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  • Lorenzo in pole a Jerez. Rossi 5° con caduta

    Lorenzo in pole a Jerez. Rossi 5° con caduta

    Jorge Lorenzo ha conquistato la pole position del Gran Premio di Spagna sul circuito di Jerez de la Frontera, prima tappa europea della MotoGP e terza gara della stagione. Il campione spagnolo dopo essere stato il più veloce in ben tre dei quattro turni di libere a disposizione ha dominato anche la sessione di qualifica “regalandosi” la prima posizione nel giorno del suo 26esimo compleanno grazie al tempo di 1:38.673, tempo già stratosferico di suo ma che risulta ancora ben lontano dall’1:38.189 fatto segnare dallo stesso spagnolo nel 2008 che ancora oggi persiste come record della pista. Ma non sarà di certo questo a rovinare una giornata pressochè perfetta del maiorchino che sul tracciato di casa ha festeggiato la seconda pole della stagione dopo quella ottenuta in Qatar al GP inaugurale.

    Jorge Lorenzo © Mirco Lazzari gp/Getty Images
    Jorge Lorenzo © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Dominio iberico in terra spagnola perchè alle spalle di Lorenzo troviamo i connazionale della Honda Dani Pedrosa e Marc Marquez. Il primo ha già vinto due volte su questo tracciato e si trova decisamente più a suo agio rispetto al compagno di squadra, che quì non ha ancora conosciuto la parola vittoria.I due sono stati autori di due delle tante cadute del turno ma nonostante questo sono riusciti a piazzarsi in prima fila rispettivamente a 247 e 298 decimi che separano gli uomini del team Hrc dalla migliore delle Yamaha, che sembra avere decisamente un altro passo rispetto alla gara di Austin e prorpio per quaesto non sarà facile batterla.

    Alle spalle dei primi tre troviamo Cal Crutchlow con la Yamaha Monster del team Tech 3  che ha preceduto il suo team-mate Valentino Rossi. Entrambi i piloti della casa dei tre diapason sono stati protagonisti di due scivolate negli ultimi minuti della sessione a dimostrazione di quanto si fosse al limite e in crisi con le gomme, additate da qualche pilota come principale causa delle tante scivolate di giornata, anche se il pesarese, prima di vedere praticamente distrutta la sua M1 stava trovando il ritmo per poter rientrare almeno nei primi tre e nonostante la quinta posizione finale, fissata comunque come obiettivo prima delle qualifiche, cercherà di far valere la sua tradizione particolarmente favorevole su questo circuito che lo ha visto trionfatore otto volte, per cercare di correre una gara da protagonista.

    Alvaro Bautista ha completato la seconda fila classificandosi in sesta posizione, mentre ad aprire la terza fila sarà Nicky Hayden con la prima delle Ducati per la prima volta in stagione davanti al compagno Andrea Dovizioso, molto in difficoltà con le gomme e a oltre un secondo dalla prima posizione. Tra i due uomini in rosso partirà un agguerritissimo Stefan Bradl che ha conquistato di forza la Q2 ai danni della Crt di Aleix Esparagaro, estromesso per soli 3 centesimi. Hector Barberà chiuderà invece la top-ten davanti ad un eroico Andrea Iannone che nonostante una caduta prima delle qualifiche che gli ha procurato un brutto infortunio al ginocchio ha avuto la forza di montare in sella alla sua Ducati e firmare l’11esimo miglior tempo.

  • Superbike, ad Assen vincono Sykes e Laverty. Male Melandri

    Superbike, ad Assen vincono Sykes e Laverty. Male Melandri

    Tom Sykes e Eugene Laverty si sono suddivisi la posta in palio vincendo rispettivamente la prima e la seconda manche del Gran Premio d’Olanda sul circuito di Assen, terzo appuntamento del Mondiale Superbike. Il pilota della Kawasaki ha letteralmente dominato la gara della mattinata chiudendo con oltre cinque secondi di vantaggio sul gruppetto degli inseguitori mentre l’irlandese si è imposto in volata in gara due proprio sul britannico. Week-end da dimenticare per i colori italiani, con Marco Melandri out in gara 1 per la rottura della catena mentre in gara due non è andato oltre l’ottava posizione. Male anche la Ducati che con Carlos Checa ha collezionato solo due decimi posti. In classifica generale Sylvain Guintoli nonostante due gare non proprio esaltanti mantiene la vetta solitaria con 111 punti, 28 in più rispetto al trio composto da Laverty, Davies e Sykes.

    GARA 1 – Non c’è stata davvero storia in gara 1. Dopo essere partito dalla Superpole Sykes mette subito le cose in chiaro già dalla prima curva mantenendo salda la prima posizione per poi imprimere un ritmo inavvicinabile per gli avversari. Una marcia trionfale e solitaria, una sinfonia perfetta quella del britannico, che neanche il tanto temuto calo delle gomme riesce ad impensierire. Già perchè le temperature del tracciato olandese sono state rese meno elevate dalla pioggia caduta fino al sabato e dalle temperature più fredde rispetto alle prime uscite stagionali, permettendo al britannico di guidare per 22 tornate con l’aggressività del giro da qualifica, riportando la Kawasaki al successo su questo circuito dopo ben 7 anni, dal lontano 2006.

    Eugene Laverty e Tom Sykes
    Eugene Laverty e Tom Sykes © Dean Mouhtaropoulos/Getty Images

    Lo spettacolo quindi va in scena alle spalle di Sykes ed è affidato a Johnatan Rea e al duo Aprilia composto da Laverty e Sylvain Guintoli, che sin danno battaglia fino allo all’ultimo sul filo dei centesimi. A spuntarla è il pilota della Honda che con un guizzo finale riesce a spuntarla sul francese di casa Aprilia a cui non basta la velocità della RSV4, mentre l’irlandese commette un piccolo errore in uscita da una curva e viene tagliato fuori per la lotta al podio a poche curve dalla fine. Prestazione superlativa quella dell’inglese che con l’unica Honda superstite tiene alto il nome del team che ha sede a pochi chilometri dal circuito. Mentre vanno i  migliori auguri di pronta guarigione al compagno di squadra Leon Haslam, che nelle libere del sabato mattina ha subìto una brutta frattura di tibia e perone della gamba sinistra, ma ciò nonostante dovrebbe farcela per essere presente al GP di Russia, tra 5 gare in programma il 21 luglio.

    Alle spalle dei primi quattro si difende bene Davide Giugliano, che dopo essere partito benissimo e avere lottato con i primi perde di consistenza accontentandosi del duello con Loris Baz che alla fine gli soffia anche la quinta posizione. Grande gara anche per Chaz Davies, costretto a partire dai box per aver sostituito la sua Bmw R1000 andata distrutta nel warm-up, e settimo all’arrivo dopo aver compiuto una grande rimonta. A seguire le due Suzuki di Jules Cluzel e Leon Camier, al ritorno in pista dopo aver saltato il doppio appuntamento ad Aragon per infortunio. Male invece la gara della Ducati, che puazza nella top-ten il solo Carlos Checa alle prese con tanti, troppi interrogativi sulla competitività della nuova Ducati Panigale. Mentre peggio è andata a Marco Melandri che non è riuscito a schierarsi neanche sulla griglia di partenza per la rottura della catena.

    GARA 2 – Totalmente diversa la tipologia di gara della seconda manche, dove le temperature del tracciato decisamente più alte hanno impedito il remake di gara 1 e la fuga di Sykes costretto a trattare in maniera più delicata le coperture. Nonostante ciò, il solo pilota in grado di tenere il passo del britannico è Laverty che decide restare incollato al codone della Ninja per quasi tutta la gara e studiarne i punti deboli per poi piazzare l’attacco decisivo a tre giri dal termine rendendo poi vano ogni attacco dell’avversario che ha tentato fino alla chicane finale di portarsi al comando.

    Alle spalle dei primi due il solito duello tra Rea e Guintoli anima la battaglia per il posto d’onore sul podio, cui si aggiunge Loris Baz con la seconda Kawasaki. Il francese di casa Aprilia, dopo cinque podi consecutivi in stagione, viene tagliato subito fuori dalla lotta venendo sopravanzato anche da Davies, mentre questa volta non bastano i numeri e il coraggio di Rea, beffato da Baz che completa del verde Kawasaki due terzi del podio. Settima la Suzuki di Camier davanti alla Bmw di Marco Melandri che non è riuscito ad ingranare neanche nella seconda manche, mentre Michel Fabrizio conquista un secondo posto abbastanza incoraggiante davanti alla Ducati di Checa, che conferma la decima posizione di gara 1.

     

  • GP Austin, Marquez vince ed entra nella leggenda. Rossi solo 6°

    GP Austin, Marquez vince ed entra nella leggenda. Rossi solo 6°

    Marc Marquez ha vinto la prima edizione del Gran Premio degli Stati Uniti sul nuovo circuito di Austin, secondo appuntamento del Motomondiale. Il pilota spagnolo ci ha messo davvero poco a diventare grande e ha dimostrato di avere la stoffa del campione confermandosi velocissimo su un circuito praticamente nuovo a tutti e sul quale non ha avuto rivali. Il giovane rookie della Honda ha praticamente scritto la storia del motociclismo su questo circuito conquistando la prima vittoria nella classe regina dopo appena due gare dall’inizio del campionato diventando il pilota più giovane ad aver centrato questo obiettivo a soli 20 anni e 63 giorni, battendo un mostro sacro della categoria come Freddy Spencer il cui record persisteva da ben 25 anni. Un bel segnale per un campionato che si preannuncia molto serrato e che ha visto oggi aggiungersi un altro pretendente per la lotta finale. Marquez infatti alla sua prima stagione nella top-class comanda già la classifica con 41 punti in coabitazione con il connazionale Lorenzo

    Marc Marquez
    Marc Marquez © Peter Lim/Getty Images

    Daniel Pedrosa ha provato fino all’ultimo ad infastidire il “Cabroncito” tentando l’allungo iniziale dettato anche da una scelta di gomma differente rispetto a quella del suo più giovane compagno di squadra, morbida contro dura, scelta che non ha pagato perchè Marquez ha montato si una gomma meno efficace ma è stato in grado di mandarla in temperatura grazie anche alla sua guida molto aggressiva che tanto ha ricordato quella del suo predecessore Casey Stoner. Così, dopo 13 incollato al codone della Honda del suo team-mate, Marquez ha affondato il colpo con un sorpasso tanto aggressivo quanto ragionato che a nove giri dal termine lo ha portato per la prima volta a guidare una gara di MotoGP, mentre Pedrosa dal canto suo ha cercato timidamente una reazione che non ha portato nulla di concreto, anzi, per la seconda volta ha dovuto arrendersi alla superiorità del numero 93 che in queste due gare ha ristabilito le gerarchie nel box Hrc.

    Sul podio Jorge Lorenzo che ha completato un trio tutto spagnolo. Il maiorchino difficilmente oggi avrebbe potuto fare di più su un circuito che sin dai test si è rivelato più adatto alle caratteristiche della Honda e cosi il campione del mondo in carica ha limitato i danni centrando l’obiettivo minimo alle spalle dei due ufficiali, che poi si è tradotto nel 100esimo podio della carriera, un bel traguardo per un pilota che anche nelle difficoltà trova sempre dei motivi per poter sorridere. Cosa che purtroppo ancora non sta riuscendo al suo compagno di squadra Valentino Rossi che dopo aver ben impressionato all’esordio compie un passo indietro non riuscendo a ripetere la prodigiosa rimonta del Qatar. Il pilota di Tavullia ha dovuto lottare, più che con gli avversari, con i problemi di anteriore della sua M1 rischiando più volte la caduta tra le curve del tracciato texano, che non gli ha regalato più del sesto posto finale.

    Davanti al Dottore i due “clienti” Cal Crutchlow e Stefan Bradl che hanno corso una gara relativamente tranquilla senza mai essere impensieriti dai rispettivi avversari, con il britannico che dopo i suoi “classici lunghi” di inizio gara è riuscito a ritrovarsi e chiudere degnamente alle spalle dei magnifici tre, mentre il tedesco si è limitato ad una gara ordinata senza sbavature che lo ha portato a raccogliere una ottima quinta posizione. Mentre dietro è stata vera lotta tra Andrea Dovizioso e Alvaro Bautista con il forlivese che si è preso la soddisfazione di battere una moto nettamente superiore su questo tipo di tracciato. I problemi della Ducati ci sono e si vedono tutti ma il talento del Dovi h fatto la differenza e li ha limitati nettamente. Anche perchè Nicky Hayden, da molto più tempo nell’ambiente di Borgo Pamigale, non è andato oltre la nona posizione e si è ritrovato con 11 secondi di ritardo dal compagno di squadra.

    Bene Andrea Iannone, riuscito a rientrare nella top-ten con la Ducati del team Pramac e vincitore della piccola sfida in famiglia con Ben Spies, ancora in difficoltà nonostante si corresse sul tracciato di casa. Lo statunitense non è riuscito a fare meglio della 13esima posizione, preceduto anche dal debuttante Bradley Smith sulla Yamaha del team Monster, e dall’ottimo Aleix Espargaro, 11esimo e nettamente il migliore delle Crt.

     

  • Marquez domina le libere a Austin. Rossi 5° a 2″

    Marquez domina le libere a Austin. Rossi 5° a 2″

    Non c’è stata storia in queste prime libere del Gran Premio degli Stati Uniti. Marc Marquez alla sua seconda gara nella classe regina sta continuando a stupire e sul circuito di Austina ha dominato a mani basse entrambi i turni di prove rifilando distacchi abissali alla concorrenza. Lo spagnolo sin dalle prime tornate si è preso la vetta della classifica e non l’ha mai mollata umiliando gli avversari con un ritmo davvero insostenibile, basti pensare che il compagno di squadra Daniel Pedrosa, in seconda posizione, ha beccato oltre mezzo secondo di distacco ma ha dovuto compiere un giro pressochè perfetto per mantenere questo distacco. Al contrario il connazionale numero 93 ha messo in serie una serie di giri veloci con una naturalezza impressionante che non ha mai messo in discussione la leadership di questo primo turno di prove.

    Marc Marquez
    Marc Marquez © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Rispecchiate dunque le previsioni della vigilia con le Honda nettamente più veloci sia nel guidato ma anche sul rettilineo dove il motore della RC213V ha fatto nettamente la differenza rispetto a tutte le altre. Al Terzo posto infatti si è piazzata la Honda clienti di Stefan Bradl che però ha accusato a fine sessione un ritardo di oltre un secondo, a dimostrazione della prova super del rookie di casa HRC. Per trovare la prima Yamaha dobbiamo scivolare fino alla quarta piazza dove troviamo il campione del mondo in carica Jorge Lorenzo a un secondo e sei decimi di ritardo dalla vetta. Alle sue spalle il compagno di team Valentino Rossi che è subito seguito a pochi decimi di distacco dalla Yamaha clienti di Cal Crutchlow. Il team della casa dei tre diapason è cosciente che dovrà correre una gara tutta in difesa per limitare al massimo i danni poichè la prestazione della Honda in generale su questo circuito pare essere irraggiungibile.

    Si è difeso nettamente bene Andrea Dovizioso in settima posizione con la prima delle Ducati ma ad oltre due secondi dalla prima posizione. Il forlivese ha dovuto fare i conti con alcuni problemi sulla sua Ducati che lo hanno costretto a restare ai box per gran parte della sessione ma alla fine è riuscito a difendersi al meglio restando davanti alla Honda Gresini di Alvaro Bautista che sembra il pilota più in difficoltà tra quelli motorizzati giapponesi. Nona posizione per Nicky Hayden che ha preceduto la Ducati clienti di Ben Spies che ha chiuso la top-ten a due secondi e sei decimi dalla vetta. E’ andata peggio ad Andrea Iannone che non è riuscito a fare meglio della 15esima posizione alle spalle anche di tre CRT. Fa meglio di lui, ma di poco, Bradley Smith, decisamente poco a proprio agio sulla Yamaha Monster  del team Tech 3, in 12esima posizione.

  • Lorenzo domina a Losail. rimonta show di Rossi, è 2°

    Lorenzo domina a Losail. rimonta show di Rossi, è 2°

    Tutto facile per Jorge Lorenzo. Il campione del mondo in carica dopo la pole ottenuta nelle qualifiche di ieri ha praticamente dominato la gara inaugurale della stagione sul circuito di Losail, primo appuntamento della stagione valevole per il Gran Premio del Qatar, mantenendo la testa della corsa sin dalla partenza per poi tenere un ritmo inarrivabile per gli avversari che gli ha permesso di arrivare in tutta tranquillità a tagliare il traguardo e festeggiare sotto la bandiera a scacchi assieme al suo team. Grande prova di forza quella del maiorchino che ha dimostrato alla concorrenza di essere ancora lui l’uomo da battere con una moto pressochè perfetta che per tutto il week-end ha viaggiato sui binari.

    Jorge Lorenzo
    Jorge Lorenzo © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Alle spalle dello spagnolo, che ha fatto gara a sè, è stato vero spettacolo per la lotta al podio e per la seconda posizione che ha visto protagonisti uno straordinario Valentino Rossi e l’esordiente Marc Marquez. Il primo ha dimostrato una volta di più, se ancora ce ne fosse stato bisogno, tutto il suo talento che nonostante i due anni bui passati in Ducati non è stato minimamente scalfito, e di avere ancora la capacità di lottare per le posizioni di vertice. Strepitosa la sua rimonta dopo un errore alla fine del primo giro di gara che lo aveva relegato in ottava posizione nel tentativo di superare la sua ex Ducati in mano ora ad Andrea Dovizioso. Il pesarese è riuscito a recuperare al gruppetto tre secondi e mezzo nell’arco di otto giri scavalcando senza troppi patemi prima Cal Crutchlow e poi Pedrosa andando a giocarsi la seconda posizione con il campione del mondo della Moto 2 che ha pagato la poca esperienza alla prima gara nella classe regina nei confronti del nove volte campione del mondo.

    Risultato tanto sensazionale quanto insperato per la Yamaha che porta a casa la prima doppietta stagionale grazie alla conferma di Lorenzo e alla ritrovata competitività del campione di Tavullia su cui nessuno avrebbe scommesso alla sua gara di ritorno nel team giapponese. E invece il Dottore dopo delle prove libere esaltanti e delle qualifiche meno brillanti ha saputo risollevarsi girando da metà gara in poi ad un ritmo più elevato rispetto a quello del compagno di squadra che ha potuto girare per tutta la gara senza pressioni. Grande merito anche per il rookie di giornata Marquez che ha conquistato il suo primo podio alla sua prima gara in MotoGP regolando il compagno di squadra Dani Pedrosa che ha chiuso in quarta posizione a quasi tre secondi dal numero 93 della Honda. Lo spagnolo vice-campione del mondo dopo Stoner avrà a che fare con un altro osso duro nel proprio team, Marquez di sicuro ha tutte le qualità del campione e a lungo andare potrebbe rivelarsi una presenza ingombrante all’interno del box.

    Alle spalle dei primi quattro troviamo la Yamaha clienti di Crutchlow che ha provato a resistere al sorpasso di Rossi finendo lungo alla prima curva senza però compromettere la sua posizione chiudendo davanti alla Honda di Alvaro Bautista e alle 4 Ducati presenti nel Mondiale. La prima è quella di Andrea Dovizioso che ha battuto sul traguardo per soli sei decimi il compagno dimsquadra Nicky Hayden. Bene Andrea Iannone che ha vinto il duello in famiglia con l’altra Ducati clienti di Ben Spies che ha chiuso la top-ten. Poi solo Crt guidate dallo spagnolo Aleix Espargaro in 11esima posizione.

  • Pedrosa al comando nella seconda giornata di test a Sepang

    Pedrosa al comando nella seconda giornata di test a Sepang

    Daniel Pedrosa si conferma leader nella seconda giornata dei test invernali sul circuito di Sepang, chiudendo la sessione di prova al comando della classifica generale. Il pilota della Honda Hrc precede, come già accaduto ieri, il pilota Yamaha Jorge Lorenzo, staccato dal connazionale di 19 millesimi, anche se nei giri effettuati complessivamente il maiorchino ha avuto un passo decisamente migliore del rivale. Si conferma al terzo posto Marc Marquez nonostante abbia girato su tempi abbastanza alti, ma è stato sufficiente il passaggio 20 per ottenere il terzo tempo di giornata davanti a Valentino Rossi quarto, ma comunque in netto miglioramento di prestazione sul giro. Cal Crutcholw si piazza dietro i top driver chiudendo davanti a Stefan Bradl e Alvaro Bautista sebbene con distacchi notevoli dal quartetto di testa. Sempre attardate ma in netto miglioramento le due Ducati di Hayden e Dovizioso, che hanno ottenuto rispettivamente il nono e il decimo tempo a oltre un secondo e mezzo di ritardo.

    Daniel Pedrosa
    Daniel Pedrosa © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    La sessione odierna ha visto un Pedrosa riconfermarsi al comando con una Honda già superiore rispetto al resto del gruppo, e soprattutto un Marquez già ad altissimi livelli che tiene il passo della coppia Lorenzo-Pedrosa come se fosse un veterano, candidandosi seriamente a battagliare per il titolo già nella sua prima stagione nella massima categoria. Lo spagnolo classe ’93 sembra non accusare le difficoltà di ambientamento su una moto nettamente diversa rispetto a quelle protagoniste in Moto2, mostrando sin da subito un gran feeling con la sua nuova Honda.

    Migliora di giro in giro Valentino Rossi, distante dalla vetta 5 decimi ma in costante crescita per tutto l’arco della sessione ma complessivamente c’è soddisfazione nel team Yamaha per il lavoro svolto in questi due giorni sulla M1. Il “Dottore” ha affermato che  c’è da lavorare ancora sul setting della moto ma essere così vicini ai piloti di testa che viaggiono forti lo rende comunque soddisfatto. Un pò più pessimista Jorge Lorenzo, deluso dalla prestazione della sua moto, che non si aspettava inferiore alla Honda in questi test invernali.

  • Test Sepang MotoGP, Pedrosa al comando. Rossi 4°

    Test Sepang MotoGP, Pedrosa al comando. Rossi 4°

    Daniel Pedrosa chiude al comando la prima giornata di test in Malesia, sul circuito di Sepang, nella giornata che apre ufficialmente i battenti della nuova stagione del Motomondiale. Il campionato si preannuncia molto avvincente e combattuto, soprattutto grazie al ritorno in Yamaha di Rossi e al passaggio di Marquez alla Honda ufficiale dopo il ritiro di un mostro sacro come Casey Stoner.

    Lo spagnolo della Honda, leader della sessione odierna, precede di 8 millesimi il Campione del Mondo in carica Jorge Lorenzo su Yamaha. Tiene il passo dei due un ottimo Marc Marquez distante dalla vetta solo 44 millesimi, mentre è più indietro Valentino Rossi che ha ottenuto il quarto tempo nella prima uscita con la sua nuova “vecchia” moto, chiudendo con 4 decimi di distacco dal trio di testa. Ancora una volta tra i piloti di testa troviamo Stefan Bradl, che ha chiuso la sua giornata di prove dietro il “Dottore”, lasciandosi alle spalle Cal Crutchlow su Yamaha. In netta difficoltà le due Ducati, con Hayden in decima posizione a oltre 2 secondi da Pedrosa, e Andrea Dovizioso, chiamato a sostituire Rossi nella scuderia di Borgo Panigale, tredicesimo con 2 secondi e mezzo di distacco mentre l’altro italiano Andrea Iannone chiude 16esimo.

    Dani Pedrosa
    Dani Pedrosa al comando nei test MotoGP di Sepang © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Soddisfatto Rossi alla sua prima uscita in sella alla Yamaha con la quale ha vinto 4 titoli mondiali: “Sono bastati 10 giri per rendermi conto che questa è la mia moto“, ha affermato entusiasta il pilota di Tavullia, che ha aggiunto inoltre come si sia divertito a guidare sulla pista malese dopo l’esperienza negativa vissuta in Ducati che ne ha limitato il potenziale nelle ultme due stagioni. Valentino sa che la moto può ancora migliorare nonostante ci sia già un buon feeling alla guida della M1 che, assicura il “Dottore”, essere migliore rispetto a quella guidata da lui nella precedente esperienza nel team giapponese, ma rimane comunque fiducioso del fatto che ci saranno dei progressi in vista dell’inizio della stagione.

    Infine una battuta anche su Marc Marquez, vero outsider del campionato, che ha già messo in mostra le sue doti nella nuova categoria, apparso pimpante e velocissimo sin dalle battute iniziali: “Non mi aspettavo un Marquez così competitivo. Sapevo che sarebbe stato veloce, ma non così“.

  • Pedrosa vince l’ultimo atto a Valencia. Lorenzo out e Rossi 10°

    Pedrosa vince l’ultimo atto a Valencia. Lorenzo out e Rossi 10°

    Daniel Pedrosa ha vinto il Gran Premio della Comunità Valenciana, teatro del 18esimo appuntamento del mondiale che oggi ha chiuso il campionato della MotoGP. Sul circuito di Valencia il pilota della Honda ha centrato il suo settimo successo della stagione e ha così chiuso nel migliore dei modi la sua annata più positiva nella classe regina con la pole position e la vittoria nel GP di casa, nonostante la sconfitta nel Mondiale due settimane fa sul circuito di Phillip Island.

    L’ultimo appuntamento della stagione ha regalato grandi emozioni come poche volte in questa stagione, già da inizio gara, dichiarata bagnata dai commissari. Tutti i piloti hanno cosi optato per le gomme rain, tranne Jorge Lorenzo che ha deciso di montare sin dalla partenza la gomma da asciutto. Scelta poi copiata appena dopo il giro di ricognizione da Daniel Pedrosa, Nicky Hayden e Cal Crutchlow, che sono rientrati ai box per cambiare gomme quindi sono stati costretti a partire dalla pit-lane.

    All’inizio però la gomma slick non è sembrata essere efficace sul circuito reso umido dalla pioggia caduta in mattinata e il neo campione del mondo è stato infatti risucchiato a centro gruppo mentre ha sorpreso la partenza di Aleix Espargaro, ritrovatosi incredibilmente primo e con un secondo di vantaggio sugli avversari dopo appena un giro di gara. Anche la Ducati, che con condizioni di asfalto incerto si è sempre comportata bene, si è ritrovata all’inizio con due piloti nelle prime due posizioni, Hector Barbera secondo e Valentino Rossi terzo.

    Ma la prestazione della gomma da bagnato su un tracciato che ha cominciato via via ad asciugarsi è cominciata a scadere permettendo a Lorenzo di recuperare tutto il vantaggio perso a inizio gara e di ritrovarsi primo dopo soli quattro giri, mentre tutti gli altri che avevano montato gomma rain sono rientrati per il cambio moto. Gli unici ad aver tratto vantaggio da questa situazione sono stati Lorenzo, ritrovatosi primo con largo margine, Pedrosa che si è gettato all’inseguimento del connazionale e il duo formato da Crutchlow e Nakasuga mentre Hayden con pari pneumatici ha faticato a trovare il ritmo dei primi. In realtà in Ducati anche dopo il cambio gomme si è faticato a trovare un trend accettabile ed entrambi i piloti hanno continuato a girare su tempi come su pista bagnata e di fatto la gara del team di Borgo Panigale è finita lì, con Hayden caduto dopo pochi giri e Rossi che è stato doppiato dai primi piloti.

    Quindi il leit motiv della gara è stato il solito duello tra Lorenzo e Pedrosa, con il pilota della Honda capace di rimontare dall’ultima posizione fino a portarsi negli scarichi del maiorchino, ma le condizioni del circuito sono rimaste comunque molto difficili. Proprio per questo motivo i due padroni di casa sono stati portati all’errore, uno senza conseguenze da parte di Pedrosa che è arrivato lungo ad una curva perdendo un pò di contatto con il leader della classifica, l’altro invece fatale per Lorenzo, che nel tentativo di doppiare la Crt di Ellison è finito sull’umido ed è stato protagonista di una spettacolare quanto pericolosissima caduta che al giro numero 13 lo ha messo fuori gioco. Caduta che per fortuna non ha avuto conseguenze fisiche mentre la Yamaha giaceva li al suo fianco completamente distrutta. Stessa sorte del maiorchino anche per Stefan Bradl, caduto mentre era in lotta per la terza posizione con le Yamaha di Crutchlow e Nakasuga, mentre per Pedrosa si è trattato di gestire al meglio la gara fino alla fine pur con qualche brivido di troppo dovute alle condizioni insidiose del tracciato.

    E mentre la gara si era avviata cosi verso un epilogo che ormai sembrava consolidato ecco nel finale la sorpresa, con Crutchlow che ancora una volta ha buttato al vento una bella gara con una caduta nei giri finali che gli ha tolto la gioia del podio, sarebbe stato il secondo di questa stagione.  Così alle spalle di un imprendibile Pedrosa ha chiuso un grandissimo Nakasuga al suo primo podio in carriera davanti a Casey Stoner che ha dato il suo addio alle corse chiudendo al terzo posto superando negli ultimi giri Alvaro Bautista, quarto ai piedi del podio. Lo spagnolo del team Gresini, nonostante la beffa per aver perso il terzo posto, si è comunque preso la soddisfazione di aver chiuso il mondiale in quinta posizione, alle spalle dei magnifici quattro ma davanti a Valentino Rossi dal quale in questa ultima gara doveva difendere un vantaggio che ammontava a otto punti.

    Per il pesarese invece non c’è stata proprio gara se non per i primi quattro giri che avevano fatto sperare al team bolognese per un qualcosa di positivo, speranza che è andata via via spegnendosi con il passare dei giri. Un brutto epilogo che però dovrà essere dimenticato in fretta perchè già da mertedi inizierà una nuova avventura, il tanto desiderato

    Daniel Pedrosa © JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images

    , con i test che segneranno l’antipasto di quella che sarà la nuova stagione del Motomondiale. Stagione che si presenterà senza Casey Stoner, che ha salutato il mondo delle corse con il terzo posto.

    Tornando alla classifica dei tempi è da segnalare la gara di Michele Pirro, quinto davanti ad Andrea Dovizioso, che da martedi sarà in sella alla Ducati, e a Karel Abraham in settima posizione. Davanti a Rossi anche le altre due Crt di Danilo Petrucci e James Ellison, mentre Aleix Esparagaro che era partito a razzo nei primi giri della gara ha chiuso appena fuori dalla top-ten, in 11esima posizione ma ha vinto il suo piccolo Mondiale chiudendo come primo dei piloti Crt.

  • Pole e record per Pedrosa nel Gp di Valencia. Rossi 11°

    Pole e record per Pedrosa nel Gp di Valencia. Rossi 11°

    Ultima qualifica dell’anno nel segno di Daniel Pedrosa. Lo spagnolo ha infatti conquistato la pole position del Gran Premio della Comunità Valenciana, che domani calerà il sipario alla stagione 2012 del motomondiale, firmando il giro migliore in 1:30.844, tempo che oltre ad essere il migliore di sessione diventa anche il nuovo record della pista frantumando di circa due decimi quello precedente che apparteneva a Valentino Rossi e che resisteva dal 2006.

    Nonostante la sconfitta per aver perso il campionato proprio la gara scorsa a Phillip Island il pilota della Honda non si è perso d’animo e ha dato un chiaro segnale di forza proprio nella sua Valencia conquistando la sua quinta pole position stagionale, pole che mancava dal GP di Misano Adriatico, girando sotto il muro dell’1:31 e rifilando distacchi pesanti a tutti gli avversari. Primo dei quali è proprio Jorge Lorenzo, diventato campione per la seconda volta nella classe regina in Australia, che non è riuscito a tenere il passo del connazionale nonostante fino0 a pochi minuti dalla fine sembrava avere tute le carte in regola per portare a casa la prima posizione.

    La Yamahadel campione del mondo ha sofferto, almeno in qualifica, l’ultimo intermedio dove invece l’accelerazione della Honda ha fatto la differenza.

    Daniel Pedrosa © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Particolare che però non è bastato a Casey Stoner che nonostante la sua solita guida aggressiva non è riuscito a regalare alla Honda la doppietta provvisoria. L’australiano, dominatore assoluto a Phillip Island, non ha nessuna intenzione di regalare la passerella al compagno di squadra, ci tiene a far bene nell’ultima gara della sua carriera ed è per questo uno dei maggiori candidati per la vittoria nonostante la caviglia sia ancora in disordine.

    In seconda fila troviamo le due Yamaha Tech 3 di Cal Crutchlow, in quarta posizione, e Andrea Dovizioso, sesto, divisi dall’ex campione del mondo della Moto 2 Stefan Bradl con la Honda del team Lcr. Il britannico è sembrato più a suo agio con il circuito spagnolo mentre il forlivese ha già la testa ai prossimi test in programma martedi in sella alla sua nuova moto, la Ducati.

    Alle spalle di Dovizioso troviamo la prima delle Ducati, quella di Nicky Hayden staccato di sette decimi dall’italiano e di un secondo e sei decimi dalla vetta. Lo statunitense è stato bravo a tenere dietro la Honda di Alvaro Bautista, che partirà in ottava posizione davanti al duo spagnolo formato da Hector Barbera e Aleix Espargaro.

    Il pilota della Art ha chiuso la classifica dei migliori deieci e si è preso la soddisfazione di tenersi alle spalle la Ducati di Valentino Rossi, in netta difficoltà sul tracciato spagnolo. Il pesarese, all’epilogo della sua deludente avventura in Ducati, partirà dalla quarta fila avendo ottenuto l’11esimo crono ma forse la sua testa è già proiettatata ai test di martedi nei quali risalirà in sella alla “sua” M1 per prepararsi al meglio alla sua stagione in Yamaha.

    Randy De Puniet ha chiuso 14esimo davanti alla Ducati di Karel

    Abraham mentre Nakasuga, sostituto dell’infortunato Ben Spies, partirà 16esimo alle spalle di Michele Pirro, migliore degli italiani con le Crt, e davanti a Danilo Petrucci, 17esimo. Claudio Corti proveniente dalla classe Moto 2 ha chiuso lla classifica in 22esima e ultima posizione.

  • Stoner pole a Phillip Island davanti a Lorenzo e Pedrosa. Rossi 8°

    Stoner pole a Phillip Island davanti a Lorenzo e Pedrosa. Rossi 8°

    Casey Stoner ha conquistato la pole position del Gran Premio d’Australia sul circuito di Phillip Island, teatro del 17esimo e penultimo appuntamento del Mondiale. L’australiano ha fatto un altro mestiere rispetto alla concorrenza e dopo aver dominato tutti i turni di prove libere ha conquistato la sua sesta pole della carriera sul tracciato di casa, nonchè quinta della stagione e 39esima in carriera e ha tutta l’intenzione di portarsi a casa la vittoria, che sarebbe la sesta consecutiva, in quella che per lui sarà l’ultima apparizione sul “suo” circuito.

    Per il campione del mondo in carica anche un brivido ad inizio turno causato da una caduta alla curva 4 che ha fatto temere il peggio per la sua caviglia ancora malconcia, ma nonostante ciò il canguro australiano è riuscito a risalire in sella e spadroneggiare anche con la moto di riserva. Il giro che gli è valso la pole è stato di 1:29.623, e anche se gli altri si sono riavvicinati rispetto ai distacchi abissali delle prove libere, è stato l’unico pilota a girare costantemente sotto il muro del minuto e 30″.

    Casey Stoner © PAUL CROCK/AFP/Getty Images

    Al secondo posto Jorge Lorenzo che pur avvicinandosi molto al pilota della Honda non è riuscito a scendere sotto il mezzo secondo di distacco, ma è riuscito nel suo intento di piazzarsi momentaneamente davanti al diretto rivale nella lotta al titolo iridato Daniel Pedrosa. Il maiorchino quì a Phillip Island ha la prima chance di laurearsi campione del mondo, ipotesi non impossibile visto che lo spagnolo della Honda si è dimostrato meno efficace rispetto alle ultime uscite con diversi problemi di set-up sella sua Rc213V. A complicare poi i piani di Pedrosa si è messa anche la pioggia, arrivata sul finire del turno, che non ha permesso allo spagnolo di migliorare il suo tempo che è rimasto inchiodato sul 1:30.575 a circa nove decimi di ritardo dal compagno di squadra, e questa volta per tenere accese le sue speranze iridate non gli basterà arrivare davanti a Lorenzo che si presenta al penultimo appuntamento della stagione con 23 punti di vantaggio sul connazionale su 50 disponibili fino al termine del campionato. Vedremo se Pedrosa, che non si potrà permettere una gara in difesa, avrà la forza di ribaltare i favori del pronostico ma l’impresa si preannuncia molto difficile a meno di clamorosi colpi di scena, che potranno accadere soprattutto se in gara dovesse venire a cadere la pioggia, che potrebbe cambiare le carte in tavola.

    Ad aprire la seconda fila troviamo la Yamaha clienti del team Tech e di Cal Crutchlow che però accusa oltre un secondo da Stoner e sarà affiancato da Stefan Bradl sulla Honda Lcr, vicinissomo al britannico e staccato di soli 35 millesimi, e dal compagno di squadra Andrea Dovizioso con la seconda Yamaha Monster, che non ha particolarmente brillato in queste qualifiche australiane.

    Settimo tempo invece per la Honda Gresini di Alvaro Bautista che aprirà la terza fila davanti alla prima delle Ducati, quella di Valentino Rossi che ha confermato gli standard delle prove libere e ha chiuso con due secondi pieni di distacco dalla vetta. Queste premesse sono tutt’altro che buone per il pesarese che dovrà sperare ancora una volta nell’arrivo della pioggia per poter disputare una gara all’altezza delle posizioni davanti visto che il potenziale della GP12 sull’asciutto è quasi pari a quelo della Crt. Stesso discorso per il compagno di team Nicky Hayden, in decima posizione a chiudere la top-ten che a conferma di ciò ha chiuso addirttura alle spalle di un condfermatissimo e ottimo Randy De Puniet, bravissimo a piazzarsi tra le due moto di Borgo Panigale con la sua Art Crt.

    Alle spalle dello statunitense la Ducati Cardion di Karel Abraham davanti ad Aleix Espargaro e Hector Barbera. Poi solo Crt con il primo degli italiani che è stato Michele Pirro in 14esima posizione davanti a Danilo Petrucci 15esimo. 18esima e penultima posizione per Roberto Rolfo.