Si è sgonfiato subito il caso Cannavaro avendo accertato la veridicità del rischio di shock anafilattico in seguito alla puntura di un insetto, il capo della Procura del Coni, Ettore Torri, ha chiesto al Tribunale nazionale antidoping l’archiviazione del caso non potendo il giocatore esser accusato della negligenza commessa dalla società e dallo staff medico bianconero dovuta al fatto di non aver presentato una documentazione completa.
Intanto mentre prosegue la fase di preparazione in vista dell’importante match di domenica prossima contro la Fiorentina di Cesare Prandelli che dovrebbe vedere finalmente arruolabili Del Piero e Sissoko, stamattina Marchisio è stato operato in seguito all’infortunio al menisco, l’operazione eseguita dal Flavio Quaglia, è perfettamente riuscita. La prognosi per la completa ripresa dell’attività agonistica è di 40 giorni.
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Juventus: Marchisio out 40 giorni. Archiviato il caso Cannavaro
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Juventus: Ciro Ferrara si scopre comunicatore all’Era Glaciale sollecitato dalla Bignardi
Ciro Ferrara ospite dell’Era Glaciale ci regala un intervista interessante ricca di spunti e contenuti per definire ulteriormente la personalità del giovane allenatore. Con il suo modo educato ma mai banale non si sottrae a nessun tipo di domanda rispondendo pacatamente ed accettando il rischio di mettersi in gioco facendosi convincere dalla Bignardi ad accennare cantando una canzone di Pino Daniele.
Daria Bignardi spazia nella sua intervista toccando i temi di maggiore attualità del mondo del calcio, non poteva mancare la domanda su Mourinho che Ferrara definisce “a volte sopra le righe ma mi sarebbe piaciuto essere allenato da lui. I suoi giocatori ne parlano tutti molto bene”.
Sul presunto caso di doping di Cannavaro: “Il caso si è sgonfiato, ma c’è stato qualcosa che non ha funzionato. Ma la cosa principale è che Fabio è esente da ogni colpa e alla fine non è risultato positivo. Si era già parlato di questa puntura a suo tempo, il fatto di essere così noto, di essere il capitano della nazionale e di giocare nella Juventus ha ridimensionato il caso”.
Simpatiche, senza schermature anche le parole pronunciate a proposito della sua nuova vita, quella da allenatore: “Guadagno meno di Mancini che non lavora? ‘Mancini non lavora temporaneamente e io devo ancora dimostrare. Anche se mi avessero offerto di meno, avrei accettato comunque la panchina della Juve’. Dopo la firma del contratto, Secco mi chiese se fossi contento e io gli ho detto “potevi fare qualcosa di meglio”. Ma e’ una chance incredibile, i soldi passano in secondo piano”
Ciro Ferrara canta j so pazz
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Juventus scatenata: a gennaio Mascherano, in estate Pandev e Dzeko
La Juventus continua ad esser in pieno fermento, dopo la faraonica campagna acquisti estivi (50 milioni di euro per Diego e Felipe Melo) sembra che società voglia intervenire a gennaio ancora sul centrocampo acquistando un altro pezzo da novanta l’argentino Mascherano, a convincere la dirigenza bianconera a tornare sul mercato potrebbero esser state le precarie condizioni di Marchisio, Tiago e Sissoko alle prese con infortuni difficilmente risolvibili in poco tempo e la parziale bocciatura di Felipe Melo, il brasiliano piu volte in questo scorcio di stagione si è reso protagonista di marchiani errori davanti alla difesa pagati a caro prezzo, sia a Palermo che con il Bologna.
Mascherano sembra in rotta con Benitez e difficilmente resterà a Liverpool nella prossima stagione è per questo che la trattativa è possibile per una cifra intorno a 20 milioni di euro e per soffiarlo alla concorrenza il dinamico centrocampista argentino potrebbe arrivare nella finestra di mercato invernale. Per la prossima stagione arrivano rumors interessanti dal capoluogo piemontese, i bianconeri dovranno intervenire in attacco per sopperire alla partenza di Trezeguet e l’involuzione in zona gol di Amauri, è per questo che Alessio Secco sembra si sia mosso per il bosniaco Dzeko in estate trattato a piu riprese senza successo dal Milan e al macedone Pandev, ma su quest’ultimo c’è l’agguerrita concorrenza dell’Inter che potrebbe usare i buoni rapporti con il presidente Lotito per averlo gia a gennaio.
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Juve: Cannavaro positivo all’antidoping
La Procura antidoping del Coni ha reso noto attraverso un comunicato che il capitano della Nazionale e difensore della Juventus Fabio Cannavaro è risultato positivo ad un controllo antidoping subito dopo la partita Roma – Juventus del 30 agosto scorso.
Cannavaro aveva assunto un farmaco a base di cortisone per evitare un possibile shock anafilattico a causa di una puntura di una vespa. La società bianconera aveva inoltrato al Coni la richiesta di esenzione ma nella stessa mancava un documento che poi ha portato il difensore napoletano a sostenere il test antidoping nel dopo gara risultando così positivo.Di seguito il comunicato stampa della Procura antidoping del Coni:
“In relazione a una richiesta di esenzione a fini terapeutici, inviata in base alla normativa antidoping, da parte di un tesserato della Federazione Italiana Giuoco Calcio, per somministrazione effettuata in condizioni di emergenza, il Comitato per l’Esenzione ai Fini Terapeutici (Ceft) del Coni ha richiesto, come previsto, con raccomandata A.R. l’integrazione, con certificato del medico che ha effettuato la terapia o del Pronto Soccorso, della documentazione inviata”. Nel frattempo l’atleta è stato sottoposto a controllo antidoping con esito avverso. Pertanto, in base alle vigenti norme antidoping, il Procuratore Capo dell’Ufficio di Procura Antidoping, Ettore Torri, ascolterà quanto prima l’atleta e il medico curante. All’esito la Procura adotterà i provvedimenti del caso“.
Cannavaro potrebbe rischiare una squalifica temporanea fino a quando il fatto non sarà chiarito definitivamente.
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Buffon: “Lippi alla Juve non mi stupirebbe”
Il portiere della Juventus Gianluigi Buffon, dal ritiro della Nazionale a Coverciano, definisce come possibile un ritorno del ct Marcello Lippi alla Juventus subito dopo la fine dei Mondiali di Sud Africa 2010:
“Alla mia età e con la mia esperienza del calcio, non mi stupisco più di nulla. Credo però che sia prematuro parlarne. Conosco la professionalità di Lippi, con un Mondiale da giocare la testa può essere concentrata solo su questo. Non credo si possa pensare a trovare un lavoro dopo l’estate del 2010“
A dir la verità un contatto tra Lippi e l’amministratore delegato bianconero e ora anche presidente Jean Claude Blanc c’era stato già nella scorsa stagione “nella famosa cena” tra i due quando in panchina sedeva Claudio Ranieri; il ct dell’Italia però non avrebbe preso il posto dell’ex tecnico juventino ma avrebbe ricoperto il ruolo di direttore tecnico.
A quanto pare il discorso è stato solo prolungato perchè Blanc ha dichiarato che presto si conoscerà il nome del nuovo direttore generale della Juventus e le parole di Buffon potrebbero confermare tutto ciò.Poi il portierone azzurro si è soffermato ad analizzare il periodo che sta attraversando la sua Juventus e sull’avvicendamento alla presidenza della società:
“Non si può mettere tutto in discussione per una sconfitta e due pareggi, saremmo poco intelligenti se si hanno di questi dubbi. Qualche dubbio poteva esserci anche prima e, chiaramente, se perdi o pareggi è normale che possa venire, ma non si può mettere in discussione tutto.
Diego sta solo soffrendo un po’ a livello fisico i postumi dell’infortunio, quello vero l’abbiamo visto all’Olimpico contro la Roma. Quanto ad Amauri, la sua astinenza dal gol dura solo da questo inizio campionato, perche’ lo scorso anno coincide con il momento peggiore della Juve, quando toccammo il fondo. Lui è molto generoso, aiuta la squadra, non credo sia un problema.
Siamo tutti un po’ a termine, sia giocatori che dirigenti. Si cambia per migliorare, certi cicli finiscono. E non per questo vuol dire che chi c’era prima ha lavorato male“. -
Juventus: ecco perchè è stato fatto fuori Cobolli Gigli
Di seguito vi riportiamo un interessante articolo di Antonio Corsa (ACB) scritto per il blog Uccellino di Del Piero nel quale cerca di analizzare questo improvviso cambio al vertice nella dirigenza bianconera epurando in mal modo il presidente traghettatore Giovanni Cobolli Gigli
Innanzitutto dai doverosi ringraziamenti, formali, come sempre in questi casi. Mettendo da parte per un attimo “Calciopoli”, sulla quale tornerò più tardi, posso dire che Giovanni Cobolli Gigli è stato un presidente sui generis, atipico, molto “televisivo”, presente in Lega, consigliere, uomo-immagine per le tv e tifoso sempre presente a vedere la Juventus in tribuna e a metterci la faccia nel pre e nel post-partita. Il suo compito, almeno da un punto di vista mediatico, l’ha svolto sufficientemente bene, assumendo di fatto il ruolo di “parafulmini” della Società, pronto a subire (era pagato per quello, per carità!) tutte le critiche degli ancora inferociti bianconeri che dalla cacciata di Giraudo & Moggi in poi hanno trovato in lui un bersaglio perfetto per la propria rabbia. Mai una parola fuori posto, una ottima dialettica (non me la sento di incolparlo di non aver parlato il “calcese”: Cobolli Gigli parla italiano, una lingua che non tutti comprendono, purtroppo.. ma che preferisco al Corvinese o al Moggese, per capirci), grande rispetto ed educazione con tutti. Certo, gli si imputano alcune gaffes o presunte tali (dalle foto con Moratti alle frasi sull’ispirarsi allo stile di Facchetti, fino ai “27 Scudetti”, ecc..), quel suo non rivelare mai niente di mercato (anzi, spesso ha detto il contrario, forse giocando un pò..) e quel suo essere “pacato” anche dopo aver subito gravi torti arbitrali, ma personalmente credo troppi castelli di carta si siano costruiti sul nulla. Queste sono infatti semplicemente “parole”, e tali devono essere considerate. Così come lo sono il dichiarare di voler essere “simpatici”, o di voler creare e rispettare un “codice etico”, che sono entrambe precise direttive che il Cobolli ha semplicemente ereditato da chi l’ha preceduto. Piuttosto passiamo ai “fatti”: Calciopoli.
La linea difensiva scelta, il ritiro del ricorso al Tar, l’atteggiamento conciliatore adottato subito dopo, il totale diniego della precedente gestione e quel voler rimarcare sempre un concetto di novità e trasparenza, portata a volte fino all’eccesso, non sono e non possono secondo me essere scelte a lui imputabili. Sono tutte conseguenze, queste, della strategia difensiva scelta dal club che, invece di combattere punto per punto e ribattere alle accuse (come avremmo preferito tutti noi), ha scelto la politica del patteggiamento, dell’ “accettiamo la pena, ma ora siamo cambiati e siamo diversi dai cattivi di prima, quindi voltiamo pagina e lasciateci in pace”. Una strategia, ripeto, che non credo sia nata con Cobolli Gigli, e che non credo nemmeno sia nata all’interno di un ambito esclusivamente sportivo. Non credo che un presidente appena eletto e senza “poteri” più grandi (come chessò un Sant’Albano) extrasportivi avesse insomma l’autorità e la forza da poter decidere, da solo, questioni così vitali (anche per il patrimonio della Società e degli azionisti, e mi riferisco a quelli “grandi”, con centinaia di milioni di euro in ballo). Erano probabilmente scelte “più grandi di lui”, un gioco a scacchi giocato nei piani alti. Non me la sento perciò di condannarlo per responsabilità che evidentemente non ha, così come non mi pare corretto che si usi un “parafulmine” vendendo favole. Non è tutta colpa sua.. Ciò detto, e torniamo alla cronaca, era già da un pò di tempo che si era cominciato a disegnare sulla carta un riassetto che prevedesse l’uscita di scena del presidente, oltre che quello di Giampiero Montali. Da questa estate, per la precisione, quando l’uomo designato a prendere il posto dell’ex tecnico della Nazionale di pallavolo (destinato a lasciare la Juventus, come anticipato da relativa “cinguettata”) sembrava dovessere essere Beppe Marotta, corteggiato fino alla lite con Garrone, ma non abbastanza da portarlo subito a Torino subito.
Cobolli Gigli aveva cominciato ad avere dei dissidi personali con Jean-Claude Blanc (così si mormora..) da qualche mese, ed aveva già da un pò di tempo cominciato a guardarsi attorno, cercando di nuovo qualche contatto, mai perso, col mondo dell’editoria. Ieri è arrivata l’ufficializzazione del “cambio” da parte di John Elkann in persona. Lo saluto e lo ringrazio, perciò. Non è stato un presidente da ricordare, ma nemmeno da insultare. Ma guardiamo avanti. Per conoscere gli altri cambiamenti del CdA bisognerà aspettare il 12 ottobre: per Tuttosport ci sarà l’ingresso di due figli “d’arte” come Giugiaro Jr. e Grande Stevens Jr., mentre per Sky sono possibili gli ingressi di Giovanni Minoli (quello di Mixer e La Storia Siamo Noi, si) e della Christillin. Aspetterei per capirne un pò di più, anche perchè John Elkann parla di “confusione” fatta sui giornali, quasi a voler preannunciare qualche sorpresa. In ogni caso andrà rivisto il “Comitato Sportivo”, attualmente composto solo da Montanaro e Blanc (e quindi ormai di fatto inutile), e andrà rivista anche la procedura operativa per gli acquisti, se è vero che, come si dice a Torino, c’era bisogno dell’approvazione formale sia del Presidente che dell’Amministratore Delegato per gli acquisti di una certa importanza (un metodo scelto per “controllare” eventuali abusi di potere “Moggiani” col sistema della firma congiunta di due cariche separate, e con l’approvazione formale anche del Comitato Sportivo, per gli acquisti faraonici). Con la riunione delle tre cariche e lo svuotamento dell’organo consultivo, potrete bene intuire, tutto il potere esecutivo passa nelle mani di una sola persona, Jean-Claude Blanc, che, sebbene già in pratica “facesse tutte cose lui”.., ora potrà farlo anche “in teoria”. Una responsabilità molto grande, ma evidentemente c’è tanta fiducia in lui. Di recente, il francese ha ottenuto un bonus per il raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati (sia in sede sportiva che amministrativa), ed è in trattativa con una serie di sponsor che – si dice – porteranno valanghe di soldi alla Società bianconera.
Sembra passata una vita da quando, durante la presentazione di Ciro Ferrara, l’AD – stizzito dalle domande su Marotta – glissava ferocemente e rianalizzava tutti i successi personali quasi a voler lanciare un messaggio, diretto ed indiretto al tempo stesso, di potercela fare “da solo”. Era un Blanc sotto pressione, quello. Pronto ad esplodere. Che si assunse contro il parere di tantissimi suoi “sottoposti” l’onere e la responsabilità dell’esonero di Ranieri, e che capì, probabilmente, che avrebbe dovuto cominciare a fare le cose “in prima persona” perchè era in ballo persino la sua posizione. Invece di esplodere però è venuto fuori il carattere e l’operatività che da sempre lo caratterizzano, e per i quali era famoso. Quasi cinque mesi dopo siamo infatti alla conclusione di questo percorso in cui si è visto un Blanc nuovo, deciso, “aggressivo”, impegnatissimo, mettere a segno una ottima campagna acquisti, presentare un ottimo bilancio con ottimi ricavi e far tornare nella gente l’impressione che la Juventus sia “forte”, e che sia tornata quella mentalità da vincenti (sconfitta e critiche di Palermo a parte) che probabilmente un pò si era persa negli anni passati. Spetterà a lui continuare sull’ottimo lavoro di questi ultimi mesi, e l’augurio è che possa raccogliere i frutti del suo lavoro non solo a livello economico, ma anche sportivo. Ogni altro commento lo rimando al 12 ottobre prossimo. Sono curioso anche io, molto.
[via: uccellinodidelpiero.com] -
Juventus: problemi al ginocchio per Marchisio. Rebus centrocampo per Ferrara
Dopo esser rimasto a riposo precauzionale il giovane Marchisio ha risposto alla convocazione di Marcello Lippi per il doppio impegno della nazionale nelle qualificazioni a Sud Africa 2010, ma un problema al menisco pregiudica la sua presenza a Dublino contro il Trap ma sopratutto preoccupa la società bianconera, in quanto come svela il medico della nazionale dott. Castellacci, “Marchisio è affetto da una meniscopatia esterna che se non sarà assorbita costringerà il giocatore all’intervento chirurugico”.
Finire sotto i ferri vorrebbe dire perdere il giocatore per almeno un mese, sarebbe una tegola per la Juventus di Ciro Ferrara che oltre a perdere uno dei migliori centrocampisti in circolazione in questo momento vedrebbe assottigliarsi ulteriormente le scelte tattiche in mezzo al campo, avendo a disposizione solo due elementi arruolabili al 100%, vale a dire Poulsen e il criticato Felipe Melo.
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La Juventus nelle mani di Jean Claude Blanc. Sarà presidente e dg in attesa di Marotta e… Cassano?
Lunedi il presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli abdicherà dopo 3 anni e 4 mesi in favore dell’attuale direttore generale Jean Claude Blanc. L’attuale presidente balzato ai vertici della Vecchia Signora durante Calciopoli è riuscito nel suo compito di esser traghettatore nelle difficoltà riportando la Juventus ai vertici nel calcio in Italia e nelle competizione europee che piu le competono.
La proprietà attraverso John Elkann comunicherà il nuovo cda che dovrebbe vedere le new entry di Fabrizio Giugiaro e Riccardo Grande Stevens e appunto l’estromissione dell’attuale presidente Cobolli Gigli, il quale con la solita signorilità commenta augurando sempre il meglio della Juventus. Il nome nuovo del calcio Blanc sarà il timoniere della nuova Juventus svolgendo per il momento la doppia carica di amministratore delegato e direttore generale nell’attesa che quest’ultima carica sia assegnata.
La società sembra stia corteggiando il principale protagonista del miracolo doriano Giuseppe Marotta, questo però vorrebbe dire aspettare la fine di questo campionato oppure prediligere la scelta interna promuovendo Alessio Secco da ds a dg. Riuscire a prendere Marotta però potrebbe agevolare l’arrivo di Antonio Cassano che nella Juventus è stimatissimo ed è considerato l’ideale sostituto di Alessandro Del Piero sia in termini di classe che temperamento.
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Liscio&Sbalascio: Gasperini e Prandelli il coraggio delle idee, Ferrara e Leonardo vittime del sistema
Come ogni lunedi torna la nostra rubrica Liscio&Sbalascio che si pone come obiettivo di analizzare la domenica calcistica della serie A in un ottica diversa e con spirito critico cercando di metter in evidenza aspetti meno evidenziati.
La settima giornata fa capitolare anche la Juventus di Ferrara togliendo lo zero alla voce sconfitte da tutte le squadre di serie A, la sconfitta bianconera ha aperto una nuova analisi di riflessione ponendo qualche dubbio sulla scelta estiva di squadre blasonate come Milan e Juventus affascinate dall’exploit di Guardiola ed affidarsi a tecnici giovani ed inesperti. La situazione dei due è completamente diversa per carità ma Ferrara dimostra di non saper ancora preparare bene la partita soffrendo spesso e sopratutto fuori casa la pressione avversaria lasciando praticamente in mano il pallino del gioco e limitandosi a contenere e al lancio lungo per Amauri e Iaquinta rimandando cosi la crescita del nuovo progetto tattico incentrato intorno a Diego e Felipe Melo. Se poi sotto di due gol si decide di toglier Diego e Camoranesi inserendo un De Ceglie e Trezeguet significa che si ha qualche dubbio sul reale affidamento del modulo con il fantasista.
Discorso ancor piu complicato per il Milan di Leonardo salvato da un gol di Ronaldinho su un geniale assist di Nesta, ma il Milan sotto di un gol attacca male consentendo all’Atalanta di divendersi al meglio e di rendersi pericolosa nelle ripartenze. E’ discutibile la gestione di Huntelaar in campo dall’inizio e con il Milan che va solo per vie centrali sostituito da Inzaghi nel momento in cui i cambi e la superiorità numerica permettono a Zambrotta ed Abate di arrivare al cross dal fondo.
L’inesperienza è l’aggettivo comune per i due tecnici e a tal proposito vengono in mente le parole di Gasperini di inizio stagione, il tecnico del Genoa insieme a Prandelli cosi come Zenga a Palermo o Ventura a Bari sono gli esempi piu evidenti di come la gavetta sia necessaria sopratutto nel ruolo di allenatore. Il Genoa vola grazie all’acume tattico di Gasperson un vero stratega nel metter in cambio la squadra ma anche e sopratutto la bravura di legger la partita in corso rimodellando l’organico come un artigiano con la creta. Ancora piu evidente la mano di Prandelli nella grinta dei viola, in un momento critico l’ex tecnico del Parma è riuscito a far gruppo riuscendo a togliere qualcosa in piu dello standard ad ogni giocatore.
Tra le note positive di giornata c’è da annoverare le ennesime prodezze di Francesco Totti autentico leader della Roma e sempre decisivo con i suoi gol, il giovane Parma di Guidolin che è riuscito a strappare un pareggio sul campo della capolista Sampdoria, decisamente negativa: l’involuzione di Pato nel Milan a secco dalla prima giornata, la mancanza di Pazzini e Cassano nei lista dei convocati di Marcello Lippi e l’esultanza di Mourinho.
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Serie A 7 Giornata: Juve, disastroso ko a Palermo
Un grande Palermo batte la peggiore Juventus dall’inizio dell’anno per 2-0 ma con il risultato che poteva essere più pesante per i bianconeri che hanno rischiato più volte di capitolare per le velocissime ripartenze dei rosanero: Miccoli e compagni si sono trovati in più di un occasione in superiorità numerica davanti a Buffon.
Marcatori della serata sono stati Cavani e Simplicio. L’attaccante uruguagio porta in vantaggio i siciliani al 37′ con un missile dal limite destro dell’area di rigore in cui Buffon nulla ha potuto; ma sul gol del Palermo è colossale l’errore di Felipe Melo che per l’ennesima volta (era capitato anche a Bologna) regala il pallone agli avversari. Il raddoppio del brasiliano giunge dopo 5′ minuti: calcio di punizione di Miccoli e Simplicio, scattato in posizione regolare, devia la palla in rete tagliando fuori dalla traiettoria della palla Buffon.
Il secondo tempo Ferrara alza il baricentro della squadra rischiando di concludere la partita con 4-5 gol al passivo ma Buffon e il palo preso da Miccoli tengono il risultato sul 2-0: è sconcertante vedere la difesa bianconera sempre in inferiorità numerica quando il Palermo attacca.
Diego sembra un lontano parente di quello ammirato sui campi di Germania e d’Europa così Ferrara lo sostituisce con De Ceglie passando ad un 4-4-2 classico. Dopo pochi minuti tocca a Camoranesi uscire per Trezeguet: la Juve passa al 4-3-3 che non risolve le cose.
Complimenti al tecnico del Palermo Zenga per aver preparato una partita perfetta e capace di ingabbiare il centrocampo della Juventus mentre per Ferrara è arrivata la prima sconfitta stagionale e la prima da quando siede sulla panchina bianconera.Il tabellino
Palermo-Juventus 2-0
PALERMO (4-3-1-2): Sirigu; Migliaccio, Kjaer, Bovo, Cassani; Simplicio, Bresciano (74′ Nocerino), Balzaretti; Pastore (85′ Budan); Cavani (77′ Goian), Miccoli.
In panchina: Rubinho, Blasi, Bertolo, Mchedlidze.
Allenatore: Zenga
JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Zebina (76′ Grygera), Legrottaglie, Chiellini, Grosso; Camoranesi (70′ Trezeguet), Felipe Melo, Poulsen; Diego (63′ De Ceglie); Amauri, Iaquinta.
In panchina: Manninger, Cannavaro, Marrone, Giovinco.
Allenatore: Ferrara
Arbitro: Orsato
Marcatori: 37′ Cavani (P), 42′ Simplicio (P)
Ammoniti: Camoranesi (J), Legrottaglie (J), Cassani (P), Zebina (J), Pastore (J), Grygera (J)
Espulsi: –