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  • NBA, Baron Davis ai Knicks. Jeff Green stagione finita

    NBA, Baron Davis ai Knicks. Jeff Green stagione finita

    Grande colpo di mercato per i New York Knicks che si aggiudicano le prestazioni di Baron Davis. Il playmaker, uno dei miglior atleti della NBA prima degli ultimi 2 sfortunati campionati in cui è stato tormentato da numerosi guai fisici, completa la formazione di coach Mike D’Antoni che ora può essere annoverata tra le legittime pretendenti al titolo. Davis, tagliato qualche giorno fa dai Cleveland Cavaliers con la nuova clausola “Amnesty” firma per un anno a 2,5 milioni di dollari, ma prima dovrà recuperare da un infortunio alla schiena che lo terrà fuori causa per circa 4 settimane. Considerato uno dei migliori interpreti nel suo ruolo, il 32 enne nativo di Los Angeles ha rifiutato proprio un’offerta dalla squadra della sua città, i Lakers, per poter dare l’assalto al titolo con New York. Scelto come terzo assoluto al draft del 1999 dai Charlotte Hornets ha dispensato magìe per 6 anni con i “Calabroni” prima di passare ai Golden State Warriors che ha condotto da vero leader alle Semifinali della Western Conference nei playoff del 2006/2007, quando al primo turno della post season la franchigia di Oakland (qualificatasi nella giornata conclusiva della regular season come ultima delle 8 squadre ammesse) guidata magistralmente proprio da Davis in cabina di regìa riuscì ad eliminare la testa di serie numero 1, i Dallas Mavericks di Dirk Nowitzki, team trita-sassi reduce da un record di 67 vittorie e 15 sconfitte nella stagione regolare. Nel 2008 passa ai Clippers ma la fortuna gli volta le spalle minando costantemente la sua salute e per questo viene scambiato con Cleveland per Mo Williams nello scorso torneo. Ora la grande occasione con i Knicks, dove dovrà saper distribuire assist per le bocche da fuoco Stoudemire ed Anthony. Molto soddisfatto del suo acquisto proprio Carmelo Anthony che ha così commentato:

    Tutti sanno cosa può dare Baron quando è concentrato in campo e sano fisicamente! lui e Tyson Chandler sono 2 grandi acquisti per i Knicks e ci daranno una grossa mano per raggiungere i nostri obiettivi. Il “Barone” soprattutto è uno dei migliori giocatori della NBA.

    Baron Davis | © Ronald Martinez/Getty Images

    Brutte notizie invece per Jeff Green ed i Boston Celtics: l’ala arrivata a febbraio dai Thunder dovrà saltare tutto il campionato per problemi al cuore. Il giocatore dovrà sottoporsi ad un delicato intervento per un aneurisma all’aorta che gli è stato diagnosticato dopo alcuni esami di routine. I medici hanno fatto sapere che tutto si risolverà in tempo per preparare la stagione 2012/2013. L’intervento avverrà il 9 gennaio, poi la riabilitazione. Un vero peccato per i Celtics e Green che avevano trovato pochi giorni fa un accordo per prolungare di un anno a 9 milioni di dollari la sua permanenza a Boston.

    Per quanto riguarda gli altri “affari” conclusi in queste ore è ufficiale l’acquisto di Josè Barea da parte dei Minnesota Timberwolves (contratto di 4 anni per 19 milioni di dollari complessivi), Jamal Crawford si accasa ai Blazers (biennale da 5 milioni a stagione) mentre i Lakers rafforzano la front line con l’ingaggio di Josh McRoberts e Troy Murphy entrambi ex Indiana Pacers, Jason Kapono invece porta pericolosità dall’arco e tanta esperienza per i gialloviola. Ufficiale anche Rip Hamilton a Chicago, Brandan Wright e Delonte West trovano a Dallas la loro nuova casa, Chris Wilcox sostituirà Jeff Green tra le fila dei Boston Celtics.

    Travis Outlaw, indiziato numero 1 per sostituire Shawne Williams ai Knicks (passato ai New Jersey Nets) si trasferisce invece a Sacramento, Indiana e Golden State chiudono uno scambio vantaggioso per entrambe con l’ala Louis Amundson che passa ai Pacers e la guardia Brandon Rush che va in california.

    Per ciò che concerne i rinnovi contrattuali i più importanti delle ultime ore sono quello di Rodney Stuckey con i Detroit Pistons e di Thaddeus Young con Philadelphia (per entrambi si parla di 5 anni di contratto a 42 milioni di dollari complessivi), Marcus Thornton resta ai Kings e Carl Landry agli Hornets (dove avrà nuovamente Belinelli come compagno di squadra). Mario Chalmers resta agli Heat, i Thunder trattengono a cifre forse troppo alte il tiratore Daequan Cook.

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  • NBA, i free agent del mercato 2012

    NBA, i free agent del mercato 2012

    Il mercato NBA aprirà ufficialmente i battenti domani venerdì 9 dicembre. Abbiamo selezionato i migliori free agent disponibili in questa sessione, non sono certamente i grandi nomi dell’Estate 2010, tra i quali spiccavano LeBron James, Chris Bosh (finiti entrambi ai Miami Heat) Dwyane Wade (che con l’arrivo dei 2 amici si convinse a restare proprio in Florida), Carlos Boozer (andato a Chicago), David Lee (acquisito dai Golden State Warriors), Ray Allen, Paul Pierce, Rudy Gay (i primi 2 rimasti a Boston e Gay a Memphis), Joe Johnson (rifirmato da Atlanta a suon di milioni), Dirk Nowitzki (trattenuto dai Dallas Mavericks poi vincitori del titolo a fine anno) ed Amar’è Stoudemire (strappato ai Phoenix Suns dai New York Knicks del suo ex allenatore Mike D’antoni con un quinquennale da 100 milioni di dollari).

    David West, New Orleans Hornets | © Christian Petersen/Getty Images

    I giocatori di quest’anno pur non avendo un talento fuori dal comune come quelli già citati potrebbero essere acquisti molto utili in quanto capaci di inserirsi in breve tempo in un eventuale nuovo sistema di gioco e rendere il nuovo team altamente competitivo. Ecco, in ordine di forza, i migliori atleti liberi di trovarsi una nuova squadra (tra parentesi ruolo, età ed ultimo team di appartenenza):

    25) Jason Richardson (Guardia Tiratrice, 31 anni, Orlando Magic): I tempi dei Golden State Warriors sono lontani e Richardson sembra aver perso sia la vena realizzativa che l’atletismo mostrato nei tempi d’oro. Con le giuste motivazioni però potrebbe tornare utile come tiratore puro.

    24) Kris Humpries (Ala Grande, 26 anni, New Jersey Nets): Gregario di lusso. Se in area c’è bisogno di “gomiti” e rimbalzi è lui l’uomo giusto.

    23) Tracy McGrady (Guardia Tiratrice, 32 anni, Detroit Pistons): Stella NBA ormai sul viale del tramonto è in cerca di una squadra con cui possa vincere il suo primo titolo nella Lega.

    22) Grant Hill (Ala Piccola, 39 anni, Phoenix Suns): a 39 anni il vecchio Hill è pronto ancora a stupire. Reduce da un paio di ottime stagioni ai Suns è anche lui, come McGrady, alla ricerca di uan squadra da titolo per prendersi un anello che manca tanto all’ex giocatore di Pistons e Magic.

    21) Jamal Crawford (Guardia Tiratrice, 32 anni, Atlanta Hawks): l’ultima stagione è stata altalenante ma se si ha bisogno di un tiratore da 3 punti Crawford è uno specialista e potrebbe risultare molto utile.

    20) Shane Battier (Ala Piccola, 34 anni, Memphis Grizzlies): Memphis vorrebbe trattenerlo, difensore eccellente è utile anche all’interno dello spogliatoio essendo un grande uomo-squadra.

    19) Samuel Dalembert (Centro, 30 anni, Sacramento Kings): Usa il fisico come pochi altri al centro dell’area. Se servono stoppate ed intimidazione è il centro perfetto per le squadre con lacune nel ruolo.

    18) Carl Landry (Ala Grande, 28 anni, New Orleans Hornets): Sopperisce ai centimetri mancanti per una power forward con un atletismo ed un’applicazione mentale straordinari nella lettura del gioco. Gli Hornets vorrebbero tenerlo ma serve qualche milione in più del previsto.

    17) Glen Davis (Ala Grande, 26 anni, Boston Celtics): A Boston serve un giocatore d’impatto come lui capace di cambiare un match entrando dalla panchina ma dopo 4 anni di minimo salariale nei Celtics “Big Baby” vorrebbe qualche gratifica sul nuovo contratto.

    16) Chuck Hayes (Centro, 28 anni, Houston Rockets): Alzi la mano chi ha mai visto un centro di 196 centimetri! Eppure Hayes ha sostituito degnamente negli ultimi anni lo spilungone di 230 centimetri Yao Ming ai Rockets mostrando che in NBA anche lui può dare il suo contributo. Arcigno in difesa, è un potenziale rimbalzista da doppia cifra a serata.

    15) Caron Butler (Ala Piccola, 32 anni, Dallas Mavericks): un tempo Star della Lega a Washington, gli infortuni ne hanno minato l’integrità fisica. Resta un grosso punto di domanda sulle sue condizioni ma per chi vuole puntare su di lui potrebbe anche essere una scommessa vinta.

    14) J.J. Barea (Playmaker, 27 anni, Dallas Mavericks): Giocatore molto piccolo in altezza, ma dalla velocità elettrizzante. Negli ultimi playoff si è fatto beffe degli avversari dando un importante contributo ai Mavs nella conquista del titolo. Ora passerà a riscuotere i frutti dei suoi sacrifici.

    13) Tayshaun Prince (Ala Piccola, 32 anni, Detroit Pistons): Giocatore polivalente, sa fare tutto e bene. Ha perso un pò di smalto negli ultimi anni facendosi travolgere dal declino dei Pistons. Forse in una nuova squadra riuscirà a trovare gli stimoli per ritagliarsi uno spazio importante.

    12) Andrei Kirilenko (Ala Grande/Piccola, 31 anni, Utah Jazz): AK-47 quasi sicuramente non tornerà a giocare a Salt Lake City. Atleta universale, può giocare in 4 ruoli diversi, da guardia fino a centro. Negli ultimi tempi in Europa ha dimostrato di non essere finito. Se regge a livello mentale sarà un grande acquisto per chi vorrà puntare ancora su di lui.

    11) Thaddeus Young (Ala Piccola, 23 anni, Philadelphia 76ers): Per potenziale uno dei migliori tra i free agent di questa stagione. Non è ancora esploso ed in questi anni si è accontentato del ruolo di sesto uomo di lusso ai 76ers. L’età gioca dalla sua parte, potrebbe essere il colpo a sorpresa del mercato.

    10) Rodney Stuckey (Playmaker, 25 anni, Detroit Pistons): Playmaker atipico, è giovane ed in rampa di lancio. Su di lui ci sono le mire di metà delle squadre NBA. Detroit è avvisata.

    9) Marcus Thornton (Guardia Tiratrice, 24 anni, Sacramento Kings): Altro giovane in netta crescita, snobbato al Draft del 2009 dove venne scelto al secondo giro, il 24enne di Baton Rouge è riuscito a costruirsi una discreta fama in questi anni.

    8) Arron Afflalo (Guardia Tiratrice, 26 anni, Denver Nuggets): Entra nella Lega per il suo talento nel difendere fortissimo sugli avversari diretti ma da quando è a Denver ha dimostrato di aver migliorato di molto anche la tecnica di tiro diventando una delle principali armi della squadra di Danilo Gallinari.

    7) Jeff Green (Ala Piccola/Grande, 25 anni, Boston Celtics): Boston lo scelse come quinto assoluto nel 2007 (girato subito ai Seattle Sonics per avere Ray Allen) ed a Boston è ritornato nel febbraio scorso nello scambio che ha portato Kendrick Perkins agli Oklahoma City Thunder, squadra nata dalle ceneri proprio dei Sonics. Talento purissimo al quale manca la continuità per entrare stabilmente tra i Big della Lega è appetito da numerose squadre.

    6) Greg Oden (Centro, 23 anni, Portland Trail Blazers): A livello di talento è senza ombra di dubbio il più forte tra i giocatori free agent. Paragonato a Shaquille O’Neal la prima scelta assoluta del Draft 2007 ha avuto tantissima sfortuna finora con 3 infortuni alle ginocchia che lo hanno tenuto fermo per 3 dei 4 anni disputati in NBA. Se starà bene diventerà il centro più forte negli States, l’incognita sono le sue condizioni fisiche: Portland vorrebbe rifirmarlo ma è dubbiosa, Miami farebbe invece carte false per averlo.

    5) DeAndre Jordan (Centro, 23 anni, Los Angeles Clippers): L’infortunio di Kris Kaman ha lanciato in squadra Jordan che fa della potenza fisica e dell’atletismo la sua arma migliore. Più compatibile rispetto a Kaman (indiziato a lasciare Los Angeles) nell’integrarsi con la Stella Blake Griffin verrà molto probabilmente rifirmato dai Clippers, con buona pace delle altre squadre.

    4) Tyson Chandler (Centro, 29 anni, Dallas Mavericks): Considerato finito fino a 2 anni fa per gravi problemi alle caviglie, è ritornato a splendere nell’ultima stagione firmando un contratto annuale con i Mavericks. Dopo l’ottimo lavoro svolto a centro area soprattutto nei playoff, dove lui e Nowitzki hanno trascinato i texani al titolo, ora vuole riconosciuti i suoi meriti, ma Dallas non vorrebbe sborsare molto per la sua riconferma. Più facile che trovi un’altra squadra disposta a dargli quello che chiede.

    3) Nenè (Centro, 29 anni, Denver Nuggets): Le voci lo danno lontano da Denver, vuole una squadra da titolo ed i Nuggets non lo sono. Probabile che vista l’esperienza che porterà in dote possa firmare il contratto “della vita” con una nuova squadra.

    2) Marc Gasol (Centro, 27 anni, Memphis Grizzlies): Assieme a Randolph forma una coppia assolutamente solida e talentuosa sotto canestro. Memphis lo terrà a costo di svenarsi, abbina talento, fisico ed un’età relativamente giovane. I Grizzlies vogliono tornare ai playoff ed il fratellino di Pau è una base importante della formazione del Tennessee.

    1) David West (Ala Grande, 31 anni, New Orleans Hornets): Il più forte (escluso il talento di Oden) tra i giocatori liberi sul mercato. Abbina punti, rimbalzi, difesa, forza fisica ed esperienza. Ha ancora 3-4 anni ad alto livello e vuole monetizzare al massimo il prossimo contratto. New Orleans potrebbe anche trattenerlo ma se va via Chris Paul (con gli Hornets che diventerebbero una delle peggiori squadre della NBA) anche West è destinato a partire e firmerà con un’altra squadra. Situazione in evoluzione anche per via dell’infortunio al ginocchio subìto nel finale della scorsa regular season.

    Da tenere d’occhio anche la situazione dei vari Wilson Chandler, J.R. Smith, Aaron Brooks e Kenyon Martin, atleti che hanno lo status di “Star” NBA ma che hanno firmato contratti vincolanti con squadre cinesi senza clausola d’uscita. Se non verranno rilasciati dalle rispettive squadre di appartenenza dovranno terminare la stagione nel campionato cinese.

  • NBA: Mercato impazzito sul finale. Ecco gli ultimi colpi!

    NBA: Mercato impazzito sul finale. Ecco gli ultimi colpi!

    Ultimi minuti del mercato NBA veramente entusiasmanti con colpi a ripetizione tanto che uno di questi ancora si troverebbe sub-judice dato che sembra sia arrivato dopo la chiusura del termine ultimo per finalizzare le trattative.

    Ma andiamo per ordine: lo scambio più importante sembra essere quello che coinvolge Oklahoma City e Boston. Ai Celtics arrivano il talento Jeff Green e Nenad Krstic in cambio di Perkins, centro roccioso che mancava ai Thunder e Nate Robinson (tra l’altro nativo di Seattle, chissà come l’avrà presa, visto che tra le 2 città non corre buon sangue da quando la proprietà di Oklahoma City decise di spostare i Sonics, e farli diventare Thunder, nella loro città). A Boston anche una prima scelta 2012 ma con protezione (se sarà nelle prime 10 non avrà effetto).

    Per completare il reparto lunghi nell’Oklahoma arriva Nazr Mohammed dai Bobcats mentre a Charlotte volano White e Peterson.

    I Celtics dal canto loro spediscono Erden ed Harangody ai cavs per una seconda scelta al Draft del 2013.

    Attivi anche i Rockets che accumulano scelte al Draft in proiezione futura: Battier ceduto ai Grizzlies (un ritorno per lui) in cambio del lunghissimo centro africano Thabeet (che magari sotto lo sguardo di Olajuwon potrà dimostrare di valere la seconda scelta assoluta al Draft del 2008) ed aggiungono anche una prima scelta futura. In più Houston spedisce Brooks ai Suns per Dragic ed un’altra prima scelta.

    Altra trade di rilievo è quella tra Charlotte e Portland: Gerald Wallace finisce in Oregon mentre ai Bobcats arrivano Przbylla, Cunningham e 2 future seconde scelte dei Blazers. Questa forse la migliore mossa della giornata con Portland che ora diventa brutto cliente per tutti!

    Sotto inchiesta (e daremo gli sviluppi sulla questione) lo scambio tra Indiana e Memphis che avrebbe visto Mayo passare ai Pacers e McRoberts finire ai Grizzlies. In più a Memphis sarebbe arrivata anche una prima scelta.

    Da segnalare inoltre che Troy Murphy, appena arrivato a Golden State dai Nets, potrebbe chiedere il buyout (una rescissione del contratto in pratica) e finire ai Celtics che diventerebbero quasi formidabili dopo questo ultimo giorno di mercato.

  • NBA: Boston domina i Lakers, Miami di un soffio sui Thunder

    NBA: Boston domina i Lakers, Miami di un soffio sui Thunder

    2 le partite giocate nel pomeriggio americano. Il programma si completerà con le rimanenti partite della notte (5 le gare rimanenti in calendario).

    Nella partita più attesa si assiste al dominio Celtics sul campo degli acerrimi rivali di una vita dei Los Angeles Lakers. Grande prova di forza dei “Verdi” che escluse le giocate di pura classe di Kobe Bryant controllano il resto della truppa di Phil Jackson in modo ineccepibile. Primo tempo più equilibrato, secondo tempo da veri dominatori (in particolare l’ultimo quarto) si è visto giocare una squadra contro un solo avversario, il solito Kobe in versione “one man show”. Non sono bastati i suoi 41 punti, a tradire i gialloviola un molle Gasol (12 punti e mai alla pari di un Garnett solido come non mai) ed il secondo tempo di un Bynum completamente diverso dalla versione vista nei primi 24 minuti (11 punti). Celtics molto più ordinati, decisi e meno sciuponi, con Pierce a guidare tutti dall’alto dei suoi 32 punti. Fenomenale Ray Allen (21 punti ed il merito di aver messo la museruola a Bryant nella metà dell’ultimo quarto con il numero 24 infuocato dopo 4 centri consecutivi e poi spentosi sotto la supervisione di Ray). Garnett mette la doppia doppia da 18 punti e 13 rimbalzi, Rondo ne aggiunge 10 con 16 assist. Decisivi dalla panchina Glen Davis con 13 punti e Robinson con 11.

    Resta la sensazione che i Celtics quest’anno siano di un altro livello, ai Lakers il compito di smentire critici e scettici.

    Nel secondo incontro di giornata (ma che in verità è stato il primo anticipo) i Miami Heat, questa volta al completo, vanno vicino al KO sul campo dei Thunder: partita equilibratissima fino alla fine, ad un minuto dal termine gli Heat sembrano avere la partita in mano sul 102-97 ma un parziale di 6-0, con il canestro del sorpasso di Durant, porta Oklahoma City avanti di un punto (103-102). Restano una trentina di secondi, Wade sbaglia il suo tiro ma sul rimbalzo piomba non la difesa dei Thunder ma Mike Miller che riapre su James che pesca in angolo Eddie House: tripla e controsorpasso Heat per il 105-103. Durant sbaglia il tiro del pareggio e Miami chiude il conto dalla lunetta per il 108-103 finale. Serata in chiaroscuro per James con 23 punti ma ottimo uomo assist con 13. Wade è il trascinatore con 32 punti, Bosh chiude a quota 20 ma scade nel ridicolo quando tenta di provocare Durant, ragazzo con la testa sulle spalle e poco attaccabrighe (ci fosse stato ad esempio un Garnett siamo sicuri che Bosh sarebbe rimasto zitto ed in silenzio visto che il suo atteggiamento da bulletto di periferia viene sfoggiato con chi reputa più debole, ma non contro chi sa il fatto suo). Per i giovani di Oklahoma City in evidenza il solito Durant con 33 puntie 10 rimbalzi, Green ne aggiunge 23 con 11 rimbalzi, Westbrook scrive 21 con 10 assist ma ha brutte percentuali dal campo. Dalla panchina ottimo l’apporto dell’ex di turno Cook con 13 punti (3 su 5 da 3). Appunto per coach Scott Brooks che ha perso la partita per via dei rimbalzi offensivi nel secondo tempo: sarebbe servito di più Serge Ibaka tenuto fuori per la maggior parte del match (solo 9 minuti per il miglior rimbalzista dei Thunder) anche se non gravato da falli (solo 2 alla fine per lui). Una mossa che è costata la vittoria alla giovane squadra dell’Oklahoma.

    Risultati NBA del 31 gennaio 2011

    Oklahoma City Thunder-Miami Heat 103-108
    Okl
    Durant 33, Green 23, Westbrook 21
    Mia Wade 32, James 23, Bosh 20

    Los Angeles Lakers-Boston Celtics 96-109
    Lak
    Bryant 41, Odom 15, Gasol 12
    Bos Pierce 32, Allen 21, Garnett 18

  • NBA: Super Thunder OK dopo 3 overtime contro i Nets, Lakers KO a Houston

    NBA: Super Thunder OK dopo 3 overtime contro i Nets, Lakers KO a Houston

    12 le partite disputate nella notte NBA

    Raptors vincenti contro i Wizards grazie ai 18 punti di Andrea Bargnani. L’italiano mostra grande leadership ed oltre ad un buon bottino personale di punti mette assieme anche 8 rimbalzi e 3 assist. Nell’ultima sconfitta contro gli Atlanta Hawks erano stati 78 i punti totali dei Raptors con 30 tiri segnati. Ieri, nel solo primo tempo, sono stati invece ben72 i punti segnati con 32 bersagli. Toronto, infatti, ha chiuso con il 54% da 3 ed il 58% complessivo, segno che quando i tiratori sono in serata, la squadra è molto difficile da fermare. Da segnalare anche i 20 punti di DeRozan, i 18 di Weems (buono l’asse con Bargnani) ed i 16 a testa di Barbosa e Bayless. Buono anche il debutto stagionale della prima scelta di Toronto dell’ultimo draft, Ed Davis, con 11 punti (5/7 al tiro) e 6 rimbalzi. Per Washington delude Arenas (7 punti con 1/10 al tiro), bene invece McGee e Wall rispettivamente con 21 e 19 punti.

    Gli Hawks vincono in casa contro i Grizzlies anche se ricevono la brutta notizia che Joe Johnson dovrà operarsi al gomito del braccio destro e starà fuori per un bel pò. Sono 20 i punti di Horford e 16 del sostituto naturale di Johnson, Jamal Crawford, a spingere Atlanta al successo, mentre il recupero finale di Memphis non si concretizza nonostante i 23 punti di Gay, i 22 e 9 assist di Conley ed i 19 e 19 rimbalzi di Randolph. Dopo la vittoria contro i Lakers di ieri, si può dire che manca un pizzico di continuità a questi Grizzlies per diventare una delle squadre di riferimento della Western Conference.

    Nuova sconfitta per Portland che cade a Boston sotto i colpi di Pierce (28 punti) e Garnett (17), doppia doppia per Rondo da 10 punti e 10 assist. Ai Blazers non bastano i 23 punti di Matthews (ormai fisso in quintetto al posto di Batum) i 20 di Miller ed i 18 a testa di Aldridge e Roy.

    In attesa della partita che a Cleveland tutti attendono e che segnerà il ritorno di LeBron James nella sua città dopo il trasferimento a Miami, gli Heat si sbarazzano dei Pistons. James top scorer con 18 punti, 16 a testa invece per Bosh e Wade. Detroit si consola con l’ottima prova del rookie Monroe (15 punti, 8 rimbalzi ed un solo errore al tiro).

    Il ritorno in campo di Carlos Boozer, per la prima partita con i Bulls, non basta a Chicago per evitare una tremenda sconfitta contro i Magic. “Tori” dominati a rimbalzo e nelle percentuali dal campo, Noah segna 16 punti, ma cosa molto strana per lui, non prende neanche un rimbalzo al cospetto di Howard. Rose segna 15 punti ma con brutte percentuali, mentre il “debuttante” rossonero Boozer segna solo 5 punti in 22 minuti. Orlando trova nelle sue guardie i top scorer del match (Carter 22, Nelson 24) ed in Howard il padrone della zona pitturata (13 punti, 12 rimbalzi).

    Sorride anche Marco Belinelli (ma solo 6 punti per lui). Si chiude infatti col successo contro i Bobcats, la striscia di 4 sconfitte per New Orleans che ritrova David West. Il prodotto di Xavier Segna 15 dei suoi 22 punti nel secondo tempo e contribuisce ad un ultimo quarto da 24-11 che taglia le gambe a Charlotte. Partita più defilata per Chris Paul: pochi tiri (4/7 totale in quasi 40 minuti) e tanti minuti al servizio della squadra con 14 assist e 4 recuperi. Bene Okafor con una doppia doppia da 14 punti e 13 rimbalzi, mentre a Charlotte (con Stephen Jackson in panchina dopo l’espulsione dell’ultima partita giocata) non bastano Wallace (18 punti) e la coppia Diaw-Augustin (13 punti a testa per loro).

    Dallas continua la striscia vincente, arrivata alla settima partita utile, e batte i Minnesota Timberwolves. Non serve neanche Nowitzki, tenuto a riposo per gran parte del match (23 minuti per 10 punti totali), le riserve dei Mavs fanno il loro dovere guidate dai 16 punti di Marion. Da segnalare ancora una volta un grande Tyson Chandler (9 punti e 18 rimbalzi), mentre ai T-Wolves non bastano i soliti Beasley (16 punti) e Love (12 punti e 15 rimbalzi).

    Quarta vittoria consecutiva per Denver che spazza via i Bucks. Alla serata non eccelsa di Anthony (14 punti, ancora debilitato dalla febbre) sopperiscono i 24 punti e 9 rimbalzi di Nenè, la doppia doppia di Smith (20 punti e 10 rimbalzi) ed i 16 punti e 9 assist di Billups. A Milwaukee non bastano quindi i 21 di Salmons, i 17 di Maggette e la grande prova (con tripla doppia sfiorata) da 14 punti, 10 rimbalzi e ben 8 stoppate del rookie Sanders (che sostituiva l’infortunato Bogut).

    Dopo le vittorie contro Lakers e Sacramento cadono i Pacers a Salt Lake City. Starting five e sesto uomo in doppia cifra per Utah (Williams 24 punti e 16 assist, Kirilenko 18, Jefferson 17 punti e 10 rimbalzi, Millsap 16 punti, Miles 13, Bell 10). Poco da fare per Indiana che forse accusa la stanchezza del viaggio ad Ovest (Collison 16 punti, Rush e Hibbert 15), mentre i Jazz vincono la loro ottava partita nelle ultime 10 gare.

    Seconda sconfitta nelle ultime 10 uscite, la prima in trasferta dopo il filotto di 8 gare vinte lontano da San Antonio e, sicuramente, la più inaspettata (visto che si trattava del proverbiale “testa-coda” tra la migliore squadra e la peggiore della Lega) per gli Spurs che cedono il passo ai Los Angeles Clippers. Percentuali spaventose (ma al contrario!) per i texani che tirano col 35% totale. Duncan chiude solo a quota 8, letteralmente divorato da Griffin, Parker 2 punti, mentre Ginobili ne scrive 15 ma con 5/15 al tiro. In casa Clippers trentello per il già citato Blake Griffin (un mostro d’area, ed è solo un debuttante nella NBA) con una doppia-doppia da 31 punti e 13 rimbalzi. Buon aiuto da Gordon con 21 punti.

    Quarta sconfitta consecutiva per i campioni in carica dei Los Angeles Lakers (non accadeva dal 2007) che cadono a Houston per mano di Martin (22 punti) e di uno strepitoso Shane Battier (sia in difesa su Bryant che in attacco con 17 punti e 4/6 da 3 punti). Scola contribuisce con 14 punti e 9 rimbalzi, Lowry smista 10 assist (con 8 punti) e la panchina è decisiva nell’allungo del quarto periodo con Hill, Budinger (10 punti a testa) e Lee (8 punti). Lakers tramortiti negli ultimi 5 minuti quando dal 95-90 in loro favore hanno accusato un super parziale di 4-19 che li ha condannati per il finale 109-99. Bryant 27 punti ma con 24 tiri presi (merito di Battier che quando vede il 24 gialloviola si esalta nella difesa), Odom da doppia doppia (25 punti ed 11 rimbalzi) non sono bastati vista la pessima serata di Gasol (8 punti) ben limitato dai lunghi avversari. Dopo Utah, Indiana e Memphis sono i Rockets a scrivere la parola crisi sui gialloviola. Si attende il pronto riscatto nella prossima gara che sarà abbordabile (contro i Sacramento Kings).

    E passiamo alla partita più bella ed incredibile della notte NBA ed una delle più combattute degli ultimi anni: i Thunder (senza Kevin Durant) espugnano il parquet dei Nets (senza Devin  Harris) dopo 3 overtime ed emozioni a non finire. Ovviamente tutto inizia dalla fine: una chiara interferenza di Lopez sul tiro di Westbrook ad un minuto dalla fine tiene i Nets avanti (89-90) ma 2 liberi di Westbrook a 20 secondi dal termine portano Oklahoma City sul 91-90. Farmar poi a 3 secondi dal termine sbaglia il jumper del sorpasso e Westbrook subisce nuovamente fallo e porta i suoi sul +3 (93-90). Resta un secondo sul cronometro. Viene data la palla a Morrow dalla rimessa a metà campo ed il numero 22 buca sulla sirena il canestro avversario con un tiro da distanza siderale per il pareggio. Si va all’overtime, i Nets con l’inerzia dell’incontro provano a scappare via e si portano sul 100-94 a 2 minuti e mezzo dal termine. Sembra fatta ma avviene la reazione dei Thunder che stringono le maglie in difesa e con un parziale di 6-0 firmato Westbrook riequilibrano il match (100-100). Resta l’ultima azione ai Nets che però non hanno la stessa fortuna del “buzzer” precedente di Morrow e Lopez sbaglia il tiro della vittoria. Secondo overtime. New Jersey prova a scappare (104-100) come già fatto nel supplementare precedente ma OKC non molla e con un parziale di 7-0 (bellissima la bomba di Green) si porta avanti 107-104. Lopez guida i suoi al controsorpasso (110-107) ma il suo compagno di squadra Graham commette una grossa ingenuità regalando 3 liberi a Green a pochi secondi dal termine (e per poco non ci scappa il gioco potenziale di 4 punti): il numero 22 non trema e porta il match ancora in parità (110-110). Farmar sbaglia l’ultimo tiro e si va al terzo overtime dove a spadroneggiare è Russell Westbrook che infila tutti e 13 i punti della sua squadra (fantastico il gioco da 3 punti che porta i Thunder sul 121-117). Farmar segna da 3 a 9 secondi dalla fine (121-120) e sembra riaprire nuovamente tutto, Westbrook segna i 2 liberi successivi (123-120). Restano 5 secondi ma l’azione dei Nets viene sporcata dalla difesa di Harden che impedisce il tiro da 3 dell’eventuale pareggio. Alla fine Durant (in panchina in borghese) festeggia i compagni come se avesse vinto un titolo NBA, che sicuramente non lo è ma sono queste vittorie che fanno capire ad una squadra di essere grande.
    Alla fine career high di punti per Farmar dei Nets (28) stessi punti per Lopez (con 11 rimbalzi) e 25 per il quasi eroe della serata Morrow. Oklahoma ha trovato un Jeff Green dominante fino al secondo tempo supplementare (37 punti con 4/5 da 3) dove ha poi lasciato strada al più fresco compagno Westbrook che nel terzo overtime ha vinto da solo la partita sfiorando la tripla doppia (38 punti, 15 rimbalzi, 9 assist ed anche 3 recuperi). Bene anche Sefolosha in difesa ed Harden che ha giocato a tutto campo (16 punti, 7 rimbalzi, 3 assist e 2 recuperi).

    Risultati NBA dell’1 dicembre 2010

    Toronto Raptors-Washington Wizards 127-108
    Tor DeRozan 20, Bargnani 18, Weems 18
    Was McGee 21, Wall 19, Blatche 17

    Atlanta Hawks-Memphis Grizzlies 112-109
    Atl Horford 20, Jamal Crawford 16, Powell 16
    Mem Gay 23, Conley 22, Randolph 19

    Boston Celtics-Portland Trail Blazers 99-95
    Bos Pierce 28, Garnett 17, Davis 16
    Por Matthews 23, Miller 20, Aldridge 18, Roy 18

    Miami Heat-Detroit Pistons 97-72
    Mia James 18, Wade 16, Bosh 16
    Det Monroe 15, Villanueva 10, Hamilton 9

    Chicago Bulls-Orlando Magic 78-107
    Chi Noah 16, Rose 15, Gibson 10
    Orl Nelson 24, Carter 22, Bass 17

    New Orleans Hornets-Charlotte Bobcats 89-73
    N.O. West 22, Okafor 14, Green 10, Ariza 10
    Cha Wallace 18, Augustin 13, Diaw 13

    Dallas Mavericks-Minnesota Timberwolves 100-86
    Dal Marion 16, Barea 14, Terry 12
    Min Beasley 16, Ellington 13, Love 12, Milicic 12

    Denver Nuggets-Milwaukee Bucks 105-94
    Den Nenè 24, Smith 20, Billups 16
    Mil Salmons 21, Maggette 17, Sanders 14, Jennings 14

    Utah Jazz-Indiana Pacers 110-88
    Uta Williams 24, Kirilenko 18, Jefferson 17
    Ind Collison 16, Rush 15, Hibbert 15

    Los Angeles Clippers-San Antonio Spurs 90-85
    Cli Griffin 31, Gordon 21, Butler 9
    S.A. Hill17, Ginobili 15, Jefferson 13

    Houston Rockets-Los Angeles Lakers 109-99
    Hou Martin 22, Battier 17, Scola 14
    Lak Bryant 27, Odom 25, Barnes 14

    New Jersey Nets-Oklahoma City Thunder 120-123 (3 overtime)
    N.J. Lopez 28, Farmar 28, Morrow 25
    Okl Westbrook 38, Green 37, Harden 16

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  • NBA: Dampier a Miami, i Thunder rinnovano Nick Collison

    NBA: Dampier a Miami, i Thunder rinnovano Nick Collison

    I Miami Heat, che non stanno attraversando un buon periodo dopo che ad inizio anno erano in molti a vederli come la squadra favorita per il titolo NBA, hanno firmato il free agent Eric Dampier.

    L’innesto di Dampier si spiega con i numerosi problemi di Miami sotto i tabelloni e più in generale nella zona pitturata, dove nelle ultime uscite la franchigia della Florida ha accusato un profondo gap con gli avversari soprattutto nella lotta a rimbalzo.

    Per far posto all’ex centro dei Dallas Mavericks è stato tagliato Jerry Stackhouse, firmato ad inizio anno per sopperire all’assenza di Mike Miller infortunatosi ad un dito della mano. Ma lo scarso rendimento dell’ex Washington Wizards e Detroit Pistons ha convinto la dirigenza degli Heat a tagliarlo per far posto al nuovo arrivato che ora si spera si integri al più presto negli schemi di coach Spoelstra.

    Sempre a proposito di mercato è ufficiale il rinnovo di Nick Collison con gli Oklahoma City Thunder: il giocatore, scelto come 12esimo aasoluto al draft del 2003 dopo aver frequentato l’università del Kansas, ha sempre giocato esclusivamente per questa franchigia che prima aveva il nome di Seattle Sonics e che poi sono divenuti Thunder in seguito allo spostamento ad Oklahoma City. Sono ben 308 le presenze con i Sonics (ha saltato interamente la prima stagione da rookie per problemi fisici) mentre sono 146 al momento le presenze con i Thunder, di cui è uno dei 2 soli giocatori sopra i 30 anni (Collison è nato nel 1980, il 26 ottobre), l’altro è Morris Peterson (33 anni) ed è uno dei leader dello spogliatoio avendo passato tutta la carriera cestistica solo ed esclusivamente con questa squadra. Il nuovo accordo prevede 4 anni di contatto per un compenso complessivo di 11 milioni di dollari, quindi 2,75 milioni all’anno. Anche se 5 milioni di dollari (da aggiungere agli 11) sono stati usati come bonus alla firma e verranno calcolati per questo anno agonistico portando lo stipendio di Collison dai 6 milioni attuali ad 11 complessivi, avendo la dirigenza arancioblu 6,5 milioni da spendere perchè Oklahoma City non supera il tetto del salary cap fissato a quota 58 milioni di dollari. E così facendo i Thunder si riservano grande flessibilità per il futuro, visto che in Estate dovranno rifirmare Jeff Green (e forse anche il 27enne centro Krstic) mentre nel 2012 ci saranno i rinnovi di Westbrook, Harden, Ibaka e Maynor tutti giovani importanti per il progetto di OKC. In definitiva c’è l’impressione che Oklahoma voglia provare a vincere con questo nucleo di giocatori, Sam Presti, il G.M. più richiesto nella intera NBA, ha sempre operato in modo impeccabile finora, vedremo se anche questa volta i fatti gli daranno ragione.

  • Parker rinnova con gli Spurs per 4 anni. E intanto cresce il rischio lockout

    Parker rinnova con gli Spurs per 4 anni. E intanto cresce il rischio lockout

    Tony Parker, stella francese di San Antonio, ha prolungato il contratto di 4 anni con la squadra texana.

    Arrivato agli Spurs all’età di 19 anni, ha vinto 3 titoli NBA, nel 2003, nel 2005 e nel 2007 (qui nominato M.V.P. delle finali contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James), tutti con i neroargento che finora sono stati l’unica squadra del playmaker nato a Bruges, in Belgio, con i quali ha collezionato 668 presenze.

    Parker ha firmato fino al 2015 (il contratto attuale scadrà a giugno 2011, rinnovo quadriennale per lui) e guadagnerà complessivamente 50 milioni di dollari, circa 36 milioni di euro.

    Una decisione, quella degli Spurs, che va controcorrente rispetto a quella di altre squadre della Lega che non stanno rinnovando i contratti in scadenza nel giugno 2011: infatti in Estate sarà ridiscusso il contratto collettivo dei giocatori che scadrà proprio al termine di questa stagione agonistica. Ma il Commissioner NBA David Stern ha promesso un taglio drastico alle cifre spropositate che oggi percepiscono le superstar della Lega, anche perchè la crisi economica del Paese va avanti e non accenna ad arrestarsi. Se i giocatori non cederanno alle richieste di Stern (che vorrebbe tagliare del 50% circa lo stipendio massimo da dare ai giocatori, ovvero dal massimo dei 30 milioni di dollari attuali, come percepito da Kobe Bryant ad esempio, si passerebbe a poco più di 15 milioni all’anno) potrebbe esserci il rischio lockout. Una decina di anni fa accadde già la stessa situazione e la serrata costrinse la Lega a tagliare la stagione di ben 32 partite (invece delle 82 previste se ne disputarono 50).
    Da quel blocco furono introdotte, per esempio, misure innovative come la luxury tax. Chissà cosa salterà fuori questa volta. Secondo David Stern i margini per giungere ad un accordo senza conseguenze ci sono, ma di sicuro non sarà facile.

    Proprio per questi tagli agli stipendi molte franchigie hanno interrotto le trattative con i giocatori che andranno in scadenza nel giugno 2011, visto che i proprietari potrebbero sfruttare migliori condizioni contrattuali a discapito dei giocatori. E’ per questo che giocatori come Jeff Green, stella degli Oklahoma City Thunder (assieme a Kevin Durant) ancora non ha ricevuto nessuna proposta, lo stesso dicasi per Brandan Wright dei Warriors ad esempio, di Greg Oden dei Blazers (anche se in molti dicono che sia la prima scelta assoluta del Draft 2007 a non voler rifirmare per andare via), di Wilson Chandler dei Knicks (che in questo avvio di stagione è il migliore della squadra di D’antoni), di Rodney Stuckey dei Detroit Pistons, playmaker che potrebbe fare gola a molte squadre. Unici ad aver ricevuto proposte di rinnovo sono stati proprio Durant e Joakim Noah dei Chicago Bulls, dato le franchigie che ne possiedono i diritti, per il talento mostrato sul parquet, non si sono voluti lasciare sfuggire. Soprattutto per quanto riguarda Durant dei Thunder, che pare destinato a dominare la Lega nei prossimi anni.

    Insomma una situazione che è in evoluzione ma la necessità di arrivare ad un accordo in tempo utile è auspicata da tutti, proprietari, dirigenti, tifosi ed ovviamente i giocatori.

  • NBA: Anche David Lee abbandona il team U.S.A.

    Anche David Lee, fresco acquisto dei Golden State Warriors, dovrà rinunciare ai campionati del mondo in Turchia che si svolgeranno a settembre.
    L’ala grande dei Warriors si è infatti slogato il dito medio della mano destra in una sessione di allenamento, non avrà bisogno di un intervento chirurgico, ma necessita di un recupero che coprirà circa 6 settimane.

    Altra grande amarezza quindi, dopo quella per l’allontanamento forzato di Amar’è Stoudemire avvenuta proprio ieri per via di problemi insorti con la polizza assicurativa del nuovo centro dei New York Knicks.
    Dispiaciuto il giocatore per la grande occasione persa, dispiaciuto lo staff tecnico che deve rinunciare ancora una volta ad un giocatore di valore sotto i tabelloni. Ed il buco in quel settore ora inizia a farsi preoccupante, viste le defezioni di Robin Lopez, Amar’è Stoudemire e David Lee. Praticamente sono rimasti i soli Brook Lopez (fratello di Robin) e Kevin Love.

    Ancora non è stato comunicato un eventuale sostituto, questa comunque la lista dei giocatori che stanno lavorando nel training camp del team U.S.A.

    playmaker: Rajon Rondo (Boston Celtics), Derrick Rose (Chicago Bulls), Stephen Curry (Golden State Warriors), Chauncey Billups (Denver Nuggets), Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder)

    guardie: O.J. Mayo (Memphis Grizzlies), Eric Gordon (Los Angeles Clippers), Tyreke Evans(Sacramento Kings)

    ali piccole: Kevin Durant (Oklahoma City Thunder), Rudy Gay (Memphis Grizzlies), Danny Granger (Indiana Pacers), Andre Iguodala (Philadelphia 76ers), Gerald Wallace (Charlotte Bobcats)

    ali grandi: Jeff Green (Oklahoma City Thunder), Lamar Odom (Los Angeles Lakers), David Lee(Golden State Warriors)

    centri: Amar’è Stoudemire (New York Knicks), Robin Lopez (Phoenix Suns), Brook Lopez (New Jersey Nets), Tyson Chandler (Dallas Mavericks), Kevin Love (Minnesota Timberwolves)

    nota: David Lee, Amar’è Stoudemire e Robin Lopez fuori per infortunio. Javalee McGee sostituisce Stoudemire.

  • NBA: Ecco i nomi per il team U.S.A. in vista del Mondiale

    Sono stati resi noti i nomi dei 21 atleti che parteciperanno al training camp della nazionale degli Stati Uniti d’America, dai quali poi usciranno i 12 giocatori che rappresenteranno il Paese nei Mondiali di Turchia a settembre.

    Da premettere che il “Dream Team” degli anni passati non ci sarà viste le defezioni dei vari Kobe Bryant, Dwyane Wade, LeBron James, Chris Bosh, Dwight Howard, Carlos Boozer, Carmelo Anthony, Chris Paul, Deron Williams che per motivi personali hanno deciso di declinare l’invito di coach Mike Krzyzewski e che quindi non saranno disponibili per i Mondiali.
    Si tratterà di una selezione nuova, fatta di ottimi giocatori (che potranno fare bene durante la manifestazione), ma non parliamo di superstar quali quelle appena elencate.
    Tutto ruoterà attorno al talento senza fine di Kevin Durant, unico atleta che può essere paragonato ai precedenti. Il numero 35 degli Oklahoma City Thunder sta bruciando tutte le tappe e i suoi miglioramenti sono sotto gli occhi di tutti: a soli 21 anni è stato il più giovane vincitore della classifica marcatori, il suo status di campione è ormai dichiarato da tutti gli addetti ai lavori della NBA ed il prossimo anno sarà chiamato a portare la sua squadra verso traguardi importanti.
    Al suo fianco ci sono ottimi giocatori come Rajon Rondo (che finalmente non ha rifiutato la chiamata della Nazionale), Derrick Rose, talento dei Chicago Bulls, Tyreke Evans (in rampa di lancio dopo aver vinto il titolo di matricola dell’anno lo scorso anno con i Kings e primo atleta del dopo Michael Jordan a chiudere con oltre 20 punti, 5 rimbalzi e 5 assist di media a partita al primo anno da rookie, dopo ovviamente “Sua Maestà”), atleti dal fisico esplosivo come Rudy Gay e Gerald Wallace e poi i compagni di Durant ad OKC ovvero Russell Westbrook e Jeff Green. Forse manca qualcosa sotto canestro, nel ruolo di centro, dove il solo Stoudemire non potrà giocare tutti i 48 minuti delle partite (anche se il suo fisico ed il suo talento potrebbero anche permetterglielo), ma si potrà ovviare con il giusto spirito di sacrificio.
    Insomma, gruppo sul quale si deve lavorare ma che può dare soddisfazioni viso che è molto bene amalgamato. Con la certezza di Kevin Durant…

    I 21 convocati del team U.S.A.

    playmaker: Rajon Rondo (Boston Celtics), Derrick Rose (Chicago Bulls), Stephen Curry (Golden State Warriors), Chauncey Billups (Denver Nuggets), Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder)

    guardie: O.J. Mayo (Memphis Grizzlies), Eric Gordon (Los Angeles Clippers), Tyreke Evans (Sacramento Kings)

    ali piccole: Kevin Durant (Oklahoma City Thunder), Rudy Gay (Memphis Grizzlies), Danny Granger (Indiana Pacers), Andre Iguodala (Philadelphia 76ers), Gerald Wallace (Charlotte Bobcats)

    ali grandi: Jeff Green (Oklahoma City Thunder), Lamar Odom (Los Angeles Lakers), David Lee (Golden State Warriors)

    centri: Amar’è Stoudemire (New York Knicks), Robin Lopez (Phoenix Suns), Brook Lopez (New Jersey Nets), Tyson Chandler (Dallas Mavericks), Kevin Love (Minnesota Timberwolves)

  • I Thunder umiliano i Lakers

    Vittoria meritata e schiacciante quella ottenuta dagli Oklahoma City Thunder sui campioni in carica dei Los Angeles Lakers.
    La “banda” di ragazzini di coach Scott Brooks mette a dura prova i Lakers fin dalle prime battute, dimostrando al mondo intero di poter giocare contro chiunque avversario senza nessun timore riverenziale. Primo quarto pessimo dei gialloviola che chiudono con un ritardo di 12 punti (29-17). L’energia dei Thunder è troppo straripante per essere contenuta da L.A. ed è perciò facile mantenere sempre il vantaggio in doppia cifra, cosa che accade anche alla fine del primo tempo (55-42). Nel terzo quarto ci si aspetterebbe la reazione dei Lakers, ma a dominare sul parquet sono sempre i giocatori di Oklahoma che spingono forte sull’acceleratore ben sapendo che i ritmi alti sono mal digeriti dai loro avversari e arrivano alla pausa per l’ultimo periodo in vantaggio 86-64. Risultato incredibile che permette a coach Brooks di dare riposo ai suoi giovani fenomeni e proporre sul parquet tutte le riserve, mentre dall’altra parte Phil Jackson già pensa alle contromisure da prendere, nella prossima partita, ad una squadra che sta dando più preoccupazioni del previsto. Termina 110-89 l’incontro che più che per la vittoria di Oklahoma City, stupisce per il largo risultato, che sicuramente non era preventivato, sia per la scioltezza con cui è venuto, sia per la facilità di gioco che ha avuto la neonata franchigia degli Stati Uniti, al cospetto di giocatori esperti e navigati come quelli di Los Angeles.
    Le chiavi dell’incontro sono state i contropiedi dove i Thunder hanno realizzato tanti punti (24-2), lo strapotere a rimbalzo (50-43), l’energia e la frescheza atletica, e infine l’enorme divario nei tiri liberi (42 centri su 48 tentativi per Oklahoma, 17 su 28 per i Lakers).
    La forbice tra le 2 squadre ha assunto proporzioni gigantesche quando nel terzo quarto, a pochi minuti dalla fine del periodo, gli ex Seattle Sonics si sono trovati in vantaggio di ben 29 punti! Non è facile dare questi distacchi ai campioni in carica ma Durant e compagni stanno mettendo sul parquet tutte le armi che possiedono per dare battaglia e cercare di allungare la serie il più a lungo possibile.
    A proposito di Kevin Durant, 22 punti per lui in soli 30 minuti di gioco (ultimo quarto di riposo in panchina in buona compagnia), Westbrook continua il dominio sullo sventurato Fisher (che non riesce a capire cosa deve fare per limitare il numero 0 arancioblu) e piazza 18 punti, Green ne mette 15, Harden altrettanti con soli 6 tiri. Buone le prove a rimbalzo e in difesa dei lunghi Collison, Krstic e Ibaka. Per Los Angeles nessuno sopra i 13 punti (Gasol e Bynum) 12 per Odom e Bryant. Poi il nulla. Unica nota positiva è proprio il giovane centro Andrew Bynum che oltre ai 13 punti prende 10 rimbalzi conditi anche da 3 stoppate.
    Ora i thunder prendono l’aereo per la California consapevoli che possono giocarsi questa serie. Certamente la squadra favorita resta sempre quella gialloviola e molto probabilmente staccherà il pass per il turno successivo. Ma i “ragazzini terribili” la loro vittoria l’hanno ottenuta, dimostrando che nella vita niente è impossibile, anche le cose che sembrano , a prima vista, più ardue. Martedì 27 aprile i Thunder, con l’euforia di chi va a giocarsi una gara 5 con zero pressioni e tanta leggerezza, scenderanno in campo allo Staples Center.

    Oklahoma City Thunder – Los Angeles Lakers 110-89
    –> Okl: Durant 22, Westbrook 18, Green 15, Harden 15 – Lak: Gasol 13, Bynum 13, Bryant 12, Odom 12

    LE SERIE DEL PRIMO TURNO:

    Cavs – Bulls 2-1
    Hawks – Bucks 2-1
    Celtics – Heat 3-0
    Nuggets – Jazz 1-2
    Lakers – Thunder 2-2
    Magic – Bobcats 3-0
    Mavs – Spurs 1-2

    Suns – Trail Blazers 2-2

    Guarda gli highlights di Oklahoma City Thunder – Los Angeles Laker: