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  • Gigi Buffon saluta la Juve dopo 17 anni

    Gigi Buffon saluta la Juve dopo 17 anni

    Era una notizia nell’aria ormai da giorni, da quando era stata convocata la conferenza stampa, questa mattina è arrivata la conferma: sabato contro il Verona Gigi Buffon giocherà la sua ultima partita con la maglia della Juventus.

    Non è un vero e proprio addio al calcio, per lo meno non ancora visto che lo stesso Buffon ha lasciato una porta aperta verso un possibile proseguimento dell’attività.

    Gigi Buffon è arrivato nella sala stampa con il presidente bianconero Andrea Agnelli che ha aperto la conferenza elencando gli straordinari numeri, come ad esempio il 44% delle partite chiuse senza subire reti oppure in ben 26 trofei conquistati in 22 di carriera, del portiere e capitano della Juve.  

    Agnelli ha anche elogiato le caratteristiche di Buffon, definendolo altruista, carismatico, ambizioso, timido, leale, trasparente, sincero, onesto, un amico, il capitano.

    Il presidente ha anche tenuto a ringraziare il suo portiere, oltre agli altri che accettarono la Serie B, ricordando che “E’ stato in paradiso, è sceso all’inferno ed è tornato in paradiso”.

    “E’ la persona che quest’anno, oltre ai miei familiari, ha frequentato casa mia più assiduamente” ha proseguito Agnelli “Ci siamo confrontati e tutte le decisioni sono sempre state condivise”. 

    Prima di dare la parola ad un visibilmente commosso Buffon, Andrea Agnelli ha voluto prima precisare che il portiere ha al momento offerte sia in campo che fuori dal campo ma sopratutto ha voluto dirgli Grazie per i 17 anni trascorsi alla Juve e lo ha invitato a godersi, sabato prossimo, lo Stadium così come lo Stadium potrà godersi Buffon. 

    Concluso il discorso del Presidente, con un abbraccio, ha preso la parola un visibilmente commosso ed emozionato Buffon.

    “Volevo ringraziare il Presidente, che a parte il ruolo, per me è realmente qualcosa di più, negli anni abbiamo sviluppato un rapporto unico, di vicinanza, condivisione ed amicizia” ha esordito Buffon che poi ha ufficialmente investito Chiellini, presente in sala stampa, dei gradi di nuovo capitano.

    “Oggi è una giornata particolare per me, ricca di emozioni ma che ci arrivo con tanta serenità, tanta felicità ed appagamento. Sono sentimenti figli di un percorso percorso straordinario e bellissimo che ho avuto la fortuna di condividere con tante persone che mi hanno voluto veramente bene. Questo bene l’ho percepito giorno dopo giorno, e per questo ho lottato cercando sempre di fare il mio meglio per ripagare questo bene”.

    “Sabato sarà la mia ultima partita con la Juventus e credo che questo sia il modo migliore per finire quest’avventura, con altre due vittorie importanti e con la vicinanza del presidente, tutti quanti ed il popolo juventino”.

    Buffon ha voluto poi precisare che la sua paura era quella di finire la carriera alla Juve da “sopportato” ed invece così non è stato ed il fatto di aver potuto esprimere buone prestazioni in campo fino alla fine è un motivo per sentirsi orgoglioso.

    Con una voce piuttosto commossa, Gigi Buffon ha voluto ringraziare la famiglia Juventus e la filosofia del lavoro della società bianconera che gli ha permesso di arrivare in queste condizioni sul campo a quarant’anni.

    Dopo aver concluso il suo discorso sono iniziate le domande dei giornalisti, la prima ovviamente è stata la richiesta di saperne di più sul suo futuro.

    “Sabato giocherò una partita e questa è l’unica cosa certa, fino a 15 giorni fa era risaputo e certo che avrei smesso di giocare, adesso sono arrivate delle proposte e sfide stimolanti, sia dentro che fuori dal campo, la più importante fuori dal campo me l’ha fatta pervenire Andrea Agnelli, dopo questi tre giorni densi di emozioni, la prossima settimana dopo due o tre giorni di riflessione prenderò la decisione definitiva e certa, seguirò ciò che mi urla la mia indole e la mia natura”.

    Dopo questa riflessione sul suo futuro, Buffon ha parlato anche dell’annata che andrà a concludersi, che ha definito snervante e stancante dal punto di vista emotivo ma anche dell’eredità, non certo leggera, che lascia a Szczesny che il capitano bianconero definisce al suo livello ma con 13 anni meno.

    Il numero uno della Juventus ha anche precisato, a domanda di un giornalista che citava il Genoa come ipotesi di trasferimento, che se deciderà di continuare a giocare lo farà all’estero.

    La conferenza è durata per quasi un’ora e si è conclusa con l’applauso di tutti i presenti e con l’abbraccio tra Buffon e Andrea Agnelli. 

    Gigi Buffon chiude quindi la sua carriera lunga 17 anni in bianconero con 18 titoli tra Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Italiana ed il record di imbattibilità della Serie A a girone unico con ben 974 minuti senza subire gol.

     

     

  • Settebello Juve: all’Olimpico entra nel MY7H

    Settebello Juve: all’Olimpico entra nel MY7H

    Serviva un punto nel posticipo dell’Olimpico e quel punto è arrivato, lo 0-0 contro la Roma ha permesso di concretizzarsi il Settebello Juve e di permettere ai bianconeri di entrare nel mito, o come suggerito dal sito ufficiale della Juventus, nel MY7H.

    Un campionato combattuto, lottato, che sembrava esser sfuggito dalle mani della compagine bianconera ma che poi è ritornato a cucirsi ben solido sulle maglie dei ragazzi allenati da Massimiliano Allegri.

    Va dato atto e merito al Napoli di Maurizio Sarri che ha lottato sino all’ultimo cercando di evitare prima e di render complicato poi il compiersi del Settebello Juve. 

    Partita sulla carta con ampi favori del pronostico, la Juventus ha dovuto cancellare l’amarezza per la sconfitta in Supercoppa Italiana contro la Lazio, e nelle prime gare non ha entusiasmato ma ha portato a casa sei vittorie su sei, contro Cagliari, Genoa, Chievo, Sassuolo, Fiorentina e Torino. 

    Sei successi non brillanti che sono stati seguiti dal pari, subito in rimonta a Bergamo, e la sconfitta in casa contro la Lazio. In entrambi i casi sul banco degli imputati era stato messo Paulo Dybala, decisivo a suon di gol nelle prime sei ma colpevole di due rigori sbagliati negli ultimi minuti di gara contro Atalanta e Lazio. 

    Dopo 8 turni i bianconeri erano al terzo posto a 5 punti di distanza dal Napoli capolista e a 3 dall’Inter seconda.

    Messi da parte i due momenti no, la Juventus ha ripreso la giusta marcia infilando 4 successi consecutivi con le goleade di Udine ed in casa con la Spal, ed i successi importanti con il Milan a San Siro e il Benevento all’Allianz Stadium. 

    Quando tutto sembrava volgere verso la giusta rotta per il Settebello Juve a Marassi è arrivato un pesante k.o. contro la Sampdoria. 

    Conquistati i tre punti con il Crotone in casa, alla 15° giornata è arrivata la prima svolta pesante della stagione, con un gol di Higuain la Juventus ha espugnato il San Paolo di Napoli portandosi a -1 dai partenopei e consegnando la vetta all’Inter, la stessa squadra nerazzurra nel turno successivo fermerà i bianconeri sullo 0-0 mantenendo tutto inalterato visto il contemporaneo pari del Napoli con la Fiorentina.

    Tre vittorie consecutive hanno permesso alla Juventus di mantenersi in scia, a -1 dal Napoli campione d’inverno.

    Da qui in poi è partito un testa a testa a suon di vittorie che ha visto gli uomini di Sarri mantenersi capolista sino alla giornata 27 quando il gol di Dybala al 93°, alta svolta stagionale, ha consegnato i 3 punti alla Juventus contro la Lazio minando le certezze del Napoli che poi nella stessa serata è crollato in casa per 2-4 contro la Roma.

    In realtà il sorpasso vero e proprio è arrivato la giornata successiva, la Juve si trovava a -1 dal Napoli con un match da recuperare, quando i bianconeri di Allegri hanno sconfitto l’Udinese ed i partenopei sono stati bloccati sullo 0-0 dall’Inter di Spalletti, il successo nel recupero con l’Atalanta ha lanciato la Juventus a +4. 

    Tutto chiuso? Assolutamente no perchè la Juve ha cominciato a mostrare segni di stanchezza pareggiando in casa di Spal e Crotone, il Napoli ne ha approfittato solo in parte arrivando allo scontro diretto dello Stadium con 4 punti di distacco.

    Il gol di Koulibaly negli ultimi minuti di gara, col Napoli tornato a -1, ed un calendario complesso sembravano indirizzare lo Scudetto verso il San Paolo ed invece al 87° di Inter-Juventus, con i nerazzurri avanti 2-1, l’autogol di Skriniar poi e il gol di Higuain subito dopo hanno rilanciato la Juve e dato una mazzata psicologica al Napoli che il giorno dopo è caduto pesantemente a Firenze.

    La definitiva spallata al campionato è arrivata domenica scorsa con il gol di De Silvestri che ha permesso al Torino di trovare il 2-2 al San Paolo mandando il Napoli a -6 a due turni dalla fine con solo la Matematica a tenere il discorso aperto. Stasera è arrivata anche quella, la Juventus è per la settima volta consecutiva CAMPIONE D’ITALIA.

    Nella rosa che ha calato il Settebello Juve ci sono cinque giocatori che hanno conquistato tutti e 7 i titoli: BUFFON, BARZAGLI, CHIELLINI, LICHTSTEINER e MARCHISIO.

    Questa la Rosa della Juventus Campione d’Italia 2017/18

    Portieri: Buffon, Szczesny, Pinsoglio.

    Difensori: De Sciglio, Chiellini, Benatia, Alex Sandro, Barzagli, Howedes, Rugani e Lichtsteiner.

    Centrocampisti: Pjanic, Khedira, Marchisio, Matuidi, Asamoah, Sturaro, Bentancur.

    Attaccanti: Cuadrado, Higuain, Dybala, Douglas Costa, Mandzukic, Bernardeschi.

     

  • Coppa Italia Juve è Poker, Donnarumma Horror

    Coppa Italia Juve è Poker, Donnarumma Horror

    La Juve cala il Poker, i bianconeri, agevolati anche da un paio di papere di Donnarumma, s’impone per 4-0 contro il Milan e porta a casa così la quarta Coppa Italia consecutiva.

    Una partita che è girata in soli otto minuti nella ripresa, dopo un primo tempo infatti piuttosto scialbo con un paio di conclusioni non certo sensazionali per parte, nel secondo tempo il Milan ha provato a cambiar registro e a fare la partita ma al 56° su azione di corner Benatia è stato bravo a trovare il colpo di testa giusto per il vantaggio. Solo 4 minuti dopo inizia il Donnarumma Horror Show con il giovane portiere rossonero che si fa sfuggire un tiro non certo impossibile di Douglas Costa per il 2-0 Juve e al 64° si fa sfuggire di mano un colpo di testa su azione da corner consegnando su un piatto d’argento a Benatia la palla per doppietta e 3-0.

    La gara in pratica finisce qui, quando inizia a piovere però poi il tutto si trasforma in diluvio con la deviazione di Kalinic, su corner di Pjanic, che s’infila nella propria porta.

    Allegri così con la sua Juventus conquista la quarta Coppa Italia consecutiva e si prepara a cercare la matematica del 7°, quarto per lui, Scudetto consecutivo.

    Dalla sua parte Gattuso ha messo in campo un buon Milan che ha retto bene per almeno 55 minuti e poi è caduta anche per colpa di qualche errore di troppo del suo portiere.

    Veniamo al racconto della finale di Coppa Italia.

    Si parte con una buona occasione per Khedira che però colpisce troppo debolmente, blocca Donnarumma. Al 7° arriva la risposta del Milan con lo scambio Çalhanoğlu-Cutrone che mette l’attaccante in condizione di calciare, respinge Buffon. La partita si mantiene su ritmi non certo esaltanti, si segnala solo una conclusione di Dybala al 15° fuori con  Donnarumma in controllo. Alla mezz’ora si rivede anche il Milan, Suso prova il tiro a giro ma Buffon devia in corner. Al 37° Cuadrado pennella per Mandzukic ma il croato di testa colpisce debolmente. Poco dopo ci prova anche Bonaventura da fuori, palla alta. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.

    Si riparte con gli stessi 22 in campo e con un Milan più propositivo. Al 52° Dybala riceve e calcia subito, bravo Donnarumma a farsi trovare pronto. Al 55° Donnarumma sfodera un mezzo miracolo sul siluro di Dybala, palla in angolo. Dal successivo corner però arriva il colpo di testa vincente di Benatia. Al 59° Ancora Dybala, slalom e gran botta ma Donnarumma salva. Passa solo un minuto e Donnarumma commette un errore sul tiro di Douglas Costa che non sembra irresistibile, la palla s’infila beffarda. La Juve preme ed il portiere rossonero è costretto a deviare in corner la conclusione di Douglas Costa. Sul corner successivo altro errore di Donnarumma che si fa sfuggire il pallone, arriva Benatia che da due passi fa doppietta per il tris bianconero. Al 72° Matuidi nel tentativo di anticipare gli attaccanti avversari tocca il pallone indietro ma per sua fortuna il pallone sbatte sul palo. Al 75° ancora un corner fatale al Milan, sul bel cross di Pjanic arriva la sfortunata deviazione di Kalinic che infila la propria porta. Al 77° Buffon è bravissimo sul tiro di Çalhanoğlu ed ancora più reattivo sul tap-in da due passi di Borini. Sostanzialmente non accade altro se non un tentativo da lontanissimo di Dybala, finisce così, la Juve cala il Poker in finale per conquista il Poker consecutivo di vittorie in Coppa Italia. 

     

    JUVENTUS – MILAN 4-0 (56°, 64° Benatia, 60° Douglas Costa, 75° aut. Kalinic)

    Juventus (4-3-3): Buffon; Cuadrado, Barzagli, Benatia, Asamoah; Khedira, Pjanic (87° Marchisio), Matuidi; Douglas Costa (72° Bernardeschi), Mandzukic, Dybala (83° Higuain).

    Allenatore: Allegri.

    Milan (4-3-3): Donnarumma; Calabria, Romagnoli, Bonucci, Rodriguez; Kessie, Locatelli (80° Montolivo), Bonaventura; Suso (67° Borini), Cutrone (60° Kalinic), Çalhanoğlu

    Allenatore: Gattuso.

    Arbitro: Damato.

    Ammoniti: Douglas Costa (J), Calabria (M)

  • Juve che beffa, la rimonta si ferma al 97°

    Juve che beffa, la rimonta si ferma al 97°

    Una beffa, una vera e propria doccia gelata nell’ultimo minuti di recupero toglie alla Juve la gioia di una vera e propria impresa sfiorata al Bernabeu.

    I Bianconeri hanno giocato una grandissima partita, passati subito in vantaggio, hanno chiuso il primo tempo sul 2-0 grazie alla doppietta di Mandzukic. Al 61° al gol di Matuidi la rimonta era stata totalmente compiuta. Sembrava tutto apparecchiato per i supplementari poi a pochi secondi dal 93° è arrivato il rigore fischiato per il contatto Benatia-Vazquez che ha portato alle violente proteste di Buffon, poi espulso, e al gol di Cristiano Ronaldo che ha fissato l’uno a tre che è valso il passaggio del turno per i Blancos.

    C’è tanto rimpianto, un po’ per la gara d’andata, la si poteva giocare decisamente meglio, un po’ per l’episodio finale, a Torino un contatto su Cuadrado all’ultimissimo secondo non fu fischiato.

    Alla Juventus rimane la piccola soddisfazione di aver tenuto in scacco il Real Madrid ed aver espugnato il Bernabeu con un 3-1 che purtroppo però non è servito al passaggio del turno.

    Veniamo al racconto della gara.

    Pronti via e la Juventus passa subito in vantaggio, grande azione di Douglas Costa, palla a Khedira che pennella un cross perfetto per la testa di Mandzukic ed il croato segna. Al 7° ancora Douglas Costa, il brasiliano va via sul fondo ma Navas è bravo a salvarsi in due tempi su Higuain. Al 10° una leggerezza di Mandzukic permette al Real di arrivare in area con la combinazione veloce, Bale va al tiro, Buffon respinge corto, il gallese ci riprova di tacco ma mette fuori. Al 13° il Real trova il pareggio ma Isco si fa trovare in fuorigioco sulla respinta di Buffon. La Juve però c’è e Mandzukic su corner ha una grossa chance per raddoppiare ma il suo tocco sul corner di Pjanic è troppo centrale. Al 17° problema per Allegri, De Sciglio è costretto a lasciare il campo per infortunio a Lichtsteiner. Al 34° Isco scatta sul filo del fuorigioco, si presenta davanti a Buffon ma il portiere della Juve è bravo a chiudere lo specchio. Al 37° la Juve raddoppia, Lichtsteiner trova un cross perfetto per Mandzukic che colpisce ancora di testa bucando Navas. Nel primo minuto di recupero la traversa salva la Juventus dal perfetto colpo di testa di Varane, si va al riposo sul doppio vantaggio per gli uomini di Allegri. 

    Si riparte nel secondo tempo con un doppio cambio nel Real, escono Casemiro e Bale ed entrano Lucas Vazquez e Asensio. Il primo pericolo lo crea Douglas Costa che si accentra e lascia partire il sinistro che finisce alto. Il Real Madrid inizia il suo palleggio e si rende insidioso al 57° con la conclusione di Cr7 bloccata da Buffon. La risposta bianconera è immediata con il tiro di Higuain respinto da Navas. Al 61° cross di Douglas Costa, papera di Navas che si perde il pallone, arriva Matuidi che deve solo spingerlo in porta. Il Real Madrid prova a crescere anche cercando di approfittare della stanchezza della Juve. Al 74° una conclusione deviata da Pjanic spaventa Buffon ma finisce sul fondo di un niente. Al 78° strepitoso Buffon che salva in tuffo la conclusione di Isco deviata da Benatia. La sfida sembra destinata a scivolare ai supplementari ma proprio all’ultimo secondo una sponda di Cristiano Ronaldo trova solo Vazquez che sta per calciare ma viene toccato da Benatia, l’arbitro fischia il rigore che scatena le proteste che portano al rosso di Buffon. Szczesny entra al posto di Higuain ma non riesce nel miracolo di fermare Cristiano Ronaldo, la Juve sfiora l’impresa leggendaria ma in semifinale va il Real Madrid.

     

    REAL MADRID – JUVENTUS 1-3 (2°, 37° Mandzukic (J), 61° Matuidi (J), 97° rig. Ronaldo (R))

    Real Madrid (4-4-2): Navas; Carvajal, Vallejo, Varane, Marcelo; Kroos, Casemiro (46° Asensio), Modric (74° Kovacic), Isco; Bale (46° Lucas Vazquez), Ronaldo.

    Allenatore: Zidane.

    Juventus (4-3-3): Buffon; De Sciglio (17° Lichtsteiner), Benatia, Chiellini, Alex Sandro; Matuidi, Pjanic, Khedira; Douglas Costa, Higuain (96° Szczesny), Mandzukic.

    Allenatore: Allegri.

    Arbitro: Oliver.

    Ammoniti: Pjanic (J), Carvajal (R), Mandzukic (J), Lichtsteiner (J), Alex Sandro (J), Douglas Costa (J), Marcelo (R), Benatia (J), Ronaldo (R)

    Espulso: Buffon (J)

  • Cheick Diabaté, gigante maliano spauracchio della Signora

    Cheick Diabaté, gigante maliano spauracchio della Signora

    Benevento-Juventus certo è ormai passata agli archivi, tuttavia restano tra le righe dei quotidiani sportivi le belle prestazioni della squadra di De Zerbi e di Cheick Diabaté.

    Segnare una doppietta a questa Juventus non è una cosa semplice e fare in Serie A un gol ogni 39′ in una squadra che lotta per la salvezza lo è ancora meno. Cheick Diabaté però da gennaio ad oggi non solo ha fatto questo, è anche riuscito a convertire gli scettici sul suo acquisto.

    Contro la Juventus

    Prima del match con i bianconeri lo aveva detto:

    “Nulla è impossibile!”

    Proprio riferendosi alla possibilità di fare goal alla Vecchia Signora e dopo un’ottima prestazione contro il Verona dove il franco-maliano aveva realizzato un’altra doppietta.

    Nel match contro la Juventus Diabaté mostra i muscoli si batte e sbatte contro i difensori Campioni d’Italia, trova due reti che consentono ai giallorossi di agguantare il pari dopo essere passati in svantaggio due volte. Viene da pensare se l’attaccante non avesse avuto i problemi fisici iniziali appena giunto in Italia quanto il Benevento avrebbe potuto risolvere prima la sua astinenza dal goal, perché di fatto Diabatè ha una media realizzativa per ora straordinaria.

    Cheick Diabaté esulta dopo il gol | Foto Twitter

    Due palloni vaganti in area bianconera e due reti da opportunista vero, il primo su un pallone che filtra anticipando in spaccata il proprio marcatore, il secondo sfruttando un bel calcio d’angolo battuto da Viola beffando l’alta e spigolosa difesa juventina.

    Diabaté è l’uomo del momento, è il volto sorridente di una squadra che amaramente scende verso la cadetteria con onore.

    Alle spalle una storia triste

    Diabaté approda in Italia dopo aver convinto il presidente Vigorito che, ignorando chi sconsigliava l’investimento sul franco-maliano, lo preleva dall’Osmanlispor valutando ininfluenti le sue scarse condizioni fisiche e facendo affidamento alle ottime esperienze precedenti in Francia del giocatore con Metz, Bordeaux e Nancy condite con una Coppa di Francia.

    Alle spalle di questo gigante di un metro e novantaquattro centimetri la storia triste di chi ha perso all’età di 13 anni la madre, poi un amico, il fratello e infine il proprio padre nella sua terra di origine. Serie di lutti che lo hanno spinto lontano dal suolo patrio per ritrovare la felicità, chissà che Benevento non sia un nuovo sorridente inizio.

     

     

  • La Juve si arrende a Cristiano Ronaldo

    La Juve si arrende a Cristiano Ronaldo

    Un Cristiano Ronaldo in versione scintillante non lascia scampo alla Juventus, il portoghese segna una doppietta, il secondo con una rovesciata meravigliosa, e agevola il successo del Real che alla fine si impone per 3-0.

    Semifinale ipotecata per gli uomini di Zidane ed ennesima delusione Champions per una Juventus che però, nonostante l’immediato svantaggio, ha tenuto ampiamente il campo per 60 minuti, meritando anche il pari.

    Così non è stato, un pasticcio difensivo, combinato al gioiello di Cristiano Ronaldo e all’espulsione di Dybala, hanno messo sostanzialmente la parola fine su partita e qualificazione.

    Un 3-0, a segno anche Marcelo, che non lascia praticamente la minima speranza, a Madrid servirebbe un miracolo che però dinanzi a questo Real e a questo Cristiano Ronaldo pare davvero improponibile.

    Veniamo al racconto della gara.

    Pronti via, neanche il tempo di ragionare che il Real Madrid con gran facilità trova il vantaggio: Isco si libera sulla fascia e mette in mezzo, Barzagli si perde Ronaldo ed il portoghese tocca facile alle spalle di Buffon. La Juve abbozza una reazione e Dybala al 6° calcia da dentro l’area ma la difesa ospite chiude in corner. Al 13° buon inserimento di Higuain che appoggia per Bentancur, la conclusione del centrocampista non impensierisce Navas. La squadra di Zidane gestisce il gioco ma al 22° serve un gran riflesso di Navas per salvare sul tocco da due passi, su punizione di Dybala, di Higuain. Il Real Madrid tiene il pallino del gioco, al 33° ci prova De Sciglio ma il suo diagonale si spegne sul fondo. Al 36° gran conclusione di Kroos, la traversa nega il raddoppio. Passano due minuti e Chiellini, pescato solo da corner di Dybala, colpisce male e il Real un po’ a fatica si salva. Tanta grinta da parte della Juventus ma poca concretezza, il primo tempo si chiude sullo 0-1.

    Si riparte con gli stessi 22 in campo. Il tema della partita non cambia, la Juve prova a fare la partita e al 50° Cristiano Ronaldo si trova una palla in area e calcia, è però troppo defilato e non inquadra la porta. Al 55° Dybala si procura una punizione, che costa il giallo e la squalifica a Sergio Ramos, il 10 bianconero ci prova ma la sua palla deviata dalla barriera esce di poco a Navas totalmente battuto. Al 63° grossa incomprensione tra Chiellini e Buffon, Ronaldo sembra poterne approfittare ma non calcia, riapre in mezzo, Buffon salva su Lucas Vazquez, palla per Carvajal che crossa in mezzo e Cr7 inventa una rovesciata perfetta che si insacca. Al 66° si complica ancora di più la situazione, Dybala commette un fallo sciocco e prende il secondo giallo. Il Real gioca in scioltezza e al 72° Marcelo riesce anche a saltare Buffon e spingere in rete il 3-0. La Juve sostanzialmente si spegne, c’è ancora tempo per una traversa di Kovacic ed una parata di Buffon su tiro di Cristiano Ronaldo. Nemmeno la volontà di Cuadrado serve a sbloccare la Juve, finisce 0-3, mercoledì al Bernabeu sembra pura formalità per i Blancos.

     

    JUVENTUS – REAL MADRID 0-3 (3°, 63° Cristiano Ronaldo, 72° Marcelo)

    Juventus (4-2-3-1): Buffon; De Sciglio, Barzagli, Chiellini, Asamoah (68° Mandzukic); Khedira (75° Cuadrado), Bentancur; Douglas Costa (68° Matuidi), Dybala, Alex Sandro; Higuain

    Allenatore: Allegri.

    Real Madrid (4-4-2): Navas; Carvajal, Ramos, Varane, Marcelo; Modric (83° Kovacic), Kroos, Casemiro, Isco (75° Asensio); Benzema (58° Lacas Vazquez), Cristiano Ronaldo.

    Allenatore: Zidane.

    Arbitro: Cakir.

    Ammoniti: Bentancur (J), Sergio Ramos (R), Kovacic (R).

    Espulso: Dybala.

     

  • Sorteggio Champions: Juve e Roma sfidano Real e Barcellona

    Sorteggio Champions: Juve e Roma sfidano Real e Barcellona

    L’urna di Nyon è stata decisamente negativa per le due squadre italiane, il sorteggio Champions peggio di così, molto probabilmente, non poteva andare: nei quarti di finale Juve e Roma dovranno vedersela con Real Madrid e Barcellona.

    La Juventus si ritroverà dinanzi quel Real Madrid, detentore da due edizioni consecutive del trofeo, che l’ha sconfitta per 4-1 nella finale di Cardiff del 3 giugno scorso.

    Sarà uno scontro difficilissimo per la compagine bianconera che però ha dalla sua parte i precedenti negli scontri su due sfide. Da quando esiste la Champions League nella sua forma moderna, tutte le volte che Juventus e Real Madrid si sono trovate contro nelle gare ad eliminazione diretta su due partite, ad eccezione delle finali che sono appunto su gara secca, è sempre stata la Juve a passare il turno.

    C’è da aggiungere un altro fattore alla sfida, mentre il Real Madrid avrà la possibilità di concentrarsi solo sulla Champions League, in quanto il Barcellona in vetta alla Liga dista ben 15 punti e i Blancos sono già stati eliminati ai quarti della Coppa del Re, la Juve ha ancora in ballo una finale di Coppa Italia ma sopratutto un Napoli alle spalle, distante solo 4 lunghezze, che non vorrà facilmente cedere nella corsa allo Scudetto.

    Il tweet post Sorteggio Champions di Massimiliano Allegri | © profilo twitter Massimiliano Allegri

    Sulla carta quindi sono gli spagnoli a partire avvantaggiati ma i bianconeri di Massimiliano Allegri, che dovranno fare a meno di Benatia e Pjanic squalificati per la gara d’andata, non partono già battuti in partenza.

    L’andata si giocherà all’Allianz Stadium di Torino martedì 3 aprile mentre il ritorno al Bernabeu è previsto per mercoledì 11 aprile.

    Come già anticipato, il sorteggio Champions non ha per niente sorriso nemmeno alla Roma.

    I giallorossi di Eusebio Di Francesco dovranno infatti fronteggiare la corazzata, guidata in campo dall’alieno Leo Messi, Barcellona.

    Il piatto della bilancia, di questo quarto di finale, pende nettamente verso la parte catalana. In testa con un bel vantaggio in Liga ed in finale di Coppa del Re, oltre al già citato super Messi, quest’anno il tecnico Valverde ha saputo dare al suo team anche una grande solidità difensiva infatti il Barça, che era nel girone della Juventus, ha subito solo 2 reti.

    Fortissimi davanti, rocciosi dietro, la Roma è quindi da considerarsi spacciata?

    Assolutamente no, certo sarà difficilissimo ma i giallorossi, che molti davano già fuori dopo il sorteggio del girone con Chelsea ed Atletico Madrid, avranno dalla loro la serenità di non avere niente da perdere, la solidità di un Alisson sempre più muraglia difficile da valicare, un Dzeko che pare lontano parente di quello di qualche mese fa e poi anche i precedenti che sono in perfetta parità, una vittoria per parte e due pareggi, anche se l’ultima sfida fu il pesante 6-1 dell’anno scorso incassato dalla Roma al Camp Nou.

    L’andata si giocherà a Barcellona mercoledì 4 aprile mentre il ritorno si disputerà all’Olimpico di Roma martedì 10 aprile.

    Per quanto riguarda gli altri due accoppiamenti usciti dal sorteggio Champions di Nyon, ci saranno la sfida del Siviglia di Montella al Bayern Monaco ed il derby inglese tra Liverpool e Manchester City.

  • Impresa a Wembley, la Juve ai quarti di Champions

    Impresa a Wembley, la Juve ai quarti di Champions

    Vedere l’inferno dell’eliminazione ma poi ritrovarsi in paradiso nel giro di 3 minuti, questo è quello che è successo alla Juve di Allegri nella serata di Wembley. 

    Una Juventus troppo molle, troppo brutta nel primo tempo, è andata sotto per il gol di Son sul finale di frazione e ha visto tutti gli spettri del disastro.

    Al 60° però Max Allegri si è giocato le carte Asamoah, per uno stanco Matuidi, e Lichtsteiner per l’acciaccato Benatia e nel giro di 7 minuti tutto è cambiato.

    Al 64° infatti un cross dello svizzero ha visto Khedira servire una sponda perfetta per la zampata di Higuain. Trovato il gol il Pipita si è trasformato e 3 minuti dopo ha fornito un assist al bacio per Dybala, decisamente in ombra sino a quel momento, che ha fulminato Lloris e ribaltato la situazione spingendo di fatto la Juve ai quarti di finale di Champions League. 

    E’ stata una Juve bruttina ma con un gran cuore, oltre alla strategia vincente di Allegri, ribaltare il risultato in casa di questo Tottenham è da ritenersi una piccola impresa sportiva.

    La strada verso la finale di Kiev s’interrompe per gli uomini di Pochettino mentre rimane aperta per una Juventus che però dovrà ritrovare condizione e uomini per raggiungere la capitale dell’Ucraina.

    Veniamo al racconto della gara.

    Si inizia con il commosso minuto di silenzio per ricordare la scomparsa di Davide Astori. La partenza vede un Tottenham più aggressivo con Son che riesce anche ad andare al tiro al 3° minuto, bravo Buffon a respingere. La Juve prova a creare pericoli con un paio di cross insidiosi ma al 15° Kane si lancia in area, salta Buffon ma non riesce a trovare lo specchio della porta. Al 18° Douglas Costa salta secco il suo avversario che lo stende in area, sembra nettamente rigore, non per arbitro ed addizionale che lasciano correre. La gara continuano a farla i padroni di casa ma senza grosse occasioni. Una conclusione a giro di Kane poco dopo la mezz’ora fa tremare Buffon, ma la palla finisce sul fondo. Al 38° altro brivido, Son entra in area, lascia partire il diagonale, fuori di pochissimo. Un minuto dopo però il Tottenham passa, Trippier mette bene una palla indietro per Son che colpisce male ma beffa Buffon per il vantaggio degli Spurs. La reazione della Juventus è immediata ma la conclusione di Pjanic esce di poco. Il primo tempo si chiude sul 1-0 per il Tottenham.

    Si rientra con gli stessi 22 in campo ma il copione non cambia, è sempre il Tottenham a gestire il ritmo. La Juventus non riesce a creare praticamente niente e sopratutto i minuti passano. Al 62° pasticcio tra Sanchez e Lloris, la palla arriva a Dybala che colpisce al volo ma la palla esce di molto. Al 64° la Juve trova il pari, cross di Lichtsteiner, sponda di Khedira, arriva Higuain che con la zampata supera Lloris. Al 67° geniale verticalizzazione di Higuain, Dybala beffa il fuorigioco, entra in area e batte ancora Lloris. Dopo qualche minuto di stordimento il Tottenham si rigetta in avanti e al 78° serve un super Chiellini per salvare su un pericoloso cross di Son. E’ un vero e proprio assedio, gli Spurs conquistano una serie di angoli ma la porta di Buffon tiene. Al 90° Kane colpisce, in posizione di fuorigioco non ravvisato, la palla supera Buffon ma centra il palo prima di venire allontanata ad un passo dalla linea. Non accade altro, la Juventus tiene e porta a casa un pesantissimo successo e si regala i quarti di finale di Champions League.

     

    TOTTENHAM – JUVENTUS 1-2 (39° Son (T), 64° Higuain (J), 67° Dybala (J))

    Tottenham (4-2-3-1): Lloris; Trippier, Sanchez, Vertonghen, Davies; Dier (74° Lamela), Dembele; Eriksen, Dele (85° Llorente), Son; Kane.

    Allenatore: Pochettino.

    Juventus (4-3-3): Buffon; Barzagli, Benatia (61° Lichtsteiner), Chiellini, Alex Sandro; Khedira, Pjanic, Matuidi (60° Asamoah); Dybala, Higuain (83° Sturaro), Douglas Costa.

    Allenatore: Allegri.

    Arbitro: Marciniak.

    Ammoniti: Vertonghen (T), Alex Sandro (J), Pjanic (J), Benatia (J), Chiellini (J), Dele (T), Dembele (T)

  • Il Milan di Gattuso conquista la finale di Coppa Italia con la Juve

    Il Milan di Gattuso conquista la finale di Coppa Italia con la Juve

    Gennaro Gattuso conquista la sua prima finale da allenatore. Il suo Milan sconfigge ai rigori la Lazio di Simone Inzaghi ed ottiene il pass per l’ultimo atto della Coppa Italia.

    Ad attendete i rossoneri ci sarà la Juventus che, grazie ad un gol dal dischetto di Miralem Pjanic, ha bissato l’uno a zero dell’andata ed ha eliminato l’Atalanta. 

    In sostanza le gare di ritorno hanno visto lo stesso risultato visto nelle gare di andata, come già detto ai bianconeri è bastato il rigore trasformato da Pjanic, nel finale di gara, per replicare l’uno a zero siglato da Higuain a Bergamo, ed estromettere dalla Coppa Italia una combattiva Atalanta che ha avuto le sue occasioni per rimettere tutto in discussione.

    0-0 era stato a San Siro, 0-0 è stato all’Olimpico. A decidere una sfida equilibrata, sono serviti i calci di rigore ad oltranza. All’errore di Luis Felipe ha risposto la trasformazione decisiva del difensore del Milan Alessio Romagnoli.

    Veniamo al racconto della gara dell’Allianz Stadium.

    Come accaduto domenica scorsa, anche questa volta Juventus ed Atalanta si trovano a dover giocare sotto la neve ma stavolta è decisamente più leggera e la sfida non è mai a rischio.

    La partenza è favorevole all’Atalanta che si dimostra più aggressiva e propositiva, anche se Buffon non corre mai alcun rischio concreto. Dopo un paio di tentativi di Cristante e Gomez, la prima vera palla gol capita a Mandzukic al 35°. Il croato usa bene il fisico e riesce a calciare dinanzi a Berisha, il portiere nerazzurro non si fa sorprendere e respinge la conclusione. Nel finale di tempo un violento tiro cross di Douglas Costa costringe l’estremo difensore ospite a respingere, in modo non certo elegantissimo, il pallone fuori dallo specchio. Si va al riposo sullo 0-0.

    Nella ripresa ci prova subito Marchisio ma la sua conclusione non preoccupa Berisha che respinge. Al 64° un errore in uscita di Benatia permette a De Roon di servire Gomez, il Papu vede Buffon sulla trequarti e cerca il pallonetto che beffardo va a centrare il palo. Passano poco più di due minuti che Douglas Costa si mette in proprio e dal limite lascia partire un tiro a giro che centra in pieno la traversa. Al 74° il match si sblocca, cross in mezzo di Lichtsteiner, Mancini trattiene Matuidi che cade, Fabbri fischia il rigore che Pjanic trasforma. Il gol sommato allo 0-1 dell’andata spegne le speranze dell’Atalanta che non riesce in alcun modo ad avere una reazione tale da poter riaprire la qualificazione. Finisce 1-0 ed Allegri con la sua Juve, conquista la quarta finale di Coppa Italia consecutiva.

    JUVENTUS-ATALANTA 1-0 (74° rig. Pjanic)

    Juventus (4-3-3): Buffon; Lichtsteiner, Benatia, Chiellini, Asamoah; Marchisio (68° Khedira), Pjanic, Matuidi; Douglas Costa (82° Dybala), Mandzukic, Alex Sandro (84° Barzagli).

    Allenatore: Allegri.

    Atalanta (3-4-1-2): Berisha; Mancini (75° Rizzo), Caldara, Masiello; Hateboer, De Roon, Freuler (86° Barrow), Spinazzola; Cristante; Ilicic (63° Cornelius), Gomez.

    Allenatore: Gasperini.

    Arbitro: Fabbri

    Ammoniti: Chiellini (J), Gomez (A), Pjanic (J), Matuidi (J), Masiello (A), Alex Sandro (J), Mandzukic (J).

     

    Veniamo al racconto dell’altra semifinale.

    La partenza è praticamente tutta dei padroni di casa con Immobile e Milinkovic-Savic che impegnano e spaventano Donnarumma nei primi minuti. La risposta rossonera arriva con Suso al 19°, bravo Strakosha a respingere. Il primo tempo viaggia su ritmi alti, con possibili occasioni da ambo i lati ma al 45° si va al riposo sullo 0-0.

    Nel secondo tempo è il Milan a partire meglio prima ci prova Calhanoglu poi è Calabria ad avere una chance enorme ma Strakosha c’è e respinge. La lazio perde un po’ di precisione nei passaggi e gli uomini di Gattuso provano a rendersi insidiosi in contropiede. Il risultato però non si sblocca, dopo 4 minuti di recupero Rocchi fischia la fine, si va ai supplementari.

    Nei tempi supplementari non accade niente di sostanzioso sino al 118° quando dopo un corner della Lazio, il Milan riparte in contropiede con Bonucci che mette sui piedi di Kalinic un pallone ghiottissimo da spingere in rete, il croato però spara alto, si va ai calci di rigore.

    Dal dischetto partono alla grande i due portieri che neutralizzano due conclusioni a testa nei primi sei rigori calciati. Gli altri 4 rigori però vengono realizzati e si va quindi ad oltranza, Lulic segna, Calhanoglu pure, Luis Felipe calcia altissimo. La qualificazione è nei piedi del giovane difensore rossonero, ma tifoso laziale, Romagnoli che si dimostra freddissimo, spiazza Strakosha e permette a Gattuso di esultare, in finale va il Milan. 

    LAZIO – MILAN 0-0 (4-5 d.c.r.)

    Sequenza Rigori: Immobile (L) GOL, Rodriguez (M) PARATO, Milinkovic-Savic (L) PARATO, Montolivo (M) PARATO, Lucas Leiva (L) PARATO, Bonaventura (M) GOL, Parolo (L) GOL, Borini (M) GOL, Felipe Anderson (L) GOL, Bonucci (M) GOL, Lulic (L) GOL, Calhanoglu (M) GOL, Luis Felipe (L) ALTO, Romagnoli (M) GOL

    Lazio (3-5-1-1): Strakosha; Caceres (69° Luiz Felipe), De Vrij, Radu; Marusic (93° Lukaku), Parolo, Leiva, Milinkovic-Savic, Lulic; Luis Alberto (67° Felipe Anderson); Immobile.

    Allenatore: Inzaghi.

    Milan (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié (96° Montolivo), Biglia, Bonaventura; Suso (107° Borini), Cutrone (70° Kalinic), Calhanoglu.

    Allenatore: Gattuso.

    Arbitro: Rocchi.

    Ammoniti: Marusic (L), Calabria (M), Kessié (M), Romagnoli (M), Milinkovic-Savic (L), Radu (L).

  • La Juve spreca, a Wembley servirà un’impresa

    La Juve spreca, a Wembley servirà un’impresa

    Nell’andata degli ottavi di Champions League la Juve parte forte e va sul 2-0 ma poi concede troppo al Tottenham, spreca le occasioni per poter aumentare il vantaggio e viene raggiunta sul 2-2, ora per passare il turno servirà espugnare Wembley.

    Sembrava una passeggiata, un gol dopo un minuto, il raddoppio al 9° dal dischetto, entrambi firmati da Higuain, poi un arretramento, ma con la chance del 3-0 sprecata dal Pipita. A quel punto il Tottenham si è risvegliato, ha iniziato a dominare il centrocampo e al 35° ha accorciato con la rete di Kane.

    Nel recupero del primo tempo arriva un altro rimpianto per i bianconeri, Douglas Costa si conquista un altro rigore ma stavolta Higuain calcia alto. Nella ripresa gli inglesi insistono e grazie ad un errore di posizionamento della barriera da parte di Buffon, trovano il gol del pesantissimo 2-2 con Eriksen.

    Ora sarà durissima, servirà un altra Juve, servirà magari qualche guizzo del rientrante Dybala, il Tottenham qualche fragilità difensiva l’ha mostrata ed i bianconeri dovendo fare la partita potrebbero ritagliarsi ghiotte occasioni ma stavolta non ci si potrà permettere il minimo errore, servirà semplicemente la partita perfetta.

    Veniamo al racconto della gara dell’Allianz Stadium. 

    Allegri imposta una squadra d’attacco per provare a mettere in crisi la difesa ospite e non passa neanche un minuto che su una punizione calciata in area da Pjanic, Higuain si fa trovare pronto e scarica al volo verso la porta battendo Lloris. Il Tottenham abbozza una reazione ma la difesa commette un’altra ingenuità con Davis che stende Bernardeschi in area, dal dischetto Higuain trasforma. Trovato il doppio vantaggio la Juve prova a chiudersi senza lasciare spazio alle manovre inglesi e solo un errore di Benatia causa qualche piccolo brivido alla retroguardia. Al 26° Kane ha una chance enorme e colpisce di testa da breve distanza ma Buffon si fa trovare pronto e salva la sua porta. Il Tottenham cresce e al 30° un intervento miracoloso di De Sciglio salva su Dele Alli, sul susseguente contropiede Higuain con la sua conclusione sfiora il 3-0. Al 32° è ancora sfida Kane-Buffon ed è ancora il portiere a vincere, salvando in corner. Al 35° il gol del Tottenham arriva, Kane si fa trovare pronto su una ripartenza, ben servito da Alli, supera Buffon e deposita in rete la palla del 1-2. Accorciate le distanze il Tottenham spinge e schiaccia la Juventus nella propria metà campo. Il primo tempo si sta per chiudere con i bianconeri in sofferenza, Douglas Costa si procura un calcio di rigore ma Higuain stavolta colpisce la traversa, si va al riposo sul 2-1.

    Si riparte per il secondo tempo con gli stessi 22 in campo. Il copione non cambia con la pressione tremenda del Tottenham e con la Juventus che prova a resistere e ripartire. Al 57° Lloris sfodera una gran parata sulla conclusione a giro di Bernardeschi, palla in corner, sul calcio d’angolo Mandzukic colpisce di testa ma Lloris blocca. Gli uomini di Allegri riescono ogni tanto ad allentare la pressione ma non riescono a sfruttare quelle rare occasioni che potenzialmente vengono create. Al 72° arriva il pareggio degli Spurs, Chiellini commette fallo dal limite ed Eriksen trasforma la punizione beffando Buffon, colpevole di aver posizionato male la barriera. Gli inglesi rallentano i ritmi, la Juve non sembra riuscire a reagire. Al 85° Benatia ha una buona occasione su sviluppi da corner ma il suo colpo di testa finisce sul fondo. Al 87° Douglas Costa mette in mezzo e Vertonghen rischia l’autogol ma la palla finisce in corner. Non succede altro, la partita si chiude sul 2-2 con mille rimpianti per i bianconeri avanti di due reti e rimontati su un pesantissimo 2-2.

     

     

    JUVENTUS – TOTTENHAM 2-2 (1°, 9° rig. Higuain (J), 35° Kane (T), 72° Eriksen (T))

    Juventus (4-2-3-1): Buffon; De Sciglio, Benatia, Chiellini, Alex Sandro; Pjanic, Khedira (66° Bentancur); Bernardeschi, Douglas Costa (92° Asamoah), Mandzukic (76° Sturaro); Higuain.

    Allenatore: Allegri.

    Tottenham (4-3-3): Lloris; Aurier, Sanchez, Vertonghen, Davies; Eriksen (91° Wanyama), Dier, Dembele; Lamela (89° Lucas), Kane, Dele Alli (84° Son).

    Allenatore: Pochettino.

    Arbitro: Brych.

    Ammoniti: Davis (T), Benatia (J), Aurier (T), Higuain (J), Bentancur (J)