Tag: intercettazioni

  • Calciopoli, dichiarazioni choc. La bomba di Natale

    Calciopoli, dichiarazioni choc. La bomba di Natale

    Calciopoli, e se fosse stato tutto falso? Una domanda lecita dopo aver letto le dichiarazioni choc rilasciate da un investigatore al quotidiano Corriere dello Sport, andato oggi in edicola con lo scandalo Calciopoli in evidenza. Dopo il calcio-scommesse, torna in prima pagina il terremoto che sconvolse 5 anni e mezzo fa il mondo del calcio italiano, a pochi giorni prima dall’inizio del Mondiale che ci avrebbe visto protagonisti assoluti.

    DENTRO CALCIOPOLI – A parlare non è un imputato né un semplice tifoso che disquisisce al bar dello sport. Per la prima volta un investigatore attivo nell’inchiesta sceglie di rompere il silenzio e rilasciare dichiarazioni bomba alla redazione del Corriere dello Sport. Si tratta di uno dei dodici uomini chiamati ad ascoltare le intercettazioni dei telefoni più scottanti del pallone nostrano. Rivela come si svolgevano le indagini, gli uomini chiave della vicenda, le anomalie, tutto ciò che è rimasto rinchiuso dentro un cassetto dimenticato e che ora rischia di fare più danni del vaso di Pandora.

    Luciano Moggi, processo Calciopoli |© GIULIO PISCITELLI/AFP/Getty Images

    IL SERVER DELLE INTERCETTAZIONI – L’intervista vive il suo momento clou quando l’investigatore parla di un’anomalia che si ripeteva troppo spesso e che causava dei buchi rilevanti ai fini dell’inchiesta. L’innominato, per sua stessa volontà, racconta di come il server delle intercettazioni avesse numerosi problemi di linea durante la giornata. Nel passo chiave dell’intervista si legge:

     La cosa un po’ anomala è il server delle intercettazioni. E’ in Procura, a Roma, a Piazzale Clodio. Quando c’era qualche problema, e capitava spesso, telefonavamo a chi era in Procura: “Guarda, la postazione 15 qui non funziona, che è successo?” “Vabbé adesso controllo….”. Dopo un po’ richiamavano da Piazzale Clodio: “Ti ho ridato la linea, vedi un po’”. Andavi a controllare, magari avevi finito alla telefonata 250 e ti ritrovavi alla telefonata 280. E le altre 30? “Me le so perse…

    A proposito del server, l’investigatore chiarisce come chi contattava il responsabile del server fosse il colonnello Auricchio, ovvero il titolare dell’indagine che ha portato alla condanna di Moggi e della cosidetta “cupola”.

    I BAFFETTI – Un’altra dichiarazione chiave che emerge è quella relativa alla scomparsa dei cosiddetti “baffetti rossi”, le intercettazioni ritenute cruciali dai dodici investigatori. Alla domanda del giornalista su chi decidesse quali baffetti passavano la seconda fase della scrematura, l’innominato risponde sempre con lo stesso nome: il colonnello Auricchio. Tra le intercettazioni mancanti figurerebbero quelle riguardanti l’Inter.

    NESSUN COLPEVOLE – Farà sicuramente discutere la posizione dell’investigatore a proposito delle condanne effettuate in primo grado. Sostiene come “partite veramente truccate, dove l’arbitro è stato veramente coinvolto. Non ci sono”. Di conseguenza anche l’intero processo Calciopoli sarebbe stato una farsa.

    INVENZIONI – Pesantissimo il passaggio in cui l’innominato cita Martino Manfredi, ex segretario della Can A-B, affermando che all’inizio delle indagini l’ex segretario della Commissione arbitri avesse negato qualsiasi coinvolgimento della classe arbitrale. Qualche tempo più tardi, continua l’investigatore, lo stesso Manfredi entrò a far parte della Federcalcio, e solo da allora fece dichiarazioni spontanee sulla “storia delle palline” (palline speciali che sarebbero state utilizzate durante i sorteggi degli arbitri).

    BUFERA A NATALE – L’intervista, consultabile sul sito corrieredellosport.it, è destinata a scatenare una nuova bufera nel mondo del calcio. Calciopoli è stata davvero una farsa colossale? Moggi è realmente la sciagura del calcio nostrano? Le certezze del passato stanno cominciando a vacillare pericolosamente.

  • La parabola di Luigi Sartor, dall’autogol all’esordio allo scandalo scommesse

    La parabola di Luigi Sartor, dall’autogol all’esordio allo scandalo scommesse

    Non una carriera da idolo come Beppe Signori o Cristiano Doni ma comunque dignitosa quella di Luigi Sartor altro volto noto dello scandalo calcioscommesse e arrestato ieri nel secondo troncone dell’inchiesta “Last Bet”. Cresciuto nelle giovanili del Padova ha fatto l’esordio nel grande calcio con la Juventus macchiando il suo esordio, nel lontano 1992, dell’autogol che costò la sconfitta alla Vecchia Signora contro la Fiorentina. La sua carriera poi è passata per le maglie della Reggiana e Vicenza in B (un fallaccio di Marco Materazzi ne mise a rischio la carriera) per poi tornare in serie A con le maglie dell’Inter con la quale arrivò vicino alla vittoria dello scudetto e vinse una Coppa Uefa, e poi quelle di Roma, Parma e Genoa per finire alla Ternana. Luigi Sartor vanta anche un europeo Under 21 e una presenza nella Nazionale Maggiore. Sostanzialmente una carriera importante con in dosso le maglie più importanti del calcio italiano e che adesso vive forse il momento più brutto e delicato della sua vita.

    Luigi Sartor era il contabile delle scommesse clandestine, il tramite tra la malavita asiatica e il gruppo capitanato da Beppe Signori, la cui posizione adesso è ancora più centrale e complicata. Fu proprio l’ex difensore di Inter e Roma a far da tramite tra il malavitoso singaporiano Kheng Hock Ph e Beppe Signori organizzandone e gestendo l’incontro lo scorso 27 febbraio.

    Luigi Sartor ai tempi della Roma | © Grazia Neri/Getty Images
    Dalle intercettazioni gli inquirenti pare siano riusciti a tracciare il reale profilo di Luigi Sartor nell’organizzazione, tramite verso Singapore ma allo stesso tempo impaurito dalle possibili ritorsioni degli asiatici quando i risultati non combaciavano con le “previsioni” confidandosi al telefono “Onestamente mi stanno veramente facendo un po’ di paura”. Un’altra intercettazione pubblicata poi quest’oggi dal Corriere della Sera riferisce un colloquio tra Luigi Sartor e la madre

    Sartor: Ho fatto chiamare dal mio avvocato in Procura per sapere se volevano sentirmi perché c’è questo qui che non conosco che ha fatto il mio nome, dice che ero il contabile… Ho chiamato e loro m’han detto per me lui può mettere le tende qua, noi non abbiamo intenzione di ascoltarlo, però sai han fatto il mio nome, secondo me stanno facendo delle indagini… Se fanno delle indagini per sapere se mi sentivo con Beppe sono morto! Perché io e Beppe ci sentivamo un giorno sì e un giorno no
    Madre: Sentirsi con un amico non sarà mica un crimine direi!
    Sartor: Io ero stato in Oriente, tu lo sai e quindi questo discorso che parlano… delle scommesse in Oriente è una cosa che si lega piuttosto bene… la mia paura più grande non è tanto quello che tu puoi aver fatto, è che ti vogliono tirare dentro un circuito.

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  • Nuova intercettazione occultata tra Bergamo-Fazi

    Nuova intercettazione occultata tra Bergamo-Fazi

    Come abbiamo avuto modo di dire già nella prima intercettazione tra Paolo Bergamo e Maria Grazia Fazi di qualche giorno fa il castello accusatorio dell’accusa fa acqua da tutte le parti. La famosa cupola come dimostrano le intercettazione era tutt’altro che coesa verso un obiettivo e aveva tante falle. Quest’oggi, giorno importantissimo a Napoli per le arringhe finali della difesa tra le quali si aspetta con trepidazione quella del legale di Moggi Trofino spunta una nuova intercettazione dove si il designatore da Francoforte interloquisce con la solita Fazi sulle designazioni arbitrali del 12 febbraio 2005, quelle della famosa “grigliata di Moggi”. I due cercano un modo di colpire De Santis, per l’accusa parte integrante di Calciopoli, mentre nutrono fiducia in Trefoloni. Ecco l’intercettazione presa da Juvemania.

    Paolo Bergamo | ©MARIO LAPORTA/AFP/Getty Images
    Bergamo-Fazi. 12 febbraio 2005 DD.755 Bergamo chiama la Fazi da Francoforte dove si trova per un raduno della Fifa. Fazi: Ho chiamato il bastardo vero, Massimo De Santis… Gli ho detto: ‘Buonasera, signor bastardo… Volevo dirti che ho perso il telefonino… comunque gran figlio di puttana ti saluto…’ Bergamo: Anche io non so come gestirlo… Avevo quasi pensato di sputargli addosso qualcosa, però… devo capire come gestirlo dopo… Fazi: E’ quello… devi aspettare ancora, non gli si può sputà addosso niente, devi aspettare, che gli dici? Bergamo: Ma se mi danno quest’incarico (un incarico internazionale, ndr)… Fazi: Sì, ma fattelo dà quest’incarico… ma non glielo potevi chiedere a quel deficiente di Garcia Aranda… La conversazione passa ai possibili candidati alla successione di Bergamo e Pairetto nel ruolo di designatore. Fazi: Ho saputo da Matteo (Trefoloni, ndr), che alla riunione che è andato lui da Pisacreta a Prato… Bergamo: C’era Braschi, c’era… Fazi: Bravo, te l’ha detto… Bergamo: Sì, sì. Fazi: Infatti ho detto, guarda, diglielo, non conta niente, ma tu diglielo. Bergamo: Può darsi, Braschi è stato un nome… quindi… Fazi: Sai Firenze è lui! Quindi te l’ha detta? Bergamo: Sì, sì, me l’ha detta. Fazi: Vedi che il bimbo fa le cose che gli dico de fa’, eh? Le fa le fa… La Fazi chiede, dicendo che andrà da Marco (Gabriele, ndr) a vedere la partita: “C’è Trefo, ti pare che non vedo la partita!!” E si informa sugli arbitri sorteggiati per le partite: Fazi: Chi fa la Lazio? Bergamo: Brighi. Fazi: Chi?? Bergamo: Brighi… Fazi: Brighi? Auguri… mamma mia!! Mamma mia, che manina felice, mamma mia, vabbè Bergamo: Ho parlato anche con Brighi e gli ho fatto capì chiaramente come stanno le cose, quindi bene bene o male male… Fazi: Mi mandi Brighi a fa’ la Lazio, poraccio… Bergamo: Chissà che la faccia bene. Fazi: Speriamo, povera Lazietta… […] Fazi: Con chi gioca la Juve? Bergamo: Juventus-Udinese. Fazi: A casa sua? E chi la fa quella? Bergamo: Rodomonti. Fazi: Ah però! Ma chi cazzo l’ha fatto ‘sto sorteggio? (ride) … Rodomonti… Oh Dio! C’ho le recchie piene di Rodomonti… che Dio volesse!! Vai!!… Bene… e il Milan chi lo fa, non te lo ricordi? Non mi chiami nemmeno per dirmi questo… Trefo mi manda il messaggio… Bergamo: Il Milan a Reggio con Racalbuto… Fazi: (ride) Bello, bello… vabbè! Racalbuto non gli fa male al Milan… non te preoccupà… Bergamo: No, sì, figurati… Fazi: Racalbuto non gli fa male al Milan… Bergamo: Figurati… Fazi: Con quello che hanno fatto per il figlio… Figurati… Bene bene, la Juve Rodomonti, poi Inter-Roma Trefoloni, basta, il resto è noia, non ci frega più niente… Ma Brighi, mi hai messo i brividi, però…

  • Calciopoli, intercettazione Bergamo-Fazi. Due “cupolari” anomali

    Calciopoli, intercettazione Bergamo-Fazi. Due “cupolari” anomali

    Ieri sera nel corso della trasmissione “Forza Juve” condotta da Marco Venditti su Rete 7 è stato svelato il contenuto di una intercettazione tra il designatore Paolo Bergamo e la dottoressa Maria Grazia Fazi dirigente dell’Aia e secondo le ricostruzioni dell’accusa parte integrante della presunta cupola costruita da Luciano Moggi.

    Paolo Bergamo | ©ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images
    L’intercettazione datata novembre 2004 va a collocarsi subito dopo quella ormai famosa dello stesso Bergamo con Rodomonti (“In caso di dubbio pensa a chi sta dietro“) demolisce ulteriormente il castello accusatorio da come si evince infatti sia la Fazi che lo stesso Bergamo speravano in una debacle bianconera contro l’Inter. Di seguito vi riportiamo la trascrizione dell’intercettazione svelata nel corso di Forza Juve: Bergamo-Fazi (28.11.2004) Fazi: Paolo? Bergamo: Ecco fatto. Fazi: Allora? Bergamo: Ci ho parlato. Fazi: E’ andata? Bergamo: Molto, molto, molto, molto esplicito… Fazi: Ah, co’ Pasquale proprio? Bergamo: Sì, sì, sì, sì. Ho detto: “Io conto anche sulla tua intelligenza, perché… una telefonata fra me e te”, quindi… Fazi: E lui? Bergamo: Sappi che se poi non mantieni la discrezione dovuta le conseguenze le paghi te. Dice “No, no, stai tranquillo, ti ringrazio, ho capito…”. Boh, vediamo cosa fa. La cosa: non chiara, più che chiara. Fazi: Più che chiara. Bergamo: Più che chiara. Fazi: Sei stato proprio chiaro, chiaro, chiaro. Bergamo: Più che chiaro. E quindi… Fazi: Uhm, è andata dai… è andata, io son sicura che farà bene… Bergamo: Speriamo. Fazi: Eh, non era per lui questa partita, non c’è niente da fare… infatti, quella non è per nessuno, figurati per lui, dopo tanto tempo… ma ringraziamo Dio ci stanno ‘sti 15 punti, però… Bergamo: Eh ma gliel’ho detto “Hai faticato anni a ritornare lì, cerca di rimanerci”… Fazi: Il Milan non c’è proprio. Quest’anno la Juve lo scudetto lo vince perché non c’è nessun altro… nessuno! Mamma mia… Bergamo: Ma sai, il problema sai qual è? Che se stasera perdessero con l’Inter… Fazi: Mamma mia, che Dio volesse! Bergamo: … allora poi si riapre, poi c’è la Coppa dei Campioni, gli impegni, gli infortuni… Fazi: Ma come fa a perdere con l’Inter, che l’Inter è morta? Bergamo: Eh… stasera giocano senza Trezeguet e senza Del Piero, cioè questi hanno fatto questo campionato senza il centravanti titolare… Fazi: Te rendi conto? E stanno a 15 punti dalle papabili… Bergamo: E sai, questi qui, purtroppo… non c’è niente da fare Fazi: Ma quelli son bravi, son bravi. Questi, quando copri le fasce, la difesa ce l’hai, Buffon c’è… prima o poi pure Zalayeta la butta dentro Bergamo: Hai capito?

  • L’attacco di Moggi “l’Inter vendeva Seedorf e Pirlo per Vampeta e Taribo West”

    L’attacco di Moggi “l’Inter vendeva Seedorf e Pirlo per Vampeta e Taribo West”

    Oggi era il giorno di Luciano Moggi, l’evento preparato ad arte dallo stesso ex dirigente bianconero era importante tanto da attirare al Tribunale di Napoli le maggiori testate nazionali nei mesi scorsi sempre distanti e diffidenti nei confronti dell’accusa.

    Big Luciano aveva annunciato una nuova intercettazione “pesante” e ieri è iniziata a veicolare in rete l’intercettazione tra Bergamo e Rodomonti alla vigilia di un Inter Juventus concluso sul 2-2 e come confessa lo stesso Collina viziato da un mancato rosso a Toldo. Moggi quest’oggi parla a ruota libera tirando in ballo tutti, da Galliani per la famosa intercettazione nel giorno della morte del papa a Ranieri innalzato a nemico di Moggi negli ultimi giorni per trovare un collante con i tifosi nerazzurri scontenti della scelta.

    La parte centrale del suo intervento è però intento a speigare il potere sul campo della sua Juventus evidenziato da un organico che metteva insieme i capitani delle migliori nazionali al mondo e un tecnico di fama mondiale. Le stoccate ai nerazzurri non sono finite, Moggi infatti tira in ballo la gestione dell’organico privato da campioni come Pirlo e Seedorf e rimpiazzati da autentici flop come Coco, Taribo West, Vampeta e Gresko.

    Moggi conclude tirando in ballo anche l’ex pm Narducci che sin dall’interrogatorio si fece sfuggire un eloquente “lei lo sa che è finito”.

  • Intercettazione, Bergamo a Rodomonti “pensa più a chi è dietro”

    Intercettazione, Bergamo a Rodomonti “pensa più a chi è dietro”

    Luciano Moggi lo aveva annunciato la scorsa settimana e adesso a meno di 24 ore dall’udienza nelle stanze del Tribunale di Napoli in rete è iniziato a circolare il contenuto della telefonata tra Bergamo e Rodomonti che per la difesa è l’ultimo tassello per rompere il palazzo accusatorio creato dai pm Narducci e Beatrice avvalendonsi del lavoro del colonnello Auricchio.

    Paolo Bergamo ©Mario Laporta/Getty Images
    Quella che è stata soprannominata la “nonna delle intercettazioni” è un colloquio tra il designatore arbitrale Bergamo e l’arbitro Rodomonti alla vigilia di un Inter-Juventus a San Siro terminato sul 2-2 senza grossi errori arbitrali ma con qualche dubbio di valutazione sul giallo a Toldo invece del rosso in occasione del rigore, due fallacci di Zebina e Stankovic non sanzionati a dovere. Bergamo, che per l’accusa dovrebbe esser un elemento di spicco della cupola Moggiana, dà uno spassionato consiglio a Rodomonti per il proseguo della sua carriera. “In caso di dubbi pensa a chi sta sotto” facile pensare proprio ai nerazzurri distanti in classifica dalla prima posizione. Di seguito vi riportiamo il contentuo dell’intercettazione e il video con i momenti salienti e gli highlights del match. B. Stai preparando bene la partita? R. Sì, sì, sì… B. Hai visto qualcosa oggi mentre ti riposavi? R. No, ho visto quasi niente… B. Però, mi raccomando… Hai faticato tanto per arrivare lì… Per ritornarci, e quindi io mi aspetti, credimi, che tu non sbagli niente. R. Mi fa immensamente piacere quello che hai detto, perché è la verità. B. Oltretutto, c’è una differenza di 15 punti tra le due squadre, capito? Quindi anche psicologicamente preparatici bene. R. Va’ bene, tranquillo… B. Le fatiche che hai durato non le devi mettere in discussione, fa la tua partita, non ce n’è per nessuno, e, se ti dico proprio la mia, in questo momento, se hai un dubbio, pensa più a chi è dietro piuttosto che chi è davanti, dammi retta! R. Va bene, parola d’onore, va bene, sta tranquillo. B. E’ una cosa che rimane tra me e te… Arrivare lassù lo sai quanto sia faticoso, e ritornare giù sarebbe per te proprio stupido. Fa la persona intelligente! R. Perfetto, ho capito tutto! B. La cosa rimane tra me e te, come mi auguro. R. Vai tranquillo… No, no, tranquillo, io non parlo mai con gli altri di me. B. Io ci conto, perché è soltanto una scelta per te, credimi, devi pensare a te stesso in questo momento [jwplayer config=”240s” mediaid=”97929″]

  • Mughini scrive a Moratti “Hanno ripreso a telefonare contro l’Inter”

    Mughini scrive a Moratti “Hanno ripreso a telefonare contro l’Inter”

    Giampiero Mughini tifoso juventino doc e da sempre sostenitore della teoria del complotto nei confronti della Cecchia Signora approfitta della grande confusione in casa Inter per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. L’ex opinionista di Controcampo usa quest’oggi il suo spazio su Libero per scrivere una lettera al presidente Moratti mettendolo in guardia, ovviamente ironicamente, per la nascita di una nuova cupola che cerca di destabilizzare l’Inter afacendo nuovo uso delle telefonate. Mughini consiglia Moratti di affidarsi nuovamente ad Auricchio, considerato al pari di uno dei più grandi giocatori nerazzurri, e a Guido Rossi per risollevare le sorti nerazzurra nuovamente

    Mughini © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

    Gentile presidente Moratti, sono allarmatissimo per le sorti della sua Inter. È successo difatti che le abbiate buscate più volte in quest’ultime settimane, ciò che vi era successo spesso fino a quando non eravate riusciti a sgominare nel 2006 «l’associazione a delinquere» che falsava i tornei a favore della Juve. Prima che scendessero in campo Guido Rossi, un eccellente magistrato milanese che confessava di non sapere nulla di calcio, e il tenente colonnello Auricchio, era per voi impossibile vincere: i delinquenti filo-juventini compravano tutto e tutti. E che altro potevano fare con le squadrette che si ritrovavano? Dopo che giustizia (sportiva) è stata fatta, dopo il 2006, dopo che il compito di fare i gol lo avete affidato a Ibrahimovic e non più a Recoba, è stata per voi una passeggiata trionfale. E questo fino all’anno mirabile del “triplete”, un’impresa sportiva dinnanzi alla quale non finirò mai di togliermi il cappello. Così come sempre mi sono tolto il cappello innanzi alle grandi vittorie dell’Inter di Peppin Meazza, di Giacinto Facchetti, dell’Inter dell’anno trapattoniano. Bene, e adesso che succede? Possibile che voi perdiate sul campo, che prendiate più pappine di quanto riuscite a metterne dentro? Impossibile, e a meno di una spiegazione. E cioè che l’«associazione a delinquere» moggiana ha rialzato la testa. Hanno ricominciato a telefonare a tutto spiano forti di schede svizzere o altre – ad arbitri e designatori e quant’altro, telefonate da cui si guardavano bene i dirigenti delle altre grandi squadre. Da come lei ha ripetutamente raccontato la storia del calcio italiano recente, e cioè che nei tornei in cui arrivavate quinti o anche ottavi, era tutta colpa delle malefatte di Moggi. E dunque perché non dovrebbe essere così anche oggi? Se le avete buscate è perché qualcuno ha telefonato a vostro danno. È vero che lei si è già premunito assumendo uno dei migliori allenatori italiani, quel Mister Ranieri al quale vanno i miei saluti fraterni oltre che la gratitudine per quel che è riuscito a spremere in due anni da un rinsecchito limone juventino. Ma Ranieri non basta. Ci vuole Auricchio, di cui spero che nella vostra bacheca la foto si stagli accanto a quella di “Veleno” Lorenzi e di cento altri vostri campioni. I gol che vi hanno assicurato il vostro quattordicesimo scudetto li ha fatti lui, mica Recoba. Sguinzagli Auricchio, gentile presidente. E a meno che il calcio non c’entri niente affatto con le telefonate di chicchessia a chicchessia. Forse il calcio sta semplicemente nel fatto che undici neri vanno contro undici bianchi, e ci sono anni in cui vincono i neri perché sono più forti, e anni in cui vincono i bianchi perché sono più forti. Anni in cui vinsero Luisito Suarez e Sandro Mazzola e Armando Picchi e Mariolino Corso, perché in campo non c’era nessuno alla loro altezza. L’anno in cui la Juve di Fabio Capello arrivò a 91 punti, perché non c’era squadra italiana che non venisse “asfaltata” da quei fuoriclasse che poi si giocarono in famiglia la Coppa del mondo. L’anno in cui Milito e soci hanno sommato tre grandi vittorie, e non c’era trippa per nessun altro. Succede poi nel calcio vero, non quello millantato al telefono, che le generazioni si esauriscano e restituiscano il bastone del comando. Si esaurì la generazione degli juventini campioni del mondo nel 1982. Si esaurì la generazione stellare di giocatori milanisti modellati da Arrigo Sacchi. S’è forse esaurita, gentile presidente, la magnifica generazione dei vostri campioni di questi ultimi anni. Succede. È il calcio, quello vero. E quanto a telefonate, e per quel poco che contano, sarà divertente ascoltare la telefonata tra un designatore e un arbitro alla vigilia di un memorabile Inter-Juve di alcuni anni fa. La telefonata che la difesa di Moggi esibirà al processo di Napoli nell’udienza di martedì 27. Auguri, gentile presidente. Quanto al torneo in corso, vinca il migliore. Com’è sempre stato.

  • Calciopoli, l’asso di Moggi: l’intercettezione tra Bergamo e Rodomonti

    Calciopoli, l’asso di Moggi: l’intercettezione tra Bergamo e Rodomonti

    Le parole di Moggi a Radio Manà Manà qualche giorno hanno fatto risalire l’attenzione, a dire il vero mai scemata, dei media sul processo a Calciopoli. Il rinvenimento di una nuova intercettazione che per Moggi e il suo entourage sconvolgerà il processo è un boccone troppo ghiotto per la stampa.

    Tante le indiscrezioni, dopo il coinvolgimento della Roma di ieri quest’oggi è il Corriere dello Sport a spifferare di un colloquio tra Bergamo e Rodomonti alla vigilia di un Inter-Juventus terminato poi in pareggio.

    L’intercettazione nominata “la nuova mamma di Calciopoli” spiegherebbe definitivamente il “così fan tutti” del calcio dell’epoca. Il colloquio tra Bergamo e Pairetto, il cui contenuto è ancora top secret, contestualizzerebbe in maniera più chiara una telefonata tra Carraro, prosciolto da ogni accusa, e Bergamo di qualche giorno prima.

    Carraro: Mi raccomando, che non aiuti la Juventus per carità di Dio eh? Che è una partita delicatissima, in un momento delicatissimo, della Lega, eccetera…Per carità di Dio che non aiuti la Juventus. E faccia la partita onesta, per carità, ma che non faccia errori a favore della Juventus, per carita.

    Intanto dopo la Juventus e la Fiorentina scende sul piede di guerra anche la Lazio annunciando attraverso il suo legale l’attesa della fine del processo a Napoli per poi presentare richiesta danni.

  • Moggi “nuova intercettazione stravolgerà il processo”

    Moggi “nuova intercettazione stravolgerà il processo”

    L’udienza del 27 settembre a Napoli si preannuncia ricca di colpi di scena. Luciano Moggi in persona quest’oggi a Radio Manà Manà ha annunciato il rinvenimento di una nuova intercettazione il cui contenuto cambierà definitivamente le sorti del processo a Calciopoli.

    Secondo l’ex dg della Juventus l’intercettazione, il cui contenuto è ancora top secret dimostrerà definitivamente l’esistenza di un progetto per sovvertire le gerarchie del campionato affossando i bianconeri per favorire altri.

    “Questa notte è stata trovata un’intercettazione che sconvolge il processo. Il 27 andrò a parlare io e vedrete che questo nuovo elemento dimostrerà il contrario di quanto ci hanno detto.
    Questa intercettazione dice che è stato fatto un processo volutamente per togliere la Juventus di mezzo e mettere al centro altri”.

  • Le intercettazioni che incastrano Facchetti e l’Inter

    Le intercettazioni che incastrano Facchetti e l’Inter

    Le 72 pagine della relazione consegnata da Palazzi al Consiglio Federale che adesso dovrà prendere la decisione di revocare o meno lo scudetto assegnato da Guido Rossi all’Inter in quella torbida estate del 2006. Il risultato dell’analisi dle procutatore federale suonano come un boomerang, come un tentativo di salvare una parte del calcio italiano distruggendo le altre. Perchè queste intercettazioni non finirono sul tavolo di Palazzi? Chi le occultò? Con quale scopo? Sono queste le domande più ricorrenti in queste ore che stridono terribilmente con chi per anni si è profetizzato onesto ricorrendo ai vestiti bianchi e coniando slogan “Noi vinciamo senza rubare”.

    Con la nuova rabbia degli sportivi sono tornati in auge i contenuti delle intercettazioni che riguardano i nerazzurri e in particolar modo Giacinto Facchetti all’epoca presidente dell’Inter e secondo la ricostruzione di Palazzi elemento cardine nella ricerca di favori da parte dei designatori arbitrali.

     

    Di seguito vi riportiamo il colloquio tra Facchetti e Bergamo scelto oggi dalla Gazzetta dello Sport precedente ad un Inter Juventus della stagione 2005
    Facchetti: “Senti, per domenica allora…” .
    Bergamo: “Ma senti, per domenica noi facciamo un gruppo di internazionali perché non vogliamo rischiare niente… quindi, sono quattro, tutti Il n ° 1 dei fischietti informa il patron dell’Inter sulla designazione di Gabriele in Coppa e quattro possono fare la partita. C’è…”.
    Facchetti: “Ma metti dentro qualche…” .
    Bergamo: “Collina… Ma tutti internazionali, Giacinto… Così perlomeno non c’è discussione perché c’è dentro Collina, c’è dentro Paparesta, c’è dentro Bertini, c’è dentro Rodomonti. Quindi sono tutti internazionali, abbiamo evitato che ci fossero anche troppi giovani per esempio” . Facchetti: “Con Bertini abbiamo avuto qualche problemino” .
    Bergamo: “Con chi?” .
    Facchetti: “Con Bertini abbiamo avuto qualche problemino, anche l’anno scorso là a Torino e anche in un paio di altre partite… abbiamo avuto qualche problema con Bertini” .
    Bergamo: “Mah, se mai sfortunatamente fosse così, ci parlo. Perché… anzi, semmai… è meglio, ti devo dire, capito?” .
    Facchetti: “Non so… Volevo dirtelo” . Bergamo: “Hai fatto bene, hai fatto bene, hai fatto bene”.

    Ma gli esempi possono esser tanti altri: