Si chiude con un pareggio il primo match per l’Italia che, nell’incontro con la Spagna, va in vantaggio con Di Natale per poi venire raggiunti pochi secondi dopo dagli spagnoli che vanno a segno grazie all’ottimo gioco tra David Silva e Fabregas. Ottima comunque la prova degli azzurri che dimostrano grinta, determinazione e volontà contro la squadra più quotata alla vittoria finale.
L’Italia scende in campo con Buffon, Bonucci, De Rossi, Chiellini, Maggio, Thiago Motta, Pirlo, Marchisio, Giaccherini, Balotelli e Cassano, mentre la Spagna schiera Casillas, Arbeloa, Sergio Ramos, Piqué, Jordi Alba, Busquets, Xabi Alonso, Xavi, Fabregas, Iniesta e Silva.
Palla della Spagna che apre questo match preparato da entrambe le squadre quasi come una partita a scacchi. Intanto De Rossi si fa trovare pronto in difesa nel suo nuovo ruolo, facendo partire gli applausi dei numerosi tifosi azzurri accorsi a Danzica per sostenere i propri beniamini. La prima punizione per l’Italia arriva al 5’ ma Pirlo viene fermato dalla difesa spagnola, la quale ferma anche lo schema da calcio d’angolo poco dopo.
Il primo brivido azzurro arriva al 22’ con Cassano che mette la palla al centro ma Balotelli non arriva in tempo per toccare il pallone e metterla dentro. Lo stesso Cassano al 32’ viene graziato dall’arbitro dopo un brutto intervento su Casillas il quale chiede il cartellino giallo all’attaccante rossonero. Troppo nervoso anche Balotelli che entra con il piede a martello sul piede del difensore spagnolo guadagnandosi così l’ammonizione. Il primo tempo si chiude con l’ottimo intervento di Casillas che su colpo di testa di Thiago Motta si fa trovare prontissimo nonostante il gran colpo dell’azzurro.
Nella ripresa la Spagna cerca di andare a segno nei minuti iniziali ma Buffon chiude ottimamente la porta e in un secondo momento la fortuna sta dalla parte degli azzurri quanto al 6’ Iniesta dalla vicinanza sfiora il palo. Arriva quindi la risposta dell’Italia che, con un grande gioco di Balotelli arriva davanti all’area da solo ma si fa recuperare da Ramos perdendo la palla; Prandelli decide quindi di giocare il primo cambio inserendo al 55′ Di Natale al posto di super Mario.
Cambio azzeccatissmo per l’Italia: al 61′ su un magnifico passaggio filtrante di Pirlo, Di Natale supera Casillas insaccando la rete e mettendo a segno il proprio undicesimo goal in azzurro. Neanche il tempo di esultare per l’Italia e la Spagna si inserisce con Fabregas al centro della difesa italiana, grazie all’ottimo passaggio di David Silva, superando Buffon e andando a pareggiare al 64’.
Prandelli e Del Bosque decidono quindi di eseguire un altro cambio dentro Navas e fuori Silva per la Spagna e fuori Cassano e dentro Giovinco per l’Italia. Arriva il momento di entrare anche per Fernando Torres: fuori l’autore della rete spagnola Fabregas e dentro el nino. Quest’ultimo però si rivela un flop: prima da solo contro Buffon viene scartato da quest’ultimo che si improvvisa difensore mettendo in fallo laterale la palla, poi si guadagna addirittura un cartellino giallo per gomitata in faccia a De Rossi e subito dopo l’attaccante sbaglia anche il pallonetto da fuori area con Buffon fuori dalla porta. Nei minuti finali le due squadre tentano il tutto e per tutto con vari tiri da entrambe le parti ma il risultato non cambia. Buona prova dunque per l’Italia che fino a ieri veniva decisamente vista come sconfitta sicura della gara.
PAGELLE: Spagna: Casillas 7.5, Arbeloa 6, Piquè 6.5, Sergio Ramos 6, Jordi Alba 6, Xavi 6.5, Busquets 6, Xabi Alonso 6, David Silva 6 (19′ st Jesus Navas), Fabregas 7 (28′ st Torres 4), Iniesta 7. Italia: Buffon 7, Bonucci 6.5, De Rossi 7.5, Chiellini 6.5, Maggio 6, Marchisio 6.5, Pirlo 6.5, Thiago Motta 5.5 (43′ st Nocerino), Giaccherini 6, Balotelli 5.5 (Di Natale 7), Cassano 6.5 (Giovinco). All. Prandelli 7.5
Terza giornata ad Euro 2012 dove prenderà il via il girone C che vede inserite oltre all’Italia, la Spagna, la Croazia e l’Irlanda di Trapattoni. Saranno proprio gli azzurri aprire le danze sfidando la Spagna alle ore 18 a Danzica in diretta su Rai Uno; gli spagnoli sono i detentori del titolo europeo conquistato 4 anni fa proprio dopo aver battuto l’Italia di Donadoni ai calci di rigore in semifinale. Arbitro della sfida di stasera sarà l’ungherese Viktor Kassai.
L’Italia guidata da Cesare Prandelli sembra avere cambiato qualcosa dopo aver incassato 3 reti dalla Russia e non essere riuscita a segnare nemmento un goal: il ct ha quindi deciso di optare per lo spostamento di De Rossi centrale, in mezzo ai due juventini Bonucci e Chiellini. In attacco vengono proposti Cassano e Balotelli, sperando siano capaci di sorprendere la retroguardia spagnola dove al posto dell’infortunato Puyol scenderà in campo Sergio Ramos.
Per quanto riguarda la formazione di Del Bosque vorrà sicuramente dimostrare che non a caso si trovano ad essere sul tetto d’Europa e del Mondo e che anche quest’anno possono conquistare il titolo; i giocatori che hanno infatti vinto negli anni passati sono ancora in ottima forma e Xavi, Iniesta, Fabregas e Fernando Torres sapranno regalare grandi e non far sentire la mancanza del capitano Puyol e del bomber David Villa.
La sempre nota insuperabile difesa italiana potrebbe rivelarsi questa volta il punto debole della compagine azzurra dove, dopo l’infotunio di Barzagli, Prandelli ha cambiato lo schema in un 3-5-2. Il centrocampo è quindi il punto di forza degli azzurri dove Pirlo, Marchisio, Thiago Motta, Nocerino, Diamanti e Montolivo sono tutti elementi capaci di garantire qualità, quantità e soprattutto duttilità, doti utili ad evitare di dare punti di riferimento all’avversario.
Una tattica studiata dunque per contrastare il forte reparto centrale spagnolo che vede Xavi Hernandez condurre il centrocampo della Spagna. Pochi i punti deboli delle furie rosse che si presentano a questo torneo come una delle squadre più quotate alla vittoria finale.
“Rispettiamo l’Italia anche se ha cambiato generazione – spiega il ct della Spagna Vicente Del Bosque – da quando c’è Prandelli l’Italia ha anche modificato il gioco diventando una squadra sicuramente forte. Già in passato siamo partiti in un Europeo con una sconfitta e questa volta non voglio perdere”.
“Ci siamo allenati bene – ribatte il ct dell’Italia Cesare Prandelli – abbiamo preparato la partita nella maniera migliore, il pessimismo ci accompagna, non ci dà fastidio e la squadra ha voglia di sovvertirlo. De Rossi è molto convinto, per quanto riguarda l’interpretazione del ruolo aspettiamo la partita, Daniele l’ha già fatto nella Roma”.
Le formazioni di Italia Spagna La probabile formazione della Spagna sarà un 4-3-3 con Casillas, Arbeloa, S. Ramos, Piqué, Jordi Alba; Busquets, Xavi, Xabi Alonso; Iniesta, Torres, Silva.
A disposizione: Valdés, Reina, Albiol, Javi Martinez, Juanfran, Fabregas, Cazorla, J. Navas, Pedro, Mata, Negredo, Llorente.
Allenatore: Vicente Del Bosque.
La probabile formazione dell’Italia sarà un 3-5-2 con Buffon, Bonucci, De Rossi, Chiellini; Maggio, Marchisio, Pirlo, T. Motta, Giaccherini; Cassano, Balotelli.
A disposizione: De Sanctis, Sirigu, Ogbonna, Abate, Balzaretti, Montolivo, Nocerino, Diamanti, Di Natale, Giovinco, Borini.
Allenatore: Cesare Prandelli.
Gli esordi della Nazionale Italiana nelle fasi finali dei campionati mondiali ed europei molto spesso sono stati accompagnati da polemiche e problematiche di disturbo, lontane da questioni prettamente di campo. Nella migliore (o peggiore) delle tradizioni, la vigilia dell’Europeo in Polonia ed Ucraina è stata contraddistinta dalle ormai note vicende relative al calcioscommesse, fra blitz e veleni, che hanno spostato nettamente l’attenzione dalle questioni tattiche: ora, però, l’Europeo è iniziato, mostrando i suoi primi risultati del campo e, dunque, anche per gli Azzurri è tempo di calarsi in pieno nel clima pre-partita, nell’immediata vigilia del match d’esordio che, sulla carta, appare realmente proibitivo. L’impegno contro i padroni del calcio mondiale ed europeo, la Spagna di Vicente del Bosque, sarà un importante spartiacque delle velleità della nostra Nazionale anche se è quantomeno insolito che il “bivio” giunga già alla prima gara che, solitamente, viene considerato un match di assestamento.
Un esordio così complesso, però, mostra sicuramente dei temi di gran fascino ed interesse, oltre che regalare certe motivazioni e stimoli che, soprattutto dopo una preparazione tanto tribolata, appaiono realmente come una risorsa preziosa su cui far leva, da capitalizzare il più possibile: è già accaduto in altre occasioni e, se dovesse accadere nuovamente, potrebbe essere considerato realmente come un fattore distintivo degli Azzurri, una speciale “skill” da sfoggiare nel momento delle difficoltà, per rialzare la testa e dimostrare con orgoglio che questo sport è ancora vivo.
Le parole adoperate sul suo profilo Facebook dal capitano Azzurro Gigi Buffon, finora solo sfiorato dalle vicende esterne, devono essere lette proprio in tal senso, come la necessità di un leader di caricare i suoi compagni, spronandoli a far bene per dimostrare il loro valore a tutti i detrattori ed ai cosiddetti “seminatori di zizzania”.
La grinta e la determinazione di Buffon saranno l’esempio fondamentale per lo spogliatoio ma, di certo, la gara contro gli spagnoli necessiterà anche di una buona dose di accorgimenti mirati a resistere all’onda d’urto delle furie rosse. Nell’ultimo scontro ufficiale, disputato nei quarti di finale dell’Europeo 2008 con Donadoni in panchina, gli Azzurri si arresero agli iberici solo ai calci di rigore, dopo una gara lunga e tirata, bloccata sullo 0 a 0: in tal occasione, nonostante l’eliminazione, l’Italia non sfigurò, anche e soprattutto perchè ebbe la “consolazione” di essere eliminata dalla formazione che si aggiudicò, poi, la competizione, oltre che il Mondiale 2010.
Contro gli iberici, inoltre, la Nazionale di Prandelli ha ottenuto un prestigioso successo per 2 a 1 in amichevole, con reti di Montolivo ed Aquilani, dimostrando che quando il gioco girava a dovere, la formazione azzurra poteva essere comunque competitiva anche contro i migliori in assoluto: quello smalto e quella brillantezza che hanno contraddistinto il cammino di qualificazione, però, alla luce delle ultime tre sconfitte consecutive nelle amichevoli di “avvicinamento” , sembrano realmente lontani. Gli Azzurri avranno l’arduo compito di provare a sorprenderci, smentendo lo scetticismo diffuso in queste ore di vigilia, dimostrando di essere “vivi” nonostante l’emergenza in difesa e l’attacco poco rodato.
Come annunciato, al posto di Barzagli (in attesa del suo recupero) sarà Daniele De Rossi il centrale difensivo, con Chiellini e Bonucci a competare il terzetto: nella gara di domani saranno loro il trio più attenzionato, soprattutto alla luce delle difficoltà mostrate dalla retroguardia nell’ultima amichevole contro la Russia, conclusasi con tre gol al passivo. In particolare, gli occhi saranno puntati sul romanista che ha, comunque, mostrato grande disponibilità nell’accettare di “retrocedere” in difesa, così come già accaduto nella Roma di Luis Enrique e, chissà, questa mossa potrebbe rivelarsi una soluzione vincente, dettata proprio dalla necessità. Così come sarà molto forte l’attenzione sul ct Prandelli, al debutto nella fase finale di un campionato europeo: lui, per ora, ostenta serenità, concedendosi nel pomeriggio di oggi anche un “pisolino“, caratteristica di chi sa di aver lavorato al massimo delle sue possibilità e, probabilmente, di chi vuole dare un segnale di rottura rispetto alle molteplici tensioni circostanti.
Nella gara di domani alle ore 18 il campo esprimerà il suo verdetto: tutti ci auguriamo che anche dopo il match con la Spagna il mister possa continuare a dormire sonni tranquilli.
Andrea Barzagli resta tra i ventitre della spedizione italiana ad Euro 2012. Il difensore della Juventus infatti ha superato i test medici cui era stato sottoposto dopo lo stiramento al polpaccio patito qualche giorno fa in allenamento e così Cesare Prandelli ha deciso di tenerlo. C’è da dire però che il difensore salterà di sicuro le prime due sfide del massimo torneo continentale, ovvero quelle con Spagna e Croazia, rientrando, quasi certamente, nel terzo e ultimo match del girone eliminatorio contro l’Irlanda di Trapattoni.
Niente da fare cosi per il centrale del Cagliardi Davide Astori, messo in preallarme da Prandelli dopo il contrattempo che ha coinvolto Barzagli e che quindi rientra a casa. Per lui dunque niente Europeo. “Dopo l’esame strumentale e la visita clinica, abbiamo notato un sensibile miglioramento e questo ha indotto Prandelli, al quale spetta l’ultima decisione, di tenerlo in gruppo nella speranza di poterlo recuperare almeno per la terza partita“, ha dichiarato Enrico Castellacci, responsabile dello staff medico della Nazionale azzurra che ha comunicato cosi l’esito positivo dei test medici, almeno dalla terza partita in poi.
Un’assenza, quella di Barzagli, che contro Spagna e Croazia peserà tanto alla luce del nuovo modulo che ha deciso di adottare Prandelli: la difesa a tre infatti richiede tanti centrali a disposizione, meglio ancora se abituati a questo tipo di reparto arretrato. E lo juventino lo è vista la stagione appena conclusa con il proprio club dove più volte ha giganteggiato. Dunque chi lo sostituirà in questi primi due appuntamenti? Con la Spagna, quasi certamente, toccherà a Daniele De Rossi, ma qualora l’esperimento dovrebbe rivelarsi sbagliato è pronto il torinese Angelo Ogbonna, che anche per caratteristiche fisiche sembra potersi adattare tranquillamente alla difesa a tre. Ovviamente in molti, Prandelli in primis, sperano che già dalla prima gara fili tutto liscio e che Barzagli possa recuperare senza dover forzare troppo i tempi.
Siamo arrivati oggi al Gruppo C, quello della nostra Nazionale. Gli azzurri dovranno affrontare Spagna, Irlanda e Croazia. Sulla carta la qualificazione dovrebbe essere abbastanza agevole per gli azzurri, con Irlanda e Croazia che sembrano non poter impensiere più di tanto gli uomini di Cesare Prandelli. Ma come ci insegna il vecchio Trap, non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. E allora guardiamo cosa ci propone il sacco del girone C.
LA STORIA – Pare quasi un paradosso come questo girone sia il secondo meno titolato di questi Europei, se prendiamo esclusivamente la rassegna continentale. Tre titoli, di Italia e Spagna. Gli azzurri trovarono il loro trionfo nel lontano ’68, mentre la Roja, dopo il successo nella seconda edizione del ’64 giocata in casa, dovette aspettare altri 54 anni prima di tornare a vincere nel 2008. Rimangono le briciole invece alle restanti due Nazionali. Per l’Irlanda quella di quest’anno è la seconda partecipazione ad una fase finale, dopo la sfortunata esperienza dell’88 che li vide uscire durante la fase a gironi superata da Russia e Olanda. La Croazia invece è una Nazionale relativamente giovane, nata nei primi anni ’90 e capace di togliersi già alcune belle soddisfazioni, non ultima la qualificazione ai quarti nella scorsa edizione, dove poi venne battuta dalla Turchia ai tempi supplementari.
L’ASSENZA – Apparentemente è la Nazionale da battere, vuoi perché sono i campioni in carica d’Europa e del Mondo, vuoi perché è espressione del calcio tanto spettacolare quanto vincente messo in mostra dal Barcellona negli ultimi anni, e poi perché l’esperienza acquisita a livello di club e internazionale è qualcosa di non paragonabile con gli altri calciatori presenti in Ucraina e Polonia. C’è un però, le assenze. Mancheranno infatti due giocatori fondamentali per la Roja, due blaugrana doc, entrambi per infortunio. Da una parte Carles Pujol, capitano e leader carismatico della selezione iberica e David Villa, bomber di razza delle Furie Rosse, che ancora non ha recuperato dal terribile infortunio alla tibia patito durante il Mondiale per Club di quest’anno in semifinale. Assenze pesanti, che forse stanno passando fin troppo in secondo piano. In ogni caso la rosa delle Furie Rosse resta altamente competitiva. Il reparto di difesa è costituito in gran parte dal blocco Real, con Casillas tra i pali più Arbeloa, Sergio Ramos e Albiol tra i sette difensori convocati dal ct Del Bosque, fra cui figura anche la sorpresa Juanfran dell’Atletico Madrid, senza dimenticare il totem Pique, che per la verità non ha poi convinto più di tanto questa stagione. A centrocampo si commenta da se l’onnipresenza del Barcellona, con Iniesta, Xavi, Fabregas e Busquets alfieri della metà campo spagnolo, con il solo Xabi Alonso a spezzare l’egemonia blaugrana. Con ogni probabilità sarà Torres al centro del 4-3-3, con il Blues preferito a chi come Fernando Llorente ha scritto pagine storiche per l’Athletic Bilbao di Bielsa. Nel 4-3-3 della Roja dovrebbe poi trovare un posto da titolare nella corsia di destra Mata, compagno di squadra del Nino nel Chelsea, senza dimenticare però che in panchina figura un certo Pedro, il quale però potrebbe essere tenuto a riposo per entrare poi in partita in corso, avendo già dato ampia dimostrazione di come possa essere decisivo anche entrando dalla panchina. Se la Spagna riuscirà a dare velocità alla sua manovra, senza cadere nell’errore di specchiarsi, allora difficilmente potrà avere rivali. Da non sottovalutare però un aspetto fondamentale, ovvero quello delle motivazioni. Dopo aver vinto tutto quanto negli ultimi 4 anni, i calciatori della Roja avranno quell’umiltà e quella determinazione di centrare un nuovo storico traguardo? Il punto interrogativo è questo, la risposta ci verrà data durante gli Europei.
PROMESSA – La Nazionale azzurra non parte di certo con i favori del pronostico, anche se le semifinali del torneo dovrebbero essere un obiettivo abbastanza realistico a cui poter puntare, per poi sognare anche una finale e perché no, una nuova finale dopo quella del Mondiale 2006 ed Euro 2000. Il ct Prandelli ha varato una linea verde che tanto si dissocia da quel passato recente che, nonostante le valanghe di critiche, è riuscito a consegnarci una Coppa del Mondo dopo un quarto di secolo. Dei protagonisti di Berlino sono rimasti soltanto Pirlo e Buffon, con De Rossi e Chiellini più maturi rispetto a sei anni fa. Per gli Europei il commissario tecnico ha deciso di affidarsi al blocco della Juventus campione d’Italia, e non è da escludere che decida di adottarne anche il modulo (3-5-2), schierando i tre bianconeri Barzagli, Chiellini e Bonucci, con quest’ultimo anello debole (attenzione però anche alla possibile sorpresa Ogbonna). Sugli esterni dovrebbe essere certa la presenza di Maggio e Balzaretti, dopo che Criscito è rimasto in Italia per le note vicende del calcioscommesse. Entrambi hanno gamba e forza per spingersi in avanti, e se per Maggio l’esperienza di quest’anno in Coppa Campioni con la maglia del Napoli può essere salutata come acqua nel deserto, la stessa cosa non si può dire per il terzino rosanero, che in Nazionale ha all’attivo 8 presenze soltanto. Al momento però, considerando quanto può offrire il calcio italiano in questo reparto, non ci sentiamo di criticare Prandelli, sebbene forse una riflessione in più sulla convocazione di Bonucci la si sarebbe potuta fare, e non tanto per l’avviso di garanzia della Procura, quanto proprio per una questione tecnica, con magari un Ranocchia o un Astori più meritevoli di quanto fatto vedere quest’anno dal bianconero, sopratutto il sardo. Analizzando il centrocampo italiano, difficilmente riusciamo a trovarne uno migliore per quantità e qualità, paragonabile senza alcun impedimento di sorta a quello della Roja. Andrea Pirlo rimane il play più forte al mondo, alla stregua di un Rondo o un Parker del basket. Ci sono poi De Rossi e Marchisio, due prodotti doc del vivaio di Roma e Juve, senza dubbio il meglio di quanto si può auspicare. Proprio loro tre dovrebbero illuminare le azioni dell’Italia. Qualche dubbio lo lasciano Riccardo Montolivo e Thiago Motta. Il primo è atteso sempre dalla consacrazione ufficiale, sopratutto ora che è approdato in rossonero, del secondo invece si teme la lentezza, sia di gambe che nel creare gioco. Non ce ne vorrà Thiago, ma considerarlo il vice di Pirlo è qualcosa di improponibile, meglio uno tra De Rossi e Montolivo. C’è poi il gregario Nocerino, che nei pensieri del tecnico Prandelli dovrebbe essere l’alternativa di Marchisio, mentre in Ucraina c’è già chi scommette sull’outsider Diamanti, portato contro ogni pronostico dal ct agli Europei, sebbene il suo utilizzo appare in forte dubbio ora che sta prendendo sempre più piede il disegno tattico del 3-5-2 dopo la debacle con la Russia di Advocaat.
In attacco spazio alla fantasia, con Cassano, Giovinco e Balotelli in lotta per i due posti da titolare lì davanti. La magia e la poesia direbbe Cassano in coppia con Supermario, la logica invece preferirebbe Giovinco al rossonero. Il perché è presto detto, dal momento che la Formica Atomica appare decisamente come l’uomo più in forma dell’Italia in questo momento, dato testimoniato anche dalle ultime spettacolari prestazioni con la maglia del Parma. In secondo piano Di Natale e Borini. Il primo, nonostante i titoli di capocannoniere ad Udine, non ha mai convinto più di tanto in Nazionale, e a meno di stravolgimenti climatici anche in quest’occasione il calciatore bianconero non dovrebbe recitare un ruolo di protagonista nella spedizione azzurra (saremo ben felici di ricrederci in caso contrario). L’attaccante della Roma invece è approdato solo di recente alla ribalta Nazionale, tanto da poter contare su una sola presenza con la maglia dei “grandi” (l’ultima amichevole di febbraio contro gli Usa). In ogni caso Borini si è meritatamente conquistato la convocazione agli Europei, dimostrando grande freschezza atletica e doti da goleador importanti nel suo primo anno alla Roma. Pronostici? Scaramanzia a parte, diciamo quarti di finale e poi si vedrà. Molto dipenderà dal carattere e dalla determinazione che la nostra Nazionale riuscirà a mettere in campo, e quanto l’inchiesta del calcioscommesse influirà sulla psiche dei giocatori italiani. Onestamente crediamo che con l’inizio degli Europei i giocatori sapranno mettersi alle spalle quanto sta succedendo in Italia e qualora dovesse arrivare un buon risultato nel match inaugurale contro la Spagna allora potremo davvero pensare in grande.
VOLPE TRAP – Chi non conoscesse Trapattoni non darebbe nemmeno una chance all’Irlanda, impegnata nel Gruppo che vede l’Italia e la Spagna protagoniste. Eppure senza presentare molte stelle, la Nazionale del Trap è approdata alle fasi finali dell’Europeo e si appresta a viverlo come possibile outsider almeno per un posto ai quarti di finale, poi chissà. Quest’anno Di Matteo ci ha ricordato come il vecchio calcio all’italiano continui a dare i suoi frutti, contro squadre blasonate come il Barcellona e il Bayern. La vera punta di diamante dell’Irlanda è il solito Robbie Keane, che oggi gioca in America insieme a David Beckham nei Galaxy. Al suo fianco dovrebbe giocare uno tra Doyle e Walters, anche se la sorpresa potrebbe essere dettata dal giovane del West Bromwich Shane Long. Insieme a Keane l’altro calciatore di maggiore talento è l’ala sinistra Aiden McGeady, attualmente in forza allo Spartak Mosca. Nel 4-4-2 del Trap sulla corsia di destra troviamo l’esperto Damien Duff, che all’età di 33 anni è alla sua ultima grande occasione in una rassegna così importante. In difesa O’Shea (Sunderland) e Richard Dunne (Aston Villa) dovranno guidare una difesa che al centro conta la presenza di Sean Ledger (Leicester City, Serie B inglese) che non può avere l’esperienza necessaria per giocare sfide a così alto livello. In porta l’altro cavallo di battaglia del Trap, Shay Given (Aston Villa), che all’età di 36 anni rimane uno dei portieri più forti della Premier. In molti si chiedono se l’Irlanda riuscirà ad essere la sorpresa del Gruppo C. Noi rispondiamo che nel calcio non bisogna mai dare nulla per scontato, e che Trapattoni ha più volte giocato un brutto tiro ai colori azzurri, e lo stesso Cesare Prandelli se lo ricorda piuttosto bene.
CI SCOMMETTETE? – Diciamo subito che sarebbe davvero un azzardo scommettere sul passaggio del turno della Nazionale croata. Gli uomini guidati dal talentuoso ct Slaven Bilic (in carica dal luglio del 2006) dovrebbe recitare un ruolo di secondo piano all’interno del Gruppo C. Soltanto il centrocampo sembra offrire qualche spunto di vitalità, data la relativa freschezza del reparto in termini anagrafici e sopratutto grazie alla presenza del faro Luka Modric, autentica stella del suo Paese. Il calciatore del Tottenham è il più talentuoso tra i 23 convocati da Bilic per gli Europei, sebbene difficilmente da solo potrà sovvertire i pronostici della vigilia. In attacco la Croazia presenta i soli Olic e Mandzukic a poter impensierire le difese avversarie, anche perché il brasiliano Eduardo non sembra più lo stesso calciatore che avevamo ammirato qualche anno fa con la maglia dell’Arsenal. Va meglio nel settore nevralgico della squadra. Oltre a Modric e il suo compagno di club Niko Kranjcar, i croati possono contare sull’apporto di gente come Rakitic (centrocampista del Siviglia) e la giovane stella della Dinamo Zagabria Badelj. I guai arrivano in difesa, dove la coppia centrale titolare Simunic-Schildenfeld si candida come tra le più perforabili del torneo. Il difensore migliore è Corluka, che all’accorrenza può giocare anche come terzino sinistro, sebbene quel ruolo sarà con tutta probabilità ricoperto dal capitano della spedizione, l’esperto Darijo Srna.
Nel giorno della visita della truppa Azzurra ai luoghi dei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, tempio degli orrori nazisti divenuti luogo della memoria, della riflessione, della commozione e del ricordo, le questioni tattiche in prospettiva della gara di esordio con la Spagna passano in secondo piano ma, considerando che il match con le furie rosse campioni d’Europa e del Mondo si avvicina sempre più, nel pomeriggio odierno sarà già tempo di tornare a lavoro, soprattutto perchè il cittì Cesare Prandelli ha intenzione di proporre “condizioni nuove”, necessarie e indispensabili dopo la pessima prestazione nell’amichevole contro la Russia.
Novità che, secondo lo stesso Prandelli, la squadra ha accolto con grande positività e volontà di sperimentare, anche alla luce della palese necessità di trovare un assetto migliore, per provare a fronteggiare l’emergenza infortuni in difesa: d’altronde, a volte la necessità può diventare virtù e dalle difficoltà possono nascere situazioni positive. E’ questo il pensiero positivo cui bisogna far riferimento, anche perchè – allo stato dei fatti – pare l’unico possibile, sempre che la squadra riesca a trovare dentro di sè la giusta motivazione e la giusta cattiveria derivante proprio da tanti ostacoli. In tal senso, il ct si dichiara “curioso” di vedere una squadra che all’Europeo possa fare cose importanti.
Non ci sono, dunque, più dubbi: sarà Daniele De Rossi il centrale difensivo nella gara d’esordio, a completare il reparto a tre insieme al recuperato Giorgio Chiellini ed a Leonardo Bonucci. Una scelta che si può interpretare nell’ottica di voler attendere almeno fino a venerdì il recupero di Barzagli, definito dal cittì “troppo importante, tenteremo di recuperarlo fino all’ultimo”, con fiducia rispetto alla possibilità di proseguire nel cammino europeo oltre che nella volontà di proporre De Rossi in un ruolo in cui ha già giocato, per necessità, nella Roma di Luis Enrique, ottenendo buoni risultati.
In tal senso, secondo Prandelli, Daniele De Rossi “sarà un centrocampista in più, non un difensore” e, considerando tale aspetto, pare consequenziale ritenere che lo schieramento tattico che verrà proposto presenterà in campo due “impostatori”, uno a centrocampo ed uno in veste di regista difensivo, capaci di far partire la manovra, con il “plus” riferito al fatto che “De Rossi centrale è una soluzione e non un’idea, perchè ci ha già giocato”.
Per quanto riguarda le condizioni di AndreaBarzagli, al momento non lasciano ben sperare e sembra molto probabile l’ipotesi che, nonostante si attenderà fino a venerdì prima di una decisione definitiva, possa lasciare il posto al cagliaritano Astori, che raggiungerà nel pomeriggio di oggi, intorno alle ore 18, il ritiro di Cracovia: Davide Astori, dunque, è stato preferito a Mimmo Criscito ed a Ranocchia (che aveva subito uno stiramento nell’ultimo allenamento a Parma, ndr) ed approderà in Polonia dopo essere stato messo in preallarme già dallo scorso lunedì, dopo l’accertamento dello stiramento al polpaccio per Barzagli.
La marcia di avvicinamento alla gara contro la Spagna si preannuncia ancora all’insegna della sperimentazione e dell’attesa, nella speranza che le brutte sorprese siano terminate.
Da tante difficoltà, Prandelli sottolinea con grande ironia la presenza di un potenziale vantaggio per gli Azzurri, connesso all’ effetto-sorpresa sugli avversari spagnoli, i quali “non ci hanno capito nulla, fin qui”. Sarà sufficiente?
Dopo l’arrivo in terra Polacca, anche gli azzurri si sono recati a fare visita al purtroppo conosciuto campo di sterminio di Auschwitz. Ad accogliere l’intero staff, i giocatori e l’allenatore al campo di sterminio nazista è stato proprio il direttore del museo del lager assieme al presidente della comunità ebraica italiana Renato Gattegna e il direttore del Museo dell’Olocausto di Roma Marcello Pezzetti. “Sicuramente la presenza dell’Italia è importantissima – spiega Marcello Pezzetti – giocatori come Balotelli possono prendere per mano i giovani e fargli capire cosa è successo in passato quando non è stato bloccato il razzismo”.
La Nazionale Italiana ha deposto una corona di fiori ai piedi del muro delle fucilazioni, all’interno del campo di sterminio di Auschwitz, segno di ricordo e soprattutto di non dimenticanza.
Dopo un’ora di visita al museo del lager, giocatori e staff sono rimasti in silenzio per alcuni attimi di fronte alla parete di mattoni rossi dove venivano eseguite le condanne a morte: qui Buffon ha deposto una corona di fiori bianco-rosso-verdi in onore di tutte le persone che sono state uccise in questo lager dell’orrore. Inoltre ciascun giocatore ha acceso un lumino in memoria dei morti.
Successivamente, seduti sul binario della morte, Prandelli e i 23 giocatori hanno ascoltato i racconti di Piero Terracina, Anna Weiss e
Samuel Modiano. Molti sono stati i giocatori che non sono riusciti a trattenere le lacrime dinanzi a tanta crudeltà; a fine della visita gli azzurri si sono stretti in un abbraccio collettivo ai sopravvissuti.
“Loro, come tutti noi, avranno letto libri e visto documentari ma essere qui e toccare con mano quello che è stato davvero è tutta un’altra cosa – spiega il sopravissuto Samuel Modiano – se siamo qui a testimoniare è perché il ricordo viva all’infinito e perché tutto quello che è successo allora non accada mai più. Perché noi ci siamo salvati? Penso che la mia missione sia quella di spiegare a tutti che siamo tutti uguali, che non ci sono razze diverse l’una dall’altra e che non deve mai più succedere”.
Dopo aver visitato Auschwitz la nazionale di Cesare Prandelli si è recata a Birkenau, altro campo di sterminio nazista dove furono uccisi un milione di ebrei, a tre chilometri dal lager principale. “Per noi è stata un’esperienza molto toccante – spiega Chiellini – è stato importante venire qui soprattutto per ricordare e testimoniare, essendo consapevoli che tutto quello che è accaduto non si dovrà mai più ripetere nel corso della storia mondiale. Sono contento di vedere quanta gente venga a fare visita ai lager perchè è giusto che sia così; soprattutto tra i giovani, tra le scolaresche, perchè è a loro che and
rà in mano il mondo del futuro. Bisogna comunicare la lotta contro ogni discriminazione razziale e contro ogni atrocità commessa”.
“Quella di oggi è stata una visita che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita – spiega il ct Prandelli – visitare questi posti serve per far capire alle nuove generazioni che spesso basta veramente poco per creare dei disastri. Credo che per questo motivo sia un obbligo di tutti visitare i posti di questi drammi. Voglio inoltre ricordare il nostro paese che ora sta vivendo un momento difficile visto il terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna; posso dire che abbiamo già dato la nostra disponibilità ad eventuali iniziative in favore delle popolazioni terremotate. Ora possiamo solo sperare di poter regalare loro qualche momento di serenità all’interno del dramma che stanno vivendo”.
E’ il personaggio del momento in casa Italia e non per le sue prodezze. Gigi Buffon è al centro delle polemiche da molti giorni e la notizia risalente all’altro ieri dell’informativa della Guardia di Finanza di Torino circa i 14 assegni (per un totale di 1,5 milioni di euro) girati dal portierone azzurro a Massimo Alfieri, titolare di una tabaccheria a Parma, ha solo alimentato le polemiche. Ieri sera al termine dell’amichevole persa dall’Italia 0-3 con la Russia, il portiere della nazionale ha commentato la sua situazione: “Con i miei soldi posso comprare orologi, terreni, oppure darli a un amico. Ci faccio ciò che voglio anche se sembra che in Italia non sia così. Vorrà dire che la prossima volta vi dirò ciò che faccio”.
PAROLA AL LEGALE – Le dichiarazioni del portiere azzurro seguono di un giorno quelle pronunciate a Sky Sport 24 in sua difesa dal suo legale Marco Valerio Corini: “Se vogliamo andare ai fatti, non c’è un processo penale o un interessamento della giustizia sportiva, non c’è nulla che possa dimostrare che Buffon abbia scommesso, sono transazioni economiche tra due persone che si conoscono da anni di cui uno svolge anche quella di avere una ricevitoria”. “Da li non ci si pone il dubbio che possano essere operazione immobiliari o altro, si pensa che necessariamente che devono essere scommesse e per giunta illegali. Ma non si ha neanche la prova che sia una scommessa. Buffon è stato ed è sempre a disposizione in maniera franca, leale e collaborativa”. Il legale del portiere della nazionale, intervenuto a Radio Radio tv, è entrato nel merito della questione assegni: “Il bonifico più cospicuo, risalente al 13 settembre 2010, riguarda l’acquisto di venti Rolex, che sono nella cassaforte di Gianluigi da mesi. Un acquisto compatibile con il suo reddito e che è scritto nella casuale del bonifico: cos’altro deve fare? Siamo in grado di dimostrare che ogni pagamento effettuato non riguarda le scommesse sportive”.
PERQUISITA LA RICEVITORIA – Nella giornata di ieri la tabaccheria (abilitata come centro scommesse) gestita da Massimo Alfieri situata nel centro di Parma, ha ricevuto la visita della Guardia di Finanza di Torino arrivata lì per una perquisizione. I finanzieri torinesi si sono intrattenuti un paio d’ore per analizzare soprattutto i computer che archiviano le scommesse. Il titolare della ricevitoria non era presente al momento della perquisizione in quanto si trova al momento in vacanza negli Stati Uniti. Secondo le analisi effettuate e che provengono dai Monopoli di Stato (Aams), non risultano giocate anomale emesse presso la tabaccheria del signor Alfieri.
LIEVE INFORTUNIO – Il portiere della Juventus e della nazionale italiana ha giocato nella serata di ieri l’amichevole pre-europei persa 0-3 con la Russia, mantenendo inviolata la porta azzurra fino alla fine del primo tempo. Nella ripresa Buffon è stato sostituito (da Morgan De Sanctis) per via precauzionale in quanto ha rimediato uno stiramento alla spalla destra che però non gli impedirà di difendere i pali azzurri nell’esordio europeo contro la Spagna campione d’Europa e del mondo in carica in programma domenica 10 giugno alle ore 18.
L’Italia va letteralmente in bambola nell’ultima amichevole prima degli Europei, facendosi travolgere dalla Russia per 3-0. Una sconfitta meritata per quanto si è visto in difesa, con gli azzurri incapaci di opporre una minima organizzazione alle incursioni degli avversari. Non è stato di certo un bel segnale quello lanciato ieri dalla Nazionale. Anche perché di fronte c’era sì una buona squadra, ma che fra una settimana si presenterà in ogni caso come outsider rispetto alle big presenti in Ucraina e Polonia. Per carità, il gioco a tratti si è visto, sopratutto ad inizio primo tempo e subito dopo il rientro dagli spogliatoi, segno tangibile del nuovo corso Prandelli, i cui due anni di gestione hanno consentito all’Italia di fare notevoli passi avanti sul piano della manovra corale. E prima di ieri la cura del commissario tecnico si era fatta sentire anche nel reparto di difesa, anche perché non subisci soltanto due gol durante la fase di qualificazione agli Europei e diventi la miglior difesa del lotto europeo a caso.
I tre gol di ieri si possono leggere sotto due chiavi diverse. La prima vede salire sul banco degli imputati le individualità, e quindi Bonucci, Maggio e De Sanctis risultano colpevoli senza appello. La seconda invece affonda le radici nella natura tattica, se si pensa al centrocampo ricco di talento ma poco propenso a proteggere la difesa, perché il solo Pirlo onestamente non può reggere l’urto dell’attacco avversario, e se si decide di far salire sia De Rossi che Marchisio in avanti i problemi diventano più di uno. Non siamo ancora diventati il Barcellona, che può permettersi di tenere Busquets davanti la difesa. Almeno ieri infatti abbiamo dimostrato di non conoscere le distanze appropriate e, causa non secondaria, abbiamo tenuto il pallino del gioco troppo poco per dire che almeno sul piano del possesso palla domineremo gli avversari.
Serve una chiara inversione di rotta da parte della Nazionale, se non si vuole uscire precocemente come due anni fa in Sudafrica durante la fase a gironi. E non dimentichiamo che a differenza del Mondiale, il gruppo attuale non è paragonabile a quello che avevamo accolto con i trionfalismi del caso un paio d’anni fa. C’è la Spagna d’accordo, ma non c’è solo la Roja a fare paura. Contro l’Irlanda non sarà semplice, vuoi perché sulla panchina dei ragazzi di Dublino c’è Giovanni Trapattoni che ci conosce come e forse di più delle nostre stesse tasche, e poi perché la Nazionale irlandese corre, particolare questo forse vuoto di importanza ma che può incidere sull’andamento di un match, considerando la figura che abbiamo fatto ieri contro la Russia, che fa della corsa una delle sue qualità migliori.
La cabala a volte centra poco, è persino dannosa. Siamo d’accordo tutti che completare il proverbio non c’è due senza tre possa portare bene alla nostra Nazionale, e siamo ugualmente d’accordo nell’accogliere lo scandalo calcioscommesse sotto i migliori auspici, perché quello che successe nel 2006 è fin troppo impresso nella memoria per essercelo dimenticato. Arriviamo da due ko contro Uruguay e Usa, e ora il filotto può dirsi completo. Allora c’era Calciopoli che imperversava su tutto il territorio nazionale, oggi la situazione è pressoché la stessa, se non peggiore, sia per la recidiva che per la credibilità dei calciatori stessi. Anzi, a pensarci bene la situazione non è proprio identica a quella di 6 anni fa, se vogliamo addentrarci in discorsi puramente psicologici. Sei anni fa la pressione era sì notevole, però i media allora stavano massacrando non i calciatori ma i dirigenti delle società. E questo è un aspetto da non sottovalutare, perché ora gli avvisi di garanzia arrivano direttamente dentro Coverciano, i famigerati dossieraggi giungono anche a chi, come Gigi Buffon, viene considerato da tutti l’emblema dell’onestà calcistica (a proposito, particolarmente da apprezzare i cori rivolti al capitano azzurro nel prepartita di ieri). Se la reazione allo scandalo dovesse essere questa anche nelle prossime partite, allora le previsioni non possono che essere leggermente negative, e quel leggermente è quanto di più eufemistico si possa leggere in questo articolo.
E se vogliamo sempre fare un paragone a 6 anni fa, la squadra non è più la stessa di quella che aveva in mano Lippi, caratterialmente parlando. Questa Nazionale può far leva su due calciatori carismatici, Buffon e Pirlo, e dovranno essere proprio loro a guidare il gruppo verso quella fame e determinazione che aveva fatto del gruppo di Lippi un’armata invincibile. In Germania eravamo forse meno tecnici di oggi, però calciatori come Cannavaro e Gattuso regalavano quantità industriali di forza mentale che oggi i vari Montolivo, Balotelli, Marchisio, lo stesso De Rossi, non sembrano poter dare al gruppo, che oggi più di allora ne ha un bisogno disperato. E di nuovo, puntuale come tutti gli anni, si ripresenta il dilemma più vecchio del mondo. Il bene o il male, i giovani o i vecchi. E voi, cosa ne pensate?
C’è grande tensione intorno all’ambiente della nazionale italiana, cosa che non giova nè a chi deve rappresentare il nostro paese nè a chi devo sostenerlo. Proprio oggi il commissario tecnico dell’Italia ha lanciato una provocazione ai microfoni di Rai Sport: “Se ci dicessero che per il bene del calcio la Nazionale non deve andare agli Europei non sarebbe un problema”. Questo il commento di Prandelli all’indomani dell’ultimo polverone relativo al calcioscommesse che si è abbattuto in casa Italia: Gigi Buffon raggiunto da un’informativa della Guardia di Finanza di Torino in merito ad alcuni suoi movimenti bancari sospetti. Sembra strano a ragion del vero che il giorno dopo lo sfogo del portiere della nazionale venga tirato fuori un qualcosa per destabilizzare l’ambiente azzurro impegnato oggi nell’unico test (Italia-Russia stasera ore 20:45) prima di Euro 2012 che inizierà per i colori italiani domenica 10 giugno.
Oltre alle polemiche su Buffon, da giorni tiene banco la disquisizione sull’allontanamento di Criscito quando un altro giocatore indagato (Leonardo Bonucci indagato dal 3 maggio) partirà comunque per Euro 2012 solo perchè non è stato raggiunto dall’avviso. Ha parlato di questo il procuratore del giocatore dello Zenit Andrea D’Amico il quale ha dichiarato che non si capisce perchè anche Criscito non possa giocare l’Europeo visto che un avviso di garanzia fino a prova contraria non rappresenta un reato.
Non bastasse ciò a render il quadro italiano molto deficitario dobbiamo aggiungere che oramai si parla più di procure, carte bollate, indagati e via dicendo piuttosto che di calcio giocato. Allora concentriamoci sull’impegno di stasera che vedrà la nazionale italiana giocare a Zurigo contro la Russia. Cesare Prandelli ha annunciato ieri dopo l’ultimo allenamento a Coverciano l’undici iniziale che opporrà resistenza ai russi. Il ct italiano preferisce non rischiare Giorgio Chiellini nell’amichevole di stasera in modo tale da averlo pronto per il primo impegno europeo. In porta Buffon, difesa con Balzaretti e Maggio terzini e Bonucci-Barzagli centrali. A centrocampo spazio a Pirlo, Marchisio, De Rossi e Montolivo mentre in avanti giocheranno Cassano e Balotelli, quest’ultimo alle prese ieri con dei problemi ai denti fortunatamente risolti subito.