Otto punti in otto partite, una media da zona retrocessione che farebbe tremare qualsiasi panchina di serie A ma non quella di Andrea Stramaccioni. Il giovane tecnico romano gode infatti di una stima quasi inspiegabile che gli permette un credito con i cattivi risultati superiore a quello dei predecessori più esperti e illustri che negli ultimi anni si sono succeduti sulla panchina dell’Inter. A dir la verità Stramaccioni paga anche una rosa non ben amalgamata, tantissimi infortuni e soprattutto la mancanza di un vero regista a centrocampo capace di dettare i tempi di gioco e accelerare la manovra quando le squadre avversarie son ben chiuse evitando di fatto di mostrare il fianco alle ripartenza dell’Inter.
Stramaccioni fuorioso Il tecnico nerazzurro nel post partita elogia comunque la partita dei suoi ragazzi scagliandosi ancora una volta contro gli arbitri per l’atteggiamento riservato alla sua squadra “Non siamo fortunati con le decisioni arbitrali: su Palacio c’era rigore e Domizzi andava espulso. Non è possibile non assegnare un rigore del genere, è strano. Quell’episodio ha indirizzato in modo chiaro la partita: Palacio era davanti alla porta, Domizzi gli taglia la strada e lo sbilancia. Era rigore ed espulsione, invece abbiamo preso un’ammonizione per simulazione. Non ho sospetti sulla buonafede degli arbitri, loro fanno il loro lavoro, ma noi siamo sfortunati. È innegabile come abbiamo subito tante valutazioni sbagliate. Palacio è partito in fuorigioco? Se l’avesse fischiato sarebbe stato meglio. E poi noi abbiamo chiuso la partita con 4 cartellini gialli, mentre l’Udinese solo uno: com’è possibile non ammonire Allan per il fallo a piedi pari su Guarin nel primo tempo?”.
Udinese-Inter 3-0 le pagelle
Udinese (3-5-2): Brkic 6,5; Heurtaux 6, Danilo 6,5, Domizzi 6,5; Basta 7, Pereyra 6, Allan 6,5, Lazzari 6, Pasquale 6; Muriel 7,5 (36′ st Maicosuel sv), Di Natale 8 (43′ st Willians sv). A disposizione: Padelli, Pawlowski, Angella, Faraoni, Barreto, Ranegie, Coda, Gabriel Silva, Merkel, Zielinski. All.: Guidolin 7.
Inter (3-5-2): Handanovic 5,5; Samuel 5, Cambiasso 5, Juan Jesus 4,5; Jonathan 4 (32′ st Rocchi sv), Zanetti 5, Gargano 5 (29′ st Duncan sv), Guarin 6, Pereira 4,5; Cassano 6 (36′ st Silvestre sv), Palacio 5. A disposizione: Belec, Di Gennaro, Mariga, Benassi, Mbaye, Bessa, Livaja. All.: Stramaccioni 5.
Arbitro: Giannoccaro
Marcatori: 18′ st, 34′ st Di Natale, 30′ st Muriel
Ammoniti: Danilo, Allan, Maicosuel (U), Pereira, Palacio (I)
Espulsi: 20′ st Juan Jesus (I) per doppia ammonizione
La crisi che ha investito negli ultimi due anni l’Europa ha avuto forti ripercussioni anche nel calcio italiano. La Serie A si è così dovuta rimboccare le maniche e ha deciso di investire maggiormente sui giovani. Le sorprese più belle sono arrivate proprio dai top club italiani, con Roma, Milan, Juventus e Napoli a farla da padrone. Un cambiamento epocale se si pensa che fino a qualche stagione fa eravamo etichettati come i nonni d’Europa, senza inventiva e interesse nei confronti del settore giovanile o comunque dei prospetti internazionali. La crisi ha stravolto invece il modus operandi degli anni passati, riportando il calcio italiano a contatto con gli Under 21, liberando la mente dei dirigenti nostrani da pre concetti diventati ormai obsoleti. La Gazzetta dello Sport si è divertita a schierare una formazione composta soltanto dai migliori giovani della Serie A. Giudicate voi.
I migliori giovani della Serie A 2012-2013
IN PORTA – A difendere i pali dell’undici titolare c’è Mattia Perin. L’estremo difensore del Pescara (ma di proprietà del Genoa ndr) fin qui si è distinto per interventi prodigiosi e di qualità, nonostante sia il portiere che ha incassato più reti nelle prime 16 partite di campionato.
CHE DIFESA – Nel 4-2-3-1 disegnato dalla Gazzetta dello Sport il reparto difensivo è composto dalla coppia centrale Marquinhos–Savic. Sulla corsia di destra De Sciglio, considerato l’erede del grande Paolo Maldini. Sul versante opposto troviamo invece Juan Jesus, autentica sorpresa della retroguardia interista.
A CENTROCAMPO – I due centrocampisti scelti dalla Rosea sono il romanista Florenzi e lo juventino Pogba. Il primo ha letteralmente trascinato la squadra di Zeman ad inizio stagione, tanto da meritarsi la prima convocazione in Nazionale maggiore. Il francese invece ha stupito per completezza e personalità, garantendosi un futuro assicurato nella Juventus e con i Galletti.
TREQUARTI – Libero sfogo alla fantasia. Al centro il giallorosso Erik Lamela, autore di 8 gol in 13 giornate. Sulla sinistra Stephan El Shaarawy, capocannoniere del campionato con 13 reti. A destra invece Lorenzo Insigne, lo scugnizzo napoletano, già beniamino del San Paolo.
PUNTA CENTRALE – Infine troviamo l’attaccante Mattia Destro, ennesimo giocatore della Roma, che completa così l’undici Under 21. L’ex sienese si è finalmente sbloccato dopo i difficili mesi iniziali e nel girone di ritorno potrebbe rappresentare l’arma in più per Zeman e la sua Roma.
L’Inter perde il treno per la seconda volta, e si fa battere dal Parma nel posticipo del lunedì. L’obiettivo alla vigilia era chiaro: battere i ducali per portarsi a meno uno dalla Juve. Ma quella che scende in campo in Emilia è solo l’ombra dell’armata che fino a qualche settimana fa collezionava vittorie in serie. Ora i nerazzurri scendono al terzo posto, scavalcati dal Napoli e raggiunti dalla Fiorentina. La squadra di Donadoni gioca bene, ma non è irresistibile. Poi l’eurogol si Sansone spezza gli equilibri: la strada del non ritorno interista.
Meglio il Parma — I ducali sono ben organizzati, e la mano di Donadoni si vede. Valdes e Marchionni impostano facendo da collettore alla manovra emiliana. Ma è Biabiany a mettere in ansia costantemente la retroguardia dei milanesi ben supportato da Rosi. Al netto di un Nagatomo non in piena forma, che non ha difeso al meglio, ma non ha nemmeno attaccato. Già al 5’ il Parma è pericoloso, con Handanovic che para una deviazione disperata di Samuel su cross basso di Marchionni. E poi al 33’ quando Biabiany innesca Amauri , ma Handanovic è attento.
Poca lucidità — Ciò che manca all’Inter sono i tempi di gioco. Il movimento non è quello dei tempi d’oro, e le giocate in profondità latitano come la neve a settembre. Male Alvarez, scelto come vice Cassano. L’argentino delude ancora una volta e non convince affatto per intensità. Ma gennaio è vicino. Così le incursioni di Guarinrisultano le poche capaci di impensierire la porta emiliana. Il colombiano sfiora il palo su punizione. Il primo tempo si conclude con un noioso 0-0.
Sansone e tutti i filistei — Nella ripresa Stramaccioni dimostra di avere le idee non chiarissime: al 25′ toglie un deficitario Alvarez per Coutinho. Copione già visto. E al Tardini cala lo spettro di Sneijder. Perché al minuto 29’ Sansone si invola verso la porta nerazzurra, e conclude con un destro micidiale che brucia Handanovic. L’Inter non reagisce e la partita finisce con tre punti meritati per il Parma. Ora in casa nerazzurra si apre la fase degli interrogativi. A partire da quello che pende sul futuro di Sneijder.
INTER (3-5-2): Handanovic, Ranocchia, Samuel, Juan Jesus (40′ st Duncan), Zanetti, Guarin, Cambiasso (41′ st Livaja), Alvarez (27′ st Coutinho), Nagatomo, Milito, Palacio. In panchina: Castellazzi, Belec, Silvestre, Jonathan, Mariga, Benassi, Romanò, Pereira. Allenatore: Stramaccioni.
ARBITRO: Banti di Livorno.
LE PAGELLE
Sansone 7,5: Partita tra le righe per lui, che nel primo tempo prova a giocare tra le linee nerazzurre. Poi l’eurogol che vale tre punti.
Biabiany 7,5: Partita fantastica per lui. Moto perpetuo che distrugge la difesa interista, in primis Juan Jesus.
Handanovic 6,5: Ancora straordinari per il portiere dell’Inter. Deve intervenire già dopo pochi minuti per salvare capra e cavoli. Nessun colpa in occasione del gol.
Ranocchia 6,5: Nel marasma difensivo nerazzurro è l’unico a salvarsi. Sbroglia alcune situazioni complesse.
Juan Jesus 4,5: La peggiore partita da quando è all’Inter. Involuzione pazzesca rispetto a qualche settimana fa.
Palacio 5: Non punge mai. Il Parma non è un’armata, ma lui in pratica non si fa vedere.
Milito 5: Non una serata da Principe. Parte discretamente, poi sparisce dal campo.
Dopo i complimenti, le lodi ricevute ( anche con un pizzico di polemica da parte juventina) e le gioie nei giorni che seguono la vittoria contro la Juventus, l’Inter di Stramaccioni si ritrova con un’infermeria da record storici. Samuel e Ranocchia, i perni della difesa nerazzurra, usciti malconci dalla sfida dello Juventus Stadium hanno effettuato gli esami diagnostici per verificare le entità degli infortuni. Il riscontro è stato un fulmine a ciel sereno: entrambi alle prese con degli stiramenti non saranno disponibili prima di un mese. Morale della favola? Dalle gioie ai dolori, con una difesa da ridisegnare nelle prossime sfide contro il Partizan, Atalanta, Cagliari e Rubin Kazan. Inoltre sembra che per Ranocchia servano tempi di recupero leggermente allungati, quindi è probabile il suo forfait anche nella sfida di campionato contro gli emiliani del Parma. I guai non derivano solo dalle assenze dei due centrali, poiché se fino a qualche mese fa in casa Inter si parlava di abbondanza al centro, ora l’unico disponibile è l’inamovibile Juan Jesus.
SILVESTRE E DIFESA A 4? – Con Samuel, Ranocchia, Chivu, Silvestre, e Juan Jesus, si potrebbe tranquillamente parlare di sovrabbondanza di centrali. Perfetto, tolti i primi due, per gli infortuni su citati, con Chivu fermo ai box per risolvere il problema al piede (si parla di un suo rientro a Dicembre), e Silvestre che ha di fatto deluso in ogni sua uscita, Stramaccioni ha una bella gatta da pelare. Proprio sull’argentino ex Palermo adesso sono puntati i riflettori. Voluto fortemente dalla dirigenza nerazzurra in estate e finito in ombra dopo le deludenti prestazioni in Europa League e il disastroso 3 a 1 contro la Roma, Silvestre potrebbe riconquistarsi la fiducia del tecnico, e ritornare ai suoi livelli visti al Barbera nelle passate stagioni. Con il suo inserimento Stramaccioni potrebbe tornare a puntare sulla difesa a quattro, già vista nel match contro il Catania. In quel frangente era Obi a ‘mascherarsi’ da terzino per arginare le giocate di Gomez, ma stavolta essendo indisponibili il nigeriano e forse Jonathan, Stramaccioni dovrà tirar fuori il coniglio dal cilindro!
CAMBIASSO JOLLY- L’alternativa valida per non rinunciare alla difesa a tre, potrebbe essere quella (tra l’altro già vista in Europa League) di arretrare al centro della retroguardia, il tutto fare Cambiasso. Il centrocampista argentino in questo modo tirerebbe un po’ il fiato, e giocherebbe in una posizione che comunque non gli è mai dispiaciuta, affiancato da Juan Jesus e appunto Silvestre più larghi. C’è da considerare come questa ipotesi non sia nemmeno così tanto remota, visto che è già stata utilizzata nel match contro il Neftchi, con discreti risultati. Ovviamente gli azeri sono un avversario di tutto altro conto rispetto alle squadre italiane, quindi il test del nove è atteso già giovedì contro il Partizan e poi in campionato contro l’Atalanta. Se dovesse scalare dietro Cambiasso, ci sarebbe inoltre da risolvere l’enorme vuoto lasciato dall’argentino in mediana, con il possibile inserimento di Guarin, in versione ‘responsabilizzato’, ovvero con la licenza di spingere ma con l’obbligo di garantire la copertura che Cambiasso non fa mancare mai.
Dalla paura alla festa. A San Siro succede tutto in trenta secondi. Ovvero quelli che passano tra il miracolo di Handanovic sul lanciatissimo Lazar Markovic e il cross di Milito che Palacio trasforma in gol vittoria. È il minuto 42 del secondo tempo. Fino a quel punto l’Inter aveva sciupato almeno 3 azioni da rete nitide e rischiato qualcosa di troppo sulle ripartenze fulminee dei serbi. Transizioni ispirate dal solito Markovic, spina nel fianco della retroguardia nerazzurra per almeno 30 minuti. Nella terza gara del girone H di Europa League l’Inter supera 1-0 il Partizan Belgrado e allunga a sei i punti di distacco da Neftchi e Partizan. Insomma, per gli uomini di Stramaccioni passaggio del turno blindato e quinta vittoria di fila in gare ufficiali.
Work in progress – L’Inter scende in campo con l’ormai rodato 3-4-3, con Coutinho e Cassano a lavorare palloni sugli esterni per l’avanzato Livaja. E i nerazzurri partono bene. Nei primi venti minuti la squadra di Stramaccioni macina bel gioco e azioni interessanti. Peccato manchi l’acuto proprio sul più bello. Le occasioni migliori nascono dalle accelerazioni di un rigenerato Coutinho. Ma il cinismo è un’altra cosa. Come al minuto 28, quando Pereira mette in mezzo un cross che di piatto il brasiliano spedisce di poco a lato. Alla mezz’ora, però, Cou si fa male e l’Inter è costretta a cambiare faccia. Entra Palacio e si passa al 4-4-2: Mudingayi e Livaja diventano esterni di centrocampo. Ma è il Partizan a farsi pericolso. Al 21’ Markovic sorprende la difesa interista e pesca il palo alla sinistra di Handanovic. Brividi. Gli ospiti crescono, mentre sull’asse Guarin – Cassano i lanci lunghi si sprecano. Idea non malvagia vista la retroguardia serba, ma il barese non è certo Bolt. Nella ripresa Cambiasso e Guarin riprendono il controllo del centrocampo ed è tutta la squadra a crescere. Non cresce invece la “fame” di gol: prima Palacio, poi Cassano sprecano malamente veri e propri rigori in movimento. Al 42’ esce fuori la vera anima dell’Inter: pazza, maledettamente pazza. Il Partizan sfonda in contropiede, la difesa nerazzurra pasticcia il pasticciabile e Markovic, insieme al 1600 tifosi ospiti, pregusta il sapore della rete. E invece Handanovic fa due cose, semplici e complicatissime: prima salva con un vero e proprio miracolo la propria porta, poi rilancia l’azione che porterà al vantaggio dei padroni di casa. Sul capovolgimento di fronte Milito prende palla sul vertice destro dell’area di rigore, pennella un cross che Palacio, grazie anche al sapone sui guanti di Petrovic, mette in rete di testa. Vantaggio Inter, e tabù San Siro stregato pure in Europa.
Prove d’Europa – Quando si tratta di Coppa l’Inter cambia pelle. O almeno ci prova. Tra pensieri di campionato e turnover, Stramaccioni prova a disegnare ogni volta un undici nuovo di zecca. Ma alla fine chi risolve la partita è Palacio. Su assist di Milito. Non certo due rincalzi da minestra riscaldata. E Handanovic: la parala su Markovic al 42’ della ripresa vale come un gol. Sono piuttosto le seconde linee a convincere poco. Vedi Matias Silvestre, macchinoso fino a diventare stucchevole. Vedi, ancora, Jonathan. Le sue incursioni appaiono sempre troppo velleitarie. Di certo chi strappa il premio di migliore in campo è Juan Jesus. Per lui partita da leader del reparto arretrato. Alcuni recuperi, sulle verticalizzazioni dei serbi, sono quanto meno provvidenziali.
Chi ferma Markovic? – Per gli uomini di Vernezovic uscire dal Meazza con un pareggio non sarebbe stato un furto. Il Partizan comanda il gioco per almeno 30’ tra il primo e il secondo tempo, poi però si spegne alla lunga lasciando campo ad una compassata manovra interista. Buona la prova dei giovani (in pratica tutti) che dimostrano personalità e grandi doti tecniche. Il classe ’94 Markovic mette gli incubi alla retroguardia interista in almeno tre occasioni. Le sue accelerazioni, la sua rapidità di esecuzione, il suo senso della “porta” lo impongono come giocatore di livello europeo.
Handanovic 7: il miracolo del portierone nerazzurro al minuto 42 della ripresa pesa come e più di un gol. Salva il risultato e propizia l’azione della rete di Palacio. Per il resto normale amministrazione. Silvestre 5: Ce la mette tutta il ragazzo, ma la lucidità è un’altra cosa. I pericoli per la porta nerazzurra arrivano spesso dalle sue parti. Doveva essere la partita del rilancio. Rimandato. Cambiasso 6: il Cuchu è uno di quei calciatori che se sono fuori dal campo poi li rimpiangi. Contro il Partizan non sfoggia di certo il vestito migliore, ma il suo contributo di quantità a centrocampo lo garantisce sempre. Buona qualche incursione a fari spenti. Juan 6,5: un muro. Dalle sue parti non si passa, e alcuni recuperi in extremis mettono sale ad una prestazione nettamente sopra la sufficienza. Johathan 5,5: tanta corsa ma poca incisività. Prova incolore per il terzino brasiliano, che si applica ma soffre limiti evidenti. Guarin 6: Non certo un fulmine di guerra il colombiano centrocampista dell’Inter. Al Porto era tutta un’altra storia. La reazione alle tante chiacchiere dei giorni scorsi non è arrivata. In ogni caso le qualità del giocatore sono evidenti. Mudingayi 6: Solito gioco sporco. L’idea di Stramaccioni di piazzarlo esterno di centrocampo gli è piaciuto come un’ape dentro i pantaloni. Ma il ragazzo ha svolto il suo ruolo con dedizione. Nel’ultima fase del match lucido nel gestire diversi palloni. Pereira 6: Alvaro è il classico motorino di fascia. Non precisissimo sui cross, ma il suo contributo lo ha dato. Coutinho 7: fino al fattaccio (infortunio al 28’pt) nettamente il migliore in campo. Lampi di pura classe per un giovanotto che può e deve ancora crescere molto. Palacio 6,5: Mezzo punto in più per il gol. Per il resto l’argentino sbaglia qualcosa di troppo in rifinitura e si divora una clamorosa pala gol. L’infortunio ancora non è stato del tutto assorbito. Milito 6,5: il principe lo zampino ce lo mette sempre. I movimenti non sono più quelli del “Bernabeu”, ma la classe è quella di sempre. Delizioso il cross che ispira il gol del vantaggio. Cassano 5,5: Fantantonio meno meno. La prova del talento di Bari vecchia si cristallizza nel gol sbagliato malamente in avvio di ripresa. Zanetti 6: Infinito potrebbe essere un aggettivo riduttivo per il capitano del’Inter. Mai banale le sue partite, sempre concreto quando c’è da dare consistenza al gioco nerazzurro. Livaja 5: non morde il giovanissimo attaccante croato. Va bene, i palloni giocabili lavorati per lui sono pochissimi, ma è lecito attendersi qualcosa di più.
Vigilia di Milan-Inter – Domani sera il Milan ospita l’Inter nel posticipo serale della settima giornata di Serie A. Un derby non è mai una partita banale, ma questo derby vale molto più di una supremazia cittadina e di 3 punti in classifica. L’Inter reduce, da 3 vittorie consecutive tra campionato e coppa, cerca contro i cugini milanisti la settima vittoria in altrettante partite giocate in trasferta. Il derby è una partita che sfugge ad ogni tipo di pronostico ma l’impressione è che l’Inter ci arrivi leggermente meglio del Milan e non solo per i 5 punti di vantaggio in classifica. Classifica che conta relativamente quando a sfidarsi sono 2 squadre della stessa città basti pensare che nella passata stagione l’Inter peggiore degli ultimi 10 anni abbia vinto entrambi i derby contro un Milan in lotta fino alla fine per lo scudetto.
Il Derby della rinascita – Il derby che andrà in scena domani sera a San Siro potrà significare per entrambe le squadre una rinascita. Per il Milan la rinascita di un gruppo devastato nelle ambizioni come conseguenza dei tanti addii per l’Inter la rinascita di un gruppo che dopo gli anni gloriosi di Mancini e Mourinho vuole ritornare ad essere protagonista in campionato. Per vincere Stramaccioni confermerà la difesa a 3 oramai imprescindibile per l’equilibrio tattico dei nerazzurri. Gli interpreti saranno Ranocchia, Juan Jesus al debutto nella stracittadina e Walter Samuel, talismano nerazzurro visto che con lui in campo l’Inter ha vinto 9 derby su 9. Oltre al reparto difensivo Stramaccioni non ha dubbi su chi giocherà in porta e in attacco. A difendere i pali nerazzurri, per la prima volta in un derby, ci sarà Samir Handanovic mentre in attacco confermatissima è la coppia Cassano-Milito.
Milito, l’incubo di Abate – Il bomber argentino quando vede il Milan diventa spietato e ne sa qualcosa il milanista Abate, decisivo in negativo negli ultimi derby sempre quando si è ritrovato a marcare il numero 22 nerazzurro. I tifosi interisti sperano che Abate giochi titolare domani sera e così dovrebbe essere a meno di clamorose sorprese. Per il terzino destro rossonero Milito è un incubo vero e proprio basti pensare che ben 3 derby recenti sono andati ai nerazzurri grazie a suoi errori in marcatura sull’ex Genoa. In particolare Abate non avrà dimenticato l’errore che permise a Milito di siglare l’1-0 in Inter-Milan 2-0 del 24 gennaio 2010 così come nella passata stagione la vittoria nerazzurra nel derby d’andata arrivò grazie ad un liscio di Abate che lasciò Milito libero di siglare il gol vittoria. Anche nell’ultimo derby, terminato 4-2 per l’Inter, Abate ha sofferto il bomber nerazzurro visto che il rigore del 2-2 realizzato da Milito è scaturito proprio da un suo fallo sull’argentino. Insomma i precedenti di Abate nei derby non sono ben auguranti per i tifosi del diavolo, che sicuramente non si strapperebbero i capelli nel caso Allegri lo lasciasse in panchina.
Cassano sfida il passato – Oltre a Milito domani sera il Milan dovrà fare i conti con Antonio Cassano. Il talento di Bari vecchia giocherà per la prima volta un derby con la maglia dell’Inter, sua squadra del cuore fin da bambino. A questa sfida con il passato Cassano ci arriva riposato in virtù della mancata trasferta in Azerbajian e motivato dai 4 gol siglati nelle prime 6 giornate. Nel derby FantAntonio ritroverà da avversario l’amico Pazzini, compagno d’attacco ai tempi della Samp. Sembra strano ma sono passati solo 5 mesi dall’ultimo derby in cui i 2 giocavano con maglie opposte prima che lo scambio pazzo del mercato si materializzasse in estate. Al momento ad averci guadagnato da questo scambio sembra l’Inter e non solo per il conguaglio di 7 milioni ricevuto. A Pazzini il compito di smentire tale linea di pensiero magari con un gol da 3 punti nel derby mentre per l’ex Milan Cassano il derby potrebbe rappresentare la consacrazione in nerazzurro.
Niente da fare per l’Inter di Andrea Stramaccioni. Per la prima volta nella sua storia il Siena sbanca San Siro con 2 gol negli ultimi 15 minuti ad opera di Vergassola e Valiani. Il tabù San Siro persiste e inizia a prendere le sembianze di un incubo per i nerazzurri, che nonostante un buon inizio di partita non riescono a infilare la difesa senese soprattutto per la prestazione maiuscola del portiere Pegolo. Alla distanza gli uomini di Stramaccioni cominciano a sentire la stanchezza del giovedì di Europa League e vengono punti per 2 volte in contropiede da un Siena alla prima vittoria in campionato. Il pubblico di San Siro a fine partita non risparmia i fischi alla squadra così come la faccia di Massimo Moratti non è di quelle che possono lasciare tranquillo l’ambiente interista.
LA PARTITA – Inter-Siena inizia con una notizia. Dopo 4 anni Javier Zanetti si siede in panchina per scelta tecnica, cosa che non accadeva dai tempi di Josè Mourinho. La partita inizia con ritmi blandi e il Siena che cerca di coprire più spazi possibili al trio d’attacco nerazzurro Cassano-Sneijder-Milito. A metà ripresa inizia il forcing dell’Inter, che a più riprese scalda i guantoni di uno strepitoso Pegolo con Sneijder e Guarin. Il Siena però si difende bene e prova a sprazzi a ripartire veloce in contropiede. Le occasioni migliori però le ha l’Inter con Sneijder che si addormenta solo davanti al portiere servendo malamente Milito e con Ranocchia che di testa si vede parare splendidamente il suo tentativo.
Nel secondo tempo i buoni propositi nerazzurri cominciano a spegnersi e il segnale più evidente è la sostituzione di uno spento Guarin che lascia il posto a Ricky Alvarez. L’argentino ha un buon impatto sulla partita ma il suo ingresso indebolisce il centrocampo interista che con il passare del tempo perde consistenza e consente al Siena di operare numerosi contropiedi. Al 74′ il Siena passa in vantaggio grazie a Simone Vergassola che sfrutta al meglio un errore in fase difensiva di Juan Jesus. L’Inter incassa il colpo e rischia di capitolare pochi minuti dopo se non fosse per il salvataggio di Handanovic sul colpo di testa di Calaiò. Nel finale Stramaccioni prova il tutto per tutto inserendo Coutinho al posto di Gargano e il giovane Livaja al posto di uno sterile Cassano, ma i cambi non fanno altro che peggiorare l’equilibrio presunto della squadra. Ecco allora che il Siena manda i titoli di coda della partita con il neo entrato Valiani che di testa a porta vuota sigla il raddoppio servito benissimo da Sestu. Per il Siena di Cosmi prima vittoria stagionale e ultimo posto in classifica a -1 in virtù del -6 di penalizzazione. L’Inter dal canto suo resta ferma a quota 6 in classifica confermando di non saper più vincere davanti al proprio pubblico.
LE PAGELLE DI INTER-SIENA
Pegolo 7,5: La prima vittoria stagionale per il Siena nasce dalle sue prodezze. Nel primo tempo è prodigioso in più occasioni dimostrandosi un’autentica saracinesca.
Vergassola 7: Tanta quantità al servizio della squadra di Cosmi. Sigla l’1-0 con estrema freddezza.
Calaiò 6,5: Il Siena sbanca San Siro ma lui non segna. Tuttavia è sempre fondamentale il suo apporto alla squadra, che raggiunge una vittoria importante e storica.
Ranocchia 6,5: Nonostante i 2 gol presi, il difensore nerazzurro si rende autore di una buona prova confermando il buon momento di forma palesatosi con il Torino. Nel primo tempo Pegolo gli nega la gioia del gol.
Juan Jesus 5: Il difensore brasiliano dopo l’ottima prova con il Torino sbaglia poco e nulla fino al 70′. Poi commette 2 errori da cui nascono i gol senesi. Bilancio non troppo positivo.
Handanovic 6,5: Non può nulla sui gol presi. Salva splendidamente nel finale sul colpo di testa di Calaiò. Almeno lui lì dietro è una sicurezza.
Guarin 5: Il centrocampo nerazzurro non può prescindere da lui, ma oggi in campo non era lui. Numerosi errori in fase di impostazione. Evidentemente affaticato, Stramaccioni lo risparmia nella ripresa.
IL TABELLINO DI INTER-SIENA
Inter (4-3-1-2): Handanovic 6,5; Nagatomo 5,5, Ranocchia 6,5, Juan Jesus 5, Pereira 5,5; Guarin 5 (10′ st Alvarez 5,5), Gargano 5 (35 st Coutinho 6), Cambiasso 5,5; Sneijder 5,5; Milito 6, Cassano 6 (40′ st Livaja sv). Panchina: Castellazzi, Belec, Zanetti, Silvestre, Samuel, Jonathan, Bianchetti, Chivu, Duncan. Allenatore: Stramaccioni Siena (3-4-2-1): Pegolo 7,5; Neto 6,5, Paci 6,5, Felipe 6,5; Angelo 6, Vergassola 7, D’Agostino 6,5 (9′ st Rodriguez 6), Del Grosso 6; Zè Eduardo 6 (33′ st Valiani 6,5), Rosina 6,5 (41′ st Sestu 6,5); Calaiò 6,5. Panchina: Farelli, Marini, Dellafiore, Martinez, Rubin, Verre, Paolucci, Bogdani. Allenatore: Cosmi
Serviva una prova della riscossa e l’Inter a Torino stende la squadra granata di Ventura grazie a un 2 a 0 firmato da Milito e Cassano. Buona la prova dei nerazzurri, soprattutto in fase difensiva grazie alla nuova accoppiata difensiva Juan Jesus, Ranocchia che hanno praticamente annullato ogni velleità di segnare degli attaccanti del Torino. Inter che davanti si mostra cinica e spietata tramutando in gol forse le due uniche vere e proprie palle gol concesse, ritrovando il sorriso con un Cassano che aumenta il suo bottino personale con 6 gol messi a segno verso i granata. Stramaccioni sorride e gongola in vista della prossima partita di Europa League. Le nubi sono all’orizzonte, il sole splende su Torino.
LA PARTITA
Stramaccioni decide di cambiare, cercando di limitare il passivo troppo elevato subito nelle ultime uscite, scegliendo un 4-4-1-1 con Milito unica punta e lanciando sin dal primo minuto Juan Jesus come centrale difensivo. Ancora in mediana Pereira, e sulle corsie difensive spazio a Nagatomo e Jonathan. Ventura dal canto suo conferma il suo 4-2-4 classico.
Nella ripresa è infatti il brasiliano a lasciare il campo per un rientro importante come quello di Ricky Alvarez, a lungo assente dai campi da gioco dopo l’infortunio dello scorso anno. Stramaccioni fa scalare Pereira in difesa a sinistra, con Nagatomo sul versante opposto e Alvarez in mediana a sinistra. L’Inter acquista di qualità con questa mossa e si affaccia più volte pericolosamente nei pressi dell’area di rigore granata. Ventura si gioca le sue carte togliendo al 15’ sia Stevanovic che Sgrigna e inserendo Cerci e Meggiorini. Spreca l’occasione della vita il Torino al ventesimo, su una ripartenza velocissima con Bianchi che servito da Meggiorini calcia forte ma troppo centrale colpendo Handanovic in pieno. Stramaccioni poco toglie Sneijder inserendo Cassano, con l’olandese visibilmente infastidito dalla sostituzione. Il Torino spinge fortissimo abbassando la testa e sfruttando la freschezza di Meggiorini e Cerci che sulle fasce hanno moltissimo spazio. L’Inter è brava a tenere botta e quando le forze del Toro scemano, gli uomini di Stramaccioni fanno male ai granata con il colpo del ko firmato Cassano, che servito da Alvarez, lascia scorrere la palla elude la difesa di Masiello e batte Gillet per la rete del 2 a 0.
Pagelle Torino Inter
Ogbonna 6 Dopo la partita contro la nazionale dimostra di avere moltissima personalità, chiudendo quando può e ripartendo palla al piede con la licenza di calciare anche in porta.
Masiello 5,5 Si perde un po’ troppo facilmente l’uomo sul velo di Miltio, lasciando Cassano indisturbato sulla rete del 2 a 0.
Stevanovic 5 Sarà che vuole dimostrare tutto e subito contro la sua ex squadra, ma fatto sta che stasera non gliene riesce mezza e va a riposo sostituito da Ventura. Deludente
Bianchi 5,5 Si trova un cliente scomodo come Juan Jesus che gli chiude tutte le porte in faccia. L’unica occasione buona la spara sul ginocchio di Handanovic.
Juan Jesus 7,5 Alla faccia dell’inesperienza. 20 anni e non sentirli. Dirige il reparto arretrato con la sicurezza di un veterano e non sbagli un colpo. Saracinesa. Il maestro Thiago Silva in nazionale ha raccolto il suo erede.
Ranocchia 7 Stesso discorso per Juan Jesus, per un Ranocchia ritrovato dopo la scorsa stagione non proprio esaltante. Stasera si fa carico delle sue responsabilità e diventa il leader nerazzurro della difesa interista.
Cassano 6,5 Fantantonio torna a segnare, dimostrando come il Torino sia una delle sue vittime preferite. Protezione palla e gol sono ormai il suo marchio di fabbrica
Milito 7 Il Principe è spietato. Tocca un pallone davanti e lo tramuta in gol realizzando una rete bellissima e al tempo stesso difficile dai 25 metri, infilando un incolpevole Gillet.
Dopo la caduta contro la Roma di Zeman, Stramaccioni e la sua Inter sono pronti al riscatto nel posticipo di stasera contro il Torino di Ventura. Statistiche alla mano, giocare fuori casa per i nerazzurri diventa un vantaggio, considerando come nelle trasferte europee (Spalato e Vaslui) e in quella contro il Pescara, l’undici interista abbia sempre portato a casa i 3 punti, dimostrando al tempo stesso anche una notevole solidità difensiva. Il trend negativo invece porta proprio il nome di San Siro, dove l’Inter invece di tranre vantaggio diventa una squadra piccola e poco efficace sottoporta. La pausa forzata per le nazionali, dovrebbe aver fatto rigenerare qualche giocatore non proprio al top, e concesso due settimane di buon lavoro al tecnico nerazzurro per provare le sue idee tecnico tattiche sui nuovi arrivi. Una cosa è certa, Ventura e il suo Torino in casa, non sono un avversario facile, e sicuramente non renderanno la vita facile ai nerazzurri.
INTER- Stramaccioni deve dimostrare come la sconfitta casalinga contro la Roma sia stata solo una deviazione di percorso, un errore, un black-out non ripetibile. La strada dei tre punti deve essere ritrovata sin da subito, e con essa quella del bel gioco, anche perché tra campionato e Europa League incombe un tour de force a livello di partite da giocare non indifferente. Stramaccioni a questo punto avrebbe in mente qualche idea particolare in merito al modulo da schierare in campo: se dovesse scegliere di lasciare tutto invariato, spazio al 4-3-1-2 con l’innesto di Samuel al centro della difesa e con Pereira in mediana invece che sulla corsia difensiva. Mentre sta circolando nell’aria (soprattutto guardando le ultime indicazioni negli allenamenti) la possibilità di una difesa a tre con l’inserimento di Juan Jesus, e una mediana più folta per tamponare le offensive delle ali granata. Da segnalare il rientro del portiere Handanovic, dopo l’intervento al menisco e il recupero lampo di Rodrigo Palacio, con Stramaccioni, che dovrebbe comunque schierare Cassano nuovamente dal primo minuto in coppia fissa con il bomber Milito.
PROBABILI FORMAZIONI TORINO INTER:
TORINO (4-2-4): Gillet; Darmian, Glik, Ogbonna, Masiello; Brighi, Gazzi; Stevanovic, Sgrigna, Bianchi, Vives. A disposizione: L. Gomis, D’Ambrosio, Rodriguez, Di Cesare, Basha, Santana, Cerci, Verdi, Sansone, Meggiorini. Allenatore: Ventura
INTER (4-3-1-2): Handanovic; Zanetti, Ranocchia, Samuel, Nagatomo; Guarin, Cambiasso Pereira; Sneijder; Milito, Cassano. A disposizione: Castellazzi, Belec, Silvestre, Juan Jesus, Jonathan, Bianchetti, Alvarez, Gargano, Duncan, Coutinho, Livaja, Palacio. Allenatore: Stramaccioni