Tag: giovani talenti

  • Maxime Lestienne, un fiammingo per il volo del grifone

    Maxime Lestienne, un fiammingo per il volo del grifone

     

    Il colpo last minute del Genoa di Enrico Preziosi si chiama Maxime Lestienne, un giovane proveniente dal Club Bruges che si è imposto all’attenzione degli addetti ai lavori attraverso colpi di classe ed un sinistro veramente chirurgico. Il calcio belga non è conosciuto per la presenza nella sua serie, chiamata Jupiler Pro League, di campioni affermati e che appaiono sulle copertine dei giornali, tuttavia non si può non notare come il calcio belga sia cresciuto esponenzialmente fino all’ultimo mondiale in Brasile, dove con una Nazionale giovane ed inesperta è andato più avanti di Italia e Inghilterra.

    Maxime Lestienne nasce nella cittadina fiamminga di Kortrijk il 17 giugno 1992 e cresce calcisticamente in una fucina di talenti, quella del Mousrcron che è anche una società sperimentale nel ricercare alternative tattiche in fase offensiva. Lestienne entra nella squadra Under 19 nel 2009 e si mette in luce grazie ad un ottimo dribbling naturale e ad una facilità di corsa con la palla al piede impressionante. Nel frattempo il progetto giovani messo in atto dalla Federazione belga mette i suoi frutti e Lestienne entra a far parte del gruppo nazionale dalla Under 15, segno che il ragazzo è visto come un predestinato.

    Dal Mouscron a Club Bruges il passo è breve, le squadre della Jupiler Pro League sono incentivate e non hanno problemi a mandare in campo giovani senza aspettare per forza risultati importanti da subito, come accade in Italia per esempio. Cristoph Daum nella stagione 2010/11 lo vuole a Bruges ed il ragazzo di Kortrijk inizia a fare qualche apparizione affinando la sa posizione in campo. Inizia a migliorarsi come trequartista esterno, in grado di giocare su entrambe le fasce ed essere un’arma in più per la sua squadra. Tuttavia manca ancora di continuità.

    Maxime Lestienne neo-acquisto del Genoa | Foto Twitter
    Maxime Lestienne neo-acquisto del Genoa | Foto Twitter

    L’esplosione arriva la stagione 2012/13 dove Maxime Lestienne in Jupiler Pro League ed i conseguenti play-off realizza 17 reti e 13 assist vincenti su 38 presenze. L’anno successivo si conferma mantenendo le cifre delle sue prestazioni e riportando il Club Bruges ai play-off. La stessa cosa avviene in Nazionale dove viene confermato fino all’Under 21.

    Finalmente il calcio che conta si accorge del suo talento, ma a prendere il cartellino di Maxime Lestienne è un fondo d’investimento, che nei paesi esteri operano anche su risorse economico-sportive., il pregio di questo fatto è che per gli addetti ai lavori è una conferma delle buone prospettive del ragazzo, il difetto è che il prezzo del cartellino di Maxime Lestienne nel 2012 era già di sette milioni di euro, troppi per un ventenne. Oggi il valore di Lestienne in relazione alle sue ultime prestazioni è più abbordabile, 10 milioni di Euro.

    Nella finestra di mercato corrente ci crede, prima il Milan che però non ha i liquidi per comprare il giocatore, poi l’Inter che però è imbavagliato dalla mancata cessione di Guarin ed infine s’insinua il Genoa che lo strappa alla concorrenza con una manovra lampo definita sul prestito con diritto di riscatto.

    Maxime Lestienne non ha un fisico particolarmente potente, tuttavia è velocissimo e possiede un’agilità spaventosa. Alto 1 metro e 76, pesa 62 Kg. fattori fisici che gli permettono di essere sguizzante sulla fascia, ma la sua caratteristica più importante è il dribbling negli spazi stretti dove riesce a saltare l’uomo e a prendersi quel vantaggio di spazio che gli permette di crossare o di tirare in porta. Può giocare sia a destra che a sinistra, nel primo caso grazie al suo sinistro “magico” ed alla sua ottima visione della porta può calciare con potenti e precisi tiri a girare sul secondo palo, nel secondo caso può fare l’ala e fornire assist preziosi per le punte. Vediamolo all’opera in questo video:

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    Maxime Lestienne a 22 anni si propone nel nostro calcio e lo fa in una squadra che assomiglia alla squadra della sua città il fortino di Kortrijk non è facile superarlo così come non è facile domare il “vecchio cuore rossoblù“, dal punto di vista ambientale si troverà bene riuscirà a farlo anche sul campo e sugli schemi di Gasperini?

     

     

  • Daniele Rugani, difende l’Empoli e studia da Juve

    Daniele Rugani, difende l’Empoli e studia da Juve

    I tifosi dell’Empoli se lo sono coccolato ed ammirato per tutta la stagione passata e sperano di vederlo in campo davanti alla propria porta, i tifosi della Juventus lo hanno sentito nominare e inserire in tante notizie di mercato. Tra Hummels, Ranocchia, Nastasic e Luisao c’è sempre lui, Daniele Rugani.

    Daniele Rugani nasce a Sesto di Moriano in provincia di Lucca il 29 luglio 1994 e dai suoi primi calci nelle giovanili sembrava già un predestinato. La Juventus, sempre attentissima agli sviluppi dei giovani calciatori italiani, si fa avanti e ne acquisisce la metà dall’Empoli nel 2012 lasciandolo però in mano, con la formula del prestito, alla squadra toscana per farlo crescere e maturare.

    Rugani nella stagione scorsa è sto uno dei veri e propri artefici della cavalcata dell’Empoli verso la Serie A 2014/15 e mai, come in questa finestra di mercato, insieme a Simone Verdi si è sentito chiamare in causa per trattative importanti con squadre di vertice.

    La Serie B della scorsa stagione, palermo a parte, è stata dominata dalla squadra di Sarri, e la cosa che ha colpito maggiormente oltre alla capacità realizzativa davanti, è stata la maturità con la quale tutti i reparti hanno concorso per il raggiungimento dell’obbiettivo finale.

    Daniele Rugani in bello stacco aereo | Foto Web / Il Pallonaro
    Daniele Rugani in bello stacco aereo | Foto Web / Il Pallonaro

    Proprio nella scorsa stagione Rugani ha esordito tra i professionisti e poi il posto al centro della difesa non lo ha più lasciato. Alla fine della stagione 2013/14 il lucchese può contare 39 presenze con due reti realizzate. La prima rete tra i professionisti la segna contro la Reggina, realizzando la rete con un bello stacco di testa dal calcio d’angolo.

    Prototipo del difensore moderno Daniele Rugani abbina un fisico, ancora non pienamente rinforzato ma statuario (1,88 cm. d’altezza) con una velocità importante. Abile negli anticipi e attentissimo in fase di marcatura. Il marchio di fabbrica è il colpo di testa, difficile per un avversario superarlo perché gode anche di una buonissima elevazione.

    Con la Nazionale è sempre stato convocato dall’ Under 17 in poi. Manca la Nazionale maggiore, ma la Serie A 2014/15 potrebbe essere il trampolino di lancio definitivo per uno dei difensori centrali di prospettiva più interessanti del panorama italiano.

  • Salih Ucan fenomeno turco erede di Pjanic

    Salih Ucan fenomeno turco erede di Pjanic

    Bernardeschi e Verdi sono due giovani talenti che si affacceranno nella prossima Serie A che abbiamo conosciuto precedentemente, nello stesso ruolo (trequartista) la Roma ha puntato molto su Salih Ucan, ragazzo turco di grande prospettiva futura.

    Rudi Garcia lo ha già schierato nella prima parte della preparazione estiva, in attesa che rientrassero tutti i big ancora in vacanza nel post mondiale, e lui si è fatto trovare pronto facendo brillare gli occhi del suo nuovo allenatore. Goal, assist nelle amichevoli e numeri tecnici interessanti nelle sessioni di allenamento hanno convinto il club giallorosso a tenerlo nella rosa della prima squadra, senza fargli fare il passaggio in un altro team per maturare.

    Salih Ucan ha tutte le caratteristiche del regista avanzato moderno, con un fisico prestante, doti tecniche fuori dal comune ed una buonissima visione di gioco, in quella posizione nella Roma c’è un certo Miralem Pjanic che però a fasi alterne sembra essere spesso inserito in qualche intreccio di mercato. Facile pensare che la Roma con Ucan abbia voluto garantirsi la continuità tecnica a centrocampo nel futuro pur riuscendo a trattenere il bosniaco per un’altra stagione. In pratica Sabatini con una manovra di mercato perfetta ha “preso due piccioni con una fava“, il tutto nella stagione del ritorno in Champions League dei giallorossi.

    Salih Ucan, giovane talento della Roma | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Salih Ucan, giovane talento della Roma | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Salih Ucan, classe 1994, esordisce in prima squadra nel Bucaspor nel 2011 a 17 anni e prommette subito bene, al punto tale che alla fine della stagione conterà 24 presenze ed una rete. Lo nota subito il Fenerbache, squadra che per motivi economici non può contrastare lo strapotere del Galatasaray ma che con una buona rosa è da considerare a tutti gli effetti la seconda squadra turca. I canarini lo prendono e lo fanno esordire ad ottobre.

    Con il Fenerbache, Ucan si toglie già notevoli soddisfazioni, inizia a giocare in prima squadra e quando viene schierato si fa trovare prontissimo. La stagione 2012/13, in campionato, lo vedrà in campo dieci volte e realizzerà tre reti. Poi è la volta dell’Europa League dove si conferma un talento in grado di competere con avversari di livello internazionale, sette presenze ed un goal. Nella stessa stagione è impiegato con regolarità nella Coppa di Turchia, dove trascina la squadra in finale con nove presenze ma non parteciperà alla finalissima vittoriosa sui rivali del Trabzonspor.

    La stagione successiva il Fenerbache lo utilizza con maggiore regolarità e con i canarini conquisterà il titolo nazionale, ma Ucan nonostante regali ai compagni ottimi palloni per finalizzare la monovra d’attacco non realizzerà nessun goal.

    Nella Nazionale turca Ucan ha fatto tutti i passaggi, dall’ Under 15 alla Nazionale maggiore, facile immaginare che anche in patria sia considerato un astro nascente.

    Trequartista che predilige giocare al centro, dotato di tecnica sopraffina e buona visione di gioco, ambidestro e molto mobile, spesso torna fino davanti alla difesa per aprire il gioco in fase di ripatenza e, altra cosa molto importante perché richiesta nel nostro calcio a tutti i centrocampisti, torna volentieri a dare una mano per fare filtro davanti alla difesa in fase di non possesso. In questo video della Guinness Cup possiamo vedere tutto questo fatto contro il Manchester United:

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    Sabatini, vede nel ragazzo di Marmaris un futuro radioso e lo preleva, con la formula del prestito oneroso di un anno, ma prorogabile di un altra stagione attraverso un corrispettivo di poco più di 4 milioni. Inoltre la Roma può esercitare un diritto di opzione sull’acquisizione defintiva del cartellino di Salih Ucan a partire dalla stagione 2016/17 a il prezzo prefissato di 11 milioni di euro. Ovviamente starà ad Ucan dimostrare di essere all’altezza e di meritare il posto alla Roma, cosa che finora sta facendo molto bene.

  • Tounkara, l’ispanico pronto per il Colosseo

    Tounkara, l’ispanico pronto per il Colosseo

    Dopo aver conosciuto Federico Bernardeschi e Simone Verdi continua la nostra scoperta dei volti nuovi e giovani della prossima Serie A. Dopo l’esplosione di Keia Baldè Diao nella scorsa stagione quest’anno la Lazio lancia nella massima serie un altro suo gioiellino cresciuto nelle giovanili del Barcellona, ma che con la Lazio Primavera è esploso, Mamadou Tounkara.

    A soli 18 anni si affaccerà sul palcoscenico più importante del nostro calcio, ma siamo certi che nonostante la concorrenza terribile di Klose, Djordjevic, Perea, Candreva e Keita davanti, il giovane ispanico saprà trovare il suo spazio. La Lazio di Claudio Lotito, strappò Mamadou Tounkara alla cantera del Barcellona a parametro zero nell’agosto 2012.

    Il Barcellona credeva tanto nel giovane Tounkara che nel 2010 lo manda in prestito al Farners, seguendone l’evoluzione. Convinta la società blaugrana al punto che lo inserisce in una sua squadra giovanile, blindando il suo contratto con una clausola rescissoria pari a 3 milioni di euro. Purtroppo una serie di infortuni e qualche episodio di indisciplina fanno ricredere il Barcellona che non rinnova entro i termini il contratto. Quì si infila la Lazio, che seguiva il giocatore da tempo e lo porta a Formello.

    Mamadou Tounkara, originario del Senegal ma con passaporto spagnolo, nasce a Blanes (Spagna) il 19 gennaio 1996 e come detto, già dai suoi primi calci nella cittadina catalana sembrava predestinato a diventare una futura stella blaugrana mentre il destino lo porterà, comunque giovanissimo, alla Lazio.

    Mamadou Tounkara | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Mamadou Tounkara | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Nel campionato primavera Tounkara, insieme a Keita Baldè si è messo in luce in modo straordinario, tanto che se i tifosi biancocelesti sembrano distanziarsi dalla prima squadra, per l’insofferenza verso  Claudio Lotito, al contrario sfogano tutto il loro amore per i ragazzi della Primavera e sono impazziti per questa coppia d’attacco che ha portato successi al settore giovanile capitolino.

    La scorsa stagione ha messo piede in pianta stabile in Serie A Keita e quest’anno sembra proprio che toccherà a Mamadou Tounkara con il benestare, gia arrivato, del nuovo tecnico Stefano Pioli che lo ha già schierato con ottimi risultati nelle partite amichevoli della preparazione estiva della Lazio.

    Goal segnati contro avversari di livello e buon movimento che hanno convinto Pioli a pomuoverlo definitivamente in prima squadra. Mamadou Tounkara ha un fisico possente, è una prima punta in grado di mettere velocità, tecnica e senso della porta al servizio dei compagni che devono solo metterlo in condizione di segnare. Esattamente come in occasione del Trofeo dei “Cinque Violini” dove l’attaccante spagnolo ha segnato un bellissimo goal allo Sporting Lisbona ad inizio agosto e che possiamo vedere in questo video:

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    Mamadou Tounkara, fisico statuario, velocità e tecnica decisamente sopra la media dei suoi coetanei siamo certi che troverà il suo spazio e sarà uno dei protagonisti della Serie A 2014/15 riuscendo a stupire nella Lazio.

  • Simone Verdi, tra toro e Milan se lo gode l’Empoli

    Simone Verdi, tra toro e Milan se lo gode l’Empoli

    E’ uno dei volti freschi e frizzanti della prossima Serie A, nella scorsa stagione ha militato nell’Empoli attraverso la formula del prestito dal Torino, squadra che detiene la metà del cartellino, l’altra metà è del Milan. La stessa formula tra le due squadre, con l’aggiunta del diritto di riscatto a favore dell’Empoli, è stata rinnovata quest’anno e così Simone Verdi si affaccerà per la prima volta sui campi di Serie A finalmente, dopo qualche sporadica apparizione, da protagonista.

    Nello scorso campionato di Serie B, con la maglia dei toscani dopo una partenza fulminante ha convinto in pieno Sarri, che lo ha impiegato con continuità consegnandogli le chiavi della regia d’attacco della squadra. Ha giocato alla fine quasi tutte le partite realizzando 5 reti e donando 7 assist alle due punte Tavano e Maccarone, compagni con i quali si trova a meraviglia.

    Seppur breve l’apparizione dell’Empoli in Coppa Italia, Simone Verdi ha lasciato il segno anche lì con una rete nelle due partite giocate.

    Simone Verdi nasce a Broni (Pv) nel 1992 e s’impone già all’età di 11 anni all’attenzione del Milan che lo preleva dall’Audax Travacò, dopo la sua trafila nelle giovanili rossonere esordisce con il diavolo in Coppa Italia nella stagione 2010/11 contro il Novara. Uno scampolo di partta che convince Max Allegri a replicare il suo impiego, sempre in Coppa Italia contro l’Udinese, ma il Milan che poi diverrà Campione d’Italia quell’anno verrà sconfitto dai friulani 0-1.

    Nella stagione successiva Simone Verdi viene ceduto in comproprietà con il Torino, che ne usufruirà le prestazioni sportive, ma con i granata trova poco spazio ed il campionato di Serie B di quell’anno lo vede in campo solo dodici volte e senza illuminare la scena. Così il Torino lo gira in prestito, la stagione successiva, nella Juve Stabia dove riesce a trovare il suo spazio e a far intuie le sue potenzialità come assist-man. L’Empoli di Sarri cerca un profilo del genere per innescare il suo attacco e nella scorsa stagione, come detto lo prende in prestito, credendo in lui.

    Simone Verdi in azone nella scorsa stagione | Foto Web / Il Pallonaro
    Simone Verdi in azone nella scorsa stagione | Foto Web / Il Pallonaro

    Simone Verdi risponde alla grande, parte subito la prima giornata con la rete al Latina e la giornata successiva fa una doppietta al Palermo di Gattuso, costruita per dominare la stagione ma che in quel momento non decollava. Sarri però è convinto e il ragazzo di Broni diventerà uno dei protagonisti fino alla promozione.

    Simone Verdi è un centrocampista avanzato che può ricoprire diversi ruoli dalla metà campo in sù, infatti spesso ha fatto la seconda punta nella scorsa stagione. Non possiede un fisico statuario, è alto 1,71 ma compensa questo con la straordinaria agilità e la velocità, ottima anche con la palla tra i piedi. Oltre a non disdegnare le reti che si costruisce soprattutto grazie ai suoi dribbling ed alla sua buona attitudine a inserirsi negli spazi in area, Verdi regala assist preziosi ai compagni. E’ ambidestro, pertanto da trequartista può spaziare liberamente su tutto il fronte con il medesimo effetto.

    Visto il gran movimento di mercato che si è innescato intorno a lui, fino alla blindatura ad Empoli, non è difficile immaginare che sarà uno dei protagonisti tra le matricole della prossima Serie A.

    In Nazionale, dopo essere stato convocato per qualche amichevole con l’Under 19, è stato convocato con la Nazionale Under 21 per l’amichevole del 4 giugno scorso, vinta per 4-0, contro il Montenegro, dove Verdi nella quarantina di minuti che ha avuto a disposizione ha regalato un assist vincente ai compagni.

  • Bernardeschi: presente viola, futuro azzurro!

    Bernardeschi: presente viola, futuro azzurro!

    Nella selva dei giovani mandati in prestito per maturare esperienza nella scorsa stagione è emerso come un punto fermo della Fiorentina del domani. Non è un caso che Vincenzo Montella si sia dichiarato favorevolmente colpito da Federico Bernardeschi, rientrante da una stagione al Crotone chiusa positivamente, e abbia deciso di puntarci sopra per la prossima stagione.

    Bernardeschi nasce a Carrara il 16 febbraio 1994 e sebbene già giovanissimo sia entrato in una delle tante scuole calcio dell’Empoli è la Fiorentina ad accaparrarselo per prima facendogli fare tutta la trafila nei settori giovanili. A nove anni, infatti, la società viola lo tessera per i pulcini.

    La scorsa stagione la svolta. La Fiorentina lo cede in comproprietà al Crotone, per farlo maturare e finalmente farlo confrontare con il calcio professionistico. L’impatto è stato buono, 39 presenze condite da 12 reti ed un buonissimo numero di assist, la Fiorentina crede tanto in lui che nel mercato estivo lo perde temporaneamente per il riscatto da parte del Crotone, ma i viola lo controriscattano e lo riportano a casa.

    Federico Bernardeschi | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Federico Bernardeschi | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Nella Copa Euroamericana ha dato un solo assaggio delle sue potenzialità, ma dolcissimo! Nel match d’esordio della Fiorentina della competizione prende palla a centrocampo e manda in rete, con un passaggio “al bacio“, Mario Gomez.

    Cesare Prandelli nello stage di marzo a Coverciano lo ha chiamato con i big per fare le scelte definitive verso Brasil 2014 dopo che Federico Bernardeschi dalla Nazionale Under 18 è sempre stato nei pensieri del clan azzurro.

    Federico Bernardeschi è un’attaccante esterno, un’ala destra capace sia di saltare l’uomo che di offrire assist importanti per i compagni, così ha preso il posto da titolare nel Crotone e così cercherà di fare in Serie A, anche se la concorrenza in quel ruolo è agguerrita. Come tutti gli esterni alti moderni è in grado di ricoprire il medesimo ruolo dalla parte opposta del campo. Abile sui calci di punizione, per le caratteristiche fisiche che ha dosa velocità e potenza, che deve ancora esplodere in pieno per la sua giovane età, oltre naturalmente ad una tecnica già molto affinata. Altra cosa che non guasta è la sua freddezza sotto porta che risalta quando dall’esterno si fa trovare smarcato in area stringendo verso il centro per sfruttare gli assist dei compagni.

    Nonostante le voci di mercato che lo riguardano possano far pensare ad un’altra stagione in prestito o ad una cessione è difficile pensare che Vincenzo Montella e la Fiorentina decidano di lasciarlo andare non sfruttando l’occasione per valorizzarlo e plasmarlo al meglio per il progetto viola.

    A soli 20 anni, Federico Bernardeschi, può rivelarsi una delle sorprese più interessanti della stagione 2014/15 con un bel risvolto a tinte azzurre perché si tratta di un giocatore sui quali puntare per il rilancio futuro della Nazionale.

  • Consigli per gli acquisti: Matias Defederico

    Consigli per gli acquisti: Matias Defederico

    Manca un mese esatto alla chiusura del calciomercato e negli ultimi giorni sia dall’estero che nel nostro campionato i grandi colpi cominciano ad occupare le prime pagine dei giornali, ma oltre ai soliti noti, ci sono tanti piccoli movimenti di mercato che stuzzicano la curiosità di appassionati e addetti ai lavori. Noi de Ilpallonaro, volevamo la scheda di uno dei tanti talenti del calcio sudamericano, per la precisione argentino, che già due anni fa era stato accostato ai grossi club europei come il Barcellona. Il nome nuovo di questa estate 2011, potrebbe essere quello di Matias Defederico, trequartista e all’occorrenza seconda punta di proprietà del Corinthias ma dal dicembre scorso in forza all’Independiente. Classe ’89, cresciuto calcisticamente nel vivaio dell’Huracan ha formato con il più “famoso” Javier Pastore una coppia devastante ai tempi della militanza nel club meno blasonato di Buenos Aires. Calciatore rapido di un 1,71 per 69kg, dotato di una tecnica sopraffina, Mati (così viene soprannominato) è un mancino naturale e per le sue giocate, finalizzate più all’assist che alla realizzazione personale, è stato spesso paragonato al proprio connazionale, più famoso, Leo Messi.

    © Mauricio Lima/Getty Images
    A soli 22 anni Defederico pare avere davanti un futuro più che florido e siamo certi che presto potremo ammirare le sue giocate anche in qualche campionato del vecchio continente, sperando che si tratti della nostra serie A, che purtroppo continua a perdere pezzi pregiati in fuga verso i soldi degli emiri, ma che in Argentina gode ancora di un certo credito, non a caso, il nostro campionato, nel paese del tango è chiamato “Calcio”. Ecco qualche giocata del nuovo talento argentino: [jwplayer config=”240s” mediaid=”90931″]

  • Noah Shawn il video del baby fenomeno del Bayer Monaco

    Noah Shawn ha solo sette anni ma la sua popolarità ha raggiunto livelli altissimi grazie ad un video che spopola nella madre rete. Il baby fenomeno milita nel Bayern Monaco e per numeri e genialità fa sperare i dirigenti bavaresi di aver trovato il nuovo Ronaldinho.

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  • Colpaccio Napoli arriva Nicolao Dumitru

    Non è il sostituto di Fabio Quagliarella a breve termine ma l’acquisto di Nicolao Dumitru da parte di Bigon e De Laurentis regala al Napoli uno dei migliori prospetti giovanili del nostro calcio.

    Dumitru è il “Balotelli” di Empoli, italiano e quindi comunitario è nato in Svezia da madre brasiliana e padre rumeno. Il diciottenne, cresciuto nelle giovanili dell’Empoli è punto di riferimento dell’Under 19 di Piscedda e vanta già due presenza in serie B.

    E’ una prima punta forte fisicamente arricchita da una buona tecnica di base e da uno scatto felineo. C’è chi è pronto a scommettere su di lui e quest’anno da quarto attaccante avrà possibilità di mettersi in evidenza.

  • Intervista esclusiva: Marcello Trotta, il futuro Luca Toni

    Intervista esclusiva: Marcello Trotta, il futuro Luca Toni

    Contattato in esclusiva assoluta, la stella della Fulham Accademy, Marcello Trotta, si concede ai microfoni di Domenico Maione per Il Pallonaro.

    Profilo

    Questa è la storia di uno dei tanti italiani emigrati all’estero, partito ragazzo e desideroso di tornare uomo. Si è portato dietro un pallone,e quando ci corre dietro non sta giocando: insegue il suo sogno. Marcello Trotta, 1.86 metri X 80 chili, è l’amico che tutti vorrebbero avere a una festa se le cose dovessero mettersi male. Fortunatamente ha messo il fisico da granatiere al servizio del calcio. Attaccante classe ’92, viene adocchiato dagli osservatori del Napoli che non esitano ad inserirlo negli Allievi Regionali. L’allora sedicenne ripaga la fiducia concessa a suon di gol, tanto che mister Rocca lo convoca nella nazionale di categoria. In azzurro la sua parabola ascendente trova continuità nella finale di un torneo in Ucraina dove, partito dalla panchina, entra e risolve il match (n.d.r.:attualmente rientra nel giro della nazionale under-18). Le grandi prestazioni richiamano l’attenzione dei talent scout d’oltremanica. I ben informati raccontano che, l’allora allenatore dei citizen, Sven-Göran Eriksson, rimasto folgorato alla visione di un DVD del ragazzo, sguinzagliò i suoi uomini migliori ordinando loro di condurre il “marcantonio” alla sua corte. Il Marlon Brando svedese fece per venire all’entourage del giocatore “un offerta che non di poteva rifiutare”:oltre alla pecunia da intascare, si decise che Marcello sarebbe stato seguito da un tutor negli studi e avrebbe portato sua madre al seguito con la promessa di un posto di lavoro. Dal canto suo, Marcello non si fece pregare dato che il Napoli non aveva onorato la promessa di provvedere ai suoi spostamenti, da Portico di Caserta al campo d’allenamento, costringendo la nouvelle vague del calcio campano “all’autostop”. Seguì, dunque, una querelle legale che si concluse con una squalifica inflitta al giovane poi girato al Fulham. La militanza tra i baby “Cottagers” viene impreziosita dalle 25 reti messe a segno in campionato la scorsa annata. Le sue armi migliori sono: i movimenti senza palla e ovviamente i colpi di testa, dal momento che è in possesso di una grande elevazione che va a sommarsi ai centimetri: quando salta gli sbraitano “attento al cielo”. D’altronde, la grande prestanza fisica e il feeling col gol rendono la punta un prospetto di sicuro avvenire: quando segnerà in Premier, e sarà osannato a mo’ di Macheda sulle prime pagine dei giornali, non vi risparmierò il mio personalissimo “ve l’avevo detto”.

    Intervista

    Grande forza fisica e senso del gol. Scommetto che nella tua stanza c’è il poster di Luca Toni.

    No, non ho il poster di Luca, anche se non nascondo che per me rappresenta una fonte d’ispirazione. E’ davvero un grande attaccante.

    Di questi tempi i riflettori sono tutti puntati su un attaccante italiano, emigrato oltremanica, che quest’anno è pronto ad esplodere. Si tratta di te o di Balotelli?

    Beh, credo sia Balotelli, ma magari mi sbaglio…

    Qual è il marchio di fabbrica di Marcello Trotta?

    Il movimento nello spazio e ovviamente il gol.

    La tua “grande” impresa (finora s’intende):

    Senz’altro la doppietta contro l’Aston Villa. Ci giocavamo i quarti di finale della Youth Cup al Craven Cottage di Fulham (n.d.r.: secondo il Times tra i 10 stadi più belli al mondo) e sugli spalti c’era anche la mia famiglia. Ho provato una bellissima sensazione.

    Dall’Inghilterra investirono  su di te un milione di euro tra stipendio, indennizzo e benefit. Dal canto suo il Napoli rilanciò con “briciole per canarini” e nemmeno ti garantirono gli spostamenti al campo d’allenamento.  E’ vera la “leggenda” che narrò tuo padre?

    Non ne sono al corrente, dovreste chiedere a lui. (Per completezza d’informazione riportiamo le dichiarazioni di Angelo Trotta, padre del calciatore: “Sarò sempre grato al Napoli, perché ha lanciato mio figlio dandogli la possibilità di arrivare in Nazionale, ma credo che la società non abbia capito la situazione in tempo: Marino ci ha offerto briciole per canarini, mentre il Fulham ha studiato un programma eccezionale. Io non sono Rockfeller, avevo chiesto al Napoli almeno di garantirci gli spostamenti, ma la promessa non è mai stata onorata. Credo che De Laurentiis debba riflettere: dice che vuole un una squadra di napoletani e poi perde uno dei due ragazzi che giocano nelle nazionali giovanili”).

    Provocazione: il fatto che un sedicenne abbandoni la squadra che l’ha lanciato è il sintomo che davanti ai soldi non esistono bandiere oppure nel Napoli, semplicemente, non c’erano i presupposti perché tu potessi portare a compimento la tua maturazione calcistica. Insomma, colpa tua o colpa loro?

    E’ sempre un insieme di fattori a determinare una decisione. Nella carriera di un calciatore, purtroppo, le scelte da affrontare sono sempre difficili.

    Se si presentasse la possibilità di un ritorno al Napoli, questa volta da protagonista, come accoglieresti la possibilità?

    Valuterei con attenzione dato che Napoli è, pur sempre, la mia terra d’origine.

    Rossi, Macheda, Balotelli, tu e tanti altri. Credi sia dannoso per il calcio italiano che un giovane decida, spesso e volentieri, di maturare in terra straniera?

    Non penso, anzi, potrebbero offrire in dote alla Nazionale o alla Serie A, qualora decidessero di rimpatriare, quanto di buono hanno appreso all’estero.

    La scorsa stagione il Fulham, club in cui militi, ha centrato la finale di Europa League. A tuo avviso, siete in grado di bissare la precedente annata cercando, questa volta, di portare qualche trofeo in bacheca?

    Spero di sì. Quest’anno abbiamo un nuovo allenatore, vediamo come andrà a finire…

    Alex Ferguson, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Balotelli? Noi abbiamo Macheda. E il Fulham?

    Nel Fulham ci sono giovani davvero talentuosi, incluso un certo Trotta.

    In tutta sincerità, credi di poter trovare spazio già da questa stagione, anche solo per qualche breve apparizione?

    Me lo auguro. Lavoro duramente per perseguire quest’obiettivo, ed ogni mattina mi alzo per questo motivo.

    E se ci scappasse il gol?

    Sarebbe il massimo.

    Si dice che il calcio inglese sia molto più fisico di quello italiano, che invece predilige la fase tattica. Per un corazziere come te adattarsi deve essere stato un gioco da ragazzi, o sbaglio?

    Non è stato facile, ma adesso mi trovo veramente a mio agio.

    Dicerie a parte, tu quali differenze hai riscontrato?

    Il gioco è molto più veloce, gli avversari sono più duri e aggressivi.

    A due anni di distanza tira le somme in merito alla tua esperienza inglese.

    Credo di essere cresciuto molto sotto il profilo atletico, fisico e tecnico. Oltre a ciò, devo ammettere di essere migliorato anche come persona: sono più maturo, ecco tutto. Ovviamente, tutto questo non fa altro che stimolarmi a raggiungere nuovi traguardi.

    Ti sei mai pentito, anche solo per un attimo, della tua scelta?

    Assolutamente no.

    La consiglieresti ad un tuo coetaneo?

    Dipende, ogni calciatore ha le proprie ambizioni. Senza dubbio la Premier ha il suo fascino.

    Cosa ti manca dell’Italia?

    Naturalmente gli amici e la mia famiglia, ma purtroppo le rinunce sono necessarie se hai intenzione di realizzare un sogno.

    Vediamo se ti hanno contaminato. Spuntino: pizza o tè coi biscotti?

    Pizza forever.

    Te lo chiedo direttamente in inglese: Do you speak fluently English?

    (n.d.r.: ride) Yes, sure!

    Dopo l’english-test, tra conterranei, la domanda in dialetto è d’obbligo: “aropp l’esordio in primma squadr cià pigliamm na tazzulella ‘e cafè assieme?”

    Certo, perché no?

    Colgo l’occasione per ringraziare il disponibile e simpatico Marcello.