Tag: josè mourinho

  • Real Madrid – Cska Mosca, Mourinho vede i quarti di Champions

    Real Madrid – Cska Mosca, Mourinho vede i quarti di Champions

    Non dovrebbe avere problemi stasera il Real Madrid di Josè Mourinho a passare il turno e ad accedere ai quarti di finale di Champions League. E’ vero che si parte dall’1-1 dell’andata maturato allo stadio Luzhniky nella trasferta moscovita ma le merengues, lanciate ormai verso la conquista della Liga, difficilmente concedono all’avversario quando si tratta di calcare l’erbetta del Bernabeu. Difficoltà resa ancor più evidente dal fatto che il Cska non è propriamente una squadra da trasferta dando il meglio di sè quando si tratta di giocare tra le mura amiche. E l’1-1 dell’andata testimonia proprio questa osticità dei russi.

    Mourinho potrà contare sulla sua stella più brillante della squadra, quel Cristiano Ronaldo sogno proibito di Berlusconi; il portoghese nella conferenza stampa alla vigilia ha però svegliato bruscamente il presidente rossonero facendo sapere di non essere interessato ad un eventuale trasferimento al Milan nè tantomeno nella nostra Serie A, campionato che, come lui stesso afferma, non lo affascina. CR7 finalmente intravede la possibilità di vincere qualcosa di importante a livello europeo, ragion per cui cercherà di non sbagliare approccio per trascinare il Real a gustarsi poi i sorteggi per i quarti venerdì a Nyon.

    Jose Mourinho © JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images

    Oltre a Ronaldo, a sostegno di Benzema, ci saranno Ozil e Kakà che sembra aver trovato una certa continuità di rendimento dopo le ultime difficili stagioni. In mediana spazio a Khedira e alla geometria di Xabi Alonso, Sergio Ramos, i cui screzi con lo Special One sembrano ormai superati, affiancherà Pepe al centro della difesa per lasciare la fascia destra ad Arbeloa; a sinistra giocherà Marcelo, indisponibili Fabio Coentrao e Di Maria.

    I moscoviti di Slutski sicuramente non arriveranno al Bernabeu già da sconfitti; il Cska se la giocherà fino in fondo cercando di approfittare del minimo errore che concederà il Real. Da tenere d’occhio Dzagoev, richiestissimo e seguito da diversi club europei, Oliseh e Doumbia saranno i due attaccanti incaricati per scardinare la difesa merengues, i fratelli Berezutski prenderanno posto in difesa con Ignashevich; solo panchina per il giapponese Honda e il ceco Necid.

    PROBABILI FORMAZIONI REAL MADRID – CSKA MOSCA

    REAL MADRID (4-2-3-1): Casillas; Arbeloa, Pepe, Sergio Ramos, Marcelo; Khedira, Xabi Alonso; Ozil, Kakà, Cristiano Ronaldo; Benzema.
    Panchina: Adan, Albiol, Varane, L. Diarra, Granero, Sahin, Higuain.
    Allenatore: Mourinho.

    CSKA MOSCA (4-4-2): Chepchugov; A. Berezutski, Ignashevich, V. Berezutski, Schennikov; Dzagoev, Mamaev, Wernbloom, Musa; Oliseh, Doumbia.
    Panchina: Akinfeev, Semberas, Honda, Cauna, Aldonin, Tosic, Necid.
    Allenatore: Slutski.

  • Milan, Berlusconi sogna Ronaldo. Ibrahimovic al Real Madrid?

    Milan, Berlusconi sogna Ronaldo. Ibrahimovic al Real Madrid?

    Cristiano Ronaldo al Milan con Pato, il sogno di Berlusconi. Anche ieri, al termine del successo casalingo contro il Lecce, non è mancato il riferimento all’asso portoghese del Real Madrid, per il quale evidentemente c’è qualcosa di più che una semplice stima professionale. Qualcuno diceva che i sogni son desideri, volendo scomodare la massima autorità della psicanalisi. Altri hanno reso tale affermazione meno romantica e più esplicita, volere è potere. Bene, fin qui tutto semplice. Berlusconi vuole Ronaldo, CR7 sarà a Milanello la prossima stagione. Alt, ma questo è fantacalcio. Certo che Ibra però..

    SENZA PUDORE – In tempi non sospetti il patron rossonero aveva rivelato al grande pubblico ciò che lo ossessiona nelle notti di Arcore. E come una sorpresa dentro l’uovo di Pasqua ecco il nome del più insospettabile, Cristiano Ronaldo. Ultimamente il Blancos aleggia tra le stanze del centro sportivo rossonero, almeno quelle che non hanno subito i lavori di ristrutturazione dall’Allegri muratore. Il primo d’aprile è relativamente lontano, ma quello che più colpisce in tutta la vicenda è il fatto che a esporsi sia il presidente in prima persona. Semplice esca per la prossima campagna d’abbonamenti oppure un interesse concreto?

    cristiano ronaldo | © CRISTINA QUICLER/AFP/Getty Images

    IL DIO DENARO – Se tre indizi fanno una prova, Ronaldo non vestirà la maglia rossonera, almeno non in un prossimo futuro. Il cartellino del giocatore fuori portata anche per un club come il City, uno stipendio stellare da 9,5 milioni di euro all’anno (19 milioni lordi), e la militanza nel club più prestigioso al mondo, il massimo per ogni calciatore. I primi due ostacoli hanno come comune denominatore il dio denaro, mentre per il terzo il Milan può ancora dire la sua, anche perché rimane il club che nella storia ha vinto il maggior numero di trofei a livello europeo. Sebbene appare altamente improbabile che Ronaldo non vinca nulla nemmeno quest’anno (la Liga è ormai tra le mani del Real), lo stesso Perez dovrebbe essere convinto a suon di milioni per lasciar andare via il suo campione più rappresentativa, e il Milan al momento non sembra garantire quelle condizioni economiche che possano far vacillare il numero uno dei Blancos.

    SCAMBIO POSSIBILE? – Dalla loro i rossoneri hanno un importante asso nella manica capace di sbaragliare le carte in tavolo, quel Zlatan Ibrahimovic che a Madrid ritroverebbe il suo grande estimatore, Jose Mourinho. L’attaccante del Milan negli ultimi tempi sta lanciando dei messaggi più o meno espliciti alla dirigenza di Via Turati, tenendo un comportamento già noto ai suoi ex tifosi dell’Inter. Nonostante le smentite di rito, le dichiarazioni bomba dello svedese dirette ad Allegri dopo il match di Londra non sono passate inosservate, e ricordano da vicino i battibecchi avuti con Mancini all’epoca della sua avventura nerazzurra. Oltre al “mal di pancia” del girone d’andata, è da registrare anche la richiesta di aumento contrattuale avanzata dall’agente Raiola all’ad Galliani, classica strategia che lascia intravedere nubi sparse all’orizzonte del cielo rossonero. Allo stato attuale uno scambio Ronaldo-Ibrahimovic pare più vicino alla fantascienza rispetto alla realtà, ma nel calcio si sa, nulla può essere dato per scontato.

  • Inter, Moratti a cena con Villas Boas

    Inter, Moratti a cena con Villas Boas

    Il giallo sul prossimo allenatore dell’Inter continua a infittirsi, con le ultime indiscrezioni arrivate direttamente dall’Inghilterra che riporterebbero di una cena londinese avvenuta nello scorso week end tra Massimo Moratti e l’ormai ex tecnico del Chelsea Andrè Villas Boas.

    Lo stesso numero uno nerazzurro nelle sue ultime dichiarazioni aveva smentito qualsiasi contatto con altri allenatori, confermando a pieni voti la fiducia all’attuale tecnico Claudio Ranieri. Mossa strategica che ricorda quella del 2007 con l’incontro smentito senza mezze misure tra Moratti e Josè Mourinho, dopo l’addio di Roberto Mancini. A seguire il tecnico portoghese sarebbe diventato nell’estate seguente il nuovo allenatore nerazzurro.

    André Villas Boas © IAN KINGTON/AFP/Getty Images

    Secondo i rumors inglesi Moratti e Andrè Villas Boas avrebbero condiviso una cena all’‘Egerton House Hotel, zona Knightsbridge di Londra. Analizzando l’attuale situazione nerazzurra, l’incontro sarebbe servito dunque a ribadire come il tecnico portoghese sia ancora di più oggi la scelta forte del presidente. Considerando come AVB sia già stato sulla panchina dell’Inter come secondo di Mourinho, il suo ambientamento non richiederebbe di certo tempo. Ovviamente a meno di clamorosi colpi di scena e pessime figure in campo dei nerazzurri, Claudio Ranieri dovrebbe rimanere sulla panchina dell’Inter sino al termine della stagione, consentendo al nuovo tecnico di insediarsi  a giugno, innestando le sue idee per la creazione di un nuovo progetto interista.

    Nonostante in Francia si parli moltissimo di Laurent Blanc come in pole per la candidatura alla panchina nerazzurra della prossima stagione, la stima e le ultime notizie confermerebbero come in realtà Villas Boas starebbe staccando tutti gli altri pretendenti alla corsa per guidare l’Inter che verrà. Il vantaggio di essere già stato vice allenatore nerazzurro è di certo un dettaglio non trascurabile, considerando però come per ripetere le imprese dello Special One, non basterà lo Special Two con il bagaglio delle sue idee, ma sarà necessario investire e anche in maniera importante sul mercato, cercando di non ripetere gli errori evidenti palesati nel biennio post Triplete.

  • Mourinho cerca casa a Londra. Ritorno al Chelsea in vista?

    Mourinho cerca casa a Londra. Ritorno al Chelsea in vista?

    Quando vince, o si appresta a vincere qualcosa di importante, Josè Mourinho diviene “inquieto”, smanioso di cambiare aria come se avesse paura di quella che nel calcio è l’altra faccia della medaglia, ossia il naturale calo psicologico, derivante dall’inevitabile appagamento, che le squadre subiscono  dopo una grande vittoria.

    E’ accaduto quando trionfò nella storica Champions League conquistata sulla panchina del Porto, è accaduto nel 2010, quando lasciò l’Inter dopo averla sedotta portandola alla conquista dello storico Triplete, potrebbe accadere nuovamente con il Real Madrid, soprattutto se – come ormai pare molto probabile – le merengues riuscissero a vincere la Liga Spagnola: ancor di più, inoltre, se ottenessero un successo anche in Champions League.

    Quale destino, dunque, per l’irrequieto Mourinho, spinto ancora dalla voglia di mettersi alla prova in situazioni non semplici, che possano fornirgli nuovi stimoli, vitali per il suo modo di lavorare, sempre al 100%, pretendendo dall’ambiente sempre il massimo della concentrazione, sia in campo che fuori?

    Josè Mourinho | ©ROBERT MICHAEL/AFP/Getty Images

    Un segnale forte, in tal senso, potrebbe essere il fatto che Josè Mourinho e sua moglie sarebbero stati paparazzati da alcuni tabloid inglesi (Mirror e Sun) mentre si aggiravano per le vie più chic della capitale inglese proprio in cerca di un appartamento: non un’abitazione qualsiasi, naturalmente, ma una proprietà di lusso, proprio nel cuore di Londra.

    Ecco, così, che gli inglesi hanno subito tentato di accostare tale circostanza alla possibilità che Mou decida di tornare ad allenare in Premier League ed, in particolare, il “suo” Chelsea, che sta vivendo un periodo tutt’altro che roseo sotto la gestione del suo pupillo Villas Boas, rischiando l’eliminazione dagli ottavi di Champions (ad opera del Napoli, ndr) e la non qualificazione alla prossima edizione.

    Pertanto, Mou potrebbe essere affascinato dal ritorno sulla panchina dei Blues, una squadra che gli è rimasta nel cuore dopo l’esperienza degli anni scorsi, nella quale gli è rimasto il grande cruccio di non aver centrato l’ obiettivo Champions league, non soddisfacendo in pieno il presidente Abramovic. Si spiegherebbe, così, la necessità di trovare una nuova casa a Londra, dove potersi trasferire con tutta la famiglia, cani compresi.

  • Mourinho, battuta omofoba a Mosca. “Y esos maricones…”

    Mourinho, battuta omofoba a Mosca. “Y esos maricones…”

    Dopo qualche mese di sostanziale “tranquillità”, probabilmente collegato al fatto che il suo Real Madrid stia dominando la Liga spagnola ed è sempre più proiettato verso la conquista del titolo, strappandolo – dopo diversi anni – agli acerrimi rivali blaugrana, Josè Mourinho torna a pronunciare frasi “pesanti” o, comunque, che faranno parlare molto, almeno fino alla prossima infelice battuta.

    Questa volta, però, a differenza delle precedenti occasioni, la “battuta” non è stata pronunciata in conferenza stampa, nè ai microfoni di qualche televisione: è stata, invece, un’affermazione infelice rivolta ad un suo collaboratore, mentre si trovava sul campo di allenamento del Cska Mosca, in vista della rifinitura della partita di Champions League. Nella fattispecie, si doveva scegliere il colore del pallone con il quale disputare la gara, bianco o arancione, e si “tergiversava” troppo nel riceverne la comunicazione: un’eccessiva perdita di tempo, almeno per i gusti di Josè Mourinho.

    Così, con tono infastidito, il tecnico portoghese ha chiesto al suo collaboratore: “Y esos maricones… No dicen con que balòn se juega?” che, tradotto in italiano, suonerebbe praticamente come un insulto omofobo: “E questi ricchioni non dicono con che pallone si gioca?

    L’insulto è stato captato da alcuni giornalisti spagnoli presenti alla rifinitura sul campo del Cska, dove Mourinho ha dato spettacolo – prima dell’infelicissima uscita – con qualche palleggio di classe ed una serie di rigori filmati dalle telecamere delle Televisioni spagnole: di certo, nella conferenza stampa del post-partita di questa sera, la risposta dei moscoviti non si farà attendere.

    Josè Mourinho | © Denis Doyle/Getty Images

    Prima, però, sarà il campo a dover parlare, ed il Real Madrid di Mourinho non avrà vita facile contro i moscoviti. Il Cska, infatti, pare intenzionato a non rinunciare al suo atteggiamento spregiudicato in campo, neppure contro un avversario tanto blasonato, al punto che il tecnico Slutsky ha dichiarato che “non giocherà per difendersi, perchè non è nel nostro DNA e non siamo in grado di farlo“.

    Una scelta “forzata”, probabilmente, soprattutto alla luce delle manifeste difficoltà dei moscoviti a realizzare la fase difensiva in maniera sufficiente. Contro una difesa mostratasi spesso fragile e vulnerabile, l’attacco stellare delle merengues non dovrebbe avere particolari problematiche: ecco perchè il tecnico del Cska ha dichiarato di voler evitare un atteggiamento eccessivamente prudente ed attendista.

    Se la “forza d’urto” del Cska non dovesse essere tale da poter impensierire Josè Mourinho, la gara in programma alle ore 18 presenterà una componente fondamentale da tener presente: il gelo. Mou, alla vigilia, ha annunciato di non temere particolarmente le condizioni climatiche, poichè i suoi saranno “più forti del freddo“, nella speranza che riescano ad adattarsi bene ai meno dieci gradi previsti per la serata moscovita, oltre che al campo in erba artificiale, non particolarmente gradito nè a Josè Mourinho nè ai suoi calciatori.

    In ogni caso, per Mou la partita di questa sera assume un significato molto importante, avendo affrontato (ed eliminato) proprio il Cska nel 2010, proprio nell’anno in cui trionfò nella finale di Madrid sulla panchina nerazzurra, contro il Bayern Monaco. Quest’anno, invece, la finale si disputerà a Monaco di Baviera, e Mou allena il Real Madrid: verrebbe da dire che cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia.

    Il Real di Mou è un serio candidato alla conquista del titolo e, pertanto, il tecnico portoghese vuole dai suoi la massima concentrazione in questo ottavo d’andata, senza permettersi alcuna distrazione.

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  • Inter, fiducia a Ranieri ma pronte le alternative

    Inter, fiducia a Ranieri ma pronte le alternative

    Dopo la serie record di 7 vittorie consecutive è arrivata con la stessa regolarità una striscia nera di risultati negativa in cui il tecnico nerazzurro Ranieri ha conquistato in sei partite un punto collezionando cinque sconfitte. L’ultima batosta in ordine cronologico ha di fatto intaccato gli equilibri all’interno dello spogliatoio e fatto perdere la pazienza a un presidente che ha lasciato anzitempo lo stadio prima del tracollo finale sul 3-0. Ranieri non si è arreso, senza nemmeno considerare per un attimo l’ipotesi dimissioni, convinto che la squadra possa ancora seguire le sue direttive, ma nel frattempo oggi al centro sportivo di Appiano Gentile si è di fatto tenuta una riunione tra i vertici societari e il tecnico.

    CHAMPIONS LEAGUE – Tutto in stand by per il momento, con l’obiettivo di affrontare il prossimo match di Champions League contro il Marsiglia senza incrinare ulteriormente gli equilibri abbastanza compromessi. Ranieri rimane in panchina, ma navigando a vista, dove un tonfo contro i francesi potrebbe realmente rappresentare l’ultima sua presenza con le vesti di tecnico nerazzurro. Proprio oggi Ranieri alla ripresa degli allenamenti ha radunato la squadra per parlare con tutti i giocatori e in seguito ha ricevuto la visita dei massimi dirigenti nerazzurri: il direttore tecnico Marco Branca, il direttore sportivo Pietro Ausilio e il vicedirettore generale Stefano Filucchi erano tutti presenti per dare un segnale forte alla squadra.

    Claudio Ranieri | © Claudio Villa/Getty Images

    FUTURO? –Difficile capire quale sarà il futuro di questa Inter, ma meno oscuro è quello relativo al tecnico, poiché anche se dovesse fare bene in entrambe le sfide europee difficilmente Ranieri continuerà a sedere sulla panchina nerazzurra nella prossima stagione. Nell’immediato, una sonora sconfitta in ambito europeo probabilmente aprirebbe le porte a un gestione ‘tecnica’ e temporanea della rosa, nelle mani del vice allenatore Beppe Baresi, e in quelle del ministro degli esteri nerazzurro Luis Figo. Soluzione quantomeno fantasiosa che non affascina fortemente Moratti, stufo di cambiare così spesso allenatore. Diverso il discorso per il futuro prossimo, dove continua il corteggiamento sibillino tra il presidente nerazzurro e Guardiola. Notizie dell’ultima ora confermano come il rinnovo del tecnico blaugrana stia diventando un affare più complicato del previsto e questo punto si potrebbe iniziare a fantasticare sul quella sciarpa nerazzurra portata da Pep nella sfida contro il Leverkusen.

    ALTERNATIVE – Le alternative non mancano di certo, dove dopo il si di Hiddink all’Anzhi rimane libera la casella relativa a Fabio Capello, strada però difficilmente percorribile dopo le dichiarazioni negative dello stesso tecnico in merito all’affare con l’Inter. Rimane aperta una possibilità per il sogno del presidente Moratti che vorrebbe vedere sedersi sulla sua panchina il Divin Codino Roberto Baggio. Volendo continuare non mancano le suggestioni, con l’ipotesi Villas Boas che se non dovesse andare avanti in coppa, proprio contro il Napoli, chiuderebbe di fatto una stagione deludendo ogni aspettativa di Abramovic. Rimane anche la pista che porta a un ex nerazzurro come Walter Zenga, idolo dei tifosi, ma sempre poco considerato dai vertici nerazzurri per il suo curriculum senza esperienza in una grande piazza. Lo special one Josè Mourinho rimane invece solo un sogno, per tutti i tifosi che ieri urlavano a squarciagola il suo nome, in memore dei tempi del triplete, e dell’Inter in cima al mondo.

    Prima di intavolare trattative e pensare al successore di Ranieri, come aveva già spiegato lo stesso presidente Massimo Moratti c’è ancora una stagione da disputare, e arrivati a questo punto da salvare. Marsiglia è la prima tappa, poi ci sarà la sfida contro il Napoli al San Paolo. Partite da dentro o fuori, in cui si capiranno le reali potenzialità di una squadra che potrebbe risorgere come l’araba fenice o continuare a sprofondare come mai si era visto negli ultimi anni.

  • Liga, il Real Madrid vola a +10 sul Barcellona grazie a super Ronaldo

    Liga, il Real Madrid vola a +10 sul Barcellona grazie a super Ronaldo

    Il Real Madrid di Mourinho sembra intenzionato a voler fare sul serio, senza concedersi nessuna distrazione e per poter mettere “fieno in cascina”, approfittando delle difficoltà delle dirette concorrenti, in particolar modo degli acerrimi rivali blaugrana. Pertanto, i blancos madrileni, ieri hanno archiviato la pratica Levante, e con i tre punti conquistati hanno portato a più dieci il loro vantaggio in classifica sul Barcellona.

    Una vittoria, quella delle merengues, sotto il segno di Cristiano Ronaldo, che pare rinato, e che ieri ha trascinato i suoi alla vittoria per 4-2, conquistata in rimonta, dopo esser andato sotto di una rete siglata da Cabral. E’ stato del portoghese il rigore che ha riportato la gara in parità sul finire del primo tempo, consentendo alle merengues di affrontare il ritorno dagli spogliatoi con un diverso spirito: ma è nella ripresa che Crisitiano Ronaldo si scatena, realizzando prima il gol del vantaggio, poi la rete del 3-1 che vale la sua personale tripletta. Il 3-2 per il Levante è stato firmato da Konè, ma a nulla è valso, soprattutto alla luce delle notevoli difficoltà della sua squadra, in inferiorità numerica per tutto il secondo tempo a causa dell’espulsione di Vicente Iborra; a completare il tabellino, poi, è giunto il 4-2 del francese Benzema, che ha fissato il risultato finale.

    Con la vittoria conquistata, al termine della 23 esima giornata della Liga, il Real Madrid si porta a quota 58 punti, a più dieci dal Barcellona di Pep Guardiola, a quota 48, che è stato fermato nell’anticipo del sabato, dall’Osasuna, subendo in trasferta all’Estadio Reyno de Navarra una sconfitta per 3-2, la seconda stagionale per i blaugrana. Una sconfitta meritata, considerando il doppio vantaggio con il quale l’Osasuna è giunto al riposo, con doppietta di Dejan Lekic; nel secondo tempo, è l’ex Udinese Alexis Sanchez ad accorciare le distanze, ma Raul Garcia porta il risultato sul 3-1, rendendo vano il gol finale di Cristian Tello.

    Al terzo posto, stabile, il Valencia, che vince agevolemente contro lo Sporting Gijon con reti di Sofiane Feghouli, Alberto Botia su autorete, e la doppietta di Jonas Oliveira.

    HIGHLIGHTS REAL MADRID LEVANTE 4-2

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  • Inter è crisi nera, Ranieri unico colpevole?

    Inter è crisi nera, Ranieri unico colpevole?

    Incubo Inter titolava stamattina la rosea. È crisi nera e i numeri parlano chiaro: nelle ultime cinque partite i nerazzurri (considerando anche la Coppa Italia) hanno di fatto perso 4 volte, raccogliendo l’unico punto con il rocambolesco pari del 4-4 contro il Palermo. La peculiarità è che proprio contro il Novara all’andata, con la sconfitta per 3-1 ci fu il capolinea del progetto Gasperini, e questa nuova sconfitta proprio contro l’ultima in classifica mette in seria discussione la permanenza di Ranieri sulla panchina nerazzurra.

    Moratti aveva tuonato dopo il clamoroso ko contro la Roma, spiegando come la stagione fosse ancora lunga, e proiettarsi ora a giugno non potesse che rappresentare un concetto antiproduttivo. Il tecnico, con gli stessi giocatori, sono tutti, nessuno escluso, sotto esame in vista della possibile rifondazione di fine stagione. Ovviamente prima di parlare di rifondazione rimane l’incognita sulla prossima partecipazione alla Champions League, poiché il rullino di marcia di questa squadra è più simile a quella di una neopromossa e fallire l’approdo alla competizione europea vorrebbe dire ridisegnare completamente tutti i possibili piani di investimento futuri.

    NOVARA DOCET – I tifosi nerazzurri vedranno nel Novara ormai la bestia nera più temibile, come lo stesso Valentino Rossi twittava nel corso del match scrivendo “ma i bianchi sono il Real Madrid non il Novara”. Puniti all’andata e affondati al ritorno, con la bellezza di 16 punti in classifica, il Novara si può permettere il ‘lusso’ di strapparne addirittura 6 solamente ai nerazzurri. Ranieri dovrà fare mea culpa e spiegare in qualche modo le continue rivoluzioni tattiche in corso di partita che di fatto ogni volta sconfessano le scelte iniziali: si parte con l’albero di natale a una sola punta e si finisce con tre punte, con un Forlan fuori ruolo, e fuori condizione a sostituire uno dei migliori in campo come Poli! Anche l’ingresso di Nagatomo ha evidenziato come sulla sinistra mancava quella spinta necessaria per la fase offensiva, considerando come l’assenza di Maicon aveva reso la fascia destra orfana delle sue classiche incursioni. L’enigma su Sneijder rimane quello più emblematico, con l’olandese che prima deve riuscire a parlare la lingua della squadra, e poi in assenza di uno come Thiago Motta e del 4-4-2 bloccato deve divenire il condottiero di questa Inter. L’ipotesi più plausibile è la partenza dell’olandese in estate con Ferguson pronto ad accoglierlo a braccia aperte.

    DI CHI LE COLPE? – A questo punto cercare il colpevole diventa un tiro al bersaglio vero e proprio, con Ranieri primo imputato in bella vista. In realtà il tecnico romano a parte gli errori su evidenziati è forse come lo stesso Gasperini il personaggio da criticare di meno. Si stanno evidenziando a lungo termine infatti, le scelte sbagliate fatte da due anni a questa parte dopo l’addio di Mourinho, che praticamente era in grado di dirigere tutto l’ambiente con poteri ampissimi. L’addio del vate di Setubal ha di fatto rotto quegli equilibri che si erano creati nella società e nello stesso spogliatoio. Il presidente tifoso Moratti è tornato quello delle vecchie stagioni nerazzurre, capace di prendere moltissime scelte sbagliate e centrare raramente l’affare in chiusura di mercato. Prima con Benitez un mercato e una progettualità assente hanno costretto Leonardo a cavalcare le ali dell’entusiasmo prima della caduta nel derby e in coppa. Poi l’anno dopo un dejà vu con la scelta in extremis di uno come Gasperini, (dopo i mille rifiuti di altri tecnici eccellenti) e un mercato fatto di seconde scelte, con l’addio di Eto’o, hanno costretto Ranieri a vestire i panni di Mr. Wolf per guarire un’Inter malata, in attesa di un mercato che di fatto ha regalato un secondo affare Forlan, dove l’ultimo arrivato Guarin non potrà essere schierato in Champions.

    Ora dopo aver nuovamente cavalcato l’ondata di entusiasmo frutto delle sette vittorie consecutive i nerazzurri sono di fatto crollati al suolo con le ultime pessime prestazioni, mostrando i limiti di una gestione che ha pensato a sistemare i conti del fair play finanziario senza scrupoli cedendo giocatori anche nell’ultima tranche di mercato, senza ascoltare la voce di chi la squadra la dirige.

    Crisi Inter, di chi la colpa?

    • Moratti (49%, 166 Voti)
    • Giocatori (39%, 132 Voti)
    • Ranieri (12%, 40 Voti)

    Totale Votanti: 338

  • Ibrahimovic e il mal di pancia. Attento Milan

    Ibrahimovic e il mal di pancia. Attento Milan

    Ibrahimovic lontano dal Milan a giugno? Questo lo scenario ipotizzato dal Corriere dello Sport, che rivela il “mal di pancia” accusato dall’attaccante svedese in questo inizio di 2012. La regia è quella di Mino Raiola, l’agente che negli ultimi anni ha monopolizzato il mercato europeo attraverso i suoi giocatori. La destinazione ipotizzata dal quotidiano sportivo è il Real Madrid di Josè Mourinho, ex tecnico di Ibra ai tempi dell’Inter. Lo svedese, e sopratutto il suo agente, hanno abituato i tifosi negli ultimi anni ad autentici colpi di scena. Fra sei mesi sapremo di più.

    L’umore dell’attaccante rossonero è estremamente variabile, basta una partita storta per scatenare le voci più disparate tramite la carta stampata. Negli ultimi mesi se ne sono accorti i fan milanisti, che a buon ragione vedono in Ibrahimovic quel calciatore fondamentale per le sorti del Milan in questa stagione. Una media-gol da far invidia anche allo scatenato Di Natale, capocannoniere di Serie A negli ultimi due anni. Qualche scricchiolio si era già avuto dopo la sconfitta allo Juventus Stadium contro la squadra di Antonio Conte, quando Allegri aveva parlato scherzosamente della cura maalox per lo svedese. Dopo quella gara Ibrahimovic e tutto il Milan era riuscito a risollevarsi andando a completare una grande rimonta ai danni proprio della Vecchia Signora, raggiunta pochi giorni prima di Natale.

    zlatan ibrahimovic | © GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images

    Il 2012 però non è iniziato sotto i buoni auspici. Prima la cocente sconfitta nel derby per opera dei cugini interisti, mercoledì sera il ko contro la Lazio di Edi Reja, che ha confermato la tendenza negativa negli scontri diretti contro le cosiddette “grandi”. Mino Raiola evidentemente sente tirare brutta aria, e contemporaneamente vorrebbe anche un adeguamento del contratto già faraonico che il suo assistito percepisce in rossonero, dopo un girone d’andata giocato a livelli altissimi, forse una delle migliori stagioni per quanto riguarda i gol messi a segno.

    Galliani non ha mai amato spendere follie, sopratutto negli ultimi anni quando il mercato rossonero ha conosciuto parole fino ad allora sconosciute, low cost, tirare la cinghia, parametro zero. Attualmente l’ingaggio di Ibra è da top-player, circa 10 milioni di euro netti all’anno, e ha un contratto in scadenza nel 2015. La politica economica del club di Via Turati non permette spese folli e un monte ingaggi sopra la media, ed è molto probabile che l’ad del Milan non verrà incontro alle richieste di Raiola.

    Un ritorno alla corte di Mourinho rappresenterebbe la soluzione più “facile” per Ibra. L’attaccante è sempre stato considerato dal vate di Setubal come uno dei migliori attaccanti al mondo, e il modulo del portoghese esalterebbe all’ennesima potenza la classe  dell’ex di Barcellona, Inter, Juve e Ajax. I soldi non sono un problema per le casse del Real Madrid, e neanche l’ingaggio rappresenta un ostacolo per il trasferimento dello svedese in Spagna.

    Fondamentale a questo punto la stagione del Milan. Qualora arrivasse il bis in campionato e un brillante cammino in Europa, Ibrahimovic resterebbe volentieri e Raiola desisterebbe dal creare tensioni fra il proprio assistito e i rossoneri, che l’hanno riportato ad alti livelli dopo aver trascorso una difficile stagione al Barca, e ridato il sorriso al calciatore. Se dovesse trattarsi di una stagione fallimentare, non è difficile ipotizzare un futuro lontano del bomber di Malmoe.

  • Il Psg di Ancelotti vince ancora, quarta vittoria di fila

    Il Psg di Ancelotti vince ancora, quarta vittoria di fila

    Continua la striscia vincente di Carlo Ancelotti da quando è seduto sulla panchina del Psg. Ieri è arrivata la quarta vittoria consecutiva, dopo aver battuto in trasferta il Brest per 0-1 con il gol del terzino destro Milan Bisevac nella 21^ giornata di Ligue One. Un successo che conferma il primato in classifica dei parigini, i quali conservano tre punti di vantaggio sul Montpellier, che anche ieri ha ottenuto tre punti pesantissimi sul campo del Nice. Riesce a rispondere anche il Lione, sebbene Gomis e compagni siano distanti 8 punti dagli uomini di Ancelotti e abbiano dovuto faticare più del previsto per superare in casa gli agguerriti avversari del Dijon.

    Nonostante l’ex allenatore Kombouré non si dia pace per essere stato licenziato in tronco da Leonardo alla vigilia di Natale, quando il Paris Saint Germain era in testa alla Ligue One,  con dichiarazioni quantomeno discutibili circa la propria bravura e l’assenza di timore nel confrontarsi con il più blasonato tecnico italiano, le prime partite di Ancelotti in Francia hanno conosciuto un unico risultato, la vittoria. Dodici punti nelle 4 gare fin qui disputate, fra cui due di Coppa nazionale, quanto basta per far tornare i conti all’interno dell’azienda. Il risultato però non è l’unico motivo per cui i tifosi del club parigino possano essere felici. A far brillare gli occhi all’intero Parco dei Principi è il gioco fatto di possesso palla e veloci ripartenze, due principi ancora “vergini” per il calcio francese, ma che con Ancelotti appaiono più che mai destinati ad entrare a far parte della memoria collettiva generale.

    Ancelotti |© GERARD JULIEN/AFP/Getty Images

    E’ sempre periodo di festa a Parigi. L’albero di Natale trapiantato direttamente da Milanello qui in Francia mostra tutto il suo repertorio, fatto di luci e ghirlande abbaglianti e raffinate. Pastore, Nené, Menez sono destinati formare il trio offensivo più congeniale per Ancelotti, con l’argentino chiamato a recitare la parte che nel Milan storica era assegnata a Kaka. Dove può arrivare questo Psg?  Se il successo in campionato sembra scontato, è il futuro a solleticare l’appetito dei supporter francesi. L’obiettivo dichiarato della nuova dirigenza è quello di aprire un ciclo importante in Europa, che nel ciclo di 2-3 anni possa permettere al Psg di entrare a far parte del ristretto club delle migliori otto del vecchio continente.

    Leonardo quanto Ancelotti sarà determinante nel plasmare una squadra capace di raggiungere gli obiettivi prefissati dallo sceicco Al Thani. Fallito l’assalto a Tevez, nelle ultime ore di nuovo vicino al Milan , nella giornata di ieri è stato ufficializzato l’acquisto del difensore del Chelsea Alex, già allenato in passato dal tecnico di Reggiolo durante la sua avventura in Premier con i Blues di Abramovich. Rimane aperta la caccia a un centrocampista di valore assoluto, con Thiago Motta dell’Inter che rimane il “desiderata” numero uno del ds brasiliano, il quale lo conosce molto bene avendolo allenato per una stagione qando sedeva sulla panchina nerazzurra.

    Qualora l’ex tecnico rossonero ottenesse la vittoria in Ligue One, sarebbe il primo allenatore ad aver vinto il titolo di campione nazionale in Italia, Inghilterra e Francia. C’è però lo spettro di Josè Mourinho che aleggia nel continente europeo, poiché proprio in questa stagione potrebbe diventare l’unico ad aver vinto in Inghilterra, Italia, Spagna, ovvero i tre campionati più importanti d’Europa, ed inoltre se riuscisse a vincere la Champions League con il Real Madrid diventerebbe l’unico tecnico della storia del calcio ad aver vinto la Coppa Campioni con tre squadre diverse. La sfida fra due dei tecnici migliori al mondo prosegue, e promette di riservare forti emozioni ai tifosi di mezza Europa.