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  • Esclusiva, intervista ad Alfredo Pedullà “punto su Zarate”

    Esclusiva, intervista ad Alfredo Pedullà “punto su Zarate”

    Il nostro ciclo di interviste ci porta quest’oggi a contatto con uno dei più grandi conoscitori del mercato. Noi, pur essendo una piccola e giovane redazione, non nascondiamo di ispirarci al suo modo di intendere il calcio, per chiarezza nell’informazione ma anche e sopratutto nella cordialità nell’interagire con i lettori. Grazie all’impagabile aiuto della “nostra” Costanza Secreti Il Pallonaro si fregia dell’intervista ad Alfredo Pedullà.

    Il calciomercato è finito da poco, quale reputa il miglior colpo? E quale squadra ne esce maggiormente rinforzata?
    In serie A il miglior colpo in prospettiva è quello di Zarate che aveva bisogno di uscire da quell’ambiente in cui non stava bene e quindi penso che possa rilanciarsi. Esce rinforzato il Milan grazie ad una serie di operazioni intelligenti, e naturalmente anche con l’arrivo di Aquilani. Buono il mercato anche di Lazio e Napoli, quest’ultima con l’arrivo di Pandev che sono certo possa riconfermare quanto di buono ha fatto l’anno scorso. Per quanto rigurda la fascia media della classifica penso abbia fatto molto bene anche il Cesena. Un buon mercato anche per la Juventus ma a mio avviso incompiuto.

    Doveva essere il calciomercato dei brasiliani come Lucas, Ganso, fino a Kakà…E’ solo rimandato?
    Non può essere il calciomercato dei brasiliani perchè le società italiane non hanno la disponibilità economica per fare grandi colpi come Lucas e non ci sono le condizioni per riportare a casa Kakà. Possiamo dire che è rimandato a patto che le società italiane abbiano maggiore disponibilità economiche, altrimenti sarà rimandato a data da destinarsi.

    Il calciomercato italiano vive un momento particolare, non sarebbe meglio per le società esser chiari con i tifosi e lanciare progetti di rilancio sulla falsa della Bundesliga?
    Per rimettersi a posto ed essere competitive il calcio italiano deve innanzitutto avere gli stadi di proprietà, la legge sugli stadi contrariamente alla Germania è stata dimenticata nel cassetto da diverso tempo. La Juve è stata l’unica società a prendere questa iniziativa privata, la strada è ancora lunga e se la situazione non si dovesse sbloccare con un progetto operativo avremo molti problemi per recuperare il terreno perduto, infatti noi ogni anno perdiamo posti in classifica nel piazzamento generale Uefa. La Bundesliga è un esempio, ma devono cambiare le teste a livello italiano, quelle teste che ti portano a fare 10 anni dopo quello che avresti dovuto fare 10 anni prima.

    Si va verso l’accordo ponte. Lo sciopero ha fatto comodo alle società?
    Si si perche le società hanno scaricato le responsabilità sui calciatori, ma in realtà avevano bisogno di prendere qualche giorno di tempo per completare gli organici e non a caso il mercato è finito il 31 agosto. C’era difficoltà da parte delle società a colmare le lacune presenti negli organici e quindi…. fa parte della mentalità tipicamente italiana. Non si puo fare uno sciopero simile scaricando la colpa sui calciatori. Casualmente o non tanto casualmente la seconda giornata di campionato si gioca regolarmente, guarda caso l’accordo è stato trovato e guarda caso proprio dopo la fine del mercato. In questa storia non è mia intenzione capire chi ne sia uscito meglio o peggio, di chi sia la colpa o il merito; penso che abbiamo perso tutti e che questo sciopero non doveva avere motivo di esistere.

    Come valuta l’assenza di Gasperini al forum degli allenatori?

    La valuto in modo sereno, penso che Gasperini in quel momento avesse altro per la testa. Spero che il neo tecnico nerazzurro possa dimostrare di essere un bravo allenatore come ha fatto all’inizio della sua carriera e come ha confermato gli ultimi 5 anni a Genova ottenendo risultati importanti. Non conosco ovviamente le precise motivazioni perchè gli inviti non li ho fatti io ..(ride) ma ripeto sicuramente aveva altro da pensare come ad esempio la cessione di Etò. Ricordiamo che gli ultimi colpi di mercato l ‘Inter li ha fatti proprio gli ultimi giorni prendendo Zarate e Forlan.

    Chi tra i giovani secondo lei farà una stagione da protagonista?
    Partiamo dal presupposto che le società di serie A non hanno puntanto poi cosi tanto sui giovani, lo stesso Zarate ha 24 anni, quindi faccio un po fatica. C’è qualche straniero che mi intriga particolarmente sopratutto tra le fila del Chievo che di anno in anno prende gente competitiva. Io penso comunque che forse possa essere l’anno di Ramirez del Bologna. Mi aspetto molto anche da Bojan e da Lamela che puo consacrarsi, anche se ad esser sincero penso siano un po eccessivi i 20 milioni spesi.

    Dei nuovi acquisti destano curiosità i giovani come Torje e Ibarbo, che ne pensa?
    Si, si giovani interessanti da tenere sott’occhio. Ibarbo del Cagliari in particolare è un buon giocatore, può esplodere ma bisogna dargli tempo. Te lo promuovo ma non si pensi che possa essere protagonista fra 2 o 3 mesi. Diciamo che ci si puo puntare ma senza la fretta di colui che deve portare risultati nell’immediato.

    La maggior parte della redazione è calabrese, lei da tifoso amaranto che ne pensa della Reggina di Breda?

    Penso sia una squadra interessante forse non completa pero; se avesse avuto un’intelaiatura diversa avrebbe potuto giocarsi la possibilità della promozione diretta, ma spesso bisogna fare i conti con i bilanci e non sempre puoi fare ciò che vuoi fare. Sopratutto davanti con il rientro di Ragusa, la conferma di Bonazzoli, Campagnacci e Ceravolo può sicuramente puntare ai playoff. Può far bene fino a dicembre sicuramente ma poi dovrà fare degli acquisti correttivi a gennaio quando si riaprirà il mercato.

    Perchè in Calabria si ha difficoltà a seguire il modello Lillo Foti per far calcio in altre piazze blasonate?
    Anche se mi dispiace tantissimo dirlo, penso che purtroppo non ci siano dirigenti all’altezza. Esempio il Catanzaro, anche se ora riparte negli ultimi 10 anni ha avuto un sacco di problemi. Cosi come il Cosenza, purtroppo la gestione delle società spesso è molto superficiale. Apprezzo molto la filosofia del Crotone e il pensiero dei fratelli Vrenna. Sicuramente le teste importanti ci sono, quello che è difficile è passare dalla teoria alla pratica. Ma posso sicuramente dire che… con l’improvvisazione non si fa calcio!

  • Intervista a Pierluigi Gollini “Manchester una scelta di vita”

    Intervista a Pierluigi Gollini “Manchester una scelta di vita”

    Facendo due chiacchere con Pierluigi Gollini si ha subito la sensazione di aver di fronte un ragazzo ambizioso ma con la testa sulle spalle. Gollini, divenuto “famoso” la scorsa settimana per l’ufficializzazione del suo passaggio dalla Fiorentina al Manchester United, passaggio che scatenò la protesta di Pantaleo Corvino conscio forse di aver perso un portiere dal sicuro avvenire. Il fascino del Manchester United, la possibilità di ricevere i preziosi consigli di Ferguson, respirare il clima dell’Old Trafford ma anche più semplicemente la voglia di cimentarsi in qualcosa di veramente grande che ti aiuta a formarti e crescere hanno convinto “il Gollo”, come lo chiamano amici e compagni, a volare Oltremanica. Di seguito vi proponiamo l’intervista che ci ha concesso con grande disponibilità, noi non possiamo che ringraziarlo e augurargli le migliori fortune.

    Ciao Pierluigi, grazie della tua disponibilità. A soli 16 anni che impressione ti fa vedere il tuo nome nelle prime pagine della maggiori testate? Beh vedere il proprio nome sui giornali è molto bello ed emozionante….ma sono consapevole che sono altre le cose che contano!

    Dalla Spal al Manchester passando per la Fiorentina. Due anni straordinari? Si, alla Spal ho fatto 4 anni fantastici che mi porterò sempre nel cuore, il primo anno ho giocato fuori e verso il termine della stagione sono diventato portiere e ho trovato sulla mia strada persone che per fortuna mi hanno dato l’opportunità di esprimermi al meglio come Bruno Rossatti allenatore dei portieri della spal e Franco Fabbri direttore del settore giovanile spallino. Alla Fiorentina è stato un anno fondamentale per tanti motivi…sopprattutto calcistici. Ovviamente grazie a tutti gli allenatori e preparatori , in particolare al mister Emiliano Betti (preparatore dei portieri) con il quale ho fatto grandi miglioramenti sotto l aspetto tecnico e caratteriale, inoltre quest anno lontano da casa è stato molto utile per me e x la mia crescita personale. Ho avuto dei momenti duri e difficili e sono riuscito a superarli anche grazie alle persone che avevo intorno. Quindi io alla fiorentina devo solo un ringraziamento per quello che mi hanno trasmesso.

    Pierlugi Gollini/Il Pallonaro
    Al Manchester sarai uno dei “tanti” campioni, ma a quanto scrivono di te oltre al talento hai carattere da vendere? Intanto io non sono ancora un campione e ho ancora tantissima strada da fare. Per quanto riguarda le mie caratteristiche gli addetti ai lavori dicono che ho nelle mie doti migliori la personalità, ma lo lascio dire agli altri.

    Il portiere dicono sia un uomo solo. Cosa ti ha spinto a provare in questo ruolo?
    La passione del portiere è in me da quando sono piccolo ,grazie al nostro amico di famiglia Mirco che da quando avevo 2 anni mi tirava le palle di carta sulla porta di casa….Però alla scuola calcio del mio paese mi facevano sempre giocare fuori perchè me la cavavo piuttosto bene anche li, tanto da arrivare alla spal cm difensore…ma anche in quel periodo la mia passione per il portere continuava e con gli amici giocavo sempre tra i pali. Successivamente alla spal verso il termine dell anno chiedevo di provare da portiere ma loro non volevano….insistendo hanno ceduto e mi hanno dato l opportunità .

    Qual è il tuo punto di forza e in cosa deve migliorare maggiormente Gollini?
    Beh i miei punti di forza a mio parere sono le uscite e la parata tu per tu, da migliorare ho ancora molto perchè comunque faccio il portiere da soli 4 anni e poi devo imparare ad ascoltare di più! Lo scorso anno erano interessati a te anche Milan, Juve e Inter, perchè la Fiorentina? Inizialmente la scelta era ricaduta sull’Inter, poi il direttore Corvino è riuscito a chiudere con la spal. Tutti mi hanno sempre parlato bene del settore giovanile viola c’era un progetto importante e insieme alla mia famiglia e alla spal abbiamo fatto questa scelta.

    I portieri stranieri sembrano avessero preso il sopravvento, ma da Viviano fino ai giovanissimi Bardi, Micai, Costantino e seppur più giovane Gollini. Il dopo Buffon è in buone mani?
    Degli altri non parlo peerchè non mi piace e non sta a me giudicare… Per quanto riguarda me, Buffon è sempre stato il mio idolo e mi ha fatto appassionare maggiormente a questo ruolo con le sue parate. Farò del mio meglio x arrivare ai massimi livelli!!!

    Ti sei ripreso dall’infortunio? Quando andrai a Manchester? Cosa ti mancherà di più della nostra terra? Ancora no. Ho il gesso che toglierò a fine mese, per poi partire i primi di agosto per la riabilitazione a Manchester. Del mio paese mi mancherà tutto la mia città Ferrara il mio paese Poggio Renatico la famiglia gli amici e mi mancherà molto il cibo…m i porterò comunque queste cose nel cuore perchè sono molto legato alle mie origini.

    La scheda
    Nome: Pierluigi
    Cognome: Gollini
    Anno di Nascita: 18/03/1995
    Ruolo: Portiere
    Squadra: Manchester United
    Punti di forza: le uscite e le parate a tu per tu
    Idolo: Gigi Buffon

  • Verratti e Viola intervista doppia de Il Pallonaro

    Verratti e Viola intervista doppia de Il Pallonaro

    Abbiamo avuto modo grazie al lavoro di nostri due collaboratori (Luciano Rapa e Ippolito Gioia) di intervistare due tra i giovani più interessanti dell’ultimo campionato cadetto: Marco Verratti (5/11/1992) centrocampista e pezzo pregiato dell’organico del Pescara e Nicolas Viola (12/10/1989), il Pirlo dello Stretto, playmaker della Reggina.

    Il sondaggio di Sky sui migliori giovani della B li ha messi di fronte nelle semifinali e a vincere in quella occasione fu il calabrese che poi si aggiudicò anche la finalissima sul faraone El Shaarawy, giocatore del momento.

    Ciao Marco, ciao Nicolas, vi proponiamo oggi una intervista doppia. Tra i finalisti nel sondaggio Sky “come miglior giovani della B”, per entrambi il futuro sembra da protagonista. Ai mondiali in Russia sarete voi a guidare il centrocampo azzurro?

    Marco: Magari!!! Sarebbe un vero sogno, ma dobbiamo entrambi ancora lavorare
    molto e crescere.

    Nicolas: Grazie mille per le belle parole, mi auguro siano auspicio di anni sempre migliori, sarebbe per me il coronamento di un sogno arrivare in nazionale, per adesso penso solo a fare bene a Reggio Calabria.

    Che ne pensi dell’altro?

    M: E’ un giocatore fortissimo, ha fatto davvero bene in questa stagione.
    Ha un grande talento davvero

    N: sicuramente poter giocare insieme a Verratti sarebbe bello perchè lo reputo un giocatore molto interessante

    Come valuti la tua stagione?

    M: Positiva di sicuro. Una volta superati alcuni infortuni fastidiosi ho trovato continuità di impiego e rendimento, ma posso e devo fare ancora di più

    N: senza dubbio la mia stagione è stata positiva, bene la prima parte di campionato, per quanto riguarda il ritorno un calo iniziale per poi finire in crescendo

    Quale pensi sia la tua collocazione naturale?

    M: Quello di centrocampista puro è un ruolo che mi piace molto, già negli Allievi con mister Di Battista giocavo così. Ho modo di toccare molti palloni ed essere nel vivo del gioco, mentre da trequartista, che comunque è un ruolo che mi piace, si può essere più decisivi ma si fatica a trovare la posizione giusta durante la partita. Devo migliorare ancora molto sotto vari aspetti, nell’attaccare la porta ad esempio

    N: sono nato trequartista per poi finire quest’anno davanti alla difesa, penso che quest’ultimo sia il ruolo dove posso esprimere al meglio le mie qualita

    Quale tecnico ha inciso di più sulla tua maturazione?


    M:
    A molti allenatori sono grato, nonostante la mia giovane età: da Repetto che mi ha scoperto a Galderisi che mi ha lanciato in prima squadra. Comunque penso che quello che ha inciso di più è mister Di Francesco: mi sta aiutando a crescere specialmente sul piano tattico

    N: Ho avuto tecnici molto importanti partendo da Pillon che mi fece esordire a soli 18 anni in serie A, il successivo Novellino mi ha fatto crescere dandomi tanta fiducia, infine con Atzori è stato il primo anno in cui mi sono veramente messo in gioco, ricevendo alternativamente fiducia e qualche strigliata; è stato stimolante ed ho raggiunto la maturazione sperata

    Si parla di club importanti interessati a voi (Roma e Napoli per Verratti, Udinese, Fiorentina e Napoli per Nicolas). Meglio una big o un ambiente tranquillo per giocare e migliorarti?

    M: L’interesse di club importanti fa piacere ovviamente, ma credo che un altro anno qua a Pescara non possa farmi che bene. Vorrei rimanere almeno un altro anno qua dove ho la fiducia di tutto l’ambiente e posso crescere. Poi se c’è un progetto molto importante legato a me e le società trovano l’accordo bisognerà ragionarci su

    N: Per quanto riguarda il mercato non so ancora nulla, quando sarà necessario ne discuterò con la società e decideremo insieme.

    Vi ringraziamo della disponibilità e come augurio speriamo di reintervistarvi da Campioni del Mondo.

    Primo gol di Verratti in serie B
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    Primo gol di Viola in serie B

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  • Verso Inter-Palermo, Iaconi ci racconta i segreti di Pinilla e Ranocchia

    Verso Inter-Palermo, Iaconi ci racconta i segreti di Pinilla e Ranocchia

    Non solo Eto’o e Pastore, Miccoli e Pazzini: la Finale di Coppa Italia 2010/11 tra Inter e Palermo, ultimo trofeo assegnato in Italia per la stagione agonistica in corso, ha altri protagonisti che possono risultare decisivi. Sfida nella sfida è quella tra Mauricio Pinilla, attaccante cileno dei rosanero, ed Andrea Ranocchia, difensore centrale dei nerazzurri e della Nazionale italiana di Cesare Prandelli. Gli addetti ai lavori sostengono che da chi vincerà questa sfida potrebbe dipendere l’esito finale del match.

    L’attaccante giramondo contro il difensore del prossimo decennio, il temperamento sudamericano e la voglia di gol versus l’ultimo prodotto d’elite della scuola calcistica difensiva nostrana: il Vieri cileno contro la Ranocchia diventata Principe, insomma. Andrea Iaconi, ex D.S. tra le altre di Pescara, Grosseto ed Arezzo ed accostato di recente al Bologna e ad altri club della massima serie, è colui che li ha scoperti, lanciati e poi ceduti a squadre di blasone con autentici capolavori di calciomercato proprio quando i due virgulti militavano nelle due squadre toscane (Pinilla a Grosseto e Ranocchia ad Arezzo).

    “E’ una bella soddisfazione nel mio piccolo per me, senza dimenticare che sulla panchina del Palermo c’è Delio Rossi che proprio io portai a Pescara” dichiara a IlPallonaro.com. Il suo capolavoro di mercato, tra i tanti che può annoverare nel suo prestigioso curriculum, è probabilmente proprio Pinilla, rilanciato dopo anni difficili e venduto a peso d’oro a Zamparini (soldi comunque ottimamente spesi a giudicare dai numeri e dalle prestazioni): “Pinilla mi fu suggerito dal procuratore perugino Dozzini che mi segnalò il ragazzo e mi raccontò le sue esperienze passate. Aveva girovagato per l’Italia e decisi di aggregarlo in prova nel ritiro del mio Grosseto. Dopo appena due giorni lo tesserammo, tanto ci aveva impressionato. Il campionato che disputò è storia nota”.

    Un torneo a dir poco straordinario condito, nonostante un infortunio che lo tenne fermo a lungo, da 24 reti in 24 partite disputate e dal titolo di vicecapocannoniere del torneo cadetto dietro Eder. “C’erano 5 o 6 squadre che lo volevano e che offrivano più o meno la stessa cifra, fu Pinilla a scegliere Palermo. Pensare che avevo quasi chiuso con il Milan ma ancora oggi non ho capito perché i rossoneri all’ultimo si tirarono indietro. Secondo me, se sta bene fisicamente e può avere continuità di impiego, Pinilla è tra le prime 4 punte attualmente in Italia”. L’altra scoperta di Iaconi è Andrea Ranocchia ma la sua storia è diversa: “Ranocchia era già nella rosa dell’Arezzo quando arrivai ed era giovanissimo ma già si vedevano le sue potenzialità.

    Ad Arezzo c’erano seri problemi societari tanto che mi ritrovai solo a gestire tutto. Ricordo che la trattativa con il Genoa fu molto complessa, non erano poi tanto convinti di prendere il ragazzo al punto che una volta decisi lo girarono al Bari. Il ragazzo con Ventura fece una stagione straordinaria e l’approdo all’Inter ed in Nazionale è stato una naturale conseguenza di quanto fatto”. Che inizino le danze per l’assegnazione della coccarda tricolore: Pinilla e Ranocchia, tra i tanti fuoriclasse presenti, sono pronti a dare il loro contributo.

  • Pastore: “Resto a Palermo solo con Delio Rossi”

    Pastore: “Resto a Palermo solo con Delio Rossi”

    Reazioni opposte nel dopo partita di Palermo – Napoli, soprattutto fra i due allenatori Walter Mazzarri e Delio Rossi. Il primo vuole comunque colmare la delusione per la sconfitta – la seconda consecutiva – che sancisce lo stop definitivo nella volata scudetto. Mazzarri, però, precisa che: “Aver visto un Palermo così forte in casa e avere in classifica quindici punti in più dei rosanero dimostra la grande annata che sta facendo il Napoli. La sconfitta, dunque, ci può stare, abbiamo fatto comunque un’ annata straordinaria, non molliamo fino alla fine, spero che i tifosi ci stiano vicini anche domenica prossima al San Paolo contro il Genoa. Il problema di queste ultime partite è che la squadra non è abituata a stare così in alto, siamo giovani ed alcuni giocatori non hanno gestito la tensione al meglio, ma resta comunque l’annata eccezionale”.

    Delio Rossi, invece, pur soddifatto dalla vittoria non abbandona la vis polemica che gli è costata l’espulsione per proteste nei confronti del quarto uomo Banti, dopo la mancata espulsione (per secondo giallo) del napoletano Pazienza: ” Gli allenatori furbi finiscono le partite, io però non sono furbo. Mi sono innervosito perchè proviamo la gara in un certo modo e quando un giocatore non lo fa mi arrabbio. Sono stato espulso per andare a dire una cosa a Pastore. Non insulto mai a nessuno, mai contro un arbitro o un quarto uomo, ma nell’ambito della stessa gara ci vuole uniformità di giudizio”.

    Sulla situazione complessiva del suo rapporto con la squadra, invece, Delio Rossi spende parole di grande soddisfazione, dimostrando attaccamento alla squadra: “Qui, comunque vada, c’è un grande feeling con l’ambiente, sono felice di esser ritornato, e la squadra è comunque in linea con gli obiettivi stagionali, anche se i bilanci si fanno sempre a bocce ferme”.

    Il Palermo, comunque vada la corsa all’Europa League, ( dopo la vittoria di oggi può mettere pressione alla Juventus per il settimo posto e può comunque sperare nell’accesso tramite la Coppa Italia, dovendo disputare la semifinale di ritorno con il Milan, forte del 2 a 2 dell’andata a San Siro) può vantarsi comunque di avere avuto un ruolo determinante per le sorti del campionato. Infatti, lo aveva riaperto battendo il Milan, con in panchina Serse Cosmi, e lo ha chiuso definitivamente oggi battendo il Napoli al Barbera. La squadra rosanero, dunque, è stata l’ago della bilancia del campionato.

    Pastore, a fine gara, è soddisfatto della gara della squadra, per la vittoria e per aver riconquistato gli applausi del Barbera: “Abbiamo riconquistato il pubblico giocando bene e dimostrando di voler vincere sempre. Ho abbracciato Hernandez dopo il suo errore in area, era stanco ma ha fatto una buona gara”. Clamorosa dichiarazione, poi, per il suo futuro: ” Resto a Palermo, ma a patto che resti qui anche Delio Rossi. Lui mi ha dato tanto, se rimanesse potremmo preparare una buona annata per la prossima stagione”.

    Una dichiarazione importante, che mette pressione al presidente Maurizio Zamparini, legatissimo al trequartista argentino, nell’impostare la prossima stagione con Delio Rossi in panchina. Il tecnico, dal canto suo, invece dichiara di “non aver avuto tempo per guardarsi intorno prima di essere richiamato a Palermo”.

  • Mourinho non si sente umiliato: “Sconfitta facile da digerire”

    Mourinho non si sente umiliato: “Sconfitta facile da digerire”

    In cuor suo sa che questa è una tremenda batosta perchè subire una sconfitta del genere non può non lasciarti indifferente, ma Mourinho dopo la debacle del Camp Nou che ha visto il suo Real Madrid travolto da un Barcellona stellare per 5-0 non lascia trasparire nessuna emozione e minimizza mostrandosi tranquillo davanti ai microfoni:

    • Un’umiliazione? Assolutamente no. È la mia peggior sconfitta, quello sì, perchè non avevo mai perso 5-0. Ma questa è una sconfitta che è molto facile da digerire, è una sconfitta come tante altre: non ha ulteriori conseguenze. Ovviamente è triste, ma non ti lascia l’amaro in bocca. È una partita facile da commentare: una squadra ha giocato al massimo, l’altra molto male. È una vittoria molto meritata e una sconfitta molto meritata. Ma sono sicuro che il campionato sarà equilibrato fino alla fine: siamo a due punti dalla testa“.

    Così il tecnico lusitano cerca di farsi scudo tra le domande dei giornalisti che lo incalzano ma nessuno alla fine riuscirà a scucirgli un accenno di disfatta dalla bocca.

    Di umore comprensibilmente diverso il grande vincitore del Clasico, Pep Guardiola, che ha guidato la sua squadra verso uno dei più grandi successi della storia per la rivalità tra Barcellona e Real Madrid:

    • Dedico questo successo a Reixach e Cruyff che sono quelli che ci hanno mostrato la via. Questa è la vittoria di tutti coloro che in 15 anni hanno creduto a questo modo di giocare a calcio. In nessuna parte del mondo c’è una società che vince così tanto puntando sui ragazzi della terra da cui proviene. E’ vero che si tratta solo di una partita e che sono solo tre punti in più in classifica, ma vincere in questo modo è qualcosa che ci porteremo dietro per parecchio tempo“.
  • Alonso affranto, Montezemolo lo difende: “Strategia sbagliata”

    Alonso affranto, Montezemolo lo difende: “Strategia sbagliata”

    E’ un Alonso comprensibilmente rammaricato quello che si presenta in conferenza stampa al termine dell’ultimo Gran Premio della stagione che ha consegnato la corona iridata a Vettel. Lo spagnolo, presentatosi ad Abu Dhabi da leader della classifica, è stato vittima di una strategia Ferrari sbagliata che gli ha tolto la possibilità di quello che sarebbe stato il suo terzo titolo mondiale, il primo all’esordio con la scuderia di Maranello. Una batosta per il pilota asturiano che commenta così la debacle odierna:

    • Così sono le gare e lo sport in generale, facciamo di tutto per fare bene e vincere, alcune volte ci riesce altre volte no. Speriamo di fare bene l’anno prossimo ma i complimenti vanno a chi ha vinto. Abbiamo copiato la strategia di Webber e invece dovevamo imitare quella di Button, non dovevamo difenderci, abbiamo pensato a difendere una posizione lasciandone scoperta un’altra.
      Non abbiamo perso il Mondiale qui, il campionato è lungo, ha diciannove gare. Ci sono stati gran premi in cui abbiamo perso punti ma anche gran premi in cui siamo stati fortunati come in quello della Sud Corea. Quando mi sono accorto di aver perso il Mondiale? L’ho capito all’ultimo giro quando sullo schermo gigante ho visto Vettel che tagliava il traguardo. Pensavo fino all’ultimo che potesse succedere qualche cosa
      “.

    Alonso poi lancia una frecciatina, dettata anche dalla frustrazione del momento particolare, a Petrov colui che ha ostacolato, in maniera del tutto regolare, la rimonta dello spagnolo:

    • Abbiamo visto in lui un’aggressività mai vista prima in tutto il campionato. In ogni caso la Renault aveva un’ottima velocità di punta ed era praticamente impossibile superare Petrov. Ho provato a superarlo ma non potevo rischiare la collisione“.

    Amareggiato anche il presidente della Ferrari Luca Montezemolo, giunto ad Abu Dhabi nella giornata di ieri e che è voluto stare vicino al team al fianco dei suoi uomini nella speranza di un risultato positivo, che scagiona completamente Alonso e che trova la forza di elogiare il grande lavoro svolto da team fino all’ultimo e di guardare avanti al futuro con fiducia:

    • Dire che siamo giù di morale è poco. Oggi era una gara in cui bastava tenere la posizione o arrivare al quarto posto. Purtroppo è andata così e credo che Vettel durante la stagione abbia avuto la macchina migliore: noi oggi gli abbiamo dato una mano, non tutto ha funzionato, ma nessuno pensava mesi fa di poter partire prima dell’ultimo GP in testa. Alonso è stato grandissimo, se non ha vinto il titolo oggi non è certo per colpa sua: avrà modo di riscattarsi già a partire dalla prossima stagione“.

    Fa mea culpa il direttore della gestione sportiva del team Ferrari Stefano Domenicali, messo sotto accusa da molti e ritenuto il responsabile della disfatta rossa nel deserto degli Emirati Arabi:

    • E’ andata male, non possiamo essere contenti. C’è sicuramente delusione, complimenti a chi ha vinto, le analisi le faremo con calma. Sappiamo dove abbiamo sbagliato. Pensavamo che con le morbide il degrado era più forte e abbiamo marcato Webber per questo. La safety car all’inizio, poi, ha messo in mezzo altre squadre che hanno complicato la rimonta. Dobbiamo tenere alta la testa perché la squadra ha fatto un grandissimo lavoro, lavoriamo per il prossimo anno“.
  • Genoa – Inter, pagelle e interviste

    Genoa – Inter, pagelle e interviste

    Muntari: 6,5 Il nigeriano vive una serata di grazia, complice Eduardo segna il gol partita ma anche a centrocampo è stranamente dinamico e preciso.

    Ranocchia: 7 Eto’o in giornata no lo aiuta tanto ma il ragazzo è pronto per la Nazionale maggiore.

    Kaladze: 6,5 Il gerogiano vive una notte da star memore dei derby del passato

    Sneijder: 6 L’olandese avrebbe di che festeggiare (contratto, pallone d’oro) ma è ancora lontano dai suoi livelli, quando si illumina però son dolori per gli avversari.
    IL TABELLINO
    GENOA-INTER 0-1
    Genoa (4-5-1):
    Eduardo 4; Dainelli 6, Ranocchia 7, Kaladze 6,5, Chico 5,5 (13′ st Destro 6,5); Milanetto 5,5, Rafinha 7, Criscito 6,5, Rossi 5,5 (35′ st Boakye sv), Mesto 5 (13′ st Zuculini 5,5); Toni 6,5.
    A disp.: Scarpi, Moretti, Tomovic, Modesto. All.: Gasperini
    Inter (4-2-3-1): Julio Cesar 6 (25′ st Castellazzi 6); Maicon 5,5, Lucio 6, Samuel 6,5, Santon 5,5; Zanetti 6, Cambiasso 6 (19′ Muntari 6,5); Biabiany 5 (39′ st Cordoba sv), Sneijder 6, Coutinho 4,5; Eto’o 5,5.
    A disp.: Materazzi, Obi, Milito, Pandev. All.: Benitez
    Arbitro: Banti
    Marcatori: 47′ Muntari (I)
    Ammoniti: Santon (I), Muntari (I), Milanetto (G), Boakye (G)
    Espulsi:

    Benitez: “Sono contento per il carattere della squadra, l’intensità e il risultato. Non sono contento perchè abbiamo perso troppi palloni e tenuto poco possesso palla. la squadra può migliorare ancora del 30%, però siamo determinati e vincenti. Con i giocatori di qualità è difficile fare la fase difensiva, ma sono certo che miglioreremo durante l’anno”.

    Preziosi: “Sono disgustato, lo spettacolo degli ultimi quindici minuti è stato inverosimile vedere una squadra che punta a vincere lo scudetto comportarsi come una provinciale è disgustoso. Non dovrebbero ricorrere a certi espedienti”

    Gasperini: “Il primo tempo è stato buono potevamo andare in vantaggio e invece abbiamo preso gol nei minuti di recupero. Avevamo preparato bene la gara, dovevamo allungare la squadra e ripartire anche con i difensori. Abbiamo perso qualche pallone di troppo, però la squadra ha giocato con ordine in difesa ed è riuscita a ripartire con velocità. Nel finale abbiamo giocato con maggiore fisicità, potevamo almeno portare a casa un pareggio. Dispiace perdere questi punti, ma lo spirito di squadra è stato ottimo”

  • Moto GP, Malesia: le interviste. Lorenzo: “Ho imparato molto da Rossi”

    Moto GP, Malesia: le interviste. Lorenzo: “Ho imparato molto da Rossi”

    Chi l’avrebbe mai detto che Lorenzo spendesse belle parole per il rivale numero uno, il “nemico” per eccellenza Valentino Rossi. Eppure lo spagnolo neo campione del mondo, che esplode in tutta la sua gioia dopo aver conquistato il titolo di campione del mondo, ringrazia a modo suo il Dottore:

    • Mi considero una persona fortunata, ho vinto due Mondiali in 250 e per me era il massimo quattro anni fa. Ma ora sono campione in MotoGp, che è il massimo per un pilota di moto. Voglio ringraziare tutti, la mia squadra, la mia famiglia e tutta la gente che ha spinto perché oggi fossi campione del mondo di MotoGp. Ho imparato tantissimo da un pilota come Valentino. Non siamo amici e ultimamente abbiamo avuto qualche screzio ma non posso dire che non è un grande campione, direi una bugia. Penso di aver fatto una bella gara dall’inizio fino a metà, poi ho pensato che era meglio finire la gara e ho attivato il pilota automatico“.

    Nonostante abbia dovuto cedere lo scettro a Lorenzo, Rossi è entusiasta del risultato ottenuto. La vittoria gli mancava dal primo GP della stagione dispuatato in Qatar esattamente 6 mesi fa, poi il periodo difficile causato dalla caduta al Mugello dove si procurò la frattura scomposta ed esposta della tibia. Oggi la rinascita con, manco farlo apposta, la vittoria numero 46 (come il suo numero) in sella alla Yamaha:

    • Quando ho visto che avevo 45 vittorie con la Yamaha. mi son detto devono essere 46. È stato difficile, ho fatto grande fatica ma ringrazio il team. Sono contento. Lorenzo campione? Ho fatto i complimenti a Jorge, che ha meritato. Ma io corro per me, non per lui. Tutti i miei amici che si sono divertiti mi devono offrire una pizza. Non è stata la partenza più brutta della mia carriera, mi è capitato altre volte. L’ho vista brutta, ma poi sono bastate 4-5 curve per capire che si poteva fare. Ho guidato bene, ero forte in staccata, era una gara da vincere e la differenza tra i grandi piloti e i campioni è quella di arrivare davanti quando ci sono gare da vincere. Io in questa pista vado molto forte e se sto bene ho qualche decimo di vantaggio sui miei avversari. Questa vittoria ha una grandissima importanza per me. Mi dispiace molto andare via dalla Yamaha, ma è stato un periodo indimenticabile. Se proverò la Ducati dopo Valencia? Se non me la fanno provare sono veramente delle…“.
  • F1, GP Giappone: le interviste. Vettel e Alonso d’accordo: “Red Bull perfetta”

    F1, GP Giappone: le interviste. Vettel e Alonso d’accordo: “Red Bull perfetta”

    Grande l’entusiasmo del box Red Bull per la doppietta conquistata in Giappone. Il vincitore Vettel è al settimo cielo per la prestazione fornita elogiando la sua vettura e il lavoro dei meccanici:

    • Qualifiche e gara sono state fantastiche, la squadra ha lavorato benissimo e non ho avuto problemi. La pista sembrava essere disegnata per noi, un piacere guidare, molto divertente. La partenza è stata buona sul lato pulito della pista. Con la Safety siamo riusciti a staccare gli altri e controllato il passo. Qualche problema l’ho avuto con Button davanti e ho dovuto aspettare il pit stop per passarlo“.

    Soddisfatto anche il compagno di squadra Webber che con la seconda posizione ottenuta si avvicina sempre di più alla conquista del titolo Mondiale:

    • E’ stata un’ottima giornata per me. Per tutte le qualifiche sono stato vicino a Vettel ma sapevo che sarebbe stato difficile vincere se non fossi partito davanti a tutti. Ero riuscito ad avvicinarmi a lui ma dovevamo pensare anche alla strategia: era importante tenere le posizioni e non fare errori“.

    Umore diverso in casa Ferrari. Alonso ammette la superiorità della Red Bull ma continua a credere nel Mondiale:

    • E’ stata una gara dura. La mia partenza non è stata felice e poi sono stato fortunato per il ritiro di Kubica. Sono stato solo per tutta la gara, non avevo pressioni alle spalle, e non era facile avvicinarsi alle Red Bull. Ma lo sapevamo e il terzo posto era l’obiettivo massimo. Suzuka è un tracciato perfetto per la Red Bull. Adesso sono staccato di 14 punti da Webber, sappiamo che nelle ultime 3 gare della stagione dobbiamo spingere al massimo. Hanno vinto 7 Gran Premi quest’anno, anche se potevano contare sul feeling con 15 tracciati su 16. Hanno fatto 3 doppiette, ma in 12 occasioni non ci sono riusciti: sarà difficile, quindi, che ci riescano sempre nelle prossime tre corse“.

    Davvero sconsolato invece Hamilton, il cui recupero in classifica ormai è diventato difficilissimo:

    • Avevo il passo per salire sul podio. Sono due gare che non me ne va bene una, qui poi…“.