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  • Joachim Low, l’ hooligans della telecamera

    Joachim Low, l’ hooligans della telecamera

    Tra le tante sfaccettature di questo Euro 2016 registriamo anche il complicato rapporto di Joachim Low, tecnico della Nazionale tedesca, e le telecamere.

    Infatti come ad ogni competizione di questa caratura che si rispetti c’è anche la componente mediatica che, amplificata, tende a trovare tante piccole sfaccettature che in gare normali probabilmente passerebbero inosservate.

    Abbiamo visto come per esempio nella gara dell’Italia ieri sera l’infortunio di Antonio Conte, sanguinante nel post festeggiamento al gol di Giaccherini (testata di Zaza da rosso diretto n.d.r.), abbia quasi preso più tempo in telecronaca rispetto all’infortunio di gioco occorso a Pellé prima del secondo gol azzurro. E dire che oggi è più serio il secondo del primo.

    Oppure, sempre ieri, quando nel post partita Buffon per andare ad esultare sotto il settore riservato ai tifosi italiani si sia appeso alla traversa della porta per poi volare con il sedere per terra in un tuffo tragicomico. Fatto che oggi passa nel web come una scanzonata figuraccia e gira per la rete facendo sorridere un po’ tutti.

    Joachim Low | Foto Twitter
    Joachim Low | Foto Twitter

    La vittima però più pizzicata è Joachim Low, che durante Germania-Ucraina nelle fasi concitate del match trova il tempo per “esplorarsi”. Ecco il video:

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    Il tecnico tedesco mette alla prova, in una sequenza “da semaforo”, i suoi sensi quali, tatto, vista e olfatto per capire cosa porti sotto i pantaloni. Il video nelle sue tante varianti è cliccatissimo ed è diventato virale. Diciamo che se la prima dei Campioni del Mondo a livello sportivo è abbastanza rivedibile con una squadra che ha dominato sul campo l’avversario ma che non è riuscita a pungere più di tanto, la prima di Low in questo Euro 2016 è invece da “bollino rosso” per il suo comportamento in panchina.

    Per il tatto è facile intuire o meglio sperare che il gesto sia dovuto a qualche prurito da tessuto, tuttavia per l’olfatto e la vista compreso il “ricordino” rimasto nelle mani non troviamo pudica giustificazione.

    Siamo certi che se per esempio la regia francese teneva sott’occhio Conte per la sua trance agonistica e per vedere i suoi atteggiamenti da generale in panchina, adesso la stessa regia transalpina avrà un occhio di riguardo anche per Joachim Low per “beccarlo” in altri atteggiamenti equivoci o di mal costume. un po’ come capitò ai pantaloni di Zinedine Zidane per tutta l’ultima edizione della UEFA Champions League.

  • Cristiano Ronaldo fa suo il Pallone d’Oro

    Cristiano Ronaldo fa suo il Pallone d’Oro

    Era il favorito della vigilia, tutti davano per certo il suo successo e così è stato, a conquistare il Pallone d’Oro 2014 è stato il portoghese del Real Madrid Cristiano Ronaldo.

    Cr7 conquista così il suo terzo pallone d’Oro andando ad eguagliare veri e propri miti del calibro di Michel Platini, Johann Cruijff e Marco Van Basten e avvicinandosi al suo storico rivale Leo Messi.

    Cristiano Ronaldo ed il Pallone d'Oro | Foto Twitter
    Cristiano Ronaldo ed il Pallone d’Oro | Foto Twitter

    Ronaldo che nella scorsa stagione ha alzato al cielo la Champions League con il suo Real Madrid, ha segnato 61 gol nell’anno solare, di cui 17 nella massima competizione europea, che hanno sicuramente pesato nel giudizio finale.

     

    Il portoghese ha ottenuto oltre il 37% dei voti, al secondo posto si è piazzato Leo Messi che ha surclassato di pochissimo il portiere del Bayern Monaco e della nazionale tedesca campione del mondo Manuel Neuer.

     

    Nel suo discorso di ringraziamento Cristiano Ronaldo ha voluto nominare la famiglia, l’allenatore i compagni di squadra, il presidente ed ha voluto far capire che è sempre più agguerrito per cercare di conquistare il trofeo anche nella prossima stagione ed agganciare Messi.

    La Germania, delusa dal 3° posto di Neuer ha avuto di che consolarsi portando a casa altri 3 premi: il pallone d’oro femminile con Nadine Kessler del Wolfsburg, toccante il suo ricordo di Junior Malanda giovane del Wolfsburg maschile morto sabato in un incidente stradale,  che ha battuto Wambach e Marta, e quello degli allenatori al maschile Joachim Low, sconfitti Ancelotti e Simeone, e per il femminile Ralf Kellermann.

    Il Puskas Award per il titolo del gol più bello dell’anno se lo giocavano James Rodriguez, Robin Van Persie e Stephanie Roche. A vincere è stato il colombiano Rodriguez grazie al gioiello realizzato negli ottavi di finale del mondiale brasiliano contro l’Uruguay.

    Un vero e proprio super team è l’undici selezionato come miglior squadra dell’anno: Neuer tra i pali, linea difensiva formata da Lahm, Thiago Silva, David Luiz e Sergio Ramos, a centrocampo un trio composto da Iniesta, Kroos e Di Maria ed un tridente d’attacco stellare, Messi, Cristiano Ronaldo e Robben. 

     

     

  • Brasile 2014: Mustafi e la sua favola divenuta realtà

    Brasile 2014: Mustafi e la sua favola divenuta realtà

    Il calcio riesce spesso a raccontare storie che hanno dell’incredibile, vere e proprie favole che capitano così all’improvviso e si concretizzano con il lieto fine, una di queste l’abbiamo vissuta proprio ieri sera, stiamo parlando di ciò che è accaduto al difensore tedesco della Sampdoria Shkordan Mustafi.

    Mustafi, dopo un buon campionato in maglia blucerchiata, si era meritato l’inserimento nella lista dei preconvocati del Ct Low ed aveva svolto la prima parte del ritiro insieme ai connazionali. Giunti però al momento delle scelte il selezionatore tedesco aveva deciso di scartare il giovane Shkordan che quindi non avrebbe dovuto far parte della spedizione della Germania a Brasile 2014.

    Il giovane difensore quindi si prepara per partire per le vacanze ma ecco che il destino ci mette lo zampino: nell’ultima amichevole di preparazione al mondiale contro l’Armenia Marco Reus si infortuna gravemente e deve dire addio alla manifestazione iridata e a questo punto la ruota decide di girare in favore di Mustafi.

    Stavo portando la macchina dal meccanico per alcuni lavoretti di manutenzione, sento squillare il telefono ed è Low, così scopro che sono il primo degli esclusi e che mi vuole portare ai Mondiali. Una sorpresa stupenda. Mi ha confessato che è stata dura lasciarmi fuori dall’elenco definitivo e mi ha detto che ha preferito portare me, un difensore, rispetto ad altri in altri ruoli perché sono pronto e perché si fiderebbe nel caso ci fosse necessità.

    Queste le parole piene di gioia e stupore pronunciate da Mustafi che quindi si trova così sul volo che porta la Germania in Brasile, con la speranza di giocare ma con la convinzione concreta di poter far parte del gruppo senza mai vedere il campo, così non è.

    Nella gara d’esordio contro il Portogallo, vinta dalla Germania per 4-0, al 72° Mats Hummels è costretto a lasciare il campo per infortunio e Shkordan ha così la sua chance di esordire al Mondiale. Il difensore della Sampdoria disputa un buono spezzone e nella gara successiva contro il Ghana gioca tutto il secondo tempo in sostituzione a Boateng. Con gli Usa di nuovo panchina mentre con l’Algeria, negli ottavi, arriva la chance da titolare per sostituire l’influenzato Hummels. La partita di Mustafi dura però solo 70 minuti in quanto un infortunio muscolare mette fine alla sua partita e al suo mondiale.

    Il selfie di Mustafi con Angela Merkel e la coppa
    Il selfie di Mustafi con Angela Merkel e la coppa

    A questo punto Mustafi può solo sostenere i suoi compagni che sconfiggono di misura nei quarti la Francia, distruggono 7-1 in semifinale il Brasile e arrivano alla grande finale di ieri sera contro l’Argentina.

    Una finale tesa, equilibrata che rimane in bilico sino al 113° quando Gotze tira fuori dal cilindro una magia e regala alla Germania la Coppa del Mondo.

    Mustafi può esultare, la favola ha avuto il lieto fine e lui, che nemmeno doveva esserci, può festeggiare a suon di Selfies, uno dei quali con la Cancelliera Angela Merkel, un trionfo tanto bello quanto inaspettato fino ad un mese fa.

  • Brasile 2014: Gotze regala la coppa del mondo alla Germania

    Brasile 2014: Gotze regala la coppa del mondo alla Germania

    Una partita tesissima, equilibrata, decisa da un gran gol nel secondo tempo supplementare di un giocatore entrato dalla panchina e molto criticato in patria per le prestazioni nelle gare precedenti: Mario Gotze.

    Il giovane attaccante del Bayern Monaco ha trovato, al 113°, il guizzo vincente sul gran cross di Schurrle, per superare Romero spezzando l’equilibrio e permettendo alla Germania di diventare per la quarta volta campione del mondo.

    Il capitano Lahm solleva la coppa
    Il capitano Lahm solleva la coppa

    Una nota di merito va a Schweinsteiger, giocatore indistruttibile, che nonostante una stanchezza dovuta ad una partita a tutto campo ed una ferita sotto l’occhio nel secondo tempo supplementare è voluto rimanere in campo e continuare a combattere.

    La delusione di questa finale ha un nome e cognome: Leo Messi.

    Il numero 10 argentino ha avuto l’occasione di diventare ancora più grande, di incidere il suo nome nella storia del calcio ma ha fallito, giocando una partita decisamente sottotono e fallendo una grande occasione ad inizio secondo tempo.

    Per quanto riguarda le formazioni, non ci sono novità, Low schiera il suo 4-3-3 con Klose centravanti appoggiato da Ozil e Muller, perde però Khedira che viene sostituito da Kramer.

    Sabella mette in campo i suoi con un 4-3-3 che si trasforma in 4-4-2 con Lavezzi che può agire sulla fascia ma anche appoggiare le due punte.

    Si parte e come prevedibile è la Germania a far la gara con l’Argentina pronta a colpire in contropiede. Al 20° gravissimo errore di Kroos nel retropassaggio di testa ma Higuain, dopo aver controllato bene il pallone, fallisce incredibilmente. Passano 10 minuti e Higuain segna ma il gol è annullato per fuorigioco dell’attaccante. E’sempre la Germania a fare la gara ma l’Argentina con le ripartenze veloci prova a spaventare i tedeschi. Low al 31° è costretto al cambio con Kramer stordito da un violento contrasto con Garay, che lascia il campo per Schurrle. Nel recupero del primo tempo Howedes colpisce un palo a Romero battuto con un colpo di testa su corner di Kroos, si va al riposo sullo 0-0.

    Si riparte con la sostituzione a sorpresa di Lavezzi, autore di un ottimo primo tempo, lasciato negli spogliatoi per far spazio ad Aguero. Al 47° subito occasione per Messi ma il suo diagonale è largo non di molto. 60°, la partita si mantiene in equilibrio senza grosse occasioni. Passa qualche minuto e la gara si accende a fiammate con i contrasti che si fanno anche più rudi. Niente da fare le due squadre non riescono a superarsi, si va ai supplementari.

    Pronti via e chance enorme per Schurrle ma Romero si salva d’istinto, al 97° risponde Palacio ma il suo pallonetto su Neuer esce. La Germania fa la gara ma l’Argentina è sempre pronta con il lancio lungo e contropiede ma nessuna delle due riesce a sbloccare la gara ed il primo tempo supplementare si chiude sullo 0-0.

    Mario Gotze
    Mario Gotze

    Nel secondo tempo supplementare la fatica sembra farla da padrona, i tedeschi si arrabbiano per due mancati gialli (che sarebbero diventati rossi) non sventolati da Rizzoli a Mascherano ed Aguero. Al 113° arriva la svolta della gara con Schurrle che dal fondo piazza la palla per Gotze che controlla e batte Romero per il vantaggio tedesco. L’Argentina si butta in avanti a testa bassa ma non produce nulla, l’ultima chance ce l’ha Messi ma la punizione calciata dalla Pulce finisce altissima. Dopo quasi 3 minuti di recupero Rizzoli fischia la fine certificando così il trionfo della Germania.

    In Germania si fa festa,è la vittoria di un gruppo compatto, di una nazionale che ha espresso buon gioco, guidata dall’ottimo tecnico Joachim Low.

     

    GERMANIA – ARGENTINA 1-0 (0-0 al 90°) (113° Gotze)

    GERMANIA (4-3-3): Neuer; Lahm, Boateng, Hummels, Howedes; Schweinsteiger, Kramer (31° Schurrle), Kroos; Muller, Klose (88° Gotze), Ozil (120° Mertesacker).

    Allenatore: Low.

    ARGENTINA (4-3-3): Romero; Zabaleta, Demichelis, Garay, Rojo; Perez (86° Gago), Mascherano, Biglia; Lavezzi (46° Aguero), Messi, Higuain (77° Palacio).

    Allenatore: Sabella.

    Arbitro: Rizzoli.

    Ammoniti: Schweinsteiger (G), Howedes (G), Mascherano (A), Aguero (A).

     

  • Brasile 2014: Settebello Germania è finale, Brasile distrutto

    Brasile 2014: Settebello Germania è finale, Brasile distrutto

    Una partita senza storia, una sfida che per le proporzioni del risultato rimarrà sicuramente negli annali del calcio, che la Germania partisse avvantaggiata nella semifinale di Brasile 2014, lo sapevamo già prima della gara anche viste le assenze nel Brasile di Thiago Silva e Neymar, ma che i tedeschi potessero arrivare a distruggere con un netto 7-1 i padroni di casa, era tutt’altro che pronosticabile.

    Una partita che non ha praticamente avuto mai storia, il Brasile ha aggredito i primi minuti poi i tedeschi hanno preso il largo e di lì in poi è stato un dominio teutonico ed un naufragio sudamericano.

    Per quanto riguarda le formazioni Scolari inserisce Dante al posto dello squalificato Thiago Silva e non volendo cambiare modulo (errore che sarà pagato caro) inserisce Bernard al posto di Neymar.

    Low non cambia modulo e schiera nuovamente Klose in attacco supportato da Ozil e Muller.

    Miroslav Klose
    Miroslav Klose

    Partenza aggressiva del Brasile nei primissimi minuti, anche se la Germania con alcune accelerazioni prova a spaventare i verdeoro. Al 11° la Germania passa in vantaggio, corner di Kroos, i difensori del Brasile vanno tutti al centro dell’area e sul secondo palo si trova solo Muller che di piatto deposita alle spalle di Julio Cesar. Il Brasile abbozza una reazione ma senza mai impensierire seriamente Neuer. Al 22° arriva il raddoppio della Germania con Klose che si fa respingere la prima conclusione da Julio Cesar ma si ritrova la palla li e fa gol, un gol storico che gli vale il record solitario nella storia dei gol mondiali. Passano solo due minuti e Kroos riceve un cross rasoterra di Lahm, con Muller che buca la conclusione, e trova il 3-0. Un minuto, solo un minuto, e Kroos ruba un pallone su un errore della difesa e dopo un uno-due con Khedira realizza la doppietta. Al 29° la Germania, che entra nella difesa brasiliana come il coltello caldo nel burro, trova anche la cinquina con Khedira che con facilità realizza. Il Brasile è a terra e non costruisce nulla sino al 45°, anzi sono i tedeschi a sfiorare più volte il 6-0.

    Si riparte con Scolari che inserisce Paulinho e Ramires per Fernandinho ed Hulk, Low da riposo ad Hummels per Mertesacker. Il Brasile riparte con la grinta con l’orgoglio e nei primi 10 minuti impensierisce Neuer che però è attento e respinge sfoderando un paio di interventi prodigiosi. Nonostante gli assalti del Brasile è Muller che sfiora il gol con un tiro a giro che viene salvato da Julio Cesar in corner. Al 69° arriva il sesto gol tedesco, Lahm entra in area e mette palla rasoterra per Schurrle che realizza la rete con un tocco facile facile. Dieci minuti di niente ed ecco che arriva la doppietta per Schurrle, palla scodellata in mezzo per il calciatore del Chelsea che calcia di prima, la palla sbatte sotto la traversa e si infila in gol. Nel finale, al 90° Oscar con una bella giocata in area si libera e batte Neuer per il gol della bandiera del definitivo 1-7.

    Low può così festeggiare e puntare dritto al Maracanà, mentre Scolari dovrà riflettere sugli errori commessi nelle scelte fatte che hanno causato per il Brasile una sconfitta storica che servirà da lezione per provare a rialzarsi.

     

    BRASILE – GERMANIA 1-7 (0-5) (11° Muller (G), 22° Klose (G), 24°, 25° Kroos (G), 29° Khedira (G), 69°, 79° Schurrle (G), 90° Oscar (B))

    BRASILE (4-2-3-1): Julio César; Maicon, David Luiz, Dante, Marcelo; Luiz Gustavo, Fernandinho (46° Paulinho); Bernard, Oscar, Hulk (46° Ramires); Fred (69° Willian).

    Allenatore: Scolari.

    GERMANIA (4-3-3): Neuer; Lahm, Boateng, Hummels (46° Mertesacker), Howedes; Schweinsteiger, Kroos, Khedira (76° Draxler); Muller, Klose (58° Schurrle), Ozil.

    Allenatore: Low.

    Arbitro: Rodriguez.

    Ammonito: Dante (B)

  • Brasile 2014: un super Hummels lancia la Germania in semifinale

    Brasile 2014: un super Hummels lancia la Germania in semifinale

    Un protagonista unico nel quarto di finale al Maracanà tra Francia e Germania: Mats Hummels.

    Il difensore centrale del Borussia Dortmund non solo ha firmato il gol della vittoria ma è stato praticamente insuperabile in difesa e quelle rare volte in cui i francesi sono riusciti ad andare al tiro c’ha pensato Manuel Neuer a chiudere la saracinesca.

    La Germania quindi mantiene la tradizione che la vede andare spesso lontano nei mondiali e si qualifica per la tredicesima volta, per la quarta consecutiva, ad una semifinale.

    La Francia conclude così la sua avventura mondiale, probabilmente poteva fare di più nel  primo tempo, l’aggressività messa in campo nella ripresa dimostra che forse giocando 90 minuti così il risultato poteva esser diverso.

    Deschamps nel suo 4-3-3 recupera Sakho e lo schiera al centro della difesa con Varane, in attacco il trio viene composto da Griezmann, Benzema e Valbuena.

    Anche Low mette in campo i suoi con il 4-3-3 ma decide di giocare con Klose centravanti affiancato da Muller e Ozil, in panchina va Gotze.

    Mats Hummels
    Mats Hummels

    Nei primi 10 minuti la partita la fa la Germania anche se l’occasione ce l’ha Benzema che calcia fuori. Al 12° la gara si sblocca, punizione di Kroos e colpo di testa vincente di Hummels, al secondo gol in questo mondiale. Al 25° protesta la Germania per una trattenuta in area su Klose non vista dall’arbitro. La risposta francese arriva al 33° ma Neuer prima su Valbuena e Hummels poi su Benzema salvano la porta tedesca.  Al 44° buon lancio di Pogba per Benzema che calcia troppo centrale, Neuer blocca. Il primo tempo si chiude sul 1-0 per la Germania.

    Si riparte senza cambi e con una Francia più aggressiva che protesta per un contatto Schweinsteiger-Griezmann, non giudicato falloso dall’arbitro. La Francia prova a far la gara ma non impensierisce quasi mai Neuer e quando può la Germania riparte in contropiede. I francesi ci provano ma sostanzialmente non riescono a creare niente di pericoloso, Deschamps allora al 73° si gioca la carta Remy per Cabaye, per spingere ma Hummels è un vero e proprio muro su cui sbatte l’attacco transalpino. Al 81° gran contropiede tedesco ma prima la manca Muller, poi Schurrle centra Lloris che salva i suoi. 87° altra occasione tedesca, Muller inventa un grande assist per Schurrle che però fallisce centrando in pieno il difensore avversario. Al 94° grande intervento di Neuer su conclusione di Benzema e le speranze francesi si spengono qua, in semifinale va la Germania.

     

    FRANCIA – GERMANIA 0-1 (0-1) (12° Hummels)

    FRANCIA (4-3-3): Lloris; Debuchy, Varane, Sakho (71° Koscielny), Evra; Pogba, Cabaye (73° Remy), Matuidi; Valbuena (84° Giroud), Benzema, Griezmann.

    Allenatore: Deschamps.

    GERMANIA (4-3-3): Neuer; Lahm, Boateng, Hummels, Howedes; Schweinsteiger, Khedira, Kroos (92° Kramer); Ozil (83° Gotze), Klose (68° Schurrle), Muller.

    Allenatore: Low.

    Arbitro: Pitana.

    Ammoniti: Khedira (G), Schweinsteiger (G).

     

  • Brasile 2014: il girone G con Germania, Portogallo, Ghana e Usa

    Brasile 2014: il girone G con Germania, Portogallo, Ghana e Usa

    Il Campionato del Mondo Brasile 2014 vede il girone G impegnate Germania, Portogallo, Ghana e Usa.

    GERMANIA

    Non ci sono stati problemi per la compagine tedesca a ottenere il pass per Brasile 2014. In un girone che prevedeva nella Svezia la maggiore antagonista, Neuer e compagni hanno dominato in lungo e in largo, concludendo al primo posto con 9 vittorie e 1 solo pareggio. Mattatore dei tedeschi è stato Mesut Ozil, capocannoniere con otto reti realizzate. Marco Reus, partendo spesso dalla panchina, ha messo a segno cinque reti. Semifinale all’Europeo 2012, terzo posto al Mondiale 2010 la formazione di Low si presenta in Brasile come la mina vagante della competizione. Parliamo di una squadra la quale racchiude il giusto mix di esperienza e di freschezza mista a classe. In tutti i reparti per il selezionatore ci sarà l’imbarazzo della scelta. Se non ci saranno le solite pecche dal punti di vista della personalità nei momenti decisivi, il 4-2-3-1 di Low potrà fare molto male.

    gruppo DJoachim Low è C.t. della Germania dal 2006, quando ottenne in casa il terzo posto al Mondiale giocato in casa come vice di Klismann. Prese le redini, ha trasformato in una macchina la squadra, capace di giocare bene e di portare a casa risultati. Non è, però, mai arrivato il successo finale a causa della mancata personalità necessaria per poter affrontare con la stessa spensieratezza  e freddezza gli appuntamenti che contavano. Ha già rinnovato il suo contratto fino al 2016, ma certamente non vorrà essere ricordato come un perdente di successo.

    In porta Neuer è una garanzia di affidabilità,  insieme a lui partiranno per il Brasile Roman Weidenfeller e Ron-Robert Zieler.

    In difesa Mats Hummels ha la pecca di essere un difensore molto statico. Philipp Lahm ha disputato una grandissima stagione con il Barcellona ed ha avutoil nuovo ruolo impostogli da Guardiola dicentro mediano davanti alla difesa. Risultato: Philipe sembrava aver sempre giocato in quella posizione, vedremo se Low ne terrà conto.Kevin Grosskreutz è una garanzia di affidabilità nel Borussia e sicuramente si saprà far valere anche ai Mondiali.Jerome Boateng è un difensore centrale che può anche disimpegnarsi sulla fascia destra. Per Mertesacker, nel giro della nazionale dal 2004, è un difensore roccioso di grande compattezza fisica.

    A centrocampo Mario Gotze è un centrocampista offensivo in passato, nel Borussia Dortmund, impiegato anche come trequartista, come esterno o ala; gioca spesso a centrocampo sapendo sfruttare le sue doti di incursore senza palla. Possiede una buona visione di gioco ed è anche abile nel dribbling. Il suo compagno di squadra Toni Kross è un regista dalla grande visione di gioco; sa ricoprire diversi ruoli: nasce trequartista ma può essere impiegato anche come esterno, seconda punta o centrocampista centrale. Bastian Schweinsteiger è un centrocampista completo, molto abile negli inserimenti ed a impostare il gioco: inoltre possiede un tiro molto potente e preciso dalla distanza; può ricoprire il ruolo di trequartista, mediano e centrocampista centrale. Marco Reus agisce da seconda punta ma può anche giocare da ala su entrambi le fasce. La velocità e il dribbling sono le sue armi principali; è prolifico in zona gol e non è da meno come assistman. Mesut Ozil fa dell’ottima visione di gioco e del passaggio smarcante le sue armi in più: ha un ottimo mancino ed è rapidissimo palla al piede. La sorpresa può essere  Julian Draxler che è cresciuto in maniera esponenziale, dotato di una polivalenza tecnica che lo renderà in grado in tutti i ruoli di trequartista.

    In attacco Mirosalv Klose arriva da una stagione non certo esaltante alla Lazio constellata da diversi problemi fisici che gli hanno fatto saltare diversi match, dalla sua ha l’esperienza di giocare queste manifestazioni.

    Ecco la lista dei convocati del C.t. Joachim Low

    Portieri: Manuel Neuer (Bayern Monaco), Roman Weidenfeller (Borussia Dortmund), Ron-Robert Zieler (Hannover 96)

    Difensori: Jerome Boateng (Bayern), Erik Durm (Dortmund), Kevin Grosskreutz (Dortmund), Benedikt Howedes (Schalke 04), Mats Hummels (Dortmund), Philipp Lahm (Bayern), Per Mertesacker (Arsenal), Shkodran Mustafi (Sampdoria).
    Centrocampisti: Julian Draxler (Schalke), Matthias Ginter (Friburgo), Mario Gotze (Bayern), Andre Hahn (Augsburg), Sami Khedira (Real Madrid), Toni Kroos (Bayern), Max Meyer (Schalke), Thomas Muller (Bayern), Mesut Ozil (Arsenal), Lukas Podolsky (Arsenal), Marco Reus (Dortmund), Andre Schurrle (Chelsea), Bastian Schweinsteiger (Bayern)
    Attaccanti: Miroslav Klose (Lazio), Kevin Volland (Hoffenheim)

    PORTOGALLO

    E’ dovuta passare per i playoff il Portogallo di Bento. Secondo dietro alla Russia. Agli spareggi ha eliminato la Svezia grazie alla sua stella Cristiano Ronaldo. Può essere la mina vagante cosi come le ultime edizioni di Europeo e Mondiale. Bento ha a disposizione calciatori di esperienza e di classe. La migliore posizione dell’ulitmo decennio è la finale persa all’Europeo 2004, mentre al Mondiale il risultato migliore ottenuto è il quarto posto del 2006; il Mondiale brasiliano è un nuovo banco di prova.

    Bento è C.t. del Portogallo dal 2009. Ottimo centrocampista che negli anni 90′ ha giocato con Oviedo, Benfica e Sporting Lisbona.

    In porta ci sarà Rui Patricio. Con lui in Brasile ci andranno Beto e Eduardo.

    In difesa ci saranno João Pereira, Pepe fresco campione d’Europa con il Real Madrid, Bruno Alves da anni nel giro della nazionale portoghese. Fábio Coentrão, impiegato in questa stagione da fluidificante della fascia sinistra da parte di Carlo Ancelotti.

    A centrocampo João Moutinho ha disputato una buona stagione nelle fila del Monaco. Miguel Veloso e Raul Meireles formeranno il terzetto che dovrà fare da diga.

    Cristiano Ronaldo in avanti è una forza della natura: mai nessuno aveva segnato tanto quanto lui in una Champions League, è lui che, praticamente da solo, ha sconfitto la Svezia nei playoff, è lui la vera arma del Portogallo. Nani è un giocatore fantastico come tempi di inserimento con e senza palla, ha la grande capacità di saltare l’uomo con molta facilità, ha gamba e corre molto. Helder Postiga vanta molte partite in nazionale: i suoi compagni gli chiedono, anche a lui, di fare più gol possibili.

    Ecco la lista dei convocati da parte del C.t. Beto

    Portieri: Beto (Siviglia), Eduardo (Braga) e Rui Patrício (Sporting)
    Difensori: André Almeida (Benfica), Bruno Alves (Fenerbahçe), Fábio Coentrão (Real Madrid), João Pereira (Valencia), Neto (Zenit), Pepe (Real Madrid), Ricardo Costa (Valencia).
    Centrocampisti: João Moutinho (Monaco), Miguel Veloso (Dinamo Kiev), Raul Meireles (Fenerbahçe), Rúben Amorim (Benfica) e William Carvalho (Sporting), Rafa Silva (Braga).
    Attaccanti: Cristiano Ronaldo (Real Madrid), Éder (SC Braga), Hélder Postiga (Lazio), Hugo Almeida (Besiktas), Nani (Manchester United), Varela (Porto) e Vieirinha (Wolfsburg)

    GHANA

    Pass Mondiale decisamente sudato per il Ghana, è stato infatti necessario lo spareggio contro l’Egitto per avere la certezza di entrare a far parte delle trentadue. A pesare sul cammino verso il Brasile la sconfitta subita in Zambia per 1-0. La nazionale ghanese ha sbrigato agevolemente la pratica playoff. Messa in campo con un prudente 4-1-4-1, il punto di forza del Ghana è senza dubbio il centrocampo.

    James Kwesi Appiah è un ex difensore. C.t. del Ghana a più riprese, è stato anche vice allenatore della Nazionale africana prima di assumerne in prima persona  la guida nel 2012. Il suo è un calcio molto attento alla fase difensiva, senza disdegnare ficcanti contropiedi, soluzione decisamente efficace quando si ha in rosa giocatori dalla grande velocità abbinata ad un ottima tecnica di base.

    Fatau Dauda sarà il portiere titolare. In Brasile anche Fatau Dauda e Stephen Adams.

    In difesa Daniel Opare, Rashid Sumaila, Jerry Akaminko e Samuel Inkoom: saranno loro il quartetto arretrato, ma rappresentato una incognita: nessuno possiede una esperienza maturata nel proprio club a livello europeo Per loro il Mondiale sarà un banco di prova.

    A centrocampo poche nazionali possono contare sulle qualità di Kevin Prince Boateng, qualità abbinata ad una grande forza fisica. Jolly di centrocampo possiede una enorme esperienza ai più alti livelli; è capace di giostrare alle spalle di una unica punta, potrà rivelarsi una utile arma tattica per le difese più quotate, sperando che la condizione fisica continui ad accompagnarlo. L’esperienza di Michael Essien può tornare molto utile anche se il centrocampista sta attraversando un momento calante della sua carriera. Sulley Muntari ha attraversato una stagione nel Milan molto altalenante e i continui infortuni non lo aiutano ad essere sempre al top: il C.t. spera di utilizzarlo al pieno delle sue potenzialità. Kwadwo Asamoah è stata un’arma molto importante per la Juventus, la sua velocità sulla fascia sinistra garantiranno grande spinta al Ghana.

    Sarà da osservare molto attentamente  Christian Atsu  che è un giovane attaccante : cresciuto nelle giovanili del Porto, gioca con i lusitani nella stagione  2012-13, mettendosi in luce e meritando le attenzioni del Chelsea. Dai gramdi margini di miglioramento, per lui si prospetta un futuro radioso nel calcio europeo.  Asamoah Gyan sarà l’unico riferimento offensivo; si è già reso protagonista di tre reti nel Mondiale 2010 e, sbagliando il rigore contro l’Uruguay, che avrebbe portato il Ghana alle semifinali.

    Ecco la lista dei convocati del C.t.James Kwesi Appiah:

    Portieri: Adam Kwarasey (Stromsgodset), Fatau Dauda (Orlando Pirates), Stephen Adams (Aduana Stars)

    Difensori: Samuel Inkoom (Platanias), Daniel Opare (Standard Liegi), Harrison Afful (Esperance Tunisi), Jeffrey Schullp (Leicester), John Boye (Rennes), Jonathan Mensah (Evian), Jerry Akaminko (Eskisehirspor), Rashid Sumaila (Mamelodi Sundows)

    Centrocampisti: Michael Essien (Milan), Rabiu Mohammed (Evian), Agyemang Badu (Udinese), Kwadwo Asamoah (Juventus), Sulley Muntari (Milan), Albert Adomah (Middlesbrough), Wakasu Mubarak (Rubin Kazan), Christian Atsu (Vitesse Arnhem), David Accam (Helsingborg), Andre Ayew (Marsiglia), Afriyie Acquah (Parma)

    Attaccanti: Asamoah Gyan (Al Ain), Kevin Prince Boateng (Schalke), Abdul Majeed Waris (Valenciennes), Jordan Ayew (Sochaux)

    USA

    Grazie al proprio ranking, la rincorsa al Mondiale in Brasile della nazionale allenata da Jurgen Klismann è incominciata dal terzo turno dove si è dovuta confrontare in un girone più che abbordabile composto da Giamaica, Guatemala e Antigua e Barbuda che le ha permesso di chiudere in prima posizione con appena tre punti di vantaggio sulla seconda e sulla terza. Primato che è stato raggiunto anche nel quarto turno dove la concorrenza era decisamente più agguerrita con selezioni del calibro di Costa Rica, Honduras, Messico, Panama e Giamaica.

    Dopo gli ottavi di finale raggiunti al Mondiale 2010 gli Usa cercheranno di andare ancora più lontano, magari cercheranno di ripercorrere le gesta della nazionale del 2002 capace di spingersi fino ai quarti di finale, tuttavia le risorse a disposizione del tecnico sembrano più complete nel reparto avanzato e decisamente più carenti in quello arretrato.

    Dopo la precedente esperienza di C.t. alla guida della Germania Jurgen Klismann si appresta a vivere il secondo Mondiale da allenatore. E chissà che sulla panchina americana, il tedesco non riesca a riscattare il mancato successo nel 2010, quando la competizione si disputò in terra teutonica. Dall’altra parte ha già dimostrato di avere le carte in regola per puntare in alto dopo il successo nell’ultima edizione della Gold Cup.

    C’è un escluso di eccellenza, Landon Donovan, campione dei Los Angeles Galaxy, uno dei migliori marcatori della Nazionale. La decisione del C.t. ha lasciato tutti di stucco e il giocatore non ha preso bene l’esclusione.

    In porta ci sarà il portiere dell’Everton Tim Howard. In alternativa Brad Guzan e Nick Rimando.

    In difesa Geoff Cameron difensore dello Stoke City, Matt Besler, Omar Gonzalez e  DaMarcus Beasley dovrebbero esser i quattro che comporranno il pacchetto arretrato.

    A centrocampo farà parte della spedizione brasiliana Michael Bradley il quale ha dimostrato di essere un calciatore fondamentale per gli schemi dell’allenatore tedesco. Jermaine Jones non ha trovato molto spazio nel Besiktas, ma punta al Mondiale per riscattarsi. Attenzione a Mix Diskerud già protagonista della vittoria nella Gold Cup. Atteso alla prova Mondiale Julian Green, centrocampista 18enne del Bayern Monaco.

    In attacco sono attesi due grandi protagonisti e cioè Altidore e Dempsey. Il primo ha trovato continuità e spazio nel Sunderland, dimostrando di essere un centravanti dalla qualità ancora non totalmente espressa. Il secondo, dopo una breve parentesi al Tottenham e al Fulham, è ritornato negli States in forza al Seattle.  Molte aspettative intorno a Aron Johannsson autore nell’AZ Alkmaar di 17 gol in 23 partite disputate.

    Ecco la lista dei convocati del C.t. Jurgen Klismann:

    Portieri: Brad Guzan (Aston Villa/Ing), Tim Howard (Everton/Ing), Nick Rimando (Real Salt Lake)
    Difensori: DaMarcus Beasley (Puebla/Mex), Matt Besler (Sporting Kansas City), John Brooks (Hertha Berlin/Ger), Geoff Cameron (Stoke City/Ing), Timmy Chandler (Nuremberg/Ger), Omar Gonzalez (LA Galaxy), Fabian Johnson (Borussia Monchengladbach/Ger), DeAndre Yedlin (Seattle Sounders FC)
    Centrocampisti: Kyle Beckerman (Real Salt Lake), Alejandro Bedoya (Nantes/Fra), Michael Bradley (Toronto FC), Brad Davis (Houston Dynamo), Mix Diskerud (Rosenborg/Nor), Julian Green (Bayern Munich/Ger), Jermaine Jones (Besiktas/Tur), Graham Zusi (Sporting Kansas City)
    Attaccanti: Jozy Altidore (Sunderland/Ing), Clint Dempsey (Seattle Sounders FC), Aron Johannsson (AZ Alkmaar/Ola), Chris Wondolowski (San Jose Earthquakes)

    Tutti i gironi di Brasile 2014:

    Girone A
    Girone B
    Girone C
    Girone D
    Girone E
    Girone F
    Girone G
    Girone H

  • Germania Grecia 4-2, i tedeschi spaventano l’Europa

    Germania Grecia 4-2, i tedeschi spaventano l’Europa

    Senza pietà verrebbe da dire ma, si sa, nel calcio non c’è spazio per questo genere di sentimento: la Germania giganteggia con la Grecia nel quarto di finale di Danzica, e si qualifica alle semifinali in gran scioltezza, con un sonoro risultato di 4 a 2, conquistando la quindicesima vittoria consecutiva in tornei ufficiali,  prenotando un posto nella sfida contro la vincente di Italia-Inghilterra. La superiorità dei tedeschi è stata a tratti anche imbarazzante, giocando in piena sicurezza quasi per tutto il match nonostante il ct Low avesse rivoluzionato in maniera inaspettata la formazione titolare, lasciando fuori la punta Gomez – autore finora di tre reti – per inserire l’esperto Miroslav Klose, e sostituendo Muller e Podolski con i giovani Andrè Schuerrle e Marco Reus.

    A posteriori, la gara non ha avuto storia, con percentuale di possesso palla dell’80% a favore della Germania, oltre che innumerevoli occasioni da gol create, anche se la piccola Grecia ha profuso comunque un lodevole impegno, mettendo sul campo la fisicità e la grinta (in alcuni occasioni al limite del regolamentare), soprattutto quando la gara era ancora bloccata sullo 0-0. La svolta della partita arriva, però, proprio sul finire del primo tempo quando Lahm indovina un tiro a rientrare che beffa il portiere Sifakis, realizzando il gol dell’1-0.

    Festeggiamenti tedeschi | © PATRIK STOLLARZ/AFP/GettyImages
    Nella ripresa la Grecia decide di giocare il tutto per tutto e manda in campo una punta, Gekas, per provare ad alzare il suo baricentro di gioco ed impensierire i tedeschi che, fino ad allora, avevano solo pensato ad attaccare, cercando e sfiorando il gol del raddoppio; la mossa “offensiva” degli ellenici si rivela vincente ed, al minuto 55, Salpingidis crossa per Samaras che riesce ad infilare il gol del momentaneo pareggio: 1-1, colpo di scena e palla al centro. Sembra, così, che la partita possa cambiare registro, scalfendo le certezze granitiche dei tedeschi ma, in realtà, l’equilibrio durerà solo per una manciata di minuti: ci pensa Khedira, che raccoglie un preciso cross di Boateng ed infila il portiere Sifakis con la rete del 2-1. Arrivano, così, i cambi di Low che si riaffida ai suoi uomini di maggiore esperienza per chiudere la partita: dentro Muller al posto di Shurrle, e qualche minuto dopo giunge il gol del 3-1 firmato da Klose su azione da calcio d’angolo, con pesanti responsabilità del portiere greco che sbaglia il tempo dell’uscita.

    Alla Germania, però, sembra non bastare, puntando al risultato pesante ed a  mostrare i propri muscoli in tutto e per tutto, anche contro un avversario ormai stremato ed arrreso al proprio destino; arriva, così, anche il gol del 4-1 firmato da Reus che raccoglie una respinta imprecisa del portiere Sifakis (in giornata no) su tiro di Klose. La partita è praticamente chiusa quando la Grecia ottiene la concessione del calcio di rigore per fallo di mano di Boateng su tiro di Fotakis: se ne incarica Salpingidis che realizza, così, il definitivo 4 a 2 che rende meno pesante il passivo dell’incontro per la Grecia, anche se il divario in campo fra le due Nazionali è stato assolutamente netto e mai in discussione, come la stessa Angela Merkel ha sottolineato al termine della gara: “Abbiamo dominato“.

    La speranza “romantica” del riscatto sportivo del popolo greco termina, così, in maniera brusca, senza lasciare possibilità d’appello, confermando anche sul campo i punti di spread fra i due Paesi, lasciando l’impressione di una Germania solidissima, che fa paura alle sue prossime avversarie.

    Le pagelle di Germania Grecia:

    Germania:
    Il migliore è Reus, voto 7,5: realizza il gol del 4-1 che lo premia per lo straordinario lavoro profuso in tutto l’incontro: lasciato a sorpresa da Low fra i titolari, sorprende tutti positivamente con i suoi movimenti e con le sue giocate di prima.

    Khedira 7: ottima prova, sfiora la rete in più circostanze e poi la trova nella ripresa realizzando il 2-1 e rivelandosi preziosissimo per Low

    Il peggiore fra i tedeschi è Schweinsteiger voto 5: nonostante la brillantezza della Germania, la sua prestazione è ampiamente insufficiente: stanco, confuso e quasi mai lucido a centrocampo

    Grecia:
    Il peggiore è il portiere Sifakis, voto 4: incerto nelle uscite ed in qualsiasi intervento, goffo nelle parate, ha molte responsabilità sul gol del 3-1 e, soprattutto, sul 4-1 segnato da Reus su sua respinta.

    Salpingidis 6 Autore del rigore che fissa il risultato sul 4-2, corre e lotta generosamente

    Samaras 6.5 Ci mette l’orgoglio e realizza il gol del provvisorio pareggio per 1-1

    Germania (4-2-3-1): Neuer 6; J.Boateng 6, Hummels 6, Badstuber 6, Lahm 6.5; Khedira 7, Schweinsteiger 5; Reus 7.5 (35’st Gotze), Ozil 7, Schurrle 6 (22’st Muller); Klose 7 (35’st Gomez)
    Grecia (4-2-3-1): Sifakis 4; Torosidis 5, Papadopoulos 5, Papastatopoulos 5.5, Tzavellas 5 (1’st Fotakis); Maniatis 5.5, Katsouranis 5, Makos 5 (27’st Liberopoulos); Ninis 5 (1’st Gekas), Saplingidis 6; Samaras 6.5

    Video Germania Grecia:
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  • Germania Grecia, il derby dello spread vale la semifinale

    Germania Grecia, il derby dello spread vale la semifinale

    Era stata presentata come la gara del servo contro il padrone, della Cenerentola contro la Regina d’Europa, e via dicendo fra metafore e figure rappresentative di un match che va aldilà dell’aspetto calcistico perchè mette a confronto due Nazionali simbolo di due Stati fortemente contrapposti da questioni economiche e finanziarie: la Grecia e la Germania.

    La crisi ha dilaniato il Paese ellenico, antica culla della civiltà occidentale che non ha saputo custodire con cura il suo tesoro ed il suo patrimonio – non solo culturale – giungendo ad un passo dal baratro del default del proprio debito pubblico, finendo per diventare anche un “untore” temuto dall’intera Comunità Europea che, per scongiurare il rischio contagio, ha messo in quarantena il malato, costringendolo ad ottemperare a rigidi paletti fissati, mettendo in atto manovre di emergenza drastiche e dagli impatti devastanti per la società civile, definite, proprio per questo motivo, “lacrime e sangue”.

    La Germania della Cancelliera Merkel ha adottato, come principale potenza dell’Ue, il ruolo della guida severa ed intransigente, esclusivamente proiettata a portare avanti il rispetto dei suoi diktat, senza fare sconti, senza concedere proroghe. Il divario economico fra i due Paesi è incommensurabile, misurato proprio dai famigerati punti di Spread e, dunque, soltanto la partita di questa sera valida per i quarti di finale di Euro 2012, potrà concedere alla claudicante Grecia l’occasione di una piccola rivincita, di una soddisfazione sportiva che possa essere, perlomeno, una scintilla di quell’antico orgoglio da ritrovare, per regalare un motivo di gioia al suo popolo sofferente. La fotografia del diverso momento all’interno dei due Paesi sta anche nel fatto che la Cancelliera Merkel sarà presente in tribuna ad assistere all’incontro, (dopo aver ottenuto l’anticipazione del vertice di Roma, ndr) mentre il neo eletto presidente Samaras rimarrà ad Atene per occuparsi di questioni ben più urgenti.

    Tifosi pre Germania-Grecia | ©PATRIK STOLLARZ/AFP/GettyImages

    Situazioni contrapposte, luce e buio, sicurezza e incertezza: la simpatia verso il più debole fa propendere la maggioranza del tifo neutrale verso la Grecia, ma è d’obbligo sottolineare che, nonostante la “pancia piena” derivante dall’opulenza, la Nazionale teutonica ha nel suo Dna quei geni che da sempre hanno contraddistinto la forza del suo popolo, ossia la tenacia e la capacità di lottare, di costruire e ricostruire, di non mollare mai, neppure di fronte alle peggiori avversità.

    Questa sera alle 20.45 lo stadio di Danzica raccoglierà tutti questi temi, che costituiranno le premesse ed il contorno dell’incontro ma, poi, sarà solo il campo con il suo verdetto sportivo ed inappellabile a decretare chi approderà alle semifinali. All’ immediata vigilia, la Nazionale di Low parte con tutti i favori del pronostico, anche perchè la sua squadra è l’unica ad aver vinto, finora, tutte le partite disputate e le scelte tecniche del ct tedesco saranno, dunque, orientate alla riconferma della “squadra che vince”, con Gomez come unica punta, supportato da un centrocampo solido con Podolski, Ozil Muller, Schweinsteiger e Khedira nel consolidato 4-3-2-1.

    La Grecia di Santos, invece, proporrà un modulo 4-3-3 pronto a trasformarsi in un 4-5-1 molto difensivo, per limitare le folate dei tedeschi, dovendo, inoltre, anche fare i conti con la pesante assenza di Karagunis, squalificato per questa delicata partita.

    Germania Grecia, le probabili formazioni:

    Germania (4-2-3-1): Neuer; Boateng, Hummels, Badstuber, Lahm; Schweinsteiger, Khedira; Muller, Ozil, Podolski; Gomez.

    Grecia (4-3-3): Sifakis; Torosidis, K.Papadopoulos, Papastathopoulos, Tzavellas; Maniatis, Katsouranis, Makos; Salpingidis, Gekas, Samaras.

  • Danimarca-Germania, i danesi sognano l’impresa

    Danimarca-Germania, i danesi sognano l’impresa

    Stasera all’Arena Lviv di Leopoli va in scena l’ultima fatica della fase a gironi di una Germania ormai ad un passo dall’accesso ai quarti di finale di Euro 2012 che affronta la Danimarca etichettata da tutti come la “cenerentola” del gruppo di ferro e ancora in corsa sorprendentemente per la qualificazione. Ai danesi infatti potrebbe bastare anche un pari, Portogallo – Olanda permettendo: se gli Orange dovessero battere i lusitani nell’altra gara del Gruppo B per i ragazzi di Morten Olsen potrebbe essere sufficiente dividere la posta in palio con i tedeschi che diversamente non potranno permettersi passi falsi per non rischiare una eliminazione che avrebbe dell’incredibile nel caso dovessero andare incontro ad una sconfitta contro la Danimarca per tutti i punteggi inferiore al 4-3 o con due gol di scarto e con la contemporanea vittoria del Portogallo sulla squadra guidata da Bert Van Marwijk, accreditata all’inizio come una delle candidate alla vittoria finale e vera delusione di questi Europei.

    VIETATO SBAGLIARE – La Germania è la favorita numero uno, anche di più rispetto ai campioni in carica e del mondo della Spagna. La nazionale di Joachim Low ha mostrato all’Europa intera la propria solidità e al tempo stesso di poter essere cinica e letale come nessun’altra. Dopotutto imporsi in un girone definito dagli addetti ai lavori “della morte” domando prima il Portogallo di Cristiano Ronaldo e poi battendo con autorità un’Olanda alla ricerca di un pronto riscatto dopo la debacle all’esordio contro la Danimarca, non è roba da squadra qualsiasi. Nessun riposo per il capocannoniere del torneo, insieme a Dzagoev e Mandzukic, Mario Gomez, l’ariete tedesco sarà regolarmente in campo per aumentare il suo bottino di reti (3 per il momento, ndr) e trascinare la Germania verso il primato nel girone, l’unica tra le 16 nazionali partecipanti a chiuderlo a punteggio pieno. Low non potrà contare su Boateng squalificato dirottando capitan Lahm sulla corsia di destra e inserendo su quella opposta Bender. Dubbi per quanto riguarda l’impiego di Podolski e Ozil non al meglio della condizione fisica ma entrambi dovrebbero esserci dal primo minuto; in caso di forfait pronto la giovane promessa del calcio tedesco e del Bayern Monaco Toni Kroos che andrebbe a dar manforte ai compagni di reparto e di club Muller e Gomez. Una volta acciuffata la qualificazione, si spianerebbe la strada per le semifinali dal momento che la Germania nei quarti dovrebbe incrociarsi con l’abbordabile Grecia o la Repubblica Ceca se dovesse finire seconda. Due squadre non proprio irresistibili.

    Mario Gomez © GENYA SAVILOV/AFP/GettyImages

    RIPETERE L’IMPRESA – I danesi sono artefici del proprio destino perchè con un successo sarebbero automaticamente qualificati inguaiando i tedeschi, la squadra guidata dal ct Morten Olsen sogna l’impresa e sogna di ripetere l’exploit del 1992 quando divenne campione d’Europa, dopo il ripescaggio ai danni della Jugoslavia esclusa dalla rassegna continentale per motivi politici, battendo nella finalissima giocata a Goteborg proprio la quotatissima Germania per 2-0 con le reti di due colonne del Brondby di quei tempi, John Jensen e Kim Vilfort. Questa volta non si tratta di una finale ma la storia, si sa, finisce col ripetersi sempre (o quasi). Non ci sarà Rommedahl, per lui problemi fisici, l’attacco poggerà tutto sulle spalle di Niklas Bendtner, attaccante di proprietà dell’Arsenal che ha trascorso l’ultima stagione al Sunderland, autore della doppietta, poi inutile, al Portogallo nella scorsa giornata; dietro il gigante danese agirà la stella dell’Ajax Eriksen. In difesa coppia centrale Agger e il romanista Kjaer che avrà il suo bel da fare per contrastare Gomez.

    PRECEDENTI – Nei 25 precedenti disputati la Germania può vantare 14 vittorie contro le 8 dei vichinghi ma questi hanno il vantaggio nei confronti ufficiali, 2 successi su tre match disputati entrambi ai campionati Europei e tutti con lo stesso risultato, ovvero di 2-0.

    PROBABILI FORMAZIONI DANIMARCA-GERMANIA

    DANIMARCA (4-2-3-1): Andersen; S. Poulsen, Agger, Kjaer, Jacobsen; J. Poulsen, Kvist; Krohn-Dejli, Eriksen, Mikkelsen; Bendtner.
    Panchina: Lindegaard, Schmeichel, C. Poulsen, Bjelland, Okore, Schone, Silberbauer, Pedersen, Wass, Kahlenberg.
    Ct: Olsen.

    GERMANIA (4-2-3-1): Neuer; Lahm, Badstuber, Hummels, Bender; Schweinsteiger, Khedira; Podolski, Ozil, Muller; Gomez.
    Panchina: Wiese, Zieler, Gundogan, Schmelzer, Howedes, Mertesacker, Schurrle, Kroos, Gotze, Reus, Klose.
    Ct: Low.

    SPECIALE EURO 2012