Tag: josè mourinho

  • Mourinho, ritorno all’Inter? Sì, anche al Chelsea

    Mourinho, ritorno all’Inter? Sì, anche al Chelsea

    Dopo la vittoria contro l’Apoel nell’andata dei quarti di Champions League, Mourinho si è soffermato sul delicato momento che sta attraversando l’Inter. L’ex allenatore nerazzurro si è detto più che disponibile ad un suo ritorno in Italia, lasciando però un grande punto interrogativo circa l’arco temporale designato per il rientro alla Pinetina.

    Non è la prima volta che il tecnico portoghese pronuncia testuali parole. Quando se ne andò dal Porto, quando venne esonerato da Abramovich, quando lasciò l’Inter dopo la finale del Bernabeu, Mourinho non ha mai perso l’occasione di lanciare un messaggio di affetto o qualcosa di più verso i suoi ex tifosi. Una promessa rimasta tale dal 2004.

    Dopo il 3-0 rifilato all’Apoel, Mou è stato intervistato dal giornalista di Mediaset Premium Bruno Longhi, il quale ha riportato al tecnico del Real Madrid le domande di Lele Oriali, seduto in studio accanto al presentatore Marco Foroni. L’ex dirigente nerazzurro ha domandato se pensasse che il ciclo dell’Inter sarebbe terminato così presto (triplete 2009-2010 ndr) e se fosse possibile un suo ritorno all’Inter. Questa la risposta del vate di Setubal:

    jose mourinho | © PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images

    Ritornare a casa è sempre possibile, l’Inter è casa mia come casa sua (riferendosi ad Oriali), e per questo io penso che Gabriele debba ritornare. Ai tifosi dico che sono uno di loro, sono triste però ho sempre la speranza che tutto andrà migliorando e che la prossima stagione sarà diversa. La stagione che abbiamo fatto nel 2009-2010 è una stagione indimenticabile, irripetibile, e per questa ragione io penso che sia un peso difficile per i nuovi allenatori e per i nuovi giocatori.

    Gli stessi tifosi dell’Inter però avranno iniziato a prendere con le molle tali dichiarazioni, le quali ritornano ciclicamente fin dalla conferenza inaugurale di Mourinho da neo allenatore del Real Madrid. Dichiarazioni uguali a quelle rilasciate al suo approdo in Italia, quando il portoghese volle assicurare i tifosi del Chelsea che un giorno sarebbe tornato in Inghilterra. Immancabile anche il riferimento al Porto, il suo primo amore. A giugno mancano poco meno di 3 mesi, Mourinho manterrà la promessa che da anni ripete ormai con una frequenza quasi mensile?

  • Champions League, Real Madrid e Chelsea ipotecano la semifinale

    Champions League, Real Madrid e Chelsea ipotecano la semifinale

    Due vittorie esterne nelle prime due sfide dei quarti di finale di Champions League. Se per il Real Madrid la trasferta nella capitale cipriota Nicosia era una pura formalità, quella del Chelsea in terra lusitana rappresentava un impegno insidioso poichè il Benfica in casa concede poco o nulla all’avversario (chiedere al Manchester United per credere, ndr).

    APOEL – REAL MADRID – L’urna di Nyon aveva servito su un piatto d’argento la qualificazione alla semifinale a Mourinho, il Real si era ritrovato infatti sorteggiato con la squadra cenerentola della Champions ma, allo stesso tempo, autentica rivelazione per aver terminato in testa il proprio girone davanti a Zenit San Pietroburgo e Porto prima ed eliminato poi agli ottavi il più quotato Lione: l’Apoel. Lo splendido colpo d’occhio dei 23 mila del Neo GSP Stadium di Nicosia è di certo la nota più bella della serata, spinti dall’entusiasmo dei supporters il fortino dell’Apoel resiste per ben 70 minuti: i ciprioti tengono bene il campo nel primo tempo ma Mourinho nella ripresa indovina i cambi inserendo Kaka e Marcelo che si renderanno determinanti: l’ex Milan sale in cattedra pennellando prima il cross per la testa di Benzema e siglando poi la rete del raddoppio merengues dopo una discesa sulla sinistra proprio del connazionale terzino, rete che tramortisce i giocatori dell’Apoel in campo ma non i tifosi sugli spalti che continuano imperterriti nei loro cori. Lo 0-3 finale con il quale si chiude il match è di Benzema che firma la sua personale doppietta per il suo settimo centro in questa edizione della Champions League mettendo in cassaforte la qualificazione alla semifinale, improbabile, per non dire impossibile, infatti che nella gara di ritorno al Bernabeu il sorprendente Apoel di Ivan Jovanovic, che comunque vada a finire è stata protagonista indiscussa in Champions, riesca a recuperare le tre reti di svantaggio e a ribaltare addirittura il risultato.

    Mata, Torres e Kalou © Clive Rose/Getty Images

    BENFICA – CHELSEA – Al da Luz di Lisbona c’è il pubblico delle grandi occasioni, 60 mila “cuori rossi” per trascinare al successo il Benfica che vede la possibilità di centrare la semifinale di Champions che manca da 22 anni. Le Aquile però devono fare i conti con un Chelsea rivitalizzato dalla cura Di Matteo e che pare ormai aver voltato pagina dopo l’esperienza insoddisfacente in panchina di Villas Boas. Primo tempo equilibrato e giocato a ritmi bassi da entrambe le squadre senza particolari sussulti, nella ripresa, dopo la fase di studio preliminare, i padroni di casa alzano il ritmo alla ricerca della rete che servirebbe per giocare il ritorno con maggiore tranquillità concedendo però in questo modo ai londinesi veloci e pericolose ripartenze soprattutto con l’indiavolato Ramires. Ed è proprio grazie ad una sua accelerazione ad un quarto d’ora dal termine che il Chelsea trova il gol, lanciando in profondità sull’out di destro Fernando Torres il quale è bravo a resistere alla carica di un avversario e a servire al centro per Kalou che non deve far altro che spingere la sfera in rete alle spalle di Artur ipotecando la semifinale. Nonostante l’assalto finale, il Benfica non impegna mai seriamente Cech ritrovandosi così a giocarsi il tutto per tutto tra sette giorni a Stamford Bridge.

  • Al via i quarti Champions League, stasera Benfica – Chelsea e Apoel – Real Madrid

    Al via i quarti Champions League, stasera Benfica – Chelsea e Apoel – Real Madrid

    Questa sera è di scena l’andata dei quarti Champions League con le prime due sfide in programma tra Apoel Nicosia – Real Madrid e Benfica Chelsea. La squadra cipriota, rivelazione di questa competizione, dopo aver eliminato il Lione agli ottavi questa sera affronterà i Galacticos di Josè Mourinho in una sfida tutta da seguire. Galvanizzati dal prestigioso riconoscimento di essere tra le prime otto squadre d’Europa, l’allenatore Ivanovic punta sul fare risultato tra le mura amiche per poi giocarsela a Madrid e sperare in uno storico passaggio in semifinale.

    La squadra di Mourinho, capolista in Liga,  si presenta al GSP Stadium con la possibilità di poter chiudere il discorso qualificazione sin da subito. La differenza tra i due club è abissale, ma il tecnico delle Merengues è sicuro che per la qualificazione alle semifinali sarà decisiva la gara di ritorno. Queste le sue parole:

    non si può paragonare l’Apoel al Real Madrid, ma lo rispettiamo molto. Abbiamo studiato i loro progressi, sarà una partita difficile. Difficile che la qualificazione si decida già domani; è chiaro che noi proveremo a vincere, ma le mie sensazioni sono che domani sarà una partita difficile e che tutto si deciderà al Bernabeu.

    Josè Mourinho | ©JACK GUEZ/AFP/Getty Images

    Quarti Champions League: Apoel Real Madrid Probabili formazioni: 
    APOEL NICOSIA (4-2-3-1)
    : Chiotis; Poursaitidis, Oliveira, Paulo Jorge, Boaventura; Morais, Sousa; Charalabides, Solari, Manduca; Almeida. 
    REAL MADRID (4-2-3-1): Casillas; Arbeloa, Sergio Ramos, Pepe, Marcelo; Khedira, Granero; Benzema, Oezil, Cristiano Ronaldo; Higuain

    L’altra sfida in programma questa sera è tra Benfica e Chelsea due squadre consolidate da anni nel palcoscenico europeo e vogliose di arrivare fino in fondo alla competizione.

    Il Chelsea, del neo allenatore Di Matteo, arriva a questa sfida dopo aver eliminato il Napoli allo Stamford Bridge ribaltando il risultato dell’andata vogliosi di riscattarsi dopo le prestazioni altalenanti in Premier League. l’idolo dei tifosi Frank Lampard suona la carica:

    Dobbiamo rimetterci in carreggiata prima occupandoci del Benfica e poi degli impegni in campionato. Abbiamo perso partite che avremmo dovuto vincere, ma ora dobbiamo affrontare le prossime come delle sfide ad eliminazione diretta

    Non ha tutti i torti il capitano dei Blues consapevole che la Champions rimane l’unico obiettivo sul quale puntare a causa del grosso distacco con le squadre di Manchester in campionato.

    Il Benfica di Jorge Jesus, battuto lo Zenit di Spalletti, affronta la squadra inglese con la consapevolezza che servirà una partita perfetta. In casa i portoghesi sono molto forti chiudono gli spazi e ripartono in contropiede.

    Dovremo essere ispirati sia in difesa che in attacco; dovremo essere perfetti per vincere. In casa siamo forti ma affrontiamo una squadra esperta, abituata alle fasi calde della Champions League. La sfida non si deciderà a Lisbona, è solo il primo tempo.

    Queste le parole del tecnico del Benfica alla vigilia della partita.

    Roberto Di Matteo | ©Getty Images

    Quarti Champions League: Benfica Chelsea Probabili formazioni: 
    BENFICA ( 4-3-1-2): Artur; Maxi Pereira, Luisao, Garay, Emerson; Gaitan, Javi Garcia, Witsel; Aimar; Rodrigo, Cardoso. 
    CHELSEA(4-3-3): Cech; Bosingwa, David Luiz, Terry, Cole; Ramires, Meireles, Lampard; Sturridge, Drogba, Mata.

    I PRONOSTICI DEI QUARTI DI CHAMPIONS LEAGUE

  • Rivolta Real, Mourinho e l’insubordinazione

    Rivolta Real, Mourinho e l’insubordinazione

    Non è stato un inizio di primavera dei più semplici per Mourinho. Se non bastasse l’accenno di remuntada del Barcellona nella Liga, il tecnico portoghese deve fare i conti con una insubordinazione Real. Infatti i giocatori della squadra madrilena sarebbero stufi delle continue polemiche contro gli arbitri, innescate spesso e volentieri dal vate di Setubal. Un sentimento esploso all’indomani della partita contro il Villareal, durante la quale il pubblico del Madrigal ha assistito alla corrida blanca, con Mourinho in versione torero. A Madrid però c’è chi si è stufato di indossare perennemente il piglias cornates, quel telo rosso tanto conosciuto nelle arene quanto odiato dal toro. E se alla fine della fiera fosse Mou a cadere tra gli olè della torsida catalana?

    MEGLIO GIOCARE – Nel post partita di Villareal, il tecnico avrebbe ordinato ai suoi uomini di criticare apertamente l’operato del fischietto di gara, un “invito” che non è stato raccolto dalla squadra, la quale ha inviato un messaggio chiaro al proprio tecnico: “basta arbitri, noi pensiamo a giocare”. Un coro quasi unanime, con Cristiano Ronaldo e Pepe che non hanno voluto partecipare alla sinfonia dei Blancos, forse per solidarietà nei confronti del loro connazionale.

    jose mourinho | © Denis Doyle/Getty Images

    MOU, GAME OVER? – L’immagine del generale Mourinho vacilla. Il gruppo del Real corre verso l’ammutinamento, un’onta difficile da digerire per chi come il portoghese ha sempre affermato l’importanza del rapporto fra allenatore e calciatori. Un concetto fondamentale, la base di tutti i più grandi successi dell’era mourinhiana. Dalla vittoria in Champions con il Porto fino al trionfo nerazzurro, passando attraverso Stamford Bridge, dove a distanza di 5 anni nessuno lo ha dimenticato, stadio compreso. Un’empatia forse mai sbocciata dal suo arrivo in Spagna, dirompenti critiche agli arbitri che hanno logorato di giorno in giorno lo stato nervoso dei Blancos, giunti ormai all’esasperazione, tanto da proclamare l’autogestione.

    Il quadro dipinto non è certo dei migliori, una situazione che pare irreversibile, tanto da spingere Mourinho a cercare di nuovo casa in Inghilterra. Non senza prima aver lasciato il segno indelebile del suo passaggio nella capitale spagnola, perché il portoghese non si trova a Madrid in gita. Liga o Champions League? Entrambi gli obiettivi sono affascinanti. Se vincesse la Liga, l’allenatore Blancos sarebbe uno dei pochi a vantarsi di aver vinto i campionati di Inghilterra, Italia e Spagna. Qualora vincesse la Champions invece, scriverebbe per sempre il suo nome nel libro della manifestazione, perché nessuno è ancora riuscito a vincere tre Coppe Campioni con tre squadre diverse. Mourinho lontano da Madrid sì, ma a modo suo, da vincente.

  • Juventus – Inter, i 10 derby d’Italia più significativi pre e post Calciopoli

    Juventus – Inter, i 10 derby d’Italia più significativi pre e post Calciopoli

    Il big match della 29^ giornata di Serie A vede Juventus Inter affrontarsi per la 157^ volta in campionato. I bianconeri sono in vantaggio sui rivali nerazzurri, grazie ai 74 successi ottenuti fino ad oggi, contro le 44 vittorie degli interisti. Riviviamo i 10 derby d’Italia più belli degli ultimi vent’anni, prima e dopo Calciopoli, spartiacque fondamentale nella storia recente dei due club.

    ’96-97 Juventus Inter 2-0 (Jugovic, Zidane) – La Juve di Marcello Lippi stava scrivendo pagine indelebile per il calcio italiano. L’anno precedente i bianconeri avevano conquistato la Champions League battendo l’Ajax ai rigori nella finale dell’Olimpico. Nella stagione ’96-97 muoveva i primi passi in Serie A il neo acquisto Zidane, che nel giro di pochi anni diventò il calciatore simbolo della corazzata di Lippi, costruita dalla triade Bettega-Giraudo-Moggi. Quell’anno la Juve vinse lo scudetto, mentre l’Inter di Roy Hodgson conquistò il terzo posto.

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    ’97-98 Juventus Inter 1-0 (Del Piero) – Un match che passerà alla storia del calcio. La sfida scudetto del campionato ’97-98 viene vinta dalla Juventus grazie alla rete di Del Piero, ma sopratutto grazie al rigore non assegnato dall’arbitro Ceccarini per il fallo di Iuliano ai danni del Fenomeno Ronaldo. L’allora tecnico dell’Inter Gigi Simoni incredulo entrò in campo correndo verso il fischietto di gara, che pochi secondi dopo avrebbe assegnato un rigore alla Juve. Alla fine i bianconeri vinsero lo scudetto, scavalcando proprio quel giorno i nerazzurri.

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    ’02-03 Juventus Inter 3-0 (Gugliempietro autogol, Nedved, Camoranesi) – Un incontro a senso unico quello del marzo 2003. La Juventus di Marcello Lippi vinceva il derby d’Italia per 3-0 e si involava verso la conquista dell’ennesimo scudetto della storia bianconera. Quell’anno la Vecchia Signora fu vicina all’accoppiata scudetto-Champions League, però i sogni europei si infransero nella sfida di Manchester dove il Milan vinse ai rigori una finale tutta italiana. L’Inter, guidata da Cuper, terminò il campionato al secondo posto in classifica.

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    ’03-04 Juventus Inter 1-3 (Cruz, Cruz, Martins – Montero) – Storica vittoria dell’Inter di Zaccheroni, che dopo 10 anni sconfigge la Juventus al Delle Alpi. La doppietta dell’argentino e il gol di Obafemi Martins firmano il successo nerazzurro. Gli uomini di Zac non riusciranno però a scavalcare la Juve in classifica, giungendo quarti, alle spalle dei bianconeri.

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    ’04-05 Juventus Inter 0-1 (Cruz) – Ancora il Giardiniero Cruz mette il sigillo su quella che fino ad oggi rappresenta l’ultima vittoria nerazzurra in casa della Juve. I bianconeri, con Capello al suo primo anno sulla panchina della Signora, si “accontenteranno” di vincere lo scudetto, chiudendo in testa a 86 punti. L’Inter di Roberto Mancini terminò al terzo posto dietro il Milan.

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    ’05-06 Juventus Inter 2-0 (Trezeguet, Nedved) – E’ l’anno del terremoto di Calciopoli. La squadra di Capello inizia la stagione vincendo il derby d’Italia per 2-0 grazie alle reti di Trezeguet e del ceco Nedved. I bianconeri vinceranno il secondo scudetto consecutivo, poi revocato e assegnato all’Inter di Mancini nell’estate successiva. Da lì in avanti i nerazzurri monopolizzeranno la Serie A, vincendo ininterrottamente fino al 2009-2010, l’anno dello storico “triplete”.

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    ’07-08 Juventus Inter 1-1 (Cruz, Camoranesi) – Il primo derby d’Italia post Calciopoli termina in parità. La Juventus guidata da Ranieri acciuffa il pareggio al 77° minuto, dopo che i nerazzurri erano passati in vantaggio nel corso del primo tempo con la rete di Cruz. I bianconeri chiuderanno il campionato al terzo posto, mentre gli uomini di Mancini getteranno le basi per il dominio degli anni successivi.

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    ’08-09 Juventus Inter 1-1 (Balotelli, Grygera) – Ancora un pareggio fra le due acerrime rivali. La banda di Mourinho va in gol per prima grazie a un contropiede finalizzato da Balotelli. Nei minuti di recupero la Juve pareggia i conti con un colpo di testa del difensore Grygera sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Ranieri verrà esonerato dalla dirigenza bianconera poco prima della fine del campionato nonostante la squadra fosse in piena corsa per un posto in Champions League. L’Inter invece vincerà l’ennesimo scudetto dopo Calciopoli.

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    ’09-10 Juventus Inter 2-1 (Felipe Melo, Eto’o, Marchisio) – I bianconeri, con Ciro Ferrara in panchina, riescono nell’impresa di sconfiggere i campioni d’Italia in carica dell’Inter. Il gol della vittoria viene siglato dal centrocampista Marchisio dopo uno splendido dribbling in area di rigore. Sarà però un successo che non troverà seguito nella stagione juventina, con la Vecchia Signora che chiuderà al settimo posto in classifica, mentre l’Inter di Mourinho vincerà il quarto scudetto consecutivo e suggellerà la trionfale cavalcata in Europa nella finale del Bernabeu contro il Bayern Monaco.

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    ’10-11 Juventus Inter 1-0 (Matri) – Nel post Calciopoli la trasferta di Torino resta proibitiva per l’Inter, che anche nella stagione dopo il triplete non riesce ad espugnare il Delle Alpi. Decide l’incontro la rete del neo acquisto Alessandro Matri, al suo terzo gol con la maglia bianconera. Per Leonardo derby d’Italia indigesto, dopo il pareggio a reti bianche dell’andata. Gli uomini di Del Neri non riusciranno a fare meglio del settimo posto finale, mentre i nerazzurri chiuderanno in seconda posizione alle spalle dei cugini del Milan.

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  • Chelsea, sarà volata per la panchina. Guardiola e Blanc in pole

    Chelsea, sarà volata per la panchina. Guardiola e Blanc in pole

    Continuano a venir fuori come fossero funghi i nomi riguardo al futuro allenatore del Chelsea. Nei giorni scorsi si era parlato di Mourinho, Benitez, Capello, Bielsa e Rodgers e come possibili sostituiti a fine stagione del traghettatore Roberto Di Matteo. Tutti nomi, per un motivo o per un altro, accattivanti e alcuni dei quali già in passato accostati alla società inglese. Ma in realtà la lotta, secondo quanto sostengono i maggiori tabloid britannici, sembra essere ristretta a due trainer: si tratta di Pep Guardiola e Laurent Blanc.

    In cima ai desideri di Roman Abramovich, presidente dei blues, ci sarebbe proprio l’attuale allenatore del Barcellona. A lui arriverebbe ad offrire un contratto da circa 40 milioni di sterline per quattro stagioni, e forse potrebbe risiedere proprio in questa allettante offerta economica la chiave per far muovere il giovane tecnico dalla panchina blaugrana. E sì perché lasciare la panchina del Barcellona, squadra considerata da tutti la più forte del mondo, non è certo una cosa semplice se dietro non c’è un’offerta irrinunciabile.

    Pep Guardiola © David Ramos/Getty Images

    Si punterebbe cosi ad esportare il modello dei catalani in Inghilterra, cosa di non facile attuazione. Ma nelle ultime ore è spuntata fuori anche la pista che porta a Laurent Blanc, attuale allenatore della Francia. Lo stesso sarebbe tentato dal prolungare l’esperienza con la propria nazionale sino ai mondiali del 2014 in Brasile, ma il denaro offerto dal Chelsea potrebbe fargli cambiare idea, così come i dissidi con i vertici della federcalcio transalpina, che in caso di flop in Ucraina e Polonia a giugno potrebbe decidere di sollevarlo dall’incarico.

    In tal caso il Chelsea sarebbe in cima alle sue preferenze, anche perché l’interessamento dell’Inter, squadra nella quale Blanc ha militato anche come calciatore, è andato scemando negli ultimi tempi a favore di Bielsa. Una cosa accomuna il possibile arrivo di Guardiola o Blanc sulla panchina del Chelsea dunque: l’alto ingaggio che Abramovich è disposto a sborsare.

  • Real Madrid, Mourinho ordina il silenzio stampa

    Real Madrid, Mourinho ordina il silenzio stampa

    Non c’è pace al Real Madrid. Mourinho ha ordinato il silenzio stampa ai suoi calciatori dopo la bufera scoppiata nel finale dell’ultimo incontro di campionato contro il Villareal. I quotidiani sportivi iberici hanno puntato il dito sull’eccessivo nervosismo evidenziato dagli uomini di Mourinho. Qualcuno pensa che la rabbia dei Blancos non fosse in realtà per i presunti torti arbitrali subiti nel match di Villareal, quanto invece per la remuntada degli eterni rivali catalani. Il Barcellona ha quasi dimezzato il gap che aveva fino a sabato scorso, portandosi a 6 punti di distacco dal Real. Decisive le ultime 10 giornate che attendono le due duellanti da qui fino al termine della stagione.

    E silenzio stampa fu. La decisione è stata presa questa mattina dal tecnico portoghese, in segno di protesta per il trattamento arbitrale riservatogli nel match di mercoledì. Oltre alle espulsioni di Mourinho, Sergio Ramos e Ozil, il Real potrebbe perdere anche il difensore Pepe. Quest’ultimo negli ultimi concitati minuti dell’incontro avrebbe rivolto frasi ingiuriose nei confronti del fischietto spagnolo Parados Romero. Mourinho e il vice Karanka hanno poi disertato la consueta conferenza stampa al termine dell’incontro. Entro la giornata di oggi la Commissione disciplinare iberica deciderà le sanzioni in relazione alla corrida finale di mercoledì scorso.

    jose mourinho | © Jasper Juinen /Getty Imagese

    As e Marca sembrano aver già trovato il colpevole, Jose Mourinho. L’allenatore dei Blancos viene definito come il capo della dissennata rivolta madrilena, scattata subito dopo la punizione vincente di Marcos Senna nel finale. As definisce “catastrofica” la reazione del Real, e se la prende con Casillas per l’errore sul calcio piazzato del calciatore avversario, intitolando a caratteri cubitali “non è colpa di Parados Romero”. Anche Marca non è tenero nei confronti della capolista, scagliandosi contro Mourinho per aver gettato benzina sul fuoco nel clima incandescente del Madrigal e assegnandoli un eloquente 1 in pagella.

    Il Barcellona può sorridere e sperare in quella che fino a una settimana fa sembrava una mission impossible. Messi e compagni hanno dalla loro il clasico, in programma al Nou Camp fra meno di un mese, e Guardiola si augura di rosicchiare altri punti importanti prima del big match decisivo per le sorti del campionato. I blaugrana ci credono, la remuntada è possibile.

  • Bufera Mou, il Real non vince più

    Bufera Mou, il Real non vince più

    Il Real Madrid stecca ancora. Dopo il mezzo passo falso contro il Malaga, Mourinho è costretto a incassare il secondo pareggio consecutivo, stavolta sul campo del Villareal. Parlare di crisi forse è prematuro, tra i Blancos però serpeggia un discreto nervosismo, come testimoniano le espulsioni nel finale di Sergio Ramos e Ozil che hanno raggiunto negli spogliatoi il loro tecnico, cacciato pochi minuti prima. L’ombra del Barcellona si avvicina. Nello spazio di quattro giorni i blaugrana hanno guadagnato quattro punti sui diretti rivali, e il distacco fra le due squadre è di 6 punti. Guardiola può sorridere, consapevole di poter contare sullo scontro diretto in programma fra meno di un mese per accorciare ulteriormente il gap in classifica.

    PUNIZIONE DECISIVA – Il match di ieri sera è stato la perfetta fotocopia dell’incontro di domenica contro il Malaga. Cazorla ieri, Senna oggi. Due punizioni nelle battute conclusive che hanno arrestato la marcia fin qui strepitosa della squadra di Mourinho. Quattro punti persi per strada, il loro peso specifico verrà misurato a fine campionato, nel frattempo i catalani preparano la bilancia da cui sperano di ottenere la remuntada che imperversa nell’emisfero nord occidentale della Spagna, e non solo.

    RONALDO ILLUDE – Più che illusione una vera e propria beffa. L’asso portoghese aveva siglato il momentaneo 1-0 intorno all’ora di gioco, firmando il gol stagionale numero 33 nella Liga, a una rete dal Pichici Messi. La marcatura del lusitano non è però sinonimo di tre punti, come invece accade nella sponda catalana, dove l’equazione Messi gol = vittoria viene sistematicamente applicata. La beffa deriva dal fatto che a fermare il Real nelle ultime uscite siano state due punizioni, le stesse con cui Ronaldo pare aver smarrito quel feeling magico che lo aveva consacrato nell’olimpo dei migliori specialisti. Un ossessione acuita da Marcos Senna, comandante del sottomarino giallo con cui ha affondato il Titanic blancos.

    cristiano ronaldo | © PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images

    CORRIDA FINALE – Al pareggio del Villareal scoppia la corrida madrilena. Prima Jose Mourinho applaude ironicamente l’arbitro per il fallo, a giudizio del portoghese inesistente, che ha consentito ai padroni di casa di battere la punizione decisiva. Oltre agli applausi, l’allenatore del Real rivolge una frase ingiuriosa nei confronti del fischietto iberico, il quale non può far altro che espellerlo. Passa un minuto e Sergio Ramos viene ammonito per la seconda volta dopo un violento scontro con il brasiliano Nilmar. L’espulsione di Ramos fa scatenare il placido Ozil. Le proteste del tedesco vengono spente dal secondo cartellino rosso nel giro di pochi secondi. Il Real Madrid in nove prova ugualmente a cercare la rete della vittoria, ma ogni sforzo è vano.

    LIGA VIVA – Mancano 10 partite al termine della Liga, sei punti dividono Real e Barcellona, quanto basta per definire la remuntada catalana una mission possible. Prima della sfida di domenica scorsa contro il Malaga, i Blancos venivano da 11 vittorie consecutive, un ruolino di marcia impressionante che aveva permesso agli uomini di Mourinho di solcare un divario apparentemente incolmabile nei confronti dei blaugrana. La punizione di Cazorla ha contribuito a stravolgere le tabelle dei tifosi madrileni, i quali sognavano di presentarsi al Nou Camp il prossimo 22 aprile, già campioni di Spagna con quattro giornate d’anticipo. Fra un mese il Nou Camp potrebbe  invece trasformarsi nel peggior incubo per il Real e i suoi tifosi, Messi e Ronaldo permettendo.

    VILLAREAL REAL MADRID 1-1, HIGHLIGHTS
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  • Paperoni del calcio: il più ricco è Messi

    Paperoni del calcio: il più ricco è Messi

    Con cadenza ormai periodica il mondo del calcio si prepara ad accogliere le notizie inerenti le classifiche dei paperoni e le relative classifiche che, con dovizia di precisione e particolari, riportano informazioni circa i guadagni degli “dei del pallone”.  L’ indagine, questa volta, è ad opera del francese France Footbal, e tende a confermare informazioni che anche negli anni scorsi erano emerse.

    Pertanto, al vertice della classifica dei più ricchi, si conferma per il terzo anno consecutivo il più forte calciatore in attività, il pluripallone d’oro, la stella del Barcellona Lionel Messi,con un guadagno annuo di 33 milioni di euro annui, e con uno stipendio stagionale di 10,5 milioni di euro, cui si aggiungono gli emolumenti provenienti dalle numerose campagne pubblicitarie di cui è testimonial.

    lionel messi | © LLUIS GENE/AFP/Getty Images

    Sul podio anche David Beckham, l’ex spice boy, con un guadagno di 31,5 milioni di euro all’anno. Al terzo posto si colloca Cristiano Ronaldo, con “solo” 29,2 milioni di euro all’anno. Il quarto in graduatoria è Samuel Eto’o con 23,4 milioni di euro, di cui 20 milioni di stipendio stagionale.

    Oltre alla top three, poi, è interessante considerare chi occupa le prime venti posizioni: fra gli italiani il più ricco è il portierone della Juventus Gianluigi Buffon, diciannovesimo con undici milioni e settecentomila euro e con 5,5 milioni di introiti pubblicitari, che confermano l’appeal del portierone juventino da parte degli sponsor; il milanista Zlatan Ibrahimovic, invece, giunge in undicesima posizione con 14 milioni di euro. In ligue 1, la serie francese, il più ricco in assoluto è, invece, il belga Eden Hazard con all’attivo 5,5 milioni di euro.

    Tra gli allenatori, il più ricco di tutti è ancora Josè Mourinho, con 14,8 milioni di euro, mentre al secondo posto sale Carlo Ancelotti – grazie allo stipendio percepito dal Psg che si somma alla buonuscita del Chelsea, pari a circa 7,2 milioni di euro – che, così, sopravanza Pep Guardiola, che guadagna 9,5 milioni di euro al Barcellona.

     

     

  • Barcellona, Guardiola rinnova per 1 euro in più di Mourinho

    Barcellona, Guardiola rinnova per 1 euro in più di Mourinho

    Ormai ci siamo, l’allenatore più vincente degli ultimi anni sta per legarsi, come ormai accade da due anni a questa parte, per un ulteriore anno al suo Barcellona vincitutto. Il rinnovo di Pep Guardiola è pronto già da un pezzo sulla scrivania del presidente Sandro Rosell ma dopo diversi incontri nella sede del club blaugrana ancora non è arrivata la sospirata firma sul nuovo contratto.

    Il motivo di tale ritardo va ricercato sostanzialmente in alcune condizioni poste dal tecnico spagnolo alla dirigenza del Barça e vincolanti al prolungamento del contratto in scadenza a giugno: in primo luogo la riconferma del suo intero staff con annesso adeguamento di contratto a partire dal vice Tito Vilanova, un giusto premio a coloro i quali lavorano da anni al fianco di Guardiola perchè da che mondo è mondo il merito dei successi viene riconosciuto esclusivamente al tecnico e quasi mai ai suoi collaboratori; poi interventi massicci sul mercato, in particolare in difesa e in attacco dove in cima alla lista del tecnico catalano compaiono i nomi di Thiago Silva e Neymar. Il corteggiamento verso i due calciatori è spietato, il difensore del Milan potrebbe prendere il posto in difesa di Piquè sempre di più ai ferri corti con Guardiola, notizia quest’ultima riportata dall’emittente TeleMadrid ma smentita seccamente dalla stessa società blaugrana tramite un comunicato ufficiale, mentre per l’astro nascente del calcio brasiliano vanno avanti le trattative con il Santos e con il procuratore dell’attaccante per anticipare il suo sbarco in Catalogna previsto, secondo le fonti ben informate, solo nel 2014 a Mondiale brasiliano concluso.

    Guardiola e Mourinho

    Ma la condizione più bizzarra sarebbe quella di chiedere un adeguamento del contratto – e fin qui nulla di strano – andando a percepire un euro in più d’ingaggio rispetto a quello che attualmente prende Josè Mourinho al Real Madrid, ingaggio quantificabile in circa 10 milioni. Un euro simbolico e provocatorio nei confronti del suo acerrimo nemico e rivale calcistico, come se volesse mettere in chiaro che l’allenatore più bravo e vincente, al momento, deve essere anche quello più pagato.

    Che il rinnovo sia soltanto questione di giorni è dimostrato dalle recenti dichiarazioni del Pallone d’Oro Lionel Messi che ha ammesso come Guardiola sia più importante e decisivo nel Barcellona più di quanto non lo sia lui. Un alleato di non poco conto per il tecnico.