Tag: Italia

  • Italbasket scatenata, distrutta la Svizzera nella seconda gara di qualificazione a Euro2015

    Italbasket scatenata, distrutta la Svizzera nella seconda gara di qualificazione a Euro2015

    L’Italbasket conquista la seconda vittoria nel girone di qualificazione ad Euro2015. Dopo il successo in rimonta e con fatica in Russia, è arrivata una vittoria piuttosto agevole, un 90-60 nonostante qualche momento di deconcentrazione, contro l’altra squadra che prima del match era capolista con gli azzurri ovvero la Svizzera.Italbasket

    Nel successo contro gli elvetici da segnalare un altra grande prestazione di Alessandro Gentile, autore di 17 punti, 5 rimbalzi e 5 assist, la soglia dei 1000 punti in nazionale superata da Pietro Aradori, grazie ai 17 punti realizzati questa sera, un Gigi Datome con il 60% al tiro (3/5 da 2 e 3/5 da 3) ed un Achille Polonara in grande spolvero con 14 punti realizzati, senza dimenticare Cinciarini in doppia cifra ed un Cusin abile sotto canestro.

    I rossocrociati, che avevano alcune assenze pesanti come quelle di Brunner, Sefolosha e Capela, hanno provato ad aggrapparsi ai fratelli Mladjan autori di 31 punti in due, ma non è bastato per evitare un passivo di 30 lunghezze.
    Pronti via e la Svizzera, con un gioco da 3 punti di Dos Santos, trova il primo ed unico vantaggio della gara. Gli azzurri piazzano subito un parzialone di 13 a 0, con i canestri di Gentile, Datome, Cusin ed Aradori, interrotto da una tripla di Vogt che sarà però un fuoco di paglia perchè l’Italia continuerà a premere sull’acceleratore e con Cinciarini ed una tripla di Polonara chiuderà il primo quarto sul 22-8.

    Il secondo quarto è praticamente la fotocopia del primo con Alessandro Gentile che si accende, Polonara che continua a trovare canestri ed un Gigi Datome che dà spettacolo con una schiacciata ed un paio di assist per i tiri da 3 dei compagni. Per la Svizzera non c’è niente da fare ed al riposo lungo si va con l’Italia avanti per 44 a 23.

    Terzo quarto con gli ospiti che partono forte e con un parziale da 8-0 nei primi due minuti e si riportano sul -16. Il quarto si mantiene equilibrato con la Svizzera che rimane sullo stesso distacco sino al controparziale azzurro, guidato da un super Aradori, di 11-0 che permette all’Italia di portarsi sul 65-38 a due minuti dal termine della frazione. Il controparziale di 11-2 permetterà agli ospiti di vincere 24-23 il quarto che si chiuderà sul 67-47.

    Pianigiani non gradisce questi cali di concentrazione e la reazione si vede nell’ultimo quarto nel quale l’Italbasket riparte subito bene con un ottimo Cervi, la Svizzera risponde con Mladjan mantenendosi sempre intorno ai 20 punti di distacco. Nel finale di gara accelerazione degli azzurri che trovano la via del canestro con Polonara, un ottimo Cinciarini dalla lunetta e con Pietro Aradori sia da 3 che da 2 punti.
    Con questo successo è stato fatto un altro grande passo verso l’obiettivo primo posto nel girone e susseguente qualificazione, la prossima gara con la Russia potrebbe essere già quella giusta per festeggiare.
    ITALIA – SVIZZERA 90-60 (22-8, 44-23, 67-47)

    Punti

    ITALIA: Aradori 17, A. Gentile 17, Datome 15, Polonara 14, Cinciarini 10, Cervi 7, Cusin 6, S. Gentile 3, M. Vitali 1.

    SVIZZERA: D. Mladjan 18, M. Mladjan 13, Dos Santos 6, Savoy 6, Atcho 4, Matuta 3, Cotture 3, Vogt 3, Kazadi 2, Kovac 2.

    Rimbalzi

    ITALIA: Cusin 8, Cervi 6, A.Gentile 5, L. Vitali 4, Datome 3, Cinciarini 3, Aradori 3, Polonara 3, S. Gentile 2, Moraschini 1, M. Vitali 1.

    SVIZZERA: M. Mladjan 6, Cotture 5, Savoy 4, Dos Santos 4, Kazadi 2, D. Mladjan 2, Matuta 1, Kovac 1, Vogt 1, Atcho 1.

    Assist

    ITALIA: Cinciarini 6, Aradori 5, A. Gentile 5, Datome 3, L. Vitali 2, S. Gentile 1, Moraschini 1, Polonara 1.

    SVIZZERA: Savoy 3, Kazadi 1, D. Mladjan 1, Matuta 1, Dos Santos 1, Cotture 1.

  • Conte Ct della nazionale, arriva l’annuncio ufficiale di Tavecchio

    Conte Ct della nazionale, arriva l’annuncio ufficiale di Tavecchio

    La notizia si è rincorsa per tutta la giornata in un crescendo di notizie, con l’ufficialità che non arrivava ma che minuto dopo minuto sembrava essere ad un passo, ebbene adesso lo possiamo dire in maniera ufficiale: Antonio Conte sarà il nuovo Ct della nazionale italiana.

    Antonio Conte
    Antonio Conte

    A dare la conferma tanto attesa ci ha pensato il neopresidente della Figc Carlo Tavecchio che  in serata ha rilasciato questa dichiarazione all’Ansa:

    Abbiamo raggiunto l’accordo: Conte è il nuovo c.t. azzurro.

    La conferma è arrivata dopo che nel pomeriggio lo sponsor tecnico della nazionale, la Puma, aveva confermato l’appoggio alla Federazione con un comunicato che così recitava:

    Sosterremo la Figc. Il nostro obiettivo è avere successo insieme.

    Dunque da questo 14 agosto 2014 inizia la nuova era della nazionale italiana con l’ex allenatore della Juventus che andrà a sedersi su quella panchina lasciata vuota da Cesare Prandelli la sera della sconfitta con l’Uruguay che costò l’eliminazione agli azzurri dal mondiale di Brasile 2014.

    La presentazione del nuovo commissario tecnico avverrà martedì 19 agosto alle 11.30 presso l’Hotel Parco dei Principi a Roma.

    Come riporta il comunicato emesso dal sito della Figc, Conte e Tavecchio si sarebbero sentiti nella mattinata di oggi telefonicamente ed il tecnico salentino avrebbe approvato in pieno l’idea del progetto per rilanciare la nazionale attraverso la formazione dei calciatori in appositi centri federali. Antonio Conte andrà anche a ricoprire il ruolo di coordinatore dei settori giovanili, figura che fino a poco tempo fa era stata ricoperta da Arrigo Sacchi.

    Per quanto riguarda il contratto si parla di un biennale, fino al 31 luglio 2016, ovvero dopo i campionati europei di Francia, con un compenso, che non viene nominato dal comunicato della federazione ma che, secondo i rumors circolati, dovrebbe aggirarsi sui 3,5-3,6 milioni di euro annuali 1,6 dei quali pagato dalla FIGC ed il restante dagli sponsor, principalmente la Puma. La Federazione infatti ha stipulato nuovi accordi di partecipazione con gli sponsor che prevedono anche l’utilizzo dell’immagine del nuovo CT come testimonial, rendendo così possibile la conclusione con buon esito dell’operazione.

    Antonio Conte, dimessosi all’inizio di questa nuova stagione sportiva dalla Juventus con la quale aveva vinto 3 scudetti consecutivi con lo straordinario risultato dei 102 punti ottenuti nella stagione appena conclusasi, ricomincia dalla nazionale dove molti confidano che la sua grinta, la sua voglia di cercare sempre il successo, possa permettere alla nazionale di rialzarsi dopo un mondiale disastroso come quello del Brasile.

  • Antonio Conte verso la Nazionale: i pro e i contro

    Antonio Conte verso la Nazionale: i pro e i contro

    Ci siamo quasi, forse sì, forse no, forse si attende solo l’ufficialità. Antonio Conte verso la panchina della Nazionale Italiana; in questi giorni sono stati fatti passi avanti molto importanti, la trattativa è ben avviata anche se giungono discordanti pareri su quello che sarà l’aspetto economico della trattativa. L’ex tecnico della Juventus vorrebbe ricevere lo stesso trattamento economico che percepiva con il club bianconero ma la Federcalcio, per ragioni di bilancio e non solo quelle, non intende pagarlo più dell’ex Ct Cesare Prandelli. La situazione può essere risolta dallo sponsor tecnico ovvero la Puma che andrebbe, con un investimento, a colmare la differenza. Le cifre in questione sono di quelle importanti, cifre da allenatore di club per intenderci.

    Nel caso di fumata bianca della trattativa, la gestione di Antonio Conte come C.t. della Nazionale sarà strutturata come se fosse un club. Conte vuole poter seguire quotidianamente i giocatori monitorandone la condizione fisica, l’eventuale recupero degli infortuni e acciacchi vari, avendo settimanalmente incontri e colloqui con gli allenatori delle squadre di Serie A.  In pratica chiede di fare il selezionatore a tempo pieno.

    Il tecnico pugliese vuole anche uno staff di fiducia, che possa aiutarlo nella gestione degli allenamenti e nel coordinamento delle selezioni giovanili, è solo partendo dal basso che si può costruire qualcosa di importante.

    Antonio Conte ha dimostrato nei tre anni di gestione Juventus di essere un vincente. Di avere ottime idee e di avere grande fame di vittorie. Ha grinta, energia da vendere, è maniacale negli allenamenti settimanali, un martello come è stato definito dai suoi ex giocatori, un motivatore costante e continuo che è stato per molti il vero valore aggiunto della Juventus dei tre scudetti consecutivi. La sua personalità può far crescere, di parecchio, il movimento della Nazionale Italiana. Per ripartire dopo il disastro brasiliano serve un uomo con la sua personalità, con le sue idee e con la sua fama di vittorie.

    Antonio Conte e il record di 100 punti in Serie A | Foto Twitter
    Antonio Conte e il record di 100 punti in Serie A | Foto Twitter

    L’aspetto negativo di Conte è rappresentato dalla sua scarsa esperienza internazionale: nelle coppe europee non ha mai impressionato. Da persona preparata Antonio lo ha sempre saputo e, nel mese di luglio le divergenze di mercato con i dirigenti bianconeri, per rendere la Juventus competitiva a livello europeo, sono esplosi. Per il suo modo di lavorare è più un allenatore che un selezionatore. Ha bisogno di allenare costantemente e quotidianamente i suoi calciatori, di averli sempre sotto occhio mentre in Nazionale , per ovvie ragioni questo non potrà avvenire, nonostante l’idea degli incontri quotidiani con gli allenatori dei club.

    Ora che la Federcalcio ha un nuovo Presidente urge mettersi al lavoro per ricostruire il calcio italiano che è piombato nell’anonimato dopo anni di insuccessi e fallimenti dovuti a una gestione fallimentare e dirigenziale ancora prima che tecnica. Al neo Presidente Carlo Tavecchio il compito di ripartire e in fretta, il compito di ridare lustro a un sistema che non c’è più.

  • Gentile lancia l’Italbasket che batte la Russia in rimonta

    Gentile lancia l’Italbasket che batte la Russia in rimonta

    Quanta fatica, quanta sofferenza ma alla fine l’obiettivo è stato portato a casa. In Russia l’Italbasket guidata da Alessandro Gentile, strepitoso nell’ultimo quarto, nella prima gara delle qualificazioni ad Euro2015, ha sofferto, è andata sotto anche di dieci punti ma ha saputo tirar fuori la grinta e l’orgoglio e alla fine si è imposta per 65 a 63 mettendo il primo mattoncino verso la qualificazione.

    Kurbanov, Ponkrashov, Mozgov, Antonov, Voronov il quintetto iniziale russo al quale risponde l’Italia con Cinciarini, Aradori, Gentile, Datome, Cusin.

    Nel primo quarto che si chiude sul 14-12 per i padroni di casa, regna l’equilibrio con i russi che rimangono quasi sempre in vantaggio, ad eccezione del 4-6 per l’Italia, ed ottengono il massimo vantaggio, un +4, sul 14-10. Gli azzurri dimostrano una buona fase difensiva ma in attacco le scelte sono sbagliate con troppe forzature.

    Il secondo quarto si apre con un parziale di 6-0 per la Russia che si porta a +8 sul 20-12, il primo canestro dell’Italia lo mette a segno dopo oltre 4 minuti Vitali che però apre il controparziale azzurro, favorito anche dagli errori nel tiro da 3 e ai liberi dai russi, concretizzato da Alessandro Gentile, Cinciarini e Datome che riportano l’Italia sul 20 pari a 3.42 dall’intervallo lungo. Addirittura a 2.33 dal termine l’Italia trova il vantaggio con il canestro di Pietro Aradori. I padroni di casa non ci stanno e piazzano un parziale di 5-0 concluso dall’alley-oop di Mozgov per il 28-24. Un tiro libero realizzato da Cinciarini accorcia le distanze e si va al riposo sul 28-25 per la Russia.

    Le statistiche dopo i primi venti minuti parlano di una Russia più brava a rimbalzo (29-18) con gli azzurri incapaci di trovare la retina dall’arco dei 6.75 con un pesante 0/6.

    Si riparte ma le cose non sembrano cambiare, quando gli azzurri ritrovano il vantaggio 28-29 firmato da Cusin e Aradori, i russi infilano un parziale di 8-2, all’interno del quale c’è un fallo antisportivo per Aradori, che li porta nuovamente avanti di 5. A metà quarto i russi guidati da un Mozgov capace di realizzare 14 punti (6 solo nei primi 5 minuti di questo quarto) si portano a +6 sul 39-33. La Russia non solo mantiene il vantaggio ma lo incrementa con il canestro sulla sirena di Ponkrashov che permette ai padroni di casa di chiudere il terzo quarto a +8 sul 51-43.

    Alessandro Gentile
    Alessandro Gentile

    L’ultimo quarto continua a mettere in mostra la difficoltà degli azzurri a trovare il canestro, i primi punti dell’Italia arrivano dopo 2 minuti con Cusin che sigla il 53-45. A questo punto si accende Alessandro Gentile che senza paura si costruisce il gioco da 3 punti, per il 53-48, causando il 4 fallo di Mozgov. Prosegue lo splendido momento di Gentile, il capitano dell’Olimpia Milano infila altri 4 punti portano l’Italia sul -3 a 4.18 dal termine. A poco più di 3 minuti dalla conclusione arriva la prima tripla realizzata dagli azzurri (1/10), a trovare i tre punti è Gigi Datome che permette all’Italia di impattare a quota 55. Il canestro di Datome sembra aver sbloccato i tiratori di Pianigiani, è il solito Gentile a trovare la tripla del +2 a 2.16 dal termine. Si prosegue sull’equilibrio con gli azzurri che riescono anche a portarsi sul +3 con un gioco da 3 punti di Cusin ad un minuto e mezzo dal termine.

     

     

     

    Ultimo minuto da batticuore, Gentile segna per il +4 azzurro, Voronov accorcia, poi Aradori a pochissimi secondi dal termine va in lunetta ma fa solo 1 su 2 portando avanti l’Italia 64-61. I russi chiamano timeout e si giocano il tutto per tutto con l’ultimo tiro o almeno così sperano, Cinciarini però giustamente spende il fallo, Khvostov dalla lunetta è perfetto e la Russia torna a -1. Anche i padroni di casa scelgono il fallo sistematico e Gentile dalla lunetta segna il primo e sbaglia il secondo, i russi tentano un disperato tiro da tre ma non va, il successo, se pur con tantissima fatica è azzurro per 65 a 63

    RUSSIA – ITALIA 63-65 (14-12, 28-25, 51-43)

    Punti

    RUSSIA (63): Mozgov 17, Voronov 8, Kurbanov 8, Ponkrashov 7, Sokolov 5, Kuliagin 4, Vyaltsev 4, Zubkov 4, Antonov 4, Khvostov 2.

    ITALIA (65): A.Gentile 20, Aradori 11, Datome 11, Cinciarini 10, Cusin 9, Vitali 2, Cervi 2.

    Rimbalzi

    RUSSIA (41): Mozgov 10, Kurbanov 10, Zubkov 4, Antonov 4, Kulagin 3, Khvostov 3, Ponkrashov 3, Voronov 3, Sokolov 2.

    ITALIA (30): Datome 8, Cusin 7, Cinciarini 7, A. Gentile 3, Vitali 3, S.Gentile 1, Aradori 1.

    Assist:

    RUSSIA (12): Khvostov 3, Kulagin 2, Vyaltsev 2, Zubkov 2, Kurbanov 1, Sokolov 1, Mozkov 1.

    ITALIA (5): A.Gentile 2, Cinciarini 2, Aradori 1.

  • Il commento di Chiellini: “La squalifica di Suarez è eccessiva”

    Il commento di Chiellini: “La squalifica di Suarez è eccessiva”

    Il giorno dopo la decisione della Commissione Disciplinare della FIFA che ha inflitto a Luis Suarez, per il morso rifilato a Chiellini durante Italia-Uruguay, una squalifica di 9 gare ufficiali con la maglia della Celeste e 4 mesi di inibizione dai campi da calcio con il ritiro dell’accredito che non consentirà all’attaccante di stare vicino ai compagni di squadra nel proseguimento del Mondiale, cominciano arrivare le reazioni dal mondo del calcio, uno di questi è proprio l’altro protagonista della vicenda, ovvero Giorgio Chiellini.

    Giorgio Chiellini
    Giorgio Chiellini

    Il difensore della Nazionale italiana e della Juventus ha voluto affidare al proprio sito ufficiale le sue opinioni sulla vicenda Suarez:

    Dentro di me ora non ci sono sentimenti di gioia, di vendetta o di rabbia contro Suarez per un incidente che è accaduto in campo ed è finito lì. Rimangono solo la rabbia e delusione per la partita persa. Al momento il mio unico pensiero è per Luis e la sua famiglia, perché si troveranno ad affrontare un periodo molto difficile. Ho sempre considerato inequivocabili gli interventi disciplinari da parte degli organi competenti, ma allo stesso tempo credo che la formula proposta sia eccessiva. Spero sinceramente che gli sarà consentito, almeno, di stare vicino ai suoi compagni di squadra durante le partite perché tale divieto è davvero alienante per un giocatore.

    Dunque Chiellini, colui che ha subito il morso dal Pistolero, perdona l’avversario e ritiene pesante il provvedimento per Suarez, ma quella del difensore toscano non è stata l’unica reazione, c’è stata anche quella più pesante del presidente dell’Uruguay José Mujica che ha voluto esprimere la propria opinione sulla vicenda e come riporta “La Gazzetta dello Sport”, lo ha fatto tramite i microfoni della trasmissione “De Zurda” condotta da Diego Armando Maradona e Victor Hugo Morales:

    Siamo furiosi perché la Fifa usa due pesi e due misure. Sono anziano e ne ho viste tante in vita mia, ma questa volta si è passato il limite. Si vedono di continuo falli e gesti ben più gravi, ma si permettono di trattarci con i piedi solo perché siamo un Paese piccolo e contiamo poco.

    Diego Armando Maradona
    Diego Armando Maradona

    La stessa Gazzetta riporta anche le parole di Maradona, il Pibe de Oro ha chiaramente mostrato il suo appoggio a Suarez, indossando anche una maglietta con su scritto “Luisito estamos con vos” (Luis siamo con te):

    Non capiscono nulla, si sono voluti accanire contro Luis in maniera spietata. E’ chiaro che la Fifa abbia voluto penalizzare l’Uruguay perché se usasse lo stesso metro di giudizio con tutti le partite terminerebbero cinque contro cinque.

    Per Suarez però i problemi non si limiteranno alla squalifica, l’Adidas ha deciso di sospendere gli spot con Luis Suarez, e come riporta l’Ansa, la società tedesca ha fatto sapere riconsidererà il rapporto con il giocatore al termine del mondiale.

     

  • Nell’intervallo di Italia-Uruguay lite tra Bonucci e Balotelli

    Nell’intervallo di Italia-Uruguay lite tra Bonucci e Balotelli

    Il caos scaturito nell’ambiente azzurro all’indomani della pessima figuraccia rimediata ai Mondiali, fa emergere situazioni che ci aiutano a capire il malumore dei “senatori” azzurri della spedizione in Brasile.  Ciò che è emerso oggi è quanto è avvenuto nell’intervallo di Italia-Uruguay e che avrebbe portato ad una lite tra Leonardo Bonucci e Daniele De Rossi uniti contro Mario Balotelli, sempre più isolato nel gruppo azzurro. Anche Cassano avrebbe litigato con Gianluigi Buffon: anche per questo Cesare Prandelli ha deciso di dimettersi.

    Già nel dopo partita si erano manifestati i primi indizi del malumore con le roventi dichiarazioni di Buffon e De Rossi: i due campioni del mondo pur non facendo nessun nome avevano chiaramente fatto intuire che il riferimento fosse a Balotelli.

    bonucci e balotelliLo stesso Prandelli, temendo che il comportamento in campo del suo ex, ormai, pupillo rischiava di danneggiare le sorti dell’intera squadra, aveva esortato l’attaccante a cambiare atteggiamento pena la sostituzione. Sostituzione puntualmente avvenuta a fine tempo e qui si inserisce la reazione di Bonucci.

    Secondo il giornalista Giampiero Timossi del Secolo XIX, infatti  Balotelli sarebbe stato “aggredito” da Bonucci mentre ancora protestava per la sostituzione. “Imbecille, esci da qua e stai zitto“, le presunte parole del difensore juventino appoggiato da De Rossi.

    Un altro atteggiamento che non è piaciuto ai senatori è stato proprio quello di prima donna di Balotelli. Vip, isolato insieme a Fanny e ai suoi amici durante tutto il ritiro, e poi quell’album dei Mondiali alla pagina Italia con 23 Balotelli pubblicato su Istangram. Il gruppo, insomma, non l’avrebbe presa bene.

    Passiamo ad analizzare il caso Cassano. L’attaccante barese, pare essersi lamentato nei giorni scorsi per il poco spazio avuto fino alla sfida con l’Uruguay, lamenti che a Buffon non erano andati molto a genio. Sempre secondo il giornalista del Secolo XIX, il capitano della Nazionale  avrebbe avuto un secondo litigio con Cassano, colpevole di aver sbuffato durante il discorso di Pirlo: “Non volevo chiudere cosi, è colpa di tutti, certo,  ma ai giovani dico che serve più amore per questa maglia e meno protagonismo”. Non pensate che questa maglia sia solo due eliminazione”. Buffon si è scagliato contro l’attaccante, ma è stato fermato all’ultimo.

    Nel frattempo Balotelli era salito sul pullman ignorando Pirlo e il suo saluto. To nel resort, solo, si è sfogato con l’ormai celebre messaggio su Twitter, e anche al suo ritorno in Italia è schizzato via da Malpensa sempre e solo accompagnato da Fanny.

     

  • Prandelli addio, 4 nomi per la successione

    Prandelli addio, 4 nomi per la successione

    Il giorno dopo la disfatta, il risveglio è più amaro per Cesare Prandelli, che Giovedì ritornerà in Italia da “ex”. Ex cittì, dimissionario insieme ad Abete, per orgoglio e per dignità dopo una vera e propria debacle sportiva. Un punto di non ritorno, inevitabilmente, assumendosi le proprie responsabilità di fronte a scelte sbagliate e confuse, di fronte ad uno spogliatoio che tanto unito poi non era, basti pensare alle parole di Buffon e De Rossi e al fatto che Balotelli non fosse presente nel momento del discorso d’addio di Pirlo alla maglia Azzurra. Tutto questo non poteva passare in sordina, non poteva non aver conseguenze: errori tecnici e di valutazione del cittì Prandelli, convocazioni non ottimali, necessità di stravolgere le proprie idee ed il modulo sul quale aveva puntato. Il caldo, l’arbitro “Moreno bis” e le energie fisiche ridotte al lumicino hanno completato il quadro nefasto, conducendoci verso un nuovo “anno zero” del calcio italiano, solo quattro anni dopo l’altra eliminazione al primo turno dei Mondiali, nel 2010 in Sudafrica. Allora era il Lippi-bis, reduce dai trionfi di Germania 2006 e richiamato nel post-Donadoni.

    Prandelli addio, in 4 per la successione
    Prandelli addio, in 4 per la successione

     

    Ora, c’è Prandelli che saluta tutti con la sua consueta onestà intellettuale, con il garbo che sempre lo ha contraddistinto, ma anche con la consapevolezza di aver fallito, nonostante il secondo posto agli Europei 2012 e il terzo posto in Confederation’s Cup. C’è un uomo che non ha saputo coniugare insieme le due anime della squadra: senatori e giovani. I primi rivendicano l’impegno profuso, i secondi non hanno saputo reggere alle pressioni e non si sono rivelati all’altezza, con qualche rara eccezione. Resta l’incognita di chi poteva essere e non è stato: Giuseppe Rossi o Destro, ma anche del cambio Balotelli-Parolo o della troppa fiducia in Thiago Motta. E poi resta sempre il discorso dei “campioni con il condizionale” di cui ha parlato capitan Buffon: riferimento a Balotelli, implicito ma non troppo.

    Dalle macerie di questa Nazionale del post-Prandelli si dovrà ripartire in fretta e bisognerà farlo con un nuovo tecnico e, soprattutto, con un nuovo progetto. Non ci si può permettere di lasciar spazio all’improvvisazione e alla concitazione, è necessario ponderare bene. D’altronde, il 9 di Settembre è già in calendario il prossimo impegno del “nuovo corso” contro la Norvegia che dovrà condurre agli Europei 2016 in Francia. Chi siederà sulla panchina azzurra nel post- Prandelli? In lista, per ora, ci sarebbero 4 nomi: Roberto Mancini, Massimiliano Allegri, Alberto Zaccheroni e Luciano Spalletti. A ben vedere, appaiono come candidature profondamente diverse per aspetto tecnico-tattico, per età ed esperienza e anche questo non può che essere un ulteriore sintomo di caos che regna sovrano. Nessuno dei quattro appare “un vincente per antonomasia”, tutti e quattro hanno vinto qualcosa nella loro carriera ma nessuno di loro può vantare trionfi di assoluto prestigio: nessuna Champions League, per intenderci. Alcuni, però, hanno avuto una buona esperienza internazionale e, in questi casi, può risultare un fattore decisivo. Sarebbe corretto, dunque, scartare a priori Allegri e puntare su chi ha dalla sua parte qualche buon risultato e l’esperienza al di fuori dei confini italiani: in pole, dunque, potrebbe esservi Mancini, reduce dall’esperienza con il Manchester City ed il Galatasaray. L’incognita, in tal caso è legata al suo ingaggio, che potrebbe essere eccessivo per le casse della Figc. Zaccheroni, invece, è reduce dall’eliminazione al primo turno del Giappone con il quale, però, aveva vinto la Coppa d’Asia. Infine, Spalletti ormai libero dallo Zenith San Pietroburgo è fautore di un calcio sempre piacevole e spettacolare ma, negli ultimi tempi, ha collezionato qualche delusione anche in Russia.

    Quattro candidati per una panchina che scotta, quattro alternative che appaiono, però, “di ripiego” rispetto a quello che appare come il sogno impossibile: Carlo Ancelotti. La sensazione è che il vincitore della Decima con il Real rimarrà ancora a Madrid ma che, prima o poi, la sua strada si tingerà d’azzurro. Non ora, però: la ricostruzione dalle macerie spetterà a qualcun’altro. Sperando che la scelta sia illuminata.

  • Disfatta Italia. Prandelli si dimette, il gruppo contro Balotelli

    Disfatta Italia. Prandelli si dimette, il gruppo contro Balotelli

    Nella terza giornata del gruppo D di Brasile 2014 l’Italia perde 1-0 contro l’Uruguay: decide un colpo di testa di Godin nel finale. Ma nell’eliminazione degli azzurri pesano le folli decisioni arbitrali del messicano Rodriguez Moreno: espulso il centrocampista della Juventus Claudio Marchisio e salvato l’attaccante del Liverpool Luis Suarez che morde Chiellini. Uruguay qualificata agli ottavi di finale da seconda del girone, l’Italia saluta i Mondiali al girone per la seconda volta consecutiva. Un altro Moreno nel destino degli azzurri, Marco Antonio Rodriguez Moreno, messicano, 40 anni. Premesso questo, il direttore di gara messicano non va usato come alibi.

    Chiellini e Suarez
    Chiellini e Suarez

    L’Italia è stata poco brillante, quasi mai pericolosa e atta più a difendere il pareggio che a cercare il vantaggio. Questa sconfitta è un fallimento, perchè dopo la vittoria contro l’Inghilterra, gli azzurri hanno giocato molto male le due gare successive. Traditi da un Balotelli molto nervoso, ammonito come troppo spesso gli capita e sostituito nell’intervallo per non lasciare la squadra in dieci uomini. Le scelte di Cesare Prandelli sono state troppo prudenti; la manovra degli azzurri è stata lenta, compassata e prevedibile.

    L’Italia tra la Costa Rica e l’Uruguay è riuscita a calciare verso la porta avversaria solamente tre volte; nessun giocatore è mai riuscito a saltare l’uomo e la qualità in palleggio dell’ottimo Verratti e di Pirlo, elegante ma un pò appannato, non è bastata.

    Se non si tira in porta le partite non si vincono. Prendere gol da calcio fermo fa male, e conferma i limiti difensivi di un reparto arretrato il quale ha subito tre reti nelle tre sfide del girone, tutti e tre evitabili.

    Lo 0-0 avrebbe portato l’Italia agli ottavi di finale, ma a gioire è stato l‘Uruguay. Brasile amarissimo rialzarsi sarà molto dura. Il C.T. dell’Italia Cesare Prandelli rassegna le dimissioni a fine match; insieme a lui se ne va anche il Presidente della F.I.G.C. Giancarlo Abete. Queste le parole dell’ormai ex C.t.: ” Al termine della partita ho parlato con il Presidente Federale e ho visto che il progetto tecnico è di mia responsabilità e rassegno le dimissioni. Abbiamo camuffato i problemi del calcio italiano, ma dopo il mio rinnovo del contratto ci siamo trovati di fronte a delle agressioni verbali e ci siamo sentite persone che rubavano i soldi ai contribuenti. E questo è un motivo per cui rassegno le dimissioni Non ho mai rubato soldi, vado a casa a testa alta. Pago le tasse, non volevo sentirmi dire che rubo i soldi”. 

    Amareggiato il capitano azzurro, Gigi Buffon, che a fine gara si leva un sassolino dalle scarpe contro coloro che alla vigilia di Brasile 2014 criticavano le scelte di Prandelli sui “vecchi” : “Sempre gli stessi a tirare la carretta. In campo bisogna fare, e non basta il potrebbe fare o magari il farà“, il riferimento chiaro era su Balotelli e a fargli eco, ma con parole ancora più esplicite è De Rossi: “Dobbiamo ricordarci bene tutto però e ripartire da uomini veri, non dalle figurine o dai personaggi. Questi non servono alla Nazionale. Le parole di Buffon? Le sottoscrivo in pieno e non perché mi ha messo tra quelli della vecchia guardia. Noi incarniamo lo spirito giusto e noi ci mettiamo sempre la faccia. Chi non ha la stessa passione e lo stesso impegno può restare a casa”

    L’unico guizzo azzurro arriva al 12′ punizione su di Pirlo, ma Muslera alza in calcio d’angolo. Al 59′ Rodriguez vicino al gol: Suarez gli concede un 1-2 e lui con il sinistro da ottima posizione calcia fuori. Al 60′ l’Italia rimane in dieci uomini per l’espulsione di Claudio Marchisio. Al 66′ ci prova Pirlo da fuori area palla alta sopra la traversa. All’81’ vantaggio dell’Uruguay con un colpo di testa di Godin su calcio d’angolo di Ramirez.

    ITALIA-URUGUAY (0-0) 0-1

    Italia (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Darmian, Verratti (75′ Thiago Motta), Pirlo, Marchisio, De Sciglio; Balotelli (46′ Parolo), Immobile (71′ Cassano)

    Uruguay (4-4-2): Muslera; Caceres, Gimenez, Godin, A. Pereira (63′ Stuani); Lodeiro (46′ Maxi Pereira), Gonzalez, Arevalo Rios, Rodriguez (78′ Ramirez) ; Cavani, Suarez

    AMMONITI: 23′ Balotelli, 47′ Rios, 77′ De Sciglio, Muslera

    ESPULSI: 60′ Marchisio

  • Brasile 2014, Italia così no!

    Brasile 2014, Italia così no!

    Di fronte a quanto si è visto nella seconda sfida della nostra Nazionale, che ci vedeva contrapposti alla Costa Rica, non si può che rimanere alquanto preoccupati ed un poco sorpresi. La seconda emozione l’avevamo provata dopo l’incontro con l’Inghilterra, ma in senso opposto, eravamo sorpresi positivamente. La preoccupazione nasce, invece, da una sensazione di impotenza di fronte ad un avversario, più fresco, più veloce e con una fame devastante nonostante proprio prima della spedizione per Brasil 2014 avevamo rimarcato come uno dei nostri punti di forza maggiori fosse proprio la duttilità tattica della rosa convocata da Prandelli.

    In effetti ci aspettavamo qualche ritocco rispetto al match contro i britannici, proprio in funzione delle caratteristiche più fisiche e meno tecniche dei nostri avversari centroamericani, ma non ci si poteva aspettare di certo un mix di insicurezza da parte del tecnico e di stanchezza fisica dopo una sola gara alle spalle.

    Prandelli ha giocato alcune carte prevedibili, attingendo dalla rosa a disposizione e considerando la Costa Rica, tuttavia è sembrata una Nazionale sempre troppo prudente rispetto ad un avversario che certamente meritava considerazione ma non doveva incutere timore. Morale, pallino del gioco in mano alla Costa Rica e dominio fisico dei centroamericani, anche a centrocampo, dove contro l’Inghilterra abbiamo vinto la partita.

    Se poi ci si poteva legittimamente aspettare dei cambi ad-hoc per rimettere in piedi l’inerzia della partita si è rimasti delusi. Balotelli troppo solo e anche quando viene imbeccato magistralmente da Pirlo riesce a dare un saggio di come si buttano via i palloni d’oro, non quelli di France Football, ma quelli che il campo ed i compagni riescono a darti per fare al meglio quello che sai fare da campione quando vuoi, ovvero il gol.

    Cesare Prandelli / Foto Twitter
    Cesare Prandelli / Foto Twitter

    Thiago Motta sembrava un faro spento in mezzo al mare, piantato lì che nemmeno ad intermittenza si accende, male anche Chiellini che pure da centrale si trova in difficoltà. E poi la nostra arma da utilizzare al meglio, la duttilità tattica dovuta alla possibilità di effettuare dei cambi che possono per caratteristica dare un cambio al modulo, all’intensità ed al volto della squadra. Le carte giocate sono state Cassano, irriconoscibile per la sua imprecisione e la sua impalpabilità, Cerci che è riuscito solo a saltare un paio di volte il suo diretto avversario e nulla più ed infine Insigne per continuare ad aggiungere imprevedibilità, se solo gli interpreti avessero fatto quello che ci si aspettava facessero.

    Insomma inutile negarlo, una disfatta di proporzioni enormi, ma che fa da contro altare alla bellissima prova fornita contro l’Inghilterra e che quindi non può e non deve aprire processi al momento soltanto deleteri e poco costruttivi. C’è ancora un Mondiale da giocare e da finire, quindi è solo il momento di rimboccarsi le maniche e sbagliare il meno possibile, perché poi è questo il segreto per vincere Brasile 2014.

    Prandelli deve comprendere i limiti dei suoi ragazzi e deve farlo in fretta, non si può permettere di lasciare intentate le strade meno ardite per la paura di perdere un equilibrio di squadra quando le cose si stanno mettendo male, deve avere il coraggio di affrontare gli avversari rimarcando la forza del gruppo e la sua capacità camaleontica, altrimenti non ha senso continuare a sventolare certe bandiere e certe capacità se poi non sappiamo come sfruttarle.

    In effetti la sensazione è stata questa, dopo un primo tempo così così e sotto di una rete ci si aspettava la sterzata che non è arrivata, anzi è arrivata l’involuzione definitiva con due tiri in porta nei primissimi minuti della ripresa e poi tanto possesso palla inutile frammentato dalla capacità dei nostri avversari di chiudere gli spazi e guadagnare tempo.

    Siamo passati da un 4-1-4-1 iniziale, con una sola punta a fare da sponda e dandogli due palle gol saltando il loro centrocampo e subendo una rete per poi passare ad un 4-4-1-1 per coprirci ancora di più ma cercando fantasia nei trequartisti ed abbiamo chiuso con un inedito 4-2-3-1 rischiando ancora in contropiede il gol che chiudeva definitivamente la partita nella ripresa e senza mai pungere l’avversario. Considerando il nostro livello nella classifica F.I.F.A. rispetto alla Costa Rica  e su come abbiamo gestito l’incontro c’è molto da riflettere.

    Adesso c’è l’Uruguay, cliente ostico e ci vorrà una partita da Italia vera per andare avanti in Brasile 2014 il tempo delle scommesse e delle incertezze deve essere lasciato alle spalle, si deve solo fare quello che sappiamo fare meglio giocare al nostro livello senza considerare chi abbiamo di fronte, perché come siamo abituati, nella prossima sfida siamo dentro o fuori, a noi le cose facili da girone dominato non piacciono e allora vedremo di pasta siamo fatti.

     

  • Mondiali 2014: sorride la Costa Rica, Italia da rivedere

    Mondiali 2014: sorride la Costa Rica, Italia da rivedere

    La Costa Rica conquista, con la vittoria di misura ai danni dell’Italia, i tre punti, il primato nel gruppo D ai Mondiali 2014 e il pass per gli ottavi di finale. All’Italia, per superare il turno, serve almeno un pareggio. La squadra di Prandelli delude, crea poco e subisce la tattica della Nazionale di Pinto.

    L’Italia perde meritatamente, giocando male; dopo l’ottimo esordio contro l’Inghilterra, capitola al cospetto della Costa Rica e complica la sua avventura al Mondiale brasiliano. E quello che più preoccupa è la prestazione degli azzurri: lenti, apatici, poco pericolosi, capaci di tirare in porta solo quattro volte in 90 minuti. La nazionale ha fallito sotto tutti i punti di vista: fisico, tattico, tecnico, mentale, come atteggiamento. I cambi Cassano, Cerci e Insigne non hanno provocato l’effetto sperato: tutti ampiamente sotto i loro standard abituali. La formazione iniziale schierata da Cesare Prandelli non ha convinto, con un Thiago Motta impresentabile e un Abate timidissimo sulla destra.

    La Costa Rica non ha rubato nulla, si è giocata onestamente la partita ed ha vinto, trovando un’insperata qualificazione agli ottavi di finale. Un’impresa vera che nessuno alla vigilia della competizione pronosticava.

    Ma nell’ultima partita contro l’Uruguay basterà un pareggio per centrare gli ottavi: la squadra di Pinto è qualificata e quasi certa del primo posto, Inghilterra eliminata.

    Oggi non è una consolazione, ma contro l’Uruguay un pareggio sarà sufficiente agli azzurri per andare agli ottavi di finale. Conta, infatti, la differenza reti in caso di arrivo a 4 punti: i sudamericani hanno perso con due gol di scarto contro la Costa Rica, l’Italia con uno.

    L'esultanza dei calciatori della Costa Rica
    L’esultanza dei calciatori della Costa Rica

    L’Italia parte malissimo. Irretita, lenta, prevedibile, intimorita. Il 4-1-4-1 del primo tempo non funziona. Troppo legati alle invenzioni del sempre geniale Pirlo, gli azzurri faticano a creare e soffrono il pressing asfissiante dei centroamericani. L’Italia le avrebbe le occasioni per andare in vantaggio ma, in entrambi i casi, Mario Balotelli, non riesce a battere  Keylor Navas. Prima sbaglia il pallonetto a tu per tu con il portiere, poi calcia bene, ma viene stoppato dal numero 1 della Costa Rica. Al 44′ l’Italia viene graziata, dall’arbitro, che non fischia un rigore netto per fallo di Chiellini su Campbell lanciato a rete. Un minuto dopo il Costa Rica passa: cross da sinistra di Diaz, Chiellini perde ancora la marcatura di Ruiz che di testa mette alle spalle di Buffon grazie anche all’aiutino della traversa.

     

    Nella ripresa la Costa Rica difende ordinata, mette ripetutamente in fuorigioco gli azzurri, è attenta su ogni azione e si conferma pronta a colpire in contropiede. Prandelli inserisce subito Cassano, poi Insigne e Cerci. Ma, incredibile, a fare possesso è la Costa Rica e l’Italia non riesce a creare una sola palla gol. Passaggi sbagliati, condizione fisica approssimativa, confusione. La freschezza manca e la Costa Rica, senza nemmeno faticare troppo, porta a casa i tre punti che le permettono di fare la storia. Per l’Italia c’è ancora speranza, ma serve un’altra Italia.

    ITALIA-COSTA RICA (0-1) 0-1 (44° Ruiz)

    ITALIA (4-1-4-1): Buffon, Abate, Barzagli, Chiellini, Darmian; De Rossi; Candreva (57′ Insigne), Pirlo, Thiago Motta (46′ Cassano), Marchisio (69′ Cerci); Balotelli

    COSTA RICA (5-4-1): Navas; Gamboa, Acosta, Gonzales G., Umana, Diaz; Ruiz (81′ Brenes), Borges, Tejeda (67′ Cubero), Bolanos; Campbell (74′ Urena)

    ARBITRO: Osees (Cile)

    AMMONITI: Balotelli; Cubero