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  • Pedrosa domina a Jerez. Marquez, “spallata” a Lorenzo

    Pedrosa domina a Jerez. Marquez, “spallata” a Lorenzo

    E’ stato Daniel Pedrosa il trionfatore del Gran Premio di Spagna 2013, prima tappa europea del Motomondiale e terza della stagione. Sul circuito di Jerez il pilota spagnolo ha vinto agevolmente la sua prima gara della stagione, nonostante i favori del pronostico non fossero tutti dalla sua parte, risultando il terzo vincitore diverso dopo altrettante gare disputate in stagione, L’alfiere della Honda è scattato benissimo, come suo solito, alla partenza, ma dopo poche curve è stato ripreso dal connazionale Lorenzo che partiva dalla pole, per poi piazzare il sorpasso decisivo al quinto giro della corsa che lo ha lanciato verso una vittoria indiscussa e assolutamente dominata, la numero 46 della carriera, non proprio un numero a caso nella storia del motociclismo.

    Daniel Pedrosa
    Daniel Pedrosa © CRISTINA QUICLER/AFP/Getty Images

    Alle spalle di Pedrosa è stata lotta vera tra i connazionali Jorge Lorenzo e Marc Marquez, che hanno dato vita agli unici momenti di suspance della corsa visto che praticamente in gara non si sono visti altri duelli degni di nota. E proprio il duello tra i due piloti ha rievocato uno degli episodi più memorabili della storia del Motomondiale, la famosa spallata di Rossi a Gibernau nella gara del 2005. Già perchè il rookie della Honda, dopo aver passato l’intera gara alle spalle del pilota della Yamaha e provato vanamente varie volte a sopravanzare il campione del mondo in carica negli ultimi giri, ha tentato l’attacco all’ultima curva, quella che giovedì era stata intitolata proprio a nome di Lorenzo, provando ad imitare il sorpasso di Rossi a Gibernau. Il risultato è stato praticamente lo stesso di quello di sette anni fa, con Lorenzo che dopo il contatto tiene botta ed evita la caduta ma è costretto a cedere la seconda posizione al numero 93 della Honda, che a fine gara non si è  scusato apertamente con il rivale.

    Dal canto suo Lorenzo ha preferito non commentare a caldo l’episodio ma è chiaro che quanto accaduto lo ha lasciato parecchio indispettito. Sicuramente episodi di questo genere sono il simbolo delle battaglie che hanno caratterizzato questa categoria ma è chiaro che la  manovra di Marquez non è stata delle più corrette. E’ stato comunque un Gran Premio monopolizzato ancora una volta dagli spagnoli che oggi correvano sul tracciato di casa, e che grazie a questo risultato si trovano anche vicinissimi in classifica generale staccati soltanto di quattro punti.

    Ai piedi del podio troviamo proprio il protagonista dell’episodio del 2005, Valentino Rossi, che ha capitalizzato il massimo dal potenziale della sua M1 visto il maggiore degrado della gomma posteriore accusato per tutto il week-end dalla Yamaha rispetto alla Honda. Per il momento i primi tre restano irraggiungibili per cui il pesarese oggi si è accontentato di aver vinto la sfida in famiglia con Cal Crutchlow, che pure  guida la moto clienti, bravo comunque a raggiungere la quinta posizione nonostante una condizione fisica non perfetta dovuta alla caduta di ieri nelle qualifiche. Cosi è stato già importante per l’inglese aver vinto la bagarre con la Honda Gresini di Alvaro Bautista, solo sesto, ma davanti alle due Ducati di Nicky Hayden e Andrea Dovizioso, per la prima volta in stagione più lento del suo compagno di squadra e in netta difficoltà con le gomme.

    La difficoltà del forlivese è manifestata dal fatto di aver sopravanzato soltanto nel finale la Crt di Aleix Espargaro, con una moto 800, ma ancora una volta bravissimo a insediarsi nella lotta con i “prototipi”. Male, ma di più davvero non poteva fare, Andrea Iannone, out già al quarto giro per una caduta che per fortuna non ha procurato altre conseguenze al ginocchio già inforunato nelle ultime libere del sabato mattina.

     

  • Lorenzo in pole a Jerez. Rossi 5° con caduta

    Lorenzo in pole a Jerez. Rossi 5° con caduta

    Jorge Lorenzo ha conquistato la pole position del Gran Premio di Spagna sul circuito di Jerez de la Frontera, prima tappa europea della MotoGP e terza gara della stagione. Il campione spagnolo dopo essere stato il più veloce in ben tre dei quattro turni di libere a disposizione ha dominato anche la sessione di qualifica “regalandosi” la prima posizione nel giorno del suo 26esimo compleanno grazie al tempo di 1:38.673, tempo già stratosferico di suo ma che risulta ancora ben lontano dall’1:38.189 fatto segnare dallo stesso spagnolo nel 2008 che ancora oggi persiste come record della pista. Ma non sarà di certo questo a rovinare una giornata pressochè perfetta del maiorchino che sul tracciato di casa ha festeggiato la seconda pole della stagione dopo quella ottenuta in Qatar al GP inaugurale.

    Jorge Lorenzo © Mirco Lazzari gp/Getty Images
    Jorge Lorenzo © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Dominio iberico in terra spagnola perchè alle spalle di Lorenzo troviamo i connazionale della Honda Dani Pedrosa e Marc Marquez. Il primo ha già vinto due volte su questo tracciato e si trova decisamente più a suo agio rispetto al compagno di squadra, che quì non ha ancora conosciuto la parola vittoria.I due sono stati autori di due delle tante cadute del turno ma nonostante questo sono riusciti a piazzarsi in prima fila rispettivamente a 247 e 298 decimi che separano gli uomini del team Hrc dalla migliore delle Yamaha, che sembra avere decisamente un altro passo rispetto alla gara di Austin e prorpio per quaesto non sarà facile batterla.

    Alle spalle dei primi tre troviamo Cal Crutchlow con la Yamaha Monster del team Tech 3  che ha preceduto il suo team-mate Valentino Rossi. Entrambi i piloti della casa dei tre diapason sono stati protagonisti di due scivolate negli ultimi minuti della sessione a dimostrazione di quanto si fosse al limite e in crisi con le gomme, additate da qualche pilota come principale causa delle tante scivolate di giornata, anche se il pesarese, prima di vedere praticamente distrutta la sua M1 stava trovando il ritmo per poter rientrare almeno nei primi tre e nonostante la quinta posizione finale, fissata comunque come obiettivo prima delle qualifiche, cercherà di far valere la sua tradizione particolarmente favorevole su questo circuito che lo ha visto trionfatore otto volte, per cercare di correre una gara da protagonista.

    Alvaro Bautista ha completato la seconda fila classificandosi in sesta posizione, mentre ad aprire la terza fila sarà Nicky Hayden con la prima delle Ducati per la prima volta in stagione davanti al compagno Andrea Dovizioso, molto in difficoltà con le gomme e a oltre un secondo dalla prima posizione. Tra i due uomini in rosso partirà un agguerritissimo Stefan Bradl che ha conquistato di forza la Q2 ai danni della Crt di Aleix Esparagaro, estromesso per soli 3 centesimi. Hector Barberà chiuderà invece la top-ten davanti ad un eroico Andrea Iannone che nonostante una caduta prima delle qualifiche che gli ha procurato un brutto infortunio al ginocchio ha avuto la forza di montare in sella alla sua Ducati e firmare l’11esimo miglior tempo.

  • Romano Fenati, il nuovo fenomeno. Un pò Rossi un pò Sic

    Romano Fenati, il nuovo fenomeno. Un pò Rossi un pò Sic

    Il motociclismo italiano (e non solo) da oggi ha un nome nuovo: è quello di Romano Fenati, sedicenne pilota del Team Italia FMI che milita nella classe Moto 3, ultima nata nel Motomondiale e che ha preso il posto della 125, la “ottavo di litro” andata in pensione con il Gran Premio della Comunità Valenciana dello scorso anno.

    Già vincitore del Campionato Europeo Velocità del 125 nel 2011, grazie al successo odierno nel Gran Premio di Spagna, ottenuto in condizioni pazze sul circuito di Jerez de la Frontera, il pilota marchigiano ha conquistato la sua prima vittoria dopo appena Motomondiale, sebbene anche dalla prima gara in Qatar, al suo esordio, avesse dimostrato di avere le doti giuste per affermarsi. Non solo, grazie al successo ottenuto in terra spagnola, Fenati riporta l’Italia sul gradino più alto del podio nella classe minore, successo che mancava da ben 49 gare, ultimo quello ottenuto da Andrea Iannone nel Gran Premio di Catalogna nel 2009.

    Semplicemente perfetta la sua condotta di gara in condizioni tutt’altro che semplici vista l’abbondante pioggia che aveva reso molto insidioso l’asfalto di Jerez. Insidie che hanno colpito i suoi principali rivali, ma non lui, che nonostante il grande vantaggio accumulato sui suoi diretti avversari ha continuato a  spingere portando a ben 40 secondi il distacco dal secondo classificato, statistica di cui non si ha ricordo nel motciclismo. Niente male per un esordiente di soli 16 anni che ha dimostrato di avere una maturità e un coraggio fuori dal comune.

    Romano Fenati © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Proprio per questa caratteristica oggi ha ricordato molto il nostro Marco Simoncelli, un “pazzo” del Motomondiale così come lo ha definito il Dottor Costa, uno che non si risparmiava mai in gara, un altro predestinato che siamo sicuri avrebbe dato ancora tanto al mondo delle corse e che ci è stato strappato via troppo presto. Per molti aspetti questi due piloti hanno molto in comune, anche se per fare simili paragoni è ancora molto presto, il giovane Romano Fenati è ancora all’inizio di un lungo cammino che si spera lo porti a togliersi tantissime soddisfazioni, ma certo è che questa storica affermazione lo pone insieme a tanti nomi illustri che hanno fatto la storia del motociclismo come quello di Valentino Rossi e con il quale i paragoni si sprecano, il pilota marchigiano ricorda infatti tantissimo anche il Rossi di inizio carriera per la “fame di vittoria” che dimostra già di possedere a questa giovane età.

    Intanto con un secondo ed un primo posto nelle prime due gare si gode il primato solitario in vetta alla classifica Mondiale con 45 punti, cosa impensabile fino a pochi mesi fa ma che di fatto lo lancia tra i protagonisti di questo sport.

    Video ultimo giro trionfale di Romano Fenati a Jerez

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  • MotoGP, Stoner vince in casa di Lorenzo. Rossi 9°

    MotoGP, Stoner vince in casa di Lorenzo. Rossi 9°

    Casey Stoner si aggiudica il secondo appuntamento stagionale del Mondiale 2012 vincendo meritatamente il Gran Premio di Spagna. Il campione del mondo australiano conquista la sua prima vittoria sul circuito di Jerez de la Frontera, tana del nemico numero uno Jorge Lorenzo, anche un pò a sorpresa vista la non brillantissima prestazione delle qualifiche che lo hanno classificato soltanto in quinta posizione, oltretutto il tracciato spagnolo non è da sempre uno dei preferiti dall’australiano.

    Ma oggi il pilota della Honda ha dimostrato di saper difendersi alla grande anche su un circuito a lui ostico soprattutto quando nel finale le gomme hanno cominciato a calare di prestazione. A differenza del Qatar, dove perse di consistenza cedendo la prima e la seconda posizione a Lorenzo e a Pedrosa, l’australiano trova l’accelerazione definitiva negli ultimi giri della gara rendendo vani gli attacchi di Lorenzo che si era riportato prepotentemente su di lui e andando a conquistare il suo 40esimo successo in carriera.

    Allo spagnolo della Yamaha invece non riesce la stessa rimonta di Doha e deve accontentarsi della seconda posizione in casa sua, laddove gli anni scorsi aveva quasi sempre lasciato soltanto le briciole agli avversari. Il maiorchino è stato bravo a ridurre il gap da Stoner nella parte centrale della corsa ma lo sforzo notevole fatto fare alle gomme lo costringe nel finale a qualche lungo di troppo che gli impedisce di giocarsi la vittoria fino alla fine, ma che comunque non gli compromette la vetta della classifica con i suoi 45 punti.

    Casey Stoner © CRISTINA QUICLER AFP/Getty Images

    Stesso podio del Qatar, solo con protagonisti invertiti, con Dani Pedrosa, terzo, che nel finale ha il suo bel da fare per difendersi dagli attacchi di un arrembante Cal Crutchlow, in crescita con la Yamaha del team Tech 3. Alla fine saranno pochi i millesimi che divideranno i due piloti al traguardo. Più staccato invece, ma stabilmente per tutta la gara in quinta posizione, Andrea Dovizioso, ancora una volta battuto dal suo compagno di squadra e in attesa di tempi migliori per ritornare a lottare con i primi.

    Sesto posto per la Honda Gresini di Alvaro Bautista davanti all’altra Honda del team LCR di Stefan Bradl. Il campione del mondo della classe Moto 2 riesce a beffare nel finale Nicky Hayden, ancora primo delle Ducati al traguardo. Lo statunitense è protagonista di una prima parte di gara strepitosa e coraggiosa al limite della guida che aveva fatto presagire ad un risultato diverso per la casa bolognese. E invece con il passare dei giri il ritmo del campione del mondo 2006  perde di consistenza, e complice anche un contatto con Crutchlow, finisce con il lottare nelle retrovie.

    Hayden riesce comunque a chiudere ancora una volta davanti al suo team-mate Valentino Rossi, mai nel vivo della gara e protagonista soltanto del duello con Barbera, che alla fine deve cedergli la posizione. Il Dottore è ancora alle prese con qualche problema di troppo sulla sua GP12 e alla fine sono tanti i 34 secondi di distacco dalla vetta ma probabilmente a pesare di più sono i 6 secondi di ritardo dal compagno di squadra.

    In difficoltà ancora una volta Ben Spies, che come in Qatar chiude con una prestazione deludente. L’americano, campione del mondo Superbike nel 2009, sembra un lontano parente del pilota ammirato in questi anni ma ha come attenuante il fatto di non essere in perfette condizioni fisiche. Alle sue spalle soltanto le CRT capitanate da Aleix Espargaro, fratello di Pol che ha vinto in Moto 2, seguito dai nostri Danilo Petrucci e Mattia Pasini.

    Penultimo, in 16esima posizione, Colin Edwards in mezzo a Ivan Silva e Karel Abraham. Ritiri soltanto per le CRT di Randy De Puniet, Michele Pirro, Yonny Hernandez e James Ellison.

     

  • Fenomenale Romano Fenati. Espargaro beffa Marquez

    Fenomenale Romano Fenati. Espargaro beffa Marquez

    Uno straordinario Romano Fenati conquista il Gran Premio di Spagna dominando sul circuito di Jerez de la Frontera. Il pilota marchigiano, appena sedicenne da qualche mese, ottiene la sua prima vittoria nel Motomondiale dopo sole due gare, centrando la sua prima soddisfazione assoluta dopo aver conquistato un’ottima seconda posizione nel Gran Premio inaugurale della Moto3, in Qatar. Nella classe intermedia invece Pol Espargaro ha la meglio su Marq Marquez, beffato dall’arrivo della pioggia che ha stoppato la corsa oltre i 2/3 di gara decretando l’ordine di arrivo del giro precedente quando lo spagnolo della Kalex era ancora davanti al connazionale.

    MOTO 3 – L’asfalto reso umido dalla pioggia caduta abbondante in mattinata si trasforma in insidia per tutti i piloti che faticano parecchio a restare in piedi. Romano Fenati, Louis Rossi e il poleman di giornata Alex Rins sembrano avere un’altro passo, con quest’ultimo che cerca di allungare sui due avversari, in bagarre tra di loro. Ma l’insidia è dietro l’angolo, lo spagnolo infatti va lungo in una curva e dopo aver accumulato un buon vantaggio rientra in lotta con i rivali.

    Romano Fenati © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Il primo a dire addio ai sogni di gloria è il francese Rossi, che a 14 giri dalla fine scivola in curva. Stessa sorte poco più tardi per Rins, che spalanca le porte della vittoria al nostro Fenati, che nonostante abbia il comando della corsa saldamente in pugno anzichè rallentare spinge sempre di più portando al termine della gara un vantaggio imbarazzante sugli avversari: ben 40 secondi.

    Lo spagnolo, aiutato a rientrare in pista dai commissari di gara, chiude in quarta posizione alle spalle di Luis Salom, secondo, e Sandro Cortese che sale sul gradino più basso del podio. Ottimo risultato anche per Niccolò Antonelli, che è riuscito a portare a casa un’importante ottava posizione in una gara ad eliminazione diretta che ha visto tagliare il traguardo soltanto 17 piloti su 37.

    MOTO 2 – Pol Espargaro trionfa nella classe Moto 2 dopo una gara rocambolesca iniziata con condizioni d ‘asciutto e terminata sul baganato. Lo spagnolo beffa nel finale il connazionale Marc Marquez, quando la gara viene interrotta dalla bandiera rossa per l’arrivo della pioggia. L’ordine d’arrivo viene dunque fissato al giro 17, quello precedente all’interruzione della gara in cui Espargaro era ancora davanti a Marquez.

    Alle spalle dei primi due lo svizzero Thomas Luthi e l’inglese Scott Redding, protagonisti nelle prime battute di gara. Il migliore degli italiani è Claudio Corti, in sesta posizione, mentre delude Andrea Iannone che chiude la sua gara soltanto in 14esima posizione.

  • Lorenzo in pole a Jerez, fiasco Rossi è 13°

    Lorenzo in pole a Jerez, fiasco Rossi è 13°

    In attesa di ripetersi e salire sul gradino più alto del podio anche domani, Jorge Lorenzo fa 2 su 2 e, dopo quella conquistata a Losail in Qatar, fa sua anche la pole position del Gran Premio di Spagna, la 20esima in carriera in MotoGP. Sul circuito di Jerez de la Frontera lo spagnolo vice campione del mondo ha ingaggiato un duello a distanza entusiasmante e infuocato con il connazionale Dani Pedrosa per ottenere la pole, l’uno togliendo all’altro il miglior tempo giro dopo giro. Alla fine a spuntarla è stato il pilota della Yamaha che ha staccato uno strepitoso 1:39.532 con il quale ha preceduto di soli 135 millesimi l’alfiere della Honda, unico in grado di tenere il ritmo di Por Fuera vedendo i distacchi dal terzo in poi.

    A completare la prima fila una vera e propria sorpresa, Nicky Hayden con la Ducati. Lo statunitense è riuscito a portare al limite la sua Desmosedici, cosa che invece non è riuscita a Valentino Rossi in evidente difficoltà con la GP12 concepita e realizzata in base alle sue necessità e direttive ma che ha fatto ancora peggio dell’esordio chiudendo la qualifica con il 13esimo tempo, addirittura peggio della CRT (che montano un motore 800 cc) di Randy De Puniet e delle due Ducati clienti di Karel Abraham ed Hector Barbera. La giornata viene resa ancora più amara e disastrosa se si da uno sguardo ai tempi del Dottore, circa 3 secondi e mezzo dal leader e un secondo netto dalla Ducati di Barbera che lo precede in griglia. A questo punto ci si chiede come sia possibile che con la stessa e identica moto Hayden abbia raccolto un ottimo risultato piazzando la Ducati in prima fila e Rossi stenti non solo a trovare la prestazione ma anche un minimo di feeling con la moto. Domani il sette volte campione del mondo farà la danza della pioggia (attesa tra l’altro nella mattinata) dal momento che ieri Valentino sull’asfalto umido è stato uno dei migliori chiudendo con il secondo miglior tempo, difficile infatti che con pista asciutta come sul finale di qualifica il pilota italiano riesca a trovare lo spunto giusto per fare una gara decorosa.

    Jorge Lorenzo © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Bene Cal Crutchlow che apre la seconda fila con la Yamaha Tech 3 privata di Poncharal perdendo l’opportunità di partire dalla prima di soli 7 millesimi. Attardato anche Casey Stoner: il campione del mondo in carica soffre ancora i nuovi pneumatici e non fa meglio del quinto tempo, staccato dalla vetta di 1 secondo e 45 millesimi. A seguire due Yamaha, quella “Factory” di Ben Spies e quella clienti di Andrea Dovizioso, rispettivamente in sesta e settima posizione. Ottavo tempo per Alvaro Bautista sulla Honda del team Gresini sulla soglia dei due secondio di ritardo da Lorenzo, poi Stefan Bradl (Honda LCR) e il primo delle moto CRT Randy De Puniet che, come riportato sopra, ha avuto il merito di portare la sua ART davanti a 3 Ducati 1000 cc.

    L’appuntamento è per domani alle 14:00 con il via al Gran Premio di Spagna, seconda prova del Motomondiale 2012.

  • MotoGP, a Jerez Rossi bene con la pioggia

    MotoGP, a Jerez Rossi bene con la pioggia

    La prima giornata di prove libere sul circuito di Jerez dove in questo week-end si correrà il Gran Premio di Spagna, secondo appuntamento stagionale del Motomondiale, è stata influenzata dal maltempo. La pioggia infatti, caduta copiosamente sul tracciato al mattino, non ha permesso ai piloti di affrontare la prima sessione di prove preferendo rimanere ai box e aspettando che le condizioni meteo, e soprattutto quella della pista, migliorassero.

    Solo in pochi si sono cimentati in qualche giro di pista: a parte le due Honda clienti di Alvaro Bautista e Stefan Bradl, sono stati i piloti CRT i temerari. Il miglior tempo è andato a Ivan Silva sulla BQR-FTR, autore di un poco indicativo 1:48.674 ottenuto in condizioni di pista ancora accettabili, che ha preceduto di 6 secondi appunto Bradl e De Puniet, di 7 Bautista, di 8 Pasini e di oltre 10 Pirro, Hernandez ed Edwards. I big hanno preferito rimanare rintanati nei box evitando di prendere inutili rischi.

    Valentino Rossi © CRISTINA QUICLER/AFP/GettyImages

    Nella sessione pomeridiana, con le condizioni della pista che andavano progressivamente migliorando, a staccare il miglior tempo è stato Dani Pedrosa, lo spagnolo della Honda ha chiuso con il crono di 1:50.780 mettendosi in fila tutti gli altri. Exploit di Valentino Rossi con la pista umida, il sette volte campione del mondo della classe regina e la Ducati sembrano trovarsi a loro agio in queste condizioni di aderenza precaria portando a casa un ottimo secondo posto a 6 decimi dal leader, risultato che potrebbe far ben sperare per domani in qualifica e domenica in gara poichè le previsioni meteo promettono ancora pioggia.

    Rossi si è messo dietro i due super favoriti per la lotta al titolo Mondiale, Jorge Lorenzo e Casey Stoner, che hanno accusato entrambi oltre un secondo da Pedrosa e sono tallonati dall’altra Ducati ufficiale di Nicky Hayden ad un soffio dal pilota della Yamaha e della Honda. Più staccati Andrea Dovizioso, Alvaro Bautista e Cal Crutchlow che hanno chiuso rispettivamente con il sesto, settimo e ottavo tempo. Stesso crono per Ben Spies e Stefan Bradl, le CRT di Randy De Puniet e Mattia Pasini hanno fatto meglio delle Ducati di Karel Abraham e di Hector Barbera.

    Domani alle 10:10 la terza e ultima sessione di prove libere prima delle qualifiche che assegneranno la pole position a partire dalle 14:00.

  • F1, Pirelli svela gli pneumatici 2012. Torna il Cinturato da bagnato

    F1, Pirelli svela gli pneumatici 2012. Torna il Cinturato da bagnato

    E’ stata sicuramente una delle protagoniste indiscusse della scorsa stagione offrendo quel pizzico di vivacità in più nei pit stop movimentando così i Gran Premi divenuti nel corso degli anni noiosi e troppo prevedibili. Stiamo parlando della Pirelli che ha scombussolato, e non poco, con la loro caratteristica principale, l’usura precoce degli pneumatici, le strategie dei team mettendo in difficoltà piloti e ingegneri. L’azienda milanese, dall’anno scorso fornitore unico della Formula 1, ha svelato, ad un mese e mezzo dal semaforo verde in Australia, le nuove coperture per il Mondiale 2012.

    Abu Dhabi la location scelta dal presidente Marco Trochetti Provera che, insieme al direttore Ricerca e Sviluppo Maurizio Baiocchi e al direttore di Pirelli Motorsport Paul Hembery, ha mostrato al pubblico le nuove gomme. Esattamente come l’anno scorso, Pirelli fornirà alle scuderie 4 pneumatici d’asciutto e 2 da bagnato. Ogni mescola sarà facilmente riconoscibile per i differenti colori utilizzati sui fianchi dello pneumatico: le dry, il cui brand sarà ancora una volta P Zero, saranno contraddistinte dai colori rosso per le supermorbide (supersoft), giallo per le morbide (soft), bianco per le medie (medium) e argento per le dure (hard) mentre le rain, che sono state rinominate con lo storico marchio Cinturato, porteranno la striscia verde e blu per distinguere rispettivamente le intermedie (intermediate) da quelle da bagnato estremo (full wet). La novità più significativa riguarda proprio quest’ultima soluzione dotata di scanaluture più profonde e di un profilo degli pneumatici posteriori diverso da quello anteriore in modo tale da permettere un migliore drenaggio dell’acqua presente sull’asfalto (60 litri al secondo).

    Pirelli

    Le nuove coperture presentano un disegno più squadrato con angoli meno smussati e un’impronta più ampia in modo tale da offrire una maggiore aderenza con una presa maggiore sull’asfalto e un degrado costante e minore in corrispondenza della spalla per evitare la formazione di bolle sullo pneumatico, il cosiddetto fenomeno di blistering. Come affermato da Paul Hembery, le mescole d’asciutto saranno più tenere rispetto allo scorso anno con conseguente abbassamento delle prestazioni cronometriche rispetto alla passata stagione di un secondo e mezzo circa al giro; inoltre le caratteristiche più simili tra le Prime (la mescola più dura) e le Option (quella più morbida), assottiglieranno la differenza di prestazioni tra le due mescole che un anno fa si aggirava tra 1”2 e 1”8 e che quest’anno dovrebbe essere compresa a 6 e 8 decimi.

    Le nuove Pirelli debutteranno a Jerez in occasione dei primi test ufficiali il prossimo 7 febbraio. Il tester sarà il russo Vitaly Petrov, scaricato dalla Lotus Renault al termine della passata stagione, ma che presto potrebbe trovare un sedile in Caterham. Se la trattativa con il team di Tony Fernandes dovesse sfumare allora il pilota russo farà il collaudatore per la Pirelli per “Non perdere il contatto con la Formula 1” come da lui stesso dichiarato.

  • In pista a Jerez la nuova Ducati GP12

    In pista a Jerez la nuova Ducati GP12

    Scenderà in pista oggi la nuova Ducati Desmosedici GP12 che prenderà parte al mondiale MotoGP nella stagione 2012. Il nuovo prodotto della casa di Borgo Panigale sarà svelato e testato sul circuito di Jerez de la Frontera dove percorrerà i primi chilometri con il neo iridato Superbike, sempre con Ducati, Carlos Checa e il collaudatore Franco Battaini che proveranno fino a giovedi.

    Ducati | © Wrooom 2012-Photo Service/AFP/Getty Images

    La moto viene definita come nuova al 90%, radicalmente rivoluzionata rispetto a quella dello scorso campionato, anche se a detta del Direttore Generale della Ducati Corse Filippo Preziosi la moto non dovrebbe presentare moltissime differenze estetiche rispetto alla sua precedente versione, e tutte le novità dovrebbero essere nascoste sotto la carena.
    Sembrerebbe dunque una moto in controtendenza rispetto a quelle degli anni scorsi, realizzata prevalentemente sotto i consigli di Valentino Rossi, che si spera abbia potuto dare indicazioni per diminuire il gap con le giapponesi, ed indirizzare tutto il team nella giusta direzione affinchè la nuova Ducati possa contendere il titolo alla Honda, dominatrice assoluta ed indiscussa dello scorso Mondiale.
    E cosi come il progetto della nuova moto, anche la scelta della presentazione è stata modificata, non più alla kermesse di Wrooom a Madonna di Campiglio come era consuetudine negli scorsi anni, ma direttamente in pista, come già detto, a Jerez.

    I piloti ufficiali Valentino Rossi e Nicky Hayden proveranno la nuova moto molto più avanti, agli inizi di febbraio, ma si troveranno comunque svantaggiati rispetto a Honda e Yamaha, che già a gennaio scenderanno in pista, ma “solo” per definire gli ultimi dettagli delle moto. Per lo statunitense sarà ancora più difficile presentarsi nelle migliori condizioni all’appuntamento a causa dell’infortunio occorsogli lo scorso 27 dicembre durante una sessione di allenamento in una struttura indoor di flack track nel Kentucky, suo Stato d’origine.
    Toccherà quindi a Valentino portare quante più indicazioni possibili al team per riportare la nuova Rossa ai risultati che tutti, Rossi e squadra in primis, auspicano da tempo.

  • MotoGP: le pagelle del GP di Spagna

    MotoGP: le pagelle del GP di Spagna

    Diamo le pagelle ai protagonisti del GP di Spagna.

    Lorenzo 9: lo troviamo per la prima volta nelle vesti del ragioniere. Approfitta degli errori degli altri tenendo i nervi saldi su una pista che la pioggia ha reso non poco insidiosa. Non commette nemmeno l’errore dello scorso anno quando, dopo aver vinto il GP, si tuffò nel laghetto con il peso delle protezioni. Diventa sempre più maturo. Bravo Jorge

    Pedrosa 8: come il connazionale non rischia nulla, anche a causa degli ormai noti problemi alla spalla che lo porteranno nuovamente sotto i ferri nella prossima settimana. Camomillo tiene duro, mantiene la sua posizione e gli errori degli altri piloti lo agevolano.

    Hayden 7: per lui vale lo stesso discorso dei primi due. Corre con la testa e porta la Ducati sul podio.

    Aoyama 7: si conferma bravo sul bagnato. Con un pò di fortuna porta la Honda non ufficiale al quarto posto.

    Rossi 6: partiamo dal presupposto che la responsabilità per il crash con Stoner è tutta sua; tuttavia non ci sentiamo di colpevolizzarlo più di tanto, perchè episodi del genere in una corsa possono succedere. Dobbiamo però sottolineare che oggi era nettamente uno dei più veloci in pista, aiutato anche dalle condizioni non perfette del tracciato che hanno favorito il feeling della sua moto con il circuito. E’ aggressivo come sa fare lui, anche troppo, e per questo si stende. Si rialza e, complici le cadute degli avversari, riesce a rimontare fino al quinto posto. Comunque bravo.

    Stoner 6: è nelle prime posizioni quando si stende. Stavolta però non è colpa sua.

    Spies 4.5: dopo il sorpasso su Pedrosa aveva già il secondo posto a portata di mano. Inspiegabilmente se ne infischia, con gli pneumatici arrivati ormai alla frutta, e vuole strafare. Risultato: butta al vento una potenziale doppietta Yamaha.

    Dovizioso 3 : evanescente, mai competitivo durante il week-end. Il meno veloce delle quattro Honda ufficiali. Deve svegliarsi.

    Simoncelli 6: meriterebbe 10 per come conduce la gara fino a quando resta in sella. Mette in fila una grande serie di sorpassi, e sembra essere più in palla rispetto al resto della compagine Honda. Purtroppo dispiace che pecchi ancora di esperienza, sarebbe bastato gestire meglio la gara per conquistare la prima vittoria in MotoGP. Ci aspettiamo dei miglioramenti da parte di Sic.

    Commissari di gara 0: i peggiori della giornata spagnola. Non hanno tenuto un comportamento uniforme come da regolamento; in particolare aiutano Rossi in occasione del contatto con Stoner non facendo lo stesso con l’australiano, che è costretto al ritiro. Si ripetono con Simoncelli e De Puniet, che una volta caduti, sono stati lasciati nella ghiaia al proprio destino.

    Bridgestone 4: in quelle condizioni di bagnato e per quel tipo di asfalto le coperture giapponesi non si dimostrano all’altezza usurandosi quando ancora mancavaqno sette giri al termine del GP, costringendo i piloti a guidare come se si trovassero su una lastra di ghiaccio.