Tag: josè mourinho

  • Piqué salvo, adesso aspettiamo l’ira di Mourinho

    Piqué salvo, adesso aspettiamo l’ira di Mourinho

    Spesso mi son trovato a commentare e criticare le uscite mediatiche di Josè Mourinho considerandole troppo ricercate e premeditate per distogliere l’attenzione dei giornalisti dai suoi giocatori rendendoli cosi quasi immuni alla critica in caso di errori. Lo Special One sin dai tempi dell’Inter è riuscito a monopolizzare l’attenzione della stampa, alzando con ogni suoi dichiarazione un polverone. In Italia forte del suo carisma era riuscito a riscuotere facilmente consensi, in Spagna, almeno inizialmente ci sono stati dei contrasti tanto che sia i tifosi e giocatori del Real Madrid che tutti gli addetti ai lavori lo hanno a più riprese bacchettato definendolo scorretto ed anti sportivo.

    Josè Mourinho | ©Getty Images

    Il soggetto preferito per i suoi strali Mourinho l’ha avuto sempre del Barcellona accusato di esser super tutelato da arbitri e Federazione e per questo ancor più vincente. I complotti son sempre difficili da credere ma allo stesso modo son difficili da dimostrare quel che è certo però sono i comportamenti ambigui e poco chiari delle federazioni chiamate a tutelare e vigilare sul normale svolgimento.

    Nella scorsa stagione il “consiglio” di Mourinho a Sergio Ramos e Xabi Alonso a farsi ammonire per ripulire la “fedina penale” e arrivare agli appuntamenti importanti di Champions League immacolati fu tacciato di antisportività e per questo ai due calciatori fu comminata una giornata aggiuntiva di squalifica. Questa settimana, settimana che precede il Clasico, a tener banco è il caso Piqué: il difensore catalano forse senza consiglio alla Mourinho con l’intento di non perdersi Real Madrid Barcellona si è fatto ammonire nel match contro il Rayo Vallecano infiammando l’attesa per il match e costringendo la federazione spagnola ad una riunione supplementare.

    Bene quest’oggi il gesto di Piquè non è stato considerato intenzionale dalla Federazione grazie al referto arbitrale che lo ha ritenuto un gesto non premeditato. Il difensore dunque sarà in campo contro il Real Madrid ma aspettiamoci presto i nuovi strali di Josè Mourinho e questa volta guardando le immagini non si può che dargli ragione.

  • Liga: giallo a Piqué si infiamma il Clasico. Video

    Liga: giallo a Piqué si infiamma il Clasico. Video

    Tra due settimane la Spagna ma anche il resto del mondo punterà il proprio sguardo sul Clasico della Liga tra Real Madrid e Barcellona le due squadre considerate al momento le migliori al mondo e tra le quali ormai da un anno è aumentata l’accesa rivalità grazie alle continue diatribe tra Mourinho e Guardiola. Nella scorsa stagione le polemiche furono accesissime con lo Special One spesso contestato anche dai suoi giocatori per non aver saputo accettare la strapotere del catalani.

    Piqué giallo per il Clasico della Liga |©JAVIER SORIANO/Getty Images

    Quest’anno però le parti sembrano essersi in parte invertite o quantomeno il gap tra le due squadre non sembra esser cosi evidente come nel passato. Il Real Madrid guida infatti la Liga con 3 punti di vantaggio ma con una partita in meno e con la possibilità di sfruttare lo scontro diretto per iniziare seriamente a credere in una fuga verso il titolo. Mancano ancora 15 giorni al match ma il clima inizia già ad esser infuocato e il “primo” caso è la possibile squalifica di Piqué ammonito dall’arbitro per perdita di tempo nel finale del match stravinto contro il Rayo Vallecano.

    I tifosi madrileni chiedono che sia attuato nei confronti del difensore lo stesso metro usato nei confronti di Sergio Ramos e Xabi Alonso nel match dello scorso anno contro l’Ajax quando su suggerimento di Mourinho si fecero ammonire per togliersi la diffida e scontare la squalifica in un match meno proibitivo. Guardiola nel post partita ha difeso Piqué ma dalle immagini è chiaro l’atteggiamento del difensore che stando alle indiscrezioni che arrivano dalla Spagna rischia adesso due turni di squalifica con il conseguente stop nel big match tra Real Madrid e Barcellona in programma il prossimo 10 dicembre alle 22 come anticipo della Liga.

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  • Il solito Mourinho, esultanza “a cavallo”

    Il solito Mourinho, esultanza “a cavallo”

    Dalla Serie A alla Liga, il passaggio in un altro campionato che concepisce una cultura calcistica diversa dalla nostra, non ha cambiato le “abitudini” di Josè Mourinho che da quando è approdato a Madrid è riuscito comunque a far parlare di sè esattamente come gli capitava di fare in Italia, “importando” anche nel campionato spagnolo veleni, vittima prediletta il Barcellona, provocazioni di ogni genere disertando anche le conferenze stampa, innescando polemiche arbitrali e mettendo veri e propri show in campo.

    Josè Mourinho | © Denis Doyle/Getty Images

    L’ultima “impresa” dello Special One sabato sera al Mestalla nella partita vinta dal suo Real per 3-2 contro i padroni di casa del Valencia: il tecnico portoghese al gol dell’1-3 di Cristiano Ronaldo a 10 minuti dal termine di una gara tiratissima e ad alta intensità si mette a correre a bordocampo e finisce per esultare “cavalcando” sulle spalle di Callejon che si stava scaldando.

    L’esultanza “a cavallo” non è piaciuta per niente nè ai tifosi del Valencia che si sono messi ad intonare il coro all’unisono “Messi, Messi” e alla stampa catalana che l’ha definita provocatrice ed antipatica. Sicuramente Mourinho sta attirando su di sè tutte le antipatie della Liga, da battibecchi con allenatori a quelli con i calciatori, ed esibendosi in atteggiamenti provocatori. Ma questo suo comportamento, che è stata sempre uno dei punti di forza del tecnico lusitano, potrebbe presto ritornargli indietro come un boomerang perchè in questo modo non sta facendo altro che aiutare il rivale di sempre e il nemico da battere Barcellona ad instaurare nuove “alleanze” con gli altri club della Liga a causa dell’antipatia che oggi si nutre verso il Real di Mou, come è accaduto ieri a Valencia.

    Il video dell’esultanza “a cavallo” di Mourinho

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  • Mourinho fa pace con Ranieri grazie alla Juventus

    Mourinho fa pace con Ranieri grazie alla Juventus

    Ricordate i battibecchi a distanza tra Josè Mourinho e Claudio Ranieri? Le accuse non troppo velate dello Special One di esser un eterno secondo? Bene. Fanno oramai parte del passato, come se questo non contasse. L’ex tecnico nerazzurro ha infatti confessato in una intervista concessa ad alcuni quotidiani italiani e in edicola questa mattina di aver sentito Ranieri grazie alla mediazione di capitan Zanetti.

    Josè Mourinho | ©ROBERT MICHAEL/AFP/Getty Images
    Come dire, la rivalità con i bianconeri ha avuto il sopravvento facendo scomparire dissapori passati “Chiedo a S.Siro di darmi un’altra notte di quelle in cui noi non abbiamo giocato in 11, ma in 60mila. “Io confido nella sua esperienza – ha detto Mou parlando di Ranieri – e ho anche tanta fiducia nei giocatori dell’Inter ai quali, come sapete tutti, voglio ancora bene. Per questo chiedo un favore ai tifosi, quello di creare quell’ambiente uguale a quello di allora, che vinceva quasi da solo le partite”.” Una telefonata che contribuirà ad aumentare la distanza tra Ranieri e la Juventus con i tifosi che negli ultimi giorni hanno riversato la propria delusione sui vari forum e social network bianconeri. Le uscite di Ranieri sui rigori a sfavore infatti hanno fatto ritornare in auge il periodo in cui allenava la Vecchia Signora subendo nelle prime giornate 4 rigori inesistenti tra i quali i due famosi di Napoli.

  • Eto’o  “In Russia per il denaro”

    Eto’o “In Russia per il denaro”

    Torna a parlare dalla Russia Samuel Eto’o, dove intervistato dal quotidiano spagnolo AS, parla della sua nuova esperienza all’Anzhi, etichettando come ipocriti chiunque gli dia del mercenario, o dell’avido per il suo discusso trasferimento dai nerazzurri ai russi: «Quelli che dicono che non si muovono per i soldi sono solo degli ipocriti» tuona il bomber camerunense per difendersi dalle numerose critiche piovutegli addosso in questi ultimi mesi, aggiungendo come la realtà sia questa, senza evitare di negare l’evidenza. Ricordando un’altra sua frase ad effetto citata nella sua biografia nel 2004 quando giocava nel Barcellona “Devo correre come un nero per vivere come un bianco”, spiegando come oggi : Tutti si ricordano di quella frase , ma per me serviva a mettere in evidenza le difficoltà che tanti bambini soffrono in tutto il mondo. Io sono riuscito a superare quelle difficoltà, e spero di poter essere un esempio».

    Samuel Eto'o © Dmitry Kostyukov/Getty Images
    DECISIONE DISCUTIBILE- Escludendo il mero rientro economico è sicuramente discutibile la scelta di abbandonare i palcoscenici di un calcio che conta come quello italiano per andare a finire una carriera in Russia facendosi ricoprire il conto in banca a suon di milioni, con le motivazioni che sono inversamente proporzionali al guadagno monerario. “La questione è semplice – non usa mezzi termini Samuel- Ho ricevuto un’offerta che aveva i suoi pro e i suoi contro, l’ho valutata e ho deciso di accettarla. Mi è stato proposto un modo di lavorare che ho apprezzato, e sono felice perché le cose vanno meglio del previsto”.Escludendo però l’ipotesi progetto, che appare realizzabile realisticamente in non meno di 3 o 4 anni l’unica vera e palese motivazione che avrebbero spinto Eto’o al trasferimento sono i soldi: “Perché, non lavoriamo tutti per il denaro? –chiede l’attaccante camerunense con tono provocatorio?- Chiunque dica il contrario, è un ipocrita. Però rispetto l’opinione di tutti. Per me è stato importante per dare una possibilità a tutti quei bambini africani che un giorno sognano di diventare calciatori. E questo contratto dimostra che superare certi ostacoli è possibile”. KERIMOV- Si è instaurato sin da subito un ottimo feeling con il proprietario dell’Azhni Kerimov, ed è lo stesso Samuel Eto’o a parlare di questo nell’intervista: “ Il sogno di Kerimov è costruire un club importante. Partendo da questo punto, cerca i giocatori che meglio si adattano a quest’idea e meglio possono contribuire a realizzarla. Il mio sogno è che l’inno della Champions suoni a Makhashkala. Questo per me sarebbe come vincere un’altra Champions. Sarebbe un’altra grande vittoria nella mia carriera” NIENTE RIMPIANTI – Per quanto riguarda i possibili rimpianti per aver abbandonato i nerazzurri e la Serie A prima del dovuto Eto’o ammette di non avere assolutamente nessun rimpianto di come sentisse in qualche modo la voglia di cambiare aria: «In Europa ho avuto modo di togliermi tutte le soddisfazioni che un giocatore può avere. Barcellona e Inter mi hanno dato la possibilità di vincere tutto, e il Maiorca di crescere. Avevo bisogno di provare una nuova avventura». RICORDI E PROSPETTIVE FUTURE – Parlando del suo passato è inevitabile fare un riferimento ai suoi ex allenatori, tra cui saltano fuori i nomi di Guardiola, Mourinho e Aragones nella sua speciale classifica di stima e affetto. Per il tecnico del Barcellona Samuel usa parole al miele nonostante gli ultimi screzi ai tempi dell’addio in Spagna: «Ho grande stima di lui. Ma il miglior allenatore di tutti i tempi per me resta Luis Aragones (che lo allenò ai tempi del Maiorca ndr), e Mourinho è il migliore in questo momento. Ma sono stato fortunato anche ad avere Pep, che è unico come tecnico e come persona”.  Per quanto riguarda un’ipotesi sul futuro prossimo, alla domanda su chi vorrebbe vedere sulla panchina dell’Anzhi, Samuel risponde così: “Meglio di loro non c’è, quindi sarei felice con entrambi”. Nel finale l’ultima domanda su un possibile futuro in politica di Eto’o: “Questo me lo tengo per me… “. Dichiarazioni tratte dal Corriere dello Sport

  • Zinedine Zidane ct della Francia? “Tutto possibile”

    Zinedine Zidane ct della Francia? “Tutto possibile”

    Zinedine Zidane dall’addio di Valdano al Real Madrid lavora a più stretto contatto con Josè Mourinho tanto da esserne diventato un interlocutore di fiducia e la persona adatta con cui vagliare strategie tecniche e di mercato. Di solito lo Special One è restio ad aprirsi se non verso i suoi collaboratori ma con il francese la stima sembra innata e potrebbe esser sfruttata da Zizou per carpire i segreti per poi metterli a frutto sulla panchina della Francia.

    Zidane al Parc des Princes stadium ©Bertrand Guay/Getty Images
    L’ex bandiera bianconera intercettato dai microfoni di Canal + durante il match tra il Paris Saint Germain di Pastore e Leonardo ha parlato a ruota libera smentendo le voci di un possibile addio di Mourinho nella prossima stagione e aprendo ad un suo suggestivo ritorno in patria per sostiuire Laurent Blanc sulla panchina dei Blue. Zidane dopo esser occupato per tanto tempo della fase gestionale sembra che da un pò di tempo sia di nuovo interessato alla parte tecnica decidendo di volare in giro per l’Europa a seguire da vicino match interessanti cercando di carpire i segreti e gli accorgimenti tattici degli allenatori.

  • Inter, Ranieri si presenta. Nemico o amico dei nerazzurri?

    Inter, Ranieri si presenta. Nemico o amico dei nerazzurri?

    Claudio Ranieri dopo la sua presentazione in sala stampa si può definire ufficialmente il nuovo tecnico nerazzurro. Moratti per la prima volta dopo la scelta Leonardo e dopo quella di Gasperini ha voluto scegliere di testa sua, evitando l’avallo del tecnico Josè Mourinho. Una scelta di cuore e nonostante tutto molto ragionata, poiché nonostante molti avranno storto il naso, il curriculum del tecnico di San Saba parla chiaro: nessuno meglio di Ranieri è in grado di risollevare squadre con il morale a pezzi.

    © Scott Heavey/Getty Images
    Ricordando come abbia portato la Juve ad ottimi risultati appena tornati in Serie A, e nonostante tutto essere cacciato e sostituito da Ferrara nella stagione seguente. Arriva in seguito la parentesi capitolina con i due anni a Roma dove sfiora l’impresa scudetto riuscendo a duellare proprio con l’Inter di Mourinho nonostante 14 punti di distacco a gennaio arrivando a giocarsi il tricolore proprio nell’ultima giornata. Senza dimenticare come quella Roma avesse avuto un inizio molto simile a quella di questa Inter, con 2 sconfitte nelle prime due partite di campionato, che costarono l’addio all’allora tecnico Spalletti. Insomma un allenatore in grado di riaggiustare i cocci rotti e far tornare le cose a posto! CAMBIO DI MODULO – Ma Ranieri è la scelta giusta? Per dissipare gli ulteriori dubbi è utile capire cosa cambierà da quando il tecnico romano si siederà sulla panchina nerazzurra. Il primo cambiamento evidente ci sarà rompendo con il recentissimo passato e con la filosofia tattica di Gasperini, scegliendo un modulo più adatto all’undici nerazzurro e al passato glorioso del Triplete: il tanto amato 4-4-2 con la possibile scelta del rombo a centrocampo riportando Sneijder nel suo habitat naturale dietro le punte, ad innescare i suoi compagni e avvicinarsi alla porta tornando ad essere il giocatore apprezzato nell’anno del triplete. La linea difensiva tornerà a quattro con l’accoppiata Lucio-Samuel al centro, e sulle fasce laterali con Chivu e Nagatomo che torna a fare il terzino e non più l’esterno di centrocampo. Proprio a centrocampo ci sarà una rivoluzione immediata, con il ritorno di Cambiasso a supporto della difesa, Zanetti e Stankovic invece agiranno ai lati, con Sneijder avanzato. In attacco nelle previsioni più realistiche c’è il rilancio di Pazzini, trascurato un po’ troppo dal tecnico ex Genoa, a fare coppia con Forlan, assolutamente esonerato da estenuanti compiti di copertura. NEMICO? –Forse qualche tifoso nerazzurro avrà storto il naso al pensiero di aver in casa un “nemico”, prima allenatore dei “gobbi” e poi dei lupacchiotti, ma la professionalità e l’esperienza di Ranieri faranno presto dimenticare questi concetti molto legati solo all’ambito calcistico. Ricordando come Mourinho l’abbia definito un nemico “rumoroso” lui in conferenza stampa ha voluto negare questa sorta di acredine tra lui e il portoghese, parlando di rivalità eccessiva montata ad arte dai media. Volendo precisare per i meno informati come Ranieri ha assolutamente un punto a suo favore per vestire il nerazzurro, considerando il suo rapporto poco amichevole nei confronti di Luciano Moggi. Proprio così, già nelle sue prime da allenatore al Napoli, Ranieri ebbe da ridire nei confronti di Lucky Luciano, reo di avergli consigliato dei giocatori da lui rifiutati. Anche nell’esperienza alla Fiorentina ci furono ulteriori dissidi, e il tecnico in seguito fu “costretto” ad allenare all’estero, uscendo così dall’ingombrante orbita di Moggi e della Gea. Torna in Italia a Parma e poi proprio nella Juventus, scelto dalla dirigenza bianconera proprio per prendere le distanze dall’ex dirigente Moggi. Sicuramente i tifosi nerazzurri se avranno da ridire per le sue ex squadre avranno apprezzato questo rapporto poco idilliaco con il tanto odiato Luciano Moggi. PRIMI PROBLEMI – Quasi fossero un must in quest’ultimo periodo arrivano le prime tegole nerazzurre per Ranieri, che dovrà fare a meno di Ranocchia squalificato (forse esageratamente) per 3 turni, dopo aver rivolto parole poco consone al direttore di gara, e rinunciare a Sneijder per un risentimento muscolare accusato durante l’allenamento. Ecco allora com’era prevedibile già ipotizzando il forfait di Stankovic il pieno reintegro in mediana di Muntari da sempre apprezzato da Ranieri. Rimane l’unico dubbio per il trequartista con l’ipotesi Alvarez nonostante sia apparso molto fuori dal gioco e dalla miglior condizione nelle ultime uscite. Per il resto bisognerà aspettare la prima stagionale contro il Bologna, dove vedremo già da subito se l’effetto Ranieri sarà determinante. In attesa di tutto ciò a Ranieri va il più sincero in bocca al lupo per il futuro.

  • Inter nelle mani del nemico. Video

    Inter nelle mani del nemico. Video

    Moratti questa volta ha scelto il buonsenso scegliendo un allenatore, esperto, pragmatico e bravo a risollevare le squadre nelle situazioni impossibili. A detta di molti, anzi tutti, con Ranieri l’Inter si risolleverà tornando a lottare per obiettivi importanti anche se alla fine forse dovrà accontentarsi dell’ennesimo buon piazzamento che varrà a salvare questa stagione ma sopratutto a non perder l’altra.

    Claudio Ranieri ©Scott Heavy/Getty Images
    L’ex tecnico di Juventus e Roma è un maestro nel capire gli umori dello spogliatoio e porne rimedio scegliendo più che il modulo la soluzione che permette al giocatore di render al meglio. All’Inter l’opera di Ranieri sarà però più difficile per l’ormai nota antipatia nei confronti di Mourinho. Lo Special One nonostante oramai da due anni lontano da Milano è ancora vivo nei cuori dei tifosi e sopratutto dei giocatori tanto che tutti gli allenatori che hanno provato a sostituirlo si sono dovuti scontrare con la sua forte personalità. Ranieri e Mourinho si sono bacchettati a vicenda tanto sopratutto quando la Roma insediava il triplete nerazzurro. Adesso però dovrà convincere i tifosi a voltare pagina e forse anche MOurinho che non è l’eterno secondo. Mou vs Ranieri video youtube [jwplayer config=”240s” mediaid=”97304″]

  • Mou attacca il Levante: giocatori provocatori

    Mou attacca il Levante: giocatori provocatori

    Anche in Spagna, come ai tempi dell’Inter, si sono ormai abituati alla vis polemica di Josè Mourinho, ed ecco, dunque, che il tecnico portoghese non lascia trascorrere troppo tempo dalla sua ultima performance. Questa volta le “vittime designate” sono i calciatori del Levante, squadra che ha battuto il Real Madrid, accusati di essere maestri del “perder tempo”, oltre che delle provocazioni, al contrario dei suoi blancos che Mourinho ritiene essere stati fin troppo corretti in campo e non capaci di adattarsi alle furbizie degli avversari.

    Oltre ai giocatori del Levante, poi, inevitabile un attacco agli arbitri, colpevoli di aver lasciar troppo spazio alle provocazioni dei giocatori del Levante, che hanno causato l’espulsione di Khedira, per doppia ammonizione, dopo una spinta su Bastelleros che, secondo Mou, è “caduto come un attore di teatro”. Un episodio importante ma non decisivo nell’ equilibrio della gara, con un Real poco pungente e quasi mai pericoloso, eccessivamente nervoso ed ingenuo, caratteristiche che hanno portato  la prima sconfitta nella Liga, e la vetta della classifica ora distante tre punti, dalla coppia Betis Siviglia-Valencia.

  • Fattore Inter per Mou e Mancio, Pastore contento a metà e super Ribery

    Fattore Inter per Mou e Mancio, Pastore contento a metà e super Ribery

    Il fine settimana negativo di alcune squadre della nostra Serie A sembra aver contagiato anche alcuni ex-protagonisti del campionato del Belpaese. Prendete Mourinho per esempio, che affonda sul campo del modesto Levante e deve abbandonare la vetta della Liga. Le “merengues” si complicano la vita con l’espulsione di Khedira al 40′ e subiscono l’1-0 per colpa di un errore difensivo di Marcelo. Insomma, una solidarietà col mondo nerazzurro che forse lo Special One avrebbe volentieri evitato. Si rimette in marcia il Barcellona che dopo il pareggio della scorsa settimana rifila ben 8 reti al povero Osasuna, di cui 3 messe a segno da Messi. Chi si illudeva che lo strapotere blaugrana potesse finire dovrà mettersi l’anima in pace.

    Altra vecchia conoscenza nerazzurra che conclude il week-end con l’amaro in bocca è Roberto Mancini al quale non bastano le ennesime reti del Kun” Aguero per portare via i 3 punti dal Craven Cottage di Fulham. In vantaggio di due reti i “citizens” si fanno rimontare nel secondo tempo da Zamora e Murphy. Ne approfittano i cugini dello United con Ferguson che infligge la prima lezione al neo-tecnico dei Blues Villas Boas. A trascinare i Red Devils ci pensano Nani (forse valeva la pena fare uno sforzo in più quest’estate per strapparlo agli inglesi) ed il solito Rooney. I rossi di Manchester sono adesso soli al comando.

    La “nouvelle vie” di Pastore sotto la Tour Eiffel continua ad essere un pò luci ed ombre. Il talento argentino va a segno nel pareggio contro l’Evian e da il via alla rimonta dei parigini, sino a quel momento sotto di due reti. Il progetto di Leonardo necessita di tempo e soprattutto di difensori all’altezza dei giocatori presi in attacco. Se il PSG riuscirà a centrare la zona Champions, la prossima campagna acquista sarà ancora più consistente dell’ultima. Per la panchina si pensa a due grandi nomi: Ancelotti e Wenger.

    Chi sembra invece aver ritrovato l’antico spirito vincente è il Bayer Monaco, che dopo l’ultima deludente stagione, ha cominciato la Bundesliga nel migliore dei modi: 5 vittorie in 6 giornate. L’ultima è arrivata contro lo Shalke 04 di Raul, sconfitto per 2-0 grazie alle reti di Petersen e Mueller. Nonostante l’assenza del bomber Gomez, i bavaresi riescono a portare a casa il match grazie ad uno straripante Ribery. Con la finale di Champions da disputare a Monaco, sognare è lecito.