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  • NFL, i primi colpi di mercato della nuova stagione: Asomugha agli Eagles

    NFL, i primi colpi di mercato della nuova stagione: Asomugha agli Eagles

    La fine del lockout NFL ha dato il via alla prima frenetica ed elettrizzante fase del mercato: tra scambi di giocatori tra le formazioni o acquisizioni a titolo gratuito degli atleti che si trovano nella lista dei free agent ci sono già stati i primi colpi che fanno sognare i tifosi di alcune squadre.      

    © Ezra Shaw/Getty Images
    Un inizio migliore di questa sessione di mercato non poteva esserci, i colpi sono stati numerosi, rumorosi ed eclatanti: andiamo per ordine e gradi parlando della trade che ha portato il quarterback dei Philadelphia Eagles, Kevin Kolb (27 anni), agli Arizona Cardinals, giocatore che diventerà il punto di riferimento della squadra. In cambio la franchigia con sede a Phoenix manda agli Eagles una seconda scelta del Draft 2012 ed il cornerback Dominique Rodgers-Cromartie. Arizona rinforza il proprio pacchetto di offensive line, per proteggere proprio Kolb, prendendo da Green Bay Daryn Colledge, offensive guard che avrà il compito di bloccare gli avversari nel momento in cui il suo nuovo quarterback lancerà l’ovale.       Un grandissimo ex di Philadelphia, Donovan McNabb, dopo una sfortunata stagione a Washington, passa ai Minnesota Vikings per fare da chioccia al nuovo quarterback Christian Ponder, prima scelta della squadra di Minneapolis nello scorso Draft. I Redskins ricevono 2 seste scelte del 2012 e del 2013. I Vikings in uscita registrano al perdita di Sidney Rice che firma con Seattle e coprono il suo ruolo di wide receiver con l’acquisto di Devin Aromashodu che arriva dai Bears. I Cincinnati Bengals perdono Chad Johnson, ricevitore conosciuto con il ben più famoso soprannome di Ochocinco, che si accasa ai New England Patriots di Tom Brady che per averlo inviano in Ohio una quinta scelta al Draft del 2012 ed una sesta del 2013. Sempre i Patriots, in cambio di un’altra quinta scelta del 2013, acquisiscono i servigi di Albert Haynesworth, fortissimo defensive tackle dei Redskins (per la sostituzione è stato preso Stephen Bowen da Dallas). Tra le fila dei Bengals, per completare il discorso, si registra l’addio di un altro grandissimo atleta, ovvero il cornerback Jonathan Joseph: la sua nuova casa sarà Houston, accordo di 5 anni senza nessun esborso di contropartite visto che era free agent! I Jacksonville Jaguars puntellano la difesa e lo fanno in grande stile con l’acquisto di 2 linebacker: da Indianapolis arriva Clint Sessions da Buffalo invece il colpo da 90 ovvero Paul Posluszny, uno dei top player in circolazione. La perdita è quella di Justin Durant ormai superfluo nel ruolo che va ai Lions. Per quanto riguarda i movimenti dei quarterback si registra l’acquisizione di Tarvaris Jackson da parte dei Seattle Seahawks (dai Vikings) e conseguentemente Matt Hasselback, ormai di troppo, passa ai Tennessee Titans per fare da chioccia al rookie Jake Locker, talentuoso ma ancora troppo giovane per essere mandato allo sbaraglio senza una guida che possa consigliarlo nei momenti difficili. I Titans perdono Vince Young, quarterback ormai diventato inutile, ma soprattutto Jason Babin (fortissimo defensive end): i 2 giocatori trovano la loro nuova casa a Philadelphia. Proprio gli Eagles mettono a segno il colpo più clamoroso nelle ultime ore, prendendo dai free agent il giocatore (forse) più forte tra quelli disponibili: stiamo parlando di Nnamdi Asomugha, ormai ex Oakland Raiders, probabilmente il cornerback più talentuoso dell’intera Lega, soffiato incredibilmente alla concorrenza di Buccaneers, Jets e Cowboys. Contratto ricchissimo per lui (uno dei più pesanti della Lega), ma probabilmente “il gioco vale la candela” Si rinforzano anche i Miami Dolphins, che prendono dai New Orleans Saints il running back Reggie Bush (contratto di 2 anni). La squadra della Louisiana per compensare la perdita ingaggia Darren Sproles dai San Diego Chargers. Attivissima anche la formazione peggiore dell’ultimo campionato, i Carolina Panthers, che dopo aver scelto al Draft il quarterback Cam Newton con la prima chiamata assoluta, stanno cercando di costruirgli attorno un roster adeguato: presi Olindo Mare (kicker da Seattle), Greg Olsen (tight end da Chicago) e Jeremy Shockey (tight end preso in primavera dai Saints) oltre ai rinnovi di James Anderson (linebacker) e di Charles Johnson (defensive end). I Saint Louis Rams mettono sotto contratto la safety Quintin Mikell (ex Eagles) ed il wide receiver Mike Sims-Walkers (dai Jaguars), colpo grosso invece per gli Atlanta Falcons che acquisiscono Ray Edwards da Minnesota, uno dei più forti defensive end della NFL, anche se in uscita si registra la firma del punter Koenen con i Tampa Bay Buccaneers. Proprio i Bucs rifirmano i loro pezzi da 90, Davin Joseph, Quincy Black e tutti i restricted free agent nel roster, proseguendo la politica dei giovani che lo scorso anno ha portato la squadra della Florida ad un soffio dai playoff. Unica nota negativa il mancato accordo con Barrett Ruud, leader tecnico ed emotivo della difesa, che trova spazio nei Titans con un contratto annuale. Vincent Jackson sarà ancora il ricevitore dei Chargers, Roy Williams invece passa ai Chicago Bears. Willis McGahee (ex Ravens) rinforza i Broncos (per lui contratto triennale), Danieal Manning si trasferisce in Texas, più precisamente a Houston, lasciando il reparto safetyes dei Bears.

  • NFL, Super Bowl: New Orleans Saints sul tetto del mondo, battuti in finale gli Indianapolis Colts

    Dopo 43 anni di storia i New Orleans Saints si issano con pieno merito sul tetto del mondo, battono gli strafavoriti Indianapolis Colts per 31-14 e diventano i nuovi campioni di football americano, succedendo ai Pittsburgh Steelers.

    Successo veramente meritato per la franchigia della Louisiana che ha saputo recuperare una partita iniziata molto male riuscendo a chiuderla in modo trionfale contro avversari più che quotati per la vittoria finale. Pensare che solo 4 anni fa i Saints potevano abbandonare New Orleans, per trasferirsi in un’altra città a causa delle devastazioni causate dall’uragano Katrina, mette i brividi addosso e fa capire certamente come la competenza nello sport riesca sempre a condurre a traguardi non solo importanti, ma alcune volte anche storici. E finalmente la città della Louisiana può festeggiare dopo tanti anni di ricostruzioni e sofferenze; un piccolo, grande sorriso regalato a tutte quelle persone che hanno attraversato momenti bui e dfficili dai beniamini che corrono e si battono su un prato verde inseguendo un sogno che questa notte è divenuto realtà.

    I grandi sconfitti sono gli Indianapolis Colts, principalmente coach Caldwell, che non è parso impeccabile nella gestione della partita (al contrario del suo dirimpettaio Sean Payton che non ha sbagliato nulla!), e il quarterback Peyton Manning, che ha dovuto cedere il passo, pur disputando una buona gara, al collega-amico-rivale Drew Brees, leader vero e silenzioso che ha condotto, guidato e trascinato i suoi compagni per tutto l’incontro risultando il vero vincitore ed MVP del match. Sostanzialmente pesa come un macigno l’intercetto che ha permesso a New Orleans di chiudere la pratica. Brutta botta, questa sconfitta, per i Colts che ora si porranno i relativi interrogativi sul futuro.

    Il 44esimo Super Bowl in verità era partito molto bene per la franchigia dell’Indiana, che nel primo quarto aveva letteralmente dominato sia in attacco che in difesa e riuscendo a chiudere con un perentorio 10-0 frutto del field goal del kicker Matt Stover e del touchdown successivo del ricevitore Pierre Garçon, ragazzo di Haiti che sembrava scrivere una favola da dedicare alla popolazione del paese centoamericano, in questi giorni messo in ginocchio dalle terribili conseguenze di un terremoto altamente distruttivo. Ma la favola dei Colts era destinata a durare poco perchè nel secondo quarto tutto ciò che erano stati i biancoblu dell’Indiana, ad un cert punto lo erano diventati i nero e oro della Louisiana che andavano vicini al touchdown venendo murati sul limite e realizzavano 2 field goal che accorciavano le distanze all’intervallo sul 10-6, segnature per le quali si deve ringraziare il kicker Garrett Hartley.

    Nell’intervallo Payton richimava i suoi a proseguire sulla retta via, mentre forse coach Caldwell non si rendeva conto del pericolo imminente e mandava in campo i giocatori quasi allo sbaraglio, forse contando troppo sulla guida esperta e sapiente di Manning. I risultati si sono visti subito chiaramente: l’aggressività dei Saints ha portato il recupero del pallone già sul primo possesso e in seguito la segnatura da touchdown di Pierre Thomas che operava il primo (ma non ultimo) sorpasso della gara sul 13-10. Indy reagiva e con Joseph Addai operava il controsorpasso sul 17-13, in parte rimarginato da New Orleans da un calcio piazzato del solito Hartley per il 17-16. Il capolavoro dei Saints e di coach Payton è stato l’ultimo periodo: un 15-0 che ha annichilito gli avversari dato da un touchdown importantissimo di Jeremy Shockey (con relativa conversione da 2 punti da parte di Lance Moore, un vero capolavoro per come ha preso la palla ovale e l’ha trattenuta, così difficile che prima non era stata concessa la conversione e in un secondo tempo data giustamente dopo la chiamata del challenge da parte di coach Payton), e da un intercetto a 3 minuti dalla fine (costato molto caro a Manning e compagni) riportato in touchdown da Tracy Porter. Da questo momento in poi la partita è stata virtualmente chiusa con i Saints che hanno controllato le ultime sfuriate biancoblu.

    Indubbiamente la vittoria è stata meritatissima per New Orleans che, come già detto, ha saputo reagire e travolgere gli avversari che hanno dato l’impressione di superficialità, quasi credendo che la superiorità meritatasi con ottime prestazioni su tutti i campi della NFL, anche oggi avrebbe dovuto condurli alla vittoria quasi senza faticare, dimenticando che la gara in questione era “LA GARA”, la finale e la partita che tutti gli appassionati di football sognerebbero di poter giocare.
    Ora la stagione NFL chiude i battenti e dà l’appuntamento al prossimo anno, in attesa di vedere se con la nuova stagione ci sarà l’emergere di nuove squadre e di nuovi rapporti di forza o se le “big” riusciranno a restare sempre sulla cresta dell’onda.

    Guarda gli highlights di New Orleans Saints – Indianapolis Colts