Dopo le smentite dei giorni scorsi è arrivata l’ufficialità del trasferimento di Zaccardo al Milan. Il terzino del Parma ha sottoscritto un contratto di tre anni e mezzo con il club rossonero, il quale inizialmente aveva proposto all’ex campione del Mondo un biennale fino al 2015. L’incontro decisivo è avvenuto nel primo pomeriggio di oggi, quando il direttore sportivo gialloblu Pietro Leonardi è arrivato nella sede di Via Turati insieme a suoi stretti collaboratori chiudendo di fatto l’operazione, che prevede lo scambio Zaccardo-Mesbah, con l’algerino impegnato al momento nella Coppa d’Africa. Verosimilmente l’ex terzino del Lecce contenderà la maglia da titolare a Gobbi, ormai a suo agio nel ricoprire il nuovo ruolo sulla corsia di sinistra.
Zaccardo libera Abate
L’arrivo di Zaccardo al Milan libera con relativa immediatezza la casella occupata da Ignazio Abate. L’agente del terzino destro rossonero è volato da poche ore in Russia per discutere gli ultimi dettagli con lo Zenit di San Pietroburgo. La squadra allenata da Luciano Spalletti è disposta ad offrire 12 milioni di euro per il cartellino di Abate, una proposta economica che non potrà lasciare indifferenti i dirigenti rossoneri. Così dopo la cessione di Pato al Corinthians per 15 milioni, il Milan riceverà una cifra sostanzialmente simile da un’altra operazione che ha per “vittima” uno dei titolari inamovibili delle ultime stagione, diventato però di colpo un peso contemporaneamente all’esplosione di De Sciglio.
Abate (e Robinho) liberano Balotelli
Tutto quindi sembra portare ad un’unica soluzione finale, quella che vuole Balotelli in rossonero. E’ notizia di ieri, prontamente smentita fra l’altro, la partenza per quel di Manchester dell’agente Mino Raiola, procuratore di Supermario, forse già a conoscenza della doppia trattativa Zaccardo-Abate, la quale consente al Milan di avere la liquidità necessaria per arrivare al talentuoso attaccante del City, il cui costo del cartellino è stato stimato intorno ai 25 milioni di euro. Già con la sola cessione di Pato e Abate i rossoneri avrebbero già in cassa il denaro sufficiente per strappare l’asso italiano ai Citizen, e se non bastasse un’ulteriore spinta decisiva arriverebbe da Robinho, quest’ultimo ancora in orbita Santos. Sembra semplice, fin troppo.
Le parole di Berlusconi riguardo le strategie di calciomercato Milan sono state chiare: no ai giocatori che non siano giovani, e no a tutti quelli con cartellino e ingaggio stratosferici. La cassa del Milan è stata risanata parzialmente sia con le cessioni illustri di Thiago Silva e Ibrahimovic in estate che, ultimamente, con quella di Pato. Fra stipendi e cash, i rossoneri hanno aggiustato il loro bilancio ma nonostante queste entrate, non è tempo di sperperi. La linea di mercato tracciata dalla società rossonera è stata chiara: i top-player vanno creati in casa e non prelevati a fior di quattrini. Seguendo queste idee, vediamo gli ultimi movimenti di mercato del Milan.
IDEA DAVIDE SANTON – Nelle ultime ore è spuntato un nuovo nome per la fascia destra, in sostituzione di un Abate possibile partente verso lo Zenit di Spalletti. Si tratta di Davide Santon, ex giocatore nerazzurro attualmente al Newcastle, sarebbe il prototipo di giocatore che tanto piace al Milan. Giovane e di belle speranze, con una discreta esperienza del campionato italiano. Nella giornata di ieri, a conferma del reale interesse del Milan per Santon, è apparso l’agente del giocatore nella sede rossonera di via Turati.
FASCIA SINISTRA – Molto movimentata anche la situazione riguardante la fascia sinistra. Nel ruolo da terzino, sta convincendo Constant che sempre più spesso è solito partire titolare. In definitiva, Luca Antonini non è più la prima scelta di Allegri e molte squadre lo stanno già corteggiando: i nomi più caldi sono quelli di Galatasaray, Spartak Mosca e Wolfsburg. Sempre a sinistra c’è una nuova idea: uno scambio fra Parma e Milan che coinvolgerebbe Mesbah e Zaccardo. Il rossonero si trasferirebbe a Parma mentre l’ex difensore del Palermo, approderebbe a Milanello. Il presidente degli emiliani Ghirardi chiede però 2 milioni di euro per liberare il suo giocatore.
ALTRI MOVIMENTI – Nell’agenda del Milan ci sono comunque altri nomi. Fra questi capeggiano Astori e Nainggolan, giocatori del Cagliari che, vista la situazione precaria del club sardo, potrebbero scegliere di cambiare aria. Su di loro la concorrenza è però molto alta e prelevarli ad un buon prezzo non sarà cosa facile. Pista sempre molto interessante è quella che collega Milano a Genova: anche in questa finestra di calciomercato, è possibile una nuova operazione che consentirebbe ai rossoneri di comprare Granqvist, difensore centrale del Genoa. Anche quì la concorrenza non manca. Infine, sempre restando a Genova, sponda Sampdoria, da registrare un interesse del Milan per Poli, giovane regista della squadra blucerchiata. Nel reparto offensivo non si segnalano ulteriori sviluppi per la trattativa che vede coinvolto Robinho: il giocatore alla fine dovrebbe restare a Milanello visto che nè il Milan, nè lo stesso giocatore hanno trovato una giusta intesa con i club brasiliani. Comunque sia, Berlusconi ha fatto capire a gran voce che ci sarebbe un giocatore da Milan, Mattia Destro, anche se da Roma lo blindano. Intanto, come riporta Calciomercato.com, queste le parole dell’agente del giocatore: “Chiaramente siamo vincolati alla volontà della Roma che la scorsa estate investì moltissimo su Mattia. E’ altrettanto evidente che il giocatore risponde ai requisiti tracciati dal Milan: grande talento ed età inferiore ai 23 anni. Le parole di Silvio Berlusconi ci lusingano, sono segno di un interesse da parte della società rossonera, che non è comunque l’unica a cui piace Destro. Da qui a dire che è fattibile la distanza è ancora lunga”.
Tornato dal Brasile appena in tempo per vedere il suo Milan vincere per 2-1 contro il Siena ultimo in classifica, Adriano Galliani ha annunciato ai microfoni di Milan Channel che quest’oggi incontrerà il tecnico Massimiliano Allegri per decidere le mosse future da attuare in sede di mercato durante le ultime tre settimane di gennaio. Fin qui ha lasciato Milanello soltanto Alexandre Pato, direzione Corinthians. Nei piani della dirigenza rossonera sarebbe dovuto mancare all’appello anche l’altro brasiliano, Robinho, ma l’ex Manchester City ha detto a chiare lettere di volere solo il Santos, denigrando così le spiagge di Rio e la maestosa copacabana, sacrilegio ai più, non però per gli intenditori delle spiagge di San Paolo. E così Binho ha fatto ritorno a Milano, da dove non si schioderà fino a quando il Peixe non avanzerà un’offerta economica importante per il giocatore, sebbene l’ultimo acquisto di Montillo lasci pensare ad una fumata nera anche nei prossimi giorni, con il rischio per il Milan di perdere il verdeoro a parametro zero il prossimo anno, sempre in questi stessi giorni.
Consigli per gli acquisti
CENTROCAMPO – Nel caso non partisse Robinho quindi, in Via Turati ci penserebbero su due volte prima di acquistare un altro attaccante, dal momento che in rosa figurano già cinque calciatori in quel ruolo, con la stellina Niang pronta a brillare in questo girone di ritorno, insieme all’ex blaugrana Bojan, sbloccatosi ieri nel match contro il Siena. Va da sé che il Milan investirebbe i soldi ricavati dalla cessione di Pato in un altro reparto. Per il momento una delle urgenze più evidenti per i rossoneri è quella della diga a centrocampo, la cui casella è restata miseramente vuota dopo la partenza dell’olandese Van Bommel. Chi dunque meglio di Strootman per rimpiazzare il maestro? Il costo al momento non pare proibitivo (10 milioni, più o meno), e le finanze del Milan possono, se lo vogliono, permettersi questo investimento, dal momento che non stiamo parlando di una scommessa ma di un calciatore dal presente già importante e da un futuro ancora più luminoso.
DIFESA – Sistemato il centrocampo, arriva la difesa, che anche nella partita di ieri contro il modesto Siena ha palesato una paura difficilmente leggibile negli sguardi di altre squadre come Juve, Barcellona e quant’altro (non citiamo il Manchester United perché da quest’anno Vidic e compagnia bella si stanno prendendo vacanze piuttosto lunghe, abbonandosi al segno over fin da inizio stagione). Consigliato Strootman a centrocampo, non possiamo non esimerci dal suggerire a Galliani e Allegri il nome di Angelo Ogbonna, potenzialmente il difensore centrale più forte su cui la Nazionale di Prandelli potrà contare nei prossimi anni. Prezioso diamante del Torino, presente a Euro 2012, costo del cartellino non impossibile (siamo ai livelli di Strootman, euro in più euro in meno), Ogbonna andrebbe a raccogliere l’eredità di un certo Nesta, la cui assenza quest’anno se sommata a quella di Thiago, si è fatta sentire eccome.
ATTACCO – Volendoci spingere ulteriormente avanti, sebbene già i nomi di Strootman e Ogbonna possano apparire di per sé sufficienti per una seria rimonta nel girone di ritorno, consigliamo anche il nome di Muriel, gioiellino dell’Udinese tornato finalmente a risplendere dopo i problemi muscolari che l’hanno bloccato all’inizio. Il nuovo Ronaldo (quello brasiliano) della Colombia, così è stato ribattezzato in patria, per le sue movenze in campo e un’esplosività negli arti inferiori eclatante, ieri ha fatto a pezzi la difesa nerazzurra con le sue accelerazioni, costituendo con Di Natale una magnifica coppia di contropiedisti. Voi direte, con che soldi il Milan potrebbe prendere Muriel? Quelli in teoria ci sono già, basterebbe dire sì allo Zenit e allo Spartak per Abate, Acerbi, Antonini. AAA, 18-20 milioni di euro dal nulla, e la difesa ringrazia.
Vigilia di Milan-Inter – Domani sera il Milan ospita l’Inter nel posticipo serale della settima giornata di Serie A. Un derby non è mai una partita banale, ma questo derby vale molto più di una supremazia cittadina e di 3 punti in classifica. L’Inter reduce, da 3 vittorie consecutive tra campionato e coppa, cerca contro i cugini milanisti la settima vittoria in altrettante partite giocate in trasferta. Il derby è una partita che sfugge ad ogni tipo di pronostico ma l’impressione è che l’Inter ci arrivi leggermente meglio del Milan e non solo per i 5 punti di vantaggio in classifica. Classifica che conta relativamente quando a sfidarsi sono 2 squadre della stessa città basti pensare che nella passata stagione l’Inter peggiore degli ultimi 10 anni abbia vinto entrambi i derby contro un Milan in lotta fino alla fine per lo scudetto.
Il Derby della rinascita – Il derby che andrà in scena domani sera a San Siro potrà significare per entrambe le squadre una rinascita. Per il Milan la rinascita di un gruppo devastato nelle ambizioni come conseguenza dei tanti addii per l’Inter la rinascita di un gruppo che dopo gli anni gloriosi di Mancini e Mourinho vuole ritornare ad essere protagonista in campionato. Per vincere Stramaccioni confermerà la difesa a 3 oramai imprescindibile per l’equilibrio tattico dei nerazzurri. Gli interpreti saranno Ranocchia, Juan Jesus al debutto nella stracittadina e Walter Samuel, talismano nerazzurro visto che con lui in campo l’Inter ha vinto 9 derby su 9. Oltre al reparto difensivo Stramaccioni non ha dubbi su chi giocherà in porta e in attacco. A difendere i pali nerazzurri, per la prima volta in un derby, ci sarà Samir Handanovic mentre in attacco confermatissima è la coppia Cassano-Milito.
Milito, l’incubo di Abate – Il bomber argentino quando vede il Milan diventa spietato e ne sa qualcosa il milanista Abate, decisivo in negativo negli ultimi derby sempre quando si è ritrovato a marcare il numero 22 nerazzurro. I tifosi interisti sperano che Abate giochi titolare domani sera e così dovrebbe essere a meno di clamorose sorprese. Per il terzino destro rossonero Milito è un incubo vero e proprio basti pensare che ben 3 derby recenti sono andati ai nerazzurri grazie a suoi errori in marcatura sull’ex Genoa. In particolare Abate non avrà dimenticato l’errore che permise a Milito di siglare l’1-0 in Inter-Milan 2-0 del 24 gennaio 2010 così come nella passata stagione la vittoria nerazzurra nel derby d’andata arrivò grazie ad un liscio di Abate che lasciò Milito libero di siglare il gol vittoria. Anche nell’ultimo derby, terminato 4-2 per l’Inter, Abate ha sofferto il bomber nerazzurro visto che il rigore del 2-2 realizzato da Milito è scaturito proprio da un suo fallo sull’argentino. Insomma i precedenti di Abate nei derby non sono ben auguranti per i tifosi del diavolo, che sicuramente non si strapperebbero i capelli nel caso Allegri lo lasciasse in panchina.
Cassano sfida il passato – Oltre a Milito domani sera il Milan dovrà fare i conti con Antonio Cassano. Il talento di Bari vecchia giocherà per la prima volta un derby con la maglia dell’Inter, sua squadra del cuore fin da bambino. A questa sfida con il passato Cassano ci arriva riposato in virtù della mancata trasferta in Azerbajian e motivato dai 4 gol siglati nelle prime 6 giornate. Nel derby FantAntonio ritroverà da avversario l’amico Pazzini, compagno d’attacco ai tempi della Samp. Sembra strano ma sono passati solo 5 mesi dall’ultimo derby in cui i 2 giocavano con maglie opposte prima che lo scambio pazzo del mercato si materializzasse in estate. Al momento ad averci guadagnato da questo scambio sembra l’Inter e non solo per il conguaglio di 7 milioni ricevuto. A Pazzini il compito di smentire tale linea di pensiero magari con un gol da 3 punti nel derby mentre per l’ex Milan Cassano il derby potrebbe rappresentare la consacrazione in nerazzurro.
Poco più di 24 ore all’atto finale di questo Euro 2012 che non poche emozioni ha regalato a tutti gli appassionati di calcio, soprattutto quelli italiani. Tifosi che Cesare Prandelli, con le sue scelte portate avanti con caparbietà, ha reso felici e fatto reinnamorare della propria nazionale. Un europeo che ha ridato lustro ad una squadra reduce dal disastro sudafricano e che sembrava aver smarrito ogni traccia di carattere combattivo visto 4 anni prima in Germania, dove la fame e la voglia, più che il tasso tecnico avevano regalato una vittoria insperata alla vigilia.
Proprio l’agonismo, unito ad un’ottima qualità di gioco, hanno permesso all’undici guidato da Prandelli fuori dal campo e da uno splendido Pirlo in cabina di regia, di raggiungere l’ambita finale contro i campioni in carica spagnoli, già incontrati nella gara d’esordio del girone di qualificazione. I precedenti fra le due squadre ci vedono favoriti ma nel calcio si sa i numeri lasciano il tempo che trovano, visto e considerato che proprio contro la Spagna negli scorsi europei abbandonammo mestamente la competizione, che poi vide trionfare per la seconda volta nella loro storia la roja.
I dubbi della vigilia sono fondamentalmente due per il nostro Ct. Il principale è la presenza o meno di Antonio Cassano uscito un po’ acciaccato dal match contro la Germania, la cosa però non sembrerebbe tanto grave da precludere la presenza in campo del numero 10 azzurro. L’altra novità in formazione potrebbe essere l’utilizzo del recuperato Abate, che a questo punto renderebbe più complicate le scelte in difesa, con l’eventuale sacrificio di uno fra Chiellini e Bonucci o con addirittura un quantomeno improbabile ritorno alla difesa a 3, con la conferma di tutto il blocco difensivo della Juve sulla linea arretrata e il conseguente spostamento sulla linea di mediana di Abate e Balzaretti.
Nodi che probabilmente il tecnico di Orzinuovi scioglierà alla fine dell’allenamento previsto per le 17 a Kiev, sede della finale che l’Italia ha raggiunto nella mattinata di oggi.
Sul versante spagnolo il riserbo sull’undici titolare è massimo ed il timore nei confronti della nostra nazionale è aumentato in maniera esponenziale rispetto alla gara d’esordio, merito soprattutto delle capacità della squadra di Prandelli che con prestazioni di altissimo livello si è guadagnata la stima di tutti gli addetti ai lavori anche oltre i confini italiani.
Il tecnico Del Bosque pare però intenzionato a riconfermare Torres, che nella gara inaugurale tanti problemi aveva creato alla retroguardia degli azzurri. Inamovibile tutto il blocco barçelonista di centrocampo che a livello mondiale non ha eguali, in quanto a tecnica e qualità, ma che non avrà vita facile contro il centrocampo italiano visto in questi europei.
L’entusiasmo per la conquista alla semifinale degli Europei 2012 non abbandona il gruppo azzurro che ora, smaltita la gioia e i festeggiamenti, con concentrazione si prepara alla grande sfida contro la Germania per l’accesso alla finalissima. Tra i più contagiati dall’entusiasmo post vittoria contro l’Inghilterra è Giorgio Chiellini, costretto ad abbandonare il campo contro l’Irlanda a causa dello stiramento al bicipite femorale della coscia sinistra e a saltare la gara vittoriosa contro gli inglesi, e che ora sfoggia una gran voglia di tornare in campo e contribuire a scrivere la storia calcistica della nostra Nazione.
Chiellini è tornato in campo con i suoi compagni per allenarsi e svolgere tutti gli esercizi di atletica composti da corse, scatti e allunghi, addirittura disputando la partitella con il resto del gruppo senza risparmiarsi. Per Cesare Prandelli una buona notizia, il tecnico azzurro infatti conta di recuperare il difensore già per la sfida di giovedì a Varsavia contro la Germania.
Il difensore della Nazionale e della Juventus aveva tranquillizzato i tifosi lasciando un messaggio su Twitter riguardo la sua possibile presenza contro i Tedeschi: “Proverò in questi giorni, penso e spero che riuscirò ad essere disponibile contro la Germania“.
Se quello di Chiellini potrebbe essere definito un “recupero miracoloso”, Prandelli resta in attesa di un’altra notizia positiva sul recupero degli altri due infortunati, De Rossi, costretto a uscire a 10′ dalla fine di Italia-Inghilterra per un fastidio al nervo sciatico, e Abate uscito per un fastidio muscolare. Considerando che l’Italia dovrà fare a meno anche dello squalificato Maggio, le risorse in rosa non sono mai abbastanza.
La speranza è che tutti gli infortunati possano essere recuperati in tempo per la grande sfida di Giovedì, certo due giorni in più per recuperare avrebbero sicuramente fatto comodo, considerando anche che gli Azzurri sono reduci dai tempi supplementari, ma siamo certi che il gruppo guidato da Prandelli non si risparmierà neanche per quest’ennesima prova di forza.
Di seguito le pagelle della sfida Italia-Inghilterra. Tra gli Azzurri tantissimi voti alti, e non poteva essere altrimenti vista la grande prova profusa, ad eccezione di qualche uomo apparso un po’ in ombra, leggasi Cassano. Tra gli inglesi sono pochi quelli che si salvano, in particolare ci si aspettava molto di più da Gerrard e Rooney. Positivo invece Terry.
PAGELLE ITALIA Buffon 7: La parata ad inizio gara su Johnson è il preludio ad una serata positiva che passa dalla punizione di Gerrard sulla quale non si fa sorprendere e soprattutto dal rigore parato a Young. Abate 6,5: Nel primo tempo quasi non crede ai propri occhi vedendo l’autostrada che ha davanti. Nella ripresa invece comincia a spingere come un dannato e solo un guaio fisico lo ferma. Barzagli 7: Intavola duelli dai quali esce sempre vincente, chiunque sia l’avversario. Una prova maiuscola la sua che guida veramente in maniera impeccabile la difesa. Bonucci 7: C’era un po’ di timore fra i tifosi Azzurri alla vigilia del match, ma lui ha spazzato via ogni ombra con una prova perfetto. Anticipa, chiude e sui calci piazzati si fa trovare sempre in avanti. Impeccabile. Balzaretti 7: E’ una costante spina nel fianco per gli inglesi. Tanti cross, tanta corsa, si danna l’anima per una gara intera. Prova generosa e di qualità la sua. Marchisio 7: Maiuscola la sua prova in mezzo al campo. Sembra non patire la stanchezza e soprattutto nello stretto fa girare palla che è una bellezza. Serve due assist d’oro a De Rossi che non li sfrutta. Pirlo 7,5: Quel rigore, più che stilisticamente, è stato bello per la scossa che ha dato alla squadra in un momento di grossa difficoltà. Per compiere una pazzia ci vuole personalità, e lui ne ha da vendere. Durante la gara sbaglia poco o nulla. De Rossi 7: Fosse entrato quel gol al 3’, di sicuro sarebbe entrato in lizza per la marcatura più bella dell’Europeo. E invece nella ripresa fallisce uno dei gol più facili della competizione, ma ciò non offusca la splendida prova che offre in mezzo al campo. Abbandona il terreno solo per infortunio. Montolivo 6,5: Il rigore sbagliato, sebbene importante, non inficia un’ottima prestazione. Più volte smarca Balotelli davanti al portiere, ma se deve dare una mano ai compagni in difesa lo fa senza problemi. Resiste 120’, e ciò è già una notizia visto che non era pienamente in condizione. Balotelli6: La porta la centra solo ai calci di rigore, quando non sbaglia di fronte al suo compagno Hart. Tra le occasioni fallite però rilevante appare essere solo la prima quando si appisola e permette a Terry di rientrare. Ma è l’unico azzurro, De Rossi a parte, a calciare verso la porta avversaria. Cassano 5,5: Dopo tre gare di buon livello incappa nella classica giornata storta. Si fa vivo due volte a fine primo tempo, ma è troppo poco per uno come lui. Maggio 6,5: Gioca i supplementari ma si dimostra degno sostituto di Abate con un paio di spunti veramente ottimi. Peccato solo per quel giallo, ingiusto, che gli farà saltare la gara di Varsavia. Nocerino 7: Un peperino nei 40’ in cui è in campo. Corre in lungo e soprattutto in largo quando Prandelli lo sposta a sinistra. Diamanti 7: Scatenato. Da quando entra in campo svaria dappertutto e centra un palo che per poco non permetteva di chiudere il match in anticipo. Segna il rigore decisivo: di sicuro troverà più spazio contro la Germania. Prandelli 8: L’artefice della splendida gara azzurra è sua. Azzecca i tre sostituti più che le sostituzioni visto che due di queste sono obbligate. Ma è l’atteggiamento della squadra a convincere appieno.
PAGELLE INGHILTERRA Hart 6: Si trova bombardato di conclusioni ma di miracoli ne può fare pochi, aiutato com’è dalla fortuna. Si fa vedere in particolare sul tiro di Cassano a fine primo tempo. Non pervenuto ai rigori. Johnson 6,5: Tra i pochi a salvarsi, l’unico a spingere in avanti e a dare un po’ di verve ai suoi. Solo un grande Buffon gli nega la gioia del gol. Certo è che dietro deve faticare per tenere a bada Balzaretti. Terry 6,5: In un modo o nell’altro una pezza lui ce la mette sempre. Si fa spazio con l’esperienza ed è decisivo in particolare nel primo tempo su Balotelli. Lescott 6: Soffre tanto la dinamicità di SuperMario, tanto che tenta più volte di usare il corpo per fermarlo. Cole 5,5: Soffre la dinamicità di Abate quando difende, e non punge quasi mai. Dal dischetto calcia molto male. Milner 5: Sembra partire bene, ma piano piano si spegne e diventa un oggetto misterioso.
Gerrard 5,5: Stanco, non in serata. Dovrebbe trascinare i suoi, dare cambi di direzione, qualità. Ed invece è chiamato solo al lavoro sporco. Parker 6: Il meno peggio dei suoi in mezzo al campo, l’unico che prova a mettere i bastoni tra le ruote alle manovre azzurre. Young 5: Potrebbe fare veramente tanto ed invece punge praticamente mai e per non farsi mancare nulla manda anche un rigore sulla traversa. Rooney 5: Un eremita li davanti. Dopo la palla gol di inizio gara evapora, con Barzagli e Bonucci che lo annullano. Welbeck 5: Assente ingiustificato. Si fa vivo solo sul finire di primo tempo ma una prestazione cosi è davvero sottotono. Walcott 5: Con la sua velocità sembrava dovesse fare sfracelli ed invece l’area di rigore italiana sembra essere solo un miraggio per lui. Carroll 5: Spizza qualche pallone, commette qualche scorrettezza. In concreto però, dalle parti di Buffon non c’è mai. Hodgson 4,5: Si chiude a riccio nel tentativo di riuscire da allievo, a superare il maestro. Ma se ne torna a casa facendo una figuraccia.
Se è vero che le vittorie sofferte sono le più belle, quella conquistata dall’Italia contro l’Inghilterra, che vale la semifinale contro la Germania, è stata veramente stupenda. Sofferenza, ovviamente, legata al fatto di non essere riusciti in 120’ a forzare il fortino inglese, complici legni, difetti di mira e quanto altro. Sofferenza anche per essere finiti sotto ai calci di rigore, per aver intravisto una grande beffa pari a quella che subì l’Olanda nell’Europeo del 2000 proprio contro l’Italia. E invece no, una volta tanto ha vinto chi ha meritato, chi ha giocato per quasi due ore ad una porta. Insomma, in Italia-Inghilterra si è visto veramente di tutto.
I Leoni hanno forse esasperato l’atteggiamento all’italiana, non vedendo mai la porta azzurra dopo un paio di occasioni iniziali. Merito di una Nazionale, quella di Prandelli dalla feroce generosità e dalla classe superba che ha messo alle corde gli inglesi, i cui timori della vigilia possiamo dire fossero veramente fondati. Gerrard che gira a vuoto e impallidito nella morsa dei centrocampisti azzurri, Rooney che non vede una palla contro Barzagli e Bonucci.
Chiari segnali questi, di come la squadra di Prandelli abbia demolito i britannici, duri però a morire, forse perché assistiti dalla dea bandata. Ma alla fine i rigori hanno dimostrato la vera essenza dell’Italia, in tutti i sensi. Il tiro fuori di Montolivo aveva fatto precipitare gli Azzurri, ma la follia di Pirlo, con un cucchiaio che tanto ricorda quello di Totti nella già citata Italia-Olanda del 2000 e la parata di Buffon su Cole segnano la svolta che poi diventa apoteosi al gol di Diamanti. L’Italia c’è e se la stanchezza non farà brutti scherzi contro la Germania ne vedremo delle belle.
INIZIO PALPITANTE – Prandelli e Hodgson non cambiano nulla rispetto a quanto preventivato alla vigilia. Negli Azzurri c’è Montolivo al posto di Thiago Motta. L’avvio vede un’Italia spumeggiante e già dopo un paio di giri di lancette potrebbe passare grazie a De Rossi che con una sventola dalla distanza fa tremare i pali della porta inglese. I britannici si scuotono, capiscono che nonostante il loro atteggiamento palesemente difensivo non possono difendere per tutti i 90’. E allora cominciano a spingere grazie anche alle sovrapposizioni costanti dei terzini, tanto che sfiorano il gol con Johnson il quale non sfrutta un’ottima palla gol in area azzurra grazie anche al bell’intervento di Buffon e Rooney che di testa manda di poco alto. Il momento d’oro degli inglesi finisce qui.
SAGRA DEGLI ERRORI – Da questo momento in poi è solo Italia. Tanto possesso palla grazie anche ad un centrocampo devastante, con De Rossi e Marchisio schegge impazzite, Montolivo a tutto campo e Pirlo solito regista, un esterno di difesa assai ficcante come Balzaretti, ma i varchi sono veramente pochi visto che l’Inghilterra è letteralmente asserragliata. Dunque tocca provare a scavalcarla e cosi ci pensa Pirlo che lancia sul filo del fuorigioco Balotelli il quale quasi incredulo di cotanta grazia si lascia rimontare da Terry che partiva alle sue spalle. Un film già visto contro la Spagna.
Il giocatore del City si potrebbe rifare poco dopo su una geniale imbeccata di Montolivo ma da posizione centrale calcia in bocca ad Hart. E Cassano? Per mezz’ora buona è il fantasma di se stesso. Esce dal torpore dopo mezz’ora abbondante quando di testa apparecchia per Balotelli che, tanto per cambiare, si fa anticipare. Quindi Fantantonio si mette in proprio con un bel tiro dalla distanza: Hart ci mette i guantoni. L’Inghilterra dal guscio ci esce una sola volta Welbeck ma i risultati non sono confortanti. Insomma un primo tempo che si chiude con il rammarico per le tante palle gol sprecate.
LA MUSICA NON CAMBIA – Nella ripresa l’Italia comincia come aveva finito il primo tempo. L’assedio continua e la prima ghiotta palla gol capita a De Rossi che servito da Marchisio spara fuori da posizione più che invitante. Intanto Abate comincia a spingere come non aveva fatto nel primo tempo e aumentano i grattacapi per Hodgson. Balotelli e Montolivo sprecano due grandi occasioni, il secondo a porta quasi vuota ma in equilibrio precario. Insomma l’Italia c’è, ma il gol non arriva.
SI CAMBIA – Hodgson capisce che cosi non va, perché non solo in difesa si soffre e solo un buon Terry tiene in piedi la baracca, ma in avanti Rooney e Welbeck sono oggetti misteriosi. Colpa anche di un centrocampo abulico, con un Gerrard totalmente irriconoscibile. L’allenatore britannico prova a dare la scossa con il gigante Carroll, chiamato a fare sponde (e falli) e lo sgusciante Walcott. Ma non cambierà, di fatto, proprio nulla. Dall’altra parte Prandelli lancia Diamanti al posto di un Cassano stanco. E’ questo l’unico cambio del tecnico azzurro che poco dopo si vede costretto a sostituire anche De Rossi e Abate con Nocerino e Maggio. I tre nuovi si riveleranno molto utili, con Diamanti che si affianca a Montolivo dietro l’unica punta Balotelli nello schema ad albero di Natale. Ma il risultato non cambia.
ULTIMI SFORZI AZZURRI – Nei supplementari Prandelli rimodula i suoi con il 4-4-2, con Nocerino largo a sinistra. Si continua ad attaccare a tutto spiano, con Diamanti che colpisce un altro palo su tiro cross e Nocerino che va in gol ma la sua gioia viene frenata dal guardalinee che sventola la bandierina: è fuorigioco. Intanto Maggio si becca, ingiustamente, un giallo pesante: essendo diffidato salterà la gara con la Germania. Finisce cosi 0-0, si va ai rigori.
DALL’INCUBO ALL’APOTEOSI – Solitamente chi domina nei tempi regolamentari viene beffato ai calci di rigore. E cosi sembra quando Montolivo, dopo i centri di Balotelli e Gerrard, calcia fuori. Un incubo per il centrocampista che scoppia in lacrime. Rooney legittima il vantaggio dei suoi aumentando la paura degli Azzurri che hanno un sussulto quando Pirlo si inventa un cucchiaio che tiene tutti con il fiato sospeso. Un gesto che forse scuote l’Italia e innervosisce gli inglesi. Young centra in pieno la traversa e le cose si rimettono in sesto. Nocerino non sbaglia a differenza di Cole che calcia male e Buffon non può far altro che bloccare la sfera. Il penalty decisivo capita sui piedi di Diamanti che spiazza Hart e fa esplodere l’apoteosi azzurra: l’Italia c’è, anche dagli undici metri. L’incubo di quattro anni fa con la Spagna è scacciato. Game over invece per l’Inghilterra. Con un cuore grande cosi nemmeno la corazzata Germania fa poi così tanta paura.
Italia-Inghilterra, le immagini:
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L’Inter sogna ancora, il Milan finisce all’inferno. Termina 4-2 per i nerazzurri la stracittadina milanese, valida per la 37 giornata di Serie A. Gli uomini di Stramaccioni trionfano grazie alla tripletta di uno scatenato Milito e al gioiello di Maicon. Inutile per i rossoneri la doppietta di Zlatan Ibrahimovic, che raggiunge i 28 centri stagionali, confermandosi il capocannoniere della Serie A. Oltre al sogno Champions, per la squadra di Moratti c’è anche la certezza di un posto in Europa League il prossimo anno. Il Diavolo invece dice addio alle ultime speranze scudetto, tornate in auge all’indomani del pareggio casalingo della Juve contro il Lecce mercoledì sera. Il tricolore ha preso definitivamente la strada di Torino, dove verrà gelosamente custodito per i prossimi 12 mesi.
CHE DERBY – L’è i’stess? Mica tanto. Erano anni che non si viveva un derby così avvincente. L’uomo della Madonnina è ancora lui, Diego Milito. Rinato nel girone d’andata proprio in occasione della stracittadina, esagera a modo suo, con una tripletta da incorniciare. Segna subito, al 14′ minuto, sotto la curva rossonera, che già aveva annotato l’1-0 di Vucinic in quel di Trieste. L’Inter domina, realizza anche il 2-0 con Cambiasso ma Rizzoli non se la sente di convalidare l’ennesima rete fantasma di questa stagione. Nell’occasione Abbiati si fa male ed è costretto ad abbandonare il campo. E’ il secondo cambio della serata per Allegri, che ad inizio match aveva perso Bonera (al suo posto il giovane De Sciglio). Segnali di una partita nata male e destinata a finire peggio.
ORGOGLIO IBRAHIMOVIC – L’ultimo dei moicani. Certo, un paragone un po’ azzardato, ma ormai qualsiasi attributo che si voglia dare al bomber di Malmoe ha il sapore del superfluo. Rizzoli conferma di attraversare una giornataccia e assegna poco prima dell’intervallo un penalty a favore dei rossoneri, giudicando fallosa l’entrata di Julio Cesar ai danni di Boateng. La moviola mostra come il portiere brasiliano tocchi in realtà soltanto il pallone. Le vibranti proteste del verdeoro non fanno cambiare idea al direttore di gara. E nemmeno la linguaccia sventolata in faccia a Ibrahimovic aiuta Julio Cesar. Parità, 1-1. Pronti, via, Ibra. La ripresa si apre nel segno dell’attaccante rossonero che si beve letteralmente i difensori interisti e con un cucchiaio firma il sorpasso rossonero. Il Milan è di nuovo avanti, 2-1, lo scudetto è ancora in bilico.
STRA-RIMONTA – E’ un derby che non finisce mai. Muntari, sì proprio lui, sfiora la terza rete per il Diavolo pochi minuti più tardi. Nonostante non sia esattamente uno dei massimi esteti del calcio, opta per una soluzione fin troppa fantasiosa, invece che usare la “legna”. Peccato capitale della serata rossonera. Trascorrono 5′ minuti e Milito dal dischetto realizza il 2-2 (fallo di Abate). Il tricolore torna prepotentemente sotto il diluvio di Trieste. Allegri rimane imbambolato. Cassano viene fatto entrare soltanto quando mancano 15′ minuti al termine. Ragione e sentimento non trovano un significato a tale scelta, l’ennesima discutibile della gestione Max. In casa Inter sanno bene cosa siano le stra-rimonte, e Moratti ne assaggia i frutti più dolci. Milito (80′) fa tris, ancora su calcio di rigore (mano di Nesta). Maicon chiude il sipario all’87, un gioiello di rara bellezza. Milan, adesso è davvero finita.
Pagelle Inter Milan 4-2 Julio Cesar 6: premettendo che la linguaccia del primo tempo resterà forse come una delle immagini più belle del campionato, il portiere interista non da sfoggio della sua bravura dimostrata tante altre volte. La prestazione è comunque sufficiente. Maicon 7: da Oscar la conclusione con la quale ha sorpreso Amelia e fatto scattare in piede tutto il popolo nerazzurro. Saluta San Siro come ai tempi del triplete. Zanetti 7,5: domandate a lui se era l’i stess. Chiedete ad Allegri cosa abbia provato nei minuti finali nel vederselo sfrecciare per 80 metri senza che i suoi giocatori potessero avere arbitrio. Capitano dentro. Sneijder 7: altra bella prova dell’olandese, apparso rigenerato dalla cura Stramaccioni. Non è ancora in versione triplete, però è tornato ad essere determinante per i colori nerazzurri. Ed è già tanto. Milito 9: da ieri sera nel web è scattata la petizione per intitolare la stracittadina milanese a lui. Qualcosa che suoni come “derby Milito”. Quest’anno l’argentino, quando ha incontrato il Milan, ha giocato a poker.
Abbiati 6,5: la stagione 2011/2012 non vedrà una parata scudetto di San Abbiati. Peccato, perché il portiere rossonero c’ha provato in tutti i modi a scrivere una nuova Perugia. Tutto inutile. Abate 5: quando vede Milito il terzino del Milan va in tilt. Il derby dell’andata venne deciso da un suo errore, e anche ieri non è stato da meno. Nesta 6: il difensore romano sente terribilmente la mancanza di Thiago Silva. Da solo, a 36 anni, tappa le falle come può. In maniera egregia il più delle volte, con la mano in altre circostanze. Se è stato il suo ultimo derby lo sapremo fra sette giorni. Sappiamo già però che quello di ieri non se lo ricorderà molto volentieri. Muntari 5: lo si era intuito da tempo, adesso è arrivata la conferma. E’ lui l’uomo scudetto, nel bene e nel male. Ha la palla del 3-1, la fallisce clamorosamente. L’ultima speranza tricolore svanisce con il suo errore. Ibrahimovic 8: il re abdica. Per la prima volta da 8 anni a questa parte, Zlatan non vincerà lo scudetto. Ajax, Juve, Inter, Barcellona, Milan. Però Zlatan lascia il trono a modo suo, con una doppietta. Il titolo di capocannoniere non glielo sfila più nessuno ormai.
INTER MILAN 4-2, HIGHLIGHTS
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Stasera a San Siro va di scena Milan Atalanta, sfida valida per la 36 giornata di Serie A. I rossoneri vogliono continuare a tenere aperto il campionato, consapevoli però che togliere lo scudetto alla Juventus sia ormai diventata un’impresa impossibile. Torna nella lista dei convocati Robinho, dopo le due assenze consecutive negli ultimi due incontri. Il brasiliano sarà in ballottaggio fino all’ultimo con El Shaarawy. Oltre a Binho, Allegri recupera anche Massimo Ambrosini. Con ogni probabilità il capitano partirà titolare in mezzo al campo. Tra gli ospiti c’è la tranquilli di chi non ha più nulla da chiedere al campionato. La classifica dice 46 punti (sarebbero 52 senza la penalizzazione), salvezza matematica raggiunta e quota 50 distante solo 4 punti. Obiettivo prestigioso, salvo il fatto che il personalissimo scudetto i nerazzurri l’hanno già portato a casa.
UNDICI ROSSONERO – Il Milan scende in campo con il consueto 4-3-1-2. In porta Abbiati, difesa a quattro composta dalla coppia centrale Nesta-Yepes, con Bonera e Antonini terzini. Ancora non convocato Thiago Silva, mentre Bonera sostituisce l’infortunato Abate. A centrocampo classica linea a tre muscolare, con Nocerino e Muntari insieme al rientrante Ambrosini. Sulla trequarti giocherà titolare il ghanese Boateng, ormai pienamente recuperato, che agirà alle spalle del tandem d’attacco Ibrahimovic El Shaarawy. Difficile ipotizzare la presenza dal primo minuto di Cassano, se si tiene in considerazione del match disputato solamente tre giorni fa al Franchi di Siena. L’unico ballottaggio riguarda il compagno di reparto del capocannoniere svedese. Le indiscrezioni della vigilia danno favorito il Faraone, non è da escludere però un ritorno di fiamma di Robinho.
ATALANTA – Reduce da tre vittorie nelle ultime 4 partite, i bergamaschi sono una delle squadre più in forma del campionato. Questa sera dovrebbero scendere in campo con il classico 4-4-1-1. Consigli guiderà la difesa a 4 costituita da Stendardo e Manfredini centrali, Raimondo e Peluso terzini. Lungo le fasce Colantuono opta per Schelotto a destra e Bonaventura a sinistra, mentre in mezzo al campo giocheranno Cigarini e Cazzola. Dietro El Tanque Denis, Tiribocchi è favorito su Moralez e Gabbiadini.
PRECEDENTI – All’andata il Milan batté l’Atalanta all’Atleti Azzurri d’Italia per 2-0, grazie ai gol di Ibrahimovic su rigore e Boateng. La scorsa stagione, con Allegri in panchina, i rossoneri sconfissero i nerazzurri di Bergamo per 3-1 (doppietta di Pato e Borriello). L’ultimo successo dell’Atalanta in casa con il Milan risale alla stagione 2007-2008, quando i bergamaschi sbancarono il campo di San Siro per 1-2 con le reti di Floccari e Langella.