Tag: intercettazioni

  • Moratti: Inter con Calciopoli situazione da ridicola a kafkiana

    Moratti: Inter con Calciopoli situazione da ridicola a kafkiana

    Prima di entrare negli uffici della Saras Massimo Moratti, di ritorno dall’incontro con il procuratore federale Stefano Palazzi, ha risposto alle domande dei cronisti presenti sul posto. L’incontro con il procuratore è durato circa un paio d’ore, e come si legge nelle dichiarazioni prese dal sito ufficiale dell’Inter il presidente nerazzurro si è detto molto tranquillo e sereno in merito alla possibilità di perdere lo scudetto 2006.  L’audizione volendo ricordarlo a chi non fosse ben informato era legata alle intercettazioni telefoniche riguardanti il presidente nerazzurro e Facchetti in merito al filone di indagini denominato Calciopoli bis.

    Presidente, com’è andato l’incontro con il Procuratore Stefano Palazzi?

    “L’importante che ci fosse, questo incontro. Adesso bisogna chiedere a lui e vedere le conseguenze di quest’incontro. Mi sembrava molto sereno ed è stato un incontro molto educato da entrambe le parti”.

    Più tranquillo o preoccupato rispetto a prima visto che lo aveva definito un incontro ‘ridicolo’?

    “Non ero preoccupato, ma dovete entrare nel mio stato d’animo: mi sembrava kafkiana come situazione per noi. Però, di quella definizione, di cui mi sono pentito immediatamente, mi sono anche scusato. L’incontro di oggi l’ho trovato interessante, come al solito, simile a quello che avevo avuto qualche anno fa con il dottor Borrelli”.

    Come si evolverà, a questo punto, la situazione? Più ottimista l’Inter o la Juventus?

    “Non glielo so dire, perché questo vorrebbe dire entrare in una decisione successiva e i vari passi che avverranno. Naturalmente, dalla mia parte, sono anche convinto, anzi direi molto più che convinto, ma questo non toglie che la libertà di giudizio rimane a loro”.

    Avete ascoltato insieme alcune telefonate?

    “No, non c’è stato ascolto. C’è stata una lettura di alcune cose, ma non vorrei entrare in quello, sinceramente”.

    Solo per sapere qualche dettaglio in più: quanto è durato l’incontro?

    “Siccome c’era anche da scrivere a macchina, un paio d’ore”.

    Presidente, il derby è alle porte: più concentrato su questa vicenda della quale ha parlato con Palazzi o sulla partita?

    “Qui bisogna sempre essere concentrati su tutto nella vita. Rimane, nel cuore, certamente il fatto che sabato ci aspetta una partita importante, senza dubbio”.

    Crede che quest’incontro con Palazzi abbia tolto tranquillità all’Inter o a lei?

    “No, non credo proprio”.

    Lo definirebbe un incontro inopportuno?

    “No, per niente inopportuno. Rimane sempre il fatto che uno non si sente parte di una situazione, però era giusto che volessero sentirmi su questo. Basta, la cosa finisce lì, è su di me, non è sull’Inter”.

    Questa cosa non le fa pensare che questo scudetto assegnato sia diventato un po’ un tormento, eppure lo meritava a prescindere…

    “Quello del 2006? No, non è un tormento. Molto sinceramente”.

    Si fa sentire anche il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, nella speranza che i tempi  previsti per arrivare a una decisione chiara vengano rispettati: “Rimangono due paletti. Il primo è il forte auspicio che entro giugno la situazione venga definita, il secondo è l’autonomia degli organi di giustizia e della Procura Federale. La Federcalcio ha dato la sua indicazione per chiudere il cerchio nell’ambito della stagione sportiva. Tutte le attività che svolge la Procura Federale sono collegate all’autonoma valutazione che fa nell’apertura di un’indagine sulla base di esposti o di segnalazioni di atti processuali, della correttezza comportamentale dei soggetti tesserati”.

    Abete continua precisando come i nuovi filoni del processo non partano da un input juventino ma provengano direttamente da un percorso naturale che segue il vecchio processo: “Va ricordato che l’approfondimento in atto della Procura nasce dalla volontà di valutare situazioni successivamente intervenute dopo Calciopoli che hanno poi avuto compiuta informazione in sede processuale. L’attivazione dell’iter non parte per l’esposto della Juve, ma per le valutazioni autonome della Procura”.

    (Fonte: Inter.it – Calciomercato.com)

  • Vieri spiato dall’Inter, il tribunale autorizza la perizia medica

    Vieri spiato dall’Inter, il tribunale autorizza la perizia medica

    Il Tribunale civile di Milano ha accolto la richiesta di Danilo Buongiorno, legale di Bobo Vieri, di sottoporre a perizia medica il suo assistito per accertare i danni subiti dal presunto spionaggio perpetrato dall’Inter attraverso pedinamenti e intercettazioni telefoniche da parte di Telecom.

    Ricordiamo che l’ex bomber nerazzurro aveva chiesto un risarcimento danni di 12 mln di euro a Telecom e di 9 mln e 250 mila euro all’Inter perchè controllato indebitamente avrebbe subito danni psicologici quali l’insonnia e una forma depressiva.

  • Moratti voleva la riconferma di Bergamo. Spunta nuova intercettazione

    Moratti voleva la riconferma di Bergamo. Spunta nuova intercettazione

    Vi avevamo appena informato sulla settimana di passione per la dirigenza nerazzurra impegnata non solo nel preparare il derby ma alle prese con gli esposti di Agnelli, Lotito e Vieri. Come il cacio sui maccheroni l’edizione odierna di Tuttosport pubblica oggi una nuova intercettazione che proverebbe come l’Inter era interessata alla conferma di Bergamo nel ruolo di designatore.

    L’intercettazione riguarda proprio Bergamo e la segretaria della Can di A e B Fazi: “Lui mi fa: so che succedeva prima, nessuno si può lamentare, e se lo dico io che non ho vinto nulla…, ne sono convinto. Non è una cosa semplice fare il vostro lavoro,qualche errore c’è sempre. Rispetto a prima però siamo tranquilli e anche voi non dovete disperare.”

    Proprio quel voi non dovete disperare secondo il quotidiano torinese proverebbe l’appoggio del club nerazzurro alla conferma.

  • Calciopoli: Sim svizzere intercettabili, stoccata della Casoria ai pm

    Calciopoli: Sim svizzere intercettabili, stoccata della Casoria ai pm

    Si è definitivamente rotto il vaso di Pandora che negli ultimi cinque anni ci ha fatto credere l’esistenza di una “sola” cupola facente riferimento a Luciano Moggi che mirava a modificare il reale corso del campionato. Le nuove intercettazioni hanno dimostrato che alcune prassi erano ormai consolidate e oltre alla Juventus a far pressione sulla classe arbitrale erano praticamente tutte le squadre di serie A e in alcuni casi il contenuto intercettato è addirittura più bollente di quelle di big Luciano.

    Per confezionare l’impianto accusatorio il colonnello Auricchio e i pm dell’accusa hanno omesso ad arte una parte di verità ma sopratutto hanno ipotizzato prove più schiaccianti nelle famose sim svizzere “ahinoi” non intercettabili. Bene nell’udienza di ieri viene smentita anche quest’ultima finta verità come dimostra il perito della difesa l’ing De Falco “Il cellulare è parte della rete, quindi quando lo accendo tutti sanno dove sono. La rete vede il telefonino e se non lo ha nei database chiede al gestore straniero se può dare la linea. Non è segreta per niente.I telefonini sono tutti intercettabili se si conosce il numero del telefonino. Quando c’è una telefonata il gestore non segna solo il numero della sim ma anche il numero del telefonino. Sarebbe stato interessante vedere se questi numeri erano associati anche ad altri numeri cellulari ma non è stato fatto. Non vi è collegamento tra zona e persona ma anche in termini di zona e abitazione della persona siamo a percentuali molto basse, al di sotto del 5%. I carabinieri hanno fatto il ragionamento per cui essendo le celle in quel quartiere, e abitando il Fabiani in quel quartiere, e essendo alcune rivolte a Messina, le hanno attribuite a lui. Inoltre, c’erano anche agganci a celle in posti diversi dove si trovava il Messina in trasferta, ma solo per 5 giornate e non per le altre trasferte.”

    Il pm in evidente difficoltà ha ribbattuto alla deposizione di De Falco rilevandoo una mancanza di approfondimento nel lavoro del consulente ma a ribattere è il giudice Casoria “Ha ragionato come hanno ragionato i Carabinieri”. facendo intuire il suo parere sul processo.

  • Intercettazione tra Meani e Paparesta: “il dossier e il saluto al boss”

    Intercettazione tra Meani e Paparesta: “il dossier e il saluto al boss”

    Oggi nell’udienza del Processo a Calciopoli il giudice ha dato nel 23 novembre 2010 la data ultima per presentare nuove intercettazioni e sentire il lungo elenchi di testimoni. E come per incanto in una sola giornata ne sono uscite due nuovi che pongono l’indice sul Milan e in particolare sull’operato di Galliani e sui rapporti tra Meani e Paparesta, intercettati mentre parlano del famoso dossier consegnato a Letta, del ringraziamento al “boss”. Dall’audio si evince la paura di Paparesta di esser scoperto con le mani nella marmellata, mentre il delegato agli arbitri rossonero sembra più spigliato e sicuro.

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  • Calciopoli: la morte del papa aiutò Galliani

    Calciopoli: la morte del papa aiutò Galliani

    File scottanti, intercettazioni bollenti, omissioni pericolose. Il processo napoletano a Calciopoli sta delineando un profilo completamente diverso da quello disegnatoci nell’estate del mondiale tedesco dalla giustizia sportiva tramite la ricostruzione del colonnello Auricchio e dei pm.

    Assodato che l’Inter non meriti la corona dell’onestà il lavoro dei periti della difesa stanno scovando nuove intercettazione che comproverebbero l’interessamento anche di Adriano Galliani nella lotta di potere per assicurarsi i servigi dei designatori e cercar di modificare a tavolino l’esito del campo.

    Tuttosport, oggi, proprio dopo la piccata risposta dell’ad rossonero alle accuse di Marotta, pubblica una intercettazione tra Meani, Ramaccioni e lo stesso Galliani in cui quest’ultimo svela le pressioni per fal saltare la giornata di campionato per recuperare Kaka e Shevechenko. Di seguito vi lasciamo l’intercettazione riportata da Tuttosport

    Ecco la telefonata Meani-Ramaccioni- Galliani del 3 aprile 2005(L’audio dell’intercettazione)

    Meani. Ciao Silvano ( Ramaccioni, il team manager, ndr) sono Leonar­do. Allora cosa han fatto? Hanno fatto slittare il campionato, allora, praticamente Ramaccioni. Sì, Sì Se vuoi ti pas­so il presidente, te lo passo. E’ sli­tatto.

    Galliani: Leonardo?
    M: Dottore?
    G. Allora abbiamo slittato, giochia­mo sabato alle 20.30, anzi alle 18 col Brescia, poi domenica andiamo Siena.
    M. Senza Kakà senza l’altro
    G. Ma secondo lei io dormo?
    M. No
    G. Lei pensa che io dormo, ma por­ca troia. Anche perché quel figlio di puttana di Moggi, le racconto: Mog­gi, che è un figlio di puttana, faccio sentire anche a Costacurta così si carica. Ha pure chiamato Preziosi ( e gli ha detto) Adriano l’ha fatto ap­posta così recupera i sudamerica­ni, c’hanno Shevchenko che sta meglio, hanno spostato di una set­timana. Con l’Inter ce l’abbiamo già. Dopo pensiamo a quelli di Torino l’abbiamo già sistemata perché l’ac­coppiata Moggi- Capello è?
    M. : E’ micidiale?
    G. : Come Capello- Sensi, via Ca­pello, Sensi è tornato amico. L’ab­biamo purgato già l’anno scorso ( la Roma di Capello perse lo sprint scudetto col Milan, ndr), lo purghia­mo anche quest’anno ( allenando la Juve, ndr). Fa niente ( ride). Capito Leonardo. E’ pieno di uccelli padu-l­i, se non tiri le corde, non capisco­no?
    M: Anche se ho visto che nel sor­teggio gli è saltato fuori Collina ( ar­bitrerà Fiorentina- Juve 3- 3 del 10 aprile 2005, ndr): e ciò è positivo.
    G. : Tranquillo, vigilare su tutto.

    La telefona­ta Meani- Galliani del 19 aprile 2005
    Galliani: Ha parlato con qualcuno dei due ex designatori?
    Meani: Dio bono, altro che parlato. Non ha visto che in macchina c’era Ancelotti e gli bestemmiavo paro­lacce, e Ancelotti mi fa: ma che co­sa gli dici.
    G. A chi?
    M. A Bergamo e Mazzei, perché Pairetto è in Germania
    G. : E che dicono questi signori?
    M. : Si cagano addosso: frasi di cir­costanza? “ chi va a pensare un er­rore del genere da uno così ( Baglio­ni, ndr)”. Con una squadra come il Milan a un minimo dubbio si sta giù con la bandiera, non si va su a van­vera. Questa è gente che non è pre­parata psicologicamente. Cosa vi preoccupate più del Palermo? Ha visto la designazione? Ci mandano persino Puglisi ( amicissimo di Mea­ni, ndr). Adesso, gli ho detto, vieta­to sbagliare e vietato sbagliare dal­l’altra parte ( della Juve, ndr), nel senso contrario però. Questo è un periodo pericolosissimo.
    G. : Lo so, lo so.
    M.: Anche perché lui mi fa: siete an­dati in vantaggio lo stesso? ( dopo l’annullamento del gol di Sheva, il Milan segnerà con Crespo l’ 1- 0, ndr). Gli ho detto: comincia a darmi il mio gol. Dottore, ha parlato ieri con Collina ( con cui doveva parlare segretamente per un futuro da desi­gnatore: ricordiamo che allora per la scelta del designatore serviva il placet del presidente di Lega, Gal­liani, ndr)? La cercava.
    G. : No.
    M. : Guardi che la chiamerà.
    G. : Adesso, lo cerco io.

  • Calciopoli: adesso la Juve è pronta alla battaglia

    Calciopoli: adesso la Juve è pronta alla battaglia

    Andrea Agnelli è pronto alla battaglia e ai proclami è pronto a far seguire i fatti cercando con fermezza e convinzione di chiudere definitivamente il capitolo Calciopoli accertandosi che la Figc sia scrupolosa e tassativa cosi per come lo fu nei confronti della Vecchia Signora.

    L’anno zero dei bianconeri della nuova Triade (Agnelli, Marotta e Paratici) aveva il difficile compito di resettare quattro anni di nefandezze e scelte sbagliate che in qualche modo avevano compromesso il bilancio indebolito ulteriormente dai mancati introiti della Champions League.

    E’ ovvio che in sede di calciomercato Marotta abbia dovuto far delle scelte impopolari puntando su possibili talenti e non su talenti affermati ma solo alla fine del campionato potremo definire se il Dg ha dato il via ad un nuovo ciclo

    Ma il nuovo corso sembra pronto a prendersi le critiche adesso sicuro che il lavoro “martellante” di Del Neri e le intuizioni di Marotta e Paratici faranno ricredere tutto. La credibilità della “Nuova Vecchia Signore” però passa anche dalle stanze di Tribunale e in questo caso sarà Andrea Agnelli in persona a condurre la battaglia e chiedere giustizia e verità.

    Come anticipato da Tuttosport e confermato da Repubblica la Juventus rompe gli indugi ed è pronta a spedire in Federazione cento intercettazioni che incastrerebbero Inter e Cagliari. Come ricorderete il presidente Abete nei primi giorni d’agosto dichiarò all’uscita di un consiglio federale di esser stupito per il mancato invio del Tribunale di Napoli delle nuove intercettazioni.

    La Juve vuole risposte e adesso è passata al contrattacco. Intanto secondo indiscrezioni che trapelano da più parti Nicola Penta, consulente tecnico di Luciano Moggi, è pronto a presentare cento nuove intercettazioni che proverebbero il coinvolgimento Collina, Rosetti, Lanese e l’ex designatore Boschi.

  • Calciopoli: giallo intercettazioni. Abete “non arrivano”

    Il Consiglio Federale della Figc tra i tantissimi temi e ratifiche all’ordine del giorno ha parlato anche di Calciopoli e sul mistero delle intercettazioni ancora non arrivate da Napoli.

    Il secondo filone d’inchiesta, necessario dopo le rivelazioni del lavoro condotto dai periti di parte e che ha portato alla luce altre intercettazioni, doveva partire in estate dopo la richiesta del procuratore Palazzi. Ma al momento il materiale non è ancora in possesso della Federazione.

    Queste le parole del presidente Abete: “Non siamo riusciti a sapere quanto bisogna pagare per entrare in possesso di tutte le intercettazioni di Calciopoli emerse nel Processo di Napoli – ha spiegato Nonostante il pressing restiamo stupiti dal fatto di non averle ancora a disposizione.”

  • Intercettazioni: Abete Mazzini e “l’operazione salvataggio”

    Il “physique du rôle” di Giancarlo Abete è messo a dura prova in questi ultimi giorni. La figura del presidente federale, sulla gogna mediatica per l’insuccesso azzurro ai mondiali in Sudafrica e per la lentezza della giustizia sportiva, dalle nuove intercettazioni tirate fuori da Nicola Penta, consulente tecnico della difesa di Luciano Moggi nel processo a Calciopoli, ne esce ancor più deviata.

    La nuova intercettazione tra Giancarlo Abete e Innocenzo Mazzini, risale al 22 maggio 2005, giorno dopo dell’incredibile errore di Rosetti nella partita tra Lazio e Fiorentina per il fallo di mani di Zauri e riporta in auge “l’operazione salvataggio Fiorentina”.

    Mazzini: “Questo imbecille di Rosetti”

    Abete: “Con quello che ha fatto adesso siamo nei casini…”

    Mazzini: “Ma si va a chiedere a Giannichedda?”

    Abete: “Vai dal giocatore (Zauri, ndr) e prendilo a brutto muso, e se mi fai fesso ti rovino per i prossimi trent’anni…”

    Mazzini: “Datti una regolata tra il primo e il secondo tem­po… Bergamo era distrutto, mi hanno te­lefonato Carraro, Lippi, il sindaco di Fi­renze”

    Abete: “E’ un problema per i motivi che possiamo facil­mente comprendere. Io non sono andato allo stadio per oppor­tunità. Adesso è difficile spiegarlo e con­vincere le persone”.

    E’ misterioso come Abete sia diventato presidente ma speriamo almeno che alla luce degli errori di gestione possa esser sollevato dall’incarico.

  • Intercettazione Bergamo Palombo: anche la Gazzetta consigliava la griglia

    Si infittisce ulteriormente il mistero intorno alle intercettazioni “sfuggite” ai pm durante il processo sportivo a Calciopoli e recuperate grazie al lavoro certosino dei consulenti tecnici della difesa di Luciano Moggi. Oggi salta fuori un intercettazione tra il designatore arbitrale Paolo Bergamo e Ruggero Palombo, vicedirettore della Gazzetta dello Sport e principale accusatore del sistema Moggi.

    L’intercettazione non è scabrosa e non ha nessuna rilevanza processuale ma serve a capire ulteriomente il modo in cui venivano fatti i sorteggi e sopratutto la fitta rete di scambi telefonici tra tutti i personaggi che ruotavano intorno al calcio. L’intercettazione risale al 7 marzo 2005 e Palombo protesta per la mancanza di Collina nella griglia di Juve Roma.

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