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  • Vazquez e Dybala fermano la corsa del Napoli

    Vazquez e Dybala fermano la corsa del Napoli

    La coppia d’oro del Palermo non lascia scampo nemmeno ad una delle squadre più in forma della Serie A. 

    Il Napoli vede la propria corsa (sei vittorie nelle ultime sette gare con l’unico stop subito contro la Juventus) fermarsi al Barbera sotto le giocate del sempre più esaltante Dybala accompagnato dal suo gemello del gol Vazquez che non solo ha giocato bene ma ha anche segnato un gol e fornito un assist. La partita l’aveva sbloccata Lazaar al 14° con la complicità di una papera di Rafael.

    Iachini quindi può sorridere, la brutta prestazione di San Siro sembra solo uno sbiadito ricordo. Davanti i suoi hanno giocato una gara perfetta mettendo in difficoltà gli avversari e dietro non hanno concesso molto al temibile attacco del Napoli.

    Benitez invece avrà certamente da riflettere, giusto optare per il turnover visto il Tour de Force che attenderà i suoi nel prossimo mese, però il tecnico spagnolo probabilmente rimpiangerà la scelta di aver lasciato in panchina un Gabbiadini che quando è entrato è parso vivace e in forma ed ha trovato quel gol, giunto troppo tardi, che ha dato un po’ di brio al finale della partita.

    Veniamo al racconto della gara.

    Iachini, con l’assenza dello squalificato Gonzalez ed un Daprelà non al meglio, decide di cambiare il modulo schierando la difesa a 4 con Rispoli e Lazaar sugli esterni. A centrocampo non c’è Jajalo ma Bolzoni, mentre dietro a Dybala, al fianco di Vazquez, a sorpresa viene schierato Quaison.

    Benitez non modifica il suo consueto 4-2-3-1 ma cambia qualche uomo: a centrocampo al fianco di David Lopez gioca Jorginho e nel trio di trequartisti, alle spalle di Higuain, insieme ad Hamsik si schierano De Guzman e Callejon.

    La gioia di Vazquez e Dybala | Foto Twitter
    La gioia di Vazquez e Dybala | Foto Twitter

    La partita inizia su ritmi piacevoli, con entrambe le squadre a fare pressing sull’inizio azione dell’avversario, non si segnalano però occasioni da rete nei primi dieci minuti. Al 14° un lampo che sblocca la gara, conclusione da lontanissimo di Lazaar, sembra un tiro con poche pretese, Rafael si fa trovare impreparato, commette una papera e la palla finisce in gol per il vantaggio del Palermo. La reazione del Napoli non si vede anzi al 22° sono i rosanero con Bolzoni, al termine di un ottimo contropiede, a rischiare di raddoppiare. Al 35° il raddoppio diventa realtà, Quaison è bravo a tagliare il campo per Dybala che controlla il pallone e lo serve a Vazquez, quest’ultimo lascia partire il tiro che s’infila in rete. Stavolta il Napoli prova subito la reazione ma Sorrentino dice no ad Higuain. Il primo tempo si chiude con i padroni di casa avanti di due gol.

    La ripresa parte senza cambi, ci si aspetta un Napoli aggressivo e a testa bassa ma per lo meno nei primissimi minuti i partenopei non riescono a costruire e si rendono pericolosi solo con una punizione di Callejon. Benitez è costretto a togliere Hamsik, non al meglio, per inserire Gabbiadini ma non si vedono risultati nell’immediato. Il Palermo invece è sempre insidioso e al 63° un tiro di Vazquez, deviato da Rigoni, costringe Rafael al tuffo in corner. Il gol però è nell’aria, passano solo due minuti e Dybala pennella un cross per Vazquez che fa sponda all’inserimento vincente di Rigoni. La terza rete in sostanza chiude la gara, il Napoli non ha la forza per scalare una montagna divenuta altissima mentre il Palermo tira il fiato dopo un grande match. Gabbiadini però non ci sta e al 82° con un tocco di tacco su punizione di De Guzman, accorcia le distanze provando a riaccendere i suoi. Non c’è però tempo, dopo 4 minuti Mazzoleni fischia la fine certificando il successo del Palermo.

     

    PALERMO – NAPOLI 3-1 (2-0) (14° Lazaar (P), 35° Vazquez (P), 65° Rigoni (P), 82° Gabbiadini (N))

    Palermo (4-3-2-1): Sorrentino; Rispoli, Andelkovic, Terzi, Lazaar; Bolzoni, Rigoni, Barreto (85° Jajalo); Quaison (69° Chochev), Vazquez (78° Belotti); Dybala.

    Allenatore: Iachini.

    Napoli (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Albiol, Britos, Strinic; Jorginho, David Lopez (69° Gargano); Callejon, Hamsik (53° Gabbiadini), De Guzman; Higuain (73° Zapata).

    Allenatore: Benitez.

    Arbitro: Mazzoleni.

    Ammoniti: Jorginho (N), Higuain (N), Rispoli (P), Rigoni (P), Bolzoni (P)

  • Genoa-Palermo, un divertente posticipo finisce 1-1

    Genoa-Palermo, un divertente posticipo finisce 1-1

    Tante emozioni e sicuramente poca noia nel posticipo della 12° Giornata di Serie A andato in scena questa sera  a Marassi. Genoa e Palermo hanno giocato la partita a viso aperto, provando entrambe, con il proprio stile di gioco, a conquistare i 3 punti. Alla fine è uscito fuori un 1-1 che non permette al Genoa di agganciare il terzo posto ma che consente alle due compagini di proseguire il buon momento di forma e risultati positivi.

    Da segnalare l’eurogol di Dybala e l’ennesima grande prestazione di Perin.

    Veniamo al racconto della gara.

    Gasperini manda in campo i suoi con il 3-4-3 che vede Antonelli e Edenilson esterni di centrocampo ed un tridente offensivo formato da Iago Falque, Matri e Perotti.

    Iachini risponde con un 3-5-1-1 con Chochev che vince il ballottaggio con Quaison per sostituire l’infortunato Bolzoni e con Vazquez pronto ad agire alle spalle di Dybala.

    Paulo Dybala
    Paulo Dybala

    La partenza è su alti ritmi con le squadre che fanno grande pressing per evitare facili impostazioni all’avversario. Al 7° il Palermo passa in vantaggio, Dybala riceve, punta Burdisso e lascia partire un sinistro sul palo lontano dove Perin non può arrivare. Il Genoa prova ad abbozzare una reazione ma il Palermo sa rendersi insidioso in ripartenza. Al 20° il Genoa troverebbe anche il pareggio ma il colpo di tacco di Matri arriva dopo che la palla era uscita sul fondo. I rossoblù crescono e provano ad aumentare la pressione offensiva. Al minuto 27 però ghiotta occasione per il Palermo con Lazaar che lascia partire il tiro da fuori, Perin non trattiene, arriva Dybala che calcia a botta sicura ma sulla sua traiettoria c’è Marchese che salva. Al 30° il Genoa pareggia grazie ad una bella conclusione di Bertolacci, forse sfiorata da Antonelli, che si infila in rete. Nel giro dei successivi 5 minuti il Genoa ha due grandi palle gol con Antonelli prima, salvato da Sorrentino e con Iago Falque poi, respinta di Gonzalez. Sul ribaltamento di fronte Dybala effettua un controllo geniale e si presenta davanti a Perin ma il portiere del Genoa compie una prodezza e salva il pareggio. I padroni di casa continuano a premere ma il risultato non cambia, si va al riposo sul 1-1.

     

    Andrea Bertolacci
    Andrea Bertolacci

    Si riparte con un cambio nel Genoa, entra Pinilla per Iago Falque. Anche nella ripresa la partita la fanno i rossoblù senza però costringere Sorrentino ad alcun intervento. Dopo circa 10 minuti inizia a riaccendersi il Palermo, i rosanero al 59° sfiorano il vantaggio con il gran tiro di Vazquez che si stampa sul palo. Al 68° ancora Perin protagonista con uno splendido riflesso su un colpo di testa di Quaison da pochi passi. Il Genoa sembra spento, il Palermo cresce e al 72° Vazquez colpisce di testa ma spedisce fuori. Invece la partita si mantiene dalle mille emozioni e al 76° Antonelli serve a Pinilla un pallone forse un po’ troppo alto e il cileno con la porta spalancata colpisce oltre la traversa. Negli ultimi minuti una bella azione di Fetfatzidis prova ad innescare Kucka ma lo slovacco non riesce a calciare verso la porta. Il Genoa ci prova e al 5° minuto di recupero Pinilla reclama per un contatto con Munoz in area, Fabbri decide di lasciar correre e poco dopo fischia la fine, a Marassi finisce 1-1.

     

    GENOA – PALERMO 1-1 (1-1) (7° Dybala (P), 30° Bertolacci (G))

    Genoa (3-4-3): Perin; Roncaglia, Burdisso, Marchese; Edenilson, Greco, Bertolacci (78° Kucka), Antonelli; Iago Falque (46° Pinilla), Matri (60° Fetfatzidis), Perotti.

    Allenatore: Gasperini.

    Palermo (3-5-1-1): Sorrentino; Munoz, Gonzalez, Andelkovic; Morganella, Barreto, Maresca (90° Ngoyi), Chochev (66° Quaison) , Lazaar; Vazquez (83° Belotti); Dybala.

    Allenatore: Iachini.

    Arbitro: Fabbri.

    Ammoniti: Roncaglia (G), Greco (G).

  • Udinese il sogno continua, Djordjevic-tris lancia la Lazio

    Udinese il sogno continua, Djordjevic-tris lancia la Lazio

    I posticipi della 5° giornata di Serie A sono stati ricchi di gol ed emozioni ed hanno visto l’Udinese, guidata dall’inossidabile Totò Di Natale, imporsi per 4-2 su un coriaceo Parma e la Lazio, trascinata da una super tripletta di Djordjevic, espugnare con un netto 4-0 il campo del Palermo.

    Veniamo al racconto delle due gare partendo, in ordine cronologico da quella disputatasi alle 19 allo stadio Friuli.

    Antonio Di Natale
    Antonio Di Natale

    L’Udinese si presentava alla sfida con 9 punti conquistati e con la concreta possibilità di riprendersi il 3° posto. Stramaccioni schiera ancora la difesa a 4 con in avanti Di Natale appoggiato da Koné e Thereau. Il Parma invece veniva messo in campo da Donadoni con un 4-3-3 con Mauri, Acquah e Jorquera a metà campo con un trio d’attacco formato da Coda, Cassano e De Ceglie.

    I primi 20 minuti della gara sono privi di emozioni e con la palla che staziona principalmente a metà campo. Poi al 22° il match esplode con Mauri che, imbeccato da Cassano, controlla e batte Karnezis per il suo primo gol in Serie A ed il vantaggio ospite. Neanche il tempo di gioire che al 28° Badu fa la sponda giusta per Di Natale che solo in mezzo all’area colpisce al volo e pareggia. Karnezis sfodera un paio di super interventi e al 45° Di Natale concede il bis: cross basso di Widmer, velo di Thereau e Totò non perdona Mirante. Al riposo però non si va sul vantaggio dei friulani perchè al 3° minuto di recupero Mauri si inserisce in area e subisce il fallo di Widmer, è rigore! Cassano trasforma con un cucchiaio che tocca sotto la traversa ed entra.

     

    Nella ripresa al 57° Herteaux, su perfetto cross di Widmer, s’inventa una rovesciata fantastica che non lascia scampo a Mirante per il 3-2 Udinese. Al 78° la gara del Parma si complica ulteriormente con Acquah che prende il secondo giallo e lascia i suoi in 10. Al minuto 83° arriva il colpo del definitivo K.o. con Thereau che ruba palla a Lucarelli, entra in area e piazza il colpo vincente. La gara si chiude sostanzialmente qua e al fischio finale è gioia per i  ragazzi di Stramaccioni che si portano a 12 punti, al terzo posto, a -3 dal duo di testa.

     

    UDINESE – PARMA 4-2 (2-2) (22° Mauri (P), 28°, 45° Di Natale (U), 45°+3 rig. Cassano (P), 57° Herteaux (U), 83° Thereau (U))

    UDINESE (4-3-2-1): Karnezis; Widmer, Heurtaux, Danilo, Piris; Badu, Guilherme (87° Pasquale), Allan; Kone (65° Domizzi), Thereau; Di Natale (71° Muriel).

    Allenatore: Stramaccioni.

    PARMA (4-3-3): Mirante; Mendes (46° Santacroce), Felipe, Lucarelli, Gobbi; Acquah, Jorquera (65° Galloppa), Mauri; De Ceglie (60° Belfodil), Cassano, Coda.

    Allenatore: Donadoni.

    Arbitro: Calvarese.

    Ammoniti: Koné (U), Widmer (U).

    Espulsi: Acquah (P).

     

    I compagni festeggiano Filip Djordjevic
    I compagni festeggiano Filip Djordjevic

    Nel secondo anticipo entrambe le squadre andavano a caccia di punti. Iachini in partenza confermava il 3-4-1-2 visto con il Napoli con le eccezioni di Feddal e Lazaar dal primo minuto per Bamba e Daprelà. Pioli invece schierava i suoi con un 4-2-3-1 con Onazi e Parolo in mediana, Candreva, Mauri e Lulic sulla trequarti alle spalle di Djordjevic.

     

     

     

     

    Anche a Palermo i primi minuti non sono esaltanti, all’inizio cerca di far pressione la Lazio ma i rosanero pian piano crescono e nella seconda parte del tempo creano due enormi occasioni con Vazquez, fuori di poco, e Dybala, ottima risposta di Marchetti. Quando sembra esser tutto pronto per il vantaggio del Palermo, al 45° è la Lazio a trovare il gol: cross forte e basso di Candreva, Sorrentino è superato e Djordjevic è pronto da due passi a siglare il vantaggio.

     

    Nella ripresa è ancora il Palermo ad avere le migliori chance, Feddal ne fallisce una clamorosa. Anche Djordjevic avrebbe la palla dello 0-2 ma il suo colpo di tacco non sorprende Sorrentino. Doppietta solo rimandata perchè al 75° l’attaccante serbo è bravo con una finta a mettere a sedere il difensore avversario e a piazzare un sinistro vincente. La super serata di Djordjevic non è finita qua perchè al 83° il centravanti sfrutta un errore di Andelkovic e dopo il rimbalzo del pallone fredda Sorrentino con un diagonale da posizione angolata. Lo 0-3 sarebbe già troppo pesante per il Palermo, autore di un buonissimo primo tempo, al 92° arriva addirittura il Poker della Lazio con Parolo che aggancia in area una punizione di Ledesma, si gira e supera il portiere rosanero. La Lazio reagisce allo stop di giovedì ed è concreta, il Palermo, ora ultimo con Empoli e Sassuolo a quota 3, gioca bene, fa bel gioco ma non riesce a portar a casa nemmeno un punto.

     

    PALERMO – LAZIO 0-4 (0-1) (45°, 75°, 83° Djordjevic, 92° Parolo)

    PALERMO (3-4-1-2): Sorrentino; Andelkovic, Terzi, Feddal; Morganella, Rigoni, Barreto (82° Quaison), Lazaar (56° Emerson); Vazquez; Belotti, Dybala (76° Makienok).

    Allenatore: Iachini.

    LAZIO (4-2-3-1): Marchetti; Cavanda, De Vrij, Cana, Braafheid (77° Ciani); Parolo, Onazi; Lulic, Mauri (82° Ledesma), Candreva (57° Felipe Anderson); Djordjevic.

    Allenatore: Pioli.

    Arbitro: Di Bello.

    Ammoniti: Parolo (L), Morganella (P), Mauri (L), Cana (L), Marchetti (L), Vazquez (P)

  • Il Siena affonda l’Inter 3-1. Stramaccioni come Zeman?

    Il Siena affonda l’Inter 3-1. Stramaccioni come Zeman?

    L’Inter affonda contro il fanalino di coda Siena con un sonoro 3-1. La caduta stavolta fa davvero male, perché mette in evidenza tutti i limiti di una rosa assolutamente poco competitiva e di un allenatore che forse non è più così sicuro di allenare per molto l’Inter. Si è a lungo parlato di assenza di qualità in mezzo al campo, ma come è stato visibile oggi, nonostante i nuovi innesti in mediana, è mancata l’intensità di gioco, la velocità di esecuzione e ancora una volta la solidità difensiva. Schelotto ha fatto la sua comparsa sulla fascia solo per un tempo, mentre Kuzmanovic e Kovacevic non hanno assolutamente giocato come ci si aspettava. Il Siena di Iachini invece ha brillato di luce propria, sapendo sfruttare le ripartenze in velocità e le praterie lasciate sulle fasce dai nerazzurri, colpendo con Sestu e il rookie Emeghara che ha impressionato positivamente tutti i tifosi della Robur. L’Inter deve interrogarsi. Terzo posto a tre punti e rischio aggancio del Milan in serata. Una cosa è certa: non basterà il rientro di Milito per tappare tutte le falle della gestione Branca Moratti Stramaccioni.

    LA PARTITA

    Novità alla lettura delle formazioni, con entrambi i tecnici che usufruiscono dei nuovi arrivati dal mercato di gennaio: Stramaccioni lascia in panchina Kovacic ma schiera dal primo minuto, Schelotto e Kuzmanovic, (preferito a Gargano) mentre Iachini inserisce subito Della Rocca in mediana e Emeghara davanti al posto di Bogdani.

    La partita è una girandola di emozioni continue, regalando gol a grappoli nella prima frazione di gioco. I nerazzurri nei primi minuti devono scontrarsi contro una buona organizzazione difensiva del Siena, per essere colpiti nel momento migliore. Sono proprio i padroni di casa al 21’ a trovare il gol del vantaggio con una splendida azione di contropiede, nata da una percussione devastante di Rubin a sinistra a servire l’assist vincente a Emeghara che deve solo appoggiare in rete da due passi. La partita è caldissima e solo un minuto dopo è l’Inter a trovare la rete del pari con cross da sinistra di Cassano che viene quasi deviato da Nagatomo beffando Pegolo e finendo in rete. Non bastasse al 25’ è ancora il Siena a passare in vantaggio con una rete da cineteca di Sestu che calcia a giro, sorprendendo Handanovic un po’ troppo fuori dai pali, per la rete del 2 a 1. L’Inter ci prova ma senza riuscire a trovare la rete de pari, anzi soffrendo più del previsto sulla corsia presieduta da Schelotto, dove Rubin e Sestu a turno trovano intere praterie.

    Antonio Cassano | ©Fabio Muzzi/AFP/Getty Images
    Antonio Cassano | ©Fabio Muzzi/AFP/Getty Images

    È proprio Schelotto ad uscire nella ripresa lasciando spazio a Kovacic con la difesa che passa a quattro con l’arretramento di Nagatomo in difesa. Non cambia il copione con il Siena che continua a spingere e addirittura al 10’ trova un rigore a proprio favore con Chivu che stende in area Emeghara, concedendo ai padroni di casa il penalty e la superiorità numerica con un rosso diretto. Rosina dagli undici metri non perdona: Siena avanti 3 a 1. Inter in totale confusione. Ci prova Cassano senza fortuna, colpendo la traversa dopo una splendida percussione di Guarin. Sempre meno spazi per la squadra nerazzurra con l’uomo in meno e poche idee in campo. È spaventosamente palese come la manovra nerazzurra sia lentissima e prevedibile. Il match termina sul punteggio di 3 a 1, con Stramaccioni che ne avrà molte da dire in conferenza stampa.

    PAGELLE SIENA INTER

    Emeghara 7 Il giovane attaccante ultimo arrivato dal mercato di gennaio impressiona tutti. Segnando la rete del vantaggio e conquistandosi il rigore del 3 a 1.

    Sestu 7,5 Fa impazzire tutta la difesa nerazzurra, realizzando un gol bellissimo, complice anche un posizionamento errato di Handanovic.

    Rubin 6,5 Sulla sua corsia macina km, trovando anche l’assist per il primo gol di Emeghara.

    Schelotto 4,5 Assolutamente inconsistente. Davanti non si vede, dietro non esiste proprio. Bocciatura completa.

    Chivu 5 Svolge il suo compito bene fino a quando non stende in area Emeghara chiudendo di fatto ogni velleità di rimonta nerazzurra, lasciando i suoi in dieci.

    Kuzmanovic 5 Tocca mille palloni, ma non aiuta in nessun modo i suoi, soprattutto considerando come la difesa in troppe occasioni è poco supportata dal centrocampo.

    Video Gol e Highlights Siena Inter
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  • Sampdoria – Reggina 3-1. Pozzi stritola gli amaranto

    Sampdoria – Reggina 3-1. Pozzi stritola gli amaranto

    Poco più che una formalità per la Sampdoria che si sbarazza per 3 a 1 di una Reggina ormai fuori dai giochi per ciò che riguarda la zona play off e praticamente in vacanza. Prosegue invece la cavalcare dei blucerchiati che giornata dopo giornata sembrano mettere sempre più in cassaforte la possibilità di disputare gli spareggi promozione. Decisivo uno scatenato Pozzi, autore di ben tre gol che hanno messo la strada in discesa ai doriani. Il solo Melara ha tenuto alto l’onore di una Reggina apparsa sin troppo arrendevole. Per quanto riguarda gli undici scesi in campo poche le sorprese. Nella Sampdoria infatti Costa, ex di turno, e Juan Antonio, la spuntano contro Laczko e Foggia. Breda dal canto suo schiera titolari sia Armellino che Barillà, con Ceravolo e Campagnacci in avanti complice anche l’assenza di Bonazzoli.

    Samp che mette subito le cose in chiaro e trova il vantaggio grazie a Pozzi, abile a sfruttare un assist di Eder grazie anche al tocco decisivo di Angella. Fa poco o nulla la Reggina nonostante la verve di Ceravolo. E allora tocca alla formazione genovese spingere e ci vuole un grande Belardi per negare la gioia del gol a Juan Antonio. Ma il raddoppio è nell’aria e arriva grazie al solito Pozzi il quale con una giocata personale calcia sul primo palo sorprendendo l’estremo difensore calabrese. Iachini intanto perde Juan Antonio per un colpo all’occhio: dentro al suo posto Foggia, altro ex di giornata. Nel primo tempo accade poco altro: la Sampdoria chiude meritatamente in vantaggio.

    Nicola Pozzi © Gabriele Maltinti/Getty Images

    Negli spogliatoi Breda prova a scuotere i suoi effettuando anche un cambio: dentro Ragusa al posto di Colombo. Ma è sempre la Samp a fare la gara e Foggia per due volte sfiora il gol, negatogli prima di un mancato aggancio e poi da una respinta di D’Alessandro. Le cose dunque girano storte e Breda prova a cambiare ancora: dentro Melara per Campagnacci. Ma puntuale arriva il tris doriano: Obiang innescan Pozzi il quale al volo batte Belardi per la propria tripletta di giornata. Solo a questo punto i calabresi tirano fuori l’orgoglio e Rizzato mette in mezzo un pallone per l’accorrente Melara il quale da due passi non sbaglia. La Samp amministra rischiando poco, con Breda che intanto fa esordire il giovane Maicon. Foggia sfiora il quarto gol dei suoi e cosi arrivano i titoli di coda di una gara praticamente a senso unico: Sampdoria Reggina finisce 3 a 1.

    Sampdoria che dunque continua a giocarsi la Serie A mentre la Reggina, complice anche alcune scelte che hanno fatto e faranno discutere, continua a deludere sotto tutti i punti di vista. Come si può pensare di vincere le partite se gente di esperienza e qualitativamente di categoria superiore restano costantemente fuori? Il riferimento è ovviamente al centrocampista Nicolas Viola e all’attaccante Bonazzoli. Due elementi di classe lasciati, anche stavolta, a casa, e una squadra senz’anima dove vengono riproposti sempre gli stessi elementi che già avevano deluso ampiamente contro l’ultima in classifica, l’Albinoleffe, appena una settimana fa, e qualcuno anche contro il Verona. Per fortuna degli amaranto però la stagione sta per volgere al termine.

    Il video della partita:
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  • Torino Sampdoria, probabili formazioni. Match dal sapore di A

    Torino Sampdoria, probabili formazioni. Match dal sapore di A

    I riflettori della Serie B questa settimana sono puntati tutti su Torino Sampdoria, posticipo della 28esima giornata del campionato cadetto. Nonostante i blucerchiati manchino dalle zone della classifica che contano, il match contro i granata ha il sapore di Serie A.

    Inutile dire che entrambe le squadre stasera giocheranno per i 3 punti, il Torino potrebbe infilare la terza vittoria consecutiva e ritornare in vetta approfittando del pareggio interno del Sassuolo con il Varese, per i doriani portare a casa l’intera posta in palio risulterebbe determinante e necessario per continuare l’inseguimento all’ultimo posto utile per i playoff che al momento dista 8 punti. All’andata i granata si imposero a Marassi rimontando il vantaggio temporaneo di Costa con le reti di Suciu e Bianchi e forse la crisi della Samp è partita proprio da lì, una sconfitta che ha minato le certezze di una squadra all’inizio accreditata come la corazzata numero uno in grado di stravincere il campionato cadetto.

    Il Torino dell’ex Ventura, genovese doc e tifoso della Samp, manderà in campo la squadra con il suo solito 4-4-2 con le due ali, Stevanovic e Vives, molto offensive che dovranno cercare di tenere bassi i due terzini blucerchiati Berardi e Laczko; in mediana Basha e Iori dovranno impostare e spezzare le trame di gioco avversarie, in difesa Darmian e Parisi si posizieranno ai lati con Di Cesare e Ogbonna davanti a Benussi; in attacco Antenucci farà coppia con bomber Bianchi.

    Giampiero Ventura | © Dino Panato/Getty Images

    Iachini, che sembra aver trovato finalmente la quadratura del cerchio reduce da due vittorie consecutive, risponde con un 4-3-1-2, l’ex Brescia Juan Antonio giocherà sulla linea dei trequartisti a supporto delle punte Pozzi e Bertani, a centrocampo spazio a Munari, il giovane Obiang e Renan Garcia mentre la coppia centrale difensiva sarà formata da Gastaldello e Rossini a protezione di Romero; sulle fasce, come già detto in precedenza, spingeranno Berardi, sulla destra, e Laczko, sul fronte opposto.

    PROBABILI FORMAZIONI TORINO SAMPDORIA

    TORINO (4-2-4): Benussi; Darmian, Di Cesare, Ogbonna, Parisi; Basha, Iori; Stevanovic, Antenucci, Bianchi, Vives.
    Panchina: Morello, D’Ambrosio, Glik, Vives, Surraco, Meggiorini, Sgrigna.
    Allenatore: Ventura.

    SAMPDORIA (4-3-1-2): Romero; Berardi, Gastaldello, Rossini, Laczko; Munari, Obiang, Renan Garcia; Juan Antonio; Pozzi, Bertani.
    Panchina: Da Costa, Volta, Costa, Rispoli, Soriano, Foggia, Fornaroli.
    Allenatore: Iachini.

  • Samp contestata. I tifosi chiedono la testa di Sensibile

    Samp contestata. I tifosi chiedono la testa di Sensibile

    Crisi e contestazione. Comincia peggio di com’era finito quello precedente l’anno della Sampdoria. Il ko in casa contro il Varese ha fatto esplodere la contestazione dei tifosi che hanno assediato il Ferraris subito dopo la fine delle incontro facendo uscire i blucerchiati dall’impianto solo dopo due ore dalla fine della partita.

    Sampdoria | foto Sky

    Una contestazione pacifica e senza grosse tensioni, almeno fuori dallo stadio. Visto che al triplice fischio del match perso contro i lombardi il direttore sportivo dei doriani, Pasquale Sensibile, è stato aspramente contestato in tribuna. Già prima dell’inizio del match i supporters liguri avevano protestato nei confronti della dirigenza facendo ingresso in gradinata sud dopo un paio di minuti dall’inizio dell’incontro. La squadra però sembra non avere minimamente reagito come dimostra il ko patito successivamente contro il Varese.

    Tifosi che dunque chiedono la testa di Sensibile e soprattutto interventi in questo mercato di gennaio che in qualche modo diano una svolta, magari permettendo alla squadra di risalire in zona play off, obiettivo minimo alla luce di quelle che erano le premesse della vigilia. A fine gara ieri il tecnico Giuseppe Iachini ha chiesto pubblicamente scusa ai tifosi. Il suo score, da quando siede sulla panchina dei genovesi, è tutt’altro che esaltante: in sette partite ha raccolto la miseria di quattro punti, frutto di altrettanti pareggi. Poi tre sconfitte, l’ultima delle quali ieri nello scontro diretto con il Varese. E se si sommano le ultime due gare nelle quali la squadra era guidata da Atzori, ecco che l’astinenza dai tre punti tocca quota dieci gare. L’ultima gioia infatti risale al match vinto con il Crotone. Un’eternità insomma.

    Adesso in molti attendono la reazione di Garrone: solleverà dall’incarico Sensibile? Andrà avanti con lo stesso ed interverrà in maniera forte sul mercato? Staremo a vedere, ma intanto i tifosi pretendono non solo spiegazioni ma anche e soprattutto fatti dopo un 2011 da incubo.

  • Samp, un anno da cancellare. Per ora la A è un miraggio

    Samp, un anno da cancellare. Per ora la A è un miraggio

    E’ stata indubbiamente la delusione della prima parte di stagione in Serie B. Ad un anno di distanza dall’accesso in Champions League sfiorato per appena una manciata di minuti, la Sampdoria si ritrova a convivere con una situazione paradossale, a metà strada tra play off e play out. Il tutto nonostante in estate il presidente Garrone abbia voluto fare le cose in grande. In panchina arriva Gianluca Atzori, reduce da una splendida stagione alla guida della Reggina. Ma è il parco giocatori ad essere di prim’ordine. A partire da alcune riconferme eccellenti. Rimangono in blucerchiato infatti Palombo, centrocampista più volte nel giro della Nazionale, ma anche i vari Accardi, Rossini, Dessena, Gastaldello, Koman, Laczko, Padalino, Semioli, Maccarone e Pozzi. Ma non è finita qui. Sono tanti infatti i nomi importanti che giungono dal mercato. Arriva il portiere Romero, il difensore Costa, i centrocampisti Bentivoglio, Castellini, Foggia e Soriano e gli attaccanti Bertani e Piovaccari, questi ultimi strappati ad un’agguerrita concorrenza. Durante la stagione però molte cose vanno storte, i risultati non arrivano e Atzori ne paga le conseguenze. Al suo posto arriva Iachini. Ma come accaduto negli anni passati con diverse squadre, c’è la conferma che spesso, in questa categoria, non servono solo i nomi per vincere il campionato, ma c’è la necessità soprattutto di gente che è affamata di vittorie.

    Palombo Sampdoria possibile addio | ©Getty Images
    La stagione. Si comincia con un 3-2 in Coppa Italia con l’Alessandria, ma la settimana dopo ecco l’eliminazione ad opera dell’Empoli. Poco importa: l’obiettivo è il campionato. E si comincia con due pareggi: il primo in casa contro il Padova per 2-2, il secondo a Livorno per 0-0. Due match non facili dunque e il 6-0 inflitto al Gubbio oltre al successivo 3-1 inflitto all’Empoli in trasferta sembrano confermare le aspettative della vigilia. Bertani intanto continua sulla stessa scia della scorsa stagione, siglando gol a ripetizione. Contro l’Albinoleffe arriva l’ennesimo exploit ma ecco l’ennesimo tonfo interno che alimenta ulteriori critiche. Al “Ferraris” stavolta passa il Torino e la squadra sembra accusare il colpo pareggiando le due susseguenti gare contro Verona e Sassuolo, formazioni di alta classifica. Insomma, le difficoltà dei doriani sono palesi: si stenta sia in casa che contro le grandi. E di questo passo, la Serie A, rimarrà un miraggio. Tra i big in molti deludono, su tutti Maccarone e i difensori, e il pubblico non ne può più. La vittoria di Ascoli sembra segnare la riscossa, ma il deludente 0-0 casalingo contro il Cittadella fa subito ricredere tutti. Il pesantissimo ko di Nocera rende ancora più difficile la situazione dei doriani e nemmeno la vittoria contro il Crotone serve a riaccendere gli entusiasmi. Il pari Brescia segna l’ultima trasferta dell’era Atzori visto che la settimana dopo la sconfitta interna con il Vicenza costa la panchina all’ex trainer della Reggina. Subentra Iachini ma in termini di risultati cambia poco: 4 pareggi di fila due dei quali in casa contro Juve Stabia e Modena e una sconfitta, nell’ultima partita dell’anno a Pescara. I playoff non sono impossibili da raggiungere, ma serve una vera e propria sterzata con l’anno nuovo.

    Il mercato. La Sampdoria, probabilmente, sarà la squadra che più utilizzerà la finestra invernale di mercato. Ci sono da cambiare parecchie cose se ancora si crede al ritorno in Serie A. Praticamente concluso l’accordo con il Brescia che prevede l’arrivo dell’esterno di difesa Gaetano Berardi e del trequartista Juan Antonio. In cambio dovrebbero fare il percorso inverso l’attaccante Foti e il difensore Accardi. Certa la cessione di Maccarone, pronto al ritorno al Siena. A centrocampo potrebbe arrivare Guarente dal Siviglia, mentre è da decifrare la questione Palombo, con il giocatore richiesto da diverse società, Roma e Udinese su tutte, ma che vorrebbe rimanere in blucerchiato. Su Dessena c’è invece il pressing del Cagliari.

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  • Verratti illumina Sansovini, Pescara Sampdoria 1-0. Video

    Verratti illumina Sansovini, Pescara Sampdoria 1-0. Video

    Si è conclusa con la prima sconfitta di Iachini e sopratutto il ritorno alla vittoria dell’undici Zeman il 2011 del campionato cadetto. L’1 a 0 finale di Pescara Sampdoria non deve illudere, gli abruzzesi hanno meritato in lungo e in largo la vittoria e il risultato striminzito è solo dovuto all’appannamento dell’attacco, una rarità per un undici targato Zeman. Il Pescara così dopo due sconfitte consecutive torna alla vittoria riportandosi in scia delle squadre che mirano alla vittoria diretta, di contro per la Samp ma sosta fu più salutare, il cambio da Atzori e Iachini non ha prodotto gli effetti sperati con la squadra smarrita e in preda a pericolose crisi d’identità che non fanno ben sperare per il futuro.

    Pescara Sampdoria, la partita. Zeman conferma le aspettative della vigilia affidando in assenza di Gessa e Cascione la mediana al giovane Verratti, Kone e Togni mentre in attacco il trio delle meraviglie Sansovini, Insigne Immobile è confermatissimo. Iachini schiera la sua Samp con un insolito 4-3-3 (cambiato poi dopo appena 20′ di partita) confermando capitan Palombo in mediana e preferendo Soriano ad Obiang come sostituto di Bentivoglio. Gli ospiti nonostante un organico di tutto rispetto e un trio d’attacco stellare con Foggia, Bertani e Piovaccari non riesce quasi mai ad impensierire Anania mentre il Pescara spreca tanto nel primo tempo con Sansovini ed Immobile. I blucerchiati provano qualche sussulto solo sul finire del primo tempo ma il pari va veramente stretto agli abbruzzesi.

    Sansovini decide Pescara Sampdoria | ©Getty Images
    La ripresa inizia con una bella conclusione di Palombo che fa sperare in una reazione doriana, invece è il Pescara a riprender il controllo dell’incontro e a trovare il pertugio vincente grazie ad una sontuosa giocata del baby Verratti, bravo a sradicare un pallone dei piedi ad un avversario a centrocampo e servire in profondità la corsa di Sansovini che supera Da Costa in dribbling prima di depositare a porta vuota. la reazione della Sampdoria è praticamente inesistente e Iachini congeda Palombo dando spazio ad Obiang decretando forse l’addio del capitano ai blucerchiati. Nel finale è il Pescara a non sfruttare tre nitide palle gol ma arrivano comunque tre punti salutari.

    Pescara Sampdoria 1-0 video highlights
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  • Pescara Sampdoria chiude il 2011. Verratti vs Obiang sfida tra baby

    Pescara Sampdoria chiude il 2011. Verratti vs Obiang sfida tra baby

    Match dal fascino particolare e che promette spettacolo quello chiamato a salutare il 2011 della serie cadetta. Pescara Sampdoria è una partita senza un risultato scontato che promette tanti gol e spettacolo in campo e sugli spalti dove nonostante il gelo e l’insolito impegno di lunedì saranno oltre i diecimila i sostenitori. Entrambe le squadre arrivano all’ultimo match del 2011 con qualche problema: l’undici di Zeman dopo un avvio travolgente sembra stia rifiatando anche se la sconfitta subita a Torino la scorsa settimana avrebbe tante attenuanti nelle sviste arbitrali, la Samp vive tra alti e bassi da inizio stagione e pur avendo trovato una certa quadratura con Iachini non riesce ancora ad ingranare per tornare nelle posizioni che più le competono.

    Marco Verratti | ©Giuseppe Bellini/Getty Images
    Un vittoria consentirebbe alle due società di archiviare il 2011 con più serenità e programmare l’avvio della prossima stagione al meglio. Pescara e Sampdoria infatti sono tra le società più attive nel mercato, i primi hanno praticamente chiuso per l’attaccante del Racing Santander Juan Ignacio Sanchez Sotelo e cerca di respingere i corteggiamenti ai vari Verratti, Zanon e Balzano. I doriani opteranno per una vera e propria rivoluzione con partenze eccellenti e quella più che possibile di capitan Palombo accostato alla Fiorentina e Obiang nel mirino della Roma.

    Pescara Sampdoria le indiscrezioni Problemi in mediana per Zeman che perder per squalifica sia Cascione che Gessa e il conseguente utilizzo di Verratti in regia con Togni e Kone ai lati. In difesa Romagnoli è in vantaggio su Brosco come partner di Capuano. In avanti il trio delle meraviglie Sansovini, Insigne e Immobile. Iachini sembra voglia proporre la sua Samp emulando schemi e gioco del Pescara, nel 4-3-3 di questa sera mancheranno però gli squalificati Romero e Bentivoglio oltre all’acciaccato Pozzi. Davanti a Da Costa dunque dovrebbero giocare Rispoli, Volta, Rossini e Castellini, a centrocampo con Dessena e Palombo si rivede il giovane idolo dei tifosi Obiang. L’attacco con Foggia e Bertani ai lati di Piovaccari.

    PROBABILI FORMAZIONI
    Pescara Sampdoria
    Pescara (4-3-3)
    : Anania; Zanon, Romagnoli, Capuano, Balzano; Kone, Verratti, Togni; Sansovini, Immobile, Insigne. A disp.: Pinsoglio, Brosco, Bocchetti, Nicco, Soddimo, Maniero, Giacomelli. All. Zeman
    Squalificati: Gessa e Cascione.
    Indisponibile: Petterini, Bacchetti.

    Sampdoria (4-3-3): Da Costa; Rispoli, Volta, Rossini, Castellini; Dessena, Palombo, Obiang; Foggia, Piovaccari, Bertani.
    A disp.: Fiorillo, Costa, Laczko, Koman, Soriano, Padalino, Fornaroli. All. Iachini.
    Squalificati: Romero, Bentivoglio.
    Indisponibili: Semioli, Gastaldello, Accardi, Pozzi.

    Arbitro: Ostinelli di Como.