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  • Cristiano Doni alla Gazzetta dello Sport “sono uno stupido”

    Cristiano Doni alla Gazzetta dello Sport “sono uno stupido”

    Cristiano Doni si sfoga durante l’intervista alla Gazzetta dello Sport e ammette le sue colpe nello scandalo calcioscommesse, rivolgendosi a chi ancora non ha il coraggio di parlare e rivelare ciò che è realmente accaduto. Un Doni a 360° gradi quello che si racconta alle pagine della Rosea, e le sue dichiarazioni raggiungeranno gran parte della penisola.

    “SONO UNO STUPIDO” – Si definisce così Doni, auto-condannandosi per i suoi errori che l’hanno trascinato davanti alla gogna mediatica e portato dietro le sbarre di un carcere. Proprio quest’ultima esperienza ha segnato profondamente lo stato d’animo dell’ormai ex capitano dell’Atalanta. Il calciatore si ripeteva più volte durante la giornata di quanto fosse stato stupido e non si capacitava di come avesse potuto tradire la fiducia di migliaia di fan bergamaschi.

    Cristiano Doni | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    LA FERITA PIU’ GRANDE –  Proprio il male inferto alla sua squadra e ai tifosi della Dea rappresenta uno degli incubi rincorrenti del giocatore. Doni parla di una ferita che difficilmente verrà ricomposta, non cerca il perdono, ma si augura soltanto che i fan possano ricordare le tante gioie che in campo il giocatore Doni gli aveva regalato. Ha spiegato inoltre che non è intenzionato a lasciare la propria città, e nonostante tutte le difficoltà che potrà incontrare da qui in avanti, rimarrà a Bergamo, alla quale con tutta probabilità restituirà il premio di cittadino onorario conferitogli in passato.

    BASTA OMERTA’ – E’ il messaggio che Cristiano Doni lancia a coloro che ancora non hanno rilasciato dichiarazioni spontanee agli investigatori riguardo lo scandalo scommesse, giocatori e persone che sanno ma hanno paura di parlare per eventuali ripercussioni successive. Esalta Masiello come simbolo da seguire, e si dice ancora shoccato dopo aver appreso che il suo ex allenatore ai tempi dell’avventura in Spagna, Hector Cuper, il quale è indagato da Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) avendo ricevuto 200 mila euro in maniera sospetta, con gli investigatori che accusano l’ex allenatore dell’Inter di aver venduto 4 partite (due del campionato spagnolo e le altre due di quello argentino).

  • Cuper nei guai, 200 mila euro dalla Camorra per 4 combine

    Cuper nei guai, 200 mila euro dalla Camorra per 4 combine

    Hector Cuper è finito in guai seri. Come riporta l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, l’ex tecnico di Inter e Parma avrebbe ricevuto dalla camorra una somma di 200 mila euro, portati in Spagna da alcuni affiliati e nascosti, come riporta la rosea, nei calzini e persino nelle mutande, per delle dritte sui risultati di alcune gare combinate. Questa volta però il campionato italiano non centra nulla perchè a finire sotto la lente d’ingrandimento della Dda di Napoli, che sta indagando su un filone dell’inchiesta riguardante il calcioscommesse e i clan affiliati alla camorra, sono due partite del campionato spagnolo e altrettante del campionato argentino.

    Hector Cuper | © MIGUEL RIOPA/AFP/Getty Images

    L’Hombre vertical, l’uomo tutto d’un pezzo come viene soprannominato, si sarebbe piegato dinanzi alle mazzette vendendosi alla camorra, accecato dalla bramosia del vil denaro. Ad inchiodare il tecnico, al quale viene contestato anche il reato di riciclaggio di denaro, una conversazione telefonica tra due presunti camorristi che se la prendevano con il tecnico reo di avergli “passato” dritte fasulle, una di queste quattro gare infatti non era terminata come aveva assicurato l’allenatore argentino.

    Cuper, interrogato sulla faccenda, avrebbe fornito delle spiegazioni vaghe e astruse cercando di giustificarsi affermando in un primo momento che quei soldi erano un prestito della suocera destinati al restauro di una casa salvo poi ammettere, incalzato dalle domande degli inquirenti, di aver incontrato realmente quegli uomini: “Questo tizio mi accusava, ma non sapevo perché. Io pensavo alla gara che dovevamo giocare e lui continuava a parlare. Perché non l’ho cacciato? Non so che cosa dirvi”.

    A questo punto gli inquirenti si aspettano che da un momento all’altro l’ex tecnico dell’Inter, uno dei protagonisti della celeberrima debacle nerazzurra del “5 maggio” all’Olimpico di Roma contro la Lazio che consegnò lo scudetto 2001-2002 alla Juventus, vuoti completamente il sacco e confessi così da poter allargare l’inchiesta e far luce su più aspetti possibili della vicenda e dell’intera inchiesta sul calcioscommesse, una pratica questa, come sta emergendo dai vari filoni, seguita da molti uomini dello sport apparentemente insospettabili, che si vendono per qualche migliaia di euro perdendo così l’onore e la rispettabilità, e denunciata, purtroppo, da pochi.

  • Indagato Hector Cuper, ex Inter suggeriva scommesse alla camorra

    Indagato Hector Cuper, ex Inter suggeriva scommesse alla camorra

    Spunta un nome nuovo nelle indagini della procura di Napoli intorno al giro d’affari che permetteva ai clan camorristici di riciclare il denaro attraverso scommesse sicure. Anche questa volta, un nome inaspettato, e che farà sicuramente notizia. A finire nel registro degli indagati è infatti Hector Cuper tecnico argentino conosciutissimo in Italia per aver allenato l’Inter per due stagione e per qualche mese il Parma.

    Hector Cuper | © MIGUEL RIOPA/AFP/Getty Images
    Secondo le indiscrezioni il tecnico argentino adesso sulla panchina del Racing Santander avrebbe intrattenuto rapporti duraturi con i clan camorristici di Castellamare di Stabia “suggerendo” delle scommesse sicure su alcune partite di calcio spagnolo e argentino. Nell’inchiesta, ricordiamo, la procura sta indagando su almeno 150 partite il cui flusso anomalo di scommesse ha fatto ipotizzare l’esistenza di combine. Tra le partite attenzionate ci sarebbero anche alcuni match di serie A. Nel registro degli indagati adesso risulta anche il nome di Cuper che avrebbe suggerito risultati esatti per le stagioni 2006 e 2007 e rischierebbe reati che vanno dall’associazione per delinquere alla frode sportiva e al riciclaggio.

  • Da “Nuovi Maradona” a “Nuovi Borghi”: Pablo Aimar

    Da “Nuovi Maradona” a “Nuovi Borghi”: Pablo Aimar

    El Payaso“, il pagliaccio. Questo soprannome dice già molto sulle qualità di Pablo César Aimar Giordano, nato a Buenos Aires il 3 Novembre 1979.L’esordio nel campionato argentino arriva prestissimo, a soli 16 anni, dopo una breve trafila nelle giovanili del River Plate.

    Dotato di classe sopraffina, ha nel dribbling e nell’ultimo passaggio le sue maggiori qualità. Salta avversari come birilli, con la palla sempre attaccata ai piedi; specializzato nella rabona con la quale effettua splendidi passaggi smarcanti e riesce addirittura a segnare. Sul finire degli anni novanta è, insieme a Riquelme, tra i più forti giovani intercontinentali e mezzo mondo si mette sulle sue tracce. Durante i 6 anni in Argentina realizza 21 gol in 83 presenze, non poche per “un dieci” classico.

    Nel Gennaio 2001 il Valencia di Hector Cuper, si aggiudica le sue prestazioni, ritenendolo il giocatore ideale per regalare qualità al centrocampo valenciano. Diventa subito un titolare fisso, componendo un trio stellare con Rubén Baraja e David Albelda. E’ in campo anche durante la finale di Champions League persa dal Valencia ai rigori contro il Bayern Monaco.

    E’ titolare anche nel Valencia di Rafa Benitez e contribuirà fortemente ai successi della squadra, nella prima metà degli anni 2000. Ma il fisico di Aimar non è forse adatto ad un calcio a così alti livelli. Iniziano infortuni a catena e la pubalgia ne limita l’esplosione. In seguito, una forma di meningite lo allontanerà per parecchio tempo dai campi di gioco. Viste le continue defezioni e nonostante le 162 partite quasi sempre da protagonista, il Valencia decide di sbarazzarsi del payaso, che viene ceduto al Real Saragozza per la stagione 2006/07 dove non riesce ad imporsi come in passato. Nelle due stagioni trascorse in maglia bianco-blu totalizza 53 partite realizzando solamente 5 reti.

    Successivamente viene ceduto per soli 6,5 milioni di euro al Benfica, dove incrocerà nuovamente il suo destino con quello di un altro ex bambino prodigio: Javier Saviola. Anche in terra lusitana, dove attualmente gioca, non riuscirà a tornare ai livelli che competono alla sua classe. Avesse avuto un fisico più resistente, forse adesso racconteremmo un’ altra storia. Per molti della mia generazione, rimarrà comunque un grandissimo. El Payaso ci ha fatto davvero divertire.

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