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  • Javier Zanetti, la bandiera nerazzurra dice basta

    Javier Zanetti, la bandiera nerazzurra dice basta

    Era il 5 giugno 1995, a Milano l’Inter presentava una coppia di giovani argentini: l’attaccante dell’Independiente Sebastian Rambert e il difensore del Banfield Javier Zanetti.

    Le aspettative erano tutte per Rambert,  gli attaccanti hanno sempre più fascino, e l’acquisto della punta aveva decisamente oscurato quello del giovane terzino che, come ha raccontato lo stesso Zanetti, arrivò nel ritiro estivo da solo e con un sacchetto del supermercato in mano con solo due giornalisti ad attenderlo.

    Javier, nato a Buenos Aires il 10 agosto 1973, si mise subito in mostra e al contrario del tanto sponsorizzato connazionale, che dopo sole due pessime presenze con la maglia dell’Inter fu ceduto nel mercato invernale della stessa stagione, seppe con corsa, fiato, impegno e tanto lavoro conquistarsi un ruolo da protagonista sino a giungere a quello che nel calcio moderno è un caso davvero raro: una vera e propria bandiera, la bandiera nerazzurra. 

    Javier Zanetti
    Javier Zanetti

    Zanetti da quell’esordio nel 95, ha collezionato la bellezza di 856 presenze con la casacca nerazzurra, 613 (più 3 spareggi) in Serie A. Nel 1999 dopo l’addio al calcio di Beppe Bergomi ha ereditato la sua fascia da capitano. Ha affrontato i periodi neri dell’Inter ma ha saputo brillare in quelli più splendenti, dai 3 scudetti consecutivi con Roberto Mancini all’era Mourinho culminata con lo storico Triplete (Campionato, Coppa Italia e Champions League) della stagione 2009/2010.

    El Tractor, il trattore, soprannome che è stato dato a Zanetti per la sua incredibile potenza sprigionata quando partiva palla al piede, ha saputo anche rialzarsi dopo il terribile infortunio del 28 aprile 2013 quando nella gara persa contro il Palermo si ruppe il tendine d’Achille , uno stop che sembrava aver messo a serio rischio, alle soglie dei 40 anni, la sua carriera. Così non è stato perchè Javier ha lavorato duro e  il 9 novembre, 195 giorni dopo il suo infortunio, in occasione della partita tra contro il Livorno, vinta 2-0 dall’Inter, è subentrato al 82° al posto di Taider disputando gli ultimi 10 minuti dell’incontro.

    Adesso però Pupi, l’altro soprannome di Zanetti, ha deciso di dire basta e lo ha comunicato qualche giorno fa tramite un’intervista al quotidiano argentino “La Nacion”:

    Perché ho deciso di ritirarmi adesso? Perché sento che è arrivato il momento giusto per farlo. Perché il calcio mi ha dato tantissimo e io mi sono goduto ogni attimo. Perché dopo l’infortunio al tendine d’Achille dello scorso aprile, volevo dimostrare di poter tornare comunque ad essere competitivo e ci sono riuscito. Mi sento completo e realizzato: ritirarsi a 41 anni è una sensazione impagabile. Per me è una cosa che ha un valore immenso, e ora è arrivato il momento giusto. 

    A Zanetti è stato chiesto poi del suo futuro, della paura del giorno dopo e di cosa farà una volta appese le scarpette al chiodo:

    Paura no. Sicuramente mi mancheranno certe cose, certi aspetti della routine da calciatore, i momenti negli spogliatoi e soprattutto la competizione. Però penso che la paura deve averla chi non sa come occupare il nuovo tempo libero, e per fortuna io questa questione l’ho risolta. Chiaro che niente sarà più come prima, però sono già pronto perché proseguirò nel mondo del calcio e questo mi manterrà vivo. Sognavo di finire la carriera all’Inter, a casa mia, e ci sono riuscito. E’ stata una scelta di vita quella di chiudere la carriera in Italia, e da adesso, nelle funzioni di manager sportivo, cercherò di essere utile alla squadra anche fuori dal campo. Si aprirà un nuovo mondo per me, e ciò mi entusiasma. Ci saranno mille cose da fare.

    Anche Zanetti, uno di quei calciatori ammirato anche da chi non è tifoso nerazzurro per carriera, costanza, forza di volontà, attaccamento alla maglia e comportamento dentro e fuori dal campo, dopo 5 Scudetti, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe Italiane, una Coppa Uefa, una Champions League ed un Mondiale per Club, tutti con la casacca dell’Inter, ha deciso di dire basta, di lasciare il mondo del calcio e di diventare definitivamente storia di questo splendido sport.

  • Inter, Oriali per il dopo Branca ma spunta l’idea Zanetti

    Inter, Oriali per il dopo Branca ma spunta l’idea Zanetti

    Con l’addio di Marco Branca, Erick Thohir sta definendo l’assetto societario dell’Inter. Marco Fassone è colui che l’indonesiano ha scelto di mettere al posto dell’ex dirigente che ha lasciato, dopo 12 anni l’Inter. L’ex dirigente di Juve e Napoli, finito nel mirino delle accuse dei tifosi, anche per i suoi trascorsi ai bianconeri, vuole conquistarsi un posto alla Marotta: un direttore generale che abbia il potere di firma, che gli è già stato conferito, ma soprattutto la responsabilità dell’area tecnica nerazzurra e la gestione delle operazioni di mercato. Insieme al ds Piero Ausilio, suo braccio destro, un po’ come Paratici con Marotta. Insomma, l’ispirazione è tutta presa dalla dirigenza bianconera.

    Nel  progetto di Fassone è previsto l’ingresso di Giampaolo Montali come responsabile dei rapporti con la squadra e staff tecnico.  Oriali è il nome che il popolo interista chiede a gran voce. L’uomo del triplete insieme a Mourinho, che ha regalato ai tifosi uno dei più grandi sogni. Walter Sabatini è l’unico che mette tutto d’accordo: difficile però strapparlo a James Pallotta. 

    Javier Zanetti
    Javier Zanetti

    Molti sono però i ds che hanno inviato la propria candidatura all’Inter: Franco Baldini, attualmente al Tottenham; Daniele Pradé, in scadenza alla Fiorentina, ma anche Pantaleo Corvino, ex ds dei Viola e del Lecce, Pietro Lo Monaco, ex di Genoa e per pochi mesi del Palermo e Antonio Imborgia, ex di ComoGenoa, e consulente di mercato per il Parma; ma anche Leonardo, ex dirigente di Milan e PSG, ma anche ex allenatore dell’Inter, al quale Moratti è molto legato.

    Ma c’è un nome che ovviamente è nell’aria da tanto tempo: capitan Zanetti difficilmente lascerà l’Inter dopo il suo ritiro dal calcio giocato. Non è difficile immaginarselo proprio nei panni di dirigente, e probabilmente i tifosi gradirebbero una scelta del genere. Il problema, se tale si può considerare, è che nessuno sa quando l’argentino, ormai arrivato a 40 anni, appenderà le scarpe al chiodo.

  • Per Javier Zanetti rottura del tendine d’Achile: carriera finita?

    Per Javier Zanetti rottura del tendine d’Achile: carriera finita?

    Javier Zanetti l’aveva capito subito che era successo qualcosa di grave. Si gioca Palermo-Inter, trentaquattresima giornata del campionato di Serie A, e siamo al 16′ del primo tempo. (altro…)

  • Lampo Palacio, furia Guarin. Inter-Pescara 2-0

    Lampo Palacio, furia Guarin. Inter-Pescara 2-0

    Un Inter al piccolo trotto ha la meglio 2-0 su un Pescara decisamente sotto tono ed irriconoscibile rispetto alla sorprendente vittoria sulla Fiorentina della settimana scorsa. Decidono le reti di Palacio nel primo tempo e di Fredy Guarin nella ripresa.

    Sorpresa nell’undici iniziale nerazzurro, davanti la coppia d’attacco è formata da Rodrigo Palacio ed Antonio Cassano con Diego Milito in panchina e a centrocampo c’e’ l’esordio del giovane Benassi con Cambiasso arretrato in difesa a causa dell’emergenza che ha colpito il reparto arretrato interista. Nel Pescara invece Bergodi non cambia nulla rispetto alla vittoria di Firenze affidandosi alla coppia d’attacco formata da Celik e Jonathas.

    La prima frazione di gioco è letteralmente dominata dalla formazione di Andrea Stramaccioni che non rischia mai nulla in difesa tenendo sempre il pallino del gioco in mano. Tuttavia Perin non deve compiere tante parate nei primi 45’ ma deve capitolare al minuto 31 grazie al bel movimento in area di Palacio che sfrutta un filtrante di Chivu ed un velo di Cassano realizzando il gol numero 11 in stagione. Il primo tempo si chiude praticamente qui con una sola squadra in campo e con il Pescara troppo rinunciatario ed irriconoscibile rispetto ad una settimana fa.

    Fredy Guarin ©Claudio Villa/Getty Images
    Fredy Guarin ©Claudio Villa/Getty Images

    Il secondo tempo si apre con un Pescara un po’ più voglioso alla ricerca del pareggio ma basta una discesa di Guarin supportata da un sontuoso dribbling di Palacio con l’argentino che serve allo stesso colombiano un assist al bacio per un comodo raddoppio nerazzurro. Il Pescara proprio non riesce ad impensierire Handanovic e da segnalare negli ultimi minuti c’e’ solamente un incomprensibile nervosismo di Cassano dopo la sostituzione con Tommaso Rocchi con il barese ad abbandonare il campo senza salutare Stramaccioni.

    Buona vittoria per l’Inter supportata dalle belle prestazioni del giovane Benassi e con riscatti sulle fasce di Jonathan ed Alvaro Pereira. Pescara rimandato alla prossima giornata e decisamente sempre più destinata ad una provabilissima retrocessione.

    Le Pagelle di Inter-Pescara 2-0

    INTER (3-4-1-2): Handanovic 6; Silvestre 6, Cambiasso 6,5, Chivu 6; Jonathan 6,5, Zanetti 6,5, Benassi 6,5, Pereira 6,5; Guarin 7,5 (33′ st Mudingayi 6); Palacio 7 (42′ st Milito s.v.), Cassano 6,5 (23′ st Rocchi 6). (Belec, Di Gennaro, Bianchetti, Mariga, Obi, Duncan, Coutinho, Livaja). All. Stramaccioni

    PESCARA (4-3-1-2): Perin 6; Balzano 6, Capuano 5,5, Terlizzi 5,5, Modesto 5; Nielsen 5 (19′ st Cascione 5,5), Colucci 5,5, Bjarnason 5,5; Weiss 5 (37′ st Caprari s.v.); Jonathas 4,5, Celik 5 (32′ st Abbruscato 5). (Pelizzoli, Falso, Zanon, Romagnoli, Bocchetti, Blasi, Vukusic). All. Bergodi.

     

  • Javier Zanetti da capitano a vice presidente dell’Inter

    Javier Zanetti da capitano a vice presidente dell’Inter

    Diciotto anni e ottocentotre presenze con la maglia neroazzurra sembrano non bastare a Javier Zanetti, anzi forse a non voler lasciare andare altrove il fedelissimo difensore argentino è proprio Massimo Moratti: in questi giorni circola infatti la voce che il capitano dell’Inter, una volta finita la propria carriera calcistica, potrebbe togliersi la divisa da giocatore per indossare giacca e cravatta e ricoprire il ruolo di dirigente, ma non uno qualsiasi. Per l’ormai milanese calciatore, Moratti arebbe infatti riservato la poltrona da vice presidente: una notizia che ha stupito fino ad un certo punto in quanto la stima reciproca tra i due è da sempre nota a tutti.

    Una scelta che non è stata di certo fatta a casa: il tanto amato giocatore dell’Inter è infatti rimasto fedele alla squadra dal 1995 quando, dal Banfield, decise di trasferirsi a Milano per dare vita ad una lunghissima carriera fatta di tante vittorie. Divenuto capitano del club neroazzurro nel 1999, è tutt’ora lo straniero con più presenze in Serie A e soprattutto negli anni si è guadagnato il titolo di giocatore più vincente della storia dell’Inter conquistando ben sedici trofei.

    Javier Zanetti | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Sicuramente tutti questi risultati hanno agevolato la decisione presa da Massimo Moratti il quale non ha ancora rilasciato dichiarazioni precise sull’argomento. Il presidente del club neroazzurro, parlando anche di Luis Figo e Ivano Cordoba,  inseriti nella dirigenza dell’Inter proprio appena finita la loro carriera, ha infatti spiegato:

    “Noi qui abbiamo la fortuna di avere dei giocatori che oltre ad essere bravi sul campo sono intelligenti e soprattutto sono ragazzi perbene. Uomini e sportivi che guardano al futuro dell’Inter come qualcosa che è la loro storia, il loro futuro e al quale vogliono partecipare”.

    Parole chiare quelle del presidente Moratti che non ha mai nascosto la sua volontà di tenere a Milano a vita il difensore argentino: molto probabilmente però quella poltrona dovrà aspettare ancora un po’ di tempo prima di essere occupata in quanto Javier Zanetti sembra non essere ancora intenzionato a lasciare il campo.

  • Cambiasso e Palacio stendono il Vaslui. Inter con un piede in Europa League

    Cambiasso e Palacio stendono il Vaslui. Inter con un piede in Europa League

    Nell’andata dei playoff di Europa League l’Inter piega 2-0 i rumeni del Vaslui e mette una seria ipoteca sulla qualificazione alla fase a gironi. Le reti nerazzurre portano la firma di Cambiasso e Palacio, principali interpreti del tango argentino andato in scena allo Stadio Municipal. Tra una settimana il ritorno a San Siro con l’Inter che dovrà comunque tenere alta la concentrazione onde evitare figuracce vedi Hajduk Spalato. Intanto chi ben comincia è a metà dell’opera, l’Inter punta molto sull’Europa League e non poteva festeggiare nel modo migliore le 800 presenze di capitan Zanetti e il terzo colpo di mercato in 3 giorni vedi Alvaro Pereira.

    VASLUI-INTER: LA PARTITA – Solo una novità nell’undici titolare mandato in campo da Andrea Stramaccioni. In difesa ad affiancare Silvestre ci ha pensato Ranocchia, autore tutto sommato di una prestazione brillante specie se paragonata a quelle della passata stagione. Per il resto sono state confermate le indiscrezioni della vigilia. L’Inter parte in sordina e dopo appena 2 minuti recrimina per un calcio di rigore dubbio non concesso a Milito. Il Vaslui si dimostra inferiore e stenta a rendersi pericoloso dalle parti di Castellazzi, chiamato a difendere i pali nerazzurri fino al rientro di Handanovic mentre in infermeria si aggiunge dopo appena 10 minuti Mudingayi. Stramaccioni lo sostituisce con Nagatomo, che si posiziona sulla fascia sinistra di difesa facendo scalare a centrocampo il jolly Zanetti. A metà ripresa l’Inter passa in vantaggio su azione da calcio d’angolo grazie ad un sinistro preciso di Esteban Cambiasso. Il vantaggio mette i nerazzurri nelle migliori condizioni e l’ottima intesa tra Sneijder e Palacio rischia di far capitolare ben presto i rumeni, che al 40′ si rendono pericolosi con un tiro di Ndoye che scalda le mani a Castellazzi.

    Rodrigo Palacio © Valerio Pennicino/Getty Images

    In chiusura di primo tempo i nerazzurri vanno vicini al raddoppio con un pimpante Palacio, che servito da Nagatomo addomestica il pallone in area concludendo con un tiro di punta a cui il palo dice no. L’appuntamento con il gol per il Trenza è solo rimandato perchè a metà ripresa Stramaccioni manda in campo Coutinho al posto di un non brillantissimo Milito, che lascia quindi il posto di punta centrale a Palacio. L’ex attaccante genoano ci mette un minuto per colpire il Vaslui e servito da un ottimo Sneijder supera il portiere rumeno con un diagonale preciso mandando di fatto i titoli di coda della partita. Nel finale il forcing del Vaslui è vano mentre l’Inter controlla tranquillamente il risultato grazie al quale l’Europa League si avvicina.

    VASLUI-INTER: LE PAGELLE

    Sneijder 7: Se il buongiorno si vede dal mattino i tifosi nerazzurri possono stare tranquilli. Il numero 10 interista è totalmente rivitalizzato dalla cura Stramaccioni e ieri ne ha dato la dimostrazione. Spazia su tutto il fronte del centrocampo, servendo i compagni con passaggi millimetrici e a volte impensabili. Dai suoi piedi nascono i gol che hanno piegato il Vaslui e sempre dai suoi piedi potrebbero nascere nuovi successi per i nerazzurri. Avere in squadra Sneijder è sempre un valore aggiunto poi se gioca così, sognare è lecito.

    Palacio 7,5: Merita pienamente il 7,5. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Il Trenza conferma di poter ripetere i 19 gol dell’anno scorso nonostante le 31 primavere e nonostante vesta adesso una maglia più ‘pesante’. L’ex Boca Juniors è già tirato a lucido, peccato non possa essere schierato per la prima di campionato a Pescara. Tuttavia la sua prestazione è un ottimo antipasto a quel che potrà essere la sua prima stagione nerazzurra.

    Zanetti 7: 39 anni e non sentirli. Stramaccioni l’ha definito bionico, lui ha ringraziato sul campo con la presenza numero 800 e una prestazione degna del suo nome. Sia come terzino che come interno di centrocampo il suo apporto alla causa interista rimane costante ma questo ormai non stupisce più nessuno.

     VIDEO VASLUI-INTER 0-2 HIGHLIGHTS

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  • Inter all’esame Vaslui. Zanetti tocca quota 800

    Inter all’esame Vaslui. Zanetti tocca quota 800

    Riprende l’avventura in Europa League per l’Inter di Andrea Stramaccioni. Stasera ore 20:45, in diretta su Sky Sport 1 e Premium Calcio 1, i nerazzurri sfideranno i rumeni del Vaslui nell’andata dei playoff di Europa League. I vice campioni di Romania proveranno a mettere i bastoni tra le ruote all’Inter, chiamata invece al riscatto dopo la sconfitta inutile ma pesante subita con l’Hajduk a San Siro due settimane fa. Proprio per questo Stramaccioni manderà in campo la formazione migliore, priva però dell’infortunato Handanovic e degli ultimi 2 acquisti Cassano e Gargano. Il talento barese ci sarà tra 7 giorni nella gara di ritorno visto che ieri l’Inter ha provveduto ad inserire il suo nome nella lista Uefa al posto dell’indisponibile Handanovic. Stasera invece giocherà Maicon, nonostante la sua imminente cessione al City, ma soprattutto ci sarà il capitano Javier Zanetti, che toccherà quota 800 partite con la maglia nerazzurra. Ennesimo record per il numero 4 nerazzurro, che giocherà come terzino sinistro e per l’occasione indosserà una fascia speciale che recita: “800 storie d’amore insieme”. 

    Javier Zanetti col Vaslui 800esima presenza in nerazzurro © ANDREAS SOLARO/AFP/GettyImages

    Con Zanetti e Maicon terzini la difesa verrà completata da Silvestre e Samuel, coppia argentina ex Boca Juniors. A centrocampo ci sarà spazio per Gaby Mudingayi, pronto ad affiancare Guarin e Cambiasso. In avanti agirà l’inamovibile Diego Milito, supportato da Sneijder e Palacio. L’ex attaccante del Genoa dovrebbe giocare l’intera partita visto che non sarà disponibile per la prima di campionato a Pescara in quanto squalificato. I rumeni del Vaslui dovrebbero schierarsi con un 4-4-1-1 molto coperto e spinti dal pubblico di casa proveranno ad agire di rimessa sperando che l’Inter regali qualcosa in difesa. Dallo loro i rumeni oltre al pubblico avranno anche le due partite di campionato già nelle gambe ma la superiorità tecnica dell’Inter dovrebbe comunque rendere tutto ciò un piccolo dettaglio.

    PRECEDENTI E QUOTE – Nessun precedente tra Inter e Vaslui. Per il Vaslui però non si tratta della prima sfida contro una squadra italiana visto che l’anno scorso nella fase a giorni dell’Europa League hanno pareggiato con la Lazio di Reja sia in casa (0-0) che in trasferta (2-2). Per quanto concerne le quote, i nerazzurri sono favoriti e quotati a 1,70 mentre il pareggio e la vittoria rumena sono bancati rispettivamente a 3,40 e 5. Come primo marcatore della sfida invece spicca Milito a 4, seguito da Palacio a 5 e Sneijder a 8.

    PROBABILI FORMAZIONI VASLUI-INTER

    Vaslui (4-4-1-1): Coman; Milanov, Celeban, Varela, Salageaniu; Cauè, N’Doye, Antal, Stanciu; Sanmartean; Niculae. Panchina: Catalin, Cordos, Charalambous, Costin, Buhaescu, Zsiga, Sburlea. Allenatore: Sumudica

    Inter (4-3-2-1): Castellazzi; Maicon, Silvestre, Samuel, Zanetti; Guarin, Cambiasso, Mudingayi; Palacio, Sneijder; Milito. Panchina: Belec, Ranocchia, Juan Jesus, Jonathan, Nagatomo, Coutinho, Livaja. Allenatore: Stramaccioni

  • Tripletta Milito, l’Inter vince 6-0 l’amichevole con il Trentino Team

    Tripletta Milito, l’Inter vince 6-0 l’amichevole con il Trentino Team

    Si lavora duro all’Inter, in vista dell’esordio ufficiale della nuova stagione programmato per il 2 agosto nel terzo turno preliminare di Europa League. Ieri a Pinzolo, sede del ritiro nerazzurro che terminerà il 15 luglio, è andata in scena la seconda amichevole dopo la partitella in famiglia dell’altro giorno. Ad opporre resistenza ai nerazzurri c’era il Trentino Team di Florio Maran, fratello di Rolando Maran neo tecnico del Catania. L’impegno anche se poco probante dal punto di vista tecnico ha dato ottime indicazioni ad Andrea Stramaccioni, visto che i suoi ragazzi hanno vinto in scioltezza 6-0 indossando tra l’altro la seconda divisa, quella completamente rossa che ha scatenato la polemica degli ultrà nerazzurri.

    Mattatore della partita (ancora una volta) si è rivelato il principe Diego Milito. Se il buongiorno si vede dal mattino, il bomber argentino è pronto a trascinare a suon di gol l’Inter verso traguardi importanti. Dopo la doppietta nella prima amichevole, il numero 22 interista si è confermato ieri, andando a segno per ben 3 volte supportato splendidamente da Philippe Coutinho, sempre più punto fermo dello scacchiere nerazzurro. Il 20enne brasiliano ha aperto le danze dopo appena 3 minuti con un tiro non irresistibile, che però ha visto il portiere avversario prodursi in una papera clamorosa. A completare il tabellino della partita oltre alla tripletta di Milito e il gol di Coutinho, ci sono le marcature di Esteban Cambiasso e del giovane Garritano.

    Diego Milito in azione © Dino Panato/Getty Images

    Andrea Stramaccioni ha schierato i suoi con il classico 4-2-3-1. Ottima la prestazione di Fredy Guarin insieme a quella di Ibrahima Mbaye. Il giovane senegalese ha giocato da terzino e ha fornito buone indicazioni al suo tecnico mentre ad uno degli ultimi arrivati come Rodrigo Palacio è mancato solo il gol visto che l’intesa tutta argentina con Milito è migliorata notevolmente. Porta inviolata per Samir Handanovic nei 60′ giocati. Il capitano Javier Zanetti si conferma sugli standard a cui ha abituato i tifosi nerazzurri. Anzi dai test atletici effettuati, è scaturito che il numero 4 nerazzurro è migliorato rispetto a dodici mesi fa. Insomma il Tractor è come il vino, più invecchia più diventa buono.

    La prestazione dell’Inter è stata più che soddisfacente come confermato nel post-gara dal suo allenatore Andrea Stramaccioni. La squadra infatti mette in atto ciò su cui lavora in allenamento. Lavoro e applicazione sono due elementi fondamentali per il tecnico romano affinchè i nerazzurri arrivino nelle migliori condizioni al primo appuntamento ufficiale della stagione 2012/2013. Infine l’ex allenatore della primavera nerazzurra, ha elogiato la prova di Philippe Coutinho, che possiede la fiducia dell’ambiente e può lavorare sereno considerato anche che spesso ci si dimentica che sia un classe 1992. Il futuro è suo, bisogna solo indirizzarlo sulla strada della crescita costante. I segnali di queste prime amichevoli sono stati molto esplicativi in quest’ottica e i tifosi sperano che Cou riesca ad esprimere a breve le sue immense qualità tecniche, che spinsero l’Inter a bloccarlo a soli 16 anni per un paio di milioni di euro.

    Per un brasiliano che cresce, c’è un altro brasiliano sul quale cresce l’attesa. Stiamo parlando di Lucas, trequartista del San Paolo anch’egli come Cou classe 1992. Di diverso da Coutinho ha il costo del cartellino, ma molti addetti ai lavori (ed anche chi vi scrive) sostengono che tra i due il più forte è colui che a Milano già vive. Tuttavia Lucas è un pallino o sogno che dir si voglia di Massimo Moratti. Il presidente nerazzurro è arrivato a Pinzolo ieri, per assistere alla seconda amichevole dei suoi ragazzi e dopo la partita ha parlato soprattutto in merito al mercato nerazzurro. Iniziando da Lucas: “Ha grandi doti, adesso bisogna concretizzare, se ce n’è la possibilità”. Passando per Pazzini: “E’ un centravanti di grande valore, quando è in forma segna a ripetizione. Poi subentrano necessità teniche e tattiche che mettono i giocatori in condizioni di essere acquistati o ceduti“. Finendo con Sneijder: “E’ determinante per l’Inter, al di là delle attenzioni di altri club“.

  • Moratti e Zanetti criticano la terza stella

    Moratti e Zanetti criticano la terza stella

    Calciomercato, Conte implicato nel filone di calcioscommesse, finale di Coppa Italia, terza stella, Del Piero via dalla Juve e potremmo continuare per ore e ore. In questi giorni di qualunque cosa si parli, c’è sempre la Juventus come unico filo conduttore e come potrebbe essere altrimenti se non per il fatto che dopo anni bui la Vecchia Signora è tornata campione e l’ha fatto da vera squadra grazie ad un’organizzazione di gioco ed un’unione di intenti fuori dal comune.

    Soffermandoci sulla questione terza stella nella giornata odierna, a margine della presentazione della crociera nerazzurra 2013, ha parlato ad Appiano Gentile il capitano nerazzurro Javier Zanetti e a chi gli chiedeva un parere sulla questione terza stella ecco come risponde il 38enne argentino: “Se son contenti la mettano pure. Tutti sappiamo come sono andate le cose, ognuno nella sua coscienza sa cosa bisogna fare. Comunque ripeto i miei complimenti alla Juve per il campionato che ha vinto”.

    Massimo Moratti © Paolo Bruno/GettyImages

    Nella giornata di ieri anche il presidente nerazzurro Massimo Moratti ha detto la sua in merito: “Se la Juventus metterà la terza stella sulla maglia ci sarà una grande fantasia da parte di ogni squadra, come è fantasia la loro. Ognuno potrà fare quello che vuole”.

    Tra 48 ore ci sarà l’ultimo atto di una stagione perfetta nella quale la squadra di Antonio Conte non ha mai incassato una battuta d’arresto. La finale di Coppa Italia contro il Napoli, in programma domenica sera allo stadio Olimpico di Roma, potrebbe consolidare l’egemonia bianconera nell’ambito nazionale. Per la Juventus vincere la coppa nazionale vorrebbe dire anche vincerla per la decima volta con conseguente esposizione della stella d’argento, che rappresenta l’unica terza stella che sarà possibile esporre sulle maglie bianconere nella prossima stagione. Le sentenze d’altronde non lasciano scampo a voli pindarici e non possono essere stravolte se non da chi è chiamato a farlo. Con buona pace del popolo juventino che nel prossimo futuro saprà certamente conquistare la terza stella sul campo e onestamente.

  • Juve terza stella, Moratti e Zanetti al veleno

    Juve terza stella, Moratti e Zanetti al veleno

    Il primo posto quando mancano appena quattro giornate alla fine sta facendo sognare i tifosi della Juventus. Supporters che da tempo ormai si chiedono cosa accadrà, in caso di successo finale, alle famose stellette sulla maglia, visto che ogni dieci scudetti conquistati le società possono fregiarsi di uno di questi simboli. La Juventus, sul campo, di tricolori ne ha conquistati 29, ma dopo Calciopoli due gli sono stati tolti e dunque sarebbero 27.

    Cosa che ai tifosi bianconeri, come risaputo, non è mai andata giù e più volte, come nel caso del match casalingo di quest’anno contro l’Inter, hanno esposto striscioni ed intonato cori per ribadire che per loro gli scudetti conquistati sono 29. E di conseguenza un altro titolo farebbe scattare la terza stella. Una cosa non vista di buon occhio da chi uno di quegli scudetti se lo è visto assegnare a tavolino, ovvero l’Inter.

    E non sono mancate le considerazioni sul fatto da parte del capitano dei neroazzurri Javier Zanetti e del presidente Massimo Moratti. Il primo, a chi gli chiedeva della questione riguardante la Juve terza stella ha risposto così: “Se la mettono, contenti loro, che lo facciano pure, è inutile commentare”. A stretto giro di ore poi è arrivata anche la dichiarazione di Massimo Moratti: “Quelle che ha detto Zanetti sono parole sagge. Vediamo se la Figc accetta la provocazione, a quel punto liberi tutti, è questione di buon senso. E’ una cosa che ha poca logica, per il momento mi sembra solo una provocazione”.

    Massimo Moratti © Julian Finney/Getty Images

    Parole più velenose dunque quelle di Moratti, al quale evidentemente la scelta della Juve di fregiarsi di questo simbolo non va giù. Nelle scorse ore tuttavia è arrivata anche la dichiarazione in merito alla questione del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete. “La terza stella? La Figc è attenta al sistema delle regole e le fará rispettare. Il campionato è ancora aperto e non mi sembra opportuno e corretto che questo problema sia oggetto di riflessione ora. Inoltre – ha poi proseguito – nessuno ha posto questo problema. Se sarà fatta una domanda ovviamente sarà data una risposta. La federazione fará rispettare le regole, ma per ora questo non è un problema: se qualcuno lo porrà, risponderemo“.