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  • A volte ritornano, Juan Sebastian Veron pronto al rientro

    A volte ritornano, Juan Sebastian Veron pronto al rientro

    La notizia diffusa ieri da gran parte dei media argentini potrebbe essere annoverata tra le clamorose delle ultime settimane. Infatti, Juan Sebastian Veron ha dichiarato di esser vicinissimo al ritorno all’attività agonistica, dopo aver appeso le scarpette al chiodo nel 2012. La brujita ha manifestato il suo desiderio di tornare a vestire la casacca prestigiosa dell’Estudiantes de La Plata, che gli regalò i natali calcistici e che fu la squadra in cui il padre Juan divenne un autentico mito. Veron si era ritirato definitivamente nel 2012 dopo il riacutizzarsi di un fastidioso dolore alla caviglia, mentre si era accasato con i dilettanti del Coronel, al culmine di una grandissima carriera. Veron sta ultimando tutti i controlli medici del caso per preparare il suo ritorno all’Estudiantes, in quanto semplicemente gli manca l’ambiente ed il calore del calcio.

    Nato a La Plata il 9 marzo del 1975, Veron ha debuttato nel ’94 con il pincha e poi ha vestito le maglie di Sampdoria, Parma, Lazio, Manchester United, Chelsea, Inter e quindi nuovamente Estudiantes nel 2006, vincendo praticamente tutto: 2 Scudetti, 4 volte la Coppa Italia, 2 la Supercoppa Italiana, 1 Premier League, 2 Apertura argentine, la Coppa UEFA, la Supercoppa Europea e per concludere la Copa Libertadores, sogno di ogni giocatore sudamericano. Oltre a numerosissimi riconoscimenti personali, ha poi giocato nella Selecciòn argentina con ben 73 presenze all’attivo con 9 reti. E’ stato il terzo figlio d’arte nella storia a vincere la Copa Libertadores, dopo gli exploit di Jorge Goncalvez e Gustavo Matosas, entrambi del Penarol, i cui papà ne erano già stati vincitori.

    Juan Veron | © Chris McGrath/Getty Images
    Juan Veron | © Chris McGrath/Getty Images

    Anche Juan Ramòn Veron, il papà di Sebastian, ha avuto una carriera longeva, ma spesa quasi interamente nell’Estudiantes, con cui del resto vinse ben 3 Libertadores consecutive. Le uniche sue parentesi all’estero furono alla corte del Panathinaikos e quindi 32enne allo Junior Barranquilla in Colombia, dove guidò la sua squadra alla vittoria in campionato contro ogni pronostico. Ma tanto per gradire “la brujia”, cioè la strega, chiuse la sua carriera nell’Estudiantes nel 1981, cioè quando aveva 37 anni.

    Sebastian Veron, invece, è già arrivato a 38 primavere ed il tecnico Diego Cagna ne attende il rientro per dare una mano al glorioso Estudiantes. Una nuova sfida per Veron e per il suo amato club.

  • Argentina, l’Arsenal Sarandì vince il campionato clausura

    Argentina, l’Arsenal Sarandì vince il campionato clausura

    Mentre in Europa siamo impegnati con Euro 2012, in Sud America è tempo di verdetti nel campionato argentino. Dopo la promozione in prima divisione del River Plate, avvenuta grazie alla vittoria di sabato firmata David Trezeguet, nella giornata di ieri si è concluso il campionato clausura argentino e a trionfare per la prima volta è stato l’Arsenal de Sarandì, club del sud di Buenos Aires. Mai infatti l’Arsenal aveva vinto un titolo nazionale prima di ieri quando nell’ultima giornata del clausura ha battuto il Belgrano per 1-0 grazie alla rete al 27′ di Lisandro Lopez, giovane difensore classe 1989 che vanta anche due presenze nella nazionale argentina. I neo campioni di Argentina hanno approfittato del passo falso del Tigre, che ha pareggiato 2-2 con l’Independiente, mentre i campioni del torneo d’apertura ovvero il Boca Juniors hanno perso con l’All Boys e chiuso al terzo posto in classifica a pari merito tra l’altro con il Velez Sarsfield (ex squadra di Ricky Alvarez e Maxi ‘nano’ Moralez), che aveva trionfato nel clausura 2011.

    Festa Arsenal Sarandì dopo la vittoria del clausura 2012 © MARCELO CAPECE/AFP/GettyImages
    Vittoria storica e meritata quindi per il club di Sarandì, che ha chiuso il clausura con 38 punti in classifica 2 punti in più del Tigre e 5 in più di Boca Juniors, Velez Sarsfield e All Boys. La vittoria nel clausura 2012 è soprattutto merito del rendimento casalingo del club di Sarandì. Infatti nelle 10 partite giocate allo stadio “El Viaducto” i ragazzi allenati da Gustavo Alfaro non hanno mai perso ottenendo ben 24 punti sui 30 disponibili frutto di 7 vittorie e 3 pareggi. Saranno contenti dello storico titolo conquistato ieri alcuni giocatori che in passato hanno giocato nelle file dell’Arsenal prima di arrivare in Italia. German Denis è uno di questi perchè nel 2003/2004 e 2004/2005 ha giocato e totalizzato 54 presenze e 13 gol con la maglia del club di Sarandì. Lo stesso vale per El Papu Gomez, attualmente al Catania. L’attaccante del club siciliano infatti è cresciuto nelle giovanili dell’Arsenal de Sarandì prima di approdare nella prima squadra dove ha giocato dal 2004 al 2008.

    Non solo festa in Argentina visto che sempre ieri un grande giocatore argentino ha dato il suo addio al calcio giocato. Stiamo parlando di Juan Sebàstian Veron, centrocampista argentino che ha militato in Italia con le maglie di Samp, Parma, Lazio, Inter e in Europa con quelle di Chelsea e Manchester United. La sua carriera è finita là dove era cominciata ovvero all’Estudiantes, dove ieri i suoi tifosi gli hanno riservato una lunga standing ovation e una pioggia di applausi che hanno generato in Veron una grande commozione. Ecco le sue parole: “Non è una giornata triste, al contrario. Sono felice di ritirarmi indossando la maglia della squadra che ho sempre amato e con cui ho vinto tanto. La vita, così come il calcio, è fatta di cicli, e il mio si è concluso nel migliore dei modi”. Prima di chiudere la carriera in Argentina, Veron ha vinto e tanto con diverse maglie in Europa. Splendidi gli anni col Parma dove ha vinto una Supercoppa italiana, una Coppa Uefa e una coppa Italia come del resto è splendida l’annata 1999/2000 giocata con la maglia della Lazio e culminata con la vittoria dello scudetto. Negli ultimi sei anni è tornato a vestire la maglia del club che l’ha cresciuto e fatto conoscere al mondo e non dimentichiamo i successi ottenuti dall’Estudiantes anche grazie a lui (2 campionati Apertura 2006 e 2010 e 1 Coppa Libertadores nel 2009). Il calcio argentino e non solo ha perso ieri un grande interprete.

  • Cirigliano il “nuovo Mascherano” nel mirino della Lazio

    Cirigliano il “nuovo Mascherano” nel mirino della Lazio

    Lo paragonano già a Javier Mascherano. E sono ormai in tanti a farlo. Parliamo di Ezequiel Adrian Cirigliano, centrocampista argentino classe 1992 attualmente in forza al River Plate ma nel mirino della Lazio.

    Cirigliano nel mirino della Lazio | ©VANDERLEI ALMEIDA/AFP/Getty Images
    Non altissimo, 1 metro e 72 per la precisione, è dotato di una tecnica sopraffina e di una grande visione di gioco che unitamente alla grande corsa e la rapidità gli hanno permesso di essere considerato tra i migliori talenti emergenti sudamericani. Può ricoprire i ruoli di regista, mezzala e mediano senza differenza alcuna, e per Diego Armando Maradona lo stesso Cirigliano è il vero erede di Mascherano.

    Per il suo tecnico Almeyda è già pronto per il grande salto, ma anche altri ex giocatori della Lazio ne hanno esaltato le doti, su tutti Juan Sebastian Veron e Diego Pablo Simeone. Con la maglia della sua attuale squadra è esploso attirando su di se l’attenzione di mezzo mondo, e le sue doti tecniche fanno molto gola ad alcune tra le più importanti società europee. Infatti non solo i biancocelesti sono su Cirigliano, visto che risultano esserci interessamenti di Roma, Napoli, Manchester City, Tottenham e Arsenal.

    Il cognome, Cirigliano appunto, nasconde tra l’altro origini italiani. I nonni del talento argentino infatti sono toscani, precisamente di Poggibonsi, città dove il giocatore si trova in questi giorni di fine 2011. Non sarà facile, per chi vorrà, strapparlo al River Plate che chiede una cifra di 15 milioni di euro, un bel gruzzoletto per un giocatore di diciannove anni, ma un investimento per il futuro secondo quelle che sono le referenze. La Lazio, per arrivare al giocatore, sarebbe disposta ad inserire nella trattativa anche il portiere Juan Pablo Carrizo. Se l’affare si farà è presto per dirlo, ma ci sono concrete possibilità che l’Italia possa ospitare uno dei migliori talenti in circolazione.

    La scheda
    Nome e Cognome Ezequiel Adrian Cirigliano
    Data di Nascita 24/01/1992
    Ruolo mediano/mezzala
    Nazionalità argentina
    Squadra d’appartenenza River Plate

  • Veron da l’addio al calcio, il 31 Ottobre l’ultimo match!

    Veron da l’addio al calcio, il 31 Ottobre l’ultimo match!

    Juan Sebastian Veron da l’addio al mondo del calcio, confermando gli ultimi rumors sul suo ritiro ai microfoni argentini, motivando la fine della sua carriera con i troppi guai fisici dopo l’ultimo intervento subito alla caviglia destra, infortunio mai recuperato totalmente che lo ha tormentato negli ultimi mesi. L’ultima partita della ‘Brujita’ con la maglia dell’Estudiantes de La Plata è fissata in data 31 Ottobre  nel match contro il Racing de Avellaneda, per chiudere un cerchio. Una carriera davvero importante per un giocatore che si è fatto amare ed apprezzare ovunque sia andato, con il suo carattere forte e grintoso da buon Argentino.

    Juan Sebastian Veron ©Getty Images
    CARRIERA- Cresciuto calcisticamente in Argentina e più precisamente nell’Estudiantes, è passato in seguito a vestire la maglia del Boca, prima di approdare in Europa alla corte della Sampdoria. Una volta in Italia, è noto a tutti il suo trasferimento alla corte del Parma, con cui ha vinto trofei importanti come una Coppa Italia e una Coppa Uefa. Diventato un top player, fu inevitabile il suo passaggio alla Lazio di Cragnotti, dove divenne un idolo dei tifosi, riuscendo ad aggiungere al suo palmares uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e anche una Europea. Nel 2001 viene acquistato per una cifra vicina alle 28 milioni di sterline dal Manchester United, ma l’impatto con il calcio inglese non è affatto positivo, e Veron delude le aspettative. Negli anni a seguire il trasferimento al Chelsea e poi il ritorno in Italia con il prestito all’Inter, dove con Mancini in panchina ritrova lo spazio che merita. Nel 2006 abbandona l’Italia e torna a solcare i campi argentini legandosi all’Estudiantes fino al 2012, club con cui vince la Libertadores nel 2009. FUTURO- Appese le scarpette al chiodo cosa farà la Brujita si saranno chiesti in molti? Per quanto riguarda il futuro prossimo di Veron, la stampa sudamericana parla già di un possibile ruolo come direttore delle Nazionali in base al buonissimo rapporto che lo lega con l’attuale c.t. della Seleccion Alejandro Sabella.

  • Mondiali 2010: Argentina, buona la prima. Decide Heinze contro la Nigeria

    Un gol di Gabriel Heinze dopo appena 6 minuti di gioco del primo tempo permette all’Argentina di battere la Nigeria e partire col piede giusto nell’esordio del Mondiale.

    A Johannesburg la formazione sudamericana guidata in panchina da Diego Armando Maradona parte veramente forte (tra l’altro l’ex calciatore del Napoli fece la sua ultima apparizione in un campionato del mondo proprio contro la Nigeria con una larga vittoria per 4-0) e sbaglia un clamoroso gol dopo 3 minuti di gioco con Higuain, preferito a Milito come punta centrale, che dopo una superba azione di Messi che salta 3 uomini per poi passare al numero 9, mette a lato un pallone più facile da mandare dentro la porta!
    Dopo 2 minuti è proprio Messi che invece impegna l’estremo difensore africano Enyeama costretto a rifugiarsi in calcio d’angolo dopo il sinistro del fuoriclasse del Barcellona: dagli sviluppi del corner arriva il gol di Heinze che di testa infila la porta della Nigeria e l’incolpevole Enyeama, unico tiro sul quale non potrà opporsi l’estremo difensore, dato che durante gli altri 85 minuti di gioco si ergerà ad assoluto protagonista della partita assieme a Messi in un duello che ha tenuto vivo l’entusiasmo del pubblico sugli spalti.
    La Nigeria cerca di organizzarsi e con Obinna e Taiwo cerca di rendersi pericolosa, ma senza risultato. Dall’altra parte del campo Messi imperversa ed Enyeama deve superarsi ancora una volta sul tiro mancino della “Pulce”.
    Al 21esimo minuto altro errore clamoroso di Higuain tutto solo davanti al portiere che si oppone ancora una volta da gran campione. Al 37esimo invece sono ancora Messi ed Enyeama i protagonisti: il fenomeno del Barcellona converge dalla destra e cerca il sinistro a giro sul palo lungo, Enyeama è perfetto e ci arriva con la mano di richiamo mettendo la palla in calcio d’angolo!
    Il primo tempo termina con una punizione calciata alta da Veron. Argentina nel complesso meritatamente in vantaggio.
    La ripresa si apre senza nessuna novità e nessun cambio da parte dei tecnici e al 49esimo i sudamericani vanno vicini al raddoppio: Messi parte dalla trequarti e chiede il triangolo a Veron che gli restituisce il pallone nello spazio, tocco di punta della “Pulce” con la conclusione del fuoriclasse del Barcellona che si spegne sul fondo di pochissimo.
    Al 59esimo altra iniziativa dello scatenato numero 10 albiceleste che fa 30 metri palla al piede, quindi cerca il mancino a incrociare sul secondo palo ma la conclusione viene murata in calcio d’angolo!
    Al 63 si fa vedere la Nigeria che però non riesce neanche tirare in porta visto che il tiro di Yakubu viene deviato in corner da Jonas Gutierrez. Al 66esimo ancora Enyeama protagonista sul tiro di Higuain servito perfettamente dal solito Messi. Ma 2 minuti più tardi si vede anche la formazione africana con Odemwingie, ma l’esterno africano inciampa sul pallone e non riesce a servire Martins tutto solo a centro area per un facile appoggio in rete. La Nigeria ci crede e con Taiwo va nuovamente vicina al gol con un bolide che termina di poco a lato. Il terzino nigeriano pochi minuti dopo lascia il campo per problemi fisici e allora ci pensa Martins al 78esimo ad impegnare per la prima volta Romero, portiere dell’Argentina che su un tiro dal limite dell’ex interista si salva respingendo coi pugni. All’80esimo spazio a Diego Milito che rileva Higuain e festeggia con una presenza i suoi 31 anni. Solo un minuto dopo Messi viene fermato da Enyeama e sul capovolgimento di fronte la Nigeria rischia di pareggiare con Uche che però spara alto da posizione più che favorevole.
    Poi non succede più nulla con l’Argentina che porta a casa una bella vittoria e di importanza capitale visto che la Nigeria dovrebbe essere la seconda forza del Girone B. La squadra di Maradona ha meritato la vittoria, pur patendo qualche sofferenza, ma in un match di 90 minuti, all’esordio, può anche starci qualche sbavatura.

    IL TABELLINO
    ARGENTINA-NIGERIA 1-0
    ARGENTINA (4-2-3-1): Romero ; Gutierrez, Demichelis, Samuel, Heinze; Veron (28′ st Maxi Rodriguez), Mascherano; Di Maria (40′ st Burdisso), Messi, Tevez; Higuain (34′ st Milito sv). A disposizione: Pozo, Andujar, Rodriguez, Bolatti, Garcè, Otamendi, Aguero, Palermo, Pastore. All.: Maradona.
    NIGERIA (4-3-3): Enyeama; Odiah, Yobo, Shittu, Taiwo (29′ st Uche); Haruna, Etuhu, Kaita; Obasi (14′ st Odemwingie), Yakubu, Obinna (6′ st Martins). A disposizione: Aiyenugba, Ejide, Kanu, Afolabi, Utaka, Brown, Yussuf, Echiejile, Adeleye. All.: Lagerback.
    ARBITRO: Stark (Germania)
    MARCATORI: 6′ Heinze
    AMMONITI: Gutierrez (A), Haruna (N)
    ESPULSI: nessuno

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  • Mondiali 2010: L’Argentina e Messi all’attacco della Nigeria

    E’ il giorno del debutto mondiale per una delle formazioni di calcio più forti al mondo: l’Argentina di Diego Armando Maradona.
    L’ex fuoriclasse del Napoli siederà in panchina per guidare i suoi giocatori al successo nella massima competizione intercontinentale che nel paese sudamericano è molto attesa.
    Ovviamente gli occhi saranno puntati quasi esclusivamente sull’unico vero erede di Maradona, ovvero Leo Messi che sarà chiamato all’arduo compito di trascinare i suoi compagni di squadra in ogni partita. Vero faro della squadra, Messi deve dimostrare anche in Nazionale di essere quel giocatore determinante che noi tutti possiamo ammirare nella sua squadra di club, il Barcellona. I risultati e le prestazioni della “Pulce” con la squadra del proprio Paese non sono stati mai eccellenti ma ora è arrivato il momento di dimostrare che le cose possono (e devono) cambiare se il nome del piccolo talento argentino vorrà essere accostato ed essere al pari di quello del suo illustre predecessore che ora lo guida dalla panchina.
    Maradona ha incoronato definitivamente Messi come leader e punta di diamante della “Selecciòn”:

    • Se c’è qualcuno che può trascinare questa Argentina verso il trionfo finale questo qualcuno è sicuramente Leo Messi“.

    Parola di Diego Armando Maradona, uno che l’Argentina l’ha già trascinata a grandissimi traguardi e che di magie se ne intende come pochi altri. L’allenatore albiceleste però responsabilizza anche il gruppo:

    • Messi non può essere lasciato solo. Per vincere l’Argentina ha bisogno sia di Leo che di una squadra intera a disposizione del suo genio. Messi insomma deve essere la ciliegina sulla torta di un grande gruppo che lavora dietro di lui e che lo supporta“.

    Poi fa un augurio al suo numero 10 ma implicitamente anche a sè stesso:

    • Vorrei che Messi avesse lo stesso impatto e che ricoprisse lo stesso ruolo di protagonista che io ebbi al Mondiale del 1986. Gli auguro di diventare il migliore di tutti i tempi“.

    Indubbiamente le favorite al titolo potrebbero essere altre, Brasile e Spagna su tutte, ma Diego si augura che le invenzioni di Messi faranno la differenza.

    Dall’altra parte del campo ci sarà la Nigeria che dovrà cercare di fermare i campioni sudamericani che scenderanno in campo. Impresa veramente difficile ma gli africani non tremano.

    Per quanto riguarda le formazioni, modulo spregiudicato per l’Argentina con il solo Mascherano a protezione della linea difensiva (che annovera anche un centrocampista di fascia schierato come terzino, ovvero Jonas Gutierrez) e 4 giocatori dalle spiccate doti offensive come Carlos Tevez, Angel Di Maria, Sebastian Veron e l’immancabile Leo Messi a supporto di Higuain, momentaneamente in vantaggio per il ruolo da titolare in attacco sul “Principe” Diego Milito.
    La Nigeria baserà il suo gioco su alcuni giocatori chiave che saranno chiamati a superare i loro limiti contro una super potenza del calcio come l’Argentina. Parliamo della spinta del difensore marsigliese Taiwo, dell’esperienza al centro della difesa di Yobo, del prezioso contributo a centrocampo del giocatore del Fulham Etuhu e della velocità e della pericolosità in attacco dell’ex nerazzurro Obafemi Martins. Solo panchina per il “gioiellino” del Chelsea Obi Mikel ma non si escludono sorprese dell’ultim’ora con il numero 10 nigeriano in campo.

    Si gioca alle 16 con l’Argentina nettamente favorita sulla Nigeria per via dell’enorme tasso di talento in squadra. Ma gli uomini del C.T. svedese Lars Lagerback potrebbero sorprendere sfruttando la loro resistenza e potenza fisica.

    ARGENTINA-NIGERIA: PROBABILI FORMAZIONI
    Probabili formazioni di Argentina-Nigeria, valida per il gruppo B, in programma all’Ellis Park (ore 16.00):
    Argentina (3-4-3): 22 Romero, 2 Demichelis, 13 Samuel, 6 Heinze, 17 Gutierrez, 14 Mascherano, 8 Veron, 7 Di Maria, 10 Messi, 11 Tevez, 9 Higuain. (21 Andujar, 3 C. Rodriguez, 15 Otamendi, 4 Burdisso, 12 Garce, 5 Bolatti, 20 M. Rodriguez, 23 Pastore, 19 Milito, 16 Aguero, 18 Palermo, 1 Pozo). All.: Maradona.
    Nigeria (4-4-2): 1 Enyeama, 17 Odiah, 5 Ofolabied, 2 Yobo, 3 Taiwo, 11 Odemwingie, 20 Etuhu, 15 Lukman, 14 Kaita, 8 Aiyegbeni, 9 Martins. (23 Aiyegnugba, 16 Ejide, 22 Adolaye, 21 Echiejile, 6 Shittu, 13 Ayila, 4 Kanu, 12 Uche, 7 Utaka, 18 Obinna, 19 Obasi, 10 Ideye). All.: Lars Lagerback. Arbitro: Wolfgang Stark (Germania)

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  • Libertadores: Adriano non basta, il Flamengo si ferma ai quarti

    Svaniscono le speranze Copa Libertadores per Adriano e per il suo Flamengo, non basta la vittoria sul campo dell’Universidad de Cile nel return match dei quarti per accedere al turno successivo. I cileni forti del 3-2 conquistato la settimana scorsa al Maracana hanno giocato una partita di rimessa scoprendosi solo nei momenti opportuni e sopratutto trovando il pari “scaccia incubi” di Walter Montillo. I rossoneri erano passati in vantaggio con Vagner Love e poi hanno raggiunto l’inutile vittoria con un gol di Adriano.

    Sconfitta anche per i deterntori della Coppa, l’Estudiantes di Veron viene beffato nei minuti finali dall’Internacional di Porto Alegre. Sul due a zero e con la qualificazione in tasca subiscono la beffa all’89’ ad opera del neo entrato Giuliano. Si sfiora la rissa nel finale, Veron e D’Alessandro battibeccano e Abbondanzieri, portiere argentino dell’Internacional, ha colpito Desabato e il difensore ha restituito il “favore” con una testata.

    In semifinale ci sarà il derby tutto brasiliano tra Internacional di Porto Alegre e il San Paolo, l’Universidad de Chile incontrerà in semifinale i messicani del Chivas di Guadalajara che hanno eliminato il Libertad.

  • Napoli: c’è anche Lodeiro. De Laurentis vicino alla stella sudamericana

    Napoli: c’è anche Lodeiro. De Laurentis vicino alla stella sudamericana

    nicolas lodeiro
    Il presidente De Laurentis è scatenato e dopo aver portato ai piedi del Vesuvio il laterale sinistro Andrea Dossena risolvendo cosi la mancanza di un interprete adatto a quel ruolo potrebbe arrivare a prendere la stella nascente del calcio uruguaiano Nicolas Lodeiro. E’ il faro del centrocampo del Nacional e pochi giorni addietro si è classificato secondo nella classifica del pallone d’oro sudamericano vinto da Veron.

    Lodeiro è un classico regista davanti alla difesa, dotato di ottimi fondamentali e di un pregevole sinistro, non fa della velocità il suo punto di forza ma ha un ottimo senso della posizione accompagnato da un pregevole controllo di palla. Pare che nell’incontro di ieri tra il patron Aurelio De Laurentis e il procuratore Betancourt per il rinnovo di Gargano i due si sono soffermati su Lodeiro.

    Il costo del cartellino è di 6 milioni di euro ma per soffiarlo alla concorrenza di Atletico Madrid, Villareal, Barcellona e Liverpool bisogna agire di fretta. In passato anche la Juventus si era interessata al giocatore.

  • Veron vince il Pallone d’Oro del Sud America per il secondo anno consecutivo

    Come già nel 2008 e a 34 anni, Juan Sebastian Veron, il centrocampista dell’Estudiantes e della nazionale e con una lunga carriera ‘italiana’ alle spalle (Sampdoria, Parma, Lazio ed Inter), si è aggiudicato il Pallone d’Oro del Sudamerica 2009, assegnato come ogni anno dal quotidiano ‘El Pais’, con un’inchiesta tra i giornalisti sportivi.

    Veron, che quest’anno ha aggiunto al suo carniere anche la Coppa Libertadores, ha ottenuto 107 voti contro i 64 che hanno avuto sia l’attaccante cileno Humberto Suazo (Monterrey) che l’ecuadoregno Edison Mendez, della Liga Deportiva Universitaria di Quito. Le 45 lunghezze che ha dato ai suoi più vicini avversari sono per altro un nuovo record che in precedenza, apparteneva al cileno Marcelos Salas che, 12 anni fa, aveva ottenuto 44 punti in più del peruviano Norberto Salas.

    Pur se Veron ha fatto il bis, il suo connazionale Carlos Tevez può vantare tre Palloni d’oro, poiché si è imposto nelle edizioni 2003, 2004 e 2005. Quanto all’inchiesta sugli allenatori, ha avuto nettamente la meglio l’argentino Rafael Bielsa, ct della nazionale cilena, con 58 voti di vantaggio sull’uruguayano Jorge Fossati.

    [via eurosport]

  • Mondiale per Club: il Barcellona sul tetto del Mondo. Decide Messi ai supplementari

    Il Barcellona è sul tetto del Mondo! Glu uomini di Guardiola vincono la finale del Mondiale per Club contro gli argentini dell’Estudiantes e coronano un 2009 leggendario facendo incetta di trofei. Per aver la meglio della squadra di Juan Sebastian Veron il Barcellona ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie e acciuffare la rete della vittoria soltanto ai tempi supplementari con il solito Messi abile a deviare in rete di petto un cross di Dani Alves.

    La partita è stata comunque intensa con gli argentini bravi a chiudere le fonti di gioco degli spagnoli e a pungere in contropiede, l’asfissiante pressing dell’Estudiantes si rivela vincente e l’attivo Boselli al 37′ capitalizza l’ottimo lavoro della squadra portando in vantaggio i suoi con un poderoso colpo di testa. Si chiude il primo con un Barcellona irriconoscibile, Ibra ed Henry non pervenuti mentre Messi spazia molto ma senza frutti, gli argentini invece con un gioco corale e fisico dimostrano di poter tenere testa ai quotati avversari.

    Nella ripresa entra anche Pedro per un Barcellona completamente a trazione anteriore, gli spagnoli premono sull’acceleratore ma i frutti non arrivano, Ibra ha le polveri bagnate e le ottime incursioni di Pedro sono fermate dal sontuose parate di Abil. Alla metà del secondo tempo l’Estudiantes per ben due volte ha l’occasione di chiudere la partita con due perfetti contropiedi su Perez è decisivo l’intervento di Abidal mentre Nunez e Rodriguez non trovano l’intesa.

    La legge del calcio è impietosa e così all’88 la giovane stella Pedro trova la rete del pari che vale i supplementari: Pedro inspiegabilmente solo in area recupera un pallone vagante e porta i suoi sul pari. Al 5′ del secondo tempo supplementare arriva il gol vittoria segnato dal protagonista indiscusso del 2009 Lionel Messi.

    TABELLINO
    BARCELLONA – ESTUDIANTES 2-1 37’pt Boselli (E), 43’st Pedro (B), 5’sts Messi (B)

    Barcellona (4-3-3):
    Valdes; Dani Alves, Pique, Puyol, Abidal; Xavi, Keita 5.5 (1’st Pedro), Busquets 5 (34’st Tourè); Messi, Ibrahimovic, Henry 5 (37’st Jeffren); A disposizione: Pinto, Mino, Chygrynsky, Milito, Marquez, Maxwell, Jeffren, Jonathan, Bojan, Iniesta. All. Guardiola.
    Estudiantes (4-4-2): Albil; Cellay, Re 6.5 (45’st Rojo), Desabato, Diaz; Rodriguez, Brana, Veron, Benitez 6 (30’st Sanchez); Boselli, Perez 7 (34’st Nunez); A disposizione: R. Fernandez, Taborda, Alayes, Salgueiro, F. Fernandez, Gonzales, Huerta. All. Sabella.
    Arbitro: Archundia (Messico)
    Ammoniti: Messi, Henry (B), Diaz, Rodriguez, Perez, Desabato, Albil (E)