Tag: josè mourinho

  • Napoli, Edinson Cavani sempre più lontano

    Napoli, Edinson Cavani sempre più lontano

    Edinson Cavani finalmente esce allo scoperto circa un suo possibile addio al Napoli, il Matador – dal ritiro dell’Uruguay – lancia segnali inequivocabili al Napoli ed al patron Aurelio De Laurentiis sul suo imminente futuro che pare oramai sempre più lontano dal Vesuvio. L’intervista è di quelle che ovviamente segnano una possibile trattativa di mercato con il Matador che non sembrerebbe essere allettato troppo dall’arrivo di Rafa Benitez sulla panchina partenopea aprendo ad una sua cessione sia in Spagna, sponda Real Madrid, ma soprattutto in Inghilterra dove il capocannoniere dell’ultima Serie A sogna di essere allenato un giorno dallo “special One” Josè Mourinho che vuole far ritornare grande il Chelsea.

    Edinson Cavani, vuole la Premier e Mourinho ©TIZIANA FABI/AFP/Getty Images
    Edinson Cavani, vuole la Premier e Mourinho ©TIZIANA FABI/AFP/Getty Images

    Ecco le parole del Matador : “Non so se l’arrivo di Benitez possa influenzare il mio futuro, ho un contratto con il Napoli ma allo stesso tempo parlo con altre squadre“, ed ancora, “Napoli ed il Napoli mi hanno fatto crescere molto, ma voglio crescere ancora. Non so quali club mi cercano ma sarei molto lusingato ad essere allento da tecnici come Pellegrini e soprattutto Josè Mourinho. Il Real Madrid?, Non so se il calcio spagnolo sia il calcio giusto per me, sicuramente la Liga è un Campionato più adatto per gli attaccanti ma sinceramente non conosco la mia futura destinazione“.

    Questa intervista arriva sicuramente in un momento cruciale del calciomercato, sicuramente l’entourage del Matador si sarebbe aspettato la fila dietro la porta di Aurelio De Laurentiis ma questo, al momento, ancora non è successo con l’offerta più concreta presentata proprio dal Chelsea che nella passata settimana aveva proposto al Napoli la cifra di 30 milioni più il cartellino di Fernando Torres. Sicuramente con queste dichiarazioni Cavani ha voluto lanciare un segnale chiaro ai suoi pretendenti individuando anche la via circa il suo futuro, con una preferenza inequivocabile a giocare in premier League e sotto la guida, magari, di Josè Mourinho.

  • Inter, l’opportunismo di Walter Mazzarri

    Inter, l’opportunismo di Walter Mazzarri

    Dopo l’ennesima stagione negativa e fallimentare della squadra nerazzurra ecco un altro nuovo inizio con un nuovo condottiero ma con tante incognite per il futuro. Come tutti sanno il famoso triplete del 2010 ha regalato tante gioie ai tifosi interisti ma al tempo stesso, con l’addio di Josè Mourinho subito dopo, ha creato un pesante fardello di responsabilità ed emulazione in tutti i successori dello Special One sulla panchina nerazzurra. Non aver approfittato sin da subito delle uscite non poco eleganti di Milito e Maicon che si erano promessi al Real Madrid con ancora la Coppa Campioni in mano, per ricreare una compagine forte e che potesse dimenticare sin da subito un passato seppur vincente ma pesante, ha reso queste ultime stagioni interiste tragicamente identiche al passato e questa volta non c’e’ Luciano Moggi o un complotto internazionale contro la banda degli onesti che tenga.

    A parere di chi vi scrive l’errore principale della dirigenza e del patron Massimo Moratti e non aver tutelato sin da subito i successori di Mourinho, Rafa Benitez era una grandissima occasione per una continuità di grandi successi a livello internazionale e tutti sappiamo come è finita con lo zoccolo duro della spogliatoio nerazzurro a non veder di buon occhio sin da subito un acerrimo e storico rivale di Josè Mourinho, anche Gasperini è stato messo subito alla mercè dei giocatori che hanno praticamente boicottato la difese a tre dell’ex tecnico di Genoa e Palermo forzandone l’esonero dopo poche giornate di campionato.

    Walter Mazzarri, nuovo tecnico nerazzurro ©ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images
    Walter Mazzarri, nuovo tecnico nerazzurro ©ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images

    Tralasciando la parentesi Stramaccioni che lascia veramente spazio a pochi commenti, ecco che si arriva ad una nuova era targata Walter Mazzarri. L’ex tecnico partenopeo ha deciso, per tanti in maniera incomprensibile, di lasciare un Napoli in Champions e con una rosa sicuramente più forte di quella interista per immergersi nel marasma nerazzurro ma dietro la scelta dell’allenatore livornese c’e’ un disegno ben preciso: Mazzarri ha intuito che non poteva più spremere il Napoli più di quanto abbia già fatto e, consapevole della superiorità juventina anche per la stagione 2013/2014, ha deciso di affrontare una nuova avventura in una piazza dove può solo migliorare rispetto alla stagione dell’imbarazzo 2012/2013 e dove sicuramente non gli viene chiesto di vincere lo scudetto almeno nell’immediato. Che questo sia solo opportunismo oppure ricerca di nuovi stimoli lo scopriremo solamente in futuro, ma c’e’ il rischio di un ennesimo fallimento Morattiano.

  • Real Madrid, una storia in remuntada

    Real Madrid, una storia in remuntada

    Tutto sommato Josè Mourinho ha manifestato la propria fiducia in una remuntada, sulla carta in verità complicata, ai danni del Borussia Dortmund. L’ambiente del Santiago Bernabeu del resto è sempre particolarmente incandescente. Soprattutto nelle partite delle coppe europee, in cui le merengues hanno costruito storicamente buona parte dei propri successi. Colmare lo svantaggio di 4-1 al cospetto di un avversario del calibro del Borussia Dortmund non è cosa agevole, tuttavia il Real Madrid fa ricorso anche ai precedenti storici per dimostrare che in fin dei conti ogni risultato è possibile.

    La prima remuntada storica dei madridisti è targata Coppa dei Campioni 1975/76. Negli ottavi il Real perse per 4-1 in casa del Derby County, ma al Bernabeu passò con un roboante 5-1 dopo i tempi supplementari. Martinez e Santillana con una doppietta a testa e Pirri vanificarono il cospicuo vantaggio degli inglesi. Un altro ribaltamento emozionante si registrò nella Coppa UEFA del 1984/85 all’altezza degli ottavi di finale. Il Real perse per 3-0 a Park Astrid contro l’Anderlecht, ma a Madrid straripò con un 6-1 senza repliche. Con Butragueno sugli scudi autore di 3 gol, seguito da Jorge Valdano con 2 e da Sanchis con 1. Inutile si rivelò il gol dei belgi con Frank Arnesen.

    Josè Mourinho spera nella remuntada contro il Dortmund | © DOMINIQUE FAGET / Getty Images
    Josè Mourinho spera nella remuntada contro il Dortmund | © DOMINIQUE FAGET / Getty Images

    Una rimonta analoga si registrò, tuttavia, anche nella stagione successiva di Coppa UEFA del 1985/86, questa volta di fronte ai tedeschi del Borussia Moenchengladbach, che si imposero per 5-1 a Dusseldorf. Ma anche questa volta il Bernabeu fu teatro di una clamorosa remuntada. 4-0, infatti, vinsero i bianchi, con doppietta di Valdano e di Carlos Santillana, formidabile colpitore di testa.

    Tante altre sono state in realtà le rimonte del Real Madrid in coppa, anche se di dimensioni più contenute. Anche se contro il Borussia Dortmund ci vorrà ben altro che i ricorsi storici. Mourinho confida nel calore del suo stadio e nella voglia di riscatto della sua squadra, in una stagione altrimenti quasi fallimentare.

  • Le protagoniste della Champions League. Focus on: Real Madrid

    Le protagoniste della Champions League. Focus on: Real Madrid

    Il Real Madrid non riesce a vincere la Champions League dal 2002, anno in cui gli spagnoli piegarono per 2-1 il Bayer Leverkusen di Lucio nella finale di Glasgow. (altro…)

  • Rinnovo Conte, clausola rescissoria e 5 milioni

    Rinnovo Conte, clausola rescissoria e 5 milioni

    Quello tra Antonio Conte e la Juventus, la sua Signora (dopo la moglie Elisabetta Muscarello, ndr), è un matrimonio di grande armonia destinato a proseguire ancora a lungo nonostante le voci che, nelle scorse settimane, avevano suscitato non poche preoccupazioni nei tifosi bianconeri (altro…)

  • Il gossip allontana Edinson Cavani dal Napoli

    Il gossip allontana Edinson Cavani dal Napoli

    Edinson Cavani è sempre più vicino ad abbandonare il cielo azzurro di Napoli, il Matador è rimasto profondamente deluso dalle continue voci che niente hanno a che vedere con il calcio e riguardanti una sua presunta relazione extra coniugale che avrebbe portato sua moglie alla decisione di far nascere il suo secondogenito Lucas, nato lo scorso otto marzo, non più a Napoli ma in Uruguay. Cavani è convinto che le voci circa un suo possibile tradimento coniugale siano state fatte circolare addirittura da fonti interne alla società partenopea con lo scopo preciso di preparare una sua futura cessione e di screditare il Matador agli occhi dei suoi tanti tifosi napoletani. Cavani ha appena assunto un legale per poter tutelare al meglio la prova privacy messa a dura prova dalle ultime vicende e questo è un chiaro segnale di un insofferenza che il matador ha da tempo nei confronti di tutto l’ambiente napoletano, stessa insofferenza che lo portarono in passato ad abbandonare Palermo a causa di una rapina a mano armata subito per strada.

    Edinson Cavani ©ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images
    Edinson Cavani ©ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images

    Ovviamente le pretendenti per assicurarsi le prestazione del fuoriclasse uruguaiano non mancano, in pole position ci sono Real Madrid e Manchester City con la formazione spagnola che vorrebbe il Matador ma non è ancora sicura di chi potrà essere il successore di Josè Mourinho e quindi vuole attendere prima di affondare l’attacco decisivo. Strategia diversa pare invece voler affrontare la formazione inglese che è sicura di portare Cavani sulla sponda diciamo meno nobile di Manchester a prescindere di chi sarà il futuro allenatore.

    Con la possibile partenza di Cavani non c’e’ dubbio che a ridimensionarsi notevolmente sia ovviamente il Napoli ma anche tutto il povero calcio italiano con le milanesi e la Juventus che non sono in grado di affrontare la clausola rescissoria di quasi 70 milioni presente nel contratto nel numero sette uruguaiano, con l’immenso dispiacere di tutti di veder partire un altro talento verso i più floridi campionati esteri.

  • Barcellona in crisi, il Real Madrid tornerà la regina di Spagna?

    Barcellona in crisi, il Real Madrid tornerà la regina di Spagna?

    Barcellona e Real Madrid sono due delle squadre che nell’ultimo periodo hanno riscosso più successo in tutto il panorama calcistico mondiale. Anzi, a dire il vero non solo gli sportivi conosco le gesta dei vari Cristiano Ronaldo, Messi, Casillas e via dicendo: dalle fiamme del portoghese ai numeri della Pulce fino al famoso bacio in diretta fra il portierone delle merengues e la sua ragazza/giornalista e potremmo continuare all’infinito. Insomma tutti, quando parliamo di Real Madrid e Barcellona, sanno a cosa si allude. Di solito il Barça degli ultimi cinque anni è considerato il club calcistico più forte della storia: grazie a Pep Guardiola i catalani sono riusciti a costruire un club che, come dice lo slogan cucito sulle magliette, è Mas que un club. Gioco incantevole, talenti purissimi, spazio ai giovani: c’è tutto nelle vittorie del fantastico Barcellona di Guardiola. Il Real Madrid è sempre stato invece l’antagonista, l’altra faccia del calcio champagne che, a dire il vero, non sempre è risultato tale. La frustrazione dei madrileni nell’arrivare sempre dietro gli odiati catalani ha raggiunto livelli altissimi: sconfitte in Liga, in Champions, in Coppa del Re con Mourinho a cavalcare l’onda della polemica. Recentemente però questa tendenza sembra essersi invertita. Il Barcellona sembra aver finito il suo ciclo stra vincente mentre il Real, al contrario, potrebbe aprirne subito un altro.

    Real Madrid e Barcellona: la rivalità fra le due squadre è storica | © AFP/Stringer / Getty Images
    Real Madrid e Barcellona: la rivalità fra le due squadre è storica | © AFP/Stringer / Getty Images

    BARCELLONA IN DECLINO – Il Barcellona non sta affatto vivendo un bel momento di forma. Guardando la Liga, il vantaggio dei catalani sulla seconda è sempre molto ampio però, per una squadra capace di offrire uno spettacolo assoluto, fare una stagione del genere è paragonabile a un fallimento. Le prime crepe di un possibile tramonto sono arrivate a fine agosto durante la finale di Supercoppa di Spagna disputata contro il Real: i mdarileni riuscirono a sconfiggere fra andata e ritorno la squadra blaugrana. Proseguendo, ecco altri problemini nel girone di questa Champions League: in un accoppiamento abbordabilissimo i catalani hanno perso qualche punto di troppo con squadre di livello nettamente inferiore (la sconfitta contro il Celtic è un esempio). Storia ancora più recente (si parla di qualche settimana fa): il Barça è stato sconfitto nell’andata degli ottavi di Champions League dal Milan per 2-0 poi nella Liga e in semifinale di Coppa del Re sono arrivate due ko contro il Real Madid. Perchè questo declino? Intanto bisogna vedere se di declino effettivamente si tratta: semmai possiamo parlare di calo rispetto agli anni scorsi. E’ anche vero che a dirigere l’orchestra blaugrana non c’è più Pep ma Villanova – anzi, Roura per via della malattia dell’erede di Guardiola – ma i giocatori sono rimasti gli stessi. Mancanza di stimoli? Possibile. Nel Barcellona attualmente giocano atleti che hanno vinto tutto e di più e un calo ci può stare. Resta da vedere se si tratta di declino vero e proprio o solo di una leggera flessione.

    REAL ALLA RISCOSSA – Se Barcellona piange, Madrid ride. Ebbene, dopo essere stati considerati gli eterni secondi sotto il Barcellona, il Real Madrid è riuscito a strappare i riflettori alla squadra catalana.  Ripercorriamo questo tragitto. La Liga attualmente è un discorso chiuso ma, nonostante questo, Mourinho si è tolto lo sfizio di sconfiggere il Barça per 2-1 al Bernabeu. Prima del turno di campionato c’è stata anche l’eliminazione dalla semifinale di coppa del Re. Poi? Le merengues si sono qualificati ai quarti di finale di Champions League sconfiggendo il Manchester United mentre il Barcellona rischia di non passare il turno, Milan permettendo. L’occasione di scrollarsi di dosso l’etichetta di eterni secondi è arrivata: tocca a Mourinho e a tutto il Real Madrid cogliere l’attimo, carpe diem.

  • Champions League, l’arbitro e Ronaldo condannano il Manchester United

    Champions League, l’arbitro e Ronaldo condannano il Manchester United

    Impresa del Real Madrid all’Old Trafford nel match di ritorno degli Ottavi di Finale di Champions League. Il Manchester United saluta tra la delusione generale la competizione nonostante partisse dal pareggio rimediata all’andata al Santiago Bernabeu. Sfida fortemente segnata da un arbitraggio non all’altezza di una gara di questo calibro, soprattutto in occasione dell’espulsione di Nani. Alla fine le merengues si portano a casa vittoria e qualificazione con la rete decisiva dell’ex di turno, Cristiano Ronaldo, che in occasione del gol si è quasi scusato con i suoi vecchi tifosi. Per i Red Devils rimane l’amaro in bocca per aver visto sfuggire l’occasione di qualificarsi dopo il pareggio esterno e il vantaggio iniziale nei primi minuti di gioco del secondo tempo.

    Champions League, Mou batte Ferguson

    Ronaldo, quasi si scusa dopo la rete del vantaggio © Jasper Juinen/Getty Images
    Ronaldo, quasi si scusa dopo la rete del vantaggio © Jasper Juinen/Getty Images

    LA PARTITA – Una gara molto tirata nei primi minuti di gioco con il Real Madrid che fa la partita e il Manchester United che aspetta gli avversari per poi ripartire in contropiede. Esce fuori un primo tempo piuttosto opaco, non certo spettacolare. La seconda frazione di gioco invece ha regalato parecchie emozioni con il gol in apertura dei padroni di casa con l’autogol di Sergio Ramos che devia nella propria rete un cross teso dalla sinistra di Nani. Dieci minuti più tardi sale in cattedra l’arbitro che espelle inspiegabilmente l’esterno portoghese dei Red Devils per un fallo che vede solo lui. Lo United in dieci arretra tantissimo il baricentro e subisce il ritorno del Real Madrid che trova il pareggio al 65′ con il neo entrato Modric che piazza la palla con un tiro a giro di rara precisione che colpisce il palo ed entra in rete. Passano solamente quattro minuti ed arriva il sorpasso con la realizzazione di Cristiano Ronaldo abile a deviare in scivolata un tiro-cross di Higuain dalla destra. Il portoghese non esalta per rispetto nei confronti dei suoi ex tifosi. Il finale di gara vede protagonista il portiere degli ospiti, Diego Lopez che si esalta con quattro interventi decisivi ai fini del risultato finale che non cambia fino al triplice fischio dell’arbitro.

    PAGELLE MANCHESTER UNITED-REAL MADRID
    Ronaldo 7.5 – Nonostante i sonori fischi riservati dai suoi vecchi tifosi, il portoghese mostra la sua solita classe e realizza il gol del definitivo 1-2 che condanna lo United e permette al Real di volare ai Quarti di Finale.
    Diego Lopez 7 – Sostituisce l’infortunato (ma recuperato) Casillas e nel finale di gara si esalta con una serie di parate che salvano risultato e qualificazione.
    Van Persie 5.5 – In avvio su assist del sempreverde Giggs si rende pericoloso di una conclusione al volo che sbatte contro la difesa merengues, dopo di che sparisce dalla partita.
    Giggs 6.5 – Millesima presenza nel professionismo. Che dire? Lui c’è, è sempre nel vivo dell’azione e nonostante l’età mostra una resistenza invidiabile. Non ha la corsa degli anni d’oro, ma i piedi sono comunque ottimi e la semplicità con la quale fornisce palloni invitanti ai compagni è da pelle d’oca.

    TABELLINO MANCHESTER UNITED-REAL MADRID 1-2
    Manchester United (4-2-3-1): De Gea 6; Rafael 5 (87′ Valencia sv), Ferdinand 6.5, Vidic 6.5, Evra 6; Carrick 6.5, Cleverley 6 (73′ Rooney 6); Nani 6.5, Giggs 6.5, Wellbeck 6 (80′ Young sv); Van Persie 5.5.
    Real Madrid (4-2-3-1): Diego Lopez 7; Arbeloa 5.5 (59′ Modric 7), Varane 5.5, S. Ramos 5, Coentrao 5; Xabi Alonso 5.5, Khedira 5.5; Di Maria 5 (45′ Kakà 6), Ozil 5.5 (71′ Pepe sv), C.Ronaldo 7.5; Higuain 6.5.
    Marcatori: 48′ aut. Sergio Ramos (M), 65′ Modric (R), 69′ Cristiano Ronaldo (R)

  • Champions League, Ferguson o Mourinho chi uscirà di scena?

    Champions League, Ferguson o Mourinho chi uscirà di scena?

    Questa sera all’Old Trafford andrà in scena una sfida che si preannuncia epica tra Manchester United-Real Madrid, valida per il ritorno degli Ottavi di Finale della Champions League. Il match d’andata finì con un pareggio per 1-1 (con le reti di Welbeck e Cristiano Ronaldo) che al momento favorisce gli inglesi che partono quindi con il gol segnato in trasferta e con la possibilità di giocarsi la gara decisiva con il pubblico amico. Comunque vada la sfida, una delle due squadre dovrà lasciare la competizione e priverebbe la Champions di una protagonista assoluta per la conquista della Coppa. United-Real, una finale anticipata. E se siete alla ricerca di motivi per guardare la partita, vi basta la sfida Ferguson-Mou oppure il ritorno a casa di Cristiano Ronaldo nella squadra che l’ha reso grande?

    Champions League, United-Real. Il ritorno di Ronaldo…

    Ronaldo torna all'Old Trafford da ex © Jasper Juinen/Getty Images
    Ronaldo torna all’Old Trafford da ex © Jasper Juinen/Getty Images

    PERICOLO RONALDO – Alex Ferguson l’ha conosciuto, allevato e fatto diventare importante, ora se lo ritrova contro per la seconda volta ne giro di due settimane. Proprio il tecnico scozzese ha messo in allerta i suoi giocatori dell’importanza di bloccare da subito l’asso portoghese, in grado da solo di trascinare l’intera formazione spagnola. Cristiano Ronaldo, dopo aver segnato all’andata con un colpo di testa preceduto da uno stacco imperioso, vuole ripetersi all’Old Trafford, nello stadio che è stato suo per parecchi anni prima di provare l’avventura in Spagna. Sentirà la pressione dell’ex oppure ne uscirà rafforzato dai probabili fischi che riceverà dai suoi ex tifosi? Tra l’altro, nelle ultime ore si parla di un suo possibile ritorno allo United a partire dalla prossima stagione…

    IL VECCHIO E IL NUOVO – Il match odierno vedrà sfidarsi anche il vecchio (Ferguson) con il nuovo (Mourinho). Due filosofie diverse ma con una caratteristica in comune: la vittoria. Tra i due tecnici c’è stima reciproca, tanto che lo scozzese avrebbe suggerito alla proprietà dello United, quando avverrà il suo addio al calcio, di ingaggiare il portoghese. Dal canto suo, lo Special One, non ha mai nascosto il desiderio di prendere l’eredità di Sir Alex Ferguson e quindi sedersi sulla panchina dei Red Devils.

    PROBABILI FORMAZIONI MANCHESTER UNITED-REAL MADRID
    Manchester United (4-2-3-1): de Gea; Rafael, Ferdinand, Evans, Evra; Carrick, Cleverley; Rooney, Kagawa, Welbeck; van Persie. Allenatore: Ferguson
    Real Madrid (4-2-3-1): Diego Lopez; Arbeloa, Varane, Sergio Ramos, Coentrao; Khedira, Xabi Alonso; Di Maria, Ozil, Ronaldo; Higuain. Allenatore: Mourinho

  • Mourinho-Ferguson, sfida infinita

    Mourinho-Ferguson, sfida infinita

    Ancora una volta Alex Ferguson e Josè Mourinho incrociano i propri destini e le proprie lavagnette tattiche dalle parti dell’Old Trafford. I due tecnici al momento più quotati e vincenti del Vecchio Continente, alla guida rispettivamente del Manchester United e del Real Madrid, si giocano in un match come sempre vibrante l’accesso ai quarti di finale della Champions League. Mourinho ha perso soltanto 2 volte in ben 15 confronti al cospetto di Sir Alex, ma questo potrebbe non bastare nella tana dei red devils, dopo l’1-1 dell’andata al Bernabeu, che quantomeno garantisce i favori del pronostico agli inglesi.

    Il duello tra Sir Alex e lo Special One, comunque, ha conosciuto tanti capitoli di una storia affascinante e con non pochi colpi proibiti. I due allenatori si affrontarono per la prima volta inconsapevoli del loro futuro antagonismo nel 2004. E il giovane Mou confezionò uno sgarbo irriverente al tecnico degli inglesi proprio in Champions.

    Ferguson vs Mourinho la sfida infinita | © CARL DE SOUZA/AFP/Getty Image
    Ferguson vs Mourinho la sfida infinita | © CARL DE SOUZA/AFP/Getty Image
    Il Porto si era imposto per 2-1 tra le mura amiche e all’Old Trafford stava soccombendo per 1-0 e quindi eliminato in virtù di un gol di Scholes. Poi proprio allo scadere una conclusione non irresistibile di Costinha, complice una papera di Tim Howard, scaturì il pareggio per i dragoes, che passarono il turno. Mourinho avrebbe poi addirittura vinto quell’edizione della Champions con il suo Porto. Le sfide divennero poi più frequenti con il passaggio del lusitano sulla panchina del Chelsea ed anzi Ferguson patì particolarmente il tatticismo del portoghese, tanto da racimolare in 10 confronti diretti 5 sconfitte, 4 pareggi ed un solo successo. Oltretutto nel 2007 Mou ed il Chelsea vinsero la FA Cup con un gol nell’extra-time in finale di Drogba proprio ai danni del Man United.

    Una vera rivincita Ferguson riuscì ad afferrarla soltanto nella Champions del 2008/2009 con Mourinho che nel frattempo si era accasato sulla panchina dell’Inter. Nei sedicesimi della competizione Sir Alex questa volta riservò un brutto dispiacere al suo dirimpettaio, battendolo con un netto 2-0 all’Old Trafford. Mourinho ha fatto sempre soffrire Ferguson, ma in Champions non ha mai vinto all’Old Trafford, un dettaglio da considerare in un match in cui il Real dovrà cercare di vincere per forza.

    Ad ogni modo, Ferguson e Mourinho sposano due filosofie calcistiche diverse. Sir Alex siede sulla panchina dei red devils ormai dal 1986 e rappresenta il vero simbolo di un club vincente e capace ogni volta di rinnovarsi negli uomini e nelle ambizioni. Mourinho, invece, non conosce una dimora fissa e la sua missione calcistica è quella di vincere in ogni paese d’Europa, dal Portogallo all’Italia, passando per l’Inghilterra e la Spagna. Una missione portata quasi al termine, anche se in bacheca gli manca il grande acuto proprio con le merengues. Tuttavia, la sfida tra Manchester United e Real Madrid vivrà nel suo fascino più assoluto per i suoi condottieri e per il ritorno di un grande ex. Quel Cristiano Ronaldo che a Manchester ha infranto tanti cuori e si è affermato come uno dei migliori calciatori al mondo. Ma sarà sufficiente per rubare la scena al duello tra Sir Alex e Mou?