Tag: jean claude blanc

  • Juventus: cercasi identità. Ferrara sulla graticola, Inter e Bayern decisive

    E’ un lunedi nero per Ciro Ferrara, la sua giovane carriera da allenatore è messa a rischio dalla crisi d’identità in corso tra le fila bianconere. Dieci giorni fa la Juventus era considerata la squadra più accreditata per intaccare la supremazia dell’Inter in campionato e il passaggio del turno in Champions League era poco più di una formalità. Le sconfitte con il Bordeaux e il Cagliari però rischiano di relegare i bianconeri ad un ruolo marginale sin dalla prima parte del campionato.

    Ferrara è sotto accusa per l’eccessiva confusione dei bianconeri, la mancanza di una vera impronta di gioco ma il disagio più grande è la messa in discussione da parte del tecnico degli acquisti estivi della società. Felipe Melo e Diego secondo la società non sono riusciti ad esprimere il proprio valore per la mancanza di certezze, il loro ruolo della Juventus è spesso in dubbio e cozza con le idee di modulo scelte in estate per il rilancio bianconero.

    All’orizzonte c’è l’Inter e il Bayern Monaco e in questi giorni Ferrara si giocherà parte della sua credibilità e del suo futuro, magari dall’alto della sua esperienza ventennale sui campi da gioco riuscirà a trovare la quadratura del cerchio proprio nel momento di difficoltà riuscendo a far tirare fuori ai suoi quel qualcosa in più contro i nerazzurri per il rilancio in campionato e contro i tedeschi per non correre rischi in Champions League.

    Una parte della tifoseria però inizia a mette in discussione il tecnico cosi come fece lo scorso anno con Ranieri chiedendo l’ingaggio di un trainer navigato ed esperto per traghettare la Juventus verso i traguardi prefissati. In questo momento il nome più gettonato è quello dell’olandese Guus Hiddink ma difficilmente la dirigenza bianconera cambierà guida tecnica in corso sovvertendo cosi le idee iniziali avallate da tutta la società con il bene placido del prossimo direttore generale Marcello Lippi. John Elkann ha però subito contattato il presidente Blanc per una presa di coscienza e di responsabilità da parte di tutti.

  • Juventus – Inter, Zanetti avverte: “Interruzione della partita se sento cori razzisti”

    Il sentitissimo derby d’Italia tra Juventus e Inter è alle porte e il capitano nerazzurro Javier Zanetti per l’occasione affronta uno dei temi più discussi negli ultimi giorni, i cori razzisti che la tifoseria juventina, in particolar modo, sta riservando a Mario Balotelli.
    Zanetti durante un’intervista ha esplicitamente avvertito la curva bianconera: “Se la cosa dovesse ripetersi nella gara che giocheranno contro di noi, mi rivolgerò all’arbitro chiedendo lo stop della partita. Mario sa che contro la stupidità c’è poco da fare, ed è tranquillo. La stupidità di poche persone ha rovinato l’immagine di Mario“.

    La società Juventus con il suo presidente Jean Claude Blanc ha già condannato gli episodi avvenuti durante la gara di domenica contro l’Udinese e quelli successivi nel pre-partita di Bordeaux: “La Juventus non smetterà di schierarsi contro ogni forma di razzismo fino a quando scompariranno definitivamente cori e atteggiamenti che abbiamo sempre censurato. Cerchiamo di trasmettere ai nostri giovani la cultura del rispetto e del fair play, collaboriamo con l’Unesco per promuovere questi valori e vogliamo che il nostro stadio sia un luogo dove tutti si sentano a casa e dove i bambini possano vivere un’esperienza di sport“.

  • Juventus: cori razzisti contro Balotelli anche a Bordeaux

    Non si placano gli insulti degli ultrà bianconeri nei confronti dell’ interista Mario Balotelli. Ricordiamo come domenica scorsa durante la partita contro l’Udinese dalla curva juventina si alzò l’ignobile coro “se saltetti muore Balotelli” che costò 20 mila euro di ammenda alla società. Se i cori di quella sera potevano esser interpretati come un insulto alla persona e non al colore della sua pelle questa sera per non lasciar dubbi al coro di domenica si è aggiunto “un nero non può esser italiano“.

    L’intervento dello speaker, cosi come quello del ds Secco e del neo presidente Jean Claude Blanc sembra che siano riusciti a placare i cori scellerati di una curva ma questa volta il danno per la Juventus potrebbe esser maggiore visto l’intransigenza dell’Uefa intorno al tema razzismo.

  • Blanc: “La Juventus farà pochi ritocchi a Gennaio”

    Dopo l’infortunio di David Trezeguet, costretto a stare lontano dal campo di calcio per almeno un mese, il presidente bianconero, Jean Claude Blanc, intervistato al termine di una riunione di Lega, al riguardo risponde:

    Prendiamo atto e andiamo avanti. Non è che un infortunio cambi una strategia definita da tempo a medio e lungo termine“. Non si è sbilanciato sul mercato di Gennaio e, anzi, ribadisce che la Juventus farà pochi ritocchi alla squadra attuale.

    A chi invece gli chiede se è ansioso di vedere domenica in campo contro l’ Udinese la coppia Del PieroDiego dice: “Sono a disposizione del mister e Ciro sceglierà la squadra migliore per affrontare i prossimi impegni. Intanto concentriamoci sul prossimo impegno, l’Udinese E’ una squadra di qualità che ha sempre fatto bene contro di noi e quindi, anche se non ci sarà Di Natale, sarà una gara difficile per noi, da affrontare con grande serietà“.

    Infine, si sbilancia su chi gli chiede un parere sulla qualificazione della Francia ai prossimi Mondiali di calcio:
    Da tifoso della Francia devo dire di non essere molto orgoglioso di aver vinto così. Comunque è andata in quel modo. Ripetere la partita? Tocca alle istituzioni prendere questo tipo di decisioni. È stato deciso di non ripetere la gara e prendiamo atto di questo

  • Moggi attacca Blanc “non fece nulla per difendere l’onore della Juve”

    Luciano Moggi torna a colpire Jean Claude Blanc dalle colonne di Libero. L’ex direttore generale della Juventus attacca il neo presidente bianconero sempre nello stesso punto, riaprendo la stessa vecchia ferita: “Blanc insiste sui 29 scudetti, e ho già detto che l’asserzione, in sè meritevole, pecca molto quanto a tempistica. Avrebbe dovuto ricordarsene quando nulla si fece per difendere l’onore e la storia della Juve – ribadisce Moggi -. Vedo che nessuno ci casca, né il tifoso, né un commentatore illustre come Beccantini che a proposito della spiegazione fornita dal presidente bianconero (“per rispetto dei nostri supporter”) lancia un aggettivo lapidario “ruffianone”, sicuramente poco gradito dal massimo dirigente della Juve”.

    L’ex dg bianconero infierisce: “In verità non capisco (o la capisco troppo) tutta questa voglia di ricrearsi d’improvviso una verginità, quando ormai l’onore e la storia della Juve è stato sacrificato e dato in pasto a tutti. Blanc dovrebbe capire che il popolo juventino ha memoria lunga, sa quanto quella storia, carica di gloria, sia stata vilipesa dalla stessa società, non potendo avere altro significato quel volersi astenere da ogni difesa nei modi e nei tempi giusti in cui doveva essere portata avanti, ma al contrario, suggerendo anche la condanna, salvo poi fingere di scoprire (così il defenestrato Cobolli Gigli) che nessun illecito era stato accertato (e Zaccone, invece, fingendosi oppresso da troppe carte, nessuna delle quali forse era stata letta, parlò di un timore di serie C)”.

    Moggi passa poi dalla “questione morale” a quella processuale: “Molti lettori avranno seguito il resoconto dei giornali sulla vicenda dei sorteggi arbitrali nel processo di Napoli, e siccome spesso ci si ferma ai titoli, del tutto inesatti e incompleti, ne avranno percepito un significato molto lontano dal reale. Ho visto che anche una mia osservazione data in udienza, circa il ruolo dei giornalisti nei sorteggi, non è stata bene intesa. Avevo detto a proposito del “colpo di tosse strano” così ritenuto dal teste Manfredi Martino, che se lo stesso doveva aver un significato per l’accoppiamento partita-arbitro, allora dovevano essere interrogati al riguardo anche i giornalisti, perché l’irregolarità avrebbe dovuto coinvolgerli. Bene, un cronista attento è andato a chiedere al giornalista protagonista di quel sorteggio, Franco Morabito, se avesse notato qualcosa di irregolare e la risposta è stata netta, ‘non ricordo nessun colpo di tosse e niente di anormale’. Il sorteggio abbinò il nome di Collina alla gara Milan-Juve. Sulla vicenda, Beccantini, oggi da me supercitato, scrive che ‘Manfredi Martino non si è limitato a sdottorare di urne e palline. Ha pure confessato che appena poteva, telefonava a Leonardo Meani, il “preservativo” milanista di Adriano Galliani; i designatori, inoltre, gli avevano confessato che il presidente federale, l’imparzialissimo Franco Carrararo, smaniava dalla voglia di salvare Fiorentina e Lazio (e retrocessero Bologna e Brescia); per concludere Andrea Della Valle, presidente della Fiorentina frequentava spesso i raduni arbitrali di Coverciano. Capito, il devoto funzionario? Altro che colpi di tosse’”.

    Nel suo editoriale, Moggi, parla anche dei “fischi preventivi” a Marcello Lippi, schierandosi al fianco del ct azzurro: “Sarebbe opportuno non parlare dei fischiatori di Cesena, sparuti al punto tale che la maggior parte degli spettatori non li ha neppure sentiti. Siccome però c’è anche chi vi ha riservato un titolo, debbo tornare a stigmatizzare l’andazzo, che nulla c’entra con il celebre assunto che il pubblico ha il diritto di fare quello che vuole – sostiene Big Luciano -. Vogliamo confondere il dissenso relativo all’eventuale gioco della squadra con quello preventivo sul lavoro del ct e sulle sue scelte? Cancello l’idea che tutto sia stato organizzato, ma scopiazzato sicuramente: “l’imitatore” di turno in definitiva non riesce a sottrarsi alla voglia di seguire il gregge (delle contestazioni) sul leit motiv dell’anno, Cassano sì, Cassano no, come se la storia del calcio non ci avesse già dato precedenti di grandi esclusi, sacrificati per garantire compattezza al gruppo o alle idee del ct. Le stesse del resto vanno rispettate a prescindere: non sto neanche a sottolineare che, nel caso, stiamo parlando del commissario tecnico campione del mondo”, spiega l’ex dg juventino.
    via: Juvemania

  • Juventus: l’aereo bloccato decolla dopo 2 ore

    La Juventus è partita alla volta di Tel-Aviv con 2 ore di ritardo rispetto alla tabella di marcia a causa del blocco imposto dai lavoratori di Aviapartner, società che gestisce i servizi a terra all’aeroporto di Caselle che hanno impedito il decollo dell’aereo quando tutta la squadra si era già imbarcata.
    La partenza era prevista alle 10 di questa mattina e solo l’intervento di Jean Claude Blanc ha permeso lo sblocco della situazione arrivato un paio di ore più tardi.
    L’aereo così è potuto decollare e porterà i bianconeri a giocarsi domani sera un’importantissimo match di Champions League contro la squadra locale del Maccabi Haifa.

  • Protesta blocca aereo Juve. Trasferta Champions a rischio

    Piove sul bagnato in casa Juve: dopo lo scioccante ko interno contro il Napoli e l’ultimatum di Blanc a tecnico e squadra, ora si mette a rischio anche la trasferta di Champions League in Israele dove domani i bianconeri dovranno affrontare il Maccabi Haifa.
    L’aereo della Juventus che avrebbe dovuto decollare per Tel-Aviv questa mattina alle 10 è stato bloccato da una protesta dei lavoratori Aviapartner, società che gestisce i servizi a terra all’aeroporto di Caselle, quando la squadra era già imbarcata sul volo.

    Il presidente della società bianconera Jean Claude Blanc è sceso per tentare una mediazione, ma senza successo e al momento non si hanno certezze se e quando avverrà il decollo.
    Discutibile la scelta del club di Corso Galileo Ferraris di programmare la partenza per Israele un giorno prima dell’incontro quando l’Inter, che ha disputato la partita di campionato ieri pomeriggio al contrario della Juve che è stata impegnata nell’anticipo pomeridiano del sabato, ha fissato la partenza ben due giorni prima della sfida.

  • Juve nervosa: Diego e Ferrara ai ferri corti?

    Juve nervosa: Diego e Ferrara ai ferri corti?

    Nervi tesi in casa Juve. Non si riesce proprio a mettere alle spalle il brutto ko contro il Napoli.
    Ferrara chiama a rapporto la squadra e cerca di spiegare qualcosa, o vorrebbe qualche delucidazione dai suoi giocatori. Forse attacca un po’ troppo qualcuno, critica senza magari pensare che a dover essere criticato potrebbe essere anche lui come chi è sceso in campo. Diego, però, risponde: alle critiche dell’allenatore, il fantasista, tra i più deludenti sabato sera, esprime il suo punto di vista, in campo di fronte a telecamere e addetti della carta stampata.

    Nelle prossime ore si cercherà di capire anche il contenuto dello scambio di idee tra allenatore e numero 28 della Juve. Poche ore prima il massimo dirigente juventino, Jean Claude Blanc, aveva lanciato un “ultimatum” alla squadra (e probabilmente anche al tecnico) dicendo che la stagione è ancora agli inizi, ma che non saranno tollerati altri errori da qui in avanti, visti alcuni passi falsi non preventivati ad inizio campionato.
    Una dichiarazione che, in sintesi, condanna la prestazione di sabato contro i campani e la gestione, tutt’altro che brillante, della partita in alcuni (delicati) frangenti di gioco. Ma la situazione in casa bianconera appare assai chiara e, per usare metafore magari care a qualcuno dello staff tecnico, sembra un vulcano (il Vesuvio???) in eruzione.

  • Juventus: inizia l’era Blanc. Massima fiducia nello staff tecnico e in Alessio Secco

    Juventus: inizia l’era Blanc. Massima fiducia nello staff tecnico e in Alessio Secco

    “Ringrazio Giovanni Cobolli Gigli per la sua passione, intelligenza, classe ed eleganza”. Così l’ad della Juventus, Jean Claude Blanc, nuovo numero uno del club bianconero, ha ringraziato il presidente uscente per l’operato di questi anni. Fiducia ribadita poi “ad Alessio Secco e a a tutto lo staff dell’area sportiva”. “Rimarrò sempre tifoso della Juve e di Blanc, otterrà grandi risultati” ha detto lo stesso Cobolli all’assemblea degli azionisti.

    Giovanni Cobolli Gigli“Non vado a lavorare come un uomo solo, perché non sono un uomo solo”. Così Jean Claude Blanc parla del suo prossimo impegno. “Sono un uomo dello sport, un manager e per me è come se questi tre anni trascorsi nel mondo del calcio fossero molti di più. Capisco che l’apprezzamento non può essere di tutti e rispetto queste opinioni. Non sono un uomo solo – ha ribadito ancora – perché ho una struttura che lavora con me fondata su tre pilastri: lo sport, gli accordi commerciali, la parte finanziaria e sono convinto che una società moderna di calcio non si può governare da soli”.

    Parlando poi ancora dei tre “pilastri”. Blanc ha ricordato i tre manager responsabili delle diverse strutture: Alessio Secco per quello sportivo, Marco Fassone per la parte commerciale e Michele Bergero per quella finanziaria. “Giudicherò io nei prossimi tre anni se questa squadra avrà bisogno di essere più completa e competitiva. La priorità – ha detto ancora – resta sempre la società e cercheremo di avere sempre una migliore squadra perché l’obiettivo è vincere. Alla fine vince uno solo e speriamo di essere noi. Abbiamo fatto una grande squadra per essere in grado di portare a casa la terza stella. Abbiamo la squadra giusta fuori e dentro per ottenere grandi risultati”.

    IL NUOVO CDA
    L’assemblea ordinaria dei soci della Juventus ha approvato a grande maggioranza il nuovo Cda bianconero, nel quale entra per la prima volta il rappresentante della Lafico, Kahleb Zentuti. Gli altri componenti sono Jean Claude Blanc, Carlo Sant’albano, Aldo Mazzia, Riccardo Montanaro, Marzio Saà, Camillo Venesio.

    IL SALUTO DI COBOLLI GIGLI
    “Rimarrò un tifoso della Juventus e di Jean-Claude Blanc. Vi assicuro che si otterranno risultati brillanti”. Lo ha detto Giovanni Cobolli Gigli. “Ho letto le parole di John Elkann e mi fa piacere che condivida il mio pensiero”, ha detto, “bisogna guardare al futuro. Lo dico agli azionisti e anche a me stesso. Bisogna mettere la massima carica e determinazione nel nostro lavoro”. Cobolli Gigli, in apertura del suo intervento, ha voluto ringraziare le tante persone che hanno lavorato al suo fianco in questi anni. “Ringrazio tutti quei calciatori che ci hanno permesso di passare dalla serie B alla A in fretta, da Del Piero a Camoranesi a Trezeguet. Ricordo i tifosi, conosciuti in una serata d’estate, decine di tifosi sotto la sede della Juventus”, ricorda Cobolli Gigli, “è stato un incontro coinvolgente che mi ha fatto capire le responsabilità e le difficoltà della mia posizione”.
    [via: sportmediaset]

  • Buffon: “Lippi alla Juve non mi stupirebbe”

    Buffon: “Lippi alla Juve non mi stupirebbe”

    Gianluigi BuffonIl portiere della Juventus Gianluigi Buffon, dal ritiro della Nazionale a Coverciano, definisce come possibile un ritorno del ct Marcello Lippi alla Juventus subito dopo la fine dei Mondiali di Sud Africa 2010:

    Alla mia età e con la mia esperienza del calcio, non mi stupisco più di nulla. Credo però che sia prematuro parlarne. Conosco la professionalità di Lippi, con un Mondiale da giocare la testa può essere concentrata solo su questo. Non credo si possa pensare a trovare un lavoro dopo l’estate del 2010

    A dir la verità un contatto tra Lippi e l’amministratore delegato bianconero e ora anche presidente Jean Claude Blanc c’era stato già nella scorsa stagione “nella famosa cena” tra i due quando in panchina sedeva Claudio Ranieri; il ct dell’Italia però non avrebbe preso il posto dell’ex tecnico juventino ma avrebbe ricoperto il ruolo di direttore tecnico.
    A quanto pare il discorso è stato solo prolungato perchè Blanc ha dichiarato che presto si conoscerà il nome del nuovo direttore generale della Juventus e le parole di Buffon potrebbero confermare tutto ciò.

    Poi il portierone azzurro si è soffermato ad analizzare il periodo che sta attraversando la sua Juventus e sull’avvicendamento alla presidenza della società:

    Non si può mettere tutto in discussione per una sconfitta e due pareggi, saremmo poco intelligenti se si hanno di questi dubbi. Qualche dubbio poteva esserci anche prima e, chiaramente, se perdi o pareggi è normale che possa venire, ma non si può mettere in discussione tutto.
    Diego sta solo soffrendo un po’ a livello fisico i postumi dell’infortunio, quello vero l’abbiamo visto all’Olimpico contro la Roma. Quanto ad Amauri, la sua astinenza dal gol dura solo da questo inizio campionato, perche’ lo scorso anno coincide con il momento peggiore della Juve, quando toccammo il fondo. Lui è molto generoso, aiuta la squadra, non credo sia un problema.
    Siamo tutti un po’ a termine, sia giocatori che dirigenti. Si cambia per migliorare, certi cicli finiscono. E non per questo vuol dire che chi c’era prima ha lavorato male
    “.