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  • Kenan Yildiz e Matias Soulé sarà la coppia della Juve del futuro?

    Kenan Yildiz e Matias Soulé sarà la coppia della Juve del futuro?

    La partita di Coppa Italia tra Juventus e Frosinone mette di fronte Kenan Yildiz e Matias Soulé, le due stelline più brillanti del progetto “Next Gen” della società bianconera.

    Yildiz ha impressionato con un rapido sviluppo, segnando gol cruciali per la Juventus nelle ultime settimane. Il suo impatto è stato così significativo che persino il tecnico Allegri lo ha preferito a giocatori più consolidati in alcune partite. D’altro canto, Soulé ha avuto una stagione di consacrazione al Frosinone, con numerose presenze, gol e un atteggiamento da leader tecnico riconosciuto dal suo allenatore Di Francesco e dai suoi compagni di squadra.

    Il futuro sembra essere roseo per entrambi ma potranno coesistere insieme con la maglia bianconera? Se il futuro di Kenan Yildiz, grazie anche il rinnovo fino al 2027, sembra essere sicuro in maglia bianconera quello di Soulé è ancora incerto, con voci di mercato che lo circondano. Nonostante le offerte giunte, la Juventus ha deciso di lasciarlo concludere la stagione al Frosinone ma in estate potrebbero riaprirsi altre opportunità.

    Soulé potrebbe rappresentare un’alternativa a Yildiz come seconda punta, ma la sua adattabilità a diverse posizioni potrebbe essere limitata dal sistema di gioco attuale della Juventus. Ci sono speculazioni su un possibile cambio di formazione a favore di entrambi, ma nulla è certo.

    In sintesi, il futuro della giovane promessa della Juventus dipenderà dalle decisioni tattiche dell’allenatore e dalle dinamiche del mercato calcistico estivo.

  • Juve, sia meno popolare e più popolana

    Juve, sia meno popolare e più popolana

    A pochi giorni dall’inizio ufficiale del mercato, per la Juve, si accostano tanti nomi ma manca quello del suo 12mo uomo in campo.

    E’ ormai qualche anno che lo Juventus Stadium o “Allianz Arena” non fa più paura a nessuno, lo stadio della Juve ha visto squadre di qualsiasi caratura che non sentono il peso del campo.

    Sfacciatamente le avversarie aggrediscono la Vecchia Signora che per nove anni ha dominato la Serie A. Se il primo impatto è stato di riverenza, nei confronti della squadra più popolare d’Italia, la fase successiva degli avversari è stata, all’abbassarsi troppo del team di Massimigliano Allegri, di aggressione e che ha strappato molti punti tra le mura amiche alla Juve.

    Un’involuzione tecnica della squadra c’è stata, anche se i nomi tra le fila bianconere sono tutti comunque di prim’ordine, pur vero è che le crisi singole di vari giocatori e alcuni malumori di spogliatoio durante la stagione non hanno aiutato, però manca quel quid in più che spesso aiuta le squadre, soprattutto in casa, a sopperire a quel deficit momentaneo durante la partita o a dare quella carica in più per affrontare certe partire senza perdere la concentrazione. Manca l’urlo della folla e il pathos di chi aspetta tutta la settimana per vedere i suoi idoli superare l’ostacolo e manca il suo motore trainante, la Curva Sud della Juve.

    Sciarpata dei tifosi della Juve.
    Sciarpata dei tifosi della Juve in Curva Sud.

    Sono tanti i fattori che hanno promosso questo stacco tra il tifo caldo e la squadra e tutto è iniziato proprio quando la società ha deciso di puntare tutto sulla sua popolarità e sul suo merchandising lasciando stare gli “affari di cuore” che rendevano la Juve di lignaggio nobile ma di linguaggio popolano. Tutto è cominciato proprio con il bagno di folla all’innaugurazione del nuovo stadio della Juve dove la nuova presidenza Agnelli radunava i suoi accoliti per trasformarli in spendaccioni clienti. Attenzione, la Juventus è una società quotata in borsa che vive di entrate ed uscite legate allo sport ed alle prestazioni sportive quindi non si sta criticando un’azienda che a casa ha portato ammirevoli risultati sia sportivi che economici ma si vuole puntare il dito in quello che non sta più funzionando rispetto al passato e che ha radici vecchie di ormai undici anni.

    Il nuovo stadio della Juve ha iniziato a creare spaccature proprio nella suddivisione degli spazi comuni, la scelta di una sola curva assegnata al tifo organizzato ha portato inevitabilmente a un compromesso tra i gruppi storici che hanno anche estradizione territoriale e nascita diversa tra loro, ma questo nei primi anni non ha creato alcun problema, nonostante durante l’anno della Serie B e la convivenza temporanea al Comunale avesse lasciato qualche strascico.

    Con lo Juventus Stadium sono arrivati negli anni in sequenza, un rincaro degli abbonamenti per i tifosi popolari della Juve mostruoso (dalla stagione 2011/12 abbonamento in curva a 270 euro fino alla stagione 2020/21 arrivati a 700 euro), una strategia commerciale dal “portafoglio sanguinolento” per chi volesse seguire la squadra in trasferta per l’Europa con la gestione di un tour operator partner commerciale per nulla a buon mercato. Certo i risultati sportivi ci sono, i nomi famosi sono arrivati (Ronaldo su tutti) e il tifoso medio ha sempre aperto il portafoglio per seguire la squadra ma sempre più saltuariamente oppure come in molti casi anche abbonandosi e rivendendo poi i singoli tagliandi per recuperare qualcosa con il cambio nominativo.

    Dallo scandalo dell’inchiesta “Last Banner” e le successive condanne è poi cambiato tutto, il rapporto già complicato tra le tifoserie della Juve e la società si è ulteriormente inasprito arrivando quasi al reciproco silenzio. L’impossibilità di introdurre striscioni, bandieroni, tamburi, megafoni e tutto il materiale che permette ai gruppi organizzati di sostenere la propria squadra è stato come rendere un bravissimo tenore improvvisamente afono. Non basta mettere la musica e fare il gioco di luci prima delle partite o giocare con l’impianto audio dell’Allianz Arena per creare quell’atmosfera da “fiato sul collo” che è in grado di sovverchiare gli esiti delle partite, non basta nel silenzio assordante di un teatro asettico pensare di vincere le partite grazie alle sgroppate di uno svogliato Pallone D’oro, ci vuole la passione tramutata a condottiero che ti urla sul collo cosa fare, un unisono di voci che per mano ti portano alla vittoria. Questo era il tifo bianconero, che in passato nel buio e l’immensità del Camp Nou trascinava Amoruso, Zalajeta e compagni decimati a sbancare Barcellona o che trascinano 20000 juventini a Bari per l’lultima partita di campionato che vale lo scudetto mentre già si stanno addensando le terribili nubi di calciopoli.

    Il principale oggetto del desiderio dei tifosi della Juve è il ritorno di Paul Pogba.
    Paul Pogba, il suo ritorno sarebbe gradito ai tifosi della Juve

    Poi viene la questione sportva, alla Juve certo la popolarità piace, piace sfruttarla anche per fare mercato e far girare i nomi alle varie testate, ma cominciamo da quello che a fronte di opportunità commerciali colte ha perso invece il “cuore”. Il tecnico attuale è succeduto ad Andrea Pirlo uno che il pubblico teneva in palmo di mano, mentre Max Allegri, a cui non vanno addossate tutte le colpe societarie, è divisivo per antonomasia. Gli juventini sanno che se un top player va via ne è già pronto un altro, negli ultimi anni sono andati via giocatori che toccavano il cuore dei tifosi ma sono arrivate solo opportuità commerciali e merchandising. Il colpo Pogba può aiutare a rimettre un po’ di vernice fresca e riesumare ricordi ma serve il ritornare a credere in nuovi idoli. Bene lo snellimento del peso ingaggi ma serve pompare il cuore con nuova linfa juventina non riappesantire il portafoglio con un Di Maria che a 34 anni fa le bizze. Andasse via De Ligt, come le sirene londinesi sussurrano, serve un immediato innesto di pari qualità ed un restyling utile ad Allegri per fare il suo gioco e non per gestire le situazioni, la Juve deve crearle le situazioni agli avversari non subirle e adattarsi.

    In questi giorni leggiamo di Arrivabene che precisa la posizione societaria, il non voler tornare indietro, il voler continuare ad avere un teatro aperto privo di passione per la paura di aver a che fare con tifosi che possano mettere sotto scacco la società. Ma la Juve ha un servizio di sicurezza interno eccellente, ha la capacità e la forza di isolare e non far entrare in casa sua eventualmente chi trascende e allora scelga lei gli interlocutori, sappia parlare con i suoi tifosi e sappia trovare il modo per restutuire al popolo l’arena esattamente come fanno tutte le altre società o come piace chiamarle alla Juve gli altri competitor. Potrebbe essere il più importante colpo di mercato della Juve, quello che da popolare civettuola di corte la riporterebbe ad essere cortigiana del popolo che sa far paura ai nobili di corte perché dietro di sè ha, prima dei nomi in campo, il favore del popolo.

  • Raoul Bellanova, salvezza Cagliari sognando la Juve

    Raoul Bellanova, salvezza Cagliari sognando la Juve

    L’esterno del Bordeaux, Raoul Bellanova, in prestito al Cagliari lotta con i suoi compagni fino all’ultima giornata per convincere madama e giocarsi il futuro in bianconero.

    Non può certo essere passata inosservata, ai dirigenti juventini, l’ottima prova fornita da Raoul Bellanova in occasione della sfida tra Cagliari ed Inter. Per il Cagliari certo si trattava di una partita fondamentale per il diffcile compito di centrare la salvezza in Serie A mentre per l’Inter si trattava di un passaggio quasi formale in una tappa di provincia. tant’è che i nerazzurri hanno dovuto faticare per passare indenni dalla Sardegna e continuare così la difficile rincorsa ai cugini del Milan. Epilogo che si chiuderà domenica prossima con l’assegnazione dello scudetto o a San Siro o al Mapei Stadium.

    Altro epilogo che andrà a concludersi è quello relativo proprio alla salvezza, dove a giocarsi l’ultimo posto disponibile per la permanenza in Serie A sono la Salernitana e proprio il Cagliari di Raoul Bellanova, la prima affronterà l’Udinese in casa mentre i sardi saranno ospiti del Venezia che da quando avuto la matematica certezza della retrocessione ha creato molti grattacapi agli avversari di turno ultimamente.

    L’esterno di proprietà del Bordeaux ma in prestito al Cagliari in questa stagione Raoul Bellanova con la Nazionale Under 21

    Raoul Bellanova nasce a Rho in Brianza e cresce calcisticamente nelle giovanili del Milan, classe 2000 nel 2019 si trasferisce in Francia. Approda prima alla corte del Bordeaux con il quale ha un contratto valido fino al 2023 e poi in prestito torna in patria dove milita prima nel Pescara, poi nell’Atalanta e quest’anno nel Cagliari. durante il suo percorso di formazione indossa inoltre tutte le casacche azzurre delle varie Under, dalla Under 15 all’Under 21 dove proprio quest’anno entrerà “fuori quota”.

    Proprio oggi, giorno del suo ventiduesimo compleanno la società sarda, attraverso il profilo social Instagram del Cagliari celebra l’esterno destro facendogli gli auguri.

    Raoul Bellanova sta per concludere, in ogni caso, una stagione dal punto di vista personale che lo ha consacrato quale astro del futuro sia azzurro che della Serie A, da capire quali possano essere le intenzioni del Bordeaux ma di certo la volontà del ragazzo lombardo sembra essere molto chiara, restare a giocare per la massima serie del suo paese, anche se non si preclude alcuna destinazione futura.

    Raoul bellanova in azione con la maglia del Cagliari

    Prima di firmare per il Bordeaux, Raoul Bellanova era stato avvicinato da diversi club che erano interessati alla crescita del ragazzo, Manchester City, Tottenham, Bologna, Sampdoria e anche proprio la Juventus che dopo questa stagioe sembra essersi convinta fiinalmente a provare la “zampata” vincente per accaparrarsi il gioiellino italiano.

    Veloce, scattante e dalla spiccata attitudine fluidificante, Raoul Bellanova sembra avere il profilo perfetto per l’operazione di rinverdimento che deve fare la Juventus nei prossimi anni, a cominciare anche da quella fascia occupata da un De Sciglio che nelle ultime stagioni non sembra più essere lo stesso con tanti, troppi errori marchiani compiuti. Al contrario Bellanova si è giocato le sue carte in piena regola mettendo in discussione il posto di Goldaniga e collezionando ad oggi 30 presenze con la maglia rossoblù. In azzurro con la Under 21 non è andata diversamente con 21 presenze, 2 assist ed un goal.

    Per la Juventus si potrebbe trattare di un’operazione low cost in quanto il cartellino di Raoul Bellanova si dovrebbe aggirare intorno agli 8-9 milioni di euro che potrebbero essere inferiori venendo appesantiti della retrocessione del Cagliari che inevitabilmente tirerebbe giù la cifra. inoltre per madama si tratterebbe di un tradizionale investimento sul calcio italiano giovanile, in linea con la sua filosofia storica di fare calcio.

    La scadenza del contratto con il Bordeaux fissata nel 2023 cade a fagiolo e sembra dichiarare la prosima sessione di mercato quella buona per chiudere l’affare per la Juve.

  • Sorteggi Champions, inizia la corsa verso la finale di San Pietroburgo

    Sorteggi Champions, inizia la corsa verso la finale di San Pietroburgo

    Sorteggi Champions dal gusto dolce amaro e con nostalgia e ricordi e soprattutto diverse sfide revival.

    Sono passati 12 mesi ma per l’Inter sembra quasi una replica di quello che i Sorteggi Champions avevano sancito la scorsa stagione, i nerazzurri troveranno nuovamente il Real Madrid e lo Shakhtar Donetsk ed insieme a spagnoli ed ucraini ci saranno gli esordienti moldavi dello Sheriff Tiraspol. I tifosi dell’Inter si augurano in un esito diverso rispetto al 4° posto dello scorso anno.

    Piccola curiosità, nel girone D ci saranno tre allenatori italiani su quattro: Inzaghi (Inter), Ancelotti (Real Madrid), De Zerbi (Shakhtar).

    Ci saranno i Campioni d’Europa del Chelsea, rinforzati dall’arrivo di Lukaku, sulla strada della Juventus. Insieme ai bianconeri nel gruppo H ci saranno i russi dello Zenit San Pietroburgo e gli svedesi del Malmoe, prima squadra affrontata in Champions da Allegri nella prima esperienza sulla panchina della Juve. Precedenti sostanzialmente positivi contro le tre avversarie.

    Poteva andare meglio, poteva andare peggio per l’Atalanta, i Sorteggi Champions di Istanbul tutto sommato hanno piazzato la Dea in un girone complicato ma non impossibile. La compagine di Gasperini dovrà vedersela con le due finaliste della scorsa Europa League: il Villarreal ed il Manchester United. Il gruppo è completato dagli svizzeri dello Young Boys che paiono esser la squadra più debole del raggruppamento.

    Gruppo davvero difficilissimo per il Milan, ma paradossalmente i Sorteggi Champions potevano esser anche peggiori per i rossoneri. Gli uomini di Pioli si troveranno ad affrontare l’Atletico Madrid, ultima squadra affrontata nella propria storia in Champions League, il Liverpool che porta il ricordo della cocente delusione di Istanbul ma anche della rivincita di Atene ed il Porto che è squadra assolutamente da non sottovalutare.

    Negli altri gironi spicca il gruppo A che vedrà lo scontro tra le due corazzate Manchester City e Psg.

    Altra grande sfida sarà Bayern Monaco e Barcellona, i sorteggi Champions le hanno accoppiate nel gruppo F insieme a Benfica e Dinamo Kiev.

    Riepilogando il tutti quindi un 4 su 4 pare complicato ma non impossibile, Juventus ed Inter sembrano le due squadre che possono ottenere il pass per gli ottavi. Sicuramente non impossibile la missione dell’Atalanta, occhio però a sottovalutare il Villarreal. Decisamente più difficile la situazione del Milan, Atletico e Liverpool sembrano superiori ma i rossoneri hanno dalla loro due fattori, il Dna Europeo e soprattutto niente da perdere.

    I risultati dei Sorteggi Champions | © UEFA

    RIEPILOGO SORTEGGI CHAMPIONS LEAGUE 2021/22

    Gruppo A: Manchester City, Psg, Lipsia, Bruges

    Gruppo B: Atletico Madrid, Liverpool, Porto, Milan

    Gruppo C: Sporting Lisbona, Borussia Dortmund, Ajax, Besiktas

    Gruppo D: Inter, Real Madrid, Shakhtar Donetsk, Sheriff Tiraspol

    Gruppo E: Bayern Monaco, Barcellona, Benfica, Dinamo Kiev

    Gruppo F: Villarreal, Manchester United, Atalanta, Young Boys

    Gruppo G: Lille, Siviglia, Salzburg, Wolfsburg

    Gruppo H: Chelsea, Juventus, Zenit, Malmoe

  • Chiesa segna e regala la Coppa Italia a Pirlo e alla Juventus

    Chiesa segna e regala la Coppa Italia a Pirlo e alla Juventus

    Un gol di Federico Chiesa, che era pronto a lasciar spazio a Dybala, al 72° ha permesso alla Juventus di Andrea Pirlo di portarsi sul 2-1, risultato che poi ha difeso sino alla fine, la Juve vince così la Coppa Italia 2020/21.

    Una partita sostanzialmente equilibrata che ha visto l’Atalanta partire fortissimo e creare scompigli con Zapata nei primi minuti.

    Paradossalmente però il gol del vantaggio l’ha trovato Kulusevski che dopo un contestato contrasto Cuadrado-Gosens, è stato bravo a trovare il tiro a giro, dopo un tocco di McKennie.

    L’Atalanta ha accelerato e la rete di Malinovskyi, arrivata con un potente sinistro dopo una gran giocata di squadra, è stato il giusto premio.

    Nel secondo tempo però si è vista una Juventus molto aggressiva, più intensa, il palo colpito da Chiesa dopo il colpo di tacco di Ronaldo, è stato solo l’antipasto del gol arrivato poco dopo.

    La squadra di Gasperini ha provato a spingere, non sono serviti nemmeno gli ingressi di Muriel, Ilicic e Pasalic, la difesa di Pirlo ha retto, la squadra ha sprecato qualche potenziale contropiede ma alla fine ha alzato al cielo di Reggio Emilia, come già successo in Supercoppa, il secondo trofeo stagionale.

    La Juventus quindi conquista così la sua 14° Coppa Italia, per l’Atalanta invece arriva la 4° sconfitta in finale su cinque disputate.

    La stagione nerazzurra però rimane positiva, la terza qualificazione alla Champions League consecutiva è un risaltato di altissimo livello.

    ATALANTA – JUVENTUS 1-2 (31° Kulusevski (J), 41° Malinovskyi (A). 73° Chiesa (J) )

    Atalanta (3-4-2-1): Gollini; Toloi (77° Djimsiti), Palomino, Romero; Hateboer (77° Ilicic), De Roon, Freuler, Gosens (83° Miranchuk); Pessina (68° Pasalic), Malinovskyi (68° Muriel); Zapata.

    Allenatore: Gasperini.

    Juventus (4-4-2): Buffon; Cuadrado, De Ligt, Chiellini, Danilo; McKennie, Bentancur, Rabiot, Chiesa (74° Dybala); Kulusevski (82° Bonucci), Cristiano Ronaldo.

    Allenatore: Pirlo.

    Arbitro: Massa.

    Ammoniti: Chiellini (J), Malinovskyi (A), De Ligt (J), Romero (A) Freuler (A), De Roon (A), Ilicic (A).

    Espulso: Toloi (non dal campo) (A).

  • F4BULOUS, Juventus Femminile vince il 4° Scudetto di fila

    F4BULOUS, Juventus Femminile vince il 4° Scudetto di fila

    La Juventus Femminile diventa F4bulous, le bianconere di Rita Guarino battono 2-0 il Napoli e conquistano matematicamente lo Scudetto 2020/21 con due giornate d’anticipo.

    Un percorso netto, venti vittorie su venti partite, questo lo straordinario bottino che ha permesso alla Juventus di conquistare per la quarta volta di fila la Serie A Femminile passando così da Lead3rs (Hashtag scelto per il 3° titolo) a F4bulous.

    Un successo che solo il Milan ha provato a mettere in discussione, perdendo il primo scontro diretto a San Siro solo per 1-0 ed arrivando alla sfida di Torino con soli 3 punti di distacco dalla capolista bianconera.

    La netta affermazione delle ragazze di Guarino nello scontro diretto del 7 marzo ha definitivamente messo il lucchetto alla stagione, rendendo la conquista del campionato semplicemente una questione temporale.

    Miglior attacco, 69 gol segnati con Cristiana Girelli capocannoniere a quota 21, e miglior difesa con solo 10 gol incassati nelle venti partite sino a qua disputate, questi sono gli strepitosi numeri delle F4bulous bianconere.

    Dunque un 2020/21 fatto solo di soddisfazioni? Non esattamente.

    I numeri come detto, relativamente al cammino in Serie A, non mentono ci sono stati però comunque anche alcuni fattori negativi.

    Il primo è sicuramente l’ennesima eliminazione al primo turno di Champions League.

    E’ vero che il sorteggio non è stato proprio fortunatissimo abbinando il Lione alla Juventus, le francesi però quest’anno non sono parse l’invincibile armata delle scorse stagioni e forse l’impresa non era poi così impossibile.

    Il secondo è la dolorosa eliminazione nella semifinale di Coppa Italia contro la Roma.

    Le giallorosse tra l’altro erano andate vicine già a fare il colpaccio nella semifinale di Final Four di Supercoppa, trofeo che poi però la Juventus ha vinto battendo in finale la Fiorentina.

    Aggiungiamo che alcuni successi, come in casa con l’Empoli o in trasferta con Florentia e Napoli, sono arrivati con rimonte non poi così agevoli.

    Tutti piccoli dettagli su cui la dirigenza dovrà lavorare anche perché far bene in Europa deve essere un obiettivo e mantenere la leadership in Italia non sarà semplice visto che le avversarie, Milan, Roma ed anche Sassuolo, hanno dimostrato di esser cresciute anno dopo anno.

    Ci sarà tempo per fare i dovuti ragionamenti e gli interventi del caso, intanto a Torino è festa, le ragazze della Juventus hanno dimostrato di esser un gruppo favoloso, anzi F4BULOUS.

    LA ROSA DELLA JUVENTUS WOMEN “F4BULOUS” CAMPIONE D’ITALIA 2020/21

    PORTIERI: Bacic, Giuliani, Soggiu

    DIFENSORI: Boattina, Caiazzo, Gama, Giordano, Hyyrynen, Salvai, Sembrant, Lundorf

    CENTROCAMPISTI: Caruso, Cernoia, Galli, Ippolito, Pedersen, Rosucci, Zamanian

    ATTACCANTI: Berti, Bonansea, Girelli, Hurtig, Maria Alves, Staskova

    ALLENATORE; Guarino.

  • Chiesa non basta, altra delusione Juve, ai quarti va il Porto

    Chiesa non basta, altra delusione Juve, ai quarti va il Porto

    Serata amara per la Juventus che, nonostante un Chiesa spettacolare, vince sì la partita 3-2 ma viene eliminata dopo la sconfitta per 2-1 dell’andata.

    Come detto protagonista assoluto è stato Federico Chiesa che con la sua doppietta nel secondo tempo aveva ribaltato l’iniziale gol di Oliveira, su calcio di rigore, e aveva permesso alla sua squadra di raggiungere i tempi supplementari, anche se nei regolamentari ci sono stati un palo sempre di Chiesa ed una traversa di Cuadrado che avrebbero potuto dare un’altra direzione alla qualificazione.

    Nel secondo tempo supplementare, una punizione non imparabile di Oliveira è passata in mezzo alla barriera, sotto le gambe di Ronaldo, ed ha beffato Szczesny, non sicurissimo, inutile la rete di Rabiot un minuto dopo.

    Lati negativi della serata, un primo tempo regalato agli avversari e giocato a ritmi lentissimi, non aver sfruttato la superiorità numerica dal 54° e soprattutto l’assenza di Cristiano Ronaldo un vero e proprio fantasma.

    Veniamo al racconto della sfida di ritorno degli ottavi di finale di Champions League all’Allianz Stadium tra Juventus e Porto.

    Partenza super della Juve, al 3° gran cross di Cuadrado, colpo di testa di Morata e gran riflesso di Marchesin. Doppia risposta del Porto con Uribe che prima colpisce Szczesny e poi sulla ribattuta manda la palla sulla traversa.

    Al 17° Demiral tenta l’anticipo e tocca Taremi, Kuipers assegna il calcio di rigore al Porto. Dal dischetto Oliveira trasforma.

    Ci si aspetta una reazione che non arriva, anzi è il Porto ad andare agevolmente al tiro. Al 27° ancora Morata che prova il tiro, salva ancora Marchesin.

    La Juventus non riesce a creare pericoli, il Porto controlla e quando può ci prova. Si va al riposo con gli ospiti meritatamente avanti per 1-0.

    La ripresa parte senza cambi nelle due squadre. Pronti via e la Juventus pareggia, lancio di Bonucci, Cristiano Ronaldo controlla ed appoggia a Chiesa che la piazza sul palo lontano.

    Nel giro di un minuto e mezzo, tra il 52° ed il 54°, Taremi prende due gialli, il secondo per aver gettato via il pallone, e viene espulso. Al 56° grande occasione per Chiesa che salta anche il portiere ma contrastato da Pepe colpisce il palo.

    Il gol però è nell’aria, pennellata di Cuadrado e stacco perfetto di Chiesa che infila il 2-1 al 63°. La partita rimane in mano alla Juventus con il Porto che si chiude ma non riesce a ripartire.

    Al 85° buona occasione per il Porto con Marega che prova a girare da dentro l’area, pala sull’esterno della rete. Al 91° imbeccata di Arthur per Morata che segna, si alza la bandierina, gol annullato.

    Grandissima giocata di Cuadrado, il suo tiro è quasi perfetto, la traversa dice no. Arriva il fischio finale, si va ai supplementari.

    Il primo tempo supplementare comincia senza sostituzioni. Grande occasione per Marega che su azione da corner si fa trovare solo in area ma colpisce piano e centrale. Non succede molto, si va al mini riposo con la Juventus ancora avanti 2-1.

    Si riparte per gli ultimi quindici minuti di gioco. La Juventus fa la partita ma il Porto fa paura con la giocata di Luis Diaz salvata a fatica dalla difesa. Al 113° ci prova Morata su buon assist di Kulusevski, tiro troppo centrale.

    Al 115° arriva la doccia fredda, punizione rasoterra di Oliveira, Szczesny non è sicuro, palla in gol. La risposta Juventus è immediata, colpo di testa di Rabiot su corner e palla in rete. I bianconeri si buttano in avanti ma non trovano la rete.

    Finisce così, il Porto perde ma si qualifica ai quarti. La Juve incassa l’ennesima delusione europea.

    JUVENTUS – PORTO 3-2 (18° rig., 115° Oliveira (P), 48°, 63° Chiesa (J)) 117° Rabiot (J))

    Juventus (4-4-2): Szczesny; Cuadrado, Demiral, Bonucci (75° De Ligt), Alex Sandro; Chiesa (102° Bernardeschi), Arthur (102° Kulusevski), Rabiot, Ramsey (75° McKennie); Morata, Cristiano Ronaldo.

    Allenatore: Pirlo.

    Porto (4-4-2): Marchesin; Manafà, Mbemba, Pepe, Zaidu (71° Luis Diaz); Corona (118° Loum), Uribe (90° Grujic), Sergio Oliveira (118° Leite), Otavio (61° Sarr); Marega (105° Martinez), Taremi.

    Allenatore: Conceiçao.

    Arbitro: Kuipers.

    Ammoniti: Otavio (P), Chiesa (J), Cuadrado (J), Oliveira (P), Bernardeschi (J), Rabiot (J), Mbebmba (P).

    Espulso: Taremi (P).

    Nell’altra gara di serata il solito Haaland trova la doppietta che spiana la strada al Dortmund. Inutile la doppietta di En Nesyri che quanto meno evita la sconfitta al Siviglia. Ai quarti va il Borussia.

  • Chiesa tiene viva la speranza di una bruttissima Juventus

    Chiesa tiene viva la speranza di una bruttissima Juventus

    Serata da dimenticare per la Juventus, l’unica boccata d’ossigeno arriva grazie al gol di Federico Chiesa che tiene ancora aperta la porta verso i quarti di Champions League.

    Una sconfitta per 2-1 totalmente meritata e figlia di due gol subiti ad inizio di entrambi i tempi: il pasticcio di Bentancur che sostanzialmente serve Taremi nell’area piccola e poi tutti ad osservare l’azione del Porto andato in gol con troppa facilità con Marega dopo 20 secondi dall’inizio del secondo tempo.

    Le assenze di Bonucci, Cuadrado, Dybala e soprattutto Arthur non possono essere la giustificazione di una prestazione a tratti imbarazzante.

    L’ingresso di Morata al 60° ha dato qualcosa in più, non ha portato sfraceli o dominio della partita ma senza dubbio quello con lo spagnolo in campo è sembrato un modulo migliore.

    Adesso all’Allianz Stadium servirà un’altra Juve, per il passaggio del turno potrebbe bastare anche una vittoria per 1-0 ma la squadra vista per lunghi tratti stasera non sembra nemmeno in grado di poter portar a casa quel minimo obiettivo.

    Veniamo al racconto della sfida di andata degli ottavi di finale di Champions League al Estádio do Dragão tra Porto e Juventus.

    Partenza shock, errore in disimpegno di Bentancur che regala la palla a Taremi che da due passi, in contrasto, batte Szczesny. La Juventus non riesce a creare niente ed il tempo scorre a favore dei padroni di casa. Nella prima mezz’ora Marchesin non deve nemmeno sporcarsi i guanti mentre la Juve rischia un paio di volte. Al 33° problema per Chiellini che lascia il campo a Demiral.

    Primo segnale di Juventus al 41° con una rovesciata di Rabiot salvata in corner, c’era però CR7 in fuorigioco, tutto fermo. Il primo tempo si chiude col Porto avanti meritatamente 1-0.

    La ripresa parte come il primo tempo, il Porto si lancia subito in avanti e dopo un minuto con una serie di passaggi Marega arriva a segnare il raddoppio. Al 52° Oliveira arriva tranquillo al limite e calcia serenamente, Szczesny è bravo a salvare. Non si vede una minima reazione dei bianconeri, il Porto controlla agevolmente.

    Al 82° s’accende la Juve, Rabiot scappa in profondità e mette palla per Chiesa che colpisce di prima ed infila in rete. Non succede molto altro, se non una protesta di Cristiano Ronaldo all’ultimissimo secondo per un contatto in area, l’arbitro non fischia rigore ma fischia la fine.

    Il 9 marzo servirà un’altra Juve per sperare di ottenere il passaggio ai quarti di Champions League.

    PORTO – JUVENTUS 2-1 (1° Taremi (J), 46° Marega (P), 82° Chiesa (J))

    Porto (4-4-2): Marchesin; Manafà, Mbemba, Pepe, Zaidu; Corona (90° Loum), Uribe, Sergio Oliveira (90° Conceiçao), Otavio (57° Luis Diaz); Marega (66°Grujic), Taremi.

    Allenatore: Conceiçao.

    Juventus (4-4-2): Szczesny; Danilo, De Ligt, Chiellini (34° Demiral), Alex Sandro; Chiesa, Bentancur, Rabiot, McKennie (63° Morata); Kulusevski (77° Ramsey), Cristiano Ronaldo.

    Allenatore: Pirlo.

    Arbitro: Del Cerro Grande.

    Ammoniti: De Ligt (J), Danilo (J), Demiral (J), Alex Sandro (J).

    Nell’altra gara di serata il Borussia Dortmund va sotto a Siviglia dopo 7 minuti per il gol di Suso, ma poi trascinato dal solito Haaland (doppietta per lui) si porta sul 3-1. Il gol di De Jong a 6 minuti dalla fine rende meno amara la sconfitta degli andalusi.

  • Ronaldo e Morata regalano la Supercoppa a Pirlo

    Ronaldo e Morata regalano la Supercoppa a Pirlo

    Una partita brutta, con poche occasioni che ha permesso però ad Andrea Pirlo di conquistare il primo trofeo da allenatore, Cristiano Ronaldo e Alvaro Morata hanno segnato i gol del 2-0 che ha consegnato la Supercoppa Italiana alla Juventus.

    Le due squadre arrivavano da due momenti diversi, il Napoli da uno scintillante successo per 6-0 contro la Fiorentina, la Juventus dal pesante k.o. subito in casa dell’Inter.

    Il campo, tra l’altro non in buone condizioni, però non ha mostrato tutta questa differenza di condizione, la Juventus ha beneficiato del recupero in extremis di Cuadrado che è risultato uno dei migliori.

    Dopo un primo tempo in cui si è vista solo una gran parata di Szczesny su Lozano, nella ripresa ci ha pensato Ronaldo, in una serata non scintillante, a sbloccare la gara facendosi trovare pronto sotto porta a metà della ripresa.

    Il Napoli di Gattuso non ha avuto una reazione veemente ma al 78° ha avuto l’enorme occasione di pareggiare con un calcio di rigore concesso dal VAR per fallo su Mertens. Insigne però ha calciato fuori.

    Un altra super parata di Szczesny e il gol di Morata all’ultimo secondo hanno messo il sigillo sulla SuperCoppa Italiana, primo trofeo da allenatore per Andrea Pirlo

    Veniamo al racconto della finale di Supercoppa dal Mapei Stadium di Reggio Emilia.

    Partenza equilibrata ma senza grossi sussulti nei primi dieci minuti. La Juventus fa la partita ma non riesce a creare pericoli verso Ospina. Cresce il Napoli e al 28° colpo di testa di Lozano da pochi passi, gran risposta di Szczesny. Non succede molto altro, si va al riposo sullo 0-0.

    La ripresa parte con l’ingresso di Bernardeschi per un acciaccato Chiesa. Passa un minuto e proprio Bernardeschi sfiora il gol, blocca Ospina sulla linea. I ritmi rimangono bassissimi e le occasioni non si vedono. Al 64° gran palla in mezzo di Ronaldo, Manolas svirgola e rischia l’autogol, sul corner Cristiano Ronaldo si trova la palla da pochi passi e di forza deposita in rete.

    Al 78° McKennie nel rinviare colpisce il piede di Mertens, il VAR richiama Valeri che assegna il rigore. Dal dischetto Insigne calcia fuori. Szczesny ancora strepitoso al 94° a salvare su una deviazione verso la propria porta di Chiellini. Il Napoli si butta tutto in avanti e al 95° Cuadrado serve un cioccolatino a Morata che deposita in rete il 2-0 prima del triplice fischio che consegna la Supercoppa alla Juventus.

    JUVENTUS – NAPOLI 2-0 (64° Cristiano Ronaldo, 95° Morata)

    Juventus (4-4-2): Szczesny; Cuadrado, Chiellini, Bonucci, Danilo; McKennie, Bentancur (84° Rabiot), Arthur, Chiesa (46° Bernardeschi); Kulusevski (84° Morata), Cristiano Ronaldo.

    Allenatore: Pirlo.

    Napoli (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui (84° Llorente); Demme (84° Politano), Bakayoko (67° Elmas); Lozano, Zielinski, Insigne; Petagna (72° Mertens).

    Allenatore: Gattuso.

    Arbitro: Valeri.

    Ammoniti: Cristiano Ronaldo (J), Zielinski (N).

  • Sorteggi Champions amari per Lazio ed Atalanta, bene Juve

    Sorteggi Champions amari per Lazio ed Atalanta, bene Juve

    Le partite vanno giocate e quindi tutto può accadere ma certamente i Sorteggi Champions hanno sorriso alla Juventus mentre sono stati terribilmente amari per Lazio ed Atalanta.

    I bianconeri di Mr Pirlo, vincitori del proprio raggruppamento, hanno trovato una delle due avversarie considerate, sulla carta, tra le più abbordabili ovvero il Porto.

    Lazio ed Atalanta invece partendo dal secondo posto non potevano sperare in una sfida facile certamente però l’urna di Nyon ha posto davanti a biancocelesti e nerazzurri due accoppiamenti devastanti: Bayern Monaco e Real Madrid, due Sorteggi Champions affascinanti ma complicati.

    Veniamo ad analizzare nel dettaglio i Sorteggi Champions per gli ottavi di finale.

    Il Porto avversario della Juventus è certamente una squadra da non sottovalutare, ha concluso il suo girone alle spalle del Manchester City vincendo le 4 sfide contro Olympiacos ed Olympique Marsiglia ed ha perso a Manchester e pareggiato 0-0 in casa con i Citizens.

    In campionato la squadra di Conceição è al terzo posto alle spalle di Sporting e Benfica. Corona e Marega sono due attaccanti da tenere d’occhio.

    Per quanto riguarda i precedenti l’ultimo risale proprio ad un ottavo di Champions League, nel 2017, con la Juve che vinse 2-0 in Portogallo e poi 1-0 a Torino.

    Sorteggi Champions che ripropongono ancora la Germania alla Lazio, se nel girone c’era stato il Borussia Dortmund, agli ottavi ci sarà il Bayern Monaco.

    C’è poco da dire sui Campioni d’Europa in carica, 5 vittorie ed un pareggio con l’Atletico Madrid, a qualificazione già ottenuta, in un girone dominato con ben 18 reti segnate e solo 5 subite.

    In Bundesliga i bavaresi stranamente non sono al comando, sono secondi ad un punto di distanza dal Bayer Leverkusen.

    La stella è senza dubbio Lewandowski che si troverà contro quel Ciro Immobile che lo ha battuto nell’ultima Scarpa d’Oro.

    Lo scontro pare proibitivo perchè i tedeschi non sono solo il centravanti polacco ma hanno una squadra solida e piena di talento, unico piccolo difetto può essere la difesa, lì dovrà provare a far male la Lazio.

    Concludiamo il trio di Sorteggi Champions delle italiane con la sfida tra Real Madrid ed Atalanta.

    I nerazzurri dopo il City ed il Psg l’anno scorso ed il Liverpool quest’anno si trovano di fronte un’altra grandissima squadra, il Real Madrid.

    Le merengues quest’anno non sembrano lo squadrone invincibile degli altri anni, hanno mostrato qualche crepa ma sembrano in crescita.

    La squadra di Zidane, inserita nello stesso girone dell’Inter, si è qualificata all’ultimo turno dopo aver perso due volte contro lo Shakthar, aver vinto due volte con l’Inter e rischiato un k.o. in Germania contro il Borussia Moenchengladbach.

    In campionato il successo nel derby ha rimesso i blancos in corsa a meno 3 dalla vetta.

    Benzema, Casemiro e Sergio Ramos sono le tre certezze, i giovani sono delle incognite che però hanno già mostrato di poter far molto bene.

    Sfide interessati negli altri cinque ottavi usciti dai Sorteggi Champions di oggi, tra tutte spunta un Psg Barcellona che porta alla mente grandi sfide. Sarà uno scontro tra grandi squadre e tra tecnici tedeschi in Lipsia e Liverpool.

    Atletico Madrid Chelsea e SivigliaDortmund sono due partite che paiono equilibrate mentre il Manchester City se la vedrà con il Borussia Moenchengladach.