Tag: josè mourinho

  • Mourinho via dal Real a giugno. Premier e Psg lo aspettano

    Mourinho via dal Real a giugno. Premier e Psg lo aspettano

    Mourinho via dal Real a giugno è più che una voce ormai. Il tecnico portoghese con ogni probabilità non allenerà più i Blancos al termine della stagione in corso. La notizia arriva dall’edizione online di Marca, quotidiano vicino al Real Madrid, che scrive come il rapporto tra Mourinho e il presidente Florentino Perez sia ai minimi termini. L’unica soluzione resta quindi il divorzio a giugno, con il vate di Setubal che non incontrerà comunque grosse difficoltà nel trovare una nuova panchina. Amore mai nato quello tra Mou e i tifosi del Blancos, per via del gioco poco spettacolare che ha accompagnato le prestazioni del Real in questi ultimi anni. Soltanto lo scudetto della scorsa stagione è riuscito ad ammorbidire le critiche, divenute nuovamente attuali dopo il pessimo avvio di stagione in Liga, con il Barca avanti di 11 lunghezze e a detta di tutti ormai irraggiungibile.

    PREMIER– A questo punto è sempre più probabile un ritorno di Mourinho in Inghilterra, Paese abbandonato nel 2007 dopo esser stato licenziato dal patron del Chelsea Roman Abramovich. Un’unica città e due soluzioni per Mou, che verosimilmente dovrà scegliere tra Manchester United e Manchester City. Da una parte la possibilità di raccogliere l’eredità di Sir Alex Ferguson, dall’altra quella di ripetere il percorso interista, dove arrivò all’indomani del licenziamento di Mancini conquistando una fama eterna tra gli stessi tifosi nerazzurri. Meno percorribile la strada che porta ad Arsenal o Liverpool.

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    Josè Mourinho non è mai stato amato a Madrid. Il futuro si chiama Inghilterra o Psg | ©CESAR MANSO/AFP/Getty Images

    O PSG? – E se fosse invece il Paris Saint Germain a spuntarla? In Francia la reputazione di Carlo Ancelotti sta lentamente scemando, sopratutto dopo le recenti prestazioni in campionato non di certo esaltante della squadra parigina. Di qui la volontà degli sceicchi di assicurarsi la firma di quello che viene considerato il miglior allenatore al mondo. Qualora andasse in porto l’affare Mourinho, il portoghese non arriverebbe da solo a Parigi. Infatti insieme all’ex tecnico di Porto e Chelsea verrebbe regalato il fuoriclasse Cristiano Ronaldo, ormai stufo dell’aria irrespirabile di Madrid e voglioso di cimentarsi in una nuova avventura, con adeguamento del contratto annesso.

  • Mourinho al Psg con Ronaldo e Sneijder per il dopo Ancelotti

    Mourinho al Psg con Ronaldo e Sneijder per il dopo Ancelotti

    Cosa vuoi di più dalla vita? Un Thiago Silva. No, stavolta no. O almeno così avranno pensato in Francia i tifosi del Psg, eliminato dal Saint Etienne ai quarti della Coppa di Lega, fallendo così il primo obiettivo stagionale. Una sconfitta arrivati ai calci di rigore, dove la squadra di Ancelotti è stata beffata per un risultato complessivo di 5-3 dagli ospiti, già vittoriosi al Parco dei Principi ad inizio mese in Ligue 1. Contro il Saint-Etienne il Psg ha disputato l’ennesima prestazione opaca della stagione, fin qui non di certo esaltante per il club di Nasser Al-Khelaifi. Se negli altri ko di quest’anno era stata data la colpa all’assenza di Zlatan Ibrahimovic, stavolta la debole scusa citata spesso e volentieri dall’ambiente parigino non può reggere in alcun modo difronte al fuoco delle polemiche. E Mourinho al Psg inizia a diventare qualcosa di più che una semplice battuta.

    PROCESSI – Quello contro Carlo Ancelotti è iniziato fin dalla scorsa stagione, conclusa clamorosamente senza titoli, con il successo del Montpellier contro ogni pronostico. Sull’ex tecnico del Milan pesa sopratutto l’assenza di spettacolo nella squadra di super campioni allestita dal ds Leonardo nei primi diciotto mesi dal suo insediamento a Parigi la scorsa estate. Se poi vengono a mancare anche i risultati, diventa difficile anche per Ancelotti restare in sella al club potenzialmente tra i più forti del futuro.

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    Carlo Ancelotti sarà ancora l’allenatore del Psg il prossimo anno? | ©FRANCK FIFE/AFP/Getty Images

    L’OMBRA – Come un’ombra si leva la figura di Josè Mourinho, sempre più lontano dal Real Madrid, dove l’amore non è mai realmente nato. Si sa, dove ci sono i soldi compare come un fungo il tecnico portoghese, che potrebbe trasformare il Psg nel suo nuovo quartier generale. Le dichiarazioni di oggi del vate di Setubal (“l’Inter è la squadra che ho amato di più”) lasciano un po’ il tempo che trovano, dal momento che le stesse sono state pronunciate più volte in passato, sia per il Chelsea che per i nerazzurri. Non c’è nulla quindi che frenerebbe Mourinho da un eventuale trasferimento in Francia.

    CHE COPPIA – Un Mourinho che andrebbe anche a piedi a Parigi se venissero confermate le voci che vogliono Cristiano Ronaldo e Sneijder come obiettivi sensibili del Psg per la prossima estate. Il fuoriclasse portoghese del Real Madrid sarebbe incluso nel maxi-pacchetto comprendente lo stesso Mourinho, mentre l’interista arriverebbe in seguito ad uno scambio con l’argentino Pastore. E tu vuoi che Mourinho non accetti il corteggiamento di un Psg che gli consentirebbe di allenare fra gli altri Ibrahimovic, Ronaldo, Sneijder e Thiago Silva?

    Federico Pisanu

  • Il caso Sneijder da quasi Pallone d’oro a peso per l’Inter

    Il caso Sneijder da quasi Pallone d’oro a peso per l’Inter

    Correva l’anno 2010. L’Inter guidata da Mourinho, macinava risultati e si apprestava a salire sul tetto d’Europa ( e poi con Benitez del mondo), guadagnandosi la conquista del Triplete mai riuscita a nessun club in Italia. Gli uomini che resero possibile quell’impresa furono, oltre allo Special one, i vari Julio Cesar, Lucio, Maicon, Milito, Eto’o e Sneijder. Uomini copertina di quel trionfo totale. In soli tre anni, l’Inter ha dovuto rinunciare a quasi tutti i suoi giocatori simbolo, rinnovandosi, sotto l’egida del Fair Play Finanziario. Se gli addii illustri su citati, sono stati quasi obbligati, rimane da capire l’involuzione totale di uno dei pochi campioni rimasti a vestire i colori nerazzurri: Wesley Sneijder. Il numero dieci olandese nell’anno del triplete, trascinò i suoi inventando calcio e assist per i compagni, bissando le ottime prestazioni anche al Mondiale sudafricano, arrivando in finale con gli Orange. Si parlò di Pallone d’Oro ‘scippato’ dall’argentino Messi, considerando come la Pulce in quell’anno non vinse nulla, e non brillò affatto con la nazionale Argentina.

    Wesley Sneijder © Claudio Villa Getty Images Sport
    SOLO RICORDI-Dopo quell’annata stratosferica, l’olandese ha di fatto vissuto una parabola discendente, culminata nella stagione passata con un infortunio che lo ha tenuto ai box per un lungo periodo. La gestione di Gasperini, con le prove in mediana come regista, poi in seguito l’avvento di Ranieri, con le sette vittorie consecutive coincise con la sua assenza, e di nuovo l’Inter a crollare in classifica dopo il suo innesto. Da qui si iniziò a parlare seriamente del ‘problema’ Sneijder. Se il giocatore fosse adatto al modulo o se la squadra dovesse essere costruita su di lui?

    CURA STRAMA?- L’arrivo del tecnico romano nella passata stagione sembrava avergli regalato le giuste motivazioni e ridato la voglia di fare bene, tanto che lo stesso olandese l’aveva definito molto simile allo Special One. Ma quest’anno complice il nuovo infortunio, e l’avvento del nuovo modulo con la difesa a tre, (e il raggiungimento del nuovo record di vittorie esterne) l’utilizzo di Sneijder più che una soluzione si è trasformato in un bel problema da risolvere. Arrivata la disponibilità fisica per giocare contro il Parma, Stramaccioni l’ha di fatto bocciato per scelta tecnica, ribadendo come in estate la società abbia iniziato a seguire delle linee guida ben precise verso i suoi top player.

    BYE BYE WES?– Il discorso societario è ben chiaro: l’Inter in un periodo di vacche magre come quello che sta vivendo il calcio italiano, non ritiene più nessuno incedibile, tanto meno un giocatore che assolutamente da un anno a questo parte è più presente in infermeria che in campo. A questo punto, in sede di mercato per via dell’ingaggio fin troppo oneroso (6 milioni di euro percepiti dal giocatore) City, e United sono scappate via. L’unica pretendente valida è rimasta la squadra di Eto’o e Hiddink, l’Anzhi, verso la quale Sneijder non sembra essere molto affascinato. Branca quindi in attesa di un’offerta valida per gennaio, ha di fatto proposto un rinnovo contrattuale con riduzione istantanea all’ingaggio del giocatore (4,5 milioni con una durata più lunga), per cercare di capire se Sneijder, sia più legato alla moneta che ai colori nerazzurri. Wes sembra che non abbia gradito, sentendosi meno importante e fuori dal progetto.

    La love story tra l’olandese e l’Inter sembra ormai giunta al capolinea. Solo gennaio potrà fare chiarezza sul suo futuro, con il possibile intreccio di mercato legato all’arrivo di Paulinho, e al suo contemporaneo addio.

    La formazione del Triplete, citata a memoria come quella della Grande Inter di Herrera, continua a perdere un altro pezzo importante.

  • Mourinho contro gli italiani Mancini, Rocchi e Balotelli

    Mourinho contro gli italiani Mancini, Rocchi e Balotelli

    Dopo il pareggio di ieri sera con il quale il Real Madrid di Josè Mourinho ha eliminato dalla Champions League il Manchester City di Roberto Mancini, il tecnico portoghese ha dato sfogo in sala stampa alla sua verve dialettica, in cui ha lanciato diverse frecciatine all’indirizzo di Mancini e del suo operato sulla panchina del City, non risparmiando neppure l’arbitro Rocchi – direttore di gara del match di Champions – e Mario Balotelli confermando, così, di non amare affatto gli italiani e di non ricambiare quel sentimento di ammirazione che molti nostalgici ancora oggi rimarcano in riferimento alle sue gesta nerazzurre.

    Ad una precisa domanda circa la situazione dei tecnici italiani sulle panchine estere – dopo l’esonero di Roberto Di Matteo, l’eliminazione dalla Champions dello Zenith San Pietroburgo di Luciano Spalletti e del City di Mancini – Josè Mourinho non ha usato alcun tipi di diplomazia e con l’audace schiettezza che lo contraddistingue ha “messo sale sulla ferita” sottolineando la grande pazienza di una società come il City che “supporta un allenatore fino alla fine del proprio contratto”: sembrerebbe quasi un complimento ma, in realtà, la seconda frase chiarisce meglio il concetto e permette di leggere l’ironica frecciatina al tecnico jesino: “E’ incredibile che una squadra con i campioni del City non si qualifichi per gli ottavi”. Roberto Mancini ha preferito non cadere nella provocazione ed, infatti, ha liquidato la questione con un secco “non mi interessa quel che dice”, confermando ancora una volta che tra i due ex tecnici dell’Inter non corra affatto buon sangue.

    Mourinho critica Mancini, Rocchi e Balotelli
    Mourinho critica Mancini, Rocchi e Balotelli | © Alex Livesey/Getty Images

    Chiuso l’argomento Mancini, lo Specialone affonda il colpo all’indirizzo dell’arbitro Rocchi, ricordando dapprima il Derby milanese del 2009, in cui a dirigere il match era proprio il fischietto fiorentino, e l’Inter di Mou terminò la gara in nove, subendo un rigore che il tecnico contestò furiosamente: i nerazzurri vinsero comunque quella gara, al contrario del Real Madrid di ieri che non è riuscito ad andare oltre il pareggio. In questo caso, la furia di Mourinho riguarda proprio il gol del pari del City, su calcio di rigore concesso da Rocchi, sostenendo di non voler commentare “ma se mi chiedete perchè non abbiamo vinto rispondo con una domanda: era rigore quello?” 

    In merito alla polemica arbitrale, poi, le proteste del portoghese sono state spalleggiate ampiamente dalla stampa spagnola, con il quotidiano Marca che, senza troppi giri di parole, ha titolato “Contro dodici” riferendosi proprio al presunto arbitraggio contrario alle merengues di Gianluca Rocchi, attaccandolo ancora più aspramente nell’articolo di cronaca del match, sottolineando che “l’arbitro si è preso gioco della sua professione” e che sembrava sbagliasse “deliberatamente”.

    In osservanza al “non c’è due senza tre”, dopo aver polemizzato con i due italiani Mancini e Rocchi, Josè Mourinho ha trovato il modo di ironizzare anche su Mario Balotelli, sempre in riferimento alle dichiarazioni rilasciate negli scorsi giorni da Roberto Mancini, il quale aveva rimarcato il grande potenziale di Super Mario, precisando che – se l’attaccante avesse la testa giusta – potrebbe essere all’altezza dei più grandi calciatori attualmente in attività, ossia Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. La risposta di Mou? Un sorriso quasi di scherno e due parole che tagliano corto la questione:Non scherziamo”.

  • Psg, affondo per Cristiano Ronaldo e Mourinho. Real su Falcao

    Psg, affondo per Cristiano Ronaldo e Mourinho. Real su Falcao

    Tutti a Parigi. Sembra essere diventata una moda ormai nel mondo del calcio. Ma la cosa fa molto più rumore se a farlo sono due elementi che militano in uno dei club più prestigiosi al mondo, il Real Madrid, specie se l’uno da allenatore è tra i migliori in Europa, ovvero Jose Mourinho, mentre l’altro, Cristiano Ronaldo, è in lizza per conquistare l’edizione 2012 del Pallone d’oro. Nulla di certo o di ufficiale, sia ben chiaro, anche perché ancora non è finito ottobre, ma in questi giorni il club francese avrebbe contattato i due portoghesi in vista della prossima stagione.

    Un affare non impossibile. Anzi. E sì perché Ronaldo ormai da mesi è in rotta con il proprio club, tanto che il rinnovo contrattuale non è ancora arrivato. Questioni di ingaggio più che altro visto che all’asso portoghese non bastano più i 10 milioni annui percepiti sino al momento. Florentino Perez proprio per questo ha provato ad offrirgliene 14 ma il giocatore ne ha richiesti addirittura 18. Troppo per il club spagnolo, specie se si considera il fair play finanziario. Cifra che invece non ha fermato lo sceicco Al Thani pronto a sborsare i soldi necessari pur di arrivare al talentuoso giocatore di Funchal.

    Jose Mourinho e Cristiano Ronaldo
    Jose Mourinho e Cristiano Ronaldo © DANI POZO/Getty Images

    Ultimo ostacolo sarebbe solo il convincere il Real Madrid a cedere il giocatore, ma 100 milioni tondi tondi potrebbero essere sufficienti a Perez per dare il via libera all’affare e far approdare così Cristiano Ronaldo al Paris Saint Germain. A portare avanti questa laboriosa trattativa ci sarebbe Jorge Mendes, agente del calciatore ma anche di Josè Mourinho che potrebbe essere così il successore di Carlo Ancelotti sotto la Tour Eiffel. L’attuale allenatore del Real Madrid ha sempre accettato di buon grado delle nuove esperienze, magari in Paesi differenti rispetto a quello nel quale allena, specie se in società con budget molto alti. Quale migliore scelta del Psg?

    Real Madrid che dunque perderebbe due pezzi da novanta ma che potrebbe consolarsi, e che consolazione, con uno dei pezzi pregiati del mercato internazionale. Parliamo di Radamel Falcao, poderoso centravanti dell’Atletico Madrid che starebbe per rinnovare con i colchoneres. Non che lo stesso rimanga lì, questo è chiaro, ma solo per permettere alla sua attuale società di poter stabilire una clausola di rescissione pari a ben 70 milioni di euro. E come si sa sull’attaccante brasiliano c’è già la fila, con diverse squadre, Chelsea su tutte, pronte ad accaparrarselo.

    Ma anche Falco è rappresentato da Mendes, e tale intreccio potrebbe dunque favorire, nel complesso, un affare da milioni di euro. A ben vedere l’unico a perderci in tutto questo sarebbe Carlo Ancelotti: l’allenatore di Reggiolo sta facendo grandi cose in Francia, ma rischia di esser mandato via a fine stagione a causa di un affare tanto complicato quanto possibile vista la disponibilità economica del club francese. Solo il tempo potrà dare risposte, ma la sensazione è che se l’affare andrà in porto il tutto potrebbe venir fuori già nel giro di qualche mese.

  • Inter, Stramaccioni sulle orme di Mourinho aspettando la Juve

    Inter, Stramaccioni sulle orme di Mourinho aspettando la Juve

    E sono sette. L’Inter allunga la striscia sorprendente di successi ottenuti tra campionato e coppa, e comincia a riscrivere la lista degli obiettivi stagionali. Alzando il tiro, ovviamente, verso traguardi e avversari diversi rispetto a qualche settimana fa. Nel caso concreto, verso quella Juve, ad oggi imbattibile, che domina la serie A in lungo e in largo. E hai voglia a dire che Stramaccioni non somiglia per niente a Mourinho. Il percorso appare ormai tracciato. E l’ambiente è in fermento per un gruppo che  cresce costantemente sul piano della personalità e del gioco, dando un senso logico alle speranze di scudetto. Insomma, ancora qualche settimana da dedicare alle polemiche nostrane, tra gol annullati e soliti sospetti, una ostica gara casalinga contro la Samp – confronto mai banale – e poi sarà sfida alla capolista. Un match che dirà tantissimo sulle reali potenzialità del team nerazzurro. Ma da Milano arrivano voci che invitano alla calma. Un passo per volta, certo. Perché a guardare troppo lontano poi si perde il senso dell’orientamento. Lo dice chiaro il tecnico dell’Inter. «Noi sappiamo che affinché Juve-Inter abbia un valore d’alta classifica dobbiamo vincere contro la Sampdoria mercoledì».  dice Andrea Stramaccioni. Giusto. Ma la squadra continua a macinare punti e prestazioni da “grande”. Vale ancora la pena nascondersi? «Abbiamo tracciato un solco, e fare 8 vittorie di fila fuori casa è tanto. In questa squadra c’è grinta, fame, applicazione: sempre. Ringrazio i giocatori e cerco di dimostrare che Moratti non ha fatto una pazzia a prendermi…». E intanto, con 7 successi in fila, ha eguagliato la serie del ’61-62 di Helenio Herrera.

    Andrea Stramaccioni
    Il tecnico dell’Inter, Andrea Stramaccioni. La grinta in vista della Juve © Claudio Villa/Getty Images

    Stiamo crescendo, parola di Strama — Nella conferenza stampa del dopo partita di Bologna, Andrea Stramaccioni ha indicato la parola chiave per il futuro: crescita. «Siamo alla nona giornata – ha spiega il tecnico nerazzurro -, quindi non è intelligente parlare di obiettivi ma solo di crescita. Quella crescita che ha avuto la Juve lo scorso anno: all’inizio ha fatto fatica, poi ha trovato la quadratura ed è andata a vincere lo scudetto». Buone sensazioni, quindi. «Il nostro obiettivo è tornare in Champions – ha aggiunto l’allenatore – e l’importante è che io veda una squadra che migliora». In pratica: lo scudetto è un obiettivo concreto, ma occhio a sbilanciarsi. Perchè lì davanti i bianconeri sembrano inarrestabili. Guidati da un centrocampo da paura.

    Cuore Inter – L’spetto più bello messo in mostra dall’Inter delle ultime uscite è il cuore. L’attitudine al sacrificio. Al Dall’Ara Milito e Palacio hanno macinato chilometri. Giocando per la squadra. Senza paura di scendere nelle officine affollate del centrocampo e di sporcarsi gli scarpini. Segnali da un gruppo che, al di là delle frasi di circostanza, allo scudetto ci pensa eccome. E a ragione. La difesa è diventata un fortino alla “Josè”: gli interpreti variano, ma i gol presi sono sempre di meno. Premessa, questa, che rafforza l’autostima della squadra. Vedi, tanto per dire, Andrea Ranocchia. Uno che, passati gli incubi, ora entra e fa gol. E che in copertura non sbaglia quasi nulla. Risorto. Per il centrocampo Stramaccioni, del resto, ha l’imbarazzo della scelta. Con un Cambiasso ritrovato, stile “Bernabeu”, la quantità è ritornata di casa. Poi Guarin e Gargano: due che non perdonano. Là davanti il discorso si complica. Manca, probabilmente, un vice Milito. Questo gli uomini mercato di Massimo Moratti lo sanno bene. Ma il tridente Cassano, Palacio, Milito piace. E tanto. In attesa del ritorno di Wesley Sneijder: un top player che alzerà ancora l’asticella della qualità. E le chance dell’Inter di vincere lo scudetto. Insomma, nessun segreto. I nerazzurri ci sono per la lotta al vertice. L’importante è pensare davvero da grande.

  • Mourinho al Psg con Cristiano Ronaldo si può

    Mourinho al Psg con Cristiano Ronaldo si può

    Il Paris Saint Germain non ha intenzione di fermarsi qui e, dopo gli acquisti di Ibrahimovic, Thiago Silva, Lavezzi, Verratti e tanti altri campioni, ha puntato gli occhi su Cristiano Ronaldo, complice anche la recente notizia del “mal di pancia” che si è poi risolto con l’aumento dello stipendio del portoghese da parte del Real Madrid. In queste ore infatti il club francese ha dichiarato di voler mettere le mani sul talentuoso numero 7 del Portogallo che di certo non vorrà chiudere le porte in faccia ad una società così ambiziosa che potrebbe mettergli sul piatto un ingaggio non da poco oltre che un posto da titolare nella squadra più seguita del momento.

    A rafforzare quanto dichiarato dal Paris Saint Germain è quanto riportato dal quotidiano francese l’Equipe il quale ha spiegato che vi sarà un incontro tra Al Khelaifi, presidente del club, ed il procuratore dell’attaccante del Real Madrid: il tutto andrebbe a finire con l’ingaggio del giocatore per il prossimo campionato. I tempi saranno dunque lunghi ma già che le due parti si stiano muovendo una verso l’altra fa pensare non poco a quanto potrebbe succedere durante il calciomercato. Complice dell’arrivo di Cristiano Ronaldo è sicuramente il flop di Lavezzi: l’ex calciatore del Napoli non ha infatti iniziato nel migliore dei modi e sono molti i nomi del papabile sostituto che potrebbe sbarcare al PSG per prendere il suo posto tra cui anche Neymar.

    Cristiano Ronaldo Real Madrid v Lyon - UEFA Champions League
    Cristiano Ronaldo e Mourinho © Denis Doyle/Getty Images

    In questi giorni inoltre a spingere il tutto è stato Mourinho il quale, durante una conferenza stampa, ha spiegato di essere attratto dal progetto che il Paris Saint Germain ha voluto mettere in piedi in questi anni. Ad attirare il portoghese verso il club parigino è anche il fatto che ha già vinto in quattro paesi e gli mancherebbe solamente proprio la Francia: subito dopo aver dichiarato di sognare una panchina al PSG però l’allenatore del Real Madrid ha voluto spiegare che ad oggi il tutto è affidato a Carlo Ancelotti e Leonardo, due persone in grado di sviluppare un gran lavoro. Proprio l’ex tecnico rossonero ha voluto precisare che lui non si muoverà dalla panchina del Paris Saint Germain per molto tempo in quanto ha un buon rapporto con chiunque faccia parte dello staff, della squadra e della dirigenza.

  • Stramaccioni mi ricorda Mourinho. Moratti applaude la nuova Inter

    Stramaccioni mi ricorda Mourinho. Moratti applaude la nuova Inter

    In casa Inter c’è grande entusiasmo dopo la vittoria ottenuta nel derby. Gli uomini di Stramaccioni non hanno convinto sul piano del gioco, ma hanno portato a casa la terza vittoria consecutiva in campionato dopo aver mostrato una grande organizzazione difensiva e contemporaneamente palesato la mediocrità offensiva del Milan. Un derby vinto con il cuore, proprio come l’Inter di Mourinho sapeva fare, come non ricordare quel derby vinto 2-0 dall’Inter in 9 contro 11 quando sulla panchina nerazzurra sedeva l’allenatore più vincente del pianeta. Il paragone con Mourinho stuzzica già la mente di molti ma non interessa a Strama, che a chi gli chiedeva se fosse la reincarnazione del portoghese ha sempre risposto di non essere nessuno. Di opinione diversa è il presidente nerazzurro Massimo Moratti che nel commentare la vittoria dell’Inter nella stracittadina ha voluto evidenziare come l’attuale tecnico Stramaccioni ricordi per certi versi il rimpianto Mou. Innanzitutto entrambi sono dei gran lavoratori, dediti al massimo in quel che fanno. A ciò si aggiunge poi l’intelligenza del nuovo condottiero nerazzurro, intelligenza che ha convinto Moratti ad affidargli la panchina di una big del nostro calcio anche senza aver maturato esperienza.

    Stramaccioni
    Andrea Stramaccioni © Claudio Villa/Getty Images

    L’esperienza Stramaccioni la sta acquisendo sul campo, la sua Inter al momento più provinciale che spettacolare sta attraversando un ottimo momento per quanto concerne i risultati. Tuttavia lo stesso Moratti è conscio che bisogna migliorare sul piano del gioco così come il tecnico romano ha evidenziato che il prossimo aspetto sul quale lavorare è la continuità nel fare la partita. I nerazzurri consapevoli di aver ritrovato una forte solidità difensiva troppo spesso si rintanano nella loro area rinunciando a giocare. Tutto questo va migliorato se ti chiami Inter, Stramaccioni lo sa bene, dovrà lavorare tanto ma potrà farlo con la tranquillità e l’entusiasmo che gli ottimi risultati recenti hanno generato nell’ambiente interista.

    Analizzando i numeri della sua Inter possiamo ben intuire che la base su cui lavorare è più che buona. I nerazzurri con 15 punti conquistati su 21 disponibili hanno una media di 2,14 punti a partita. Media che se mantenuta sarebbe in linea con quella tenuta dalla Juve campione d’Italia nella passata stagione. Vero anche che la stessa Juve in coppia con il Napoli a 19 punti ha aumentato la sua media in questo inizio di stagione. Il dato che rende più evidente il modo di giocare dell’Inter di Stramaccioni è il rendimento esterno, 4 vittorie su 4 partite, frutto di 8 gol segnati e 0 subiti. Numeri impressionanti, che mantenuti e aiutati da un rendimento medio-alto casalingo potrebbero permettere al club di Corso Vittorio Emanuele di tornare a lottare per lo scudetto già da quest’anno.

    In trasferta nessuno ha fatto meglio dell’Inter, questo perchè ai nerazzurri riesce più facile giocare in modo attendista piuttosto che imporre il proprio gioco. Ecco perchè tra le mura amiche l’Inter non ha avuto lo stesso successo. L’ultima uscita con la Fiorentina ha permesso di ritrovare la vittoria a San Siro ma non ha cancellato tutti i problemi evidenziati con Roma e Siena. La viola è una squadra che gioca a viso aperto e ha permesso all’Inter di giocare come preferisce, ovvero di rimessa. Il prossimo impegno con il Catania ospite a San Siro il 21 ottobre chiarirà molti dubbi sulla forza del gruppo nerazzurro ma al momento Strama non può che dire “bene bene”..

  • Barcellona-Real Madrid, per la Liga o per l’onore?

    Barcellona-Real Madrid, per la Liga o per l’onore?

    Mentre in Italia la domenica del sei ottobre 2012 vedrà alla ribalta il derby di Milano, stracittadina dalle belle speranze scudettate, in Spagna, sarà la giornata del “Clasico”, col Real Madrid ospite della capolista Barcellona. Si gioca l’edizione numero 165 del match dei match iberici e l’attesa è come sempre spasmodica: impazzano i pronostici e il totomarcatori in città e in tutto il paese; si va in campo per la vittoria sportiva e non solo.

    Fa specie però che alla settima giornata di andata della Liga spagnola questo match possa rappresentare l’ultima spiaggia per i blancos, se non meno, ma otto punti di distacco dal Barcellona a poco più di un mese dall’inizio della stagione sono davvero tanti per gli uomini di Mourinho. Al Camp Nou i padroni di casa potrebbero sulla carta avere due risultati a disposizione, qualora non volessero spingere troppo sull’acceleratore e accontentarsi di un pareggio: mantenere infatti lo stesso distacco dagli storici rivali andrebbe forse ugualmente bene: neanche i più ottimisti blaugrana ad oggi avrebbero sperato in questo vantaggio sul Real, così come di avere già un match-point a questo punto della stagione.

    Mourinho, da buono psicologo prima che da allenatore esperto, è ben conscio della situazione e sa che l’avvio stentato dei suoi in campionato rende inutile caricare di ulteriori tensioni la vigilia. Nella sua conferenza stampa, insolitamente rilassata, il portoghese ha parlato del match col Barcellona come di uno scontro speciale, ma che vale sempre tre punti (peccato che pesino come un macigno sulle spalle del Real, già pesantemente lontano dal vertice); da contraltare, a detta del tecnico, la rinnovata mentalità e concentrazione ritrovata dai suoi dopo gli svarioni iniziali, e indiscutibilmente un Cristiano Ronaldo reduce da due triplette che fa sempre paura. Un po’ di sana pretattica per nascondere sino all’ultimo i propositi di formazione ci permettono comunque di ipotizzare il solito Real con tre mezzepunte alle spalle di un centravanti (Higuain o Benzema?…il dubbio vero forse è proprio questo).

    Messi e Cristiano Ronaldo
    Messi e Cristiano Ronaldo © David Ramos/Getty Images

    In casa Barcellona, dato per buono il vantaggio psicologico con cui gli uomini di Vilanova potranno approcciarsi al match, tiene banco la possibile indisponibilità di Piquè al centro della difesa; eventualità questa, che sommata alla certa assenza di Puyol, fuori uso dopo il rovinoso infortunio rimediato in Champions, potrebbe dare più di qualche grattacapo ai blaugrana in fase di contenimento. L’ipotesi di schierare come coppia centrale di difesa Mascherano e Song, di fatto dei centrocampisti con in più poco minutaggio contemporaneo all’attivo è il punto interrogativo principale che affligge i padroni di casa, fermo restando che il Barça, almeno con Guardiola, ci ha abituati a tutto, anche a vari ribaltoni di ruolo, senza perdere mai colpi. In ogni caso centrocampo e attacco sono sempre tra i migliori d’Europa, e basterebbero il proverbiale palleggio e i colpi dei fuoriclasse là davanti a schiacciare qualsiasi avversario e a ricacciarlo nella sua metà campo.

    Sarà ancora una volta scontro tra giocolieri come Ronaldo e Messi, contendenti a singolar tenzone anche per la classifica cannonieri e per il Pallone d’Oro; saranno ancora minacce e promesse di manite sbeffeggianti; sarà ancora una “corrida” con colpi di fioretto e …dita negli occhi del rivale? (Vilanova è avvisato); sarà la bolgia del Camp Nou pronta a inebriare i propri beniamini e a stordire gli ospiti; sarà ancora una volta l’orgoglio della Catalunya contro la Spagna; sarà come sempre ”El Clasico”. Ovviamente da non perdere.

  • Lite Mourinho-Sergio Ramos, arriva la smentita

    Lite Mourinho-Sergio Ramos, arriva la smentita

    Di certo non è una stagione facile per il Real Madrid e soprattutto per il tecnico Josè Mourinho che, dopo il problema con Cristiano Ronaldo, il quale sembrava non essere più felice con il club spagnolo, ha dovuto discutere con Sergio Ramos. Nella partita disputatasi contro il Deportivo La Coruna, il giocatore spagnolo è infatti entrato nella ripresa ma, sotto la propria maglia, ha indossato quella di Ozil, il quale era stato tolto dal campo da Mourinho con tanto di rimproveri per l’insufficiente prestazione.

    Una provocazione che lascia il tempo che trova in quanto i giornali ci hanno chiaramente marciato sopra ma tra i due, a parte qualche battibecco per idee differenti, sembra non esserci niente di particolare. A riguardo su quanto successo sono intervenuti entrambi per dare la propria spiegazione dei fatti: da una parte il tecnico portoghese ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la conferenza stampa spiegando che il rapporto tra loro non è dei migliori e che va certamente meglio quello tra lui e sua moglie. Una battuta che è però seguita da parole confortanti in quanto Mourinho ha voluto precisare che Ramos è un grande professionista e che tutti i suoi giocatori remano verso la vittoria.

    Sergio Ramos e Josè Mourinho © PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/GettyImages

    Lo stesso provocatore, il quale sembra aver indossato la maglia solamente per togliersela e mostrare quella di Ozil in caso di rete, è intervenuto direttamente sul proprio profilo Twitter per precisare alcune cose: con tono seccato il numero 4 del Real Madrid ha scritto che per lui Josè Mourinho è il miglior allenatore del mondo e che ha fatto quel gesto solamente per una promessa fatta al compagno di squadra. Sergio Ramos ha inoltre voluto dichiarare che quello successo nella passata stagione è acqua passata e che tutta la squadra vuole una sola cosa e chiaramente si riferisce alla conquista di risultati importanti.