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  • Milan Inter, verso il derby. Rientra Sneijder, Allegri, tutto su Ibrahimovic

    Milan Inter, verso il derby. Rientra Sneijder, Allegri, tutto su Ibrahimovic

    Mancano due giorni al derby della Madonnina Milan Inter, autentico spartiacque della stagione. Una vittoria dei rossoneri ai danni dei cugini escluderebbe la squadra di Ranieri dalla lotta per lo scudetto, mentre una vittoria dell’Inter riaprirebbe i giochi per il titolo. Sneijder dovrebbe farcela ed essere della partita, mentre dall’altra sponda del Naviglio tutti gli occhi sono puntati sullo svedese Zlatan Ibrahimovic, decisivo nella passata stagione in entrambe le stracittadine.

    wesley sneijder | © getty images

    SNEIJDER RECUPERA? – I dubbi di Ranieri ruotano intorno all’utilizzo o meno del trequartista olandese. Qualora il calciatore nerazzurro non dovesse farcela, è probabile l’ingresso dal primo minuto dell’argentino Ricky Alvarez, in netta ripresa nelle ultime partite disputate dall’Inter. Per il resto la formazione che scenderà in campo per il derby non vedrà grosse novità rispetto all’ultimo match di campionato contro il Parma. Maicon ha recuperato dopo il problema muscolare accusato durante la partita contro i ducali e la sua presenza sulla corsia di destra non è in dubbio. Dall’altra parte confermato il giapponese Nagatomo, le cui prestazioni nell’ultimo mese e mezzo hanno destato un’ottima impressione all’interno del clan interista. A centrocampo il ballottaggio è tra Thiago Motta e Stankovic, con quest’ultimo che ha recuperato completamente dal precedente infortunio. Salvo sorprese, l’attacco nerazzurro del derby sarà guidato dalla coppia Milito-Pazzini. L’argentino è molto carico dopo il ritorno al gol contro il Parma, mentre l’ex doriano è alla ricerca del primo gol nel derby milanese. Torna in panchina l’uruguaiano Forlan. Si profila invece l’ennesima bocciatura per Zarate.

    TUTTO INTORNO A IBRA – Il Milan punta tutto sul bomber di Malmoe. Lo svedese sta attraversando un periodo di forma eccezionale e con i suoi gol (12) sta trascinando i rossoneri in campionato e in Europa. Le statistiche parlano di un Ibrahimovic sempre decisivo da quando si è trasferito nella società di Via Turati. Suo il rigore che decise il primo derby di Massimiliano Allegri, e suo il gol che ha dato il via alla rimonta sui cugini durante la Supercoppa Italiana. Al fianco dello svedese partirà dal primo minuto Robinho. Pato, protagonista assoluto dell’ultimo giorno di mercato con il no al Psg che ha fatto saltare la trattativa per Tevez, partirà dalla panchina e potrà essere l’asso nella manica del tecnico livornese, memore della doppietta del “Papero” nel 3-0 dello scorso anno. Boateng agirà dietro le spalle dei due attaccanti, mentre in mezzo al campo si registra il rientro di Aquilani. In difesa sempre più concreto l’impiego del terzino destro Abate, mentre Nesta e Mexes si contendono una maglia da titolare al fianco del brasiliano Thiago Silva.

    I PRECEDENTI – L’Inter non vince il derby dal 24 gennaio 2010, quando sulla panchina nerazzurra sedeva ancora Mourinho. Da allora tre successi del Milan in altrettanti sfide. Gli interisti ricorderanno con piacere il 3-4 in casa dei cugini nel 2006, quando l’allenatore della beneamata era ancora Roberto Mancini, e lo 0-4 dell’era Mourinho nel 2009. I tifosi rossoneri invece hanno ancora negli occhi la sfida della stagione 2003/2004, con la storica rimonta dallo 0-2 al 3-2 finale. Invece il 3-0 dello scorso anno nel girone di ritorno lanciò i giocatori di Allegri alla vittoria in campionato, interrompendo la rimonta dei nerazzurri guidati da Leonardo.

    LA VITTORIA PER 3-4 DELL’INTER NEL 2006

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    LA VITTORIA PER 2-3 DEL MILAN NEL 2004

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  • Messi come Platini, Pallone d’Oro per la terza volta consecutiva

    Messi come Platini, Pallone d’Oro per la terza volta consecutiva

    E’ Lionel Messi il vincitore del Pallone d’Oro 2011. Superati gli sfidanti Cristiano Ronaldo e Xavi, quest’ultimo compagno di squadra dell’argentino. Pep Guardiola si aggiudica invece il premio come miglior allenatore, superando Alex Ferguson e Jose Mourinho. Premiazione speciale anche per il nostro Simone Farina, accolto direttamente dal presidente Fifa Joseph Blatter.

    Lionel Messi | © FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images

    COME PLATINI – Messi eguaglia Platini vincendo il terzo Pallone d’Oro consecutivo. Un regno incontrastato quello del blaugrana, iniziato nel 2009. Premiato dal leggendario Fenomeno Ronaldo, riconosciuto umanamente come uno degli attaccanti più forti di tutti i tempi, la “Pulce” entra nel club dei fantastici quattro insieme a Marco Van Basten, Johan Cruijff e Michel Platini. Cosa hanno in comune i quattro nomi appena citati? Sono gli unici ad aver vinto il Pallone d’Oro per tre volte, il francese l’unico fino ad ora ad esserci riuscito in 3 anni di fila. Il calciatore del Barcellona ha voluto ringraziare tutti i compagni di squadra, senza i quali non avrebbe mai potuto vincere questo premio. Cruijff prima della cerimonia si è sbilanciato dicendo che Messi è destinato a vincere ancora per tanti anni il premio, arrivando a collezionarne nella propria bacheca addirittura anche sei o sette.

    PEP BATTE MOU – Barcellona-Real Madrid 2-0. Si potrebbe sintetizzare così la serata di oggi, che insieme alla vittoria dell’argentino ha celebrato anche il successo del tecnico spagnolo. Pep Guardiola (che ha dedicato il premio al suo vice Tito Vilanova, colpito di recente da un tumore) trionfa ancora una volta sul collega rivale Mourinho e su Alex Ferguson. Quest’ultimo si può consolare per aver ricevuto il premio FIFA Presidenzial Award 2011, un premio alla carriera dell’allenatore dei Red Devils che ha compiuto da poco i settanta anni di età.

    ASSENZA REAL – Farà sicuramente scalpore l’assenza dei calciatori “Blancos” alla cerimonia conclusasi con il trionfo di Messi. Il Real Madrid si è giustificato evidenziando come i propri tesserati siano rimasti in Spagna per preparare al meglio il difficile impegno di domani che li vedrà protagonisti sul campo del Malaga per il ritorno degli ottavi di Copa del Rey. La delegazione Real, che ha ritirato i premi per i giocatori della “camiseta blanca”, era composta da Zidane e la leggenda Butragueno.

    SIMONE FARINA – Il primo premio della serata è stato ritirato dal nostro Simone Farina, unico italiano presente sullo stesso palco dove sono saliti in sequenza gente del calibro di Pelé, Ronaldo, Platini e lo stesso Messi. Il difensore del Gubbio viene premiato da Joseph Blatter per il coraggio dimostrato nel denunciare il tentativo di combine contro la sua squadra. Farina, visibilmente emozionato, incassa con un sorriso gli applausi attribuitigli dalle persone in sala.

    NEYMAR GOL DELL’ANNO – Uno dei momenti più discussi sarà quello dell’assegnazione del premio di miglior gol dell’anno, assegnato a Neymar. Sul web sono numerosissimi i fan che protestano contro questa decisione, ritenuta ingiusta nei confronti di Rooney, autore di una memorabile rovesciata lo scorso maggio nel derby contro il Manchester City. Lo stesso attaccante dello United è stato colto in una smorfia di disappunto al momento dell’annuncio di Neymar come vincitore del premio.

    WAKA WAKA BLATTER – Il numero uno della FIFA si reinventa ballerino per una sera e prova a dare un’interpretazione del tutto personale al famoso balletto del Waka Waka, sotto gli occhi sbigottiti dei presenti e dello stesso difensore del Barcellona Piqué. Una mossa strategica per far alzare l’audience?

    LA FORMAZIONE DELL’ANNO – Infine questa la formazione dell’anno 2011, votata dagli utenti del sito FIFA. Casillas (Real Madrid), Sergio Ramos (Real Madrid), Vidic (Manchester United), Pique (Barcellona), Dani Alves (Barcellona), Xavi (Barcellona), Iniesta (Barcellona), Xabi Alonso (Real Madrid), Messi (Barcellona), Cristiano Ronaldo (Real Madrid), Rooney (Manchester United).

  • Liga: Barça bloccato nel derby, Real a +5

    Liga: Barça bloccato nel derby, Real a +5

    Non è bastato un gol di Fabregas al Barcellona nel derby catalano con l’Espanyol per restare nella scia del Real Madrid che con il 5-1 con il quale ha travolto il Granada si porta a 5 lunghezze di vantaggio sui blaugrana. I campiondi di tutto, di Spagna, d’Europa e del Mondo, devono accontentarsi di un 1-1 nella stracittadina beffati nel finale di un gol di Alvaro che ha replicato al gol, arrivato al 16′, dell’ex centrocampista dell’Arsenal al suo nono centro stagionale in campionato.

    Karim Benzema | © Denis Doyle/Getty Images

    Il Real Madrid approfitta del mezzo passo falso dei rivali per allungare in classifica e mettere in cassaforte il titolo d’inverno: la squadra di Josè Mourinho, nonostante la sconfitta nel Clasico prima della sosta, si trova ad un solo punto dalla matematica certezza di effettuare il giro di boa in testa alla classifica, sono infatti 5 i punti che le merengues possono vantare sui nemici storici mancando solo due giornate al termine del girone d’andata, la 19esima e la prima di campionato rinviata lo scorso agosto per lo sciopero dei calciatori. Un successo rotondo quello contro la squadra del patron dell’Udinese Pozzo che porta le firme di Benzema, doppietta, Sergio Ramos, Higuain e Cristiano Ronaldo.

    Finisce 2-2 il derby castigliano tra Villarreal e Valencia con il Sottomarino Giallo che, in vantaggio di due reti, si fa beffare dai bianconeri restando così nella zona calda della classifica. Esordio a reti inviolate per Diego Simeone alla prima sulla panchina dell’Atletico Madrid in casa del Malaga, da registrare la sconfitta in casa della terza squadra della capitale, il Rayo Vallecano, del Siviglia (2-1). Sorride invece l’altra squadra di Siviglia, il Betis, che batte al Villamarin lo Sporting Gijon. Il Santander regola con il minimo scarto il fanalino di coda Saragozza mentre terminano tutte 0-0 Getafe – Athletic Bilbao, Real Sociedad – Osasuna e Levante – Maiorca.

    RISULTATI E MARCATORI 18 GIORNATA LIGA 2011-2012

    BETIS SIVIGLIA – SPORTING GIJON 2-0
    23′ Santa Cruz, 92′ Molina
    ESPANYOL – BARCELLONA 1-1
    16′ Fabregas (B), 86′ Alvaro (E)
    GETAFE – ATHLETIC BILBAO 0-0
    LEVANTE – MAIORCA 0-0
    MALAGA – ATLETICO MADRID 0-0
    RAYO VALLECANO – SIVIGLIA 2-1
    46′ pt Michu (R), 51′ Tamudo (R), 62′ Escudè (S)
    REAL SOCIEDAD – OSASUNA 0-0
    REAL MADRID – GRANADA 5-1
    19′ Benzema (R), 22′ Mikel Rico (G), 34′ Sergio Ramos (R), 47′ Higuain (R), 50′ Benzema (R), 89′ Ronaldo (R)
    SANTANDER – SARAGOZZA 1-0
    45′ Bernardo
    VILLARREAL – VALENCIA 2-2
    14′ Ruben (Vi), 18′ Rodriguez (Vi), 41′ Feghouli (Va), 87′ Aduriz (Va)

    CLASSIFICA LIGA

    Pos Squadre Pt G
    1. REAL MADRID 43 17
    2. BARCELLONA 38 17
    3. VALENCIA 34 17
    4. LEVANTE 30 17
    5. OSASUNA 26 17
    6. MALAGA 25 17
    7. SIVIGLIA 24 17
    8. ESPANYOL
    24 17
    9. ATHLETIC BILBAO 23 17
    10. BETIS SIVIGLIA
    22 17
    11. ATLETICO MADRID
    20 17
    12. GETAFE
    20 17
    13. RAYO VALLECANO 19 17
    14. MAIORCA 19 17
    15. GRANADA
    19 17
    16. REAL SOCIEDAD
    18 17
    17. SANTANDER 17 17
    18. VILLARREAL
    16 17
    19. SPORTING GIJON
    15 17
    20. SARAGOZZA
    10 17
  • Iffhs, Guardiola miglior allenatore 2011

    Iffhs, Guardiola miglior allenatore 2011

    E’ Pep Guardiola il miglior allenatore del 2011 secondo l’Iffhs, l’Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio. L’allenatore del Barcellona ha vinto il premio speciale precedendo in graduatoria il suo “acerrimo rivale” Josè Mourinho succedendogli anche nell’albo d’oro: 201 i voti raccolti dall’allenatore vincitutto con il suo Barcellona, 112 le preferenze ricevute dallo Special One del Real Madrid. Per Guardiola è il secondo riconoscimento dopo aver vinto il premio di miglior allenatore dell’anno anche nel 2009 mettendosi alle spalle di Mourinho che conduce con 3 successi (2004, 2005 e 2010)

    Pep Guardiola | © LLUIS GENE/AFP/Getty Images

    Sul podio sale un mostro sacro del calcio internazionale, Sir Alex Ferguson, che attualmente sta vivendo un periodo difficile con il suo Manchester United, eliminato nella fase a gironi della Champions League (cosa che non accadeva dal 2005) e reduce da due sconfitte consecutive in Premier League entrambe pesantissime subendo 3 gol con Blackburn, in casa, e Newcastle. Il condottiero dei Red Devils raccoglie 107 voti in una stagione che comunque ha visto lo United vincere la Premier e arrivare in finale in Champions arrendendosi soltanto all’invincibile armata catalana di Pep Guardiola.

    Ai margini del podio la rivelazione del 2011 Andrè Villas Boas, il tecnico che ha portato il Porto alla conquista della Primeira Liga e della Europa League nella scorsa stagione. Per lo Special Two, passato in estate al Chelsea e con il quale sta incontrando non poche difficoltà soprattutto in campionato, 78 preferenze che gli hanno consentito di terminare davanti all’unico allenatore italiano presente nella graduatoria stilata dalla Iffhs, Roberto Mancini. Per il tecnico del Manchester City, primo attualmente nel campionato inglese e vincitore dell’ultima FA Cup, 45 voti che gli sono valsi il quinto posto.

    A proposito di italiani, non figura nella speciale classifica l’allenatore che ha vinto la Serie A al suo primo anno al Milan, ovvero Massimiliano Allegri. La vittoria di un allenatore di casa nostra manca dal 2007 quando allora fu Carlo Ancelotti, proprio alla guida dei rossoneri, a vincere il premio di miglior allenatore dell’anno.

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  • Ranieri carica Sneijder per il derby, “E’ il nostro condottiero”

    Ranieri carica Sneijder per il derby, “E’ il nostro condottiero”

    Si chiude l’anno solare ed è tempo di tirare somme e bilanci in casa Inter, con il tecnico romano Claudio Ranieri che raggiunto dai microfoni di Mediaset Premium da Antonio Bartolomucci concede un’intervista esclusiva in merito alle sue impressioni su questo primo scampolo di stagione sulla panchina interista.

    Claudio Ranieri | © Claudio Villa/Getty Images

    Arrivato come il normalizzatore che avrebbe dovuto guarire una squadra ‘malata’ e finita come definita da molti, il tecnico romano ha saputo rigenerare le pile dei giocatori più importanti e far sbocciare alcuni dei giovani più importanti della sua rosa, riuscendo a risalire una china della classifica assolutamente in salita, posizionando l’Inter al quinto posto con un -8 dalla vetta impensabile solo poche settimane fa.

    SPIRITO DI LAVORATORE – L’intervista si apre con le prime impressioni sulla nuova città per un romano doc come lui: “Milano è una gran bella città, una città che lavora, mi piace. Parlano del traffico caotico, ma io sono allenato: Roma, Londra, Valencia, Madrid, ho sempre vissuto nelle metropoli”. Ovviamente le esperienze fatte in giro per l’Europa hanno arricchito notevolmente il bagaglio tecnico di un allenatore preparato e che in pochissimo tempo è riuscito ad entrare in punta di piedi nel cuore della difficile tifoseria nerazzurra, grazie al suo ‘spirito di lavoratore’: “Ho lasciato Roma giovanissimo, ho girato l’Europa e questo mi ha dato moltissimo. Se mi chiedete il motivo dell’affetto immediato dei tifosi nerazzurri nei miei confronti posso solo pensare che sia piaciuto il mio spirito di lavoratore: mi sono messo a testa bassa per sistemare l’Inter. Ho un carattere marcato, dico quello che penso, con il passare degli anni i difetti sono anche peggiorati… Io all’Inter sono arrivato in un momento particolare, ho trovato una squadra sott’acqua, ma anche volontà e senso di appartenenza, non ci stavo a sentire dire che questi giocatori erano vecchi e saggi, ero sereno anche nelle sconfitte perchè vedevo come lavoravano”.

    ITALIA – Il discorso si sposta sulle buone prove che i nostri allenatori stanno facendo sia in patria che all’estero dove Mancini, Spalletti e Capello sono i migliori ambasciatori della scuola di Coverciano: “la bravura del calcio italiano è spiegata anche dai colleghi che lavorano all’estero, la scuola di Coverciano è conosciuta in tutto il mondo e poi c’è l’Università del campionato, se hai fatto bene qui puoi fare bene ovunque”. Discorso a parte per il campionato italiano sempre più pieno di campioni stranieri e dove i talenti nostrani trovano meno spazio per esplodere e diventare fenomeni.“Gli italiani bravi arrivano, i supercampioni si fanno sempre largo, penso a Baggio, Vialli, Totti, Del Piero, Di Natale, decisivo anche per la tranquillità dei compagni che sanno che lui un gol lo farà; Pirlo aveva probabilmente bisogno di cambiare posto e stimoli, la Juventus cercava da tempo un organizzatore. Klose è sempre stato un campione, forse nel Bayern iniziava a giocare meno. Ibrahiomovic ha sempre fatto bene ovunque sia andato”.

    SNEIJDER – In riferimento ai giocatori che cambiano le sorti delle squadre in cui militano, non può mancare un cenno all’olandese presente in squadra: “Per noi, Sneijder è il nostro fiore all’occhiello, deve darci il 120 per cento, non deve essere uno della rosa, ma il nostro condottiero, quelllo che ci prende per mano e ci porta lontano. Se lo farà anche nel derby per dare la vittoria all’Inter? Non credo che possano esistere favoriti nel derby, il derby azzera tutto, bisogna solo prepararlo bene e viverlo meglio in campo”.

    MORATTI E MOURINHO – Nel finale le ultime dichiarazioni verso il presidente Moratti: “L’ho conosciuto nel momento più difficile per la sua squadra, ma l’ho trovato pacato e stimolato, però lo conosco solo da 100 giorni, sono stati intensi, ma ancora pochi”. Inaspettato il rapporto di ‘amicizia’ palesato nell’ultima dichiarazione verso un suo ex nemico come Josè Mourinho: “Se ho sentito Mourinho? Ci siamo scritti qualche sms, quando le cose andavano male mi diceva che la squadra sarebbe venuta fuori. Ho detto ai miei calciatori, siamo in forte ritardo, ma io penso sempre al massimo. Se non sei ambizioso non arrivi mai in alto e neppure vicino”.

    Dichiarazione tratte da Fc Inter News.it

  • Cristiano Ronaldo flop: il peggiore del Clasico

    Cristiano Ronaldo flop: il peggiore del Clasico

    Alla vigilia del Super Clasico spagnolo, fra Real Madrid e Barcellona al Santiago Bernabeu, il Real pensava fosse giunta finalmente “la volta buona” per interrompere il predominio blaugrana, nella Liga e nel calcio mondiale, anche in virtù della posizione di classifica dei blancos alla vigilia del super match.

    Cristiano Ronaldo flop nel Clasico | © Jasper Juinen/Getty Images
    Invece, i sogni di rivalsa di Josè Mourinho nei confronti di Pep Guardiola, e delle merengues nei confronti dei catalani, si sono sonoramente infranti sul secco 3 a 1 in rimonta (per la prima volta nella storia il Barca ha vinto un Clasico ribaltando il risultato, ndr) ed in trasferta, messo a segno dal Barcellona, con reti di Alexis Sanchez, gol di Xavi con la complice deviazione di Marcelo e colpo di testa di Fabregas a rendere totalmente vana l’illusione del vantaggio Real Madrid, firmato dopo soli venti secondi di gioco da parte di Benzema.

    Sconfitta a parte, ennesima lezione di calcio, e conseguenti goliardici festeggiamenti blaugrana sulle Ramblas, nel plumbeo clima attorno alla truppa delusa di Josè Mourinho, c’è un giocatore, in particolar modo, che ha colpito in negativo per quanto mostrato in campo, con un rendimento deludente e più che mai lontano dalle sue potenzialità: Cristiano Ronaldo.

    Distratto e quasi assente dalla gara Cristiano Ronalto è impreciso al 25′ del primo tempo – sul risultato ancora di 1 a 0 – quando ha fallito l’occasione del raddoppio; al 65′ del secondo tempo, poi, altro clamoroso errore su colpo di testa, che avrebbe potuto consentire al Real di agguntare il pareggio (la gara era ancora sull’ 1 a 2), per non parlare delle punizioni dal limie dell’area – una delle sue specialità – tirate sempre contro la barriera blaugrana.

    Il popolo merengues lo ha anche fischiato, e – questa volta – sarà difficile per lui interpretare la contestazione ricevuta come un “segnale d’invidia”, come aveva dichiarato qualche mese fa, attribuendo i fischi delle tifoserie avversarie all’invidia nei confronti “della sua ricchezza e della sua bellezza”. Questa volta, invece, il malumore è giunto dai suoi stessi tifosi, che sul quotidiano spagnolo di fede madridista – Marca – lo hanno votato come peggiore in campo del Clasico.

    Real Madrid Barcellona 1-3, le pagelle del Clasico

  • Real Madrid Barcellona 1-3, le pagelle. Stelle blaugrana al Bernabeu

    Real Madrid Barcellona 1-3, le pagelle. Stelle blaugrana al Bernabeu

    Le pagelle ai protagonisti di REAL MADRID – BARCELLONA 1-3

    REAL MADRID

    Casillas 6: il capitano evita al Real un passivo che poteva essere più pesante, incolpevole sul secondo gol tradito dalla deviazione di Marcelo.

    Andres Iniesta | © PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images

    Coentrao 5: gioca fuori ruolo, a destra, e non ne azzecca una. Poca anche la spinta offensiva.

    Pepe 5: riesce solo a prendere a calci il povero Sanchez che gli sguscia da tutte le parti. Per una volta, termina il Clasico senza essere espulso.

    Sergio Ramos 5.5: schierato al centro della difesa, è spesso impreciso ma tiene meglio rispetto al suo compagno di reparto.

    Marcelo 5.5: bene nel primo tempo quando annulla Dani Alves su quella corsia ma nel secondo tempo non riesce più a spingere come vorrebbe per merito del laterale del Barcellona che lo mette sistematicamente in difficoltà.

    Diarra 5.5: in mezzo al campo se la deve vedere contro i palleggiatori blaugrana, inizia bene ma finisce progressivamente con il cedere. Richiamato in panchina. (dal 62′ Khedira 5 cerca in qualche modo di darsi da fare ma oltre a qualche fallo in mezzo al campo fa poco).

    Xabi Alonso 5.5: al geometra del centrocampo del Real viene dato incarico di tenere palla più possibile per togliere al Barcellona la sua arma vincente, il possesso palla. Compito arduo anche per uno come lui.

    Di Maria 6.5: il migliore dei suoi insieme a Benzema, fa un primo tempo eccezionale rincorrendo ovunque gli avversari e mettendo in difficoltà Abidal ma esce sfinito a 20 minuti dal termine (dal 68′ Higuain sv).

    Ozil 4.5: il peggiore in campo, il tedesco è un fantasma tant’è che Mourinho preferisce toglierlo. La sua partita dura solo un’ora (dal 58′ Kakà 6 tanto impegno per l’ex Milan che va anche vicino alla rete, non è facile entrare a partita in corso contro il Barça ed essere decisivo).

    Ronaldo 5: stecca ancora la partita più importante della stagione, dopo la prestazione di ieri sera sarà dura battere Messi nella corsa al Pallone d’Oro. Non basta segnare caterve di gol alle cosidette piccole, bisogna che cominci a trascinare il Real anche nel Clasico. Fallisce di testa da due passi il possibile 2-2, non è da lui.

    Benzema 6.5: a parte il gol che sblocca la gara dopo appena 23 secondi, porta sulle sue spalle tutto il peso del reparto avanzato del Real. E’ sicuramente l’ultimo ad alzare bandiera bianca.

    Mourinho 4.5: il grande condottiero, simbolo del Triplete nerazzurro e della rivalsa del Real sui nemici storici blaugrana, si dimostra ancora una volta piccolo piccolo dinanzi a sua maestà il Barcellona. Alla vigilia diserta la conferenza stampa, diventata ormai un habituè del Clasico, per dare un segnale forte e per trasmettere quella carica agonistica ai suoi giocatori. Evidentemente il messaggio non è stato recepito, o meglio, è il Barça che è al di sopra di qualsiasi motivazione. Il Real con una vittoria poteva ipotecare già ieri sera la Liga interrompendo il dominio dei catalani ma la sconfitta pesante dei bianchi di Spagna tra le mura amiche del Bernabeu contro i marziani del Barça riapre tutti i giochi. Per Mou il Clasico sta diventando un ossessione, il Barcellona è il suo peggiore incubo.

    BARCELLONA

    Valdes 4.5: voto pesante per il portiere blaugrana perchè è suo l’errore che poteva compromettere l’esito della gara servendo con un disimpegno sbagliato l’avversario Di Maria che poi porterà al gol di Benzema. Per sua fortuna gioca nel Barcellona.

    Dani Alves 6.5: meno brillante del solito, nel primo tempo viene impensierito da Marcelo. Si riprende nella seconda frazione di gioco quando sfonda sulla destra.

    Puyol 7: un gigante, il capitano del Barcellona guida la difesa con esperienza. Dalla sua zona di campo Ozil e Ronaldo non passano.

    Piquè 6.5: dopo la sbandata di inizio match (vedi la sua posizione incomprensibile che tiene in gioco Benzema) ritorna sui suoi livelli e contribuisce a limitare gli attacchi avversari.

    Abidal 5.5: corre troppi rischi in fase difensiva, gigioneggia troppo. In difficoltà su Di Maria, esce alla distanza quando l’argentino viene sostituito.

    Xavi 7: solito faro del centrocampo blaugrana, tra i 3 candidati alla conquista del Pallone d’Oro probabilmente non lo vincerà ma solo perchè si ritrova due come Messi e Cristiano Ronaldo che fanno la differenza con i gol, cosa che non compete a lui. Però lo meriterrebbe per quello che da 4-5 anni, e anche di più, sta facendo vedere.

    Busquets 6: fa legna a centrocampo, sufficiente.

    Iniesta 9: che gran giocatore che è don Andres. Fa tutto, recupera una quantità enorme di palloni, quando la sfera è tra i suoi piedi non la perde mai ed è imprendibile quando parte in velocità. I suoi dribbling sono ubriacanti, anche se non ha messo la sua firma al match è lui il vero artefice del trionfo nel “El Partido” di ieri al Bernabeu. Da solo vale il prezzo del biglietto. Come Xavi, sfortunato a coesistere insieme a due campioni come Messi e Ronaldo. Anche lui meriterebbe il Pallone d’Oro. Ci illumina d’immenso. Chapeau don Andres (dall’89’ Pedro sv).

    Fabregas 7: Guardiola lo riprone in attacco per non dare punti di riferimento al Real, l’ex Arsenal rientrato alla casa madre quest’estate dopo gli anni felici trascorsi a Londra, non delude il suo tecnico e mette il sigillo alla partita siglando il gol del 3-1 del definitivo ko (dal 78′ Keita sv).

    Messi 7.5: a chi si chiede perchè Leo vince il Pallone d’Oro e Cristiano Ronaldo no, vedere il Clasico di ieri, troverete la risposta. La Pulce non brilla come al suo solito perchè Mourinho gli costruisce attorno una gabbia dalla quale è difficile uscire ma Leo è di un altro pianeta e quello che fa nell’azione che porta al pareggio del Barcellona è meraviglioso.

    Sanchez 7.5: fa girare la testa a Pepe che su di lui è costretto ad utilizzare le maniere forti. Preciso il diagonale con il quale fulmina Casillas per l’1-1, ha avuto bisogno di tempo per trovare il giusto affiatamento con i nuovi compagni ma l’ex Udinese è ormai pronto per spiccare il volo (dall’84’ Villa sv).

    Guardiola 7.5: è uno stratega nato, con le sue direttive il Barcellona si riprende dallo sbandamento iniziale. Da quando lo Special One è sulla panchina delle merengues i precedenti sono nettamente in suo favore, Pep batte Josè 4-1 (e 3 pareggi).

    REAL MADRID (4-2-3-1): Casillas 6; Coentrao 5, Pepe 5, Sergio Ramos 5.5, Marcelo 5.5; Diarra 5.5 (62′ Khedira 5), Xabi Alonso 5.5; Di Maria 6.5 (68′ Higuain sv), Ozil 4.5 (58′ Kakà 6), Ronaldo 5 ; Benzema 6.5.
    Allenatore: Mourinho 4.5.

    BARCELLONA (4-3-3): Valdes 4.5; Dani Alves 6.5, Puyol 7, Piquè 6.5, Abidal 5.5; Xavi 7, Busquets 6, Iniesta 9 (89′ Pedro sv); Fabregas 7 (78′ Keita sv), Messi 7.5, Sanchez 7.5 (84′ Villa sv).
    Allenatore: Guardiola 7.5.

    IL VIDEO DI REAL MADRID – BARCELLONA 1-3

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  • Batosta Mou, Real Madrid Barcellona 1-3

    Batosta Mou, Real Madrid Barcellona 1-3

    Doveva essere la serata del nuovo corso madridista e invece, così non è stato, al Bernabeu Real Madrid Barcellona a farla da padrone sono stati gli imbattibili del Pep, che hanno subito la sfuriata dei padroni di casa e poi hanno disintegrato tutte le loro sicurezze con una prestazione, per una volta da normali calciatori, prestazione che è però valsa la vittoria e l’aggancio, momentaneo, in classifica.

    Pensare che la partita all’inizio s’era incanalata nel verso migliore per i blancos, dopo appena 22″ , infatti, erano passati in vantaggio con Karim Benzema, bravo a sfruttare una pasticcio in fase di ripartenza da parte della difesa dei blaugrana. Capita poi sui piedi di Cristiano Ronaldo il colpo del K.O., ma l’asso portoghese non è in serata e si divora una facile palla gol. Da quel momento in poi, però, c’è solo il Barça in campo, che riesce a riacciuffare il pari alla mezz’ora con Alexis Sanchez, bravo a sfruttare una palla in profondità fornitagli da Messi e permettendo così ai suoi di chiudere in parità la prima frazione, giocata su buoni ritmi da ambo le parti con il solito possesso palla catalano, anche se rivelatosi poco produttivo, soprattutto grazie al pressing estenuate degli uomini di Mou.

    Cristiano Ronaldo deludente Real Madrid Barcellona| © PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images

    Alla ripresa, il Madrid torna in campo ancora voglioso di dimostrare che quest’anno sarà dura far bagordi al Bernabeu, ma Barça sornione e attendista, non si lascia intimorire dalla tenacia degli avversari e proprio quando meno se lo aspettano li punisce, portandosi in vantaggio con un gol rocambolesco di Xavi, bravo a concludere dalla distanza e fortunato nel trovare la sciagurata deviazione vincente di Marcelo che mette fuori causa l’incolpevole Casillas. Il destino beffardo offre però ai merengues ancora un’opportunità per risollevare le sorti della partita e capita proprio sulla testa del suo uomo migliore, che sfortunatamente ha scelto la sera sbagliata per rimanere a secco, CR7, infatti, ben servito da Xabi Alonso, si divora il punto del pari a pochi passi da Valdes e rimane inerme a guardare la sua squadra subire i devastanti effetti della più classica delle regole non scritte del calcio: “gol sbagliato, gol subito”. Sull’azione successiva, infatti, Dani Alves piazza sulla testa di Fabregas un pallone al bacio, che l’ex Arsenal non fallisce, mettendo in cassaforte il risultato e riaprendo di fatto la Liga. Per gli uomini di Mou è una mazzata, da lì in avanti, l’undici del Mago di Setubal subirà inerme l’accademico tiki taka dei blaugrana senza riuscire a creare nessun pericolo e anzi rischiando di essere punita con la quarta rete in più di un’occasione.

    Quel che viene fuori da questo match entusiasmante è che il “buon” Josè avrà ancora molto da fare e da lavorare, per raggiungere i risultati di eccellenza dimostrati altrove, magari in Inghilterra o in Italia è stato facile, ma finchè in Spagna ci sarà il Barça, ci spiace caro Mou da lì non si passa.

  • Verso El Clasico. Real-Barça una sfida infinita

    Verso El Clasico. Real-Barça una sfida infinita

    Ci siamo, alla fine il giorno tanto atteso è arrivato, è Ronaldo contro Messi, è Mourinho contro Guardiola, es “El Clasico”, la madre di tutte le partite in Spagna e non solo. Stasera alle 22 tutta la penisola iberica si fermerà per 90′ che si annunciano spettacolari e che per la prima volta dall’approdo dello Special One nella Liga, vede la squadra di Madrid favorita nei pronostici sugli storici rivali del Barça.

    Casa Real. Alla Ciudad Real Madrid tutto tace e la tensione è molto alta, la sfida è sentita anche e soprattutto perchè una vittoria porterebbe i blancos a più 6 sui rivali e con in più la possibilità di sfruttare la partita in meno che potrebbe potenzialmente portare la squadra della capitale a più 9, mettendo così una seria ipoteca sulla vittoria finale. Il tecnico di Setubal non ha lasciato niente al caso e come nelle migliori tradizioni a cui ha ormai abituato anche la stampa spagnola, non si è presentato in sala stampa facendosi sostituire dal suo vice  Aitan Karanka, che si è lasciato sfuggire solo alcune indicazioni sulla probabile formazione che scenderà in campo, di certo non mancherà Cristiano Ronaldo che affiancherà insieme a Di Maria, uno fra Benzema e Higuain, nel tridente d’attacco. A centrocampo le cose dovrebbero essere più complicate saranno, infatti, in cinque a lottare per tre posti, con magari una predisposizione per giocatori di copertura piuttosto che di fantasia, quindi più un Diarra-Khedira che un Ozil-Kaka. In difesa l’unico dubbio potrebbe essere l’utilizzo o meno di Fabio Coentrao in ballottaggio con Marcelo.

    Real Madrid (4-3-3): Casillas; Arbeloa, Pepe, Ramos, Marcelo; Khedira, X. Alonso, Lass; Di Maria, Benzema, C. Ronaldo. A disp.: Adan, Coentrao, Albiol, Callejon, Kakà, Ozil, Higuain.

    Jose Mourinho & Josep Guardiola| © JOSEP LAGO/AFP/Getty Images

    Casa Barça. Se Mou si nasconde, il giovane Pep esce dallo stanzino all’interno del Camp Nou, nel quale si vocifera si sia barricato per ben due giorni a visionare video e studiare ogni possibile contromossa per sbancare il Santiago Bernabeu, e si presenta in sala stampa, celando sempre le ultime sulla formazione che scenderà in campo, ma esortando la sua squadra alla gara perfetta per riuscire nell’impresa. Il dubbio principale è se schierarsi con una difesa a tre o a quattro, la prima garantirebbe una maggiore consistenza a centrocampo, ma lascerebbe la retroguardia troppa esposta alle folate di CR7 &co., mentre un assetto più coperto con Dani Alves e Abidal sugli esterni e Piqué e Puyol coppia centrale. A centrocampo e in attacco sicuri del posto solo Xavi, Iniesta e ovviamente Messi, tanti i dubbi da sciogliere, come l’impiego di Fabregas in mediana o più in avanti, o l’utilizzo di Busquets davanti alla difesa e chi saranno i compagni di reparto della Pulce.

    Barcellona (4-3-3): Valdes; Dani Alves, Piqué, Puyol, Abidal; Xavi, Busquets, Iniesta; Messi, Fabregas, Villa. A disp.: Pinto, Adriano, Mascherano, Keita, Thiago Alcantara, Pedro, Sanchez.

    E’ una guerra psicologica dove scoprire le carte potrebbe risultare fatale, di certo si sa che sarà una partita fantastica che avrà in campo 22 campioni in grado di poter modificare l’andamento della partita in qualsiasi momento. Non resta altro che attendere e godersi lo spettacolo.

  • Pallone d’Oro 2011, Cristiano Ronaldo vs Messi

    Pallone d’Oro 2011, Cristiano Ronaldo vs Messi

    Non poteva iniziare in modo migliore la settimana che porta al Clasico Real Madrid Barcellona in programma domenica prossima al Bernabeu e che potrebbe segnare la prima e storica fuga dei Galattici di Mourinho sugli extraterrestri di Guardiola. La Fifa quest’oggi ha reso noto i tre candidati al Pallone d’Oro 2011 mettendo ancora una volta di fronte Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, mentre a completare il podio c’è il faro del Barcellona e della Spagna Xavi a dimostrazione come il club catalano sia ancora leggermente in vantaggio.

    Pallone d'Oro Messi vs Cristiano Ronaldo | ©FRANCK FIFE/AFP/Getty Images
    Il premio assegnato per il secondo anno da Fifa e France Football al miglior giocatore dell’anno viene decretato attraverso i voti di capitani e c.t. delle 208 nazioni affiliate alla Fifa, più quello dei giornalisti. Per i bookmakers il vincitore annunciato è Lionel Messi che alzerebbe il terzo Pallone d’Oro raggiungendo nel gotha dei grandissimi come Platini, Marco Van Basten e Johan Cruyff. Messi e Xavi furono sul podio anche nella scorsa stagione insieme all’altro blaugrana Iniesta mentre Cristiano Ronaldo alzò al cielo il Pallone d’Oro nel 2008 ai tempi del Manchester United.

    La sfida tra Barcellona e Real Madrid si conferma anche nella “lotta” al miglior tecnico con Pep Guardiola che sfida Josè Mourinho in una rivalità ormai storica e a completare il terzetto c’è un decano come sir Alex Ferguson. Anche in questo caso la vittoria sembra annunciata con il giovane tecnico catalano pronto a succedere allo Special One detentore del premio.

    La cerimonia in programma il prossimo 9 gennaio a Zurigo oltre ad assegnare il Pallone d’Oro 2011 e il miglior tecnico decreterà anche il Premio Puskas che si assegna al gol più bello del 2012 e la lotta sembra esser tra il solito Messi, Neymar e Rooney. Il premio come migliore giocatrice invece vedrà la “solita” brasiliana Marta concorrere con la statunitense Abby Wambach e la giapponese Homare Sawa.

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