Tag: ivan Basso

  • Spettacolo Valverde, Nibali resa su Wiggins

    Spettacolo Valverde, Nibali resa su Wiggins

    Alejandro Valverde del team Movistar ha vinto la 17 esima tappa del Tour de France grazie ad una splendida impresa partita da lontano. Piccola crisi per Vincenzo Nibali che non è riuscito a fare la differenza in salita nei confronti dello splendido duo del team Sky composto da Froome e Wiggins.

    Ultima occasione per poter vincere una tappa per i colori azzurri con Vincenzo Nibali che però ha faticato per tutta la tappa anche a causa di un problema muscolare al polpaccio che gli ha impedito di poter lottare per la maglia gialla.

    Tappa corta la 17esima con i suoi 143 km che vengono iniziati subito a tutta dal gruppo, la fuga buona viene formata dopo lo scollinamento del primo Gran premio di montagna del Col de Mentè vinto da Voeckler che consolida il suo primato per la conquista della maglia a Pois. In discesa si avvantaggiano in sette: Martinez, Rui Costa, Valverde, Casar, Voeckler, Kessiakoff e Peraud. La Liquigas dietro tenta di mantenere il vantaggio sotto i due minuti per tentare la vittoria con Nibali e nella salita più dura di giornata, il Port de Bales, Valverde produce l’allungo decisivo per la vittoria finale di tappa. Dietro tutti attendono lo scatto di Nibali ma ad accelerare è invece Froome che se non avesse avuto l’ordine di attendere Wiggins, avrebbe vinto anche la tappa.

    Alejandro Valverde ©PASCAL PAVANI/AFP/GettyImages

    Una tappa che è andata diversamente da quanto tutti i tifosi italiani si aspettavano dallo squalo dello stretto soprattutto per il lavoro fatto dalla Liquigas per tutta la tappa e per la facilità mostrata da Nibali in salita, ma purtroppo contro il duo britannico oggi, c’era veramente poco da fare.

    Il team Sky mette in cassaforte il Tour e la maglia gialla grazie alla splendida dimostrazione di forza di Wiggins e soprattutto di Froome che ha scortato alla grande il suo capitano sino al traguardo. Vincenzo Nibali comunque si è difeso alla grande consolidando il terzo posto nella classifica generale.

    Ordine d’arrivo.

    1 VALVERDE Alejandro FRA MOV      4 12’11”
    2 FROOME Christopher DEN SKY         19”
    3 WIGGINS Bradley SPA SKY         19”
    4 PINOT Thibaut KAZ FDJ         22”
    5 ROLLAND Pierre FRA EUC         26”
    6 VAN DEN BROECK J. GER LTB         26”
    7 NIBALI Vincenzo IRL LIQ         37”
    8 VAN GARDEREN T. ITA BMC         54”
    9 HORNER Chris ITA RNT         1’02”
    10 MARTIN Daniel IRL GRS         1’11”

    Classifica Generale

    1 WIGGINS Bradley GBR SKY      78 28’02”
    2 FROOME Chris GBR SKY        2’05”
    3 NIBALI Vincenzo ITA LIQ        2’41”
    4 VAN DEN BROECK J. BEL LTB        5’53”
    5 VAN GARDEREN T. USA BMC        8’30”
    6 EVANS Cadel USA BMC        9’57”
    7 ZUBELDIA Haimar SPA RNT        10’11”
    8 ROLLAND Pierre FRA EUC        10’17”
    9 BRAJKOVIC Janez SLO AST        11’00”
    10 PINOT Thibeaut FRA FDJ        11’46”
  • Thomas Voeckler doma i Pirenei, Nibali firma il podio

    Thomas Voeckler doma i Pirenei, Nibali firma il podio

    Thomas Voeckler vince il tappone Pirenaico coronando una fuga da lontano e transitando primo su tutte e quattro le salite di giornata. Bravo Nibali che ci prova sul Peyresourde mettendo in difficoltà Wiggins e Froome e facendo crollare Cadel Evans.

    Grande prova dell’ Alsaziano del team Europcar che mette il quarto sigillo in carriera al Tour e conquista forse definitivamente la maglia a Pois transitando primo in cima a tutti i mitici colli pirenaici.

    Tappone pirenaica con il c.d “giro della morte” rappresentato dai quattro storici colli pirenaici, e prima dell’ascesa dell’ Aubisque, si forma una fuga di 38 corridori: Cummings, Hincapie (BMC), Popovych, Voigt (RNT), Voeckler, Arashiro (EUC), Azanza, Martinez e Izaguirre (EUS), Hondo, Manzano, Stortoni (LAM), Martin (GRS), Bouet, Minard (ALM), Taaramae, Dumoulin (COF), Feillu, Levarlet, Marino (SAU), Hoogerland, Valls Ferri (VCD), Caruso, Trofimov, Vorganov (KAT), Casar, Fedrigo, Ladagnous (FDJ), Kruiswijk, Ten Dam (RAB), Costa, Karpets, Kiryienka (MOV), Paulinho, C. Sorensen (STB), Kessiakoff, Vinokourov (AST), Sprick (ARG). È Voeckler che transita primo sull’Aubisque con il francese in lotta aperta con Kessiakoff per la maglia a pois, il gruppo della maglia gialla transita regolare con lo stesso film che si riproduce sul Tourmalet con ancora Voecklera conquistare la vetta della montagna più scalata della storia del Tour.

    Thomas Voeckler ©LIONEL BONAVENTURE/AFP/GettyImages

    La tappa per gli uomini di classifica inizia a 5 km dall’Aspin con finalmente un grande Ivan Basso che si mette davanti a tutti causando la crisi definitiva di Cadel Evans. L’australiano del team BMC saluta ogni speranza di podio con Basso che ripete il forcing anche sul Peyresourde dove c’e’, a 5 km dalla cima, l’attacco secco di Nibali. L’italiano mette in difficoltà tutti tranne purtroppo Froome e Wiggins che riescono, seppur a fatica, a stare incollati al siciliano sino al traguardo dove ha transitato per primo un fantastico Thomas Voeckler che vince la seconda tappa in questo Tour e conquista anche la maglia a Pois.

    In classifica generale altro tassello importante conquistato da Wiggins per la vittoria finale ed importante anche la crisi di Cadel Evans che consegna materialmente il podio di Parigi a Vincenzo Nibali che comunque domani sicuramente farà un ultimo tentativo per la conquista della maglia gialla.

    Ordine d’arrivo.

    1 VOECKLER Thomas FRA EUR      5 35’02”
    2 SORENSEN Chris DEN SAX         1’40”
    3 IZAGUIRRE Gorka SPA EUS         3’22”
    4 VINOKOUROV A. KAZ AST         3’22”
    5 FEILLU Brice FRA SAU         3’58”
    6 VOIGT Jens GER RNT         4’18”
    7 MARTIN Daniel IRL GAR         6’08”
    8 STORTONI Simone ITA LAM         6’08”
    9 CARUSO Giampaolo ITA KAT         6’08”
    10 TEN DAM Lourens OLA RAB         6’11”

    Classifica Generale

    1 WIGGINS Bradley GBR SKY      74 15’32”
    2 FROOME Chris GBR SKY        2’05”
    3 NIBALI Vincenzo ITA LIQ        2’23”
    4 VAN DEN BROECK J. BEL LTB        5’46”
    5 ZUBELDIA Haimar SPA RNT        7’13”
    6 VAN GARDEREN T. USA BMC        7’55”
    7 EVANS Cadel AUS BMC        8’06”
    8 BRAJKOVIC Janez SLO AST        9’09”
    9 ROLLAND Pierre FRA EUC        10’10”
    10 PINOT Thibeaut FRA FDJ        11’43”

     

  • Vince Pierre Rolland, Nibali supera Evans

    Vince Pierre Rolland, Nibali supera Evans

    Il team Europcar, dopo la vittoria di ieri di Thomas Voeckler, si concede il bis nel tappone dolomitico con Pierre Rolland che precede l’altro francese Thibaut Pinot con uno straordinario Froome a chiudere il podio.

    Tappa stupenda che ha visto il crollo di Cadel Evans nell’ultima salita, una leggere difficoltà di un comunque ottimo Wiggins ed infine un grande Vincenzo Nibali che si riappropria del podio virtuale, proprio a scapito dell’australiano Evans.

    È successo di tutto nell’undicesima tappa, primo arrivo in salita sulle Alpi con arrivo a La Toussiere per un totale di 150 km. La tappa è breve ma molto dura e sin da subito è bagarre fra i corridori per creare la fuga buona. Si forma un bel gruppetto di 24 corridori sulla prima salita de “La Madeleine” con dentro Michele Scarponi ed Ivan Basso oltre a Vinokourov, Rolland ed Alejandro Valverde. Sulla salita di Croix de Fer, 22,4 km asfissianti scoppia la corsa: Scarponi cede davanti mentre dietro è Cadel Evans che produce il primo attacco serio a Bradley Wiggins ed al team Sky. Evans insieme al suo fido scudiero, il giovane Tj Van Garderen, guadagna qualche metro con Michael Rogerssuperlativo a non lasciare tanto margine all’australiano.

    Pierre Rolland
    Pierre Rolland ©PASCAL PAVANI/AFP/GettyImages

    Evans viene ripreso solo da Michael Rogers che dimostra quanto forte sia il team Sky in questo Tour, davanti il gruppetto dei fuggitivi si riduce solamente a quattro unità con Pierre Rolland che sembra il più forte dei quattro. Inizia l’ultima ascesa ed è Vincenzo Nibali che con due scatti sfianca il team Sky, Froome inizialmente fa fatica a chiudere il buco e deve essere Wiggins in prima persona ad occuparsi del’allungo dello squalo dello stretto. Froome si riprende subito producendo un forcing che in un sol colpo fa crollare Cadel Evans e fa spegnere il sogno di Nibali di guadagnare qualche secondo in classifica generale.

    Davanti Rolland è fantastico vincendo una tappa bellissima in cui si è visto praticamente di tutto con l’attacco ed il contemporaneo crollo di Evans, la risposta di Nibali, la dimostrazione di forza del team Sky ed un superlativo Froome. Con il crollo di Evans Vincenzo Nibali avanza in terza posizione nella generale comandata sempre saldamente da Bradley Wiggins.

    Ordine d’arrivo.

    1 ROLLAND Pierre FRA EUC      4 43’54”
    2 PINOT Thibaut FRA FDJ        55”
    3 FROOME Chris GBR SKY        55”
    4 VAN DEN BROECK J. BEL LTB        57’
    5 NIBALI Vincenzo ITA LIQ        57’
    6 WIGGINS Bradley GBR SKY        57’
    7 SORENSEN Chris DEN STB        1’08”
    8 BRAJKOVIC Janez SLO AST        1’58”
    9 KIRYENKA Vassily BLR MOV        2’13”
    10 SCHLECK Frank LUX RNT        2’23”

    Classifica Generale

    1 WIGGINS Bradley GBR SKY      48 43’53”
    2 FROOME Chris GBR SKY        2’05”
    3 NIBALI Vincenzo ITA LIQ        2’23”
    4 EVANS Cadel AUS BMC        3’19”
    5 VAN DEN BROECK J. BEL LTB        4’48”
    6 ZUBELDIA Haimar SPA RNT        6’15”
    7 VAN GARDEREN Tj USA BMC        6’57”
    8 BRAJKOVIC Janez SLO AST        7’30”
    9 ROLLAND Pierre FRA EUC        8’31”
    10 PINOT Thibeaut FRA FDJ        8’51”
  • Dominio Sky, vince Froome e Wiggins in giallo

    Dominio Sky, vince Froome e Wiggins in giallo

    Gran Bretagna padrona del Tour de France con la vittoria di tappa di Christophe Froome e la conquista della maglia gialla di Bradley Wiggins. Si difendono alla grande solo l’australiano Cadel Evans ed il nostro Vincenzo Nibali.

    Impressionante prova di forza del team Sky che sbriciola letteralmente il gruppo nella salita finale, ottima la prova di Vincenzo Nibali che cede solamente nei 100m finali da uno strepitoso Froome.

    Primo arrivo in salita in questa edizione del Tour de France, tappa verità che decreta almeno chi non potrà lottare per la vittoria finale. La fuga di giornata è di quelle delle grandi occasioni con protagonisti corridori di tutto rispetto: Christophe Riblon, Chris Anker Sorensen, Martin Velits, Michael Albasini, Cyril Gautier, Dimitri Fofonov e Luis Leon Sanchez. I sette attaccanti raggiungono un vantaggio massimo di 5’30” con il team Sky attento a lavorare tutto per Wiggins.

    Christophe Froome ©LIONEL BONAVENTURE/AFP/GettyImages

    Ed infatti lo show dello squadrone britannico inizia nei 6 km finali della salita di Planche de Belles Filles, sui monti Vosgi. Inizia Michael Rogers a sgranare il gruppo e subito alzano bandiera bianca sia la maglia gialla Fabian Cancellara che Frank Schleck, poi è il turno di Richie Porte che fa crollare Ivan Basso, Michele Scarponi e Samuel Sanchez ed infine ecco Froome che riduce ulteriormente il gruppetto prendendo lo scalpo di Denis Menchov, Haimr Zubeldia e Maxime Monfort. L’ultimo km è difficilissimo con pendenze al 20%, scatta Evans ma Wiggins e Nibali rispondono bene ma ecco che sorprende ancora Froome che, nonostante lo sforzo profuso in salita, ha ancora le energie per piazzare l’allungo vincente su Evans e Wiggins.

    Proprio Wiggins, favorito numero uno alla vigilia, è la nuova maglia gialla con un grande Vincenzo Nibali al terzo posto con 16” di ritardo. Domani altra tappa difficile, corta con i suoi 160km, ma piena di Cotè che la fanno somigliare tantissimo ad una piccola Liegi – Bastogne – Liegi.

    Ordine d’arrivo.

    1 FROOME Chris GBR SKY 4 58’35”
    2 EVANS Cadel AUS BMC        2”
    3 WIGGINS Bradley GBR SKY        2”
    4 NIBALI Vincenzo ITA LIQ        7”
    5 TAARAMAE Rein EST COF        19”
    6 ZUBELDIA Haimar SPA RNT        44”
    7 ROLLAND Pierre FRA EUC        46”
    8 BRAJKOVIC Janez SLO AST        46”
    9 MENCHOV Denis RUS KAT        50”
    10 MONFORT Maxime BEL RNT        56”

    Classifica Generale

    1 WIGGINS Bradley GBR SKY 34 21’20”
    2 EVANS Cadel AUS BMC        10”
    3 NIBALI Vincenzo ITA LIQ        16”
    4 TAARAMAE Rein EST COF        32”
    5 MENCHOV Denis RUS KAT        54”
    6 ZUBELDIA Haimar SPA RNT        59”
    7 MONFORT Maxime BEL RNT        1’09”
    8 ROCHE Nicolas IRL ALM        1’22”
    9 FROOME Chris GBR SKY        1’32”
    10 ROGERS Michael AUS SKY        1’40”
  • Imperioso Peter Sagan, bene Nibali e Cancellara

    Imperioso Peter Sagan, bene Nibali e Cancellara

    Come il Philippe Gilbert del 2011, lo slovacco della Liquigas Peter Sagan domina gli arrivi sulle Cotè aggiudicandosi nettamente la terza tappa con un allungo imperioso e con un’altra esultanza abbastanza “curiosa”.

    Di curioso però lo slovacco ha solo l’atteggiamento ma la forza e la classe del nuovo fenomeno del ciclista mondiale è indiscussa e con tutti i suoi avversari costretti a non poter nemmeno provare a stare alla sua ruota.

    Terza tappa alla Grande Boucle, partenza da Orchies con arrivo nella splendida cittadina di Boulogne-Sur-Mer per un totale di 197 km e con molti saliscendi che la rendono decisamente interessante ed incerta. Ancora una volta, ed è la terza consecutiva, Michael Morkov è il protagonista della fuga di giornata insieme ad altri quattro coraggiosi attaccanti: Andriy Grivko, Ruben Perez, Sebastien Minard e Giovanni Bernaudeau. Il gruppo tiene i cinque a “a Bagno maria” per tutta la durata della tappa che è funestata da moltissime cadute ed in cui, a farne le spese con il ritiro, è il bielorusso Kanstantsin Siutsou pedina molto importante del team Sky di Bradley Wiggins.

    Peter Sagan ©LIONEL BONAVENTURE/AFP/GettyImages

    A 28 km dall’arrivo nuova maxi caduta davanti al gruppo, alcuni corridori cadono anche in un fosso ed una macchina dell’organizzazione investe uno spettatore procurandogli numerose fratture alle gambe. Dei cinque davanti, nel susseguirsi delle Cotè, rimangono solo Grivko e Morkov che però vengono definitivamente raggiunti sul Cote de Mont Lambert a 7 km dall’arrivo. Come nella prima tappa è Sylvain Chavanel che tenta di sorprendere tutti, ma il francese non può assolutamente nulla contro un sontuoso Peter Sagan che recupera la testa in un amen per poi vincere nettamente e facendo sembrare assolutamente facile un numero decisamente impressionante.

    Bene la prova sia di Basso che di Nibali, entrambi davanti all’arrivo mentre c’e’ da registrare il ritardo di Wiggins coinvolto nella caduta ai 700m che però non ha procurato al fuoriclasse britannico nessun ritardo in classifica generale comandata sempre d’autorità dallo svizzero Fabian Cancellara.

    Ordine d’arrivo.

    1 SAGAN Peter SVK LIQ 4 42’58”
    2 BOASSON HAGEN E. NOR SKY        1”
    3 VELITS Peter SVK OPQ        1”
    4 CANCELLARA Fabian SUI RNT        1”
    5 ALBASINI Michael SUI OGE        1”
    6 EVANS Cadel AUS BMC        1”
    7 ROCHE Nicolas IRL ALM        1”
    8 SANCHEZ Samuel SPA EUS        1”
    9 MOLLEMA Bouke OLA RAB        1”
    10 NIBALI Vincenzo ITA LIQ        1”

    Classifica Generale

    1 CANCELLARA Fabian SUI RNT 14 45’30”
    2 WIGGINS Bradley GBR SKY        7”
    3 CHAVANEL Sylvain FRA OPQ        7”
    4 VAN GARDEREN  T.J. USA BMC       10”
    5 BOASSON HAGEN E. NOR SKY       11”
    6 MENCHOV Denis RUS KAT       13”
    7 EVANS Cadel AUS BMC       17”
    8 NIBALI Vincenzo ITA LIQ       18”
    9 HESJEDAL Ryder CAN GRS       18”
    10 KLODEN Andreas GER RNT       19”
  • Hesjedal corona il sogno rosa. Crono a Pinotti

    Hesjedal corona il sogno rosa. Crono a Pinotti

    Sicuramente uno dei vincitori meno pronosticabili della storia del Giro d’Italia, il canadese della Garmin – Barracuda Ryder Hesjedal vince il Giro con lo spagnolo Joaquin Rodriguez al secondo posto ed il belga Thomas De Gendt a completare il podio a Milano, senza corridori italiani.

    Comunque una vittoria meritatissima del canadese che si è dimostrato il più forte di tutti in una edizione della corsa rosa molto povera dal punto di vista spettacolare. La delusione maggiore arriva ovviamente da Ivan Basso, crollato nel momento più importante del Giro mentre la sorpresa, oltre ad Hesjedal, è rappresentata da Joaquin Rodriguez che ha sfiorato la vittoria finale.

    Appunto lo spagnolo “PuritoRodriguez si è presentato a Milano in maglia rosa, ma il suo vantaggio di 31” su Hesjedal era troppo esiguo per poter sperare in una vittoria considerate le doti non proprio eccelse dello scalatore del team Katusha nella corsa contro il tempo. Già dopo 11 km dei 30 previsti, Hesjedal effettua il sorpasso su “Purito” dimostrandosi completo anche a cronometro, il belga De Gendt dopo aver sfiorato anche la maglia rosa sullo Stelvio riesce a conquistare il podio a scapito del primo dei corridori italiani, Michele Scarponi che ha potuto fare ben poco a Milano per difendere un podio perso in montagna.

    Ryder Hesjedal ©LUK BENIES/AFP/GettyImages

    Le dichiarazioni di Hesjedal:  “E’ un’esperienza incredibile, una gioia troppo grande da poter esprimere, per me e per la squadra. Man mano che passavano i giorni ci abbiamo creduto sempre più, io mi sentivo sempre meglio e sono contento di aver centrato un risultato che all’inizio del Giro d’Italia sembrava impossibile. Ma devo ammettere che ho iniziato a credere nella maglia rosa solo negli ultimi 5km di Milano. Le lacrime sul podio? E’ davvero il realizzarsi di un sogno. Ringrazio tutti, i tifosi e la squadra che mi hanno sempre sostenuto“.

    La cronometro viene vinta dall’italiano del team BMC Marco Pinotti che bissa il successo del 2008 nella crono conclusiva del Giro, secondo si piazza Geraint Thomas del team Sky mentre chiude il podio Jesse Sergent del team Radioschak – Nissan. Le vittorie delle altre maglie sono andate allo spagnolo Rodriguez (la maglia rossa della classifica a punti), maglia conquistata per un solo punto su uno stoico Mark Cavendish (vincitore di tre tappe) che inaspettatamente è riuscito a concludere la corsa rosa mentre quella azzurra del miglior scalatore, è andata meritatamente a Matteo Rabottini giovane corridore della Farnese Vini e vincitore anche di una splendida tappa con arrivo ai “Piani dei Re Sinelli”.

    Ordine d’Arrivo

    1 Marco PINOTTI ITA BMC

    33.06

    2 Geraint THOMAS GBR TEAM SKY

    +39

    3 Jesse SERGENT NZL RADIOSCHAK – NISSAN

    +53

    4 Alex RASMUSSEN DAN GARMIN – BARRACUDA

    +1:00

    5 Thomas DE GENDT BEL VACANSOLEIL

    +1:01

     

     

     

     Classifica Finale

    1 Ryder HESJEDAL CAN GARMIN _ BARRACUDA

    91.39’02”

    2 Joaquin RODRIGUEZ OLIVER SPA KATUSHA TEAM

    +16

    3 Thomas DE GENDT BEL VACANSOLEIL

    +1:39

    4 Michele SCARPONI ITA LAMPRE – ISD

    +2:05

    5 Ivan BASSO ITA LIQUIGAS – CANNONDALE

    +3:44

    6 Damiano CUNEGO ITA LAMPRE – ISD

    +4:40

    7 Rigoberto URAN URAN COL TEAM SKY

    +5:57

    8 Domenico POZZOVIVO ITA COLNAGO CSF INOX

    +6:28

    9 Sergio Luis HENAO COL TEAM SKY

    +7:50

    10 Mikel NIEVE FRA EUSKALTEL – EUSKADI

    +8:08

  • Il Giro d’Italia col bambino in braccio Hesjedal a Milano in rosa?

    Il Giro d’Italia col bambino in braccio Hesjedal a Milano in rosa?

    Aprica, Mortirolo, Stelvio. Le 3 montagne che (non) hanno deciso il Giro.
    Quest’anno, diciamolo subito, non c’è stato un padrone della corsa, e ci ritroviamo a poche ore dal finale a non sapere ancora chi vincerà. C’è uno in maglia rosa, Rodriguez, che però a crono va lento come il decorso della varicella. C’è uno che è considerato maglia rosa virtuale, Hesjedal, che è forte a crono e che non si è fatto mai staccare sulle montagne, ma anzi ha guadagnato. E poi c’è un altro, belga, che ha vinto ieri e che non si aspettava nessuno. E che a crono è il migliore di tutti questi, e che può combinare danni e recuperare quei due minuti e diciotto secondi e far saltare il banco. Ma andiamo con ordine, e vediamo chi ha preso legnate ieri, tecnicamente parlando, e chi le ha date.

    Dopo l’Aprica, troppo lontana dalla fine per attaccare, arriva il Mortirolo. Viene affrontato da un lato inedito rispetto al solito, ancora più duro. Pendenza che arriva anche al 22%, come dicevo ieri, solo che mi ero dimenticato una cosa: la parte finale è in cemento.

    Hesjedal tiene il passo di Rodriguez |©LUCA BETTINI/AFP/GettyImages

    Non asfalto. Cemento. Come la salita per uscire dal garage sotterraneo, ecco, fate conto di aver parcheggiato in un garage posto 2 chilometri sottoterra. A un certo punto salivano a 7 chilometri orari, e questa è gente che l’altro giorno ha fatto una tappa a 50 chilometri di media, l’avessi fatta io sarei andato indietro nel tempo per quanto sarei salito piano a una velocità media di -15 chilometri orari.

    Rodriguez ci ha provato, ma il canadese non si è fatto mai staccare. Davanti c’era una fuga tattica possiamo dire, perché tutti gli uomini di classifica avevano qualche compagno di squadra pronto ad aiutarlo, alla bisogna.
    Comunque, sul Mortirolo non succedono sconvolgimenti. I migliori restano sempre assieme, si ritirano però diverse frizioni delle ammiraglie. Prova tu a tenere una macchina a 7 chilometri orari di media! Nell’aria si diffondeva il tipico odore delle frizioni bruciate, una specie di barbecue di motori.
    Discesa tecnica, e poi parte lo Stelvio, 22 chilometri di salita per arrivare sulle nevi perenni. In fuga se ne vanno Cunego e De Gendt, il belga di cui parlavo prima, e nel gruppo della maglia rosa c’è un po’ di confusione. Hesjedal cerca collaborazione per andare a riprenderli, visto che i fuggitivi non sono messi così male in classifica generale, ma nessuno lo aiuta. Chi dice che ha un impegno, chi invece risponde che la sera ha ospiti a cena e tra un po’ deve scappare a preparare, chi risponde che non si vuole stancare troppo, chi fa platealmente il gesto dell’ombrello rispondendo “Hai voluto la bicicletta? E mo’ pedala!”, dando validità letterale a questo proverbio che abbiamo sempre usato in maniera figurata.
    Hesjedal si mette davanti (fortunatamente ha un compagno di squadra residuo della fuga di prima) e limita il distacco.

    Agli 800 metri scatta Rodriguez, Scarponi gli va dietro, Hesjedal pedala e perde solo 10 secondi, Ivan Basso affonda. Ivan, io sono un tuo tifoso, ma a questo Giro ti è proprio buttata male, ammettiamolo. E mi spiace, perché ho sempre tifato per te anche nei momenti più duri, e non ultimo perché avevo scommesso sulla tua vittoria finale. Vabbé, l’importante è che tu stia bene, come si suol dire. Però magari la prossima volta questi €10 me li risparmio, eh?
    Quindi ci ritroviamo in questa situazione: una maglia rosa che difficilmente terrà la maglia rosa, un canadese che è il grande favorito e che dovrebbe riuscire a vincere agilmente ma non si sa mai, un belga che nessuno si aspettava e che è stato zitto per tutto il tempo ma che a crono va che è una bellezza, Scarponi e Basso che, purtroppo, non tengono alto il nome dell’Italia, anche se ci hanno provato sempre.

    Oggi si chiude, e finalmente dopo aver seguito 20 tappe soltanto in televisione vado a vedere il Giro dal vivo. Due ore a veder passare ciclisti, per gli altri una noia mortale, per me un divertimento infinito. Ma che ci vuoi fare, noi appassionati di ciclismo non riusciremo mai a spiegare ce gusto c’è a star lì a veder passare omini vestiti fluorescenti che pedalano come dei dannati. Ah, ovviamente mi porto appresso mio figlio.
    Io e mio figlio vi salutiamo, andiamo a metterci addosso alle transenne.

  • Poesia De Gendt sullo Stelvio. Rodriguez resiste in rosa

    Poesia De Gendt sullo Stelvio. Rodriguez resiste in rosa

    Il belga della Vacansoleil Thomas De Gendt vince la tappa regina dell’edizione 2012 del Giro d’Italia con un azione fantastica coronata con l’arrivo in solitario sulla Cima Coppi dello Stelvio.

    Ottimo secondo posto per Damiano Cunego con lo spagnolo dell’Euskaltel – Euskadi Miguel Nieve a chiudere il podio. Crollo definitivo di Ivan Basso in crisi negli ultimi km della Cima Coppi.

    Tappa d’altri tempi un totale di 217 km attraversando il Tonale (gran premio di 2a cat. 1883 m d’altezza), l’Aprica (1173m) e poi salendo sempre più in quota per scalare il Mortirolo (salita da 8.5 km al 10-12% di pendenza media con gli ultimi 2 km al 20%) e poi concludere sui 2757 m del passo dello Stelvio. La fuga di giornata parte sin da subito con protagonisti : Bono (Lampre), Serpa (Androni), Kreuziger (Astana), Frank (BMC), Rabottini (Farnese), Vande Velde (Garmin), Losada (Katusha), Caruso (Liquigas), Amador e Samoilau della Movistar, Clement e Slagter della Rabobank, Zaugg (Radioshack) e Carrara (Vacansolei). Di questi sul Mortirolo è lo svizzero Zaugg, vincitore del Giro di Lombardia 2011, a transitare per primo sulla vetta intitolata al grande Marco Pantani mentre nel gruppo dei big l’unico scatto degno do nota lo produce la maglia rosa Rodriguez con Hesjedal prontissimo sulle ruote dello spagnolo.

    La tappa diventa molto interessante sulla discesa del Mortirolo, Thomas De Gendt e Damiano Cunego allungano lasciandosi dietro tutti i big insieme al duo Euskaltel rappresentato da Izaguirre e Nieve. Nel gruppetto dei big non ci sono gregari ed il vantaggio di Cunego e De Gendt dilata in un amen raggiungendo i 5’ ai meno 30 dall’arrivo. Il passo dello Stelvio, la Cima Coppi del Giro 2012 viene attaccato con il belga De Gendt, Mikel Nieve e Damiano Cunego al comando, dopo 5 km attacca De Gendt che inizia la sua impresa con Hesjedal che deve affidarsi all’ultimo gregario rimasto, l’americano Vandevelde. Il duello De Gendt – Vandevelde viene nettamente vinto dal belga che porta il suo vantaggio oltre i 5’ rientrando in classifica generale, ai meno 2 km Hesjedal produce l’ultimo sforzo staccando Ivan Basso e Domenico Pozzovivo ma non Scarponi che riesce a staccare sia Hesjedal che Rodriguez nell’ultimo km ma non è finita perché la maglia rosa riesce a recuperare le ultime energie in corpo, riprendendo Scarponi, staccando Hesjedaldi quasi 10” e recuperando un minuto e mezzo al vincitore belga.

    Thomas De Gendt ©PASCAL PAVANI/AFP/Getty Images

    Le dichiarazioni del vincitore De Gendt: “La salita del Mortirolo era molto pericolosa quindi volevo essere primo in discesa. Poi Carrara ha iniziato ad andare velocissimo, poi Nieve e il suo compagno hanno dato tutto e siamo arrivati a oltre tre minuti. Sia io sia Nieve volevamo la vittoria, poi sullo Stelvio ho sentito ottime sensazioni, anche grazie agli allenamenti che ho fatto in salita, e ci ho provato. Gli ultimi km sono stati difficilissimi, stavo morendo. Se posso vincere il Giro? Non credo di poter vincere con quel distacco. Forse sul podio…

    Purtroppo con il crollo di Ivan Basso e la poca attitudine di Michele Scarponi nelle cronometro, domani a Milano, la lotta per la vittoria finale sarà solo tra corridori stranieri con Heskedal favorito su Rodriguez con De Gendt ad insidiare il podio a Michele Scarponi.

    Ordine d’Arrivo

    1 Thomas DE GENDT BEL VACANSOLEIL

    6.54.41

    2 Damiano CUNEGO ITA LAMPRE – ISD

    +56

    3 MiKel NIEVE SPA EUSKALTEL – EUSKADI

    +2:50

    4 Joaquin RODRIGUEZ OLIVER SPA KATUSHA TEAM

    +3:22

    5 Michele SCARPONI ITA LAMPRE – ISD

    +3:34

     

     

     

     Classifica Generale

    1 Joaquin RODRIGUEZ OLIVER SPA KATUSHA TEAM

    91.04’16”

    2 Ryder HESJEDAL CAN GARMIN – BARRACUDA

    +31

    3 Michele SCARPONI ITA LAMPRE – ISD

    +1.51

    4 Thomas DE GENDT BEL VACANSOLEIL

    +2.18

    5 Ivan BASSO ITA LIQUIGAS – CANNONDALE

    +3.18

    6 Damiano CUNEGO ITA LAMPRE – ISD

    +3.43

    7 Rigoberto URAN URAN COL TEAM SKY

    +4.52

    8 Domenico POZZOVIVO ITA COLNAGO CSF INOX

    +5:47

    9 Mikel NIEVE SPA EUSKALTEL – EUSKADI

    +5:56

    10 John GADRET FRA AG2R

    +6:43

  • Il Giro d’Italia col Bambino in braccio, Hesjedal fa paura

    Il Giro d’Italia col Bambino in braccio, Hesjedal fa paura

    E finalmente arrivò il tappone.
    Doppia ascesa all’Alpe di Pampeago, che detta così non vuol dire niente, invece vuol dire tutto. La tappa va liscia fino a 4 chilometri dal’arrivo, con Roman Kreuziger, uscito fuori classifica a Cortina, che compie l’impresa con una fuga da lontano e vince in solitaria. Ma cos’è successo a 4 chilometri dall’arrivo?
    È successo che, come prevedibile, si sono dati battaglia gli uomini di classifica. Ivan Basso aveva messo davanti la squadra a tirare, ha fatto un ritmo forte, e quando il suo ultimo gregario si è staccato… si è staccato pure lui. Ma come? Fai tutto ‘sto casino, agisci da padrone, ti giochi i gregari, e poi ti stacchi? Ma a che gioco stiamo giocando? Ivan, io ti voglio bene, ma qua non mi sembra una grande tattica. Dico io, fai faticare gli altri invece di sprecare energie e uomini.

    Ryder Hesjedal © LUK BENIES/AFP/GettyImages
    Comunque, ultimi chilometri, rimangono i soliti noti: Basso, Scarponi, Rodriguez, Hesjedal, Uran e Pozzovivo.
    Hesjedal è cattivo, veramente. Stava sempre appiccicato al primo e rispondeva a ogni attacco. Attacca Basso? C’è Hesjedal. Attacca Scarponi? Hesjedal sta accanto. Riattacca Basso? Hesjedal gli lancia contro le ragnatele come Spiderman e non si stacca di un millimetro. Poi, a un certo punto, dice: “Oh ragazzi, io vado, tante care cose”. Scarponi risponde: “Dove vai, aspeta che vengo pure io”. E gli altri rispondo: “Oh, ci vediamo all’autogrill, arriviamo tra un po’”.
    Io non so se in Canada ci siano salite, montagne o altro, se lui si sia allenato sotto la neve come Rocky contro Ivan Drago oppure abbia sviluppato dei polpacci da competizione combattendo con le alci, sta di fatto che il canadese, a me, fa paura. È il favorito nella crono, il migliore in salita, dove lo devono battere, in una gara di rutti al bar?
    Quindi, alla fine, avanti Hesjedal, dopo Scarponi (molto bravo, bisogna dire), quindi Rodriguez, Pozzovivo, Basso, Uran. Rodriguez è ancora maglia rosa, però vede avvicinarsi la Guardia Rossa Canadese. Oggi si decide (quasi) tutto.

    C’è il Mortirolo, che è una linea dritta verso il cielo, con una pendenza che arriva anche al 22%. Sapete quant’è la pendenza al 22%? Praticamente vuol dire che se siete in bici, e smettete di pedalare, cadete all’indietro. Subito dopo c’è la salita sullo Stelvio e si arriva a 2.757 metri. Per dire, mentre voi siete lì che magari pensate di andare al mare, lassù c’è ancora la neve. Sarà anche più pedalabile come salita e molto meno ripida, però sono 22 chilometri. Cioè, 22 chilometri di salita, se andate su Google Maps avrete più o meno un’idea di quanti sono 22 chilometri, da fare in bici, in mezzo alla neve, dopo 20 giorni di gara.
    Se quelli che non sono Hesjedal vogliono avere qualche speranza, devono attaccare oggi altrimenti domani possono anche prendersela comoda, il Giro è finito. Se vogliono possono passare da casa mia, solitamente la domenica preparo il ragù, un piatto di pasta non lo nego a nessuno.
    Io e mio figlio vi salutiamo, andare a mettere il ragù per domani sul fuoco. Deve cuocere a fuoco lento!

  • Kreuziger d’orgoglio. Hesjedal ok, delude Basso

    Kreuziger d’orgoglio. Hesjedal ok, delude Basso

    Il ceco dell’Astana Roman Kreuziger vince la 19esima tappa con arriva sull’Alpe di Pampeago con un fantastico Ryder Hesjedal in seconda posizione e la maglia rosa Rodriguez a chiudere il podio di una tappa noiosissima sino ai 4 km finali.

    Delude Ivan Basso che ha comandato con la sua squadra la corsa sino all’allungo di Scarponi che ha messo in crisi sia il capitano della Liquigas che anche un po’ la maglia rosa Joaquin Rodriguez che ha comunque recuperato bene nel finale.

    La fuga di giornata nasce dopo appena 11 km con 17 uomini all’attacco: Malori (Lampre), Sella (Androni), Zeits (Astana), Santaromita (BMC), Pirazzi (Colnago), Cazaux (Euskaltel-Euskadi), Guardini (Farnese), Casar (FDJ), Ignatiev (Katusha), Hansen (Lotto), Ventoso (Movistar), Pauwels (Omega), Garate (Rabobank), Rohregger (RadioShack), Flecha (Sky), Benedetti (NetApp), Haedo (Saxo Bank). Il gruppo maglia rosa attacca il Manghen (2047 metri con un dislivello di 1521 metri. La pendenza media è del 7.4% con punte massime del 15) con la solita Liquigas davanti mentre davanti gli attaccanti riescono a superare la salita senza perdere praticamente nulla del vantaggio di oltre sette minuti. la selezione fra i fuggitivi arriva nella prima ascesa di Pampeago con Pirazzi e Casara fare il vuoto mentre nel gruppo continua la calma piatta.

    Roman Kreuziger ©TIM DE WAELE/AFP/Getty Images

    Ai meno 26 dall’arrivo allungo di Dario Cataldo, uomo classifica dell’Omega Pharma – Quick Step seguito dopo pochi km da Roman Kreuziger, capitano dell’Astana, ma fuori classifica a causa della crisi patita nella tappa di Cervinia. La progressione di Kreuziger è efficace e ai meno 5 km si ritrova in testa alla corsa mentre nel gruppo maglia rosa a sorprendere tutti è Michele Scarponi che finalmente piazza tre scatti consecutivi mettendo in difficoltà Pozzovivo, La maglia rosa Rodriguez, Ivan Basso con il solo Ryder Hesjedal a tenere le ruote del capitano della Lampre. Kreuziger riesce faticosamente ma con una grande azione ad impreziosire con una vittoria di tappa prestigiosa la partecipazione al Giro altrimenti disastrosa, mentre a stupire tutti è ancora una volta Hesjedal che stacca anche Scarponi diventando il favorito numero uno per la vittoria finale.

    Le Dichiarazioni di Kreuziger e Scarponi: “E’ la mia prima vittoria in un grande Giro, sono molto contento. Mi spiace molto per Cortina, perché sono venuto qui per fare classifica e non per vincere una tappa. E’ arrivata la gioia di un giorno e mi prendo questo. Senza Cortina? Non mi avrebbero lasciato andare…” – “Forse sono partito un po’ troppo presto. Io però volevo mettere in difficoltà i primi tre della classifica, ecco perché sono partito così in anticipo. Hesjedal sta andando davvero forte, mentre Rodriguez è un grande; si è gestito e mi ha ripreso alla fine. Domani è un’altra giornata, vedremo”

    Infatti adesso fra la maglia rosa ed il canadese, nettamente più forte di tutti i suoi avversari a cronometro, c’e’ la tappa di domani con il Mortirolo e lo Stelvio dove nessuno potrà più aspettare a partirei nostri Basso e Scarponi.

    Ordine d’Arrivo

    1 Roman KREUZIGER CZE ASTANA TEAM

    6.18.02

    2 Ryder HESJEDAL CAN GARMIN – BARRACUDA

    +19

    3 Joaquin RODRIGUEZ SPA KATUSHA TEAM

    +32

    4 Michele SCARPONI ITA LAMPRE – ISD

    +35

    5 Domenico POZZOVIVO ITA COLNAGO CSF INOX

    +43

     

     

     

     Classifica Generale

    1 Joaquin RODRIGUEZ OLIVER  SPA KATUSHA TEAM

    74.46’46”

    2 Ryder HESJEDAL  CAN GARMIN – BARRACUDA

    +17

    3 Michele SCARPONI ITA LAMPRE – ISD

    +1.39

    4 Ivan BASSO ITA LIQUIGAS – CANNONDALE

    +1.45

    5 Rigoberto URAN URAN COL TEAM SKY

    +3.21

    6 Domenico POZZOVIVO ITA COLNAGO CSF INOX

    +3.30

    7 John GADRET FRA AG2R

    +5.36

    8 Thomas DE GENDT BEL VACANSOLEIL

    +5:40

    9 Sergio HENAO COL TEAM SKY

    +5:47

    10 Damiano CUNEGO ITA LAMPRE – ISD

    +6:09