Tag: jeremy lin

  • NBA: Gallinari vince, Lakers ok a Brooklyn

    NBA: Gallinari vince, Lakers ok a Brooklyn

    Che notte amici. Cinque le partite Nba disputate nella notte ma nessuna, proprio nessuna, ha tradito le aspettative, regalando sorprese e orgasmi sportivi. Da dove partiamo? C’è la terza vittoria consecutiva in trasferta dei Lakers in quel di Brooklyn (83-92), dove Black Mamba è tornato top scorer per un giorno. Ha rivinto Denver (112-104), anche se stavolta Gallinari e soci hanno stretto leggermente le chiappe prima di poter esultare, avendo messo la freccia avanti per il sorpasso sui Bucks soltanto nei minuti finali dell’ultimo quarto. A Memphis poi i Grizzlies sono riusciti a perdere contro Phoenix (90-96), il che è tutto dire (ma quando a Rudy Gay si preferiscono i soldi può succedere questo e pure di peggio, vedi play-off). Però la vera chicca della serata è stata la partita tra Houston e Golden State (140-109): al Toyota Center i padroni di casa hanno bombardato gli ospiti con 23 triple (segnate), che garantiscono ai Rockets il record non solo della franchigia (quello era di 18 bombe) ma di tutta la lega professionistica. Che dire, chapeau. Ecco, forse l’unica partita diciamo normale si è disputata ad Indianapolis, dove i Pacers hanno battuto Atlanta (114-103) conquistando la loro 15^ vittoria consecutiva in casa.

    Gallinari sa solo vincere, l’irrealtà di Houston, lo tsunami giallo-viola

    Black Mamba contro Brooklyn | ©Emmanuel Dunand/AFP/Getty Images
    Black Mamba contro Brooklyn | ©Emmanuel Dunand/AFP/Getty Images

    Guarda chi si rivede, Black Mamba. A Brooklyn eccellente prestazione di Kobe (21 punti, 8 rimbalzi e 4 assist), autentico trascinatore dei suoi Lakers nella terza vittoria fuori casa dei californiani, e scusate se è poco visto che non era ancora successo quest’anno. La rimonta, o se vogliamo tsunami (che tanto va di moda qui da noi), degli Angeli è partita. La trasferta del Barclays Center di Brooklyn era fondamentale in questo senso. Serviva infatti per pesare e misurare la forza reale della squadra di Mike D’Antoni. E a differenza che nel film A Knight’s Tale, Bryant e compagnia bella non sono stati trovati mancanti. Certo che se i Lakers dovessero arrivare ai play-off e  da lì in poi scatenarsi, si potrebbe scrivere un bel libro di fantascienza.

    Qualcosa di diverso sotto il tetto del Pepsi Center. D’accordo, l’esito è sempre quello, scontato, ma almeno c’è più gusto nel raccontare una vittoria del genere, sofferta, piuttosto che altre partite dove un desiderio smodato di zapping ti assale nel cuore della notte. Vincono i Nuggets, ma contro Dalembert (35 punti, 17/21) vestito da mistico i problemi sono stati più di uno. Si sono messi a risolverli Gallinari e Ty Lawson, tutti e due a quota 22 punti, a cui si aggiungono i 20 di Corey Brewer, senza trascurare la doppia-doppia di The Manimal da 13 punti e altrettanti rimbalzi.

    Non ce ne vogliano i Pacers, ma che noia. Un’altra squadra come Denver non la vogliamo, ma non perché possa entrare in competizione con i Nuggets del nostro Gallinari, ma perché aggiornare ogni notte il dato dei successi consecutivi in casa sta diventando stucchevole. Almeno avessero reso l’incontro un filino emozionante. Macché. Ci pensa Paul George a mettere in onda i titoli di coda anticipatamente con 29 punti, e se non bastassero gli vengono in soccorso anche David West e George Hill, 15 punti a testa. Tra gli Hawks si salva Jeff Teague, che chiude la serata con 24 punti.

    Cosa gli avete dato da bere a Dragic nell’ultimo quarto? Confessate Suns. Perché sinceramente non si spiega come un giocatore che fin lì ha segnato 2 punti (1/6), d’improvviso te ne piazzi 15 negli ultimi dodici minuti della partita. Ma tant’è, i misteri della pallacanestro. I Grizzlies non riescono a porre un rimedio alla ritrovata verve degli ospiti e finiscono per cedere di fronte ai colpi del rimpiazzista-Nash e di Marcin Gortat, top scorer con 20 punti. Dall’altra parte non basta invece il season-high messo a referto da Bayless (29).

    Avete mai visto gli highlights di una partita con tutte triple? Bene, andatevi allora a rivedere quelli di Rockets-Warriors perché meritano per davvero. Poi salvate il video e conservatelo con cura. Qualcosa del genere d’altronde potrebbe ripetersi fra qualche decennio, un po’ come quelle comete che ci passano sopra la testa ogni tot di anni e rimani col naso all’insù chiedendoti come un ebete la differenza tra una stella ed una cometa. Ieri la star in campo era Jeremy Lin, autore di 28 punti e 9 assist. Barbanera raggiunge invece i 18 punti.

    Risultati della notte

    Nets-Lakers 83-92
    Grizzlies-Suns 90-96
    Pacers-Hawks 114-103
    Rockets-Warriors 140-109
    Nuggets-Bucks 112-104

    Classifica Eastern Conference

    1. Heat 31-14
    2. Knicks 31-15
    3. Pacers 30-19
    4. Bulls 29-19
    5. Nets 28-20
    6. Hawks 26-21
    7. Bucks 25-22
    8. Celtics 24-23
    9. Sixers 21-26
    10. Pistons 18-31
    11. Raptors 17-31
    12. Magic 14-34
    13. Cavaliers 14-34
    14. Bobcats 11-36

    Classifica Western Conference

    1. Spurs 38-11
    2. Thunder 36-12
    3. Clippers 34-16
    4. Grizzlies 30-17
    5. Nuggets 31-18
    6. Warriors 30-18
    7. Jazz 27-22
    8. Rockets 27-23
    9. Blazers 25-23
    10. Lakers 23-26
    11. Mavericks 20-28
    12. Timberwolves 18-27
    13. Suns 17-32
    14. Kings 17-33
    15. Hornets 15-33
  • Nba, Lin spazza i Knicks. Belinelli non basta a Chicago

    Nba, Lin spazza i Knicks. Belinelli non basta a Chicago

    Sei le partite di Nba giocate nella notte italiana. La serata prevedeva l’emozionante ritorno di Jeremy Lin al Madison Square Garden e la sfida tra i giganti della Western Conference, ovvero Thunder e Spurs. Scopriamo come è andata.

    Ritorno in grande stile per Jeremy Lin, che trascina Houston alla vittoria sul parquet dei Knicks per 96-109. Per il play asioamericano 22 punti e 8 assist di fronte al suo ex pubblico. Ko interno indolore in ogni caso per la franchigia di New York, che resta saldamente al comando della Eastern con il record di 18 vittorie e 6 sconfitte. Il ritorno di Lin come avversario è coinciso anche con il primo ko interno dei Knicks, che in casa non perdevano dal 15 aprile scorso.

    BELI GIÙ – Non basta a Chicago l’ennesima prestazione convincente di Marco Belinelli, che chiude con 13 punti e 4 rimbalzi, dietro solo al compagno di squadra Boozer (16 punti per l’ex Utah). I Bulls infatti incappano nella decima sconfitta stagionale (13-10), perdendo sul campo dei Grizzlies 80-71. Memphis si conferma una delle migliori franchigie ad Ovest (16-6), dietro solo a Thunder, Clippers e Spurs.

    Jeremy Lin, rientro da re a New York | ©Elsa/Getty Images Sport
    Jeremy Lin, rientro da re a New York | ©Elsa/Getty Images Sport

    SENZA STORIA – Proprio Oklahoma conferma di essere su di un altro pianeta rispetto agli altri quintetti, dando l’ennesima dimostrazione di superiorità nella sfida contro San Antonio, nel remake della finale di Westerne Conference dello scorso anno. Sono ancora i Thunder ad avere la meglio su Tony Parker e compagni, approfittando anche della serata di grazia dell’ala grande Serge Ibaka (meteora in Europa con 6 partite nel Real durante il 2011). Con 25 punti il congolese naturalizzato spagnolo sposta gli equilibri a favore dei Thunder, anche grazie all’apporto di Westbrook (22 punti e 9 assist). Oklahoma fin qui imprendibile, con 20 vittorie e sole 4 sconfitte. Si lasceranno sfuggire l’anello anche quest’anno?

    RISULTATI NBA 17 DIC 2012

    Oklahoma Thunder – San Antonio Spurs 107-93
    Okl: Ibaka 25, Westbrook 22, Martin 20
    San: Parker 14, De Colo 14, Duncan 12

    New Yorks Knicks – Houston Rockets 96-109
    NY: Copeland 29, Smith 17, Felton 14
    Hou: Harden 28, Lin 22, Delfino 16

    Memphis Grizzlies – Chicago Bulls 80-71
    Mem: Conley 17, Ellington 11, Randolph 10
    Chi: Boozer 16, Belinelli 13, Deng 11

    Detroit Pistons – Los Angeles Clippers 76-88
    Det: Knight 16, Prince 15, Monroe 11
    Clip: Griffin 15, Crawford 15, Paul 14

    Orlando Magic – Minnesota Timberwolves 102-93
    Orl: Davis 28, Redick 18, Vucevic 14
    Min: Love 23, Pekovic 19, Kirilenko 13

    Phoenix Suns – Sacramento Kings 101-90
    Pho: Brown 22, Dudley 20, Scola 14
    Sac: Fredette 22, Brooks 12, Johnson 11

  • Jeremy Lin a Houston. Belinelli inseguito dai Bulls

    Jeremy Lin a Houston. Belinelli inseguito dai Bulls

    Ora è ufficiale: Jeremy Lin è un nuovo giocatore degli Houston Rockets. Il playmaker di origini cino-taiwanesi dice addio ai New York Knicks che hanno lasciato trascorrere il tempo utile per pareggiare l’offerta texana invano. Confermate dunque le indiscrezioni delle ultime con il team della Grande Mela che ha deciso di rinunciare al giocatore più sorprendente egli ultimi anni in NBA.

    A Houston Lin percepirà un ingaggio di 25 milioni di dollari in 3 anni, 10 nei primi 2 poi ben 15 nella terza stagione. Ed è stato proprio questo stipendio che Lin percepirà nel 2014/2015 a convincere il Presidente Dolan a non pareggiare l’offerta dei Rockets, per non intasare il salary cap e pagare una salatissima luxury tax.

    Stando a quanto riferiscono fonti ben informate poi, Dolan avrebbe agito in questo modo anche perchè il giocatore avrebbe mostrato poca riconoscenza verso la franchigia che lo ha fatto diventare un fenomeno mediatico in tutto il Mondo nel giro di poche settimane. Qualunque sia la vera ragione dell’inaspettato ed incredibile divorzio, di sicuro i tifosi dei Knicks, che avevano anche provato a far cambiare idea a Dolan con una raccolta di firme, non l’hanno presa affatto bene: dopo aver sognato un potenziale tandem delle meraviglie in regia (Steve Nash-Jeremy Lin) i fan newyorchesi si ritrovano adesso con la coppia Raymond Felton-Jason Kidd. In questo momento non sono i molti a New York a condividere la scelta della dirigenza dei Knicks. Mancheranno ai bluarancio anche i milioni di dollari che Lin avrebbe portato come merchandising dal mercato asiatico, come già dimostrato nella parte finale della scorsa stagione dopo la sua esplosione sui parquet NBA. Staremo a vedere se la mossa di Dolan e della dirigenza newyorchese pagherà oppure no. Quel che è certo è che ora la “Lin-sanity” si trasferisce a Houston e magari l’acquisto del playmaker servirà ai Rockets per arrivare al centro Dwight Howard per formare un’accoppiata da sogno.

    Grant Hill approda a Los Angeles: l’ala ex Phoenix Suns sembrava sul punto d firmare con i Lakers e raggiungere l’amico Steve Nash ma a beffare i gialloviola sono stati i cugini dei Clippers (per lui, quasi 40enne ma ancora in grado di dare tanto, i termini del contratto non sono stati ancora resi noti). I Lakers nella prossime ore dovrebbero consolarsi con l’acquisto di Antawn Jamison.

    Jeremy Lin | © Drew Hallowell/Getty Images

    L’accordo dei Clippers con Hill allontana il nostro Marco Belinelli da Los Angeles ma su di lui si sono fatti subito vivi i Chicago Bulls, che già lo cercarono la scorsa Estate, alla ricerca di un tiratore affidabile dopo la cessione ieri di Kyle Korver ad Atlanta. In seconda fila ci sono i Knicks e subito dietro gli Orlando Magic, la decisione spetterà solo a Belinelli.

    Intanto la “Amnesty Rule” miete altre 2 vittime (ieri l’ultimo era stato Blatche dei Wizards), ovvero Ryan Gomes dei Clippers e Chris Andersen dei Nuggets. Denver, dopo aver salutato uno degli idoli storici dei tifosi come il Birdman, ha raggiunto un accordo con l’ex Timberwolves Anthony Randolph, compagno di Danilo Gallinari ai Knicks.

    I Nets si accordano con Humpries per un biennale da 24 milioni complessivi (forse un pò troppi), ed i Lakers sono tornati a parlare con il general manager dei Magic in merito all’affare Howard ma la soluzione per il passaggio in gialloviola del centro resta difficilissima.

  • Jeremy Lin al bivio: Rockets o Knicks. Mayo va a Dallas

    Jeremy Lin al bivio: Rockets o Knicks. Mayo va a Dallas

    Oggi martedì 17 luglio è il giorno in cui si deciderà il destino di Jeremy Lin: i New York Knicks infatti in serata dovranno comunicare all’NBA se pareggeranno l’offerta degli Houston Rockets (da 25 milioni in 3 anni) per trattenere il playmaker cino-taiwanese oppure se faranno a meno delle sue prestazioni in futuro facendolo così partire per il Texas.

    Lin è un restricted free agent e la squadra della Grande Mela, offrendo lo stesso contratto delle altre squadre interessate può trattenere il giocatore nel roster. Il problema è che i Rockets hanno studiato un accordo fatto apposta per mettere i bastoni tra le ruote ai Knicks, dato che il salario è molto basso nei primi 2 anni (5 milioni di dollari a stagione e su queste basi New York può competere) ma diventa esorbitante nel terzo anno di contratto dato che si parla di una cifra vicina ai 15 milioni di dollari (14,5 per la precisione) e questo provocherà  sicuramente degli sconquassamenti nel salary cap newyorchese nella stagione 2014/2015.

    Proprio per questo motivo in molti sono convinti che i Knicks non pareggeranno l’offerta di Houston e lasceranno andare via l’idolo del Madison Square Garden: gli ingaggi negli ultimi giorni di 2 playmaker come Jason Kidd (arrestato ieri per guida in stato di ebrezza, rischia tra l’altro un anno di carcere) e del cavallo di ritorno Raymond Felton paiono aver diramato la questione ma niente di definitivo si potrà dire fino a stasera quando tutto sarà risolto, o in una direzione oppure nell’altra.

    Intanto i Dallas Mavericks, mettono a segno un importante colpo di mercato: O.J. Mayo, talentuosa guardia tiratrice dei Memphis Grizzlies, ha accettato l’offerta degli ex campioni NBA. Ovviamente, così come Lin, anche Mayo è restricted free agent e quindi i Grizzlies pareggiando l’offerta dei Mavs potranno trattenere il giocatore, ma difficilmente lo faranno dato che sotto la guida di coach Lionel Hollins Mayo non ha mai giocato con continuità, partendo più che altro dalla panchina. Il giocatore ieri ha comunicato la sua scelta, quella di firmare con Dallas, ma ora si attende la decisione di Memphis. Beffati comunque i Phoenix Suns che erano fortemente interessati al giocatore dopo che i New Orleans Hornets, ieri, erano riusciti a trattenere Eric Gordon che dalla squadra dell’Arizona aveva ricevuto un corposo contratto da 58 milioni di dollari complessivi in 4 anni. Gli Hornets hanno pareggiato l’offerta e così le attenzioni di Phoenix erano andate proprio su Mayo, ma anche qui non c’è stato nulla da fare.

    Jeremy Lin | © Chris Chambers/Getty Images

    L’ex Rockets Aaron Brooks, invece, dopo l’esperienza nella scorsa stagione nel campionato cinese con i Guangdong Tigers, torna nella NBA e firma un biennale da 6.6 milioni di dollari totali con i Sacramento Kings.

    Dopo il corteggiamento di Minnesota, alla fine Kyle Korver va ad Atlanta. Gli Hawks per lui mettono in piedi una trade con i Bulls spedendo a Chicago una “trade exception” salariale da 5 milioni di dollari.

    I Lakers invece, sempre vigili sul fronte Dwight Howard (difficilissimo però portarlo ora in California), sembrano vicini a prendere il 36enne Antawn Jamison e non mollano la presa nemmeno su un altro veterano di sicuro affidamento, Grant Hill, ma nelle ultime ore anche i cugini dei Clippers sembrano aver messo gli occhi sul free agent di Phoenix. Resta a Orlando il playmaker Jameer Nelson, il quale si lega alla franchigia della Florida con un contratto triennale, nelle prossime ore potrebbe arrivare la rinuncia dei Washington Wizards al lungo Blatche che verrà tagliato con la “Amnesty Clause“.

  • Lin vicino ai Rockets, malumori a New York. Gordon rimane agli Hornets

    Lin vicino ai Rockets, malumori a New York. Gordon rimane agli Hornets

    C’era una volta la “Lin-sanity“, ovvero l’entusiasmo che Jeremy Lin, con le sue giocate d’autore pur essendo un atleta ancora sconosciuto, aveva provocato in una città tanto importante quanto “pazza” come quella della Grande Mela. Ora quei tempi sembrano lontani anni luce anche perchè non è detto che quel periodo possa avere una prosecuzione: secondo fonti ben informate infatti i Knicks non pareggeranno l’offerta fatta pervenire al playmaker cino-taiwanese dagli Houston Rockets. New York infatti, essendo Lin un restricted free agent, avrebbe potuto trattenere il giocatore pareggiando il contratto offerto da qualsiasi altra squadra. Il problema per i bluarancio nasce però proprio dall’accordo strappato da Lin a Houston che seppur basso nei primi 2 anni (circa 5 milioni a stagione) diventa esorbitante nel terzo anno di contratto dato che il play riceverà un compenso di ben 14, 2 miloni di dollari nel 2014/2015, una somma che la dirigenza dei Knicks reputa eccessiva.

    La decisione della franchigia di New York arriverà solo nella serata di martedì ma ormai pare tutto deciso e Lin verrà lasciato libero di accasarsi ai Rockets, la squadra che non credette in lui e lo tagliò prima del suo approdo ai Knicks con i quali riuscì a far innamorare i tanti tifosi bluarancio non solo al Madison Square Garden ma un pò in tutto il Mondo. A rafforzare la convinzione che Lin non verrà trattenuto ieri è arrivata una trade tra New York e Portland che ha portato ai Blazers Jared Jeffries e Dan Gadzuric mentre percorso inverso hanno fatto Kurt Thomas (anche lui di ritorno ai Knicks come l’amico Marcus Camby, che ha firmato qualche giorno fa) e soprattutto Raymond Felton, playmaker che ha già giocato sotto la guida di Mike D’Antoni (poi esonerato) in cabina di regia bluarancio prima di essere sacrificato in nome dell’affare Anthony.

    Sul destino di Lin ci sono pareri contrastanti: i tifosi (non tutti ovviamente ma gran parte) sono caduti nello sconforto e si preparano a vedere il loro idolo indossare un’altra maglia. Nello spogliatoio però la situazione non è così negativa perchè Carmelo Anthony, leader della squadra, ha candidamente ammesso che l’offerta di Houston per Lin è ridicola e J.R. Smith ha rincarato la dose dichiarando che se New York dovesse davvero pareggiare la proposta di Houston nello spogliatoio Knicks potrebbero nascere dei malumori perché a suo parere, ci sono tanti giocatori che sono nella Lega da diverse stagioni, hanno sudato parecchio e non sono riusciti a ottenere un contratto così corposo come quello che si è guadagnato Lin in appena 3 mesi di gioco. E questo potrebbe essere un motivo di tensione.

    Jeremy Lin, New York Knicks | © Chris Chambers/Getty Images

    I Suns, invece, si sono aggiudicati l’asta per l’ex Rockets Luis Scola, diventato free agent via “Amnesty Rule”. L’argentino diventa così la terza addizione importante, dopo le firme di Goran Dragic e Michael Beasley, per Phoenix dell’era post Steve Nash (andato ai Lakers). Il prossimo obiettivo per il club dell’Arizona adesso è il free agent O.J. Mayo, che però ha estimatori anche a Chicago, Los Angeles (sponda Lakers) e a Dallas. Il tutto nasce infatti dagli Hornets che hanno pareggiato l’offerta del team dell’Arizona per Eric Gordon (58 milioni in 4 anni) e così tratteranno la forte guardia. Ora Phoenix per ottenere il giocatore ha a disposizione solo uno scambio con New Orleans ma sembra tutto molto improbabile, ecco perchè è uscito il nome di Mayo.

    Brendan Haywood, altro “amnistiato”, questa volta dai Mavs, si accorda con Charlotte, Watson vola ai Nets.

    Tutto tace invece sul fronte Dwight Howard, il giocatore che con le sue smanie di lasciare Orlando sta tenendo tutti col fiato sospeso. Pare però che appena la situazione Lin sarà chiarita i Rockets tenteranno l’assalto finale per portare il miglior centro dell’NBA in Texas e costruire proprio con Lin un asse “play-lungo” da sogno.

  • I Rockets per prendere Dwight Howard tagliano Luis Scola

    I Rockets per prendere Dwight Howard tagliano Luis Scola

    Giornata di transizione nel mercato NBA, senza particolari colpi di scena che avevano caratterizzato invece i giorni precedenti. I movimenti maggiori si sono avuti sul fronte dei tagli, dato che fino al 17 di luglio le squadre hanno tempo per tagliare un giocatore (se necessario) dal roster senza che lo stipendio poi dovuto vada ad influire sul salary cap. I primi a muoversi sono stati gli Houston Rockets che hanno l’Amnesty (la nuova regola che permette la rinuncia gratuita ad un atleta, come già detto poco fa), per tagliare il lungo argentino Luis Scola (il cui contratto comportava 21 milioni di dollari per i prossimi 3 anni). La mossa sarà utile ai texani perchè creando spazio salariale potranno prendere Dwight Howard, il corteggiatissimo centro degli Orlando Magic che in Florida non vuole più restare come ha ribadito ieri in un incontro con la dirigenza che gli chiedeva di rivedere la sua posizione. Il “no” è stato inequivocabile, ribadendo i suoi propositi di cambiare squadra. Ora, con i Brooklyn Nets che apparentemente si sono chiamati fuori dai giochi, ed i Lakers in difficoltà ad imbastire uno scambio, i favoriti nella corsa ad Howard sono proprio i Rockets che oltre al lungo potrebbero prendere anche Jason Richardson, Chris Duhon ed Hedo Turkoglu o meglio i loro corposi contratti di cui la dirigenza dei Magic vuol disfarsi per iniziare la ricostruzione partendo da un salary cap ridotto al minimo. Turkoglu (2 anni rimanenti a 23.8 milioni), Duhon (anche lui 2 anni, 7.5 milioni) e Richardson (3 anni per 18.6 milioni) avrebbero dato il benestare al passaggio di squadra. A breve ulteriori sviluppi.

    Ufficiale anche la rinuncia dei Mavericks al centro Brendan Haywood che verrà sostituito a breve da Elton Brand “amnistiato” dai Sixers. Con Kaman e Nowitzki il pacchetto lunghi di Dallas sarà completamente rinnovato.

    A New York sono stati ufficializzati gli arrivi di Marcus Camby, che sarà il ricambio di Tyson Chandler, e di Jason Kidd, che molto probabilmente farà da chioccia al playmaker Jeremy Lin, giocatore che ha ricevuto un’offerta molto interessante dai Rockets ma che con ogni probabilità i Knicks pareggeranno trattenendolo in squadra (anche Mike Woodson, coach dei newyorchesi, si è espresso in tal senso). Secondo le ultime voci invece i bluarancio non pareggeranno l’offerta dei Toronto Raptors fatta pervenire alla guardia Landry Fields che così sarà lasciato libero di approdare in Canada alla corte di Andrea Bargnani (New York ieri ha rifirmato J.R. Smith per sostituire proprio Fields).

    Golden State, pur vicina al tetto salariale causa contratti ingombranti di Richard Jefferson ed Andris Biedrins, cerca ancora un vice David Lee, ma per arrivare a Carl Landry (vero obiettivo di mercato) sarà necessario un sign and trade con New Orleans.

    Luis Scola | & copy; Harry How/Getty Images

    Charlotte prende Ramon Sessions e lascia libero Augustin, corteggiato dai Pacers. Milicic viene tagliato da Minnesota che aspetta di sapere se Portland pareggerà l’offerta per Nicolas Batum: in caso i Blazers trattenessero l’ala son pronte le soluzioni alternative come O.J. Mayo, Andre Iguodala (ancora sotto contratto con Philadelphia) e Courtney Lee (che però vorrebbe andare a Boston da coach Doc Rivers a cui è legato da profonda amicizia).

    Chicago cerca un acquirente per il formidabile tiratore Kyle Korver, Jamison vorrebbe andare a Charlotte per stare vicino alla famiglia ma su di lui si sono gettati Nets e Lakers.

    Infine, speriamo, una buona notizia: Greg Oden, (centrone di ruolo che in molti avevano paragonato al nuovo Shaquille O’Neal), che fu prima scelta al Draft del 2007 (addirittura davanti ad un fenomeno come Kevin Durant) ma che ha giocato appena 82 gare in 5 anni a causa di svariati infortuni ad entrambe le ginocchia, è pronto a ritornare in gioco e vorrebbe firmare (al minimo salariale ovviamente) con i neo campioni dei Miami Heat, che hanno bisogno proprio di un centro per completare il roster ed il mercato di questa stagione.

  • Houston prova a prendere Howard, Kaman firma con Dallas

    Houston prova a prendere Howard, Kaman firma con Dallas

    Sembra sfumata la trattativa tra Nets e Magic che avrebbe portato il centro Dwight Howard a Brooklyn e nella corsa al centro di Orlando si inseriscono a sorpresa gli Houston Rockets che fino a poche ore fa dovevano solo essere i partner dei Los Angeles Lakers per far quadrare lo scambio con il team della Florida. Il pacchetto offerto dai texani al neo general manager dei Magic Hennigan prevede soluzioni interessanti come quello di accollarsi i pesanti contratti di Hedo Turkoglu (2 anni rimanenti a 23.8 milioni), di Chris Duhon (anche lui 2 anni, 7.5 milioni) e di Jason Richardson (3 anni per 18.6 milioni). Orlando in questo modo otterrebbe ciò che vuole, ovvero azzerare il cap in vista della rifondazione che partirà a breve. Houston però per fare spazio nel salary cap dovrà necessariamente usare la clausola Amnesty per tagliare qualcuno dei contratti più sostanziosi a bilancio. L’indiziato prinicipale per il taglio è Luis Scola che nei prossimi 3 anni percepirà 21 milioni di dollari. Nel fine settimana non mancheranno gli sviluppi anche perchè i Lakers e forse anche i Nets (che secondo alcuni stanno cercando di forzare la mano alla dirigenza dei Magic tirandosi fuori dalla trattativa) potrebbero non essere tagliate fuori. Proprio la franchigia di Brooklyn per cautelarsi da ogni scherzo mette rinnova per 4 anni (a 60 milioni di dollari complessivi) il centro Brook Lopez.

    Fonti molto attendibili riferiscono che nelle prossime ore i New York Knicks pareggeranno l’offerta degli Houston Rockets per Jeremy Lin e tratteranno il playmaker.

    Ufficiali gli ingaggi di Ray Allen e Rashard Lewis (ex compagni ai Seattle SuperSonics) che vestiranno la maglia dei Miami Heat per i prossimi 3 anni. Entrambi si inseriscono alla perfezione nel piano di Miami per aiutare James, Wade e Bosh con tiratori dalla distanza che possano far allargare le maglie delle difese avversarie. I 2.718 canestri da 3 punti messi a segno da Allen rappresentano il record NBA di tutti i tempi (superato il grande Reggie Miller), mentre Lewis è al quinto posto della classifica dei giocatori in attività con 1.690 centri da oltre l’arco.

    Dwight Howard | &© Chris Trotman/Getty Images

    Presentazione ufficiale anche per Steve Nash con la maglia dei Lakers. Il playmaker canadese, grande appassionato di calcio, indosserà la maglia numero 10 (la numero 13 gialloviola è ritirata dato che è appartenuta al grande Wilt Chamberlain) ed ha dichiarato che è un omaggio ai grandi “10” del calcio degli ultimi anni quali Zinedine Zidane ed Alessandro Del Piero, che furono compagni di squadra nella Juventus.

    Dallas taglia il centro Haywood con la Amnesty Rule (27 i milioni dovuti nei prossimi 3 anni) e trova l’accordo con Chris Kaman. L’ex Hornets così ritrova il suo amico e compagno di nazionale tedesca Dirk Nowitzki. I Mavericks rinnovano completamente il reparto lunghi con Elton Brand, nelle prossime ore dovrebbe arrivare l’ufficialità. Texani scatenati: mettono anche in piedi l’operazione di mercato che porta ai Pacers, via sign and trade, Ian Mahinmi e Dallas il playmaker Darren Collison più la guardia Dahntay Jones. Per quanto riguarda proprio gli Indiana Pacers, news dell’ultim’ora dato che sono vicinissimi a mettere sotto contratto Gerald Green (triennale da 10 milioni) reduce da una buona stagione con i Nets.

  • NBA, Ray Allen a Miami. Lin tentato dai Rockets, Kidd ai Knicks

    NBA, Ray Allen a Miami. Lin tentato dai Rockets, Kidd ai Knicks

    Continua a regalare emozioni il mercato NBA: Ray Allen, svincolatosi a fine stagione dai Boston Celtics, passa ai neo campioni dei Miami Heat. Il 37enne Allen, migliore tiratore da 3 punti nella storia della Lega, ha accettato un triennale da 9,5 milioni offertogli dal team della Florida, lasciando sul tavolo il biennale da 12 milioni che gli offrivano i Celtics, a cui era approdato nel 2007 vincendo il titolo alla prima stagione ma con cui i rapporti si erano guastati nell’ultima stagione, dato che la guardia tiratrice era dapprima stata quasi ceduta nell’ultimo giorno di mercato e poi era finita in panchina per lasciare posto nel quintetto titolare ad Avery Bradley. Allen è stato in visita a Miami giovedì, ha parlato con Pat Riley, coach Spoelstra ed Alonzo Mourning, poi è tornato a casa a riflettere. E ha deciso di accettare la corte di Miami, anche dopo una chiacchierata amichevole con LeBron James e Dwyane Wade.

    Ma gli Heat non si fermano qui perchè nel fine settimana è in programma un incontro con Marcus Camby, centro 38enne ma dal rendimento sempre elevato, che nell’ultima parte di stagione a Houston ha viaggiato a 7,1 punti e 9,3 rimbalzi di media in 19 partite. Camby però è nel mirino anche di New York (incontro già fissato, con i Knicks che trattano anche Jared Jeffries come alternativa), Dallas e San Antonio.

    A proposito di New York Knicks è ufficiale l’ingaggio del playmaker veterano Jason Kidd. Kidd, 39 anni, ha firmato un contratto triennale da 9 milioni di dollari complessivi, voltando le spalle alla sua ex squadra, i Dallas Mavericks, con i quali sembrava dovesse proseguire la sua avventura.

    Houston prova a strappare Jeremy Lin ai Knicks: accordo raggiunto sulla base di 4 anni per quasi 29 milioni di dollari totali. Ora la palla passa a New York che dovrà decidere se pareggiare l’offerta e trattenere il giocatore (dato che è restricted free agent) oppure dare il via libera ai Rockets per tenersi il play di origini taiwanesi. Dalle ultime indiscrezioni però pare che la squadra della Grande Mela tratterà Lin per farlo crescere proprio assieme a Jason Kidd che farà da “chioccia”.

    Jeremy Lin | © Chris Chambers/Getty Images

    Houston cede ai Raptors Kyle Lowry per una prima scelta futura e Gary Forbes (forse un pò troppo poco per il valore del giocatore). Intanto i texani puntano Raymond Felton, Ramon Sessions e l’ex Aaron Brooks di ritorno dalla Cina.

    Sta per chiudersi la trattativa tra Boston e Jeff Green, il lungo che ha perso tutta la stagione 2011/12 per un intervento al cuore. Le due parti sarebbero vicine ad accordarsi per un quadriennale da 40 milioni. Green, che Boston scelse al Draft 2007 spedendolo subito ai Seattle SuperSonics in cambio di Ray Allen, è approdato ai Celtics nel febbraio 2011 nella trade che ha portato Kendrick Perkins ad Oklahoma City, viaggiando a 9,2 punti di media nelle 26 partite giocate in Massachusetts. Con Green i Celtics completerebbero la rivoluzione del reparto lunghi, che conta sui ritorni di Garnett e Bass (rinnovati i contratti) e sugli innesti dal Draft di Jared Sullinger e Fab Melo.

    Lieto ritorno nella NBA: Brandon Roy, che si era ritirato un anno fa per i problemi alle ginocchia, sceglie i Minnesota Timberwolves. Per la guardia biennale da 10.4 milioni di dollari ed assieme a lui potrebbe arrivare a Minneapolis anche Nicolas Batum, restricted free-agent, che ha accettato un’offerta quadriennale da 45 milioni chiedendo esplicitamente alla dirigenza di Portland di non pareggiarla o, quantomeno, di imbastire una sign and trade con Minnesota. I Blazers però pareggeranno l’offerta e tratterranno Batum (secondo le ultime voci).

    Notizie di contorno: Brand è stato tagliato dai Sixers con la clausola Amnesty e sarebbe vicino ai Mavs, sempre Philadelphia acquista Nick Young dai Clippers e dà l’addio a Louis Williams. Proprio i Clippers, perso Young, rifirmano Billups e si assicurano Jamal Crawford. Infine i Magic prolungano il contratto del play Nelson e sono in attesa dell’offerta dei Nets per Howard: possibile che per sbloccare la trattativa serva un terzo team coinvolto nello scambio (si parla dei Milwaukee Bucks) e poi “Superman” potrà volare a Brooklyn!

  • NBA, Ryan Anderson eletto Most Improved Player

    NBA, Ryan Anderson eletto Most Improved Player

    Ryan Anderson degli Orlando Magic è il vincitore del Premio Most Improved Player 2011-12, lo ha annunciato la NBA. Il premio annuale viene dato ad un giocatore che ha fatto un significativo miglioramento rispetto alla stagione precedente.

    Anderson ha ricevuto 260 punti su un massimo di 605 di cui 33 voti da primo posto, da una giuria di 121 giornalisti sportivi degli Stati Uniti e del Canada. Ersan Ilyasova dei Milwaukee Bucks (159 punti, con 21 voti da primo posto) e Nikola Pekovic dei Minnesota Timberwolves (104 punti, con 10 voti da primo posto) hanno chiuso la top 3 terminando rispettivamente secondo e terzo in graduatoria. Ai giocatori sono stati assegnati cinque punti per ogni voto da primo posto, tre punti per ogni voto da secondo posto e un punto per ogni voto ricevuto da terzo posto.

    Ryan Anderson, Orlando Magic | © J. Meric/Getty Images

    Anderson ha stabilito i suoi massimi in carriera per quanto riguarda i punti segnati (16,1), i rimbalzi (7,7), la percentuale dal campo (0,439) e la percentuale di tiro libero. Ha anche stabilito il massimo in campionato nei tiri da 3 punti segnati (166) e tentati (422). Ha aumentato le sue medie rispetto alla stagione precedente di 5,5 punti a partita e di 2,2 rimbalzi a partita. 

    Ryan Anderson succede a Kevin Love nell’albo d’oro della competizione che lo scorso anno era stato di gran lunga il più votato tra tutti gli atleti selezionati per ricevere il premio. In molti davano per certo il riconoscimento a Jeremy Lin, autore di una parte di stagione strabiliante in cui ha trascinato i New York Knicks  ai playoff ma l’infortunio al menisco che lo ha tenuto fuori dal campo nel finale di regular season (e lo sta tenendo tuttora fermo nel primo turno dei playoff NBA 2012) hanno un pò condizionato la scelta dato che l’ala di Orlando ha giocato con molta più continuità rispetto al playmaker dei Knicks.

    Un premio che tutto sommato è meritato per Anderson, atteso ad ulteriori miglioramenti anche nel prossimo campionato.

  • NBA, Lin stende Dallas. Durant è il vero fenomeno, male i Lakers

    NBA, Lin stende Dallas. Durant è il vero fenomeno, male i Lakers

    Nelle 10 partite disputate nella notte NBA brillano le stelle di Jeremy Lin, che con la solita grande prova aiuta i Knicks a battere i campioni di Dallas, e di Kevin Durant, assolutamente inarrestabile contro Denver con 51 punti che fissano il suo nuovo career high ed equivalgono alla migliore prestazione stagionale in punti segnati (al momento) di un giocatore in NBA. Derby della Florida ai Miami Heat che superano gli Orlando Magic, Cleveland di un soffio sui Kings, Indiana travolge i derelitti Bobcats. Bene Bucks e Rockets, Minnesota si impone sui Sixers, brutto KO a Phoenix per i Lakers.

    Jeremy Lin rimette in moto i Knicks dopo il KO contro gli Hornets di Belinelli: il playmaker di New York guida al successo contro i Mavericks i suoi compagni, per l’ennesima volta, con 28 punti e 14 assist. Importante il contributo dell’ex di turno Tyson Chandler (14 punti e 10 rimbalzi), di Novak nel tiro da 3 (14 punti e 4/5 dalla lunga distanza) e del neo arrivato J.R. Smith che piazza 15 punti.

    Sesto successo di fila, il nono nelle ultime dieci uscite per Miami che batte Orlando nel derby della Florida. In evidenza Wade con 27 punti e James con 25 punti, 11 rimbalzi ed 8 assist. Per i Magic solita doppia doppia di Howard da 12 punti e 15 rimbalzi.

    Detroit si conferma la bestia nera di Boston: nel giro di qualche giorno i Pistons sono stati capaci di battere gli avversari per 2 volte (di cui una al Garden), Monroe (17 punti e 10 rimbalzi) e Stuckey (16 punti) guidano i padroni di casa, per i Celtics invece 18 punti di Pierce.

    2 tiri liberi (a 4 decismi di secondo dalla fine del match) della prima scelta assoluta all’ultimo Draft, Kyrie Irving, regalano il successo ai Cavs sui Kings. Alla fine saranno 23 i suoi punti totali mentre a Sacramento non basta la tripla doppia sfiorata dall’esordiente playmaker Isaiah Thomas che chiude con 23 punti, 11 assist ed 8 rimbalzi.

    Kevin Durant | © Ronald Martinez/Getty Images

    Tutto facile per Indiana che asfalta i Bobcats: top scorer Roy Hibbert con 18 punti ai quali aggiunge 14 rimbalzi. Disastro assoluto per Charlotte, si salva Brown con 16 punti.

    Bene Milwaukee che va a vincere sul parquet dei Nets reduci dalla convincente affermazione di Chicago. Per i Bucks impossibile non citare la straordinaria prova di Ersan Ilyasova con 29 punti e 25 rimbalzi (da solo ne prende in pratica la metà di squadra), New Jersey ha in Deron Williams il miglior marcatore con 26 punti.

    Torna alla vittoria Houston che imprime la svolta al match nel finale quando tiene i Jazz senza canestri dal campo negli ultimi 4 minuti. Lowry e Scola mattatori per i Rockets (32 punti per il primo, 26 per l’argentino), Utah riesce ad essere concreta solo con la coppia Jefferson-Millsap (45 punti in combianata) mentre delude il resto del team.

    Minnesota supera Philadelphia grazie a 2 tiri liberi di Kevin Love ad un decimo di secondo dal termine. Per l’ala grande dei Timberwolves 20 punti e 15 rimbalzi, career high di Rubio con 22 punti. I Sixers trovano 20 punti da un ottimo Holiday ma alla fine vengono condannati da un episodio (il fallo su Love) e dalla freddezza di quest’ultimo nell’esecuzione dalla lunetta.

    Il giocatore della notte è però Kevin Durant che infila ben 51 punti nella vittoria in overtime dei Thunder sui Nuggets (privi di Gallinari Nenè e Fernandez). Il fenomeno ex Sonics mostra un  repertorio offensivo inarrivabile ed inarrestabile sbagliando solo 9 tiri (19/28 complessivo). Il successo però non sarebbe possibile senza l’importante contributo di Russell Westbrook (40 punti) e Serge Ibaka con una sontuosa tripla doppia da 14 punti, 15 rimbalzi ed 11 stoppate. A Denver non basta portare 7 giocatori in doppia cifra, la prestazione di Durant, di puro talento, avrebbe abbattuto qualsiasi avversario in questo turno.

    Brutto KO per i Lakers a Phoenix: Suns in vantaggio dall’inizio alla fine, prestazione dei gialloviola orrenda (primo tempo 63-40 per i padroni di casa), che alla fine chiudono sotto solo di 12 ma riducendo il gap nel garbage time. Phoenix ride con Gortat (21 punti e 15 rimbalzi), Dudley (25 punti) e Nash (14 assist). Serata da rivedere per quanto riguarda il tiro per Bryant che alla fine riesce comunque a piazzare 32 punti, la maggior parte dei quali quando ormai la sconfitta è certa e non serve a nulla segnare.

    Risultati NBA 19 febbraio 2012

    New York Knicks-Dallas Mavericks 104-97
    N.Y.: Lin 28, Smith 15, Novak 14, Chandler 14
    Dal: Nowitzki 34, Marion 14, Terry 13

    Miami Heat-Orlando Magic 90-78
    Mia: Wade 27, James 25, Haslem 10
    Orl: Redick 17, Howard 12, Davis 12

    Detroit Pistons-Boston Celtics 96-81
    Det: Monroe 17, Stuckey 16, Prince 13, Jerebko 13
    Bos: Pierce 18, Wilcox 14, Allen 13

    Cleveland Cavaliers-Sacramento Kings 92-93
    Cle: Irving 23, Jamison 21, Tristan Thompson 15
    Sac: Thomas 23, Thornton 21, Cousins 19

    Indiana Pacers-Charlotte Bobcats 108-73
    Ind: Hibbert 18, Granger 14, West 14
    Cha: Brown 16, Walker 15, Maggette 10, White 10

    New Jersey Nets-Milwaukee Bucks 85-92
    N.J.: Deron Williams 26, Morrow 17, Humphries 13
    Mil: Ilyasova 29, Jennings 17, Mbah a Moute 12

    Houston Rockets-Utah Jazz 101-85
    Hou: Lowry 32, Scola 26, Martin 11
    Uta: Jefferson 23, Millsap 22, Bell 11

    Minnesota Timberwolves-Philadelphia 76ers 92-91
    Min: Rubio 22, Love 20, Pekovic 17
    Phi: Holiday 20, Iguodala 13, Louis Williams 13

    Oklahoma City Thunder-Denver Nuggets 124-118 (overtime)
    Okl: Durant 51, Westbrook 40, Ibaka 14
    Den: Afflalo 27, Miller 21, Lawson 17

    Phoenix Suns-Los Angeles Lakers 102-90
    Pho: Dudley 25, Gortat 21, Hill 15
    Lak: Bryant 32, Gasol 17, Bynum 16

    LE CLASSIFICHE

    GLI HIGHLIGHTS:

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”125177″]

    TOP 10:

    [jwplayer config=”180s” mediaid=”125178″]