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  • Mourinho – Ranieri, ennesimo botta e risposta

    Dopo un apparente periodo di tregua, Ranieri e Mourinho tornano a punzecchiarsi a distanza con dichiarazioni tutt’altro che diplomatiche (esattamente come quando l’attuale tecnico giallorosso sedeva sulla panchina della Juventus) e a qualche giorno di distanza dalla finale di Coppa Italia vinta dall’Inter: ed è stata proprio quest’ultima, associata anche allo spint scudetto, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
    Andiamo con ordine: la “pace” era saltata quando Mourinho, in risposta a chi aveva attaccato l’Inter per la partita-farsa dell’Olimpico contro la Lazio, nei giorni scorsi aveva denunciato alla stampa il possibile regalo in denaro che la Roma poteva offrire al Siena come premio per incentivare a fermare la corsa dei nerazzurri verso il proprio 18esimo scudetto. Questa la replica di Ranieri nella conferenza stampa odierna alla vigilia della gara con il Cagliari:

    Quelle di Mourinho sono bombe ad orologeria. Io dico solo che è troppo facile sentirsi gruppo dando l’impressione di essere attaccati da tutto e da tutti. Siete voi (giornalisti ndr) che lo fate sembrare un fenomeno ma per me è soltanto un bravo allenatore.
    Questo è un calcio che a me non piace. Io sono diverso da Mourinho. Si sta cambiando troppo in Italia. Non so dove arriveremo continuando così. A me piace vincere in un altro modo: mi piace il rispetto e do rispetto. Perché lo sport è un veicolo importante per la società italiana e per la positività che dovrebbe esserci. Sono un uomo di calcio, a cui piace parlare di calcio. Lo sport deve essere questo. Non chiedetemi altro sull’argomento perché non vi risponderò
    “.

    Non poteva mancare la replica di Mourinho (a Berlino per assistere al match di campionato del Bayern Monaco, avversario in finale di Champions League dell’Inter) che, sebbene sia in silenzio stampa per tutto ciò che riguarda il nostro campionato, rimanda al mittente ogni accusa attraverso un comunicato sul suo sito ufficiale:

    Premesso che la Roma mercoledì sera avrebbe dovuto terminare la partita in sei, visto e considerato che Mexes, Totti, Perrotta, Taddei e Burdisso hanno fatto il necessario per meritare le sanzioni che non gli avrebbero permesso di restare più tempo in campo, oggi si è parlato di come si motivano i giocatori. Lo si fa tutti i giorni con il lavoro del gruppo, allenamento dopo allenamento. Non si fa certo facendo vedere un film alla squadra prima di una finale di coppa. I giocatori sono professionisti seri, non vanno trattati come bambini. Noi abbiamo preferito lavorare sul campo e abbiamo studiato a fondo la Roma e i suoi punti deboli. Se prima di una partita metto la squadra a guardare “Il Gladiatore”, i miei giocatori si mettono a ridere o chiamano il dottore chiedendogli se sono malato.
    Non credo di essere un fenomeno, però ho lavorato tanto per aiutare la mia squadra. Non ho mai pianto, ho sempre lavorato duramente per ottenere i risultati con i miei giocatori. Prima della finale di Coppa Italia ho visto sei partite della Roma per trovare i loro punti deboli, lavorandoci diciotto ore, perchè ogni partita sulla quale lavoro al computer mi impegna per tre ore circa. Dopo ho passato tante altre ore selezionando le parti che mi servivano e lavorandoci sopra con i vari programmi utili al mio lavoro. Certo che è più facile scegliere un film da proiettare prima della gara, ma Ranieri ha dimenticato che i suoi giocatori sono dei campioni e non dei bambini.
    Poi non è certo colpa mia se, nel 2004, dopo essere arrivato al Chelsea e aver chiesto perchè stavano cambiando Ranieri, mi hanno risposto che volevano vincere e con lui non sarebbe mai capitato. Di questo io non proprie ho colpe
    “.

  • Mourinho ancora deferito, Chivu rischia tre giornate

    “Chissà se la Roma che non paga il premio per la Coppa Italia, è disponibile a dare qualche soldo in più al Siena”. Per questa dichiarazione il portoghese Mourinho è stato ancora una volta deferito dal procura federale per aver violato l’articolo 5, deferimento anche per responsabilità oggettiva all’Inter mentre Chivu rischia tre giornate di squalifica per il gesto verso i giallorossi.

    Così il deferimento:
    violazione articolo 5 per aver espresso mediante un’intervista videoregistrata e le dichiarazioni pubblicate su organi di informazione, giudizi lesivi della reputazione di persone di società operanti nell’ambito federale ed in particolare dirigenti della società Roma adombrando altresì dubbi sulla regolarità del campionato a causa dell’operato di questi con (pagamento di un premio a vincere vietato dall’art.8, ndr), con riferimento alla gara dell’ultima giornata di campionato Siena-Inter. Deferita per responsabilità oggettiva la società Inter.

    Palazzi vorrà ascoltare anche il presidente del Siena Massimo Mezzaroma: “per i presunti premi promessi dalla dirigenza del Siena ai propri tesserati, in ipotesi idonei a condizionare l’esito della gara Siena-Inter dell’ultima giornata di campionato”.

    Procedimento anche per quanto “riguarda il comportamento del calciatore Cristian Chivu”, difensore dell’Inter, al termine della finale di Coppa Italia vinta dai nerazzurri mercoledì a Roma.

  • Mourinho rischia l’ennesimo deferimento e una denuncia…

    Lo aveva detto in tempi non sospetti “evito di parlare per non prendere squalifiche” ma dopo la vittoria della Coppa Italia non è riuscito a tener a freno la sua lingua e adesso per Mourinho si prospetta l’ennesimo deferimento e anche una denuncia da parte della Roma.

    Il portoghese stranamente indulgente e pacato nel dopo gara dell’Olimpico oggi è tornato con le sue battute al vetriolo: “Abbiamo due partite in campionato molto difficili. Il Chievo è una squadra molto difficile che difende molto bene e che è pericolosa in contropiede. Anche il Siena è una squadra che ha molta più qualità della posizione che occupa. Se è vero che il loro presidente sarà felice se battono l’Inter e paga lo stesso il premio salvezza, questa sarà una motivazione in più per i giocatori. E chissà, visto che la Roma non ha pagato il premio per la Coppa Italia sarà più disponibile a dare qualche soldo in più al Siena”

    La Roma ha acquisito il video dell’intervista di Mourinho e attraverso i suoi legali valuterà se vi siano gli estremi per rivolgersi agli “organi competenti”. Le dichiarazioni del tecnico interista sono a rischio di deferimento da parte della procura Figc, in quanto lesive di altri tesserati.

    Ironico il presidente del Siena Massimo Mezzaroma “Pur ringraziando Mourinho per le belle parole spese sulla nostra squadra, ritengo di aver già abbondantemente chiarito il capitolo premio salvezza. Sono convinto peraltro che nello sport più che i soldi, un terreno su cui nessuno può competere con l’Inter, siano fondamentali le motivazioni della coesione del gruppo, dell’orgoglio e dell’ attaccamento alla maglia. E forse anche l’allenatore dell’Inter, all’inizio della sua carriera quando non godeva di grandi budget, ha puntato soprattutto su questi argomenti per costruire le sue numerose vittorie”.

  • Mourinho: “l’Inter può fare a meno di me”

    Josè Mourinho riesce a conquistare l’ennesimo trofeo per il suo glorioso palmares e questa volta riesce a dimostrare un insolito selfcontrol davanti ai giornalisti. Il tecnico portoghese felice per il trofeo e per la sua Inter questa volta non infierisce sugli avversari facendo una diagnosi della gara lucida e attenta:


    “E’ stata dura fin dal primo minuto visto che abbiamo perso subito un giocatore importante. E’ stata una gara combattuta, quando loro si sono avvicinati alla nostra porta è stato bravo Julio Cesar, noi non siamo riusciti a sfruttare i contropiedi ma alla fine la Roma ha perso un po’ la testa.”

    “Dopo l’espulsione di Totti la Roma è finita. – continua Mourinho – Hanno perso la testa, poi l’espulsione di Totti ci puo’ stare, non sono nessuno per giudicare gli altri, in quel momento puo’ scattare la frustrazione e la testa si puo’ perdere, puo’ succedere”. Mourinho riaffronta l’analisi più compiuta di quanto visto in campo: ”E’ molto difficile che in una finale ci sia un grande spettacolo di calcio, c’e’ tensione nelle finali, concentrazione atteggiamento aggressivo. Non mi e’ piaciuta invece la troppa aggressivita’ all’inizio e l’infortunio di Snejider, un brutto colpo, sta male. Forse quello che si e’ detto prima della partita ha creato tensione ma poi e’ stata una bella partita. Una bella finale. Ma mettere l’inno della Roma all’inizio e’ stato poco intelligente”. Un giudizio su Balotelli. ”Ha fatto bene, ha sbagliato una palla al 90mo, l’unica cosa che non mi e’ piaciuta”.

    Il futuro?
    ”Possiamo vincere altri due titoli se diamo tutto, ma la Champions deve essere un sogno e non un’ossessione. Questa coppa la dedichiamo a noi stessi, questa squadra se la merita come si merita anche altri trofei piu’ importanti con tutto il rispetto di questo, ma ho un gruppo fantastico che merita vittorie.
    Rimango? L’Inter ha sempre cambiato, ma ha fatto il salto che doveva fare per essere grande adesso farà bene con chiunque. La Premier? ”Si’ mi manca e ci tornerò sicuramente, non al Chelsea pero’ e probabilmente non il prossimo anno”.

  • Finale Coppa Italia: l’Inter conquista il primo “titulo”. Milito castiga la Roma

    Finale Coppa Italia: l’Inter conquista il primo “titulo”. Milito castiga la Roma

    In attesa di scudetto e finale di Champions League, l’Inter conquista il primo trofeo della stagione vincendo la Coppa Italia ai danni di una Roma troppo nervosa e che non è riuscita a sfruttare il fattore campo. All’Olimpico la squadra di Mourinho si impone per 1-0 con il gol di Milito, sempre più decisivo, al 40′ del primo tempo.

    I nervi tesi tra le due squadre si notano già dai primi minuti di gioco: Sneijder è costretto ad uscire dopo appena 5 minuti di gioco per uno scontro con Burdisso che rischia il doppio giallo per un intervento ai limiti della regolarità su Balotelli, entrato al posto dell’olandese; Materazzi fa altrettanto rischiando il cartellino rosso per un intervento da ultimo uomo su Vucinic lanciato a rete; poi Mexes e lo stesso Materazzi entrano in contatto in area e il direttore di gara Rizzoli (partita difficile da gestire per il fischietto) deve intervenire per calmare gli animi che diventeranno via via più incandescenti. Poco prima Milito si era visto annullare una rete per fuorigioco. Il gol buono arriva però al 40′: lancio millimetrico di Thiago Motta per l’attaccante nerazzurro che elude la marcatura di Mexes e Juan e trafigge con un destro all’incrocio Julio Sergio. Prima del finale di tempo Samuel rischia grosso per una trattenuta vistosa su Toni che Rizzoli tramuta in fallo in attacco del bomber giallorosso.

    Nella ripresa Ranieri inserisce Totti, partito dalla panchina, per cercare di riagguantare il pari: proprio su un calcio di punizione del capitano giallorosso, respinta in maniera goffa da Julio Cesar, Juan sciupa malamente non riuscendo a ribattere a rete di testa. La Roma attacca ma l’Inter controlla con calma olimpica il match: Balotelli in contropiede ha l’opportunità di chiudere il discorso ma Julio Sergio è attento e respinge, Perrotta, Taddei e Totti, in preda al nervosismo, vengono graziati dal direttore di gara per alcuni falli al limite.
    All’82’ grande occasione per il pareggio giallorosso con Vucinic che angola troppo il destro da ottima posizione dimostrando di non essere in giornata. E’ l’ultima vera occasione della partita perchè la Roma perde completamente la bussola con il capitano Totti che invece perde totalmente la testa andando a rifilare un calcione da dietro a Balotelli: gesto inqualificabile per il numero dieci giallorosso, non all’altezza della sua fama, e cartellino rosso inevitabile.

    L’Inter così vince la sesta Coppa Italia della sua storia e punta con decisione alla “triplete” fino ad ora mai riuscita a nessuna squadra italiana. Bisogna attendere però gli ultimi 180 minuti di campionato per assegnare lo scudetto, poi si volerà a Madrid il 22 maggio per affrontare il Bayern Monaco e riportare a Milano, sponda nerazzurra, quella Champions League che in bacheca manca ormai dal lontanissimo 1965.

    Il tabellino
    INTER – ROMA 1-0
    40′ Milito
    INTER (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Cordoba (38′ Samuel), Materazzi, Chivu; Zanetti, Cambiasso, Thiago Motta; Sneijder (5′ Balotelli; 91′ Muntari); Eto’o, Milito.
    A disposizione: Toldo, Mariga, Stankovic, Pandev.
    Allenatore: Mourinho.
    ROMA (4-2-3-1): Julio Sergio; Burdisso (46′ Motta), Mexes, Juan, Riise; Pizarro (46′ Totti), De Rossi; Taddei, Perrotta, Vucinic; Toni (63′ Menez).
    A disposizione: Lobont, Andreolli, Brighi, Baptista.
    Allenatore: Ranieri.
    Arbitro: Rizzoli
    Ammoniti: Burdisso (R), Materazzi (I), Perrotta (R), Mexes (R), Chivu (I), Samuel (I), Totti (R), Balotelli (I)
    Espulso: Totti (R)

  • Finale Tim Cup: le probabili formazioni di Inter – Roma

    Questa sera all’Olimpico si assegnerà il primo trofeo stagionale con la finalissima di Coppa Italia tra l’Inter e Roma. Sarà una sfida incandescente tra le contendenti allo scudetto ma speriamo che alla fine a vincere sia lo sport e le due migliori realtà italiane diano vita ad una partita bella e spettacolare.

    Mourinho per sfatare il tabù 5 maggio non potrà chieder il supporto di Lucio e Sneijder alle prese con acciacchi fisici e quindi fuori dai giochi anche per preservarli in vista di altri traguardi importanti. Al posto del brasiliano al fianco di Samuel dovrebbe giocare Cordoba mentre Stankovic fungerà da trequartista. Ranieri boccia ancora una volta Luca Toni dando fiducia a Menez nell’atipico tridente con Totti e Vucinic, Burdisso potrebbe agire come esterno di destra.

    Probabili Formazioni:
    Inter (4-1-4-1): Julio Cesar; Zanetti, Cordoba, Samuel, Chivu; Cambiasso; Maicon, Stankovic, Thiago Motta, Eto’o; Milito. A disposizione: Toldo, Materazzi, Muntari, Mariga, Quaresma, Pandev, Balotelli. Allenatore: Mourinho.

    Roma (4-2-3-1): Julio Sergio; Burdisso, Mexes, Juan, Riise; De Rossi, Pizarro; Taddei, Perrotta, Vucinic; Totti. A disposizione: Lobont, Andreolli, Motta, Brighi, Menez, Baptista, Toni. Allenatore: Ranieri.
    Arbitro: Rizzoli

  • Mourinho e la Sindrome Coreica di Muslera nel derby

    Josè Mourinho torna a incrociare le braccia, ma stavolta non è il gesto delle manette. Il tecnico nerazzurro lo fa in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Inter per mimare la strana goffagine mostrata a suo dire da alcuni portieri delle squadre avversarie dei giallorossi in campionato. ‘Sindrome coreicà la chiama ironicamente il portoghese. Una malattia ereditaria, nella realtà, anche nota come Corea di Huntington: inizia propria con una goffagine dei gesti per poi degenerare in difficoltà motorie gravissime, fino alla morte.

    Mourinho, seduto dietro il tavolino davanti ai giornalisti, imita il movimento del portiere che, come si diceva una volta, va per farfalle, incrociando in maniera buffa le mani e gli avambracci. E cita l’esempio di Fernando Muslera della Lazio, a suo giudizio eccezionale quando gioca contro l’Inter – anche nella tanto discussa partita di domenica – e disastroso contro la Roma nell’ultimo derby.

  • Mourinho, stoccata alla Sensi: “Esigo rispetto per l’Inter”.

    Alla vigilia della finale di Coppa Italia che si giocherà domani sera allo Stadio Olimpico di Roma contro i giallorossi di Ranieri rivali anche in campionato, Josè Mourinho difende la sua Inter respingendo al mittente le accuse di Rosella Sensi che aveva definito Lazio – Inter “Una Vergogna“:

    Vergogna bisogna averla solo se si ruba. E se noi siamo arrivati a questo punto a giocarci tutto non meritiamo rispetto, ma esigiamo rispetto. La signora può essere presidente, dottoressa, può essere nata in una culla d’oro ma deve mostrare rispetto per la mia squadra e per i miei giocatori“.

    Poi Mourinho fa i complimenti alla Roma per il campionato ma si riserva di lanciare qualche frecciatina sulla sede della finale della Coppa Italia:

    La Roma due anni fa ha giocato contro l’Inter fino alla fine del campionato. L’anno scorso non tanto, ma ho sempre visto il potenziale della squadra. E ora una rosa così non poteva continuare il campionato come aveva iniziato: pareva logico che finisse almeno fra le prime quattro. Ora ha la fortuna di giocare la finale di coppa Italia in casa, che è una cosa unica al mondo, perché non conosco altre coppe nazionali che si chiudano in casa di una delle finaliste“.

    E se l’Inter non dovesse vincere nulla? Mourinho è tranquillo:

    Zero titoli non sarrebbe un dramma se lotti fino alla fine in tutte le competizioni. E’ un’altra storia se finisci quinto a 30 punti dalla prima. Ora non possiamo fare una scelta, non possiamo risparmiare giocatori: restano quattro partite che sono tutte importanti. Se vinciamo tre titoli è storico, due o uno è bello, se non ne vinciamo non è una vergogna. Giochiamo ogni tre giorni mentre altri sono in vacanza e, ironia del destino, il calcio italiano spera che vinciamo la coppa per mantenere il ranking Uefa“.

  • C’era una volta… il calcio (la farsa lazio-inter)

    C’era una volta il calcio, quello vero, o forse non c’è mai stato, forse mai in Italia. Quello che si è visto ieri sera in campo dovrebbe chiamarsi calcio giocato, ma in realtà prendeva le sembianze di una pressione psicologica, di un ricatto, insomma, di tutto ciò che non è sport.

    Nel posticipo di ieri sera all’Olimpico, definito la “farsa” del campionato 2009/2010 non si è visto altro che un pubblico incitare i propri giocatori alla sconfitta e fischiarli se solo qualcuno si fosse azzardato a tirare in porta. E se Muslera per i primi 45 minuti ha ricordato l’eroico Poborsky, al rientro dagli spogliatoi anche lui si è dovuto arrendere all’abbandono del calcio giocato da parte dei suoi compagni; Zarate ci ha provato, solo contro tutti. Rocchi forse ha preferito starsene in panchina anziché partecipare ad una farsa, ma la versione ufficiale della sua assenza dovrebbe essere risentimento muscolare.

    L’inter passa in vantaggio all’Olimpico e il pubblico è in festa, striscioni contro i cugini, cori ad esaltare Mourinho “Mourinho uomo vero, in questo calcio finto” ai quali ribattono i tifosi dell’Inter contro Lotito “Lotito uomo di ….”.

    Fa pena tutto questo, fa vedere un presidente rassegnato in poltrona sentire i propri tifosi inneggiare gli avversari (che per carità non è un reato, anzi) e contestare la propria squadra.
    L’Inter non ha colpe, in fondo non si può pretendere lo spettacolo se in campo si vede solo una squadra, ma con la giornata di ieri, lo sport ha perso. C’era una volta il calcio in Italia….. Forse ora non c’è più!

  • Olimpico surreale, l’Inter passeggia sulla Lazio

    L’Inter non risente delle fatiche di Coppa e in un Olimpico stranamente nerazzurro regola con un gol per tempo la Lazio di Edy Reja. I biancoazzurri, forti dei risultati pomeridiani che praticamente gli consegnano la salvezza senza dover faticare molto sul campo,  giocano una partita senza mordente; di tutt’altra natura la partita dell’Inter desiderosa di sbrigare il prima possibile la pratica.

    L’unico a volersi metter in mostra è il portierino Muslera che per quasi tutti i primi 45′ minuti si erge a muro davanti alla propria porta conservando il pari e addossandosi i fischi di tutti i suoi tifosi. All’ultimo tentativo è Samuel che trova il pertugio giusto di testa regalando il vantaggio proprio prima del gong.

    Nella ripresa il ritmo cala vertigionasamente, l’Inter controlla senza problemi e la Lazio è tutt’altro che famelica. E’ l’Inter a fare la partita a tenere palla e a cercare il raddoppio e ci vanno vicini ancora con Samuel. Anche se il 2-0 arriva dal colpo di testa di Motta che quasi indisturbato spinge la palla nel sacco.

    C’è poco da commentare se non che l’Inter si riappropria della vetta e questa volta sembra esser lo scatto giusto verso lo scudetto.

    Il tabellino
    LAZIO – INTER 0-2
    46′ pt Samuel, 70′ Thiago Motta
    LAZIO (3-5-2): Muslera; Biava, Dias, Radu; Lichtsteiner, Brocchi (85′ Scaloni), Baronio (61′ Hitzlsperger), Mauri, Kolarov; Floccari (68′ Foggia), Zarate.
    A disposizione: Berni, Firmani, Rocchi, Siviglia.
    Allenatore: Lopez (Reja squalificato)
    INTER (4-3-2-1): Julio Cesar; Zanetti, Lucio (75′ Cordoba), Samuel, Chivu; Stankovic, Cambiasso, Thiago Motta; Maicon, Sneijder (68′ Milito); Eto’o (73′ Muntari).
    A disposizione: Toldo, Mariga, Materazzi, Balotelli.
    Allenatore: Mourinho
    Arbitro: Bergonzi
    Ammoniti: Cambiasso (I), Zarate (L)