Tag: intervista

  • Video intevista a Lorenzo Insigne “resto a Pescara fino a giugno”

    Video intevista a Lorenzo Insigne “resto a Pescara fino a giugno”

    Lo scorso anno è esploso in Lega Pro con la maglia del Foggia quest’anno sta confermando quanto di buono si diceva sul suo conto con la maglia del Pescara. Il comun denominatore è ovviamente la figura di Zeman da sempre maestro nel valorizzare i giovani e sopratutto con Insigne dandogli la giusta tranquillità per trascinare il Pescara e conquistare la prestigiosa maglia dell’Under 21. L’azzurro gli ha dato nuova popolarità facendo parlare di lui anche in ottica mercato con indiscrezioni che lo vogliono di ritorno al Napoli nel prestigioso ruolo di vice Lavezzi. Insigne però dice di aver i piedi ben piantati per terra e nonostante i tantissimi complimenti e attestati di stima confessa ai microfoni di ForzaPescara.tv la sua volontà di restare almeno fino a giugno.

    Lorenzo Insigne
    Di Insigne presto però impareremo a conoscerne un altro, Roberto, fratello di Lorenzo, e punto di forza della Primavera del Napoli di Sormani. Di seguito vi riportiamo la video intervista realizzata da Luciano Rapa per Forzapescara.tv e gentilmente concessaci. [jwplayer config=”240s” mediaid=”100221″]

  • Intervista a Diego Fabbrini, dalla B alla Champions

    Intervista a Diego Fabbrini, dalla B alla Champions

    Ciao Diego, grazie per aver accettato il nostro invito. Sei impegnato adesso al Torneo di Tolone, vista la determinazione e la qualità degli azzurrini è un peccato non esser all’Europeo vero?

    Si, senza dubbio e una bella delusione non poter giocare l’Europeo

    Cosa ha portato in più Ferrara nel gruppo?

    Sicuramente ha portato determinazione e la voglia di vincere

    Come valuti la tua stagione?

    Penso che la mia stagione sia abbatanza positiva a parte il periodo nel quale ho avuto problemi fisici e nel quale non ho giocato

    Dalla B alla Champions. Cosa lascia ad Empoli e che ti aspetti dall’avventura ad Udine?

    Per me e una grande soddisfazione poter giocare con l’Udinese, e non vedo l ora di poter iniziare questa nuova avventura

    Giuseppe Rossi dopo tanta gavetta è riuscito ad imporsi. E’ uno stimolo in più?

    Lui e un grande giocatore ed era logico che si imponesse al calcio mondiale

    Ci fai una promessa? Preliminari Champions, l’Udinese ha bisogno di un gol per qualificarsi, siamo all’Emirates Stadium o all’Allianz Arena. Fabbrini, tunnel a Lahm (o Sagna) e trova il gol all’incrocio. Ringrazi noi de Il Pallonaro?

    Certo, mi sembrerebbe il minimo, spero con tutto il cuore che la vostra previsione si trasformi in realta.
    Grazie della disponibilità. E ovviamente in bocca al lupo.

  • Verso Inter-Palermo, Iaconi ci racconta i segreti di Pinilla e Ranocchia

    Verso Inter-Palermo, Iaconi ci racconta i segreti di Pinilla e Ranocchia

    Non solo Eto’o e Pastore, Miccoli e Pazzini: la Finale di Coppa Italia 2010/11 tra Inter e Palermo, ultimo trofeo assegnato in Italia per la stagione agonistica in corso, ha altri protagonisti che possono risultare decisivi. Sfida nella sfida è quella tra Mauricio Pinilla, attaccante cileno dei rosanero, ed Andrea Ranocchia, difensore centrale dei nerazzurri e della Nazionale italiana di Cesare Prandelli. Gli addetti ai lavori sostengono che da chi vincerà questa sfida potrebbe dipendere l’esito finale del match.

    L’attaccante giramondo contro il difensore del prossimo decennio, il temperamento sudamericano e la voglia di gol versus l’ultimo prodotto d’elite della scuola calcistica difensiva nostrana: il Vieri cileno contro la Ranocchia diventata Principe, insomma. Andrea Iaconi, ex D.S. tra le altre di Pescara, Grosseto ed Arezzo ed accostato di recente al Bologna e ad altri club della massima serie, è colui che li ha scoperti, lanciati e poi ceduti a squadre di blasone con autentici capolavori di calciomercato proprio quando i due virgulti militavano nelle due squadre toscane (Pinilla a Grosseto e Ranocchia ad Arezzo).

    “E’ una bella soddisfazione nel mio piccolo per me, senza dimenticare che sulla panchina del Palermo c’è Delio Rossi che proprio io portai a Pescara” dichiara a IlPallonaro.com. Il suo capolavoro di mercato, tra i tanti che può annoverare nel suo prestigioso curriculum, è probabilmente proprio Pinilla, rilanciato dopo anni difficili e venduto a peso d’oro a Zamparini (soldi comunque ottimamente spesi a giudicare dai numeri e dalle prestazioni): “Pinilla mi fu suggerito dal procuratore perugino Dozzini che mi segnalò il ragazzo e mi raccontò le sue esperienze passate. Aveva girovagato per l’Italia e decisi di aggregarlo in prova nel ritiro del mio Grosseto. Dopo appena due giorni lo tesserammo, tanto ci aveva impressionato. Il campionato che disputò è storia nota”.

    Un torneo a dir poco straordinario condito, nonostante un infortunio che lo tenne fermo a lungo, da 24 reti in 24 partite disputate e dal titolo di vicecapocannoniere del torneo cadetto dietro Eder. “C’erano 5 o 6 squadre che lo volevano e che offrivano più o meno la stessa cifra, fu Pinilla a scegliere Palermo. Pensare che avevo quasi chiuso con il Milan ma ancora oggi non ho capito perché i rossoneri all’ultimo si tirarono indietro. Secondo me, se sta bene fisicamente e può avere continuità di impiego, Pinilla è tra le prime 4 punte attualmente in Italia”. L’altra scoperta di Iaconi è Andrea Ranocchia ma la sua storia è diversa: “Ranocchia era già nella rosa dell’Arezzo quando arrivai ed era giovanissimo ma già si vedevano le sue potenzialità.

    Ad Arezzo c’erano seri problemi societari tanto che mi ritrovai solo a gestire tutto. Ricordo che la trattativa con il Genoa fu molto complessa, non erano poi tanto convinti di prendere il ragazzo al punto che una volta decisi lo girarono al Bari. Il ragazzo con Ventura fece una stagione straordinaria e l’approdo all’Inter ed in Nazionale è stato una naturale conseguenza di quanto fatto”. Che inizino le danze per l’assegnazione della coccarda tricolore: Pinilla e Ranocchia, tra i tanti fuoriclasse presenti, sono pronti a dare il loro contributo.

  • Intervista esclusiva a Fabio Fognini “cercherò di dare il massimo”

    Intervista esclusiva a Fabio Fognini “cercherò di dare il massimo”

    Tra un incontro e una sessione di allemamento che animano il complesso del Foro Italico in questa edizione degli Internazionali d’Italia, riusciamo ad incontrare nello stand Adidas uno dei miglior tennisti italiani, Fabio Fognini, 47° del ranking mondiale.
    Con aria rilassata, alle prese con autografi e foto di rito Fabio riesce a concederci una breve intervista e riusciamo così a renderci conto della sua reale condizione dopo lo spiacevole inconveniente capitato in Spagna.

    Partiamo quindi da questo e chiediamo a Fabio qual è la sua attuale condizione sia mentale che fisica e se lo stop dopo appena un’ora di gioco a Madrid lo abbia demoralizzato. Fabio ci spiega che la condizione non è al top e quello dell’anca è un problema con il quale ormai deve convivere. Afferma di voler giocare finchè il problema non gli precluderà l’attività agonistica e lo costringerà a lasciare definitivamente.
    La seconda domanda riguarda l’esordio agli Internazionali. Chiediamo così quali sono le impressioni sul match che andrà a disputare con lo svizzero Stanislas Wawrinka, numero 14 del mondo, contro cui ha perso gli ultimi due scontri diretti. “Sarà un incontro difficile” afferma “ma cercherò di dare il massimo stringendo i denti”. Ci spiega che sarà un incontro duro sia per via dell’avversario, visto l’esito degli incontri precedenti a lui non favorevoli, che ovviamente per il problema fisico che lo accompagna.

    Infine gli chiediamo cosa si aspetta da questa manifestazione che si svolge sulla terra rossa, terreno da lui preferito . Ci congeda dicendoci che non si è posto degli obiettivi percisi e che comunque ce la metterà tutta per offrire al magnifico pubblico romano le emozioni che si merita e siamo sicuri che Fabio non si risparmierà essendo un torneo a cui lui tiene particolarmente.

    Lo ringraziamo e con lui ringraziamo ovviamente Adidas che ci ha offerto questa magnifica opportunità.
    In bocca al lupo Fabio.

    [intervista e foto a cura di Antonio Vallone]

  • Nesta prepara l’addio al calcio

    Nesta prepara l’addio al calcio

    Sabato prossimo festeggerà le sue 35 primavere al Barbera nel difficile impegno dei rossoneri contro il Palermo dello spauracchio Miccoli, quest’oggi Alessandro Nesta ha concesso una lunga intervista a Carlo Pellegatti per Sportmediaset.

    Il difensore, di solito restio a concedersi ai microfoni, parla questa volta a ruota libera commentando il momento di transizione rossonero, della scelta societaria di bloccare per il momento i rinnovi dei “vecchi” e sopratutto della suo futuro. Nesta parla del suo futuro con franchezza non escludendo il ritiro a fine stagione Bisogna essere onesti, valutare le condizioni fisiche. Non voglio trascinarmi per il campo. Dal calcio ho avuto tantissimo, ho vinto cose che tanti si sognano.

    La conversazione prosegue e si parla del rapporto in campo e fuori con Thiago Silva e del caos intorno al rinnovo di Andrea Pirlo. Ultimo battuta sulla lotta scudetto con l’Inter “a loro la Champions toglierà forze. Noi abbiamo fatto mezzo passo falso ma mantenuto la stessa distanza con una partita in meno”. Sul derby, “è decisivo”.

    GUARDA L’INTERESSANTE VIDEO DELL’INTERVISTA DI NESTA

  • Ranieri tuona: “Alla Roma ero l’unico parafulmine”

    Ranieri tuona: “Alla Roma ero l’unico parafulmine”

    Claudio Ranieri ormai ex tecnico giallorosso dopo le dimissioni successive alla sconfitta contro il Genoa, si toglie qualche sassolino dalla scarpa nell’intervista del Tg1 a cura di Donatella Scarnati: “Nel calcio c’è il Paradiso e c’è l’Inferno, uno può scegliere dove stare tra i due. Qui, rispetto all’Inghilterra, è l’Inferno – ha spiegato il tecnico romano che ha vissuto entrambe le esperienze- Io voglio allenare ancora l’Inghilterra mi affascina, ma mi piace anche il campionato italiano” quasi a non voler precludersi ogni possibilità in altre squadre della Serie A.

    Sulle sue dimissioni subito dopo il rocambolesco 4 a 3 con il Genoa, Ranieri usa parole chiare: “Ho cercato fino in fondo di stimolarli ma quando pur vincendo 3-0 al primo gol si bloccavano ho capito che solo il mio sacrificio poteva sbloccarli”.

    Nel seguito dell’intervista c’è un attacco frontale alla sua ex squadra, spiegando cosa realmente non andasse dal suo punto di vista, con parole abbastanza forti: “Alla Roma, quest’anno, ero diventato l’unico parafulmine. Ora ci sono loro, la squadra, a dover dimostrare tutto”.  Il discorso continua e Ranieri non le manda di certo a dire: “Quest’anno sono prevalsi gli interessi personali su quelli della squadra, quando parlavamo nello spogliatoio, tutti d’accordo che ci dovesse essere turnover. Poi in campo alcuni giocatori quando sono stati sostituiti… Anche ora che non ci sono più io, però, qualcuno in panchina dovrà andare”.

    Il tecnico romano continua spiegando in parole povere il suo modus operandi, riferendosi ancora una volta al calcio inglese di cui risulta evidente la sua ammirazione: “Non ero un campione e il mio motto era ‘non mollare mai’. È un po’ lo spirito del calcio inglese, i giocatori sono leoni e li devi frenare”.

    Spiegando come in questa stagione non sia stato recepito il messaggio e di conseguenza il Ranieri pensiero: “Ecco, per quest’anno di Roma sono dispiaciuto perché non tutti i giocatori hanno avuto questo spirito”.
    Alla domanda sul suo più grande sbaglio di questa stagione risponde con un sorriso amaro: “Non essermene andato a giugno, forse?…”.

    Ranieri inoltre non crede all’ipotesi di uno spogliatoio che gli remasse contro, o che voleva “farlo fuori” in gergo calcistico: “Non ci credo. Ci sono giocatori che con un allenatore danno il 110 per cento, e con un altro non entrano in sintonia. Certo: sono dell’idea che un buon allenatore debba sapere sfruttare al meglio le caratteristiche di ciascun giocatore. Però, quando ero giocatore io, mi sforzavo di capire cosa voleva il mio tecnico”.

    Ultime parole sul ‘caso Pizzarro’ che sicuramente ha lasciato spiazzato e amareggiato il tecnico romano. Soprattutto vedendo come il cileno, sia tornato a disposizione della squadra solo dopo le dimissioni di Ranieri.  L’amarezza rimane nelle parole del tecnico, ma Ranieri spiega come il mancato utilizzo a Genoa sia stato dettato solo da un problema fisico: “Avevamo deciso che giocasse col Genoa, la sera avevo parlato con lui, era tutto ok. Poi la mattina alle 11, il medico mi ha detto che aveva la schiena bloccata. Non voglio credere che l’abbia detto perché non voleva giocare. Entrerebbe in gioco la professionalità, la società che ti paga, i tifosi. Non sarebbe più una questione di allenatore”.

    Ranieri continua il discorso sul centrocampista cileno,  giustificando la sua stagione negativa e non credendo che la sua assenza dai campi da gioco sia stata dettata da motivi extra calcistici: “Ha avuto una stagione travagliata: durante la preparazione ha lavorato il 3 per cento rispetto al resto della squadra, poi ha avuto un dolore al ginocchio che per lui è un problema cronico. Lui è sempre stato un punto di riferimento: no, io devo per forza pensare bene. Certi discorsi non potrei accettarli, ne va della professionalità”.


    (Fonte: Corriere dello Sport)

  • La promessa di Kubica: “Tornerò più forte di prima”

    La promessa di Kubica: “Tornerò più forte di prima”

    Sta sempre meglio Robert Kubica che ha deciso di rompere il silenzio a distanza di 5 giorni dal terribile incidente durante una prova speciale del Rally di Andora che poteva costargli l’amputazione della mano, definita da alcuni al suo arrivo in ospedale come spappolata, ma soprattutto la vita. Il polacco ha concesso una breve intervista alla Gazzetta dello Sport prima di andare in sala operatoria per subìre il secondo intervento nell’arco di pochi giorni per rimettere a posto le fratture riportate al piede e alla spalla non operate durante il primo intervento.
    Trasferito ieri dal reparto di terapia intensiva a quello d’ortopedia dell’ospedale di Pietra Ligure, Robert ha detto di non ricordare nulla di quella maledetta mattina ma che si sente bene, di non vedere l’ora di cominciare la riabilitazione (che durerà molti mesi) per ritornare al più presto e più forte di prima dimostrando di possedere una forza di volontà enorme:

    Mi spiace per quello che è successo. Non doveva, ma non ricordo nulla. Mi ha spiegato tutto il mio manager Daniele Morelli.
    Le dita funzionano, le sento. Il braccio anche. Ma mi devono operare e solo dopo saprò.
    Sono arrivati i miei dalla Polonia e già ripartiti. Mi spiace tanto per mia mamma, l’ho fatta soffrire. Ho pochi dolori, dopo l’ultimo intervento comincerà il conto alla rovescia per tornare in pista.
    Dopo questi incidenti migliori. Mi era accaduto anche nel 2007, dopo il botto in Canada: ci sono capacità e motivazioni che ti vengono fuori, tornerò più forte come guidatore, come testa. Devo tornare quest’anno e il braccio destro lo sento meglio ora di quando venni travolto da un ubriaco 7 anni fa…
    Anche io mi sono chiesto il perché di correre un rally: è un allenamento duro, severo, per la F.1., aiuta nella concentrazione. Se li rifarò? vediamo…
    È stato bello vedere Briatore, una persona eccezionale. Poi sono passati Alonso, Lopez, Petrov, Alesi, Liuzzi: bello, la pista non ti permette mai di vedere il vero volto della gente
    “.

    E noi non possiamo che fargli un grande augurio di pronta guarigione sperando già di vederlo in pista al suo posto già in questa stagione.

  • Bonucci: “la Juve non può prendere così tanti gol”

    Bonucci: “la Juve non può prendere così tanti gol”

    Leonardo Bonucci è già al terzo gol in maglia bianconera e questo la dice lunga sul passato da attaccante dell’ex barese, il difensore però intercettato dalla redazione di Juvemania a margine della presentazione del Gillette Future Champion 2010, ha però soffermato l’attenzione sulla fase difensiva.

    La Juve infatti mostra ancora delle preoccupanti falle in difesa ma Bonucci è sicuro che la Juve sia in grado di uscirne con il lavoro. DI seguito vi proponiamo l’intervista:

    Domanda a bruciapelo: ti immaginavi di arrivare alla Juve e di mettere a segno già 3 gol?

    “No, non me lo aspettavo. Fa piacere, ma il mio ruolo è quello di difendere, se poi arrivano i gol è un di più. Quello che conta al momento è che dobbiamo migliorare perché la Juve non può prendere così tanti gol. C’è da dire che in fase offensiva il mio passato di attaccante, che ho svolto fino a 17 anni, mi agevola un po’. Tornando ai gol presi, purtroppo siamo ancora un cantiere aperto, dobbiamo lavorare. Giochiamo ogni 3 giorni e riuscire a provare schemi è difficile. Ci alterniamo tra una seduta defaticante e una rifinitura. Nel poco tempo a disposizione cerchiamo di apprendere quello che ci dice il mister, ma dobbiamo essere bravi a capire in fretta dove sbagliamo.”

    Giunto alla Juve, non hai esitato a scegliere la maglia numero 19. come mai?

    “Ho scelto questo numero perché è il giorno di nascita della mia compagna e poi è stato anche il mio motivatore a consigliarmelo”

    Già, il motivatore, quanto è importante per te questa figura?
    “L’ho conosciuto un giorno a Treviso, in tribuna, e da lì non l’ho più mollato. Mi ha dato tanto in questi anni a livello di autostima, ci sentiamo quasi ogni giorno e lui cerca di trovare in me gli aspetti sempre da migliorare, cattiveria, fame, convinzione…”

    A proposito di motivazione, c’è qualche rito particolare che fai prima delle partite?
    “No, prima delle partite quello che conta è la concentrazione su ciò che chiede l’allenatore. Non faccio niente di particolare. A differenza di molti miei compagni, non ascolto musica e non faccio riti“.

    Dal Bari alla nazionale (e alla Juve) in un anno. Cosa è cambiato nella tua vita?
    “Cerco di essere sempre me stesso, quello che sono me lo tengo stretto e cerco di comportarmi sempre al meglio nella vita privata e nella vita professionale”.

    Il compagno che mi ha aiutato di più alla Juventus?
    “Giorgio (Chiellini ndr) è stato per alcuni versi determinante. Mi ha permesso di inserirmi velocemente in un mondo totalmente diverso da quello a cui ero abituato”.

    Cosa hai pensato quando hai saputo dell’interesse della Juventus?
    “Si sono interessate a me tante squadre l’anno scorso, ma sono rimasto concentrato sul Bari prima e sulla nazionale poi. Quando ho saputo della Juve, poi ho scelto senza esitare. È il massimo per un calciatore e non ci ho pensato su due volte”

    Qual è stato il tecnico che ti ha dato di più?
    “Non ho dubbi a dire Ventura, mi ha aiutato a passare dalla C di Pisa alla A con il Bari. Il gioco dei pugliesi, d’altronde, è conseguenza di tanto lavoro settimanale e testimonianza della grande preparazione del mister”.

    Giovedì prossimo avrai di fronte Mancini, il tecnico che ti ha lanciato in serie A…
    “E’ vero, mi ha fatto debuttare tra i grandi nel 2006, lo ringrazierò sempre e giovedì lo ringrazierò di persona anche perché devo anche a lui se sono arrivato fin qui.”

    In Italia si punta poco sui giovani, ti sei dato una spiegazione?
    “La pressione esterna dei media, dei tifosi in Italia è forte, vogliono sempre di più e chi deve decidere non rischia i giovani puntando sull’esperienza. Mentre in Spagna e Inghilterra a 21 anni già si hanno sulle spalle tra 50 e 70 partite da titolare”.

    Se pensi al futuro, dove ti vedi nel 2014?

    “Spero di ritrovarmi a giocare la prossima coppa del mondo con la maglia azzurra”

  • Intervista esclusiva a Marco Fantini, giocatore professionista di poker sponsorizzato Sisal

    Continua il nostro viaggio nel Texas Hold’em collezionando un’intervista esclusiva a Marco Fantini, poker player classe 1984,attualmente PRO della poker room Sisal e coach della scuola di poker on line lezionidipoker.com

    Come e quando hai iniziato a giocare a poker?

    Ho iniziato nel 2005 vedendo le prime trasmissioni in tv sui canali satellitari, da li ho iniziato a giocare for fun con i miei amici a una versione un po’ modificata del texas holdem, successivamente mi son iscritto a una room che ho trovato cercando su google e da li è iniziato tutto.

    Quante sono le ore durante la settimana che dedichi al gioco e quante alla studio del poker?

    Solitamente gioco durante la settimana 4/5 ore al giorno di pomeriggio, nel fine settimana un po’ meno anche se qualche volta mi metto a fare i tornei domenicali che durano parecchie ore con risultati alterni… Per lo studio invece ora dedico un pò meno tempo del passato anche se lo ritengo la maniera fondamentale per poter crescere.

    E’ stata dura all’inizio abituare i familiari al fatto che sei un giocatore di poker? Abituarli all’idea di non disturbare e al fatto che fosse la tua prima fonte di reddito

    Per i miei familiari non è stato un grosso problema abituarsi visto che mentre giocavo ho comunque portato a termine la laurea triennale di “Scienze di Internet” a Bologna, loro si fidano molto di me e quando dimostravo di poter guadagnare buone cifre solamente grazie al poker sono stati quasi sempre dalla mia parte quando ho fatto il salto nel professionismo (ora addirittura mia madre mi segue nei blog quando faccio tornei live)

    Oggi sei un professionista anche per la tua costanza nello studio e nel rispetto del bankrool, ma c’è un momento della tua carriera pokeristica che puoi indicare come il momento della svolta?

    Il momento della svolta è accaduto quando giocavo su una poker room .com nella quale facevo sit da 9 persone normal, quando ho visto che riuscivo a battere con costanza questi sit da 50$ e 100$ ho capito che potevo davvero diventare un professionista.

    Quali sono gli errori che un giocatore deve assolutamente evitare per risultare vincente nel lungo periodo?

    La base di tutto è la gestione del bankroll e lo stare in focus quando si gioca, cioè per i tornei o i sit a cui si prende parte c’è sempre da spendere una piccola parte rispetto a quello che si guadagna, un’altra cosa importante è anche nella vita extra poker non scialacquare troppi soldi ma spendere solo una parte di ciò che si guadagna. Per quanto riguarda lo stare in focus intendo che quando si gioca si dovrebbe fare solo quello per essere concentrati al massimo su quello che si fa.

    Sei un giocatore che gioca prevalentemente tornei on line,anche se hai iniziato ad affacciarti ai circuiti live con ottimi risultati sia sul territorio nazionale che internazionale,pensi in futuro di dedicare piu tempo al circuito live o continuerai cosi?

    Per quanto riguarda il live penso di giocare sempre quanto ho giocato quest’anno cioè usare solo una piccola parte di tempo e non fare mai più di un live al mese (escluse le wsop dove c’è da stare via almeno 2 settimane), anche in futuro non penso di fare molto di più rispetto a quest’anno.

    Ammesso che si possa stilare una classifica,chi pensi siano i giocatori attualmente piu forti nel circuito live italiano?

    Per quanto riguarda il live apprezzo molto il mio compagno di squadra Niccolò Caramatti ma ci sono tanti altri giocatori forti come Sergio Castelluccio, e anche tanti giovani che arrivano dall’online come ad esempio Tommaso Briotti ma qua la lista diventerebbe veramente lunga.

    Durante la tua carriera pokeristica hai giocato centinaia di migliaia di mani,c’è una mano che ti è rimasta particolarmente impressa per la sua improbabilità che si realizzasse?

    Se parliamo di improbabilità mi è successa in un sng quando su un flop Axx siamo andati all in io con 66 e l’altro giocatore con AA è stato bellissimo vedere 6 al Turn e 6 al River per un poker veramente improbabile.

    Quali sono gli obbiettivi che ti poni per il futuro dal punto di vista pokeristico?

    Per il futuro vorrei mantenere la costanza di risultati che ho con i sit online e cercare ogni tanto di piazzare qualche zampata importante in qualche torneo live, chissà che già all’Ept di Vienna ciò non possa accadere.

    Lo staff di “Il pallonaro” ringrazia Marco Fantini per la cordialità e la gentilezza dimostrata nel volere rilasciare questa intervista.

  • Intervista esclusiva a Gianni Solaroli, giornalista sportivo e tifoso del Milan

    In esclusiva per ilpallonaro.com abbiamo contattato Gianni Solaroli, opinionista sportivo per Diretta Stadio (7 Gold), nonchè grande tifoso milanista. Gianni sempre disponible ed esperto, ha affrontato con noi a 360° le tematiche che riguardano l’ambiente rossonero, mercato, scudetto e molto altro ancora…

    Caro Gianni, il mercato si è concluso da poco, Berlusconi e Galliani hanno messo a segno due colpi importantissimi portando campioni come Robinho e Ibrahimovic. Riusciranno a riportare il Milan ai grandi livelli?

    Certamente si. E’ solo con i grandi giocatori che si può competere in Europa ad alto livello. Ma certo , come insegna la lezione di Cesena, non basta solo avere campioni, ma è fondamentale che si muovano in campo con armonia ed equilibrio. Attraverso il sacrificio di tutti.

    Il Gap con l’Inter è stato colmato? Ma soprattutto, pensate che questo Milan potrebbe farvi ripercorrere le stesse emozioni di quello di Sacchi e Van Basten?

    Certo quella squadra di cui parliamo era un prototipo unico, e certe alchimie difficilmente si possono ricreare. La speranza che si possa creare un nuovo gruppo vincente è fondata.

    I tifosi interisti sono tristi per il mercato avaro di colpi importanti, mentre quelli milanisti sono davvero molto contenti. Era da un po’ che non succedeva. Si aspetta ulteriori rinforzi (magari in difesa) per Gennaio?

    In difesa certo un buon elemento sarebbe importante, ma credo che servirà anche una prima punta centrale, magari giovane, perché il solo giocatore di ruolo e Pippo Inzaghi, dalle primavere avanzate.

    Perchè Berlusconi è tornato a spendere? Lei giornalista e tifoso vicino all’ambiente rossonero se lo aspettava?

    Francamente, il nostro grande presidente mi ha colto di sorpresa, mi aspettavo un anno di transizione. Nel 2011 ci saranno molti contratti in scadenza, quindi pensavo a quella data per una importante ristrutturazione della rosa. Credo che i motivi siano dovuti alle occasioni di mercato che si sono create e non a motivi “politici”, come sostengono alcuni. Non dimentichiamo che come ha sempre sostenuto Silvio Berlusconi è innamorato dei grandi giocatori capaci di incantare gli spettatori con giocate ad effetto. Ibrahimovic e Robinho hanno queste prerogative.

    Si parla sempre dell’ingresso di Gazprom in società, cosa c’è di vero?

    Si, anch’io ho sentito parlare di questa eventualità, ma se succedesse sarebbe solo come quota di minoranza. Silvio Berlusconi considera il Milan qualcosa che tocca gli “affetti personali”, e gli affetti si sa non sono in vendita!

    Quale squadra sarà la rivelazione del campionato?

    Credo che ci sarà più di una sorpresa, non dimentichiamo che si sta giocando un campionato nell’anno post mondiale.

    Pochi giorni fa, il Milan Primavera ha perso malamente la Supercoppa. Tutto fumo e poco arrosto?

    Sconfitta veramente grave, considerando gli investimenti fatti negli ultimi anni per il settore giovanile e comunque quando si indossa la maglia del Milan, a qualsiasi livello, non si possono mai prendere 5 gol. Non dimentichiamo che nella rosa della primavera ci sono giocatori molto “buoni” in procinto di giocare nella prima squadra, come hanno già dimostrato nelle amichevoli estive.

    Tutta la redazione de ilpallonaro.com ringrazia vivamente Gianni Solaroli per la sua gentilezza e disponibilità.