L’Hellas Verona sta allestendo una squadra all’altezza della categoria che si è conquistata nella scorsa stagione. Ultimo colpo il talento del barese Antonio Cassano.
Antonio Cassano era stato accostato al Cagliari per più giorni, non era stata un trattativa vera e propria però, più un’autopromozione da parte di Fantantonio che tra le tante indiscrezioni del calciomercato aveva lanciato il suo messaggio d’amore verso la Sardegna ed il Cagliari. Un messaggio rimbalzato nei media che hanno iniziato a seguire la pista trovando sempre una risposta indifferente dal club rossoblù.
Tuttavia l’autopromozione di Antonio Cassano ha raggiunto l’effetto sperato, ovvero quello di rendere interessata qualche squadra della massima serie, dopo mesi in cui si parlava del giocatore come disposto a giocare in Serie B con l’Entella ma senza mai trovare un accordo con i liguri.
A rompere ogni indugio ci ha pensato dunque l’Hellas Verona di Fabio Pecchia, che a domanda precisa su Cassano qualche giorno fa aveva risposto:
“Cassano è un grande giocatore e a me la qualità piace, poi francamente non so cosa succederà”.
Questa frase, il tecnico gialloblù, l’aveva detta a margine dell’ufficialità dell’acquisto in prestito con diritto di riscatto e di contro riscatto per la Roma di Daniele Verde.
Poi in sequenza per i veneti sono arrivati, Alessio Cerci e infine Antonio Cassano appunto. Il fantasista di Bari Vecchia quindi potrà riformare la coppia offensiva scintillante vista in azione nella Sampdoria qualche stagione fa con Pazzini e a dare maggior peso all’attacco gialloblù ci sarà Alessio Cerci, non male per Fabio Pecchia.
Il calciomercato si fonda anche su queste cose, a volte sono i procuratori a muovere le pedine a volte invece sono gli stessi giocatori che in un modo o nell’altro fanno parlare di sé suscitando alla fine l’interesse degli addetti ai lavori. Antonio Cassano tra apparizioni in tv, dichiarazioni e interviste ha fatto in modo, pur non entrando in campo per alcuni anni, di restare sempre vivo nell’ambiente.
In questi anni di allontanamento forzato dalla Sampdoria e di inattività attraverso i media lo abbiamo sempre sentito dire che in questa Serie A lui sarebbe ancora determinante e non solo, che se avesse avuto la possibilità sarebbe stato certo di poter entrare anche nel giro della Nazionale.
Quale miglior occasione per farlo proprio nell’anno del Mondiale? Secondo voi ci riuscirà? Dovremo assistere anche quest’anno come prima dell’Europeo di Conte alla solita querelle Cassano sì Cassano no?
Un derby dai due volti quello andato in scena al “Bentegodi” di Verona. Le due squadre nella prima fase sono guardinghe e attente a non scoprirsi troppo nella ripresa invece azzardano e offrono al pubblico uno spettacolo diverso. Finisce in parità ma si fa preferire il Chievo per una certa continuità della manovra, dubbi un paio di interventi in area del Verona su Paloschi e la rete del vantaggio della squadra di Mandorlini è palesemente in fuorigioco.
Il primo tempo è lento, come detto le due squadre si controllano e i due tecnici non sono soddisfatti, entrambe le squadre manovrano il gioco sbagliando sempre l’ultimo servizio per la concretizzazione dell’azione. L’emozione più vera la procura il Chievo per merito di Luca Rigoni che dal limite dell’area al 18° tira in modo potente e centrale, Rafael in volo devia sopra la traversa.
Nel secondo tempo il Chievo inizia con un piglio diverso e Birsa, bravo ma troppo evanescente, viene rimpiazzato da Pepe che sulla destra inizia a macinare cross allargando le maglie della difesa del Verona. Nella fase centrale il Chievo sembra riposarsi e rallentare per un attimo il ritmo e il Verona ne approfitta per colpire.
Al 70° da una punizione sulla trequarti destra la palla arriva in area clivense, Moras prolunga di testa e Pisano, in fuorigioco di circa un metro, sfrutta l’uscita maldestra di Bizzarri appoggiando in rete il vantaggio.
La reazione del Chievo è autoritaria e trova in Paloschi il combattente più battagliero che viene fermato alcune volte con esperienza a volte eccessiva. Il pareggio arriva attraverso un bel cross di Gobbi all’83° dalla destra che trova Castro prontissimo a deviare di testa in modo perentorio e vincente.
I clivensi proveranno ancora a prendersi il derby, ma la difesa del Verona libererà sempre in modo puntuale prima della fine un tiro di Rigoni meriterebbe maggior fortuna e nei minuti di recupero ancora Castro di testa da calcio d’angolo devia fuori di poco.
Quando l’Hellas Verona, per il suo ritorno in Serie A, decise di affidare il peso del suo attacco a Luca Toni ci furono molte opinioni contrastanti a cominciare proprio in seno al capoluogo veneto. Molti pensarono allora che la squadra di Mandorlini potesse avere difficoltà a restare nella massima serie, proprio perché a compensare una difesa da verificare c’era un attacco che poteva risultare datato ed asfittico.
Luca Toni veniva da esperienze non proprio positive tra Genoa, Juventus e Fiorentina dopo l’esperienza internazionale nel Bayern Monaco. Poi l’Hellas esplose nella scorsa stagione in Serie A, sorprendendo tutti grazie alla rivelazione Iturbe, Jorginho e soprattutto ai suoi gol. A fine mercato estivo quest’anno tra gli addetti ai lavori serpeggiava pessimismo per i veneti. Il Verona pareva smembrato e senza più giocatori di qualità e solo il “vecchio” Luca Toni senza gli assist di Iturbe sembrava spacciato a fare una gramma vita tra le maglie difensive della Serie A che con giocatori non velocissimi e piuttosto piazzati fisicamente sono più che collaudate.
In Germania la sua posizione al centro dell’attacco del Bayern venne spodestata dall’arrivo di un altro gigante che poi lo ha raggiunto in Serie A in questi anni, età diverse così come sono diversi i rendimenti dei due giocatori, parliamo di Mario Gomez. Il calciatore tedesco ha subito infortuni che hanno minato la sua esperienza in Italia, ha 29 anni ed oggi è un oggetto discusso a Firenze, già proprio quella Firenze che cedette Luca Toni al Bayern nel 2009. Un incrocio singolare, considerando che uno è arrivato nel Bel Paese facendo brillare gli occhi per aspettative di alto lignaggio e l’altro arrivava a Verona senza troppe aspettative ed una scommessa da vincere.
A 37 anni Luca Toni la sua scommessa l’ha vinta, nella Serie A 2014/15 ad una giornata dalla fine, con la doppietta rifilata al Parma oggi pomeriggio, balza in testa alla classifica marcatori con 21 reti superando lo strapotere argentino che ha tenuto la testa della classifica per tutta la stagione. Il trio Higuain, Tevez e Icardi dopo una battaglia testa a testa si è visto superare dal gigante buono di Pavullo nel Frignano.
Luca Toni raggiunge quota 150 reti di Serie A e supera quota 20 gol in stagione per la sesta volta nella sua carriera, due volte con il Palermo, due con il Verona una con la Fiorentina ed una con il Bayern Monaco. In due anni è stato il giocatore più prolifico della massima serie con 41 reti.
In una stagione che anche a livello europeo potrebbe segnare la rinascita del calcio italiano il fatto che un vecchio baluardo come Luca Toni possa spodestare lo strapotere degli attaccanti stranieri rappresenta un messaggio importante per chi fa calciomercato in Italia, investe e fa investire milioni di euro in un ruolo dove ancora abbiamo molto da dire.
Finisce tra i fischi per i padroni di casa il lunch-match tra Cagliari ed Hellas Verona al Sant’Elia, la squadra di Andrea Mandorlini strappa tre punti preziosi contro una diretta concorrente in chiave salvezza. Toni e Gomez portano sul doppio vantaggio i veronesi e a nulla serve la rete cagliaritana ad opera di Conti pe riaprire la partita nel finale di mach.
La squadra di Zola esce tra i fischi del proprio pubblico ed un principio di contestazione che certo non aiuta la sua squadra per il continuo del torneo che con oggi arriva a quota otto nel numero delle sconfitte interne stagionali.
Dire che la partita fosse segnata dall’inizio è sbagliato, perché i sardi ci provano da subito a tenere in mano il gioco e ad impostare il ritmo, tuttavia il Verona è chiuso benissimo e tiene con facilità le trame offensive rossoblù. Così dopo un primo approccio di gara e dopo nemmeno dieci minuti alla prima palla buona l’ Hellas va in vantaggio, è Hallfredsson che da sinistra crossa in area trovando prontissimo, anche a rubare il tempo agli avversari, Luca Toni che mette subito in avanti gli scaligeri.
Vista la situazione e visto che Donsah si fa male subito dopo, Zola fa entrare Joao Pedro al suo posto, sperando di aumentare il peso specifico del suo attacco, ma è tutto vano, perché a parte M’Poku che spesso prende l’iniziativa non c’è molto altro. Al 21° l’attaccante belga pesca benissimo Longo in area che però si attarda troppo a tirare rendendo efficace un recupero di Pisano che devia in angolo il tiro. Il primo tempo è tutto qui, con tanta manovra cagliaritana e possesso palla sterili.
Nella ripresa il copione è lo stesso, Zola prova ad inserire Farias per aumentare la potenza dell’attacco, ma è un’arma a doppio taglio perché l’Hellas così ha maggiori spazi per andare in contropiede. Infatti Hallfredsson al 48° sbaglia di pochissimo il passaggio illuminate per Tachtsidis che si sarebbe trovato solo davanti a Brkic.
Al 55° Mandorlini manda in campo Gomez al posto di un poco appariscente Jankovich e Juanito ci mette pochissimo a segnare il raddoppio, giusto il tempo di piazzarsi in area e svettare sopra la difesa immobile sarda colpendo di testa in porta su un calcio di punizione.
Il Sant’Elia inizia così a contestare squadra e società, mentre la partita aumenta di ritmo perché il Cagliari attacca l’Hellas a testa bassa, ma rischia di prendere la terza rete con Ionita ed al tempo stesso con M’Poku va vicino ad accorciare le distanze, ma Benussi è bravo a togliere da sotto l’incrocio un calcio di punizione battuto dal belga.
Al 90° il Cagliari trova la rete del 1-2, su calcio di punizione diretto battuto da Conti, ma è troppo tardi e ora per i sardi il campionato è davvero in salita per uscire dalla zona retrocessione.
Il posticipo del Bentegodiaveva il compito di chiudere la 9° Giornata di Serie A. La gara non è stata entusiasmante specialmente nel primo tempo dove ha dominato la tattica. Alla fine è uscito fuori un pareggio che fa più felici i padroni di casa che tornano a far punti dopo i due pesanti ko e ritrovano il gol di Toni mentre la Lazio non solo può rammaricarsi di non aver gestito il vantaggio ma ha perso anche l’occasione di conquistare il 3° posto in solitaria in campionato.
Per quanto riguarda le formazioni Mandorlini recupera dalla squalifica il messicano Marquez al centro della difesa e punta sul tridente offensivo Nico Lopez, Toni e Jankovic.
Pioli utilizza uno schema speculare con Djordjevic punta centrale accompagnato da Candreva e Lulic.
Si parte e per oltre 40 minuti si assiste ad un primo tempo non certo indimenticabile, sostanzialmente senza emozioni, se si eccettua un gol annullato a Toni per fuorigioco al 22°. Una gara tattica in cui le due squadre puntano più ad annullarsi che a costruire. Al 42° però arriva la svolta della prima frazione, un cross in mezzo, sostanzialmente innocuo, viene quasi totalmente lisciato da Moras, la palla finisce nella zona di Lulic che nell’area piccola è lestissimo a calciare in rete per il vantaggio della Lazio. Il primo tempo si chiude così sullo 0-1.
Nella ripresa il Verona rientra con due cambi, pare per problemi muscolari, Martic e Jankovic lasciano il posto a Sorensen e Gomez. L’ingresso di Juanito dà vivacità ai padroni di casa e nei primi 8 minuti Toni ha tre buone occasioni che non riesce a sfruttare. La Lazio sembra riprendere in mano la gara ma al 68° arriva l’episodio che cambia il risultato: Gomez sfugge alle spalle di Cavanda che lo trattiene, è rigore e secondo giallo per il calciatore della Lazio che viene espulso, dal dischetto Toni pareggia. I biancocelesti nonostante l’inferiorità numerica provano a fare la gara ma la palla gol ghiotta se la costruisce al 83° Nico Lopez che però calcia troppo debolmente per impensierire Marchetti. Negli ultimi minuti sostanzialmente non succede altro e al fischio finale è 1-1.
Muntari e Honda permettono al Milan di battere il Chievo e di conquistare i tre punti dopo 3 giornata che avevano visto i rossoneri senza successi. Se la parte clivense di Verona piange, quella del Hellas se la ride e grazie ad una conclusione da fuori, ad un minuto dal termine, del greco Tachtsidis, conquistano i tre punti ai danni del Cagliari di Zeman.
Veniamo al racconto dei due anticipi di questo sabato di Serie A e partiamo in ordine cronologico da quello che si è disputato al Bentegodi alle ore 18.
VERONA – CAGLIARI
La sfida tra Verona e Cagliari è la sfida tra due 4-3-3 che però utilizzano metodologie difensive molto diverse ma che garantiscono spettacolo.
Mandorlini recupera Rafael tra i pali e Marquez al centro della difesa e davanti opta per il tridente Gomez-Toni-Nico Lopez.
Zeman risponde con il trio Ibarbo-Sau-Cossu con Crisetig, l’eroe di San Siro Ekdal e Dessena a centrocampo.
Si parte e le conferme di match divertente sono confermate con il Cagliari che inizia fortissimo ma con Ibarbo che fallisce due facili occasioni. Il Verona dopo una ventina di minuti si accende e troverebbe anche il gol con Toni ma si alza la bandierina per un fuorigioco, che la moviola pare dimostrare non esserci, di Lopez e la rete è annullata. Il Cagliari spreca ancora con Ceppitelli ed il primo tempo si chiude sullo 0-0. Nella ripresa le emozioni continuano a fioccare e quando prima il neo entrato Jankovic con un gran tiro da fuori e poi Toni con un colpo di testa colpiscono la traversa, i tifosi del Verona pensano che sia la classica giornata no. Così non è perchè al 89° Tachtsidis s’inventa il gran tiro da fuori, al volo, che non lascia scampo a Cragno. Il Cagliari abbozza una reazione ma non c’è tempo, il successo va al Verona.
Nell’anticipo delle 20.45 il Milan aveva il compito di ritrovare quel successo che mancava da 3 turni.
Inzaghi opta per il 4-3-3 con la coppia difensiva composta da Alex e Rami, l’inserimento di Bonaventura nel trio di centrocampo e il trio d’attacco formato da Menez-Torres-Honda.
Corini invece schiera il suo Chievo con il 4-3-1-2 con la coppia d’attacco formata da due ex rossoneri, Maxi Lopez e Paloschi, supportata da un altro ex calciatore del Milan, Birsa.
Il primo tempo scorre via lento e con pochissime emozioni, anche per merito di un Chievo che si chiude bene concedendo pochi spazi al Milan. La gara si sblocca quasi subito nella ripresa quando Muntari è abile a colpire al volo un pallone respinto dalla difesa clivense, non lasciando scampo a Bardi. Il Chievo reagisce e anche sfruttando alcune amnesie del reparto arretrato del Milan avrebbe più volte la chance del pareggio ma il gol non arriva. A chiudere la gara ci pensa Honda che con un calcio di punizione perfetto al minuto 78° batte il portiere del Chievo e chiude virtualmente la gara. Il Milan di Inzaghi torna al successo e per la prima volta in stagione non incassa reti.
MILAN – CHIEVO 2-0 (0-0) (54° Muntari, 78° Honda)
MILAN (4-3-3): Abbiati; Abate, Alex, Rami, De Sciglio; Muntari (88° Essien), De Jong, Bonaventura; Honda (80° Poli), Torres (74° El Shaarawy), Menez.
Una partita che si stava complicando oltre modo per la Roma, perché i minuti passavano ma il risultato non voleva cambiare, complice un gran bel Verona di Andrea Mandorlini, che si difendeva ordinatamente e rilanciava in modo costante facendo venire a tratti i brividi all’Olimpico. Ci sono voluti l’imprevedibilità di Florenzi ed un eurogol di Destro.
Nella prima frazione di gioco si è vista una partita equilibrata, con il pallino del gioco in mano agli uomini di Garcia, ma le trame offensive giallorosse, soprattutto nei primi 25′ erano troppo complicate e spesso l’ultimo passaggio era sporcato dai difensori ospiti, il Verona invece nei contropiedi ha trovato tre occasioni da rete, sprecate solo per imprecisione.
Dopo questa prima fase la Roma si scrolla di dosso eventuali ansie ed aumenta sensibilmente la pressione, ma le azioni sono sempre troppo figlie più di disattenzioni altrui che da una vera e propria manovra collettiva. Al 32° la palla è ad un passo dalla linea di porta veronese, ma nonostante siano in vantaggio i giallorossi è Sorensen a salvare la porta ospite sul tocco ravvicinato di Totti in scivolata.
L’Hellas si rivede dalle parti di De Sanctis sul finire di primo tempo, bravo il portiere a parare un diagonale insidioso di Juanito Gomez al 39°. Nei minuti finali la Roma avrebbe l’occasione per il vantaggio ma la combinazione tra Totti e Ljajic agevola Destro per un tiro da fuori area bloccato a terra da Gollini. E’ il primo vero intervento del portiere scaligero, il resto della frazione lo ha visto solo impegnato in uscite e anticipi.
Nella ripresa si capisce subito che la Roma vuole prendersi in fretta la partita e dopo 30″ Totti impegna l’estremo difensore ospite che devia alto sopra la traversa con un bel tiro al volo su appoggio dell’onnipresente Maicon. Garcia, decide di far entrare Gervinho al posto di un poco positivo Ljajic e cambia la gara che adesso è un assedio ma che sembra possa essere comunque solo sbloccata da un episodio. Garcia tenta anche la carta Florenzi per dare ancora più dinamismo alla manovra giallorossa ed al 75° è proprio il neo-entrato che sblocca il match.
Al limite dell’area scaligeraTachtsidis e Ionita restano indecisi su un pallone, Florenzi senza pensarci su tira secco in porta, ne esce un rasoterra imparabile per Gollini.
Al 78° Gervinho si invola tagliando la metà campo veronese da sinistra a destra, tiene palla la nasconde e sgroppa ancora verso l’area avversaria poi serve un pallone d’oro indietro per Destro che spreca malamente alzando sopra la traversa. Sembra quasi una serata maledetta per Destro che al contrario pochi minuti dopo regala una magia all’Olimpico.
All’86° c’è un rinvio di De Sanctis, a centrocampo Destro stoppa la palla di petto ed al volo colpisce fortissimo di collo pieno verso la porta beffando Gollini per il 2-0 romanista, una rete magica che sigilla la vittoria e il primo posto della Roma, il tutto nel giorno del compleanno di Francesco Totti.
Se eravamo negli anni scorsi abituati a celebrare l’ Udinese quale regina del mercato in fase di cessioni, quest’anno non ci sono storie è l’Hellas Verona la protagonista di incassi record.
Cominciando dalla cessione di Jorginho al Napoli, nella scorsa finestra di mercato invernale, passando per i tanti movimenti in entrata ed in uscita di giovani promesse e finendo per le ultime dismissioni eccellenti quali Iturbe alla Roma e Romulo alla Juventus la società scaligera si è recuperata un “tesoretto” niente male, prodotto dall’ottimo scouting pregresso e dalla capacità di saper chiudere gli affari in entrata ed in uscita a condizioni vantaggiose.
In pratica l’Hellas Verona al momento se decidesse di investire il ricavato ottenuto tra le cessioni e gli acquisti fatti potrebbe tranquillamente disporre di un capitale che gli permetterebbe di competere sul mercato con altri team ben più quotati, quali Lazio e Milan. Ma la missione dell’Hellas Verona rimane la stessa della scorsa stagione, obbiettivo primario la salvezza poi si vedrà, senza mai montarsi la testa.
Sean Sogliano lavora sempre sotto traccia e tiene il telefono a portata di mano per qualsiasi richiesta sui calciatori scaligeri, si ascolta tutti e intanto scova nuovi volti da valoizzare grazie anche all’ottimo lavoro di Andrea Mandorlini.
E’ così che i gialloblù hanno strappato alla concorrenza Obbadi ed è così che l’Hellas si prepara a ricevere anche Antonio Luna. Infatti oggi arriverà in Italia il difensore spagnolo che effettuerà le visite mediche e successivamente firmerà il contratto con la società di Verona. Andrea Mandorlini non vede l’ora e a margine dell’amichevole giocata e vinta contro i qatarioti dell’ All Khor ai microfoni di “Telenuovo” dice:
“Luna è un esterno sinistro dalla corsa facile e dal buon piede. Vorrei vederlo, è un calciatore importante e penso ci possa dare una mano”
Antonio Luna, classe 1991 spagnolo è un esterno sinistro basso, ma che può anche essere messo a centrocampo, che si è messo in luce tra le fila del Siviglia in Liga e nella scorsa stagione ha militato in Premier League con l’ Aston Villa con una buona resa.
Siamo certi che Mandorlini saprà valorizzarlo al meglio e siamo altrettanto certi che per Sogliano e l’Hellas Verona il mercato non sia ancora terminato, si vocifera infatti che tra Hellas e Udinese si siano intensificati i contatti per portare in gialloblù il giovane talento Nico Lopez.
Arrivano altre conferme sulle panchine della Serie A, dopo la lunga telenovela Conte-Juventus e la susseguente riconferma alla Sampdoria di Sinisa Mihajlovic, che era considerato in pole position per l’eventuale successione proprio del tecnico salentino, nella prossima stagione Corini e Mandorlini saranno sicuramente sulla stessa panchina con cui hanno concluso la stagione 2013/14, mentre per la conferma di Colantuono pare mancare solo l’ufficialità.
Il primo rinnovo è stato quello di Andrea Mandorlini che dopo la splendida stagione, da neopromossi, dell’Hellas che sino alle ultime giornate ha cullato il sogno di conquistare l’Europa League, ha avuto il rinnovo e la conferma per la prossima stagione, lo stesso Mandorlini con un videomessaggio pubblicato sul sito ufficiale dell’Hellas Verona ha voluto esprimere la sua soddisfazione per questa scelta:
Un bel rinnovo, sono molto contento. Come ho detto precedentemente era solo questione di dettagli, ho sempre voluto rinnovare questo contratto. Credo nel progetto, nelle persone, in 4 anni abbiamo fatto tanta strada ed è un peccato non continuare. Il Verona del futuro? Stiamo già pensando alla prossima stagione, non vedo l’ora di riprendere perché siamo felici di questa stagione e vogliamo ricominciare la strada da dove l’abbiamo lasciata. Una dedica? Questo è un viaggio iniziato tempo fa con Martinelli, il primo pensiero va a lui. Ringrazio la nuova società, la squadra, formata da tanti ragazzi che mi hanno dato tanto, e la gente che mi fa sentire come se fossi a casa. Si sono lette tante notizie su un mio probabile addio, ma questa è casa mia e continuerà ad esserlo.
Dunque se all’Hellas è stato confermato Mandorlini, sull’altra sponda del calcio veronese, è arrivata la riconferma per Corini.
L’anno scorso al termine della stagione in cui Corini da subentrato aveva portato alla salvezza i gialloblù, c’era stato il divorzio con la società clivense. Quest’anno la situazione si è ripetuta ma l’esito è stato differente, non solo Corini non lascerà il club ma ha addirittura prolungato il suo contratto sino al 2017. Corini, a Chievo Tv, ha voluto così commentare la notizia:
Mi hanno fatto sentire partecipe di un progetto importante, insieme al presidente e al direttore siamo pronti per ripartire e fare un grande campionato l’anno prossimo. Rispetto al passato parteciperò alla costruzione della squadra, potrò lavorare sui miei principi di gioco sin dal ritiro. Voglio ringraziare i miei giocatori e tutta la società.
Stefano Colantuono sarebbe ad un passo dal prolungare il suo contratto, in scadenza nel 2016, con l’Atalanta sino al 2017. Diciamo sarebbe perchè per il momento la notizia non ha ancora l’ufficialità della società nerazzurra ma, da quello che riporta “L’Eco di Bergamo” l’accordo sarebbe stato raggiunto durante una cena cui ha preso parte anche l’amministratore delegato Luca Percassi, se tutto sarà confermato Colantuono avrà l’opportunità di arrivare a nove anni sulla panchina bergamasca.
Dunque dopo le certezze di Garcia e Benitez a Roma e Napoli, le conferme di Mazzarri, Conte e Mihajlovic, il tanto atteso valzer degli allenatori viene sicuramente ridimensionato.
La 30esima giornata di Serie A si presentava già con alcune sfide affascinanti, Roma-Torino, Juventus-Parma, Fiorentina-Milan e con tanti contenuti relativi al lotto di squadre in battaglia per la conquista dei fatidici posti per l’Europa League per non parlare della zona retrocessione dove Cagliari e Chievo erano chiamati a non fallire il match.
Premesso che la Roma ha fatto all’ultimo respiro suo il match con il Torino (partita giocata in anticipo ieri) la Juventus ha risposto alla grande a chi, con scetticismo, guardava lo stato di forma dei bianconeri. Batte 2-1 il Parma giocando un primo tempo alla grande e portandosi sul doppio vantaggio con Tevez, calando nella ripresa e facendo riaprire la partita da Molinaro ma poi controllando la gara fino alla fine.
Il Napoli strapazza il Catania, dominandolo prima e lasciandolo giocare poi. Quattro reti di vantaggio già nel primo tempo contro una squadra che è stata la lontana parente di quella vista contro la Juventus domenica sera, per i partenopei si è trattata di una passeggiata già arrivata alla fine nella prima frazione. Mostruoso Callejon autore di due assist e di una rete e sbloccato Zapata autore di una doppietta. Nel secondo tempo il Napoli ha provato a controllare, ma la filosofia del calcio di Benitez in questo pare essere un po’ come quella di Zeman. Il Catania accorcia le distanze due volte ma sarà tutto inutile.
Il Milan fino al gol che lo ha messo in vantaggio sulla Fiorentina al “Franchi” sembrava in balia dell’avversario, dopo il gol è diventata un’altra squadra capace di piegare i viola con il risultato di 0-2 e tornando a far sorridere Clarence Seedorf che, mai come in questa settimana, ha capito cosa vuol dire essere allenatore di una nobile decaduta. A Montella non rimane che prenderla in fiilosofia, la Fiorentina oggi, grazie a lui, è una squadra di livello europeo in pianta stabile e in tranquillità deve lavorare per l’ultimo obbiettivo stagionale, la Coppa Italia recuperando il suo credito con la fortuna.
La Lazio appena si è avvicinata alla zona Europa trova una bella batosta a Genova, sponda rossoblù. Magistrale la lettura della partita da parte di Gasperini, che parte coperto con solo Gilardino davanti e poi quando capisce che i biancocelesti pungono come uno spillo inserisce fantasia e sostanza in appoggio alla punta vincendo la partita. Reti di Gilardino e di Fetfatzidis.
Entra a pieno titolo nella lotta per l’Europa l’Atalanta di Colantuono che piega il flebile Livorno per 2-0.De Luca e Denis realizzano le reti necessarie ai nerazzurri per risolvere la pratica, adesso la dea è a soli quattro punti da Parma ed Inter e sognare lo scavalcare di una delle due non è così assurdo.
La battaglia per l’Europa League diventa avvincente con la sconfitta della Fiorentina di oggi, perché mancano ancora otto giornate e può veramente succedere di tutto. L’Inter se domani vincesse il suo confronto al “G. Meazza” contro l’Udinese si porterebbe ad un solo punto dai viola ed il Parma, sconfitto oggi è comunque a 47 punti (4 dalla Fiorentina) quindi tutto è veramente aperto ad ogni epilogo.
In coda sono importanti i successi del Chievo e del Cagliari, rispettivamente contro Bologna e Verona. I “mussi volanti” agli ordini di Corini sapevano e aspettavano questa partita e non hanno fallito l’appuntamento. Importante era vincere perché: a) gli scontri diretti alla fine possono sempre avere il loro peso determinante, soprattutto con una classifica ancora così incerta in basso e b) perché questa vittoria da un’iniezione di fiducia fondamentale per una squadra che negli scontri diretti con maturità sa far sua la partita e con un risultato netto come quello di oggi (3-0). Per il Cagliari era importantissimo strappare tre punti perché in ogni caso permettono alla squadra di respirare rimanendo a +8 punti dalla zona retrocessione e potendo così finire la stagione in tranquillità.
La Sampdoria è ufficialmente un’altra squadra rispetto a quella prima dell’arrivo di Mihajlovic, oggi è una compagine che sa cosa deve fare e quali sono i suoi limiti. A Reggio Emilia va a prendersi altri tre punti pesanti che la mettono in scia alla coda delle squadre in lotta per l’Europa League, per il Sassuolo di Di Francesco non cambia molto rispetto alla situazione di domenica scorsa, tuttavia sembra proprio che qualcuno in squadra abbia iniziato a non credere più alla salvezza, tanto che pare un gruppo involuto rispetto a qualche settimana fa.