camp Nou. I due hanno discusso dell’affare: modalità, numeri, convenienze, necessità. Perez avrebbe aperto al prestito, concessione fino a qualche settimana fa che sembrava impossibile. Questa mattina i quotidiani sportivi si sono sbilanciati riguardo le cifre: si parla di un prestito oneroso intorno ai 6 milioni di euro, con il riscatto fissato al termine della stagione che potrebbe aggirarsi sui 10 milioni.

    La figura di Bronzetti evoca ai tifosi rossoneri più attenti sorprese non sempre piacevoli. In questi anni il suo nome è stato spesso accostato al Milan, specialmente riguardo trattative che avessero la Spagna come interlocutore. Fra le delusioni più cocenti ricordiamo la coppia di attaccanti costituita da Jose Mari prima e Javi Moreno poi. I due attaccanti spagnoli lasciarono il Milan nello stesso anno (estate 2002), totalizzando complessivamente 7 gol in 3 anni.

    L’anno dopo toccò a Rivaldo subire la maledizione di Bronzetti: 22 presenze e 5 gol, bottino che non poteva di certo soddisfare società e tifosi alla luce delle ultime stagioni in blaugrana di uno dei campioni brasiliani più forte in quegli anni. Suo connazionale, e come lui “scaduto” dopo 12 mesi, Ricardo Oliveira. Acquistato dal Betis Siviglia per 20 milioni di euro, il calciatore non riuscì a confermare quanto di buono mostrato fino ad allora.

    Dopo 5 lunghi anni ricompare Ernesto Bronzetti, stavolta relativamente all’affare Kaka. Siamo proprio sicuri che Galliani abbia scelto l’uomo giusto? Noi non ne siamo così sicuri. Anche perché Bronzetti è lo stesso che “ufficializzò” il trasferimento di Tevez al Milan lo scorso gennaio. C’è da fidarsi?