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  • Ibrahimovic alla Juve: Nedved apre, Elkann chiude

    Ibrahimovic alla Juve: Nedved apre, Elkann chiude

    L’ipotesi in questione era stata paventata da Pavel Nedved in persona, un uomo certamente autorevole in casa Juventus, se non altro per il ruolo ricoperto attualmente, ossia uomo di fiducia del presidente Andrea Agnelli e membro del consiglio di Amministrazione bianconero. Senza considerare, poi, l’importanza del suo passato juventino, da giocatore “Furia Ceca”, protagonista e leader in campo nella Juventus della seconda era Lippi dei primi anni duemila, poi ancora nella squadra di Fabio Capello del pre-Calciopoli, passando per l’anno di purgatorio in serie B e per la seguente risalita nella massima serie con Deshamps in panchina, e poi ancora per gli anni in chiaroscuro di Ranieri, Ferrara e Zaccheroni. Pavel Nedved ha rappresentato un pezzo fondamentale della storia juventina, ed ancora oggi il suo parere appare essenziale e di tutto rispetto nell’ottica delle strategie societarie e, per questo, le sue dichiarazioni a proposito di Zlatan Ibrahimovic rilasciate alla trasmissione di Italia Uno “Undici” potevano rappresentare un “indizio” significativo a proposito dell’interesse della Juventus per un clamoroso ritorno dello svedese.

    Pavel Nedved aveva, infatti, affermato che un giocatore come lo svedese è all’altezza dei migliori top player in circolazione, paragonandolo a Messi e Cristiano Ronaldo, e affermando come la sua decisività in fase realizzativa potesse essere un elemento molto importante per rinforzare l’organico di Conte. Parole che, da subito, si erano rincorse sul web lasciando trapelare l’ipotesi di una clamorosa operazione di mercato in Estate, con il benestare di Mino Raiola – procuratore di Ibrahimovic oltre che ex agente di Pavel Nedved – e dello stesso svedese, che risulta essere scontento al Paris Saint Germain. Nell’intervista rilasciata alla trasmissione Mediaset, poi, Pavel Nedved ha speso parole di grande elogio per il lavoro fin qui svolto da Antonio Conte, elogiandone la pragmaticità e la concretezza oltre che lo spirito che ha saputo trasmettere alla squadra, confermando le doti da “guida in campo” che aveva già da calciatore, ma arrivando oltre le più rosee aspettative dello stesso Nedved, da sempre suo amico ed estimatore.

    Ibrahimovic alla Juve, Elkann dice no Ramos/Getty Images
    Ibrahimovic alla Juve, Elkann dice no Ramos/Getty Images

    Ma, a proposito dell’intervento di Pavel Nedved e del lavoro svolto da Antonio Conte come guida del gruppo juventino, è intervenuto il presidente Fiat John Elkann, che ha affrontato anche l’argomento Zlatan Ibrahimovic. Secondo il cugino del presidente Andrea Agnelli, infatti, è da escludere categoricamente un ritorno di Ibrahimovic alla Juventus, ed in questo le sue parole sembrano rispecchiare fortemente il sentimento del popolo bianconero, che pur riconoscendo i valori tecnici di Ibra non gli ha mai perdonato il “tradimento” dell’Estate 2006, quando lasciò la Juventus appena retrocessa in serie B dalle sentenze Calciopoli per trasferirsi all’Inter, l’acerrima rivale.

    Inoltre, il presidente Fiat ha sottolineato un altro aspetto importante e condivisibile legato alle caratteristiche di Ibrahimovic in campo considerando che si tratta, perlopiù, di uno straordinario solista che potrebbe stridere con l’essenza peculiare della squadra costruita da Conte, che è “un grande collettivo”.

    Sul “no” di John Elkann, poi, pesa sicuramente anche una non marginale considerazione di carattere economico alla luce dell’ingaggio attualmente percepito al Psg dallo svedese, che si aggira sui 12 milioni di euro stagionali: una cifra che la Juventus non è assolutamente disposta ad elargirgli una cifra che risulta essere doppia rispetto all’ingaggio del capitano Gigi Buffon che guadagna 5 milioni di euro.

    La “sentenza” del “no” a Ibrahimovic, dunque, sembra essere senz’appello.

  • John Elkann: “La Juve vuole scudetto e Champions”

    John Elkann: “La Juve vuole scudetto e Champions”

    La sconfitta contro la Roma di sabato sera allo stadio Olimpico è apparsa tutto sommato indolore per la Juventus, o perlomeno più digeribile, soprattutto grazie ai contemporanei passi falsi delle inseguitrici principali, ossia Napoli e Lazio, fermate rispettivamente dal pareggio interno con la Sampdoria di domenica pomeriggio e dalla pesante sconfitta di ieri sera contro il Siena. Ecco perchè, nonostante l’impressione di una brutta battuta d’arresto e di una prestazione stanca e opaca da parte della Juventus, il presidente Fiat, oltre che nipote dell’Avvocato Agnelli e cugino del presidente bianconero Andrea, John Elkann non perde l’entusiasmo e, in un’intervista rilasciata al Tg1, afferma con convinzione e senza scaramanzia quelli che sono gli obiettivi stagionali per la squadra. La sconfitta contro la Roma, secondo John Elkann, dev’essere uno stimolo per guardare avanti con maggiore convinzione nei propri mezzi, per dare un’ulteriore spinta al gruppo bianconero verso i propri traguardi. Questo perchè la battuta d’arresto dell’Olimpico deve far riflettere sulle sue “cause generatrici”, sul perchè è maturata: aspetti sui quali mister Antonio Conte aveva focalizzato l’attenzione già nell’immediato post-partita rilasciando i suoi commenti a caldo. Di certo, se la Juventus non gioca da squadra, da collettivo, non può impensierire nessuno e finisce per snaturarsi, perdendo il proprio valore aggiunto che finora le ha permesso di essere protagonista, in Italia ed in Europa.

    John Elkann: "La Juve punta a scudetto e Champions" | © GIUSEPPE CACACE/Getty Images
    John Elkann: “La Juve punta a scudetto e Champions” | © GIUSEPPE CACACE/Getty Images

    A tal proposito, il presidente Fiat John Elkann sottolinea la grande vittoria di Glasgow in Champions League, quando contro una squadra comunque ostica come il Celtic ed in un ambiente non facile come quello dello stadio scozzese, la Juventus ha giocato da squadra ed ha ottenuto una grande prestazione, oltre che una larga vittoria, affermando che: “non c’è dubbio che quando la Juventus gioca da squadra vince, e contro il Celtic la settimana scorsa ha dato la migliore dimostrazione di questo”.

    Grandi meriti per quanto costruito finora sono, ovviamente, da attribuire al tecnico Antonio Conte, premiato proprio ieri a Coverciano con la panchina d’oro come migliore tecnico della scorsa stagione 2011/2012 ed, in tal senso, il presidente John Elkann spende parole molto importanti nei suoi confronti, guardando all’orizzonte futuro oltre che presente e “blindando” il tecnico in bianconero, sottraendolo di fatto dalle “grinfie” delle grandi d’Europa  che, secondo le voci diffuse in questi giorni, avrebbero intenzione di corteggiarlo per tentare di strapparlo alla Juventus nella prossima stagione: “Conte è e resterà alla Juventus, perchè abbiamo ancora tanto da vincere con lui”, sottolineando, poi, quelle che a suo avviso sono le doti principali del tecnico bianconero “Conte ha carattere, ama vincere e sa come gestire al meglio una squadra”.

    Parole che non lasciano spiragli di diverse interpretazioni e che rassicurano i tifosi bianconeri, ai quali il presidente John Elkann regala un’ulteriore frase ad effetto, se non nella forma senz’altro nei contenuti, ed alla precisa domanda che gli viene posta a proposito delle sue preferenze tra la vittoria del campionato o della Champions League in questa stagione, John Elkann risponde perentorio: “tutte e due”.

    Obiettivo “double”, dunque, anche se per molti tifosi ciò può essere occasione di scaramanzia.

  • La Juve non ci sta, Alessio attacca l’Inter: impari a vincere

    La Juve non ci sta, Alessio attacca l’Inter: impari a vincere

    Alla vigilia del match di Champions League contro il Nordsjaelland che può essere decisivo per il futuro cammino della Juventus verso la qualificazione agli ottavi, Juventus-Inter è ancora di attualità trovando ampio spazio fra gli argomenti toccati  nella conferenza stampa pomeridiana “imposta” dall’Uefa, che ha interrotto il silenzio pre-partita delle ultime due vigilie di campionato, ed in cui mister Angelo Alessio attacca l’Inter rispondendo a tono ai veleni dei giorni scorsi.

    Contrariamente ai toni pacati e poco incisivi solitamente adoperati, il vice di mister Conte sceglie di non nascondersi dietro le parole e commenta in maniera molto critica le accese polemiche montate in casa Inter sull’arbitraggio di Tagliavento, facendo riferimento soprattutto al gol in fuorigioco concesso a pochi secondi dall’inizio del match, ed alla mancata espulsione di Lichtsteiner. In tal senso, Alessio rispolvera una frase adoperata qualche tempo fa da John Elkann, che affermava ironicamente come l’Inter non fosse ancora abituata a vincere, e decide di riproporla affermando che “bisogna saper vincere, senza parlare di arbitri”, specificando ulteriormente il concetto con un esempio che si riferisce ad Inter-Juventus dello scorso campionato, quando a Claudio Marchisio venne negato un vistoso calcio di rigore per fallo di Castellazzi, precisando che – in quell’occasione – la Juventus scelse la strada della “non polemica”  senza ritenere che quella decisione fosse “voluta” ed evitando, così, facili illazioni circa la malafede dei direttori di gara.

    Angelo Alessio attacca l’Inter in conferenza stampa | © JONATHAN NACKSTRAND/AFP/Getty Images

    Secondo Angelo Alessio, dunque, è necessario evitare la gogna mediatica per la classe arbitrale in occasione di errori, più o meno gravi, perchè soltanto evitando di “pensar male” e lasciando lavorare gli arbitri in serenità sarà possibile trarne beneficio. Anche Leonardo Bonucci, presente in conferenza stampa, si aggrega all’opinione espressa da mister Alessio e sottolinea l’importanza di evitare le facili polemiche, in particolar modo da parte di una società come la Juventus che – a suo avviso – ha saputo distinguersi negli ultimi difficili anni, “in cui è stata messa all’angolo senza vere e proprie colpe”, ricorrendo al proprio stile, senza cadere nella trappola di sterili ed inutili polemiche che non permettono di godere del bello di questo sport.

     

    Chiuso il capitolo della difesa-attacco in merito alle questioni arbitrali, la conferenza stampa di Angelo Alessio ha, poi, fornito interessanti spunti inerenti le questioni prettamente di campo: secondo il vice di Conte, infatti, il principale errore nella prestazione bianconera di sabato scorso è stato l’eccessivo numero di passaggi sbagliati, oltre che la mancanza di concretezza sotto porta che ha impedito di realizzare, nei primi venti minuti, il possibile 3-0. Errori in fase offensiva che, soprattutto in Champions League, dovranno essere accuratamente evitati anche se, secondo Alessio, il problema-gol non è eccessivamente preoccupante perchè la squadra riesce a creare diverse occasioni.

    Tuttavia, si è avvertita la necessità di cambiare qualcosa negli interpreti in campo, anche alla luce del pesante forfait di Vucinic. Al contrario di quanto si poteva ipotizzare in precedenza, contro il Nordsjaelland il danese Niklas Bendtner  partirà dalla panchina, lasciando il posto da titolare ad Alessandro Matri – che era inutilizzato da tre partite – al fianco diuno fra Giovinco e Quagliarella”: Alessio non scende nei dettagli per spiegare tale decisione, limitandosi ad affermare che “Antonio sceglie i giocatori d’attacco di volta in volta, per questa partita ha pensato di fare giocare Matri”.  L’imperativo è, comunque, la vittoria: per sperare di proseguire l’avventura europea e per voltare pagina, archiviando in fretta la delusione ed i veleni di Juve-Inter.

  • Marco Travaglio contro Agnelli e “Berlusconte”

    Marco Travaglio contro Agnelli e “Berlusconte”

    La dura conferenza stampa di Antonio Conte e dei suoi legali il giorno dopo la sentenza della Corte d’Appello continua a far parlare scomodando chi per professione e attinenze è spesso apparentemente lontano dal “ludico” mondo del calcio. I toni perentori, la rabbia del mister della Juventus per molti è comprensibile se paragonata all’ingiustizia scritta nelle 13 pagine della sentenza. Per altri nonostante Antonio Conte avesse ragione da vendere i toni e le parole usate in conferenza stampa non sono state ritenute adeguate al blasone del club che lo ospitava e che ha deciso di appoggiarlo. Un ultima parte, a dir la verità più esigua, difende l’operato dei giudici criticando Andrea Agnelli e Antonio Conte per l’ennesima protesta.

    Di questa ultima frangia fa parte Marco Travaglio che questa mattina ha deciso di dedicare l’editoriale de Il Fatto Quotidiano proprio ad Andrea Agnelli ed Antonio Conte scrivendo una fantomatica lettera a John Elkann dicendosi vergognato, da juventino, del teatrino orchestrato dall’attuale società. Di seguito vi riportiamo qualche stralcio del lungo editoriale:

    Marco Travaglio critica Antonio Conte e Andrea Agnelli | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    “Gentile John Elkann, Le scrivo da appassionato di calcio, ma soprattutto da juventino che aveva appena smesso di vergognarsi di esserlo dopo la dipartita di Moggi & C. grazie allo scandalo di Calciopoli. Ora, se possibile, gli juventini perbene, che hanno iniziato a tifare ai tempi di Boniperti, Trapattoni, Zoff, Scirea, Gentile, Cabrini, Tardelli, Platini, e anche di Conte, quando la società indossava un certo “stile”, sono costretti a vergognarsi ancor più di prima. Mai infatti, nemmeno negli anni bui di Calciopoli, la Juventus si era spinta a tanto: manipolava arbitri e campionati, ma non negava alla giustizia sportiva il diritto di fare il suo dovere. Oggi invece Suo cugino – il signorino Andrea, che porta il cognome francamente eccessivo degli Agnelli – ha trasformato la società in una succursale del Pdl: da mesi insulta la Federazione di cui è uno dei soci più autorevoli e demolisce le regole e le istituzioni della giustizia sportiva, quasi fossero frutto di un complotto planetario contro la Juve, decise all’insaputa del club più potente d’Italia. Ma non sempre: solo quando danno torto alla Real Casa.

    Se la giustizia sportiva respinge i ricorsi per riottenere gli scudetti inquinati e dunque revocati, è una congiura e scattano addirittura le denunce civili per risarcimento danni (tanto la tremebonda Figc, che per molto meno ha deferito giocatori e dirigenti di altri club, porge l’altra guancia). Se condanna Conte in primo grado e in appello – fra l’altro per vicende cui la Juve, una volta tanto, è estranea – è “caccia alle streghe” o, per dirla con Berlusconte, i giudici sono “t i fo s i ” e “pappa e ciccia” con i testi d’accusa (ma non aveva chiesto di patteggiare su consiglio dei legali della società? S’è mai visto un innocente che patteggia?).”

  • Juventus festa a Villar Perosa. Elkann punzecchia Zeman

    Juventus festa a Villar Perosa. Elkann punzecchia Zeman

    E’ finita con il risultato di 5 a 1 la classica amichevole di Villar Perosa tra la Juventus A e la Juventus B. Un appuntamento immancabile nell’estate bianconera, condito ancora una volta da dichiarazioni forti. Una volta era Gianni Agnelli a rilasciarle, adesso invece è toccato al nipote John Elkann che stavolta ha preso di mira Zdenek Zeman, allenatore della Roma che nei giorni scorsi aveva lanciato frecciatine ai bianconeri ed in particolare al loro allenatore Antonio Conte.

    Ha vinto più Carrera in una partita che lui in una carriera” ha affermato Elkann, riprendendo una frase già in voga da subito dopo la Supercoppa Italiana vinta contro il Napoli. E proprio all’indirizzo dei partenopei sono indirizzate le altre stoccate del dirigente piemontese, spiegando come sia mancato il cosiddetto spirito olimpico con l’assenza alla premiazione di Pechino. Andrea Agnelli invece si è soffermato sul mercato, non sbilanciandosi tuttavia su chi sarà il giocatore che completerà il reparto avanzato dei bianconeri.

    Ha parlato poi della maglia numero 10, dribblando però le domande dei cronisti con un “al momento giusto andrà sulle spalle di qualcuno”. Ha parlato anche Gigi Buffon, il quale ha donato una maglia a John Elkann, gettando acqua sul fuoco rispetto alle polemiche con Zdenek Zeman e indicando la stampa come mezzo di strumentalizzazione delle dichiarazioni. Ha poi confidato di sentirsi spesso, specie via sms, con Alessandro Del Piero.

    Agnelli, Conte ed Elkann © Valerio Pennicino/Getty Images

    Per quanto riguarda la partita invece Carrera ha schierato dal primo minuto un undici formato da Buffon tra i pali; Lucio, Bonucci e Rugani in difesa; Padoin, Pazienza, Pogba, Giaccherini e De Ceglie a centrocampo con Quagliarella e Matri in avanti. Inizio migliore per la squadra A che sfiora il gol con Matri, due volte, e Pogba, prima di trovare il vantaggio al 25’ con una punizione di Quagliarella.

    Nella ripresa Carrera rivoluziona la squadra dando spazio, nella formazione A, a tanti giovani oltre ai vari Storari, Vidal, Marchisio e Giovinco. Al 12’ il raddoppio con Pogba, ottima la sua prova, che lancia Matri il quale non sbaglia. Bonatini rimette in carreggiata la squadra B al 18’ ma appena un minuto dopo Giaccherini cala il tris con un bel tiro dal limite. Un tiro a giro sul secondo palo di Giovinco e un gol di Ruggiero nell’angolino basso firmano il 5 a 1 definitivo.

  • Juventus, inaugurato il J-Museum

    Juventus, inaugurato il J-Museum

    Tempismo impeccabile, senza alcun dubbio: dopo la festa per il trionfo in campionato, la Juventus celebra se stessa e la sua storia gloriosa nel Museo della propria casa, lo Juventus Stadium: uno spazio interamente bianconero, in cui trasuda lo spirito della società, in cui si respirano i 115 anni di storia del club. L’inaugurazione di ieri è stata l’ennesima celebrazione dello scudetto appena conquistato, con la presentazione della coppa tricolore che va ad aggiungersi agli altri trofei già in bacheca, e la squadra bianconera al gran completo, insieme ad alcune vecchie glorie di rilievo, da Edgar Davids a Ciro Ferrara, da Stefano Tacconi ad Antonello Cuccureddu, da Fabrizio Ravanelli a Massimo Mauro, Moreno Torricelli, Roberto Bettega, Pietro Anastasi e tanti altri.

    Al completo, poi, anche la dirigenza della società, con in testa in presidente Andrea Agnelli, che definisce con orgoglio la Juventus come “una delle quattro potenze d’Europa”, ma anche l’amministratore delegato Beppe Marotta, il consigliere Pavel Nedved, il presidente dello J-Stadium Paolo Garimberti (presidente Rai, ndr), oltre che John Elkann presidente della Fiat e dell’Exor – titolare del pacchetto di maggioranza della Juventus S.p.A. – che si è detto “colpito per gli stimoli che questo museo può dare, per tutti i grandi momenti che la Juve ha dato e per la solidità che la squadra ha mostrato nel corso della sua storia”.

    Inevitabile, dunque, che nel giorno dell’ennesima parata bianconera le dichiarazioni dei presenti fossero all’unisono rivolte a celebrare la straordinaria cavalcata degli uomini di Antonio Conte, ma anche già proiettate alla finale di Coppa Italia contro il Napoli, che potrebbe regalare subito un trofeo da aggiungere alla suggestiva stanza dei trofei del museo: un locale già ricco di coppe scintillanti, ma anche di video vintage in perfetto connubio con la più recente tecnologia interattiva, che rende possibile vivere le partite a contatto virtuale con le glorie della storia juventina. Il museo, poi, presenta anche una sezione dedicata alla tragedia dell’Heysel del 1985, con un totem in ricordo delle 39 vittime ed, in tal senso, alla cerimonia di inaugurazione erano presenti anche i loro parenti.

    A celebrazione delle glorie juventine, invece, è stata adibita una speciale hall of fame, con i plastici degli stadi in cui la Juventus è scesa in campo, e con le maglie dei 36 giocatori bianconeri che hanno collezionato più presenze, fra cui spicca, naturalmente, il recordman assoluto, il simbolo della storia, Alessandro Del Piero, a quota 704.

    Da ricordare, poi, anche la sezione dedicata ai Pallone d’Oro dei giocatori bianconeri, con l’ultimo – in ordine cronologico – conquistato da Pavel Nedved nel 2003, ma anche la stanza dei “palloni storici”, in cui compare, naturalmente, anche quello dell’ultimo scudetto conquistato.

    John Elkann e Andrea Agnelli | © Giuseppe Cacace/Getty Images

    Un museo di sicuro interesse per i tifosi, che rappresenta una celebrazione di quanto è stato, e di quanto sarà, mantenendo fermi i passaggi cruciali della storia della società, che verranno riproposti dall’enciclopedia interattiva, che racconta tutte le tappe della squadra, con un inevitabile riferimento anche alla parentesi Calciopoli, impresso anche su un pannello speciale, che riporta la frase eloquente “Dal Paradiso all’Inferno e ritorno”, per non dimenticare.

    Lasciando il passato alle spalle e guardando al futuro, però, il tempio della storia bianconera appare come un ulteriore tassello per portare la Juventus a competere, anche a livello di brand, con le grandi del calcio europeo, regalandosi uno spazio autocelebrativo ma, soprattutto, un’ulteriore fonte di guadagni sicuri, da associare ai diversi sold out stagionali dello Stadium.

    L’ulteriore crescita della Juventus passerà, dunque, anche da qui e, da oggi pomeriggio alle ore 14, dopo l’inaugurazione di ieri, il Museo sarà aperto ai tifosi-visitatori che ne rappresenteranno, come sempre, il vero cuore pulsante.

  • De Ceglie sprona la Juventus: ora vinciamole tutte

    De Ceglie sprona la Juventus: ora vinciamole tutte

    Ha da poco rinnovato il suo contratto con la Juventus, legandosi per altri cinque anni, fino al 2017, al club bianconero nel quale è cresciuto calcisticamente, compiendo la trafila che conduce dai settori giovanili alla prima squadra, insieme al suo amico e compagno di squadra Claudio Marchisio: Paolo De Ceglie da Aosta, classe 1986, è uno dei volti “made in Juventus” della squadra di Antonio Conte e, pertanto, è attualmente proiettato totalmente sul campionato della sua squadra, con l’obiettivo di continuare a far bene nella presente stagione, con l’intento di “vincerle tutte, senza guardare in casa d’altri”, coerentemente con quanto ha dichiarato ieri anche l’azionista di maggioranza della Juventus, John Elkann, che ha incitato la squadra a non mollare nè in campionato nè in Coppa Italia, in prospettiva della finale di Roma.

    Il terzino bianconero, dunque, risponde all’orientamento complessivo della compagine bianconera, emerso ancor con più forza dopo l’ ormai celebre arringa di Antonio Conte nell’allenamento di ieri a Vinovo, sostenendo che “il morale della squadra ora è alto perchè i risultati in questo momento stanno arrivando, ma dobbiamo contribuire a tenerlo alto con i risultati”.

    A proposito dei diretti avversari del Milan, De Ceglie parla dell’ eliminazione dei rossoneri dalla Champions League, per mezzo del Barcellona: l’esterno bianconero si definisce “dispiaciuto” ma rivela di non aver ancora idea di quali effetti possa generare sull’umore degli avversari. Se da un lato, infatti, potrà portargli beneficio dal punto di vista del risparmio di energie fisiche e mentali, dall’altro lato è anche vero che proseguire il cammino europeo avrebbe garantito una spinta positiva in termini di entusiasmo. Sempre in casa Milan, poi, Paolo De Ceglie commenta anche l’infortunio accorso ad Alexandre Pato, facendo riferimento anche alla sua esperienza personale, costellata di tanti stop per infortunio, che gli permette di capire “quanto difficile sia stare lontano dal campo”, ed in particolar modo in un momento tanto delicato della stagione.

    Paolo De Ceglie | © Getty Images

    In casa Juventus, però, l’attenzione è già tutta per la gara di sabato pomeriggio a Palermo, nella quale la Juventus “dovrà partire forte, iniziando con il piglio giusto”, perchè solo la continuità permetterà di continuare a sognare, continuando nel positivo percorso intrapreso, che non è frutto del contributo dei singoli, anche se eccellenti (da Del Piero a Vucinic a Vidal, ndr) ma è una sommatoria dell’ormai celebre spirito di gruppo, “che ha reso tutti decisivi”.

    In un’orchestra ben oliata, che pare funzionare alla perfezione, Paolo De Ceglie sta fornendo il suo contributo, step by step, conquistandosi di partita in partita uno spazio sempre più importante, passando dall’essere riserva all’essere una pedina importante nello scacchiere di Conte, soprattutto per la sua duttilità e la sua disponibilità al sacrificio, dote sempre apprezzata dagli allenatori.

    In tema di sogni, poi, inevitabile un riferimento alla maglia Azzurra per Paolo De Ceglie, soprattutto nell’anno degli Europei in Polonia ed Ucraina, il prossimo mese di Giugno; anche su questa tematica l’esterno valdostano sembra avere le idee molto chiare, dichiarando che “la Nazionale è un sogno per ogni calciatore, e soprattutto se si veste la maglia della Juventus si ha il dovere di coltivarlo”.

  • Elkann in tackle su Moratti “i consigli degli anziani vanno seguiti”

    Elkann in tackle su Moratti “i consigli degli anziani vanno seguiti”

    Si alza il tono dello scontro tra Inter e Juventus. I bianconeri dopo la conferenza stampa di Andrea Agnelli hanno cucito ulteriormente il legame con i propri tifosi che sin dal 2006 sognavano una dirigenza battagliera pronta a tutelare il club e le vittorie conseguite a loro dire sul campo e meritatamente.

    ©Giuseppe Cacace/Getty Images
    Il presidente ha illustrato le azioni del club per riavere i titoli revocati e chiedere pari trattamento a tutte le squadre interessate dal procedimento. Al momento l’Inter fa difesa ad oltranza e si limita a controbattere con il presidente. Il patron Moratti proprio nel post conferenza stampa suggerì ad Agnelli una bella vacanza rilassante, la risposta da parte bianconera non si è fatta attendere troppo ed è partita dalla bocca John Elkann questa volta La Juventus è stata molto coerente come sempre nel chiedere una parità di trattamento. Non è il nostro ruolo stabilire se sono tutti innocenti o colpevoli. Noto disagio intorno a noi, c’è chi ci dà consigli. Questo fa supporre che ci sia qualcosa da nascondere< /em> E’ chiaro che il tono dello scontro continuerà a salire per ogni grado di giudizio a cui la Juventus farà ricorso e dalle indiscrezioni una grossa mano arriverà anche dalla sentenza di primo grado del processo civile a Napoli dove per la fine di settembre è attesa la prima sentenza.

  • John Elkann punzecchia Buffon: “E’ un anno e mezzo che non gioca”

    John Elkann punzecchia Buffon: “E’ un anno e mezzo che non gioca”

    Nonostante le dichiarazioni di Gigi Buffon che sembravano aver sgombrato il campo dall’incertezza sul suo futuro prossimo, nelle quali affermava di voler restare certamente alla Juve, oggi giungono altre nuvole all’orizzonte, sulla scia di alcune dichiarazioni di John Elkann, azionista di maggioranza della Juventus e presidente della Exor.

    Buffon? e’ un anno e mezzo che non sta giocando“, riferendosi ai problemi fisici che il portierone ha avuto prima e dopo il Mondiale in Sudafrica che lo hanno portato all’operazione nella scorsa estate. Un’affermazione ben poco carina nei confronti del portiere che rappresenta uno dei fondamentali pilastri dello spogliatoio nonostante abbia forse accusato qualche difficoltà dal rientro in campo ad oggi, ma che ha sempre dimostrato attaccamento alla tifoseria ed alla squadra, oltre che senso di leadership, fondamentale riferimento per i compagni.

    Le dichiarazioni di Elkann sono state rilasciate a margine di un incontro con alcuni giovani, nel convegno “Crescere fra le righe”. I ragazzi, inoltre, hanno chiesto al membro di casa Agnelli di far ritornare grande la Juve acquistando un grande attaccante come Benzema. La risposta di Elkann, però, è stata la seguente: “Non è solo un giocatore che ci fa tornare grandi”, facendo riferimento anche al futuro piano di investimenti che la Juve sta approntando e che sarà ultimato a Giugno.

    In ultimo, parole anche per il tecnico Gigi Del Neri. I ragazzi gli hanno chiesto notizie a proposito del futuro allenatore della Juventus ed Elkann ha risposto, rivolgendogli un’altra domanda, fra il serio ed il faceto, come s’usa dire: “Ma perchè, Del Neri non vi piace?”

    Una domanda che lascia la questione ancora sospesa ma ormai manca poco per conoscere il destino del tecnico friulano.

  • Juve, Marotta e le sue idee, torna di moda Van Gaal

    Juve, Marotta e le sue idee, torna di moda Van Gaal

    È incredibile come in casa bianconera l’ incertezza possa regnare sovrana, il club più titolato d’ Italia ridotto ad una confusione totale, Delneri si se vince, Delneri no se perde, Mazzarri forse, Villas Boas magari e intanto già che ci siamo si sogna anche Van Gall.

    Ieri Delneri è stato incredibile in conferenza stampa arrivando anche a dire che la Juventus ha preso 6 gol in meno della passata stagione come se tutto il resto possa passare in secondo piano, oramai il tecnico di Aquileia ha già capito da tempo di non essere più l’ allenatore bianconero, ma un minimo di dignità e di rispetto verso la propria persona non avrebbe sicuramente guastato.

    Anche Beppe Marotta non perde occasione di aggiungere dichiarazioni fuori dalla normalità umana, ai microfono di Sky sport il factotum bianconero ha dichiarato che la dirigenza ha le idee chiare per quanto riguarda la panchina bianconera, ma forse il concetto di chiarezza per Marotta è alquanto diverso da quello  comunemente usato e conosciuto dai più.

    Mancini è ufficialmente sparito dai pretendenti, Spalletti costa più di Pastore, Mazzarri adesso che l’ Europa che conta per il club bianconero è svanita, tenterà di conciliarsi con De Laurentiis ed allora rimangono due nomi, il primo urlato con insistenza dai tifosi e cioè Antonio Conte ed il secondo sognato dalla dirigenza e cioè Louis Van Gaal.

    Tra chi dei due sarà il prossimo allenatore bianconero ancora non si sa, ma l’ unica cosa certa è che il tempo non è tanto ed una scelta dovrà essere fatta al più presto e nel frattempo i tanti tifosi juventini sperano che, tra il cricket e la formula 1, John Elkann possa ritagliarsi un po’ di tempo per la Vecchia Signora, una Signora tanta amata dal nonno Gianni ma da lui sicuramente trascurata.