laroma24“Promesse ne faccio poche, voglio solo mandare un saluto ai tifosi, la Roma ha voluto dare un segnale diverso. Non vedo il calcio in altro modo che non sia quello di essere ambiziosi. Spero di raggiungere molti traguardi. Forza Roma”. Queste le prime parole da neo tecnico giallorosso di Luis Enrique, in un’intervista rilasciata ai microfoni di Roma Channel. Oggi il tecnico asturiano, sbarcato nella capitale intorno alle ore 14, si è recato in visita al centro sportivo di Trigoria del quale sarebbe rimasto molto impressionato. Insieme ai suoi quattro fidati collaboratori, tra cui Ivan De La Pena, ha incontrato inoltre anche Walter Sabatini e Francesco Totti che lo hanno accompagnato nel suo tour del Fulvio Bernardini. L’avvocato Renato Cappelli che ha presenziato all’incontro ha parlato delle sensazioni di Luis Enrique: “è sicuramente rimasto molto soddisfatto del centro sportivo. Sul discorso tecnico non posso parlare. Comunque i tifosi della Roma si divertiranno. Il closing? La trattativa è conclusa, ai primi di luglio ci sarà il closing definitivo». Nella lunga giornata del neo allenatore romanista c’è stato anche il tempo per un vertice di mercato con Sabatini e lo staff dello spagnolo. Intanto si fa sempre più calda la pista che porta a Bojan Krkic. La Roma sta spingendo per il prestito con diritto di riscatto fissato a 10-15 milioni di euro. Luis Enrique gode della stima del calciatore e conosce molto bene Zoran Vekic, manager che lo assiste. Molto vicino ai capitolini anche l’altro prodotto del vivaio del Barcellona Jeffren. La punta della cantera blaugrana, infatti, molto probabilmente sarà il primo acquisto della nuova Roma ispanico-americana. Si sta aprendo, inoltre, la prospettiva di uno scambio tra il romanista Leandro Greco e il genoano Giandomenico Mesto. Le due società si stanno parlando e sembrano intenzionate a chiudere. Da definire la rilevante questione economica.
La “manita” è servita. Davanti a 100 mila spettatori il Barcellona da una lezione di calcio al Real Madrid di Mourinho che esce dal Camp Nou con le ossa rotte nel Clasico numero 161 della Liga: impietoso il risultato finale, 5-0 [guarda gli highlights] che non ammette repliche, undici marziani in campo che indossavano la maglia blaugrana e undici giocatori in completo bianco in balìa della furia degli uomini di Guardiola.
Non funziona nulla nella squadra di Mourinho, o meglio, il Barcellona funziona a meraviglia: tocchi di prima, palleggio a centrocampo e mai una palla buttata via o spazzata verso la metà campo avversaria; i catalani si muovono con una sincronia tale da far impallidire le merengues e farebbe tremare qualsiasi squadra si presenti sul proprio cammino.
Non c’è mai stata partita: il Barcellona, dopo aver preso un palo con Messi dopo appena 17 secondi dal fischio d’inizio, si porta avanti di due reti con un uno-due che taglia le gambe al Real: Xavi apre le danze al 10′, raddoppia Pedro 8 minuti più tardi che non deve far altro che spingere la palla in rete su un assist di Villa. Barça indemoniato, le stelle del Real, frastornate, rimangono a guardare quegli 11 giocatori che si passano la palla tra di loro in modo divino.
Stesso identico copione nella ripresa: esattamente 10 minuti dopo l’inizio della seconda frazione di gioco il Barcellona va in gol con Villa “Maravilla” che raddoppia tre giri di lancette più tardi su un assist al bacio di Messi. Una batosta, è un massacro; il Real è al tappeto. Il risultato potrebbe essere più tondo vista la quantità industriale di occasioni create dai padroni di casa mentre Victor Valdes continua ad essere inoperoso e ad indossare le vesti di spettatore non pagante.
Nel primo dei tre minuti di recupero concessi dal direttore di gara, giunge il quinto sigillo che porta la firma della Cantera catalana: Bojan confeziona l’assist per Jeffren che regala la soddisfazione ai giocatori in campo e ai tifosi di fede blaugrana di festeggiare il cappotto inflitto al Real Madrid con la “manita”, il gesto della mano aperta che per gli spagnoli è lo sbeffeggio per eccellenza. E’ da incubo il primo Clasico di Mourinho, alla sua più pesante sconfitta nella sua vincente carriera da allenatore, se lo ricorderà a lungo. Sergio Ramos, nel finale, perde la testa e rischia, con un intervento ai limiti della galera, di spaccare una gamba a Messi, si accende una rissa con il laterale madridista, espulso, che mette le mani in faccia prima a Puyol e poi a Xavi (che era stato sostituito), suoi compagni in nazionale.
Alla vigilia Ronaldo aveva detto “Voglio vedere se riescono a fare 8 gol a noi” riferendosi all’8-0 che la squadra di Guardiola aveva rifilato nel turno precedente all’Almeria. Beh, il Barcellona c’è andato vicino dimostrando di essere nettamente più forte dei loro acerrimi rivali sia sul campo che nella testa non cadendo nelle provocazioni e nelle trappole tese da Mourinho e dai suoi giocatori durante la settimana e pensando a fare solo la cosa più semplice e più naturale, giocare al calcio. Chapeau Barça.
Il tabellino BARCELLONA – REAL MADRID 5-0
10′ Xavi, 18′ Pedro, 55′ Villa 58′ Villa, 91′ Jeffren BARCELLONA (4-3-3): Valdes; Alves, Puyol, Piqué, Abidal; Xavi (87′ Keita), Busquets, Iniesta; Messi, Villa (76′ Bojan), Pedro (87′ Jeffren).
Panchina: Pinto, Maxwell, Mascherano, Alcantara.
Allenatore: Guardiola REAL MADRID (4-2-3-1): Casillas; Ramos, Pepe, Carvalho, Marcelo (60′ Arbeloa); Khedira, Xabi Alonso; Di Maria, Ozil (46′ L. Diarra), Ronaldo; Benzema.
Panchina: Dudek, Albiol, M. Diarra, Granero, Leon.
Allenatore: Mourinho
Arbitro: Iturralde Gonzalez
Ammoniti: Alves (B), Villa (B), Messi (B), Puyol (B), Ronaldo (R), Pepe (R), Xabi Alonso (R), Marcelo (R), Casillas (R), Carvalho (R), Khedira (R)
Espulsi: Ramos (R)