La 3° giornata di Serie A ha visto l’Inter ottenere il successo nel Derby e di volare così, da sola a punteggio pieno, in testa al campionato.
L’Inter certamente non ha certo fatto dello spettacolo la sua arma migliore di questo inizio di campionato ma gli uomini di Mancini si sono dimostrati concreti e compatti e anche nella sfida contro i rossoneri, che comunque non hanno sfigurato, hanno saputo sfruttare l’azione personale di Guarin per conquistare i tre punti.
I compagni festeggiano Fredy Guarin | Foto Twitter
I nerazzurri hanno anche beneficiato degli stop di Chievo, ottimo 1-1 in casa della Juventus, Sassuolo, fermato su un rocambolesco 2-2 al Mapei Stadium dall’Atalanta, del Torino che ha impattato per 2-2 a Verona contro i gialloblu di Mandorlini e del Palermo che, curiosamente, ha pareggiato con lo stesso risultato di Torino e Sassuolo, in casa contro il Carpi.
Nel gruppone delle seconde, a quota 7 punti, s’infila anche la Sampdoria che non entusiasma per larghi tratti, nel match casalingo contro il Bologna, ma grazie al 5° gol stagionale di Eder e alla gran conclusione di Soriano, conquista i 3 punti.
Per quanto riguarda le altre grandi, molto bene la Roma che, pur non giocando un match scintillante, ha espugnato per 2-o il campo del Frosinone. Ritorna a muovere la classifica anche la Fiorentina di Paulo Sousa, alla quale basta un gol di Khouma El Babacar per sconfiggere 1-0 al Franchi il Genoa di Gasperini.
La Lazio, dopo l’eliminazione nei preliminari di Champions League contro il Bayer Leverkusen ed il pesantissimo Ko al Bentegodi contro il Chievo, sfrutta l’ottimo esordio in biancoceleste di Alessandro Matri che entra nella ripresa e trova la doppietta che stende un’Udinese che dopo l’esordio vincente allo Juventus Stadium, infila la seconda sconfitta consecutiva.
Veniamo all’analisi di due grandi che ancora non sono riuscite ad ingranare la marcia giusta in questo campionato 2015/16, ovvero Juventus e Napoli.
I bianconeri di Allegri erano chiamati a cancellare l’inizio shock. Il Chievo, se pur in grandissima condizione, sembrava essere l’avversaria destinata a lasciare i tre punti alla Juve, così non è stato. Gli uomini di Maran hanno disputato una grande gara e, dopo aver trovato il vantaggio dopo 5 minuti con Hetemaj, hanno anche sperato di far bottino pieno prima che il rigore di Dybala fissasse il risultato sul 1-1. La Juventus però avrà tanto da crescere se vorrà rimettere in sesto una stagione iniziata male.
Il Napoli di Sarri invece continua a mostrare gli stessi difetti visti nella gestione Benitez, ovvero una clamorosa fragilità difensive se paragonata ad un attacco davvero di altissima qualità. Anche ad Empoli i partenopei hanno infatti incassato le consuete due reti, già subite con Sassuolo e Sampdoria, rendendo così inutili i due gol di Insigne ed Allan che sono serviti soltanto a rimontare due volte lo svantaggio.
RISULTATI 3° GIORNATA DI SERIE A
FIORENTINA – GENOA 1-0 giocata sabato alle 18
FROSINONE – ROMA 0-2 giocata sabato alle 18
JUVENTUS – CHIEVO 1-1 giocata sabato alle 20.45
VERONA – TORINO 2-2 giocata domenica alle 12.30
EMPOLI – NAPOLI 2-2 giocata domenica alle 15
PALERMO – CARPI 2-2 giocata domenica alle 15
SASSUOLO – ATALANTA 2-2 giocata domenica alle 15
LAZIO – UDINESE 2-0 giocata domenica alle 18
INTER – MILAN 1-0 giocata domenica alle 20.45
SAMPDORIA – BOLOGNA 2-0 giocata lunedì alle 20.45
CLASSIFICA DOPO 3 GIORNATE
Inter 9, Sampdoria, Chievo, Torino, Sassuolo, Roma e Palermo 7, Fiorentina e Lazio 6, Atalanta 4, Genoa, Milan e Udinese 3, Napoli e Verona 2, Juventus, Empoli e Carpi 1, Bologna e Frosinone 0
La seconda giornata della Serie A 2015/16 ha visto una serata piuttosto vivace, piena di gol, emozioni ed anche alcune sorprese.
In vetta alla classifica a punteggio pieno, dopo il Sassuolo di ieri, infatti troviamo l’Inter, trascinata da Stevan Jovetic, il Chievo, devastante Poker alla Lazio, il Torino, di rimonta sulla Fiorentina, ed il Palermo, corsaro in quel di Udine.
Delusione invece per il Napoli che non riesce a mantenere un doppio vantaggio firmato Higuain e si fa agganciare sul 2-2 dalla Sampdoria di un super Eder.
Bene il Genoa che vince nella prima casalinga, contro il Verona.
Veniamo ad un breve racconto delle gare partendo da quella di Modena.
CARPI – INTER
Stevan Jovetic
Jovetic è ancora una volta decisivo, il montenegrino sblocca il risultato al 31°, lancio di Guarin, Jovetic colpisce calciando addosso a Brkic in uscita, la palla ritorna al numero 10 che la deposita a porta vuota. Il Carpi abbozza una reazione nel finale e trova il pari al 81° con la zampata di Di Gaudio. L’Inter sembra un attimo in difficoltà, i neopromossi ci credono ma al 88° Gabriel Silva causa il calcio di rigore su Guarin che Jovetic trasforma per il definitivo 1-2.
CHIEVO – LAZIO
Gialloblù devastanti, Lazio probabilmente ancora scossa per l’eliminazione della Champions. Bastano queste poche parole per descrivere la gara. La gara la sblocca Meggiorini al 12° con una conclusione deviata da Gentiletti. Alla mezz’ora lo stesso Meggiorini s’inventa l’assist con l’acrobazia volante per il 2-0 di Paloschi. Il primo tempo lo chiude la punizione perfetta di Birsa. Nella ripresa prima viene annullato un gol a Paloschi che si rifà poco dopo per il 4-0 finale.
TORINO – FIORENTINA
In soli 9 minuti, tra il 67° e il 76°, il Torino rimonta il vantaggio viola siglato da Alonso ad inizio gara e con i gol di Moretti,Quagliarella e Baselli conquista il successo, e mantiene il punteggio pieno, ai danni di una Fiorentina che nel primo tempo era piaciuta parecchio.
UDINESE – PALERMO
Ci pensa il bomber di centrocampo Rigoni a segnare il gol che permette ai rosanero di Iachini di espugnare il Friuli. La rete arriva al 7° dopo una gran giocata Vazquez mette in mezzo la palla che Rigoni spinge di testa in gol. L’Udinese ci prova a trovare la parità, il Palermo rimane in 10 per l’espulsione di Struna al 70°, ma tiene.
NAPOLI – SAMPDORIA
Higuain, con una bella doppietta, illude il Napoli di Sarri, che gioca un gran primo tempo e sembra avere in pugno la gara. Ad inizio ripresa però diventa protagonista Eder: prima trasforma il rigore causato da un’ingenuità di Albiol su Fernando, poi con una stupenda azione personale, fatta di finte e controfinte, lascia partire il diagonale vincente. Trovato il 2-2 la Samp insiste e sfiora anche il successo con la conclusione di Muriel. Il Napoli invece si spegne ed esce davanti ad un San Paolo decisamente deluso.
GENOA – VERONA
Il Genoa voleva cancellare il ko di Palermo ed il Grifone ci riesce con una bella prestazione contro il Verona ma sopratutto con le reti nella ripresa di Pavoletti, abile a farsi trovare pronto dopo pochi secondi dal suo ingresso in campo, e Gakpè che trova così il suo primo gol in Serie A.
ATALANTA – FROSINONE
Primo successo stagionale anche per l’Atalanta che si sbarazza del neopromosso Frosinone per 2-0. I bergamaschi potrebbero andare avanti dopo meno di 10 minuti ma Pinilla si fa respingere un rigore da Leali. Poco male perchè passano poco più di dieci minuti ed arriva la zampata vincente di Stendardo. La gara viene chiusa nella ripresa dal gol del PapuGomez.
NAPOLI – SAMPDORIA 2-2 (9°, 39° Higuain (N), 57° rig.,59° Eder (S))
TORINO – FIORENTINA 3-1 (9° Alonso (F), 67° Moretti (T), 69° Quagliarella (T), 76° Baselli (T))
UDINESE – PALERMO 0-1 (7° Rigoni)
CLASSIFICA DOPO 2 GIORNATE
Chievo, Inter, Palermo, Sassuolo e Torino 6 pt, Roma e Sampdoria 4 pt, Atalanta, Genoa, Fiorentina, Lazio, Milan, Udinese 3 pt, Napoli e Verona 1 pt, Bologna, Carpi, Empoli, Frosinone e Juventus 0 pt.
Campionato, quanto c’eri mancato. Riprende la routine, iniziano i primi rumors, iniziano a essere dati i primi giudizi. Alcune delusioni, diverse sorprese, scoperte di nuovi talenti che si sono presentati al meglio in questa nuova serie A, laddove altri giocatori più blasonati non hanno ripagato le aspettative.
Ecco che quindi vogliamo, alla luce di questa prima giornata, mettere a nudo le note positive e quelle stonate di un campionato che si preannuncia essere molto livellato, con diverse squadre che si sono rinforzate e altre destinate a recitare il ruolo di outsider.
I battenti sono stati aperti dalla Roma nell’anticipo delle 18 in programma sabato. Curiosità nel vedere la principale rivale, o etichettata come tale alla vigilia, della “Vecchia Signora”. Un mercato scoppiettante, con il popolo di Roma galvanizzato dagli arrivi di Dzeko e Salah. Un’annata dove è vietato fallire, si saranno detti tutti nell’ambiente, il gap ridotto e la necessità di fare quel salto di qualità dopo due anni consecutivi di secondi posti.
Parte con il freno a mano tirato la Roma di Rudi Garcia, qualche scricchiolio dietro e un terzino sinistro che dovrà arrivare prima del 31 agosto. Poco ha cambiato l’HellasVerona di Andrea Mandorlini, formazione arcigna e ostica che ha aggiunto Giampaolo Pazzini a uno scacchiere già di tutto rispetto. Bosko Jankovic quando vede giallorosso si scatena e la Roma fatica. A evitare una pesante sconfitta ci pensa il “tuttofare” AndreaFlorenzi. Nulla di nuovo, autore sempre di gol pesanti, nessun nome nuovo quindi a referto, i grandi attesi hanno steccato, almeno per ora.
L’altra laziale invece nella partita della sera può sorridere e con essa i nuovi. Il risultato sta stretto ai biancocelesti di mister Pioli. Quante palle gol create contro il neopromosso Bologna. L’infortunio di Biglia rappresenta una grossa perdita, quella del metronomo in grado anche di segnare. In cabina di regia ora Cataldi non dovrà farlo rimpiangere. E’ tornato capitan Mauri, mentre non ci si poteva aspettare debutto migliore da Ricardo Kishna, classe ’95, talento e classe allo stato puro. La baby coppia formata dall’ex giocatore dell’Ajax e da Keita, quarant’anni in due, si prende subito l’Olimpico, una Lazio che darà del filo da torcere a tante formazioni. Il Bologna non può certo esser soddisfatto, non era certo la gara da vincere e Delio Rossi, ex di turno, lo sa. Qualcosa dovrà cambiare, nell’atteggiamento, la serie A è un’altra cosa.
La delusione più grossa è arrivata nella giornata di ieri, dove la Juventus Campione d’Italia, finalista della scorsa Coppa dei Campioni e vincitrice della Super Coppa Italiana, ha steccato come non avveniva ormai da anni. In casa, davanti al proprio pubblico, i bianconeri partono con la giusta aggressività ma le perdite di Pirlo in cabina di regia, sostituito da Padoin, duttile ma non certo dal piede vellutato, di Vidal e soprattutto di Carlos Tevez si sono fatte sentire. Aggiungendo le assenze di Marchisio, fondamentale nello scacchiere di Allegri, e Khedira. Non un alibi, visto che sono arrivati giocatori di blasone come Mario Mandzukic e Paulo Dybala, cui il tecnico ha preferito però dall’inizio Coman, intraprendente ma ancora acerbo.
Paul Pogba | Foto Twitter
Paul Pogba, nuovo 10 atipico è la delusione di giornata, viste le aspettative che tutti riponevano su di lui, come ha dimostrato il pubblico dello Juventus Stadium che, spazientito da alcune giocate di “ folklore ” ha rumoreggiato. Per chi è abituato a vincere, e a farlo sempre, perdere alla prima non è mai bello, contando che la prossima con la Roma sarà un importantissimo banco di prova. Non la solita Juventus schiacciasassi, inerme anche dopo la rete dello svantaggio subito, poco cattiva e cinica. Di fronte a un’Udinese che ha fatto invece tutto quello che doveva fare, dietro Heurtaux e Danilo hanno eretto una vera e propria diga, bene a tratti il terzino sinistro Ali Adnan, primo iracheno a calcare la nostra serie A, non certo impaurito all’esordio. Una sorpresa quella di Iturra, che si è francobollato a tutti, ostacolando l’inizio della manovra juventina. Il centrocampista ex Granada ha corso per due lì in mezzo al campo dimostrando che la famiglia Pozzo si muove sempre bene sul mercato. Il “ vecchietto ” Di Natale è ancora lì a dare consigli e urla ai compagni, Thereau è il risolutore, ma il migliore è stato Bruno Fernandes nella sua nuova posizione di mezz’ala, un salvataggio incredibile, tanti palloni recuperati e spirito di sacrificio.
Passiamo ora alle milanesi, che si sono rinforzate sul mercato, e in questi ultimi giorni piazzeranno altri colpi. Due estati diverse, il Milan con una nuova mentalità infusa dal sergente serbo Mihajlovic, sembrava già avere idee ben chiare, solidità difensiva e il cinismo davanti di CarlosBacca, uno che ha sempre segnato. L’Inter invece veniva da prestazioni deludenti contro formazioni di caratura mondiale, cambiata sia nella retroguardia che a centrocampo, con l’arrivo di Kondogbia pagato fior fior di quattrini e la partenza di Kovacic direzione Real Madrid.
Di fronte la Fiorentina, già in forma e rodata nei meccanismi disegnati da Paulo Sousa, l’ex Basilea, arrivato tra le polemiche a Firenze per un passato trascorso con la maglia della Juventus. Una squadra che gioca bene, manovra fluida, un 3 – 4 – 1 – 2 che alterna possesso palla a giocate in velocità, il tutto condito da un’aggressività in fase di non possesso per recuperare subito la sfera. Tanto equilibrio, finché Rodrigo Ely, che Sinisa Mihajlovic ha deciso di schierare al fianco di Romagnoli in una retroguardia italiana e giovane, con De Sciglio e Antonelli a completare il reparto, non viene espulso per doppia ammonizione. La perla di giornata è quella di Marcos Alonso, che mette all’incrocio con il mancino direttamente su calcio di punizione emulando proprio il tecnico rossonero, ex specialista nelle soluzioni da fermo. Gara in salita per i rossoneri, cambia l’inerzia e nel secondo tempo anche Romagnoli, l’ultimo arrivato, si lascia andare a un fallo ingenuo che causa il rigore. Ilicic firma il raddoppio, delusione per il Diavolo, da cui ci si aspettava di più, ma è presto per parlare. Può sorridere Paulo Sousa che forse forse sta entrando nel cuore dei tifosi, mentre Mihajlovic aspetta Balotelli, sperando di poterlo far rinascere.
Se una parte di Milano se ne torna a casa con una sconfitta, l’altra, quella nerazzurra si gode una vittoria a San Siro raggiunta nella cosiddetta “zona Cesarini” ma quanta fatica contro l’Atalanta che si chiude e a volte riparte. Reja l’ha impostata così ma Mancini può godersi finalmente una coppia difensiva di tutto rispetto, con Miranda e Murillo che non soffrono mai, o quasi, dietro, mentre Juan Jesus a sinistra, aspettando i rinforzi su quella fascia. Kondogbia, che aveva lasciato perplessi nella tournée estiva, dimostra di essere un buon acquisto, giovane e che potrà ancora crescere. Gnoukouri sbaglia troppo, ma se Icardi esce per infortunio, Mancini trova il man of the match in Stevan Jovetic. Il montenegrino fa le prove e scarica un destro potente che sfiora la traversa poi nel recupero con un tiro a giro fa esplodere San Siro. Perde Icardi Mancini, fermato da un dolore alla coscia, ma il mercato forse gli porterà un altro attaccante, o forse due, chissà. L’Atalanta ha giocato con aggressività, pagata a caro prezzo nel caso dell’espulsione per doppia ammonizione di Carmona. Sfortunata con la perdita di Denis nei primi minuti ha fatto poco per impensierire la retroguardia interista. Nessun tiro in porta, un pareggio sarebbe stato tanta manna, ma le partite da non sbagliare saranno altre.
Jovetic salva l’Inter allo scadere
Chi ha cambiato molto, a partire dalla guida tecnica, era il Napoli, con il “ maestro ” Sarri pronto a confrontarsi con una piazza storicamente difficile per qualsiasi allenatore. Un nuovo volto per gli azzurri, automatismi da collaudare. Già il tecnico toscano aveva avvertito che il Sassuolo sarebbe stato l’avversario più duro da incontrare. Previsioni che si trasformano in realtà, anche se Hamsik dopo pochi minuti aveva fatto pensare a una gara incanalata su certi binari. I neroverdi di Di Franscesco hanno cambiato poco e si vede, schemi fatti a memoria quasi e dopo il gol del “ napoletano doc ” Floro Flores arriva anche il gol della vittoria, nel secondo tempo, firmata Sansone. Sconfitta all’esordio per questo Napoli, tanto ancora da lavorare, ma è presto per giudicare, siamo solo all’inizio.
Chi ben inizia è a metà dell’opera, vincere all’esordio contro una formazione candidata alle prime posizioni non è da tutti. Una sorpresa ma non troppo questo Sassuolo, perché che gli emiliani giocassero un calcio sempre propositivo era cosa nota, che potessero imbrigliare l’attacco partenopeo invece è una nota da segnalare. Bravo Di Francesco e campionato che si appresta a riservare sorprese giornata dopo giornata.
Passiamo ora alle genovesi, Sampdoria e Genoa, che hanno cambiato tanto.
Contro il Carpi neopromosso hanno vita facile gli uomini di WalterZenga che all’esordio in campionato non vogliono ripetere gli errori fatti alla prima nel preliminare di Europa League. La squadra di Castori paga la storica prima gara in serie A, forse l’emozione ha influito, morale della favola Samp che annichilisce gli ospiti mettendo in mostra tanta fantasia. Muriel ed Eder seminano il panico e regalano subito giocate e gol, aspettando un Cassano tirato a lucido. Fernando è autore di una punizione magistrale, mentre il Carpi si consola con Lazzari e Matos, con l’ex Fiorentina tra i più positivi già nel pre campionato. Manita per i blucerchiati, rimandati visto che con tutto rispetto l’avversario non ha certo creato particolari problemi. Da rivedere il calo di concentrazione nel secondo tempo dove la Sampdoria si è come accontentata, ma il Carpi dovrà cercare di compattarsi dietro, con la prova di Brkic insufficiente, colpevole in almeno due reti, dove poteva fare sicuramente di più.
Il Genoa è la squadra che ha mostrato forse il miglior calcio nella passata stagione. Gli uomini di Gian PieroGasperini avevano guadagnato il quinto posto ma la Giustizia Sportiva aveva tolto loro la possibilità di conquistare un pass per l’Europa. Buonissima prova per venti minuti dove gli ospiti sarebbero potuti passare in vantaggio almeno due volte con Goran Pandev, ipnotizzato da Sorrentino. Pagano le tante assenze i rossoblù ma il Palermo di Iachini aveva a sua volta visto scappare via con il mercato Dybala e da ultimo il “ gallo ” Belotti. Occasioni da una parte e dall’altra, una traversa colpita da Rigoni, centrocampista goleador, ma la gara si sblocca nel finale, in pieno recupero, a beneficiarne sono i rosanero.
Un nome nuovo, El Kaoutari, che non possa rivelarsi a sorpresa il nuovo colpo, d’altronde i vari Cavani, Dybala, all’inizio erano solo delle scommesse, è lui l’autore del gol che regala i primi tre punti al Pelermo.
Il Genoa può godersi Ntcham, tra i più positivi, mentre gli esterni devono ancora migliorare l’intesa. Esordio amaro per Diego Capel, messo in campo e sostituito dopo pochi minuti, non ottimali le sue condizioni fisiche
Veniamo poi all’Empoli, Saponara, sempre lui, porta in vantaggio i toscani allenati da Giampaolo ma il Chievo dimostra di essere una squadra che sa soffrire e colpire poi al momento giusto, con giocatori ormai di categoria ed esperti quindi.
Tre reti segnate dai clivensi, squadra di Maran che difficilmente stecca contro formazioni di pari livello e questo è diventato un “credo” grazie al quale i gialloblu riescono ogni anno a raggiungere la salvezza.
Sarri si è portato con sé Hysaj e Valdifiori, due pedine importanti, sarà un’annata difficile, assimilare la partenza di un tecnico che ha fatto tanto non sarà semplice ma quello che ha lasciato l’ormai nuovo allenatore del Napoli fa sperare.
L’altra neopromossa era il Frosinone che al Matusa negli ultimi anni non aveva quasi mai perso. Prima in A per i ciociari, Soddimo entra nella storia siglando il primo gol per gli uomini di Stellone nella massima serie. Il Torino ha cambiato molto, quasi tutto, sono arrivati Zappacosta, Baselli, Acquah e Belotti, ma il vero maestro è il tecnico Ventura, capace sempre di far giocare bene le sue formazioni.
A sorpresa in svantaggio ha prima pareggiato i conti con il sempreverde FabioQuagliarella, per poi trovare il gol che ha portato i primi tre punti in casa granata con il nuovo acquisto, l’ex atalantino Baselli, che si è già messo in cabina di regia facendo sognare i tifosi del Toro.
Tra ritorni a sorpresa, quello di Jovetic in primis, scoperte eccellenti come quella di Kishna ed El Kaoutari, che si sono fatti conoscere segnando al debutto, altri giovani interessanti, è tornata la serie A. Aspettando gli ultimi botti dal mercato.
Il primo trofeo estivo nostrano di un certo spessore, escludendo l’ufficiale Supercoppa italiana vinta dalla Juventus, va al nuovo Milan di Sinisa Mihajlovic che prima batte per la seconda volta l’Inter e poi ai rigori supera anche il Sassuolo portandosi a casa il Trofeo Tim.
I rossoneri appaiono più in palla e più amalgamati dei cugini e nella prima sfida del trofeo trovano subito la vittoria grazie ad uno strepitoso Bacca in grado prima di metter in condizione Bertolacci di portare in vantaggio il Milan e poi di raddoppiare con una bellissima rete.
Rispetto alla sfida asiatica tra le due squadre si sono visti in entrambi i team dei rispettivi progressi, tuttavia l’Inter desta ancora moltissima perplessità soprattutto in difesa. Così la prima partita del Trofeo Tim inizia a tinte nerazzurre, la squadra di Mancini pressa alto e schiaccia i cugini cercando subito la via della rete, il Milan chiude bene ed in contropiede fa male. Bacca sulla sinistra lavora un bel pallone, crossa in area e trova Bertolacci che porta in vantaggio la squadra di Mihajlovic, fa riflettere in chiave mercato che Kovacic si perda Bertolacci e non lo segua, un errore visto e rivisto tante volte nella scorsa stagione e che è costato punti all’Inter.
Carlos Bacca contro l’Inter realizza il 2-0 | Foto Twitter
La mini-partita cambia ed è il Milan a condurre le danze, nell’Inter Kovacic va a fiammate ed è l’unico che inventa qualcosa ma è impreciso anche in impostazione. Il Bacca show si completa a metà tempo quando da solo salta come le porte di uno slalom gigante Santon e Miranda per poi battere Handanovic e fare il 2-0. Brozovic riapre la partita poco dopo accorciando le distanze e nel finale dei 45 minuti viene anche espulso Alex per fallo su Icardi lanciato a rete, tuttavia il primo match del Trofeo Tim finisce 2-1.
Nella seconda mini partita è il Sassuolo ad affrontare l’Inter. Mancini cambia parecchio rispetto alla prima prova, ma il risultato non cambia. Defrel, uomo deputato ad ereditare il ruolo di Zaza, passato alla Juventus, realizza il suo primo gol di spessore con i neroverdi che basta a sconfiggere l’Inter confusa e poco vogliosa. La rete si materializza grazie ad un lancio lungo di Cannavaro che innesca Defrel e l’ex-cesenate batte Carrizo in uscita.
Nella terza partita si decide il vincitore e il Milan di Mihajlovic cambia qualche interprete, dentro Suso, Matri e Cerci anche il Sassuolo pratica un po’ di turn-over ma più soft. I primi minuti sono da match di Serie A vero e proprio e pure spettacolare, Consigli si prodiga a neutralizzare le conclusioni di Suso e di Mexes, poi Floro Flores coglie un palo clamoroso a Donnarumma battuto. In vantaggio va per primo il Sassuolo, grazie a Duncan che con un bel diagonale supera il portiere rossonero, il Milan reagisce subito e con Cerci potrebbe pareggiare, ma sulla linea Acerbi sventa la minaccia poi è Nocerino, nei minuti di recupero, a realizzare l’1-1 con un bel tiro a girare.
Si finisce ai rigori e Donnarumma, come contro il Real Madrid qualche settimana fa, fa la differenza neutralizzando i tiri dal dischetto di Berardi e Acerbi. Il rigore decisivo per il Milan invece lo trasforma Nocerino.
Il Milan vince il Trofeo Tim | Foto Twitter
Per quanto un trofeo estivo amichevole possa avere valore Sassuolo e Milan hanno fatto vedere che il mercato ha portato nuova linfa e che c’è un dettame tattico importante che tiene in piedi entrambe le compagini con una buona prospettiva di ulteriore miglioramento soprattutto per il Milan. L’Inter esce da questo Trofeo Timnon ridimensionata, ma certamente con sempre più incertezze che lacune risolte rispetto alla scorsa stagione. Mancini attende novità sul mercato, mentre i tifosi e gli addetti ai lavori vorrebbero vedere più sostanza e meno progetti.
Mohamed Salah sarà presto un giocatore della Roma in maniera ufficiale, per ora è atteso a Fiumicino e dall’entourage giallorosso per effettuare le visite mediche poi avverrà tutto il resto dell’iter per il tesseramento e così si chiude una delle prime telenovele estive che riguardavano in primis il giocatore, la Fiorentina e il Chelsea, poi ne è stato coinvolto l’Inter e alla fine ne ha guadagnato Sabatini e la lupa.
La trama è stata complicata e fatta di tante, forse troppe, parole. Ma alla fine arriva a una conclusione, non inaspettata ma certamente che ha dato i toni del giallo dalle sue prime battute. Il distacco del giocatore dalla Fiorentina, con la quale aveva un accordo e sul quale la viola intende far valere ancora oggi le proprie ragioni aveva messo in imbarazzo il Chelsea, ma non l’agente del calciatore, il quale da subito aveva detto no al club toscano ma che vedeva sicuro il futuro di Salah in Italia e in Serie A. Poi i tentativi nerazzurri, fastidiosi ma mai insistiti, per prendere il calciatore e toglierlo dall’impasse che si era creato ed infine la Roma che con una manovra decisa strappa l’accordo con Chelsea e giocatore.
Mohamed Salah | Foto Twitter
Per la Fiorentina, ovviamente la questione non finirà così perché comunque sostiene di avere i documenti che provano l’accordo trovato a gennaio con Mohamed Salah che non sono stati rispettati dallo stesso giocatore e che comunque il Chelsea non abbia rispettato tali accordi concludendo trattative con altri club stralciando di fatto quanto pattuito nel trasferimento con diritto di riscatto. Per tutto questo la Fiorentina non è felicissima ed inoltre è rimasta piuttosto ferma sul mercato in attesa di capire anche quali buchi sono da coprire. E poi ci sono le vecchie parole del procuratore di Salah che era sicuro sul futuro in Serie A del suo assistito ma non con la casacca viola, questo fa presupporre un accordo sottobanco e poco corretto di un altro club della massima serie nostrana.
In ogni caso Salah arriverà oggi a Roma con il suo entourage per prendere conoscenza della sua nuova realtà ma come detto non potrà firmare per i giallorossi proprio per aspettare il risolversi del contenzioso tra Fiorentina e Chelsea. Tuttavia il club capitolino è fiducioso di ottenere un transfer provvisorio da parte dell’UEFA in tempi brevi.
Uno dei big-match della giornata si gioca in anticipo questa settimana ed è Genoa-Inter, match caratterizzato dalla possibilità di entrambe le compagini di piazzarsi stabilmente in zona Europa League. I liguri hanno il problema della licenza UEFA che non è ancora stata concessa ma vogliono chiudere il campionato come meritano sul campo, i nerazzurri invece vogliono i tre punti per prendere proprio il Grifonee mettersi nel piazzamento europeo, in questo modo possono vedere la rinascita nella prossima stagione con un nuovo orizzonte.
Gasperini non cambia il proprio credo tattico e il suo 3-4-3 collaudato vede, nonostante gli infortuni dei titolari, davanti Falque, Lestienne e Pavoletti, va detto che in distinta pre-gara era inserito Tino Costa al posto del belga in una formazione più coperta, il resto è confermato. Mancini ormai ha consolidato il suo modulo e conferma Brozovic al fianco di Medel e Kovacic in mezzo al campo dietro al trequartista Hernanes, davanti la coppia Icardi-Palacio.
Atmosfera incredibile a Marassi | Foto Twitter
L’atmosfera di inizio gara è bellissima, con lo stadio Luigi Ferraris vestito a festa per omaggiare l’ultima in casa dello strepitoso campionato fatto dal Genoa.
La partita inizia con il protagonista che non ti aspetti, ovvero l’oggetto misterioso Maxime Lestienne che pare ispiratissimo prima con un bel traversone sul quale Handanovic deve mettere le mani per non rischiare e poi con un tiro da fuori area che fa volare il portiere interista per una deviazione non facile.
8° minuto azione insistita da parte dei nerazzurri che dalla sinistra con Kovacic mettono un pallone preciso in mezzo all’area per Brozovic solissimo che di testa piazza il pallone sul primo palo di Perin ma mette la sfera fuori di poco. Il Genoa un minuto dopo replica con un bel traversone di Rincon dalla destra e Lestienne che conferma la sua verve positiva colpendo di testa a botta sicura ma Handanovic si supera e d’istinto riesce a deviare in angolo.
Al 14° Medel tira una bomba dal limite dell’area e trova Perin attento, sul diagonale del centrocampista nerazzurro. Al 20° l’Inter passa in vantaggio, cross dalla sinistra di Hernanes sul quale Icardi vince il confronto aereo con De Maio ma la palla resta lì, il difensore cade mentre l’argentino con un tentativo di calciare la sfera mette fuori tempo Perin che intanto stava uscendo, porta vuota e palla che rotola in porta.
La reazione rossoblù avviene subito, palla al centro e Kucka prende la sfera fuori area aggiusta la mira e tira forte verso la porta, Handanovic vola e non si fa sorprendere. Ma al 24° il portierone nerazzurro deve capitolare quando Bertolacci serve dentro l’area Pavoletti, il quale si gira mandando a vuoto Ranocchia e con un fendente preciso pareggia alla sinistra di Handanovic.
Al 31° l’Inter si riporta in vantaggio, Palacio viene servito splendidamente con un tacco da Icardi che sfila alle spalle di Roncaglia e solo s’invola davanti a Perin il quale non può intervenire in uscita perché il piatto è chirurgico sul secondo palo. Anche in questo caso il Genoa reagisce subito, prima con Lestienne e poi con Pavoletti che colpisce la traversa.
Maxime Lestienne realizza la sua prima rete in Serie A | Foto Twitter
Dal 35° al 38° l’Inter realizza due reti non convalidate dal direttore di gara. La prima di Hernanes chiaramente in fuorigioco, la seconda di Icardi servito in orizzontale da Brozovic ha bisogno di essere vista con attenzione perché è millimetrica la posizione di off-side.
Il Genoa comunque è battagliero, al 42° bellissimo lancio in verticale di Rincon per Lestienne, Handanovic e Ranocchia non si capiscono ed il secondo in scivolata stoppa la sfera sul quale il belga si avventa e a porta vuota pareggia il conto.
Il finale di tempo il nervosismo prevale, Kucka e Brozovic vengono animosamente a contatto e Tagliavento ammonisce entrambi. E’ l’ultima emozione di un primo tempo bellissimo dove le due squadre si sono affrontate a viso aperto senza troppi tatticismi.
La ripresa con le stesse formazioni in campo e al 49° l’Inter con Hernanes ha una bella occasione con un calcio di punizione invitante ma la sfera finisce alta sopra la traversa. I nerazzurri sembrano voler fare la partita ma il Genoa quando ruba palla e riparte in contropiede può fare male, al 53° Lestienne salta D’Ambrosio e mette in mezzo un pallone pericolosissimo sul quale c’è un contrasto in area dubbio tra Pavoletti e Juan Jesus, la palla finisce a Falque che però è in posizione troppo defilata e quando serve Kucka la difesa è schierata per rimpallare il tiro.
Il match ha ritmi vertiginosi e al 58° Palacio grazia la difesa rossoblù, servito splendidamente da Hernanes salta il diretto marcatore in area ma poi scivola malamente quanto si sarebbe trovato solo davanti a Perin.
Al 69° nel miglior momento del Genoa, dopo un paio di sfuriate sulla sinistra di Lestienne, arriva un gran tiro da fuori area di Falque che impegna Handanovic che in volo devia ancora in angolo. Un minuto dopo su un angolo di Lestienne vola in cielo Burdisso anticipando tutti colpisce di testa e la palla esce di pochissimo. L’Inter al 73° potrebbe riportarsi in vantaggio, grande azione di Hernanes che entra in area e di sinistro colpisce il palo interno, sulla ribattuta Brozovic stoppa il pallone e calcia a botta sicura ma prende in pieno l’incrocio dei pali. Sul contropiede Falque non approfitta della superiorità numerica.
Match senza respiro e il Genoa sostituisce l’ottimo Lestienne di oggi con Laxalt, mentre l’Inter fa entrare Bonazzoli per uno stanchissimo Palacio ed il Grifonericomincia a macinare e a pressare gli ospiti, tuttavia all’81° Hernanes tira un insidioso rasoterra sul quale Perin deve superarsi. Due minuti dopo Bonazzoli dalla destra mette un pallone ottimo al centro, Icardi si avventa di testa anticipando Burdisso ma il tiro di testa esce di pochissimo.
Se ai punti la ripresa sembra a favore dell’Inter, all’89° Kucka manda in visibilio la Gradinata Nord. Da una punizione di Edenilson il gigante genoano svetta sopra tutti e batte Handanovic per il 3-2. Lo stesso Kucka regala un match ball ai nerazzurri stendendo al limite Icardi, lo stesso argentino calcia il tiro libero ma la barriera devia fuori facendo fare un sospiro a tutto lo stadio. Ultima emozione di una partita incredibile avviene per un contrasto tra Icardi e un difensore rossoblù in area ma Genoa-Inter finisce 3-2.
Una Juventus con tante seconde linee riesce ad imporsi a San Siro andando a complicare la corsa all’Europa League dell’Inter.
I nerazzurri possono recriminare di non aver sfruttato un primo tempo in cui la Juventus è apparsa sotto ritmo e con la testa altrove e per alcuni errori che hanno agevolato i gol dei bianconeri, clamorosa la papera di Handanovic per il gol del 2-1 di Morata.
Alvaro Morata | Foto Twitter
Proprio Alvaro Morata è da considerarsi il protagonista del match, non tanto per il gol, che è più colpa del portiere sloveno, ma per le continue accelerazioni e giocate che hanno messo in crisi la retroguardia dell’Inter.
Veniamo al racconto della gara.
Mancini, che non può contare su Hernanes squalificato e Guarin infortunato, inserisce rispettivamente Shaqiri e Brozovic. Davanti classica coppia d’attacco Icardi-Palacio.
Allegri pensa alla finale di Coppa Italia e fa ampio turnover lasciando a Torino Tevez, Buffon, Vidal, Evra e Chiellini. Dall’inizio partono Storari in porta, Romulo e Sturaro a centrocampo, insieme a Marchisio, in avanti coppia Matri-Morata.
La partenza è piacevole, al tiro di Icardi respinto in corner da Storari risponde Morata con due ripartenze pericolose. Al 9° l’Inter passa, conclusione da fuori di Brozovic, tocca Icardi e la palla finisce in gol. Il ritmo si abbassa con l’Inter che prova a gestire il vantaggio e con la Juventus che non pressa. Al 22° Morata si riaccende se ne va da solo e costringe Handanovic alla gran chiusura in corner. Risponde l’Inter con Palacio che sfrutta un errore di Lichtsteiner ma Storari chiude. Handanovic torna protagonista poco dopo neutralizzando un bel tiro dal limite di Sturaro. Al 39° l’Inter prima sfiora il gol con Shaqiri che da fuori colpisce l’incrocio, sulla ribattuta Brozovic segna ma si alza la bandierina, gol annullato. Al 42° errore di Medel in retropassaggio, Matri s’invola, supera Vidic, entra in area, il serbo lo stende, è rigore, con giallo, Marchisio con freddezza glaciale trasforma. Il primo tempo si chiude con il risultato di 1-1.
Si riparte con un Morata scatenato che prima va via a tutta velocità alla difesa dell’Inter ma calcia fuori, poi dopo meno di un minuto non riesce a girare in gol di testa da due passi. La gara si mantiene equilibrata senza altre grandi occasioni nel primo quarto d’ora. Al 65° ci prova Shaqiri ma la palla esce sul fondo. Anche D’Ambrosio ci prova ma la palla, colpita al volo, esce non di molto. Allegri inserisce anche Pogba ed al 83° i bianconeri trovano il vantaggio, il tiro è di Morata da fuori area ma Handanovic si fa sorprendere e la palla finisce in gol. La reazione dell’Inter è furiosa ma i nerazzurri non hanno fatto i conti con Storari che prima para sul perfetto inserimento di Palacio e poi con un balzo felino respinge il tiro a botta sicura di Icardi. Morata è scatenato, conquista calci di punizione, con un colpo di testa sfiora la doppietta, insomma una gran partita per lui. L’Inter gioca più sui nervi che sul gioco ma non crea praticamente più niente, finisce 2-1 per la Juventus. Una sconfitta che complica la corsa europea dei nerazzurri.
Vittoria pesantissima nella corsa all’Europa per l’Inter che espugna il Friuli per 2-1, il gol vittoria lo segna Podolski pochi secondi dopo esser entrato in campo.
Ad uscire tra gli applausi però è stata l’Udinese. I bianconeri, nella serata del 205° gol di Di Natale in Serie A, che è valso l’aggancio a Roberto Baggio, sono rimasti in 10 al 40° per il rosso a Domizzi, poi in 9 al 58° quando l’arbitro Rocchi ha espulso Badu autore di una protesta troppo veemente. Nonostante la doppia inferiorità numerica la squadra di Stramaccioni ci ha provato e al 92° ha anche avuto la palla del 2-2 con Perica, salvata in corner.
Come già detto 3 punti importanti per l’Inter ma certamente Mancini dovrà limare quei difetti, come la mancata capacità di chiudere il match, visti nella serata friulana, per cercare di continuare a tenere vivo il sogno europeo.
Veniamo al racconto della gara.
Stramaccioni conferma sostanzialmente l’undici visto contro il Milan sabato scorso, fatta eccezione per Geijo che lascia il posto a Thereau.
Mancini invece torna a schierare Kovacic dall’inizio, il croato si sistema a metà campo con Medel e Guarin. In difesa Felipe prende il posto dello squalificato Ranocchia.
Il primo quarto d’ora vede regnare l’equilibrio con alcuni tiri dalla distanza, Guarin per l’Inter, respinge Karnezis, Allan per l’Udinese, palla fuori, poi Hernanes su punizione ribattuta fuori dal portiere greco. Il ritmo cresce a tratti ma almeno sino alla mezz’ora non si assiste ad occasioni pericolose. Proprio al 30° Hernanes ha una buona occasione ma il suo colpo di testa finisce tra le braccia di Karnezis. Al 40° Domizzi prende il secondo cartellino giallo lasciando i suoi in 10. Sul finale di frazione è bravo il portiere dei bianconeri a deviare in corner prima un diagonale ravvicinato di Icardi e poi una conclusione da dentro l’area di Hernanes. Il primo tempo si chiude comunque sullo 0-0.
L’esultanza di Podolski | Foto Twitter
Si riparte e subito l’Inter ottiene il calcio di rigore per il contatto tra Danilo e Kovacic, dal dischetto va Icardi che trasforma. L’Udinese però ha un’immediata reazione d’orgoglio, Allan s’inventa la giocata si avvicina all’area, serve Di Natale che davanti ad Handanovic non sbaglia. L’Inter potrebbe subito riportarsi avanti ma la conclusione di Kovacic esce di poco. Al 58° altra svolta, Badu protesta troppo vivacemente per un fallo non fischiato e Rocchi gli mostra prima il giallo poi il rosso diretto, Udinese in 9 contro 11. Al 65° Mancini si gioca la carta Podolski ed il tedesco colpisce subito, con un bel tiro da fuori che batte Karnezis. L’Udinese paga la doppia inferiorità numerica e l’Inter sfiora il gol del 3-1 ancora con Podolski. I nerazzurri gestiscono il gioco e vanno nuovamente vicini alla rete con una conclusione di Hernanes fuori di poco. L’Udinese però, sopratutto Allan, ci crede e prova a spaventare l’Inter nel finale. Nel recupero il Friuli grida al gol ma il colpo di testa di Perica viene salvato in corner. I bianconeri ci mettono tutto il cuore ma non basta, passa l’Inter che continua a sognare l’Europa.
UDINESE – INTER 1-2 (47° rig. Icardi (I), 50° Di Natale (U), 65° Podolski (I))
Il 32° turno di Serie A mette in anticipo serale del sabato un match che sarebbe potuto essere, secondo i pronostici di inizio stagione, una partita scudetto ed invece confronta due compagini in cerca di definire la propria stagione mettendo sul piatto della bilancia, secondo l’ultimo andamento di Inter e Roma, più rischi che traguardi.
Così si avvicinano a questa sfida affascinante lombardi e laziali, ospiti demoliti e tritati dalla Juventus nella lotta scudetto prima, poi centrifugati dalla furia del Bayern in Championsed infine estromessi dalla Fiorentina prima in Coppa Italiae poi in Europa League, il resoconto di una stagione che dirà alla fine zero trofei ma che potrebbe anche dire zero Champions Leaguel’anno prossimo in quanto i cugini della Lazio hanno sorpassato ed ora c’è un Napoli che ha ricominciato a correre dietro.
L’Inter è sempre la “pazza Inter” di sempre, nomi interessanti, prospettive buone ma risultati altalenanti, da Mazzarri a Mancini, da Palacio a Podolski passando per Shaqiri non si è mai trovata la quadratura del cerchio, come se ci fosse sempre il solito blocco psicologico che mette i ceppi ai talentuosi piedi nerazzurri.
Il tiro di Hernanes che porta l’Inter in vantaggio | Foto Twitter
Le due squadre iniziano il match guardinghe ma sostenendo un buon ritmo, non c’è una delle due compagini che sembra prendere in mano la gara, tuttavia entrambe non affondano fino al 15° quando i padroni di casa su un’invenzione di Hernanes si portano in vantaggio. Palacio serve il brasiliano al limite dell’area ed il centrocampista nerazzurro tira mirando l’angolino basso a destra di De Sanctis gonfiando la rete per l’1-0.
Quattro minuti dopo Ibarbo potrebbe pareggiare l’incontro, ma il suo tiro di controbalzo colpisce solo il palo sinistro. Poi fio alla mezz’ora del primo tempo il pallino del gioco torna in mano all’Inter che mantiene il possesso limitando le velleità giallorosse. Poco altro per il resto della frazione se non qualche tiro a fuori sballato e qualche bella trama che avrebbe potuto concludersi con miglior sorte ma le due difese sono attente.
La ripresa inizia come si è concluso il primo tempo, al 52° Icardi non concretizza bene un bel passaggio filtrante che lo mette in condizione di calciare verso la porta avversaria indisturbato, il pallone termina alto non di molto. E’ un campanello d’allarme che illumina Garcia, il quale toglie Francesco Totti inserendo Keita, mossa che permette alla Roma di essere più coperta in caso di rush finale giallorosso.
Da questo momento la partita cambia inerzia, ora la Roma ha più equilibrio e si fa sotto con più insistenza e pericolosità. Pjanic al 58° serve in area Florenzi per un’occasione d’oro ma il tiro dell’esterno finisce alto di poco. Sarà un caso ma con l’uscita del Capitano giallorossoPjanic inizia una partita fatta di più spazi e maggiore incisività.
E’ proprio Pjanic a servire l’assist per Nainggolan per il pareggio della Roma, questo avviene al 63° quando il belga calcia di prima in girata verso la porta in modo impeccabile e rimettendo il risultato sulla parità.
La reazione del Inter è immediata, al 66° Guarin con un gran tiro da fuori impegna De Sanctis che respinge. E la Roma non è da meno perché cinque minuti dopo ancora con Pjanic va vicina al vantaggio con una stupenda punizione dove solo Handanovic poteva intervenire deviando in angolo.
La mossa di Mancini non si fa attendere perché vuole i tre punti e al 79° inserisce Shaqiri al posto di Fredy Guarin, nel tentativo di aggiungere imprevedibilità al suo attacco, i frutti si vedono all’85° quando Icardi supera tutta la difesa giallorossa ma da posizione molto favorevole tira alto. Tre minuti dopo l’Inter si riporta in vantaggio. Mauro Icardi viene servito da Lukas Podolski in area e con un perfetto rasoterra segna il 2-1. Garcia cerca disperatamente di recuperare inserendo Doumbia, ma è tutto vano, sarà ancora l’Inter ad andare vicina alla terza rete con Palacio.
L’Inter di Mancini torna a vincere e lo fa per 3-0 in casa del Verona.
I nerazzurri guidati dal duo Palacio-Icardi, autori di un gol ed un assist a testa (il terzo gol è un autorete di Moras), espugnano il Bentegodi.
Tra gli uomini di Mancini si è messo in luce anche Samir Handanovic che non solo si è fatto trovare pronto ad intercettare le conclusioni dei gialloblu ma al 77° ha anche respinto un calcio di rigore di Toni che avrebbe potuto riaprire la partita.
Il Verona ci ha messo tanto cuore, tanto orgoglio, sopratutto nel secondo tempo, ma questo non è bastato, i tre punti sono andati ai nerazzurri.
Veniamo al racconto della gara.
Mandorlini schiera la squadra che aveva battuto il Napoli qualche turno fa, effettuando solo il cambio del portiere, gioca Rafael al posto di Benussi. In attacco Toni supportato da Jankovic e Juanito Gomez.
Mancini stupisce lasciando fuori Shaqiri e inserendo al suo posto Hernanes. Davanti Palacio viene affiancato da Icardi che rientra dalla squalifica.
L’inizio è equilibrato ma non a ritmi alti. A spezzare la parità ci pensa Icardi che ben imbeccato da un cross basso Palacio al 11°, batte Rafael. Il Verona protesta perchè sull’azione Tachtsidis era rimasto a terra. Nella prima frazione di gioco i padroni di casa tentano la reazione ma riescono a rendersi insidiosi solo con qualche calcio piazzato.
Mauro Icardi e Rodrigo Palacio | Foto Twitter
Ad inizio ripresa il Verona pare carico e voglioso di pressare alto e trovare il pari. Al 48° però i gialloblu vengono puniti da un perfetto contropiede con i protagonisti del primo gol che si scambiano i ruoli, assist di Icardi, gol di Palacio. Il Verona non molla e reagisce spaventando la retroguardia nerazzurra con Juanito Gomez e Jankovic. Al 61°Handanovic si erge a protagonista neutralizzando sia la conclusione di Obbadi che quella di Moras deviata da Juanito Gomez. Passano 10 minuti e l’Inter ha il matchpoint ma il tocco di Palacio colpisce il palo. Al 77° il Verona ha l’occasione di riaprire la gara, Vidic commette fallo su Greco, è rigore. Dal dischetto va Toni ma Handanovic si dimostra insuperabile e respinge. I padroni di casa provano a riaprirla con cuore ed orgoglio ma Handanovic continua a dire di no. Nei minuti di recupero arriva anche l’autogol di Moras, su cross di D’Ambrosio, per il definitivo 0-3.