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  • Nuovo Milan, Galliani a New York per convincere Guardiola

    Nuovo Milan, Galliani a New York per convincere Guardiola

    Guardiola al Milan non è più una barzelletta da raccontare agli amici sotto l’ombrellone mentre si prende l’ultimo sole d’agosto. Il clima è cambiato, l’atmosfera è più seria, secchielli e palette lasciano il posto ai spenti uffici borghesi, dove tra una pausa e l’altra si legge la prima pagina di Google News e si scopre che un nuovo Milan sta nascendo. Sponda rossonera, la più malata, che nel giro di un mese si è riscoperta improvvisamente piccola. Una crisi tecnica senza confini, culminata nella furente sconfitta contro l’Inter domenica scorsa, nonostante gli odiati cugini nerazzurri abbiano giocato in dieci uomini per 45′ minuti, per un totale di 87′ minuti di difesa ad oltranza. Il silenzio dei colpevoli sembra una volta per tutte terminato. Il Berlusconi russo è pronto a purgare il Milan, iniziando dalla figura di Allegri, proseguendo poi chissà dove. La fermata, la luce in fondo al tunnel, è a New York e si chiama Joseph Guardiola.

    Dopo le felicitazioni a Putin nello scorso weekend, Berlusconi è pronto a riprendersi il Milan. Il suo vuole essere un ritorno in grande stile, un po’ come quello che vide protagonista Neil Amstrong con il suo Apollo 11 nel lontano ma allo stesso tempo storico ’69. Se fosse stato per lui, Allegri forse avrebbe già da tempo lasciato Milanello (una data realistica sarebbe potuta essere il ritorno dei quarti di Champions contro il Barcellona, o perlomeno la seconda settimana di maggio). E’ stato Galliani a impedire il divorzio anticipato con il tecnico che aveva appena firmato il prolungamento del contratto fino al 2014. Senza dimenticare che Allegri fino a prova contraria fu scelto da Galliani in persona. Ora le fiches per Allegri sono quasi terminate. Al livornese rimane un ultimo all in disperato contro la Lazio all’Olimpico. E anche in caso di vittoria, il destino per Allegri è comunque segnato. L’ondata rossa(nera) di Berlusconi prima o poi lo travolgerà, è inevitabile.

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    Guardiola, il sogno proibito di Silvio Berlusconi | ©JOSEP LAGO/AFP/Getty Images

    E’ la stessa Gazzetta dello Sport in edicola stamani a intitolare “Via all’operazione Guardiola, Galliani andrà a New York“. Sempre la Rosea sottolinea quello che è stato il comando di Berlusconi all’ad rossonero: vai e convincilo. La carriera parla per Galliani, che raramente ha toppato in situazioni simili. Negli ultimi anni tornano alla memoria i vari Ronaldinho e Ibrahimovic, senza però dimenticare anche gente come Rivaldo, Rui Costa, Beckham e tante altre stelle che hanno scritto la storia recente del nuovo corso Milan. Guardiola rappresenta oggi una soluzione di completa rottura rispetto al passato-presente rossonero. La scelta presidenziale è una scelta che va al di là del curriculum. Guardiola significa progetto. Guardiola sarebbe dopo Sacchi e Zeman l’unico allenatore in Italia ad aver inventato calcio. Guardiola riporterebbe un entusiasmo che forse a Milano manca da quella finale contro la Steaua, quando una marea di 30-40-50 mila tifosi rossoneri invasero il Camp Nou per godere lo spettacolo unico di una squadra che rivoluzionò il modo di intendere il calcio (cit. Equipe: dopo aver visto il Milan questa sera, il calcio non potrà più essere lo stesso). Guardiola al Milan, il calcio in Italia non sarà più lo stesso.

  • Guardiola lascia il Barcellona, la fine di un’era. Vilanova nuovo allenatore

    Guardiola lascia il Barcellona, la fine di un’era. Vilanova nuovo allenatore

    Tutte le cose hanno un inizio e una fine. E anche per il Barcellona firmato Guardiola è arrivato il giorno dell’addio. Dopo oggi il calcio non sarà più lo stesso. In questi 4 anni abbiamo forse visto la squadra più forte mai esistita. E il merito non può essere attribuito soltanto a un Messi oppure a un Xavi. Il vero Pallone d’oro dei blaugrana sedeva in panchina. Lascia perché non ha più gli stimoli e motivazioni di un tempo. Il presidente Rosell, subito dopo l’addio di Pep, avrebbe dichiarato: siamo fregati. Eccessivo sì, ma del tutto comprensibile. E a chi già iniziava a scommettere sul nuovo allenatore del Barcellona sarà rimasto spiazzato dall’annuncio di Rosell. Il prossimo anno Messi e compagni saranno guidati da Tito Vilanova, il vice del tecnico spagnolo.

    MI FERMO – Guardiola ha detto basta. Lascia la panchina del Barca che in questi anni aveva trasformato nella squadra più forte di sempre. Mancano gli stimoli, le motivazioni per andare avanti. Niente Milan, né Inghilterra, né qualunque altro club. Il tecnico spagnolo starà fermo per un po’. Quanto? Non si è dato scadenze o limiti predefiniti. Il suo è un arrivederci. Un anno, sei mesi, neanche lui ora può saperlo. Una cosa però è certa: tornerà. Perché lo ha confermato oggi, e perché lo richiede il calcio.

    L’EREDE – Stupore nella sala del Barcellona quando Rosell e Zubizarreta hanno annunciato il nuovo tecnico per il prossimo anno. Un nome a cui in pochi alla vigilia avevano immaginato. Sarà infatti Tito Vilanova a guidare i blaugrana nel 2012-2013. Scelta coraggiosa da parte della dirigenza spagnola. Definita come “l’unica” dal leggendario portiere spagnolo. In casa Barca si vuole proseguire lungo la strada tracciata  da Guardiola. Chi meglio allora del tecnico in seconda? Non sarà però così semplice. I dirigenti blaugrana lo sanno, come anche Tito. E’ anche vero che il proverbio dice: chi non risica non rosica (leggi Berlusconi-Sacchi).
    Riviviamo i momenti più belli dei quattro anni di Pep.

    joseph guardiola | © LLUIS GENE/AFP/GettyImages

    SUBITO TRIPLETE – Guardiola si presenta al mondo intero conquistando alla sua prima stagione un memorabile triplete. Il duello con il Real Madrid viene stravinto dai blaugrana, che conquistano il successo nella Liga con 9 punti di vantaggio sui Blancos guidati da Juande Ramos (subentrato al tedesco Schuster durante il girone d’andata). Non c’è solo la Liga però. La cavalcata del Barca registra altri due successi. Da una parte la Copa del Rey vinta agevolmente contro l’Athletic Bilbao, dall’altra il successo in Champions League. Roma, la città eterna, ospita la sfida tra il Barca e il Manchester United. Eto’o e Messi firmano il successo, l’Europa conosce i suoi nuovi padroni.

    SGAMBETTO MOU – Al secondo anno sulla panchina del Barcellona, Guardiola conferma di essere un personaggio unico nella storia del calcio. A dicembre 2009 sale sul tetto più alto del mondo. I catalani hanno bisogno di 120′ minuti per avere ragione dell’Estudiantes. Decisivo Messi. Fin troppo semplice il successo in Liga, 99 punti in 38 partite. Abbattuto ogni record. A rovinare la festa blaugrana l’eliminazione dalla Champions League in semifinale contro l’Inter di Mourinho. Una sconfitta però che non avrebbe arrestato la favola catalana.

    ANCORA CHAMPIONS – Nella stagione 2010-2011 arriva il terzo successo consecutivo nella Liga e il secondo trionfo europeo in due anni. Spazzato via il Real Madrid dell’ex nerazzurro Mourinho. Il triplete non si concretizza perché gli eterni rivali Blancos riescono a vincere la finale-battaglia della Copa del Rey.

    LA FINE – Il 2012 è l’anno del declino. L’ultima gioia nel Mondiale per Club contro il Santos di Neymar, letteralmente annichilito. Il nuovo anno solare però conosce un Barcellona stanco, sopratutto mentalmente. La resa nello spazio di tre giorni. Il Camp Nou fa da teatro sia allo scatto del Real di Mourinho nella Liga, sia all’incredibile trionfo del Chelsea. Guardiola sapeva già che questo sarebbe stato l’ultimo anno. E’ stato di parola anche questa volta.

    Il video della conferenza stampa d’addio di Pep Guardiola al Barcellona

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  • Ciclo finito? Guardiola Milan adesso si può

    Ciclo finito? Guardiola Milan adesso si può

    Il match di ieri contro il Chelsea potrebbe aver sancito la parola fine al ciclo di Guardiola nel Barcellona. Una settimana orribile quella attraversata dai blaugrana. Prima la resa al Camp Nou contro il Real Madrid di Mourinho, ieri invece la debacle in Champions League. Le dichiarazioni del tecnico spagnolo a fine partita lasciano intravedere un futuro lontano dal Barca. Il tormentone Guardiola Milan, con Allegri praticamente fuori gioco per la panchina della prossima stagione. L’ipotesi rossonera però presenta dei grandi punti interrogativi, dalla convivenza con Ibrahimovic alla rosa attuale del Diavolo. Forse l’unica cosa che accomuna il Milan di oggi ai marziani del Barcellona è il prestigio a livello europeo costruito negli ultimi 20 anni, un passato da cogliere come una nuova sfida.

    GRAZIE MESSI – Consapevole di come la stampa non sarebbe stata tenera nei confronti di Messi per via del rigore fallito ieri, Guardiola l’ha voluto difendere, ringraziandolo per tutto ciò che aveva offerto alla squadra in questi quattro anni spettacolari. Ricordiamo che la Pulce, nonostante sia rimasto a secco nei due incontri di semifinale contro i Blues, rimane il capocannoniere della Champions con 14 reti in 11 presenze (è già leggenda nella la sua cinquina negli ottavi di finale contro il Leverkusen).

    SERATA PIÙ’ TRISTE – Lo stesso Guardiola ha voluto definito il ko con gli uomini di Di Matteo come la serata più triste da quando allena il Barcellona. Per qualsiasi tifoso imparziale, Barcellona Chelsea è stato un match incredibile, il cui risultato sembrava scritto fin dalla gara di andata. Al Camp Nou quelli che parevano indizi si sono trasformati in prove inconfutabili. I calciatori blaugrana hanno dominato in lungo e in largo gli avversari inglesi, creando occasioni su occasioni, colpendo 4 pali, e venendo trafitti dai rarissimi contropiedi del Chelsea.

    joseph guardiola | © Shaun Botterill/Getty Images

    ADDIO LIGALa rete di Cristiano Ronaldo nel Clasico di sabato scorso ha definitivamente affossato le speranze del Barca di poter conquistare il quarto campionato di fila da quando Guardiola è sbarcato in Spagna (2008-2009). Il tecnico blaugrana nel giro di pochi anni è diventato uno degli allenatori più vincenti della storia. Tre Liga, una Coppa del Re, tre Supercoppe di Spagna, due Champions League, due Supercoppe Europee, due Mondiali per club.

    CONTRATTO – Il contratto di Guardiola scadrà fra poco meno di due mesi, e mai come in questa stagione la firma dell’allenatore blaugrana sembra essere lontana. Più volte in passato Pep aveva lasciato intendere che prima o poi anche il ciclo del Barcellona sarebbe finito, perché nessuna cosa al mondo dura per sempre. Forse si conosce già la squadra che siederà sul trono del calcio per i prossimi anni, ed è la stessa che con il successo simbolo al Camp Nou sabato ha preso in consegna le chiavi d’Europa, il Real Madrid di Mourinho.

    IPOTESI GUARDIOLA MILAN – Quale sarà il futuro di Guardiola? L’estate scorsa si parlava insistentemente dell’Inter, con Moratti disposto a tutto pur di convincere lo spagnolo ad accettare l’offerta nerazzurra. Oltre all’Inter si facevano i nomi anche di United, City e lo stesso Chelsea. Nelle ultime ore però si sta facendo largo la suggestiva ipotesi di un possibile approdo al Milan.

    DUBBI – Gli scettici fanno notare come un’eventuale arrivo del tecnico spagnolo in rossonero non sia compatibile con la presenza nello spogliatoio di Zlatan Ibrahimovic, considerato il rapporto non esattamente idilliaco fra i due ai tempi dell’esperienza dello svedese in Spagna. Ibrahimovic però non sarebbe l’unico problema. Senza compiere ricerche approfondite sull’età media dei giocatori attualmente al Milan, risulta già da ora complicato per Guardiola impiantare il sistema di gioco del Barcellona a Milano. I vari Gattuso, Muntari, Nocerino, Ambrosini non sono certamente paragonabili a gente come Xavi, Iniesta e Fabregas.

    PRO – Ad oggi è piuttosto difficile che Guardiola scelga di allenare i rossoneri da quest’estate. Un fattore determinante potrebbe essere rappresentato dal fascino che la panchina del Diavolo tutt’ora possiede, rimasto intatto nel corso degli anni. Il Milan di Sacchi è ancora un’istituzione del calcio, e proprio insieme al Barcellona di Messi è considerata una delle squadre di club più forte di sempre. Senza dimenticare infine che Berlusconi non ha mai nascosto di amare profondamente il gioco blaugrana. Il numero uno dei rossoneri riuscirà a convincere Guardiola?

    Guardiola Barcellona, ciclo finito?

    • Si (65%, 104 Voti)
    • No (35%, 57 Voti)

    Totale Votanti: 161

     

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  • Liga al cardiopalma, Real Madrid e Barcellona vincono in rimonta

    Liga al cardiopalma, Real Madrid e Barcellona vincono in rimonta

    L’esito finale di questa Liga rimane ancora incerto e instabile. Vincono ancora Real Madrid e Barcellona, superando rispettivamente Sporting Gijon e Levante, seppur con grandissime difficoltà.

    Il Real Madrid, in scena al Santiago Bernabeu, supera per 3-1 lo Sporting Gijon in una gara ricca di emozioni. Match aperto dal minuto di silenzio in ricordo di Piermario Morosini, scomparso tragicamente ieri in occasione del match di Serie B tra Pescara e Livorno. Passiamo alla gara. Partono forte i padroni di casa, aggressivi fin dalle prime battute. Ci provano Higuain e Ronaldo, ma le loro conclusioni terminano abbondantemente a lato. Poi è il turno di Di Maria, ma il suo sinistro è facile preda del portiere avversario. Ma al 30′ c’è il primo colpo di scena della gara. Al primo affondo, lo Sporting Gijon si procura un calcio di rigore, che De Las Cuevas trasforma in maniera impeccabile, 1-0 ospite! Mourinho suda freddo, ma il Real si riversa immediatamente in avanti trovando il punto del pari con Higuain, su preciso colpo di testa al minuto 38′. Il Bernabeu riprende coraggio, il Real preme, ma la prima frazione di gioco termina 1-1.

    La ripresa vede uno Sporting Gijon sulla difensiva, pronto a sfruttare eventuali spazi per ripartire in contropiede. Ma al minuto 74′,  su perfetto assist di Di Maria, C. Ronaldo sigla il 41° centro nella Liga con un perfetto colpo di testa, 2-1 Real!  Nel finale gli ospiti rimangono in 10 e Benzema all’82’ sigla il punto del 3-1 sigillando così la gara. 107 i goal delle Merengues in questa Liga, eguagliato il record della stagione 89/90.

    Levante – Barcellona © David Ramos Getty Images Sport

    Vince in rimonta anche il Barcellona, impegnato nella difficile trasferta di Levante. Blaugrana con il lutto al braccio in ricordo di Piermario Morosini. Joseph Guardiola, costretto a vincere per tenere viva questa Liga, punta tutto sul momento di straordinaria forma di Lionel Messi. Padroni di casa subito pericolosi in più di una circostanza, ma prima Puyol e poi Valdez sventano la minaccia. Blaugrana al piccolo trotto, atteggiamento che costa ai catalani il goal del vantaggio del Levante su calcio di rigore, trasformato perfettamante da Barkero (penalty concesso per fallo di mano di Busquets). La ripresa vede i Blaugrana rigettarsi nella metà campo avversaria. E’ il solito Messi a salire in cattedra, prima sfruttando alla perfezione un assist di Sanchez, per il goal del pareggio, poi trasformando un calcio di rigore (dubbio), concesso dall’arbitro per un fallo su Botelho. 41° centro nella Liga anche per lui. Il finale serve agli uomini di Guardiola per congelare il risultato e rimanere ancora aggrappati a questa Liga.

  • Barcellona da Ovrebo a Kuipers, quanti aiuti agli extraterrestri

    Barcellona da Ovrebo a Kuipers, quanti aiuti agli extraterrestri

    All’indomani dell’eliminazione del Milan ad opera del Barcellona nei quarti di finale di Champions League, la stampa italiana solleva unanime la voce per l’ennesima “spinta” arbitrale concessa ai blaugrana negli ultimi quattro anni. Nessuno vuole mettere in discussione la forza della squadra di Guardiola , che con il suo gioco ha fatto innamorare tutti gli esteti del calcio, ma se il Barca è arrivato alla conquista di due Coppe Campioni negli ultimi quattro anni è anche perché è stata in grado di sfruttare al massimo i volontari assist dei direttori di gara. Tutto ebbe inizio con Ovrebo tre stagioni fa. Da lì in avanti gli episodi chiave degli incontri sono quasi sempre girati a favore dei blaugrana.

    CHELSEA BARCELLONA, ritorno semifinale Champions League 2009 – Nel match di andata giocato in Spagna gli inglesi erano riusciti ad imporre lo 0-0 casalingo ai catalani. A Stamford Bridge la squadra allenata da Hiddink passò in vantaggio grazie al gol di Essien nei primi minuti di gara. Il resto dell’incontro venne letteralmente dominato dai Blues, ai quali vennero negati nei 90′ minuti ben quattro rigori, che consentirono al Barcellona di restare in partita. In pieno recupero arrivò poi il gol di Iniesta per l’1-1 finale, che qualificava i ragazzi di Guardiola alla finale di Roma, dove i blaugrana travolsero per 2-0 il Manchester United.

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    barcellona inter | © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images
    BARCELLONA INTER, ritorno semifinale Champions League 2010 – I blaugrana erano chiamati alla classica remuntada contro la banda di Mourinho. Barcellona Inter verrà ricordata sopratutto per l’incredibile muro eretto dalla squadra italiana per tutta la durata dell’incontro, complice anche un’espulsione nei primi minuti di gara nei confronti del centrocampista nerazzurro Thiago Motta, fra l’altro un ex della partita (tra le fila dell’Inter c’era anche Eto’o ndr). Un cartellino rosso forse troppo frettoloso nei confronti dell’italo-brasiliano, comminato dall’arbitro De Bleeckere. Al Barcellona però non riuscì l’impresa di segnare quei due gol che gli avrebbero permesso di centrare la seconda finale consecutiva dopo Roma 2009. Al Bernabeu andò l’Inter, che trionfò in finale contro i tedeschi del Bayern Monaco per 2-0.

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    BARCELLONA ARSENAL, ritorno quarti finale Champions League  2011 – Ancora una volta il Barcellona si trovava nella condizione di ribaltare un risultato negativo del match d’andata, con gli inglesi di Arsene Wenger vincitori per 2-1 all’Emirates Stadium. Al Camp Nou, sul risultato di 1-1, ancora favorevole quindi all’Arsenal, l’arbitro svizzero Busacca decide di espellere l’attaccante olandese Van Persie per doppia ammonizione, dopo aver calciato il pallone a gioco fermo. Un espulsione giudicata come “vergognosa” dal tecnico dei Gunners nelle interviste del post-partita. Con l’Arsenal in dieci uomini i blaugrana trovarono la rete del 2-1 con Xavi e due minuti più tardi fu Messi a realizzare il penalty del 3-1 che consegnò ai catalani la finale di Wembley, dove il Barcellona sconfisse nuovamente nel replay della finale di due anni prima lo United di Sir Alex Ferguson con il punteggio di 3-1.

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    Anche ieri sera contro il Milan, al Barcellona è stato regalato un rigore piuttosto discutibile quando il risultato era ancora favorevole ai rossoneri (1-1 ndr), in quanto la trattenuta di Nesta era iniziata a gioco fermo. Nonostante ciò l’arbitro olandese Kuipers ha fatto proseguire l’azione per poi fischiare il penalty alla squadra di Guardiola.

    C’è un proverbio che calza a pennello sul Barca: la fortuna aiuta gli audaci. Chi scende in campo, su qualsiasi campo, per dominare la partita attraverso il gioco, senza fermarsi neanche sul 5-0, chi rivoluziona il modo di fare calcio (vedere i primi 10′ minuti della partita di ieri), forse riesce a conquistarsi anche la grazie della Dea bendata.

    BARCELLONA MILAN VIDEO E PAGELLE

  • Barcellona – Milan 3-1 pagelle “legge” Messi. Ibra svalutation

    Barcellona – Milan 3-1 pagelle “legge” Messi. Ibra svalutation

    C’era davvero qualche possibilità per i rossoneri di passare il turno? Più che una mission impossible, Barcellona Milan è stata la partita della sottoMessione. Nel 3-1 finale spicca la doppietta di Lionel Messi, che anche ieri ha confermato la tendenza di segnare soltanto su rigore contro le squadre italiane, prolungando così la sua astinenza che prima del fischio di inizio durava da oltre 500′ minuti. La “legge” dell’argentino però è implacabile, quando segna il Barca sa solo vincere. Al Milan recriminano per l’arbitraggio di Kuipers, ma forse Allegri e Ibrahimovic farebbero meglio a spiegare come sia concepibile il passaggio del turno tirando soltanto tre volte nell’arco dei 90′ minuti di gioco.

    Pagelle Barcellona Milan 3-1, ritorno dei quarti di Champions League.

    BARCELLONA
    Victor Valdes 6: praticamente inoperoso durante tutta la partita.  Avrà pagato anche lui il biglietto come i 90 mila del Camp Nou? INFILTRATO
    Mascherano 6,5: è l’uomo più rude del Barca, non per nulla Guardiola l’ha reinventato difensore dopo una vita da mediano. Da lì non si passa. BUTTAFUORI
    Piquè 6: non sarà la sua migliore stagione con la maglia blaugrana, però quelli che non lo conoscono avrebbero difficoltà nel capirlo. FRAC
    Puyol 6,5: in Spagna è una leggenda. Anche ieri impeccabile. Tiene in bilico la clessidra del tempo, per lui non trascorre mai. HIGHLANDER
    Dani Alves 7: è una delle chiavi del gioco catalano. All’inizio con la difesa a tre gioca da ala pura. Dopo il 2-1 Guardiola torna alla difesa a quattro e lui si posiziona come terzino. Il risultato non cambia, per la retroguardia rossonera sono grossi guai ogni volta che entra in area. URAGANO
    Xavi 6: in dubbio fino all’ultimo, è autore di una prestazione ben al di sotto rispetto agli standard a cui ci aveva piacevolmente abituato. IN PANNE
    Busquets 6: se il Camp Nou fosse il teatro, lui sarebbe il miglior attore in circolazione. Spesso e volentieri accentua ogni fallo che subisce da parte dei centrocampisti del Milan. Al Real lo conoscono fin troppo bene. ATTORE
    Iniesta 7: con il pallone fra i piedi fa quello che vuole. Segna il terzo gol che chiude l’incontro sfruttando un rimpallo della difesa avversaria. “Purtroppo” ha come compagno di squadra Messi, altrimenti potrebbe lottare benissimo per la conquista del Pallone d’Oro. MAGO DI OZ
    Fabregas 7: la sua posizione iniziale crea una grande confusione mentale nella testa dei giocatori del Milan. Che cosa ci fa nella posizione di trequartista dietro Messi? Non è un caso che i primi 15′ minuti di gioco siano i più belli dell’incontro da parte del Barca, un modulo altamente sperimentale di cui Fabregas rappresenta la degna sorpresa. FOLLETTO
    Cuenca 6: la presenza nell’undici titolare del “canterano” ha sorpreso un po’ tutti, considerata anche la presenza in panchina di gente come Sanchez e Pedro. Nonostante l’importanza della partita non sfigura all’interno della sinfonia blaugrana. BRAVO RAGAZZO
    Messi 7,5: non c’è niente da fare, il Pallone d’oro argentino ancora una volta dimostra di essere il calciatore più forte del pianeta. Quando tocca palla si accende una magia che solo i più grandi del calcio hanno saputo trasmettere. Ridicolizza Mexes nell’azione del primo rigore della serata. Come un burattinaio giostra a suo piacimento la difesa del Milan. STEVEN SPIELBERG

    lionel messi | © LLUIS GENE/AFP/Getty Images

    MILAN
    Abbiati 6,5: forse Bojan ancora non conosce il portiere rossonero, se è vero che a poche ore dall’inizio del match l’ha etichettato come il punto debole del Milan. In più di un’occasione decisivo nel mantenere accettabile il divario fra le due squadre. GRANDE PUFFO
    Abate 5,5: non spumeggiante come in altre occasioni, se bene o male riesce a contenere Cuenca non si può dire la stessa cosa per Iniesta. RUOTE SGONFIE
    Nesta 6,5: uno dei migliori in campo. Riesce a sbrogliare situazioni complicate che vedono in Messi l’artefice principale. Da parte del Milan sono grandi i rimpianti per non aver avuto ieri sera un giocatore come Thiago Silva. PREDICATORE
    Mexes 4: errore macroscopico quello che compie ad inizio primo tempo, dal quale scaturisce il vantaggio del Barca. Da lì in poi la sua partita è una lunga Via Crucis. SCIAGURA
    Antonini 4,5: stavolta non ripete la prestazione super dell’andata. Suo il fallo da rigore su Messi per il primo penalty della gara. Dani Alves lo asfalta regolarmente. MOSCERINO
    SEEDORF 5,5: potrebbe essere stata la sua ultima partita in Champions League con la maglia rossonera. Forse a maglie invertite potrebbe dire ancora la sua, però le idee di Allegri sono leggermente distanti da quelle di un Cruijff, volendo citarne uno. Di questa serata Clarence ricorderà gli applausi del Camp Nou al momento della sua sostituzione. MOICANO
    Ambrosini 5: più nervosismo che altro. Il capitano del Milan incarna il sentimento di rabbia della squadra rossonera nei confronti dell’arbitro olandese e dimentica un dettaglio non trascurabile, il giocare. KILL BILL
    Nocerino 6,5: quando tutti si aspettano un Robinho, un Boateng, un Ibrahimovic, chi va a segnare al Camp Nou? Lui, Nocerino. Deriso nella prima partita della fase a gironi dal pubblico blaugrana per via della sua tecnica non proprio entusiasmante, l’ex rosanero fa ricredere tutti andando a segno proprio nel tempio spagnolo. VENDETTA
    Boateng 5,5: che duello con Pujol. Il Boa appare in ripresa rispetto alle ultime due uscite in campionato contro Roma e Catania, ma non è sufficiente per cambiare l’inerzia della partita. ASPRO
    Robinho 4,5: qualche numero lo estrae dal cilindro, però i tifosi rossoneri sarebbero più contenti se occasioni come quelle del secondo tempo avessero un esito diverso rispetto al solito pugno di mosche a cui Binho ci ha abituato. POLVERI BAGNATE
    Ibrahimovic 5,5: mezzo punto in più per l’assist a Nocerino nell’azione del momentaneo 1-1 del Milan. Piqué e Mascherano lo contengono senza troppi patemi d’animo. Nel corso del primo tempo fallisce una ghiotta occasione non trovando il pallone al momento del tiro. Quest’ultima è forse l’immagine più emblematica dello svedese in Europa. RE NUDO

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  • Barcellona – Milan 3-1, doppio Messi. Calvario Pato

    Barcellona – Milan 3-1, doppio Messi. Calvario Pato

    L’Italia saluta la Champions League. Al Camp Nou Barcellona Milan finisce 3-1 per i padroni di casa, che si illudono alla mezzora del primo tempo con il gol di Nocerino che aveva riportato momentaneamente in parità l’incontro sbloccato al 10′ minuto dal rigore di Messi. Il dominio dei blaugrana è però schiacciante e al 41′ il secondo penalty della serata consente agli uomini di Guardiola di mettere una seria ipoteca per la qualificazione alla semifinale. Nella ripresa arriva anche il terzo gol ad opera del centrocampista Iniesta. Per i rossoneri una notte da dimenticare, resa ancora più drammatica per l’infortunio muscolare di Pato, uscito quasi subito dopo il suo ingresso a metà della seconda frazione di gioco. Il Barca è meritatamente per il quinto anno consecutivo in semifinale di Champions.

    PRIMO TEMPO – Porqué? Manca soltanto Mourinho nel primo tempo del Camp Nou. Due rigori per il Barcellona, nati entrambi da regali dei difensori del Milan. Prima è Mexes a perdere il pallone a centrocampo su pressione di Messi che si invola indisturbato verso l’area rossonera. E’ poi Antonini ad atterrare la Pulce, non lasciando altra scelta all’arbitro Kuipiers che fischiare il penalty in favore dei padroni di casa. L’argentino è implacabile, il Barcellona è già avanti per 1-0 al 10′ minuto. I catalani sembrano controllare agevolmente la partita, ma commettono l’errore di far rientrare in gara la squadra di Allegri. Alla mezzora infatti, dopo un contropiede fulmineo, il Diavolo trova la rete dell’1-1. Ibrahimovic pesca con un delizioso assist l’inserimento di Nocerino che di destro insacca alle spalle di Victor Valdes. La gioia dei quattromila tifosi rossoneri però dura poco perché al 41′ minuto il Barca si riporta in vantaggio grazie al secondo rigore della serata. Nell’occasione il direttore di gara olandese appare troppo fiscale, giudicando da penalty la trattenuta di Nesta ai danni di Busquets. Gli uomini di Guardiola chiudono il primo tempo avanti 2-1. La quinta semifinale di Champions negli ultimi cinque anni è più vicina. Messi con i suoi 14 gol in Europa appare irraggiungibile.

    lionel messi | © LLUIS GENE/AFP/Getty Images

    SECONDO TEMPO – Il Barcellona continua a dominare l’incontro, sebbene non sia in giornata di grazia. Per questo Milan però può bastare così. Passano otto minuti e i blaugrana si portano sul 3-1, grazie al gol di Iniesta che si avventa su un rimpallo dopo la conclusione di Messi e infila senza problemi Abbiati. A questo punto è abbastanza inspiegabile la scelta tattica di Allegri nel far entrare Aquilani al posto di Seedorf, rinunciando ad inserire una punta in più fino al 70′, quando Pato subentra a Boateng. Il Milan prova a sbilanciarsi ulteriormente, ma la forza sembra abbandonare il Milan. La disfatta rossonera è completa con l’uscita del Papero dopo appena dieci minuti il suo ingresso in campo. Ennesimo infortunio muscolare per il brasiliano, tutto inutile quindi il viaggio negli Usa e quello che era stato salutato come un miracolo all’interno dell’ambiente del Milan. Nel finale il Barca potrebbe allungare ancora il divario con il neo entrato Adriano, che grazia Abbiati. Finisce con i 90 mila del Camp Nou in festa, la trasferta spagnola del Milan si rivela un flop senza attenuanti.

  • Barcellona – Milan, le ultimissime dal Camp Nou. Xavi titolare

    Barcellona – Milan, le ultimissime dal Camp Nou. Xavi titolare

    Tutto pronto al Camp Nou. Barcellona Milan, lo spettacolo sta per cominciare. Tra i 90 mila del Camp Nou ci saranno anche 4 mila tifosi del Diavolo, arrivati dall’Italia per spingere i propri beniamini verso il traguardo delle semifinali. All’interno del clan blaugrana serpeggia grande ottimismo per il big match di questa sera contro i rossoneri. Il sorriso dei catalani è anche per il pronto recupero di Xavi. L’ultimo provino di stamani ha sciolto ogni dubbio circa la presenza in campo del centrocampista spagnolo, giocatore fondamentale per il gioco del Barca. Tutto confermato invece nel Milan, nonostante nel pomeriggio fosse circolata la voce di un Bonera pronto a sostituire Nesta nel caso il difensore romano avesse dato forfait.

    Ricordiamo che il Diavolo per qualificarsi ha a disposizione due risultati su tre. Infatti sia un pareggio con gol che qualsiasi vittoria consegnerebbero alla squadra di Allegri il pass per approdare al turno successivo. Il Barcellona invece deve per forza vincere. Per i blaugrana sarebbe sufficiente anche una semplice vittoria per 1-0.

    lionel messi | © LLUIS GENE/AFP/Getty Images

    I due protagonisti più attesi della serata saranno Lionel Messi da una parte e Zlatan Ibrahimovic dall’altra. L’argentino è il capocannoniere della competizione, grazie ai 12 gol messi a segno negli otto incontri disputati fin qui, cinque dei quali nel ritorno degli ottavi di finale contro il Leverkusen. Lo svedese del Milan invece ha realizzato cinque reti in sette partite.

    L’ultima squadra che ha eliminato il Barcellona dalla Champions League è l’Inter di Mourinho, nelle semifinali dell’edizione 2009-2010. Infine Messi nella sua carriera ha segnato alle squadre italiane soltanto grazie a dei calci di rigore.

    Probabili formazioni Barcellona Milan, andata quarti Champions League

    Barcellona (3-4-3): Valdes, Piqué, Pujol, Mascherano, Dani Alves, Iniesta, Xavi, Busquets, Messi, Sanchez, Pedro.
    Panchina: Pinto, Montoya, Adriano, Keita, Thiago Alcantara, Tello, Cuenca. Allenatore: Guardiola
    Milan (4-3-1-2): Abbiati, Abate, Nesta, Mexes, Antonini, Ambrosini, Nocerino, Seedorf, Boateng, Ibrahimovic, Robinho.
    Panchina: Amelia, Zambrotta, Bonera, Aquilani, Emanuelson, Pato, Maxi Lopez. Allenatore: Allegri

  • Barcellona – Milan, Guardiola vara il 3-4-3. Xavi in forse, Nesta c’è

    Barcellona – Milan, Guardiola vara il 3-4-3. Xavi in forse, Nesta c’è

    La notte tanto attesa è arrivata. Al Camp Nou va in scena la sfida fra Barcellona Milan, ritorno dei quarti di finale di Champions League. All’andata terminò con un pareggio a reti bianche, sebbene gli uomini di Guardiola avessero avuto il comando delle operazioni per quasi tutti i 90′ minuti di gioco. Allegri ha chiesto ai suoi di giocare senza alcun timore reverenziale nei confronti dei blaugrana, consapevole di avere a disposizione due risultati su tre per passare il turno. Le ultime notizie che giungono dalla Spagna danno Xavi, in dubbio fino a ieri, recuperato. Tra i rossoneri invece certa l’assenza di Van Bommel, mentre Boateng e Nesta partiranno nell’undici titolare. Barcellona Milan, che lo spettacolo abbia inizio.

    L’ORA DI IBRA? – Tutti gli occhi dei centomila tifosi presenti questa sera al Camp Nou saranno puntati verso il numero 11 rossonero. Zlatan Ibrahimovic, l’eterno battuto in Europa, è atteso a una delle sfide più importanti della sua carriera. Lo svedese infatti ha l’occasione unica di cancellare definitivamente la triste fama che lo accompagna in tutti gli stadi internazionali. Per farlo il destino gli ha messo difronte la squadra più forte del mondo. Al Milan sanno che per ottenere il pass della semifinale occorrerà il miglior Ibra di sempre. Una prestazione non entusiasmante una settimana fa a San Siro, sulla quale pesa l’errore a tu per tu con Victor Valdes nel corso del primo tempo, che avrebbe portato in vantaggio i propri compagni di squadra. L’attesa è finita, il Camp Nou dirà quale Ibrahimovic sarà ricordato nel prossimo futuro.

    GIOCA NESTA – Rispetto a mercoledì la sola novità è rappresentata dal rientro di Abate sulla corsia di destra. Per il resto Allegri ha deciso di affidarsi in blocco alla formazione che ha costretto al pari il Barca. In porta quindi Abbiati, difesa a quattro composta da Abate e Antonini terzini, con Nesta e Mexes centrali. Bonera, nonostante l’eccellente periodo di forma dimostrato, siederà in panchina. I tre di centrocampo saranno gli stessi del match di andata, con Ambrosini, Nocerino e Seedorf pronti ad affrontare i palleggiatori blaugrana. Altra bocciatura quindi per Emanuelson, scavalcato per la seconda volta consecutiva dal connazionale più anziano. Prince Boateng occuperà regolarmente il ruolo di trequartista, alle spalle del tandem d’attacco costituito da Ibrahimovic e Robinho. Attenzione però alla sorpresa Pato, tornato guarito dagli Usa e regolarmente convocato da Allegri.

    xavi hernandez | © ALBERTO LINGRIA/AFP/Getty Images

    DIFESA A TRE PER IL BARCA? – Tra i catalani tiene banco il caso Xavi. Lo spagnolo è in dubbio per un fastidio al polpaccio che l’ha costretto a saltare gli ultimi due allenamenti. Nella conferenza stampa di ieri Guardiola si è detto ottimista sul recupero del centrocampista, che quindi dovrebbe recuperare in extremis. Per la gara di ritorno il tecnico del Barca pare intenzionato a cambiare modulo, passando al più offensivo 3-4-3. Victor Valdes in porta, Piqué Puyol e Mascherano in difesa, con Dani Alves e Iniesta esterni di un centrocampo a quattro completato da Busquets e Xavi. Qualora Xavi non dovesse farcela è pronto Fabregas. Al fianco di Messi in attacco giocheranno Sanchez e Pedro, il grande escluso nella partita d’andata proprio a favore dell’ex friulano.

    CURIOSITÀ – Negli ultimi 15 incontri casalinghi di Champions League, il Barcellona non ha mai perso, conquistando 12 vittorie e tre pareggi (due dei quali proprio contro il Milan). Quest’anno gli spagnoli hanno segnato 154 gol nei 52 incontri ufficiali in questa stagione. L’ultima volta che gli spagnoli non hanno segnato nella partita di ritorno fu nel match di semifinale contro il Manchester United (2007-2008). Se i padroni di casa riuscissero a battere il Milan conquisterebbero per la quinta volta consecutiva il traguardo alle semifinali di Champions. L’ultima vittoria al Camp Nou dei rossoneri risale alla stagione 2000-2001, quando la squadra di Zaccheroni espugnò il tempio spagnolo grazie alle reti di Coco e Bierhoff.

    ARBITRO – Barcellona Milan sarà diretta dall’arbitro Bjorn Kuipiers. Il fischietto olandese non vanta alcun precedente con i rossoneri, mentre ha già arbitrato in tre incontri dei catalani, nei quali i catalani hanno ottenuto due vittorie e un pareggio.

    Probabili formazioni Barcellona Milan, ritorno quarti di finale Champions League
    Barcellona (3-4-3): Valdes, Piqué, Pujol, Mascherano, Dani Alves, Iniesta, Xavi, Busquets, Messi, Sanchez, Pedro.
    Panchina: Pinto, Montoya, Adriano, Keita, Thiago Alcantara, Tello, Cuenca. Allenatore: Guardiola
    Milan (4-3-1-2): Abbiati, Abate, Nesta, Mexes, Antonini, Ambrosini, Nocerino, Seedorf, Boateng, Ibrahimovic, Robinho.
    Panchina: Amelia, Zambrotta, Bonera, Aquilani, Emanuelson, Pato, Maxi Lopez. Allenatore: Allegri

  • Milan bastone e carota per battere il Barcellona. Le strade per Allegri

    Milan bastone e carota per battere il Barcellona. Le strade per Allegri

    La sfida contro il Barcellona appariva una sfida proibitiva, ma ora il pareggio a reti inviolate conquistato a San Siro ha fatto cambiare idea a molti in casa Milan. Allegri, insieme al vice Tassotti, sta studiando un piano per riuscire a superare indenne la prova del Nou Camp, in programma martedì prossimo. La mission impossible blaugrana fa meno paura ai tifosi del Diavolo. I rossoneri si presentano in Spagna avendo a disposizione due risultati su tre per passare il turno e approdare alle semifinali di Champions League, dove incontrerebbero la vincente di Benfica-Chelsea (all’andata terminata con la vittoria degli inglesi per 1-0 in Portogallo). Scopriamo quale idea serpeggia a Milanello per battere il Barcellona di Guardiola.

    DUE STRADE – Ci sono due strade in grado di mettere in difficoltà la sinfonia catalana. Una è il pressing fin dalla loro area di rigore, in modo tale da tagliare i rifornimenti a gente come Xavi e annullare contemporaneamente la fonte di gioco più luminosa, il Pallone d’oro Messi. Atteggiamento che il Milan ha avuto nel corso dei primi 10′ minuti della partita d’andata, durante i quali i rossoneri sono riusciti a mettere in seria difficoltà un Barca apparso troppo timoroso. Tale pressing però è impensabile per una squadra come quella di Allegri per tutti i 90′ minuti, perché giocatori come ad esempio Seedorf, Ambrosini, Robinho non hanno né il dinamismo né la forza per un lavoro del genere. Sono pochissime le squadre capaci di affrontare il Barcellona in questo modo. Forse soltanto il Real Madrid di Mourinho ha avuto la forza di pressare con una ferocia agonistica disumana gli uomini di Guardiola, dal primo all’ultimo minuto. La finale di Copa del Rey dello scorso anno rimane l’esempio più eclatante in questo senso ma anche l’unico trionfo del vate di Setubal contro l’acerrimo rivale blaugrana da quando è sulla panchina dei Blancos.

    massimiliano allegri | © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    L’ALTRA VIA – L’altra strada è quella rappresentata dal “catenaccio”. Allegri però sta pensando di aggiungere al sistema di gioco più antico del mondo qualche variante di originalità per sorprendere il Barcellona. La base resta quella di sempre, con una linea di difesa bassissima. La sorpresa dovrebbe essere un pressing improvviso ai danni dei giocatori blaugrana, che sbilanciati in avanti offrirebbero importanti spazi per il contropiede rossonero, una delle armi fondamentali che a San Siro gli uomini di Allegri non sono riusciti a innescare. Inoltre il recupero di Abate, assente nel match d’andata, consentirà al Milan di sfruttare la spinta dei suoi terzini, i quali secondo il piano della coppia Allegri-Tassotti dovranno proporsi in avanti per poi tagliare alle spalle dei difensori avversari. La retroguardia blaugrana rappresenta il punto debole del dream team di Guardiola, ed il Milan ha gli uomini in grado di colpire mortalmente la squadra spagnola.