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  • Calciopoli, Bergamo e Pairetto condannati a risarcire la Figc

    Calciopoli, Bergamo e Pairetto condannati a risarcire la Figc

    La Corte dei conti del Lazio ha annunciato quelle che sono le decisioni sulla vicenda Calciopoli con riferimento agli allora vertici dell’Associazione Italiana Arbitri e ad alcuni direttori di gara i quali dovranno risarcire la Federazione Italiana Giuoco Calcio dei danni d’immagine subiti per un importo superiore di poco ai quattro milioni di euro. A pagare il prezzo più alto in questa vicenda è l’allora designatore Paolo Bergamo che sarà costretto a versare un milione di euro tondo tondo nelle casse della Figc.

    Pierluigi Pairetto, altro designatore, dovrà versare ottocentomila euro, trecentomila in più rispetto all’allora presidente dell’Aia Tullio Lanese. Condannato ad una pena pecuniaria pesante anche per l’ex vicepresidente della Figc Innocenzio Mazzini che dovrà sborsare settecentomila euro, ma sono tantissimi anche gli ex arbitri e assistenti condannati. Su tutti Massimo De Santis il quale dovrà pagare cinquecentomila euro. Centocinquantamila euro inflitti a Tiziano Pieri e Salvatore Racalbuto, cinquantamila a Salvatore Dattilo, Marco Gabriele e Paolo Bertini, trentamila e Gennaro Mazzei, ventimila Stefano Titomanlio, diecimila a Claudio Puglisi e Fabrizio Babini.

    Paolo Bergamo
    Paolo Bergamo © MARIO LAPORTA/AFP/Getty Images

    Due i proscioglimenti: si tratta di Marcello Ambrosino, con formula piena e Maria Grazia Fazi, quest’ultima a causa del fatto che la Corte dei conti del Lazio non aveva giurisdizione a decidere nei suoi confronti. I condannati avranno la possibilità, a questo punto, di presentare appello alle Corti riunite, ed è probabile che prima di una decisione definitiva trascorrano due anni. Una vicenda dunque destinata a protrarsi ancora nel tempo, nonostante la grana Calciopoli sia scoppiata ormai parecchi anni fa. Per la Figc invece i quattro milioni di euro servirebbero a rifarsi un’immagine sicuramente macchiata dopo la vicenda che coinvolse un po’ tutti da calciatori per passare a dirigenti, società ed arbitri con decisioni clamorose che fecero il giro del mondo colpendo club importantissimi, su tutti la Juventus.

  • Calciopoli, radiazione confermata per Moggi e Giraudo

    Calciopoli, radiazione confermata per Moggi e Giraudo

    Radiazione confermata per Luciano Moggi e Antonio Giraudo. A far rimanere tale la decisione della Corte di Giustizia della Figc ci ha pensato infatti l’Alta Corte di Giustizia Sportiva, che insieme ai due ex dirigenti bianconeri ha confermato la condanna anche all’ex vicepresidente federale Innocenzio Mazzini.

    I tre erano stati condannati dopo i fatti di Calciopoli e agli stessi è stata applicata la pena massima prevista dall’ordinamento sportivo. La decisione dell’Alta Corte, presieduta da Riccardo Chieppa, è stata ufficializzata nella mattinata di oggi attraverso un comunicato che riporta solamente il dispositivo ma non la motivazione che ovviamente sarà resa nota nei prossimi giorni e che di sicuro non placherà le polemiche, specie per ciò che riguarda i diretti interessati.

    luciano moggi | © GIULIO PISCITELLI/AFP/Getty Images

    La decisione dell’Alta Corte rappresenta l’ultimo atto di quella che è la giustizia sportiva per ciò che concerne il caso Calciopoli. Sin dall’inizio le richieste erano quelle di una radiazione di Giraudo, Moggi e Mazzini. Ma inizialmente il presidente Giancarlo Abete, non avendo le idee chiare su chi avrebbe dovuto prendere la decisione su un’eventuale preclusione degli imputati, chiese un parere alla Corte di Giustizia federale e quindi all’Alta di Corte di Giustizia Sportiva presso il Coni.

    A seguito di tale richiesta fatta da Abete venne approfondito il discorso e si individuò una nuova norma di giustizia per indicare il percorso giuridico – sportivo, approvata dalla Federcalcio. In tal modo si svolse un nuovo processo davanti alla Commissione disciplinare che 15 giugno sentenziò la radiazione, poi ribadita poi il 9 luglio anche dalla Corte Federale. Quindi è toccata all’Alta Corte di Giustizia presso il Coni l’ultima parola, almeno per ciò che concerne la giustizia sportiva. E si perché i tre “radiati” possono ancora ricorrere per vie diverse da quella sportiva attraverso un tribuna italiana o la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Staremo a vedere dunque cosa accadrà.