Tag: Giro d’Italia

  • Ferrari sfreccia a Montecatini. Rodriguez in rosa

    Ferrari sfreccia a Montecatini. Rodriguez in rosa

    Una Ferrari che batte tutti in velocità a Montecatini? Ebbene si ma non è la tanto amata rossa di Maranello bensì il giovane ciclista dell’Androni Giocattoli Roberto Ferrari che fa sua l’undicesima tappa del Giro 2012, grazie ad una volata perfetta e senza polemiche.

    Infatti proprio il ciclista italiano era stato protagonista della rovinosa caduta di Mark Cavendish nel corso della settima tappa a causa di un repentino cambio di traiettoria che aveva letteralmente tranciato il campione del Mondo lanciato a tutta velocità.

    La tappa ha vissuto per gran parte della sua giornata, sulla fuga iniziale di cinque corridori: Saez de Aarraegui, Delage, Kaisen, Boaro e Denif. Il gruppo lascia fare inzialemente non lasciando mai ampio spaio ai fuggitivi e riprendendo l’ultimo attaccante, l’italiano Boaro, ai meno tredici dal traguardo. La tappa è adatta alle ruote veloci, ma sulla salita di Vico, il campione italiano Giovanni Visconti tenta di sorprendere i team dei velocisti con una bella azione e coinvolgendo fra gli altri, Vicioso, Gatto e Tiralongo con inoltre due big della generale come Michele Scarponi e Roman Kreuziger. L’attacco è interessante ma la presenza del duo Scarponi – Kreuziger non lascia spazio agli attaccanti che vengono ripresi ai meno 3 km.

    Parte una volata lunga  con davanti, quando al traguardo manca un’unica curva, quella più pericolosa ai 350 metri dall’arrivo, c’è ovviamente il treno della Sky, ma Thomas nel momento decisivo della corsa imposta male la curva e costringe Cavendish a tirare il freno. Modolo scivola e causa una mini-caduta di gruppo, mentre il campione del mondo è scavalcato da Roberto Ferrari, che ne ha di più e va a vincere con autorità. Secondo è Chicchi e terzo è Vaitkus, lituano della GreenEdge. Cavendish, che tira il freno, rallenta tantissimo e quando riparte ha un rapporto troppo duro, si deve accontentare della quarta piazza, mentre quinto è Manuel Belletti, sfortunato perché frenato dalla caduta di Modolo.

    La carovana Rosa ©LUK BENIES/AFP/GettyImages

    Le dichiarazioni di Ferrari: “E’ il giorno più bello della mia vita, vincere una tappa al Giro d’Italia per un corridore italiano è qualcosa di straordinario. Dopo le polemiche con Cavendish questa vittoria era proprio quello che ci voleva. L’ho battuto? Vero, mi fa piacere, non so quanto faccia piacere a lui”.

    E quelle di Ivan Basso dopo debacle di Schleck: “E’ stata una tappa difficile, così come tutte affrontate fin qui del resto. Si è mosso qualcuno nel finale, ma alla fine è arrivata la volata, con caduta. Purtroppo. Frank Schleck in ritardo? E’ un grande campione, non va sottovalutato. Io credo che i big siano ancora tutti in lotta. Quando io protagonista? Come prima cosa credo sia necessario non perdere secondi, poi penseremo a guadagnarne“.

    Resta tutto invariato nella generale con lo spagnolo Joaquim Rodriguez a comandare con Hesjedal e Tiralongo a pochi secondi, con la sorpresa negativa rappresentata dalla crisi avuta dal lussemburghese Frank Schleck sulla salita di Vico che lo ha costretto a perdere 42” forse fatali per le speranze di una vittoria finale del Giro.

    Classifica Generale

    1 Joaquim RODRIGUEZ OLIVER  SPA KATUSHA TEAM

    26.16’53”

    2 Ryder HESJEDAL  CAN GARMIN – CANNONDALE

    +17

    3 Paolo TIRALONGO  ITA ASTANA PRO TEAM

    +32

    4 Roman KREUZIGER  CZE ASTANA PRO TEAM

    +52

    5 Benat INTXAUSTI  SPA MOVISTAR

    +52

    6 Ivan BASSO  ITA LIQUIGAS

    +57

    7 Damiano CARUSO  ITA LIQUIGAS

    +1:02

    8 Dario CATALDO  ITA OMEGA PHARMA

    +1:03

    9 Eros CAPECCHI  ITA LIQUIGAS

    +1:09

    10 Rigoberto URAN URAN  COL TEAM SKY

    +1:10

  • Il Giro d’Italia con il Bambino in braccio, tutto facile per Rodriguez El Purito

    Il Giro d’Italia con il Bambino in braccio, tutto facile per Rodriguez El Purito

    Poco da dire, c’era uno che doveva vincere, e ha vinto. Un arrivo disegnato per Joaquim Rodriguez, che non si fa sfuggire l’occasione e sprinta all’arrivo di Assisi. Tappa, maglia rosa, benedizione dei frati francescani e a questo punto credo che gli abbiano dato in premio anche un set di pentole col fondo fuso alto un centimetro.

    Molto belli gli ultimi chilometri, in mezzo alle dolci colline umbre. Io ho vissuto in Umbria per diversi anni, e le colline umbre hanno questa particolarità: all’inizio dici “Ah che belle le dolci e verdi colline umbre“, dopo qualche tempo dici “Queste dolci e verdi colline umbre, insomma, mica male“, dopo qualche mese vorresti radere al suolo le dolci e verdi colline umbre e fare una spianata di cemento ed ecomostri messi in fila. Molto belle le colline però, diciamoci la verità, che noia!

    "Purito" Rodriguez ©LUK BENIES/AFP/GettyImages

    La tappa, dicevo, diventa emozionante negli ultimi chilometri. A scattare ci provano in tanti: Pozzovivo, Tiralongo, un olandese della Rabobank, Fausto Coppi redivivo, Giovanni da Procida, Ermenegildo Zegna, due coccodrilli e perfino un orango tango. Ma tutti sappiamo chi alla fine avrebbe vinto, ovvero Rodriguez. Nota di colore: viene soprannominato “El purito“, ovvero il sigaro, perché durante un allenamento in salita si affiancò ad alcuni compagni e, per far vedere quanto era facile per lui pedalare, mimò di fumare un sigaro. La sera, per punizione, gli fecero fumare veramente un sigaro intero. Gli è andata ancora bene, diciamo che il sigaro avrebbe potuto fare una fine molto meno nobile se avesse trovato dei compagni di squadra molto più incazzosi.

    Da domani si ricomincia, tappa di pianura prima di affrontare ben altre montagne che non siano le dolci colline umbre. La tappa più lunga, di trasferimento, probabilmente ci sarà da sonnecchiare per tutti e 256 i chilometri prima della volata. Direi anche che se lo meritano, questi ragazzi che pedalano tutto il giorno. Non pensate tanto ai campioni, quelli che vincono le tappe, pensate ai gregari di seconda fascia, quelli che pedalano fino alla fine come gli altri ma fanno il triplo della fatica. È a loro che va il mio pensiero, a questi operai della fatica, e quando penso a loro mi chiedo: se esiste la reincarnazione, quale terribile peccato devono scontare questi ragazzi? Cosa avranno fatto di così orribile nelle vite precedenti per macinare ogni giorno chilometri senza mai avere un sussulto di gloria? A loro va il mio augurio, che un giorno, forse a causa di un genocidio di gruppo, riescano a vincere almeno una tappa. Ciao ragazzi, siete i miei eroi.
    Io e mio figlio vi salutiamo, andiamo a raccogliere due fiori sulle verdi e dolci colline umbre. E a studiare un piano per spianarle definitivamente.

  • Assisi benedice Rodriguez, tappa e maglia rosa per “Purito”

    Assisi benedice Rodriguez, tappa e maglia rosa per “Purito”

    Era il favorito numero uno della decima tappa ed ha confermato le aspettative lo spagnolo del team Katusha Joaquim Rodriguez che, sul traguardo di Assisi, vince una tappa dai contenuti artistici meravigliosi conquistando anche la maglia rosa.

    Finale mozzafiato sul pavè del centro storico di Assisi con “Purito” che precede il polacco Huzarsky e con il campione italiano Giovanni Visconti, a chiudere il podio.

    Dopo pochi km dalla partenza di Civitavecchia inizia la classica fuga di giornata con cinque iniziali protagonisti: Bonnafond, Minguez, Failli, Brandle e Keizer), che diventano poi sei nel finale quando agli attaccanti si aggiunge anche Clement (Rabobank). Il gruppo lascia fare tenendo a “bagno maria” i coraggiosi attaccanti, che non guadagneranno mai più di cinque minuti (vantaggio massimo di 4’50”) e venendo definitivamente ripresi, a 7 km dall’arrivo.

    L’arrivo è molto spettacolare con gli ultimi 4 km veramente duri con il “Muro” di S.Damiano che presenta una pendenza media dell’11%  con punte sino al 15%. L’attacco decisivo di Joaquim Rodriguez non avviene però sul Muro ma sul pavè finale del centro storico, il primo ad attaccare è Paolo Tiralongo che però non riesce a tenere duro come fece a Porto S.Elpidio, piantandosi praticamente subito. Dietro è bagarre con Vicioso che apre la strada al suo compagno e capitano della Katusha Rodriguez, lo scatto di “Purito” è impressionante non lasciando alcuna speranza di vittoria a un comunque buono Giovanni Viscontiche per la prima volta in questo Giro si è fatto notare davanti al gruppo.

    "Purito" Rodriguez ©LUK BENIES/AFP/GettyImages

    Le dichiarazioni di Rodriguez: “Devo dire grazie alla mia squadra, siamo stati gli unici a voler fare la corsa fin dai primi km. Fondamentale è stato avere un direttore sportivo italiano che mi ha spiegato bene il finale, e meno male che lo ha fatto perché altrimenti ci avrei provato da più lontano e forse non sarei arrivato. Ora serve tenere, soprattutto nell’ultima settimana, non sarà facile“.

    Con la vittoria e l’abbuono conquistato, Joaquim Rodriguez è la nuova maglia rosa del Giro con il canadese della Garmin Ryder Hesjedal, relegato in seconda posizione a 17” dallo spagnolo. Tra i big della classifica, poche le variazioni: il migliore è  Roman Kreuziger, quarto a 32” dalla maglia rosa. Poi Ivan Basso, sesto a 57, Michele Scarponi, 11esimo a 1’11”, e Domenico Pozzovivo, 12esimo a 1’12”. Più indietro Frank Schleck, che oggi perde pochi secondi e ora è 13esimo a 1’15” con Damiano Cunego  15esimo, a 1’37” da Rodriguez.

    L’arrivo dell’undicesima tappa sarà a Montecatini Terme, il percorso di gara non presenta particolari insidie fatta eccezione per la sua lunghezza con i suoi 255 Km. Sarà quindi molto probabilmente un affare per le ruote veloci con il campione del Mondo Mark Cavendish, favorito numero uno a meno di altre rovinose cadute.

    Classifica Generale

    1 Joaquim RODRIGUEZ OLIVER  SPA KATUSHA TEAM

    26.16’53”

    2 Ryder HESJEDAL  CAN GARMIN – CANNONDALE

    +17

    3 Paolo TIRALONGO  ITA ASTANA PRO TEAM

    +32

    4 Roman KREUZIGER  CZE ASTANA PRO TEAM

    +52

    5 Benat INTXAUSTI  SPA MOVISTAR

    +52

    6 Ivan BASSO  ITA LIQUIGAS

    +57

    7 Damiano CARUSO  ITA LIQUIGAS

    +1:02

    8 Dario CATALDO  ITA OMEGA PHARMA

    +1:03

    9 Eros CAPECCHI  ITA LIQUIGAS

    +1:09

    10 Rigoberto URAN URAN  COL TEAM SKY

    +1:10

  • Il giro d’Italia con il bambino in braccio, Ventoso vince in volata

    Il giro d’Italia con il bambino in braccio, Ventoso vince in volata

    Devo dire la verità, sono stato fregato. Pensavo che ieri sarebbe stata una tappa inutile, l’avevo scritto l’altro giorno, e invece si è rivelato un finalone di quelli da seguire con attenzione. Una volta ripresa la classica fuga di giornata, sulla salitella finale parte Joaquim Rodriguez, uno dei pretendenti alla maglia rosa, e sorprende tutti. Mentre alcuni stavano tranquillamente passeggiando, quello, probabilmente cogliendo il mio suggerimento di qualche giorno fa di attaccare quando nessuno se l’aspetta, attacca e rischia di farcela. Per ripigliarlo si mette a tirare Pozzovivo, vincitore di ieri, insieme ad alcuni degli uomini di classifica, alcuni marines e le teste di cuoio francesi prontamente richiamate per bloccare questa azione. Viene ripreso a 5 chilometri dall’arrivo malmenato, legato mani e piedi, inserito in un sacco e buttato nel più vicino cassonetto.

    Sbrigata la formalità Rodriguez, ci si prepara per la volata. Grazie allo strappo alcuni velocisti sono fuori gioco, ma c’è ancora lui, Marcone Cavendish, che si prepara in qualche modo a fare un sol boccone degli altri. E invece.
    All’ultima curva, su un asfalto viscido come una lastra di ghiaccio cosparsa di burro e coperta di olio motore (non so se rendo l’idea), succede una specie di polpetta di ciclisti. Uno si scansa, Pozzato per evitarlo va sopra a Goos che ha appena frenato, altri tra cui l’australiano arrivano letteralmente a ruota e per terra si forma un tappetino di corridori bestemmianti. Verranno tutti seppelliti in terra sconsacrata.

    Giro D'Italia 2012 | © LUK BENIES/AFP/GettyImages

    I superstiti si lanciano in volata, tra loro anche la maglia rosa che non capisce neanche lui perché si trova in piedi sui pedali in mezzo ad altri che pedalano come dei dannati, ma visto che si trova nel mezzo, pedala. Da dietro arriva Francisco Ventoso che canticchiando “Passeggiando in bicicletta, accanto a te” supera tutti e vince la sua seconda tappa al Giro in carriera.

    Oggi tappa nervosa, con arrivo ad Assisi. Speriamo che non cadano per terra bestemmiando come appena successo, altrimenti i frati del convento potrebbero prenderli in ostaggio e costringerli a fare voto di castità, povertà e penitenza per scontare i santi tirati giù dal cielo. A parte gli scherzi, la salita verso Assisi non è male. Niente di incredibile, è vero, ma stai a vedere che qualcuno, con la scusa di partire prima per non trovare traffico all’ingresso in basilica potrebbe provare a fare un numero.

    Io e mio figlio vi salutiamo, andiamo a tirare su qualche corridore che è ancora rimasto steso per terra dalla caduta di ieri. Dice che se li lasci per terra poi mettono radici e viene fuori un albero di velocisti, noi volevamo coltivarne qualcuno in vaso.

  • Slalom di Ventoso, cade Cavendish. Hesjedal sempre in rosa

    Slalom di Ventoso, cade Cavendish. Hesjedal sempre in rosa

    Lo spagnolo del team Movistar Francisco Ventoso conquista la nona tappa della corsa rosa in uno sprint rocambolesco fatto di cadute in cui lo spagnolo è stato uno dei pochi velocisti a salvarsi.

    Finale mozzafiato a Frosinone con la caduta ai meni 300m dall’arrivo causata da Pippo Pozzato in cui a farne le spese sono stati sia il campione del Mondo Mark Cavendish che l’australiano Matthew Goss.

    Doveva essere una tappa tranquilla quella che portava i corridori da San Giorgio del Sannio a Frosinone, 166 km pianeggianti con dei saliscendi insidiosi negli ultimi 10 km. L’inizio di tappa è caratterizzato dalla fuga di tre uomini, partita già al km 2 di corsa e che vede protagonisti Pierre Cazaux, della Euskaltel Euskadi, Brian Bulgac, della Lotto Belisol, e Martijn Keizer, della Vacansolei. La fuga, tenuta sotto controllo fin dai primi km di corsa dal Team Sky, ha un vantaggio massimo di 4’11” e, dai 28 all’arrivo, vede protagonista solitario l’olandese della Vacansoleil, Keizer che viene però ripreso ai meno 17 dal traguardo.

    A movimentare il finale di tappa ci pensa lo spagnolo “Purito” Rodriguez che attacca ai meno 8 dall’arrivo, l’attacco del capitano del team Katusha costringe i big a muoversi con Kreuziger, Pozzovivo e Basso nelle prime posizioni. A 2 km dall’arrivo il gruppo è compatto, davanti c’è la GreenEdge a fare il ritmo per Goss, subito dietro c’e’ anche il team Sky per Cavendish. Ai meno 300 metri dall’arrivo, il capitombolo generale che segna lo sprint: segnalata perfettamente dall’organizzazione della corsa, c’è una curva secca a sinistra, che va presa in un certo modo per evitare rischi inutili. I primi passano, poi però Pozzato sbaglia traiettoria e tampona Goss, che si ritrova per terra in un attimo. Stessa fine capita anche a Cavendish e ai fratelli Haedo. Ventoso è l’unico dei velocisti importanti che riesce ad evitare la caduta vincendo lo sprint su un bravissimo Fabio Felline (Androni-Venezuela), terzo chiude Giacomo Nizzolo, del Team RadioShack.

    Ryder Hesjedal ©Luk Beines/AFP/GettyImages

    Le dichiarazioni di Ventoso: “Con un gruppo molto numeroso io faccio fatica, ma al termine di una tappa come quella di oggi tutto cambia. Sono uscito bene dall’ultima curva e ho avuto lo spunto migliore. Visconti lo aveva previsto: mi aveva detto che oggi avrei vinto. Ringrazio ovviamente la squadra, sono molto, molto contento. I rischi alla fine? Credo che la gente non guarda bene la cartina; era segnalata benissimo

    Tutto invariato in classifica generale con il canadese del team Garmin Ryder Hesjedal (settimo al traguardo) che conserva la maglia rosa con 9” su Rodriguez e 15 su Tiralongo. Si attendono però scossoni nella decima tappa, quella che porterà la carovana da Civitavecchia ad Assisi per un totale di 186 km: arrivo in salita con gli ultimi 4 km molto impegnativi. C’è subito il Muro di San Damiano, 1500 metri all’11% con punte del 15%. E poi l’ultimo chilometro in pavé alla media dell’8,5%.

    Classifica Generale

    1 Ryder HESJEDAL  CAN GARMIN – BARRACUDA

    20:25:28

    2 Joaquim RODRIGUEZ OLIVER  SPA KATUSHA TEAM

    +9

    3 Paolo Tiralongo  ITA TEAM ASTANA

    +15

    4 Roman KREUZIGER  CZE TEAM ASTANA

    +35

    5 Benat INTXAUSTI  SPA MOVISTAR

    +40

    6 Ivan BASSO  ITA LIQUIGAS

    +40

    7 Damiano CARUSO  ITA LIQUIGAS

    +45

    8 Dario CATALDO  ITA OMEGA PHARMA

    +46

    9 Frank SCHLECK  LUX RADIOSHACK – NISSAN

    +48

    10 Eros CAPECCHI  ITA LIQUIGAS

    +52

  • Il Giro d’Italia con il bambino in braccio, Pozzovivo fa il pirata

    Il Giro d’Italia con il bambino in braccio, Pozzovivo fa il pirata

    Si chiude la tre giorni Marchigianabruzzesecampana, e si chiude con un grande numero di Pozzovivo, giovane ciclista che entra subito tra quelli che potrebbero vincere questo Giro d’Italia. Non credo che ci riuscirà, però già così è un bel risultato.

    Tutti hanno aspettato l’ultima salita, ovviamente, e proprio lì se ne è andato Domenico, con una progressione che sembrava avesse messo un motorino nei pedali. Continuava a guadagnare secondi, tanto che invece dell’antidoping a fine gara hanno controllato che non avesse con sè un formatore di buchi spazio temporali, grazie al quale è riuscito a guadagnare 40 secondi in pochi metri. Se non si fosse fermato a mangiare un panino con la cotoletta alla fine della salita, probabilmente avrebbe vinto di slancio anche la tappa di domani.
    Gli altri sono rimasti comunque in gruppo, quelli forti diciamo, quindi non ci sono stati grossi stravolgimenti.

    Giro D'Italia 2012

    La maglia rosa è sempre sulle spalle di quel canadese dal cognome impronunciabile. Ho riflettutto sul perché non fossero mai esistiti forti corridori canadesi e ho posto questa domanda al consolato canadese in Italia dal quale mi hanno risposto: “Provaci tu ad allenarti in mezzo alla neve con una biciclettina da corsa, e poi vedrai come mai”. Bisogna dire che i canadesi non brillano per gentilezza, evidentemente, e che hanno anche poco da fare al consolato visto che rispondono alle mie domande senza costrutto.
    Nota di colore del giorno: ho scoperto che Rigoberto Uran, colombiano del team SKY e loro uomo di classifica, di cognome fa Uran Uran. Sembra un gruppo degli anni Ottanta, adesso aspetto solo che ci sia un corridore che di cognome fa Pandau Allet, e ricaschiamo in pieno in mezzo a una rivalità musicale che credevamo sepolta da anni. Che poi, dico io, come si fa a chiamare un figlio Rigoberto? A questo punto chiamalo Braccobaldo, se proprio lo vuoi far vivere male.

    Oggi tappa pianeggiante, corta, inutile. Ci sono dei ciclisti che hanno già prenotato la sdraio con l’ombrellone, per quanto sarà inutile seguire la tappa finché non arriveranno alla volata. Considerando poi che alcuni velocisti che potevan contrastare Mark Cavendish si sono fratturati o ritirati per diversi motivi, potrei forse già scrivere adesso la cronaca della tappa di domani. Il testo sarà all’incirca così: “Non è successo nulla”. Il mio eroe Taylor Phinney ieri è arrivato con soli 21 minuti di ritardo, e gareggia per la maglia nera. Al momento è quart’ultimo in classifica generale, ma so che con un piccolo sforzo può arrivare tranquillamente ultimo. Vai Taylor, siamo tutti con te!
    Io e mio figlio vi salutiamo, andiamo a prendere un’orzata aspettando che passi questa inutile tappa di lunedì.

  • “Pollicino” Pozzovivo sorprende tutti. Hesjedal in rosa

    “Pollicino” Pozzovivo sorprende tutti. Hesjedal in rosa

    Quando si dice “nelle botti piccole c’e’ il buon vino”, tale proverbio non può essere più azzeccato per descrivere la fantastica vittoria di Domenico Pozzovivo nell’ottava tappa della Giro 2012.

    Con la stessa esultanza di Sebastian Giovinco, Pozzovivo precede sul traguardo di Lago Laceno lo spagnolo Intxausti di 22” ed il connazionale Joaquim Rodriguez (che regola il gruppo dei migliori) di 26”.

    L’arrivo più meridionale del 2012 presenta un tappa dai contenuti molto interessanti, si attendeva la battaglia fra i big della classifica generale che tuttavia si sono controllati, l’unico a faticare è stato Damiano Cunego che ha ceduto ai meno 5km dall’arrivo riuscendo però a rientrare nel falsopiano finale. L’ultima salita viene affrontata dal gruppo praticamente compatto, è sempre l’Astana che prende le redini del comando nei primi chilometri ma, a 8 km dal traguardo si fa vedere Basso con il suo fido scudiero Sylvester Szmyd a menare il gruppo. Il grande numero di Pozzovivo è rappresentato ulteriormente dalla selezione che riesce a fare scattando proprio quando il polacco della Liquigas teneva alta l’andatura. È il tratto più duro al 12%, ai meno 7 dal traguardo che spiana la strada al corridore lucano che trasforma in realtà, ciò che non riuscì al grande Marco Pantani nel 1998 a cui furono fatali i 4km pianeggianti finali del falsopiano di Lago Laceno.

    La carovana rosa ©CLAUS FISKER/AFP/GettyImages

    Le dichiarazione di Pozzovivo all’arrivo: “Ci ho provato, si avvera un sogno. I cinque chilometri finali non finivano mai. Quando sono partito mi sono detto ‘o la va o la spacca’, sentivo che era il mio giorno e lo e’ stato. Ringrazio i miei concittadini che sono venuti e i tifosi del mio fans club“.

    Dopo la prima settimana del Giro si tirano un po’ le prime somme fra i protagonisti: Ivan Basso si è ripreso da subito, dopo la defaillance di Rocca di Cambio si è messo davanti al gruppo portando anche Damiano Caruso in maglia bianca; Scarponi ha dimostrato grande gamba sull’ascesa di Porto s.Elpidio relegando un deludente, sino a questo momento, Damiano Cunego ad un ruolo di comprimario di lusso; sprazzi positivi sia per Franck Schleck che per Roman Kreuziger ma fra gli stranieri, il più in forma sembra essere lo spagnolo del team Katusha, “PuritoRodriguez.

    La maglia rosa rimane sulle spalle del canadese Ryder Hesjedal che ha lottato, sofferto e resistito sulla salita riuscendo a recuperare nel falsopiano finale. Con il terzo posto e gli 8” d’abbuono conquistati Joaquim Rodriguez fa un bel balzo in avanti nella classifica generale piazzandosi adesso in seconda posizione a 9” dal canadese della Garmin.

    Il lunedì della corsa rosa sarà all’insegna delle ruote veloci, si parte da San Giorgio del Sannio e si arriva a Frosinone dopo 166 km pianeggianti con Mark Cavendish a tentare il tris con il solo Sasha Modolo (dopo gli abbandoni di Farrar, Hushovd e Bennati), a tentare di contrastare il dominio del campione del Mondo britannico.

    Classifica Generale

    1 Ryder HESJEDAL  CAN GARMIN – BARRACUDA

    20:25:28

    2 Joaquim RODRIGUEZ OLIVER  SPA KATUSHA TEAM

    +9

    3 Paolo Tiralongo  ITA TEAM ASTANA

    +15

    4 Roman KREUZIGER  CZE TEAM ASTANA

    +35

    5 Benat INTXAUSTI  SPA MOVISTAR

    +40

    6 Ivan BASSO  ITA LIQUIGAS

    +40

    7 Damiano CARUSO  ITA LIQUIGAS

    +45

    8 Dario CATALDO  ITA OMEGA PHARMA

    +46

    9 Frank SCHLECK  LUX RADIOSHACK – NISSAN

    +48

    10 Dario CAPECCHI  ITA LIQUIGAS

    +52

  • Il Giro d’Italia con il bambino in braccio, vince Paolino Tiralongo

    Il Giro d’Italia con il bambino in braccio, vince Paolino Tiralongo

    Finalmente qualcosa si muove, finalmente vediamo qualcuno che ci prova. E poi chi vince? Uno dei migliori gregari del ciclismo moderno, ovvero Paolo Tiralongo.
    Dalle Marche all’Abruzzo quasi tutto un saliscendi, parte la fuga con un altro dei miei eroi di questo giro: Fumiyuki Beppu, ciclista giapponese che d’ora in poi chiameremo Beppe. Parlare di ciclisti giapponesi è come parlare di sciatori magrebini, motociclisti eschimesi oppure pallavolisti pigmei: sembrano difficili persino da immaginare, ma possono esistere. Il nostro Beppe si infila nella fuga che verrà ripresa a pochi chilometri dal’arrivo, e io penso a questo ragazzo che viene da lontanissimo, al nostro samurai che non oso immaginare quanto venga sfottuto in patria per il lavoro che ha scelto di fare. In Giappone, notoriamente, i lavori migliori e più ricercati sono:
    – Arrotolatore di sushi;
    – Kamikaze (carriera solitamente breve ma intensa);
    – Personaggio di un fumetto manga;
    – Daitarn 3

    Giro d'Italia 2012 | ©Luk Beines/AFP/GettyImages

    Sicuramente il giovane Beppe, non riuscendo a sfondare in nessuna di queste specialità, ha deciso di darsi al ciclismo su strada, e noi per questo lo stimiamo. Grazie Beppe, anzi, Arigatò!
    La tappa quindi è segnata da questa lunga fuga, ripresa in ogni caso dal gruppo, e dal primo arrivo in salita di questo giro. Man mano si staccano in tanti, tra cui la maglia rosa Malori, e a 1600 metri, sull’ultimo strappo, parte la bagarre. Invece di Cunego, come tutti si aspettavano, parte Scarponi. Dietro di lui, Tiralongo, dicevo ottimo gregario che in carriera aveva vinto solo una gara: la tappa di Macugnaga l’anno scorso al Giro d’Italia. Sembra quindi che non ci siano speranze per il bravo Paolino, che invece sente una forza dentro che neanche lui sa come e supera Scarponi. Seconda tappa vinta al Giro nella carriera, diciamo poche vittorie ma sentite. Prima della vittoria dell’anno scorso il miglior risultato in bicicletta di Tiralongo era stato quella volta in cui, durante una tappa di trasferimento al Giro 2007, aveva preso un Gratta e Vinci in un bar e aveva vinto 50 euro.

    Oggi altra tappa di mezza montagna, non difficilissima ma con una bella salita finale, anche se gli ultimi 5 chilometri sono in pianura. Vediamo se qualcuno deciderà di dare un senso a questa domenica e presentarsi lunedì con una bella e nuova maglia rosa, oppure tutti aspetteranno ancora e dedicheranno questa giornata a riflettere sulle tagliatelle fatte in casa che gli avrebbe preparato la mamma nel caso avesse deciso di non partecipare al giro.

    Ultima nota: la maglia rosa passa sulle spalle di Ryder Hesjedal, primo canadese a guidare la classifica generale. Il ciclista ha qualcosa in comune con l’ex maglia rosa Ramunas Navardauskas: corre per la stesa squadra, è il primo a diventare maglia rosa per il suo Paese, e soprattutto ha un cognome impronunciabile e difficile da scrivere. Evidentemente nel team Sky amano avere dei ciclisti che non si sa come pronunciare, come fai a urlare “Forza Hesjedal”? Io ci ho provato, mi hanno dato 3 giorni di prognosi per lingua slogata, e altri 3 per aver provato a gridare “Vai Navargauskas!”. Ma uno che si chiama Mario Rossi non potevano prenderlo in quella squadra?

  • Tiralongo beffa Scarponi. Hesjedal maglia rosa

    Tiralongo beffa Scarponi. Hesjedal maglia rosa

    Questa volta la vittoria è tutta sua, seconda gioia al Giro d’Italia per Paolo Tiralongo che piazza l’acuto sulla salita di Rocca di Cambio a scapito di un buon Michele Scarponi con Frank Schleck a conquistare l’ultimo gradino del podio.

    Infatti, dopo il successo dell’anno scorso a Mucugnaga, per gentile concessione di un Alberto Contador che ha voluto ripagare Tiralongo di tante sofferenze al suo servizio, questa volta la vittoria è tutta merito del corridore dell’Astana.

    Primo arrivo in salita della corsa rosa, sicuramente non le pendenze proibitive del Mortirolo ma tanto basta per smuovere le acque e mettere le cose in chiaro. Infatti con l’allungo nel tratto più duro della salita finale, Michele Scarponi ha fatto capire a Damiano Cunego chi è il capitano della Lampre con Ivan Basso ad arrancare un po’, su pendenze sicuramente non adatte alle sue caratteristiche. La fuga di giornata ha visto protagonisti Rabottini, Selvaggi, Beppu e Hollenstein, scattati appena lasciato il centro storico di Recanati. Beppu ha vinto il traguardo volante dell’Aquila, Rabottini è stato l’ultimo a cedere a 13,7 km dall’arrivo, quando l’ha raggiunto Pirazzi. Con Pirazzi, italiano della Colnago, attacca anche il Movistar Herrada, ma entrambi sono ripresi dal gruppetto dei migliori con l’Astana il team con più rappresentanti in gruppo. Ai meno 500m Scarponi, scortato da un ottimo Niemec ci crede, attacca e si porta dietro Tiralongo. Scarponi parte lunghissimo, rilancia e sembra poter vincere ma, quando si siede per rifiatare ai 100 metri finali, il siciliano dell’Astana dà tutto e lo passa proprio sul traguardo.

    Paolo Tiralongo ©JOSE JORDAN/AFP/Getty Images

    Le parole del vincitore all’arrivo: “Ho fatto molta fatica a prendere la ruota di Scarponi, poi ho pensato che non sarebbe potuto arrivare così forte nel finale e allora l’ho seguito con il mio passo. Ho aspettato che si sedesse un attimo e poi ho fatto uno sforzo incredibile nel finale. Sono rimasto senza ossigeno. Contador? Lo sento spesso, e lo aspetto alla Vuelta. Tornerà fortissimo

    È il Giro d’Italia delle prime volte infatti, dopo la prima maglia rosa lituana con Ramunas Navardauskas ecco il primo canadese a comandare la generale, Ryder Hesjedal (Garmin), ex biker ha 15″ di vantaggio su Tiralongo e 17″ su Rodriguez: Basso ottavo a 40″. Adriano Malori, parmense di 24 anni, si è staccato dal gruppo dei migliori a 14,2 chilometri dalla conclusione, ma per lui è stata sicuramente una giornata indimenticabile.

    Domani altra battaglia con partenza da Sulmona ed arrivo a Lago Laceno (km 229), secondo arrivo in salita. E’ più impegnativo di quello di oggi. Si fa l’Altopiano delle Cinque Miglia con il Macerone, poi l’ascesa finale: 9,9 km, dislivello 589 metri, pendenza media 5,9% e punte del 12%.

    Ordine d’Arrivo

    1 Paolo TIRALONGO ITA

    5.51:53

    2 Michele SCARPONI ITA

    +0

    3 Frank SCHLECK LUX

    +0

    4 Joaquim RODRIGUEZ SPA

    +3

    5 Ryder HESJEDAL CAN

    +3

    Classifica Generale

    1 Ryder HESJEDAL  CAN GARMIN – CANNONDALE

    26.16’53”

    2 Paolo TIRALONGO  ITA ASTANA PRO TEAM

    +15

    3 Joaquim RODRIGUEZ  SPA KATUSHA TEAM

    +17

    4 Christian VANDEVELDE  USA GARMIN CANNONDALE

    +21

    5 Peter STETINA  USA GARMIN CANNONDALE

    +26

    6 Daniel MORENO FERNANDEZ  SPA KATUSHA TEAM

    +26

    7 Roman KREUZIGER  CZE ASTANA PRO TEAM

    +35

    8 Ivan BASSO  ITA LIQUIGAS

    +40

    9 Damiano CARUSO  ITA LIQUIGAS

    +45

    10 Dario CATALDO  ITA OMEGA PHARMA

    +46

  • Il Giro d’Italia con il bambino in braccio, Malori chi se lo aspettava?

    Il Giro d’Italia con il bambino in braccio, Malori chi se lo aspettava?

    Oh, finalmente una di quelle belle tappe dove non sai cosa succederà. Non è una tappa di pianura, non è una tapa di montagna, che cosa sia non si sa, un po’ come il risotto mare e monti, che certe volte non sa nè di mare nè di monti, al limite di collina. Di certo l’unica cosa è che si è trattata di una tappa strana. Gli uomini di classifica si fanno vedere (poco) ma non attaccano, gli attaccanti che ti aspetteresti si dimenticano di attaccare, va via una fuga che non riescono a riprendere e la maglia rosa è qualcuno su cui non avresti mai e poi mai puntato una lira ovvero Adriano Malori, campione italiano a cronometro, che io francamente non conoscevo. Dopo una fuga lunghissima, e con una grande incertezza su chi sarebbe stata la nuova maglia rosa grazie agli abbuoni, arriva secondo e si trova primo in classifica. Probabilmente non per tanto tempo, ma vuoi mettere la soddisfazione? Ha detto che per festeggiare si farà un tatuaggio, ho alcuni suggerimenti su che cosa scrivere:
    – E chi se lo aspettava?
    – Dai, se mi state facendo uno scherzo ditemelo
    – Quel giorno che ho avuto la maglia rosa non se lo aspettava nessuno e allora mi sono fatto un tatuaggio per ricordarlo a tutti nel caso qualcuno dovesse avere dei dubbi in futuro.

    Adriano Malori nuova maglia rosa | ©Luk Beines/AFP/GettyImages

    Quest’ultima frase magari è un po’ complessa da scrivere in un tatuaggio, ma può avere un suo perché.
    Vince la tappa il colombiano Rubiano Chavez, bravo a scattare sul muro di Montelupone. Conosce bene queste strade, perché fino a poco tempo fa abitava a Montegranaro, paese attraversato oggi dalla tappa. Se allora funziona così, se quindi per vincere bisogna aver abitato nelle vicinanze e quindi conoscere le strade, mi chiedo come mai i ciclisti non si trasferiscano in massa sull’Aprica oppure sul Mortirolo.

    Certo, fai una vita un po’ sacrificata a stare tutto il giorno in mezzo ai pascoli, però di certo le strade le conosci benissimo.
    Domani inizia un week end che potrebbe dare alcune risposte, anche se nessuno ha fatto le domande. Speriamo che comincino a farsi vedere gli uomini di classifica, altrimenti mi sa che mi prendo una vacanza finché non arrivano le Dolomiti, non posso aspetare altre due settimane prima che si cominci a fare sul serio. Dai ragazzi, cercate di fare l’attacco che nessuno si aspetta a Isernia, invece di aspettare lo Stelvio. Il giorno dopo la Gazzetta uscirebbe con un titolo del tipo: “Michele Scarponi sbanca il Molise” oppure “Ivan Campo-Basso”. Sarebbe una prima pagina indimenticabile non tanto per me, quanto per il Molise che fino a oggi tra le sue glorie ha prodotto a malapena Antonio Di Pietro.

    Una piccola precisazione riguardo alla tappa di due giorni fa: mi sono dimenticato di dire che Phinney, il nostro eroe, era caduto di nuovo. Urge qualcuno che gli tenga il sellino mentre lui impara a pedalare.
    Io e mio figlio vi salutiamo, ce ne andiamo fischiettando “Ma dove vai, bellezza in bicicletta…”