Tag: john elkann

  • Juventus, Blanc: “Criticato dalla stampa perchè sono francese”

    Intervistato dalla rivista francese ‘Le Monde’, il presidente della Juventus Jean Claude Blanc si è espresso sul difficile momento dei bianconeri e sulle critiche riservategli dalla stampa in quest’ultimo periodo:

    Non ho molti amici tra i giornalisti in Italia. Bisogna passare sopra le critiche a accettare i colpi che arrivano. Secondo me quello che dà maggiore fastidio è il fatto che un francese sia arrivato a fare ciò. Non cambierò rotta, riusciremo ad uscire dalla crisi, continuo sul cammino tracciato“.

    Poi Blanc svela il retroscena del suo approdo nel club bianconero e ricorda la stagione trascorsa in Serie B:

    Era il 31 dicembre del 2004, a Marrakech ho incontrato John Elkann. Abbiamo parlato di sport e dei valori sportivi e tre mesi più tardi al Cafè de Flore di Parigi mi ha chiesto di far parte della Juventus. Come dire no? Elkann ha scelto me per creare una rottura con il passato.
    Le più belle storie dello sport sono i ritorni: come quello di Mohamed Ali contro George Foreman nel 1974 a Kinshasa. Per noi la serie B è stata una straordinaria avventura. Ogni volta le squadre che ci affrontavano giocavano la partita della vita. Questa avventura vincente ci ha restituito la simpatia che avevamo perso. Ne siamo usciti con maggiore umanità
    “.

    Infine il dirigente conclude con un pensiero al nuovo stadio di proprietà del club che sorgerà dalle ceneri del vecchio Delle Alpi:

    Saremo il primo club italiano a fare il nuovo stadio. Sarà un impianto molto redditizio che ci permetterà di autofinanziarci. Vedremo se anche le altre società saranno in grado farlo“.

  • Juve: Blanc mantiene il potere, per Bettega “solo” il ruolo di vice direttore

    Juve: Blanc mantiene il potere, per Bettega “solo” il ruolo di vice direttore

    roberto bettega
    Torna nel direttivo juventino Roberto Bettega e non solo come consulente di mercato ma entrando appieno nell’organigramma dirigenziale bianconero. La proprietà spera che sua presenza sia da stimolo per affrontare a meglio il 2010 e risollevarsi quindi da questo difficile momento facendo ritrovare fiducia ed entusiasmo nei tifosi mai cosi distanti dai colori bianconeri.

    Certo Bettega non ha la bacchetta magica e non potrà risolvere in un sol colpo i guai di una formazione costretta da scelte sbagliate a far i conti con un organico sopravvalutato che tra l’altro non gli permette di aver più la liquidità per intervenire sul mercato per porre dei correttivi. La faccia pulita della Triade, lo juventino vero rientra alla base acclamato dalla gente bianconera e lo fà sopratutto perchè Bobby gol si sente juventino.

    Bettega sarà vice direttore generale e quindi sarà anche lui sotto le direttive del presidente ad interim Jean Claude Blanc, il francese ha nelle sue mani infatti tutte le cariche importanti del club accentrando cosi tutte le decisioni che vertono intorno alla Juventus deludendo cosi chi pensava che l’ingresso di Bettega potesse contribuire a limitare il suo raggio d’azione. E’ chiaro che la proprietà ha deciso di continuare per questa strada per valutare l’operato di Blanc a fine stagione per poi non ritrovarsi senza un colpevole in caso di fallimento ma è altrettanto assurdo che sia ancora lui ad occuparsi del settore tecnico e non solo di quello amministrativo.

  • Juventus: hanno vinto i tifosi? A Vinovo si rivede Andrea Agnelli

    La Juventus dimostra di saper far quadrato e mostra ancora più compattezza ed unità d’intenti dopo il doppio ko mortale inferto da Bayern Monaco e Bari. La squadra e lo staff tecnico da subito si sono messi a lavoro, evitando le inutile parole e sgobbando per trovare finalmente l’amalgama giusta, la società invece ha deciso finalmente di far fronte comune e di star vicini alla squadra.

    All’allenamento di ieri hanno assistito da dentro il campo il presidente Jean Claude Blanc e il ds Alessio Secco proprio per dimostrare la vicinanza della società in un momento particolarmente delicato. Stamattina però è successo un evento ancora più esaltante e ricco di significato al centro sportivo di Vinovo è arrivato insieme a John Elkann il cugino Andrea Agnelli.

    Andrea, figlio di Umberto, ormai da diverse domeniche è acclamato dai tifosi per un suo ritorno in società anche se le solite male lingue parlano di dissidi tra il giovane rampollo degli Agnelli e il cugino John. Tifosissimo della Juventus aveva abbondato la Vecchia Signora poco dopo lo scoppio di Calciopoli adesso però con questa visita la famiglia mostra di esser unita e di tenere alla Vecchia Signora come il dottor Umberto e l’avvocato.

  • Juventus: si riparte da Marotta

    La Juventus cerca di ritrovarsi dopo il fallimento Champions League che oltre a togliere la soddisfazione ai tifosi di andar più avanti possibile nella prestigiosa competizione ha tolto alla società un ingente quantità di denaro (circa 15 milioni di euro). Il malcontento dei tifosi è palese, la protesta avanza tramite internet e ad esser bersagliati sono la dirigenza giovane e inesperta e l’allenatore Ciro Ferrara, mentre almeno per il momento non sono messi sotto processo i giocatori.

    In casa bianconera in queste ore si cerca di far quadrato per salvare il salvabile ma è chiaro adesso l’intervento diretto della proprietà obbligata a proteggere il titolo quotato in borsa. Gli Elkann sembra abbiano puntato l’indice contro l’attuale presidente Jean Claude Blanc e il ds Alessio Secco per le scelte estive in campagna acquisti e quindi criticano anche il ct Marcello Lippi direttore occulto delle operazioni di mercato bianconero.

    Proprio la posizione di Marcello Lippi è messa in dubbio per la prossima stagione pare infatti che la società sia tornata a corteggiare insistentemente il ds della Sampdoria Giuseppe Marotta con l’intento di assegnargli il delicato ruolo di direttore generale che ad oggi doveva esser del ct campione del mondo. Marotta era stato accostato alla Juventus anche durante il periodo estivo ma poi non se ne fece nulla proprio per l’ipotesi Lippi avanzata da Blanc.

  • Juve-Inter: Le interviste

    Marchisio: “Sono felicissimo per questo gol, per la squadra e per i nostri tifosi. Non sono ancora al meglio, col Cagliari e nel primo tempo di stasera si era visto, ma poi nella ripresa mi sono sbloccato ed è andata bene. Questo successo è molto importante, perché arriva dopo un momento duro e in cui avevamo perso terreno da Inter e Milan. I nerazzurri sono una grande squadra, la migliore in Italia negli ultimi anni, è molto difficile stargli dietro. Adesso non dobbiamo perdere altri punti per continuare a lottare per il titolo”. Sulla vicenda Balotelli, il bianconero dice: “I nostri tifosi sono stati corretti, comportandosi molto bene

    Ferrara: “Siamo molto felici per la vittoria, con i ragazzi siamo rimasti a parlare felici e soddisfatti ma dobbiamo pensare a martedì. Stasera ero tranquillo, durante la settimana non ho dovuto preparare la squadra perchè i ragazzi sono preparati in queste partite, il problema è che ci sono partite di minore intensità in cui la squadra soffre” . Su Marchisio il tecnico bianconero dice: “Marchisio non è un ragazzo che si monta la testa, sta lavorando molto bene. Satsera era arrabbiato per il goal di Eto’o e si è voluto rifare con quel goal strepisoso
    Su Caceres invece: ” è un ragazzo che si trova in un ambiente nuovo, ma ora dimostra di avere personalità. Mi Piace.
    Con il 4-4-2 ho tenuto Diego più basso rispetto Amauri, almeno fino all’espulsione di Melo. Questo modulo ci ha permesso di fare una buona partita”
    .
    Sull’esclusione di Camoranesi il tecnico elogia il centrocampista: ” Camoranesi ha fatto tante partite non è stato facile tenerlo fuori ma ho fatto una scelta e devo fare i complimenti a Mauro al riguardo perchè è rimasto sereno e tranquillo“.

    John Elkan: “Mi è piaciuta la Juve, forte, determinata. Il goal di Marchisio? Bello, spettacolare. Ora aspettiamo Martedì, ci vuole la stessa determinazione

    Del Piero: “Ottimo sapore la partita visto il risultato. Abbiamo ritrovato certe giocate. una vittoria meritata, per martedì ci vuole la stessa aggressività e determinazione“.

    Buffon: ” E’ stata una settimana serena e per questo dobbiamo fare i complimenti al Mister per questo. Ci ha dato convinzione e la giusta determinazione. Sull’episodio che l’ha visto coinvolto con Thiago Motta dice: “Sono cose che accadono durante una partita a questi livelli. Ci sta

    Inter: Nessuno dello staff tecnico commenta la partita

    Julio Cesar: “Non consola sapere che comunque sia finita la partita siamo primi in classifica, perchè in una partita come Juve-Inter vorremmo sempre vincere. Ma siamo sempre primi. Mi piacerebbe vedere il primo goal, è stata una palla deviata” – il giornalista riferisce che probabilmente a deviarla sia stato Lucio – ” comunque anche se la palla va piano, diventa difficile per il portiere prenderla, soprattutto se il campo è scivoloso, come l’ Olimpico. Oggi sono successe delle cose particolari che hanno fatto vincere la Juve”.  Infine chiede ai giornalisti: “C’erano rigori chiari per noi? Comunque pensiamo a martedì e non pensiamo ad altro”

    Zanetti: “Dopo la partita Mourinho non ha parlato con noi. La partita è stata equilibrata non c’è stata differenza tra noi e la Juve che ha vinto con un gran goal di Marchisio

  • Juventus: Diego parole da leader, Elkann e Blanc caricano Ferrara

    Il big match di sabato sera contro l’Inter sarà per la Juventus il giorno giusto per risolvere tutti i dubbi di questo altalenante inizio di stagione. In casa bianconera sono convinti di aver fatto un ottimo lavoro in estate e aver scelto lo juventino Ferrara per condurre il progetto di rinascita ma il momento è delicato, una sconfitta potrebbe pregiudicare il resto della stagione e la società consapevole del rischio si stringe intorno alla squadra.

    Ora come non mai Ciro Ferrara ha bisogno di sentire la fiducia della squadra e della dirigenza che oggi si è presentata a Vinovo per caricare la truppa bianconera che sta lavorando alacremente per superare il doppio ostacolo Inter e Bayern Monaco. Nei giorni scorsi come capita nei momenti più difficile in casa bianconera capitan Del Piero si è caricato di responsabilità cercando di dare la scossa alla squadra, oggi a dargli man forte è intervenuto Diego, il brasiliano sta faticando molto ad entrare nei meccanismi bianconeri ma dimostra di aver carattere e attributi mettendoci sempre, e la faccia in prima persona.

    L’ex Werder Brema avvicinato dai giornalisti della Gazzetta dello Sport dice “Non siamo secondi a nessuno, quel distacco in classifica è eccessivo. Sabato sarà una notte speciale, ma io non ho paura. Queste partite ti danno coraggio”.Parole da leader, i tifosi sperano diventino presto assist e gol

  • Juventus: è l’ombra di Lippi a proteggere Ferrara

    Ciro Ferrara naufraga in Sardegna, ma prima che faccia buio interviene il commissario campione del mondo. Sostiene Marcello Lippi: «Il campionato di Serie A rimane ancora aperto. Indubbiamente certi valori si stanno delineando, ma parlare di scudetto già assegnato mi pare esagerato». Vero, magari non sarà un granché. Ma con la Juve terza in classifica, a -8 dall’Inter, sottolineare il concetto ha almeno due significati.

    Primo: è questione di buon senso, lo raccontano i numeri. La difesa Secondo: allungare il discorso campionato, significa allargare gli orizzonti di Ferrara. Dire che deve restare al suo posto, sulla panchina bianconera.
    Così, per evitare che un progetto delineato venga cancellato. Sulla scelta di Ciro Ferrara, un’estate fa, è stato decisivo l’intervento di John Elkann, presidente della Exor. E il nipote dell’Avvocato ha già proposto a Marcello Lippi (almeno in due occasioni) di tornare alla Juventus, con l’incarico di direttore dell’area tecnica. Tutto, ovvio, dopo l’avventura Mondiale in Sudafrica.

    La proposta è stata confermata (pubblicamente) dallo stesso Lippi. Che anche la settimana scorsa, in un’intervista al settimanale «Espresso», non ha escluso l’ipotesi. Lippi, in passato, ha detto: «Non tornerò più sulla panchina della Juventus». Infatti un dirigente siede in tribuna. In panchina può restare Ferrara. Non lo ha scelto Lippi, certo. Ma la scelta della Juventus è stata (assai) gradita dal commissario tecnico. Lippi più Ferrara, non è l’unica combinazione. Ma è la più gradita: ai due interessati, ai vertici della Juventus. Ed esclude altri abbinamenti futuri.

    Ferrara è stato giocatore del c.t., ha fatto parte del suo staff azzurro. E’ uomo che merita fiducia. Quella del commissario tecnico, quella della Juventus. Finirà così, qualunque cosa succeda, anche contro Inter e Bayern Quelle notti, sotto le luci di Torino, l’ombra di Lippi si farà vedere. A Ferrara, un’ombra così, non fa paura. Fa solo coraggio.
    [via: gazzettadellosport]

  • Juventus: cercasi identità. Ferrara sulla graticola, Inter e Bayern decisive

    E’ un lunedi nero per Ciro Ferrara, la sua giovane carriera da allenatore è messa a rischio dalla crisi d’identità in corso tra le fila bianconere. Dieci giorni fa la Juventus era considerata la squadra più accreditata per intaccare la supremazia dell’Inter in campionato e il passaggio del turno in Champions League era poco più di una formalità. Le sconfitte con il Bordeaux e il Cagliari però rischiano di relegare i bianconeri ad un ruolo marginale sin dalla prima parte del campionato.

    Ferrara è sotto accusa per l’eccessiva confusione dei bianconeri, la mancanza di una vera impronta di gioco ma il disagio più grande è la messa in discussione da parte del tecnico degli acquisti estivi della società. Felipe Melo e Diego secondo la società non sono riusciti ad esprimere il proprio valore per la mancanza di certezze, il loro ruolo della Juventus è spesso in dubbio e cozza con le idee di modulo scelte in estate per il rilancio bianconero.

    All’orizzonte c’è l’Inter e il Bayern Monaco e in questi giorni Ferrara si giocherà parte della sua credibilità e del suo futuro, magari dall’alto della sua esperienza ventennale sui campi da gioco riuscirà a trovare la quadratura del cerchio proprio nel momento di difficoltà riuscendo a far tirare fuori ai suoi quel qualcosa in più contro i nerazzurri per il rilancio in campionato e contro i tedeschi per non correre rischi in Champions League.

    Una parte della tifoseria però inizia a mette in discussione il tecnico cosi come fece lo scorso anno con Ranieri chiedendo l’ingaggio di un trainer navigato ed esperto per traghettare la Juventus verso i traguardi prefissati. In questo momento il nome più gettonato è quello dell’olandese Guus Hiddink ma difficilmente la dirigenza bianconera cambierà guida tecnica in corso sovvertendo cosi le idee iniziali avallate da tutta la società con il bene placido del prossimo direttore generale Marcello Lippi. John Elkann ha però subito contattato il presidente Blanc per una presa di coscienza e di responsabilità da parte di tutti.

  • Juventus: ecco perchè è stato fatto fuori Cobolli Gigli

    Juventus: ecco perchè è stato fatto fuori Cobolli Gigli

    Giovanni Cobolli GigliDi seguito vi riportiamo un interessante articolo di Antonio Corsa (ACB) scritto per il blog Uccellino di Del Piero nel quale cerca di analizzare questo improvviso cambio al vertice nella dirigenza bianconera epurando in mal modo il presidente traghettatore Giovanni Cobolli Gigli

    Innanzitutto dai doverosi ringraziamenti, formali, come sempre in questi casi. Mettendo da parte per un attimo “Calciopoli”, sulla quale tornerò più tardi, posso dire che Giovanni Cobolli Gigli è stato un presidente sui generis, atipico, molto “televisivo”, presente in Lega, consigliere, uomo-immagine per le tv e tifoso sempre presente a vedere la Juventus in tribuna e a metterci la faccia nel pre e nel post-partita. Il suo compito, almeno da un punto di vista mediatico, l’ha svolto sufficientemente bene, assumendo di fatto il ruolo di “parafulmini” della Società, pronto a subire (era pagato per quello, per carità!) tutte le critiche degli ancora inferociti bianconeri che dalla cacciata di Giraudo & Moggi in poi hanno trovato in lui un bersaglio perfetto per la propria rabbia. Mai una parola fuori posto, una ottima dialettica (non me la sento di incolparlo di non aver parlato il “calcese”: Cobolli Gigli parla italiano, una lingua che non tutti comprendono, purtroppo.. ma che preferisco al Corvinese o al Moggese, per capirci), grande rispetto ed educazione con tutti. Certo, gli si imputano alcune gaffes o presunte tali (dalle foto con Moratti alle frasi sull’ispirarsi allo stile di Facchetti, fino ai “27 Scudetti”, ecc..), quel suo non rivelare mai niente di mercato (anzi, spesso ha detto il contrario, forse giocando un pò..) e quel suo essere “pacato” anche dopo aver subito gravi torti arbitrali, ma personalmente credo troppi castelli di carta si siano costruiti sul nulla. Queste sono infatti semplicemente “parole”, e tali devono essere considerate. Così come lo sono il dichiarare di voler essere “simpatici”, o di voler creare e rispettare un “codice etico”, che sono entrambe precise direttive che il Cobolli ha semplicemente ereditato da chi l’ha preceduto. Piuttosto passiamo ai “fatti”: Calciopoli.

    La linea difensiva scelta, il ritiro del ricorso al Tar, l’atteggiamento conciliatore adottato subito dopo, il totale diniego della precedente gestione e quel voler rimarcare sempre un concetto di novità e trasparenza, portata a volte fino all’eccesso, non sono e non possono secondo me essere scelte a lui imputabili. Sono tutte conseguenze, queste, della strategia difensiva scelta dal club che, invece di combattere punto per punto e ribattere alle accuse (come avremmo preferito tutti noi), ha scelto la politica del patteggiamento, dell’ “accettiamo la pena, ma ora siamo cambiati e siamo diversi dai cattivi di prima, quindi voltiamo pagina e lasciateci in pace”. Una strategia, ripeto, che non credo sia nata con Cobolli Gigli, e che non credo nemmeno sia nata all’interno di un ambito esclusivamente sportivo. Non credo che un presidente appena eletto e senza “poteri” più grandi (come chessò un Sant’Albano) extrasportivi avesse insomma l’autorità e la forza da poter decidere, da solo, questioni così vitali (anche per il patrimonio della Società e degli azionisti, e mi riferisco a quelli “grandi”, con centinaia di milioni di euro in ballo). Erano probabilmente scelte “più grandi di lui”, un gioco a scacchi giocato nei piani alti. Non me la sento perciò di condannarlo per responsabilità che evidentemente non ha, così come non mi pare corretto che si usi un “parafulmine” vendendo favole. Non è tutta colpa sua.. Ciò detto, e torniamo alla cronaca, era già da un pò di tempo che si era cominciato a disegnare sulla carta un riassetto che prevedesse l’uscita di scena del presidente, oltre che quello di Giampiero Montali. Da questa estate, per la precisione, quando l’uomo designato a prendere il posto dell’ex tecnico della Nazionale di pallavolo (destinato a lasciare la Juventus, come anticipato da relativa “cinguettata”) sembrava dovessere essere Beppe Marotta, corteggiato fino alla lite con Garrone, ma non abbastanza da portarlo subito a Torino subito.

    Cobolli Gigli aveva cominciato ad avere dei dissidi personali con Jean-Claude Blanc (così si mormora..) da qualche mese, ed aveva già da un pò di tempo cominciato a guardarsi attorno, cercando di nuovo qualche contatto, mai perso, col mondo dell’editoria. Ieri è arrivata l’ufficializzazione del “cambio” da parte di John Elkann in persona. Lo saluto e lo ringrazio, perciò. Non è stato un presidente da ricordare, ma nemmeno da insultare. Ma guardiamo avanti. Per conoscere gli altri cambiamenti del CdA bisognerà aspettare il 12 ottobre: per Tuttosport ci sarà l’ingresso di due figli “d’arte” come Giugiaro Jr. e Grande Stevens Jr., mentre per Sky sono possibili gli ingressi di Giovanni Minoli (quello di Mixer e La Storia Siamo Noi, si) e della Christillin. Aspetterei per capirne un pò di più, anche perchè John Elkann parla di “confusione” fatta sui giornali, quasi a voler preannunciare qualche sorpresa. In ogni caso andrà rivisto il “Comitato Sportivo”, attualmente composto solo da Montanaro e Blanc (e quindi ormai di fatto inutile), e andrà rivista anche la procedura operativa per gli acquisti, se è vero che, come si dice a Torino, c’era bisogno dell’approvazione formale sia del Presidente che dell’Amministratore Delegato per gli acquisti di una certa importanza (un metodo scelto per “controllare” eventuali abusi di potere “Moggiani” col sistema della firma congiunta di due cariche separate, e con l’approvazione formale anche del Comitato Sportivo, per gli acquisti faraonici). Con la riunione delle tre cariche e lo svuotamento dell’organo consultivo, potrete bene intuire, tutto il potere esecutivo passa nelle mani di una sola persona, Jean-Claude Blanc, che, sebbene già in pratica “facesse tutte cose lui”.., ora potrà farlo anche “in teoria”. Una responsabilità molto grande, ma evidentemente c’è tanta fiducia in lui. Di recente, il francese ha ottenuto un bonus per il raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati (sia in sede sportiva che amministrativa), ed è in trattativa con una serie di sponsor che – si dice – porteranno valanghe di soldi alla Società bianconera.

    Sembra passata una vita da quando, durante la presentazione di Ciro Ferrara, l’AD – stizzito dalle domande su Marotta – glissava ferocemente e rianalizzava tutti i successi personali quasi a voler lanciare un messaggio, diretto ed indiretto al tempo stesso, di potercela fare “da solo”. Era un Blanc sotto pressione, quello. Pronto ad esplodere. Che si assunse contro il parere di tantissimi suoi “sottoposti” l’onere e la responsabilità dell’esonero di Ranieri, e che capì, probabilmente, che avrebbe dovuto cominciare a fare le cose “in prima persona” perchè era in ballo persino la sua posizione. Invece di esplodere però è venuto fuori il carattere e l’operatività che da sempre lo caratterizzano, e per i quali era famoso. Quasi cinque mesi dopo siamo infatti alla conclusione di questo percorso in cui si è visto un Blanc nuovo, deciso, “aggressivo”, impegnatissimo, mettere a segno una ottima campagna acquisti, presentare un ottimo bilancio con ottimi ricavi e far tornare nella gente l’impressione che la Juventus sia “forte”, e che sia tornata quella mentalità da vincenti (sconfitta e critiche di Palermo a parte) che probabilmente un pò si era persa negli anni passati. Spetterà a lui continuare sull’ottimo lavoro di questi ultimi mesi, e l’augurio è che possa raccogliere i frutti del suo lavoro non solo a livello economico, ma anche sportivo. Ogni altro commento lo rimando al 12 ottobre prossimo. Sono curioso anche io, molto.
    [via: uccellinodidelpiero.com]

  • La Juventus nelle mani di Jean Claude Blanc. Sarà presidente e dg in attesa di Marotta e… Cassano?

    La Juventus nelle mani di Jean Claude Blanc. Sarà presidente e dg in attesa di Marotta e… Cassano?

    Giovanni Cobolli GigliLunedi il presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli abdicherà dopo 3 anni e 4 mesi in favore dell’attuale direttore generale Jean Claude Blanc. L’attuale presidente balzato ai vertici della Vecchia Signora durante Calciopoli è riuscito nel suo compito di esser traghettatore nelle difficoltà riportando la Juventus ai vertici nel calcio in Italia e nelle competizione europee che piu le competono.

    La proprietà attraverso John Elkann comunicherà il nuovo cda che dovrebbe vedere le new entry di Fabrizio Giugiaro e Riccardo Grande Stevens e appunto l’estromissione dell’attuale presidente Cobolli Gigli, il quale con la solita signorilità commenta augurando sempre il meglio della Juventus. Il nome nuovo del calcio Blanc sarà il timoniere della nuova Juventus svolgendo per il momento la doppia carica di amministratore delegato e direttore generale nell’attesa che quest’ultima carica sia assegnata.

    La società sembra stia corteggiando il principale protagonista del miracolo doriano Giuseppe Marotta, questo però vorrebbe dire aspettare la fine di questo campionato oppure prediligere la scelta interna promuovendo Alessio Secco da ds a dg. Riuscire a prendere Marotta però potrebbe agevolare l’arrivo di Antonio Cassano che nella Juventus è stimatissimo ed è considerato l’ideale sostituto di Alessandro Del Piero sia in termini di classe che temperamento.