Tag: Giorgio Di Centa

  • Mondiali Sci nordico 2013, le speranze azzurre in Val di Fiemme

    Mondiali Sci nordico 2013, le speranze azzurre in Val di Fiemme

    Mondiali Sci nordico 2013, partiranno con una sprint in tecnica classica i Campionati del Mondo di sci nordico in Val di Fiemme in una edizione, la 49esima, che si preannuncia molto spettacolare e sicuramente perfetta dal punto di vista organizzativo ma purtroppo con pochissime possibilità di medaglie per la nazionale azzurra. Infatti l’ultima medagliata mondiale di Oslo 2011, Arianna Follis, si è ritirata come anche Marianna Longa e Magda Genuin, lasciando un vuoto enorme in una delle disciplina, come lo sci di fondo, che più ha regalato gioia e soddisfazione nel corso degli ultimi anni ma che da Torino2006, ci vede in pieno cambio generazionale. Infatti lo sci di fondo azzurro naviga in acque alquanto agitate, con nessun giovane promettente all’orizzonte e poche possibilità di ben figurare in questa competizione iridata.

    Alessandro Pittin ©JEFF PACHOUD/AFP/Getty Images
    Alessandro Pittin ©JEFF PACHOUD/AFP/Getty Images

    Tralasciando il settore femminile, le uniche possibilità flebili di podio sono individuate fra gli uomini con l’intramontabile Giorgio Di Centa nella gara a pursuit e nella 50km in classico, in Roland Clara sempre nella pursuit e nella 15 km a tecnica libera e nello sprinter Federico “Chicco” Pellegrino. Qualche speranze c’e’ anche nella gloriosa staffetta 4X10 maschile ma tutti e quattro i moschettieri azzurri devono essere al meglio e bisognerà colmare la tradizionale lacuna nella prima frazione in tecnica classica.

    Qualche luce invece potrebbe vedersi nelle altre discipline con le saltatrici Evelin Insam ed Elena Runggaldier, più la prima che la seconda e con il combinatista Alessandro Pittin che però è reduce dall’ennesima brutta caduta di inizio stagione che gli ha fatto saltare praticamente tutte le gare di Coppa del Mondo.

    Per quanto riguarda i protagonisti stranieri c’e’ grande attesa per il duo svizzero – norvegese formato da Dario Cologna e Petter Northug con il russo Legkov a rompere le classiche uova nel paniere come già successo nella vittoria dell’ultimo Tour de Ski. Eterno duello in campo femminile fra Marit Bjorgen e  Justyna Kowalczyk mentre nel salto l’austriaco Gregor Schilerenzauer cercherà di aumentare i suoi già fantastici record.

  • La staffetta uomini  è norvegese. Italia ottima quinta

    La staffetta uomini è norvegese. Italia ottima quinta

    La gara più importante ai mondiali norvegesi e cioè la staffetta uomini, ha regalato l’ ennesimo titolo mondiale ai padroni di casa della Norvegia con un fantastico Peter Northug che ha preceduto allo sprint, lo svedese Markus Hellner con la Germania a completare il podio.

    Le due frazioni a tecnica classica hanno visto le due nazioni più forti, Norvegia e Svezia, al comando con l’ Italia che riesce, grazie ad una splendida frazione di Giorgio Di centa, a contenere i danni ed a passare il testimone a Roland Clara con un distacco inferiore ai 30” dalla testa. Clara è l’ azzurro che alla vigilia doveva fare la differenza con la sua tecnica libera efficace in questa stagione con il definitivo salto di qualità, e l’ azzurro ha mantenuto le promesse rimontando il distacco e consegnado a Pietro Piller Cottrer la possibilità di lottare per le medaglie. Purtroppo Piller Cottrer non è sicuramente un velocista e su questa pista non è riuscito a fare la differenza in salita alzando bandiera bianca allo sprint finendo alla fine al quinto posto.

    Da segnalare comunque il comportamento non proprio corretto di Northug all’ arrivo che irride Helneer sulla linea del traguardo girandosi, volendo arrivare al contrario facendo il c.d. “spazzaneve”. Per l’ Italia è un ottimo quinto posto a differenza del quarto conquistato ieri dalle donne con molto rammarico visto la scelta di Fauner,  C.T. azzurro,di non schierare Arianna Follis al lancio in tecnica classica preferendola in tecnica libera con la Confortola che, chiamata all’ ultimo minuto ha dato idea di un improvvisazione non degna di un paese di tradizione in questo sport come l’ Italia e sprecando letteralmente una medaglia molto probabile visto l’ andamento della gara.

    Ordine d’ arrivo.

    1 Norvegia  
    2 Svezia    
    3 Germania    
    4 Finlandia  
    5 Italia  
    6 Giappone  
    7 Russia  
    8 Repubblica Ceca  
    9 Svizzera  
    10 Estonia  
  • Olimpiadi Invernali Vancouver 2010: Di Centa chiude 11esimo nello sci di fondo

    Olimpiadi Invernali Vancouver 2010: Di Centa chiude 11esimo nello sci di fondo

    Nell’ultima gara individuale dei Giochi Olimpici di Vancouver, la 50 km maschile dello sci di fondo, Giorgio di Centa non riesce a bissare l’oro di Torino chiudendo la sua gara all’11esimo posto. Lo sciatore azzurro è rimasto con i primi fino a 2 km dal traguardo quando il tedesco Teichmann, aumentando l’andatura, ha provocato una selezione di atleti che ha poi visto il norvegese Northug trionfare all’arrivo. L’argento è andato a Teichmann mentre il bronzo è andato allo svedese Olsson.
    Di Centa, che non è risucito a replicare allo scatto dei primi, è giunto al traguardo con 12” di ritardo dal norvegese mentre gli altri italiani, rimasti coinvolti in alcune cadute nel tratto intermedio della gara, si sono piazzati al 26esimo posto con Piller Cottrer, al 31esimo con Checchi e al 36esimo con Clara.
    L’Italia chiude la sua Olimpiade con un bottino magro: solo un oro conquistato ieri da Razzoli nello slalom gigante, l’argento di Piller Cottrer nella 15 km di fondo e 3 bronzi portati a casa.

    Cala così il sipario sulla 21esima edizione delle Olimpiadi Invernali che se le aggiudicano i padroni di casa del Canada, conquistando la bellezza di 14 ori (l’ultimo e il più atteso nell’hochey nella finale giocata contro gli Stati Uniti che ha chiuso i Giochi), 4 in più rispetto alla Germania seconda, e ottenendo anche il record di ori vinti in una singola edizione (il record precedente era della Russia e della Norvegia di 13 medaglie d’oro) per un totale di 26 medaglie complessive.

    GUARDA IL MEDAGLIERE OLIMPICO FINALE

  • Olimpiadi Invernali Vancouver 2010: dallo sci di fondo un altro flop, Italia solo nona

    Olimpiadi Invernali Vancouver 2010: dallo sci di fondo un altro flop, Italia solo nona

    Era una delle gare più attese, l’Italia era accreditata tra le favorite, se non la favorita numero uno, ma dallo sci di fondo arriva l’ennesima delusione. Nella staffetta 4×10 la squadra azzurra formata da Valerio Checchi, Giorgio Di Centa, Pietro Pitter Cottrer e Cristian Zorzi non sono riusciti a ripetersi dopo l’oro conquistato a Torino 4 anni fa (allora era presente Fulvio Valbusa al posto di Checchi), arrivando al traguardo al nono posto con oltre due minuti di ritardo.

    Sulla pista di Whistler, si capisce subito che per l’Italia non è giornata: al primo cambio infatti Checchi è già dietro con un cospicuo ritardo, nella parte centrale Di Centa (che ha avuto problemi con gli sci) e Pitter perdono considerevolmente terreno sui primi e nel finale Zorzi non può che arrendersi alla Svezia che centra la medaglia d’oro dominando dall’inizio alla fine seguita dalla Norvegia (argento) staccata di 15 secondi e dalla Repubblica Ceca (bronzo) che conquista una medaglia storica nella disciplina.
    Per l’Italia si interrompe così una striscia di successi incredibile che la vedeva salire sul podio da 18 lunghi anni (era dalle Olimpiadi di Sapporo del 1972 che gli azzurri non conquistavano una medaglia nello sci di fondo) culminata proprio con l’oro di Torino nel 2006.

    GUARDA IL MEDAGLIERE OLIMPICO

  • Vancouver 2010: deludono Fabris e Piller Cottrer, sfotunata la Schnarf

    Altra giornata di magra per i colori azzurri alle Olimpiadi invernali di Vancouver. C’era attesa per il riscatto di Enrico Fabris nella gara individuale di pattinaggio su pista nei 1500, gara che lo vedeva campione olimpico in carica, ma il nostro azzurro non va oltre il decimo tempo lontanissimo dai tempi di testa. L’oro va all’olandese Mark Tuitert che precede lo statunitense Shani Davis (argento) e il norvegese Havard Bokko (bronzo). Buona la gara dell’altro azzurro in gara, Anesi chiude con il dodicesimo tempo.

    Non arriva nemmeno dal fondo l’acuto azzurro dove i favoriti azzurri Di Centa e Piller Cottrer non vanno oltre il 12° e 14° tempo, per un presunto errore nella scelta degli sci. Va allo svedese Marcus Hellner, medaglia d’argento al tedesco Tobias Angerer, bronzo all’altro svedese Johan Olsson.

    Sfiora l’impresa Johanna Schnarf, l’azzurra alle Olimpiadi solo per l’infortunio alla Franchini, fa una discesa sempre all’attacco fermandosi a soli undici centesimi dal podio. L’oro va alla Fischbacher che si piazza davanti alla slovena Tina Maze, bronzo alla statunitense Vonn.

  • Olimpiadi invernali Vancouver 2010: terza medaglia azzurra. Piller Cottrer è d’argento

    Olimpiadi invernali Vancouver 2010: terza medaglia azzurra. Piller Cottrer è d’argento

    Terza gioia azzurra. Dopo i bronzi di Pittin e Zoeggeler arriva l’argento di Piero Piller Cottrer nella gara dei 15 km a tecnica libera di sci di fondo. L’oro è andato al 24enne svizzero Dario Cologna, campione olimpico; il bronzo al ceco Lukas Bauer.

    Il trentaseienne si ripete dopo l’oro nella staffetta a Torino 2006, decimo Giorgio Di Centa, più indietro Valerio Checchi (19mo) e Thomas Moriggl (24mo).

    “Quello che mi inorgoglisce è che nonostante i miei 35 anni riesco ancora a concentrarmi su un obiettivo e centrarlo””Dedico questa vittoria a tutti i miei tifosi, che è una lista lunghissima – aggiunge – a mia moglie Francesca, ai miei figli Fabio e Marta”

  • Olimpiadi Invernali Vancouver 2010: Cerimonia spettacolare con il dolore nel cuore

    Olimpiadi Invernali Vancouver 2010: Cerimonia spettacolare con il dolore nel cuore

    La cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Vancouver 2010 è stata a dir poco spettacolare, ma intrisa di commozione e dolore per la tragica morte (in una sessione di prove!), poco prima del grande evento, dello slittinista georgiano Nodar Kumaritashvili, sfortunato 21 enne che nel grande sogno di portare in alto i colori e lo spirito del suo Paese ha trovato, purtroppo, la fine del suo tempo in questo mondo.
    La Georgia, dal canto suo, sebbene con l’angoscia e il dolore nel cuore dei suoi atleti in Canada e della sua gente in Europa, ha deciso di portare avanti l’impegno Olimpico, e l’entrata nell’arena del Bc Place ha toccato gli animi di tutti i 60 mila presenti che si sono alzati in piedi per dare forza, sostegno, coraggio e solidarietà in un ideale abbraccio a tutta una nazione colpita da un dramma immane ed inaspettato. Immobile la bandiera dello sciatore, listata a lutto come le uniformi dei compagni di avventura di Norad presenti all’interno del BC Place. Nodar non c’è più, e loro con le lacrime agli occhi e una sciarpa nera al collo, seguono il loro portabandiera con la convinzione e la fierezza, ne siamo sicuri, di essere georgiani. Lacrime solcano il volto di qualche animo più sensibile sugli spalti, applausi scroscianti incoraggiano la delegazione che “sfila” nell’arena, non bastassero i problemi interni nel piccolo Paese dell’est Europeo, e i noti contrasti con la Russia, ora si aggiunge dolore che si accumula su già tanto dolore. Forza Georgia, il mondo intero ti è vicino, nel rispetto del tuo dramma e con un sorriso per aiutarti nel futuro.

    La macchina delle Olimpiadi quindi non si è fermata, la cerimonia è stata un grande show, ci sono voluti quattro anni di lavoro, otto gruppi composti dai rappresentanti di ogni etnia e culto religioso, simbolo della forte integrazione culturale e razziale del Paese Nordamericano, la missione di fornire un’identità attraverso le diversità. Su queste basi hanno lavorato David Atkins e Ignatius Jones, direttori artistici della cerimonia. Al centro del palcoscenico il nucleo concettuale della prima parte dell’evento: quattro enormi totem, gli elementi, a rappresentare i popoli nativi (Lil’Wat, Musqueam, Squamish e Tselil-Waututh); le braccia aperte al mondo come simbolo di integrazione fino al termine dello show musicale di Nelly Furtado e Bryan Adams, stelle ed “eroi” pop-rock nazionali (rigorosamente fatto in play-back).
    Poi un lungo omaggio alla storia del Canada per mezzo dei suoi simboli naturali (il ghiaccio, l’orso e la foglia d’acero), sociali-storico-culturali (gli aborigeni, l’era coloniale, la tolleranza e la libertà) e naturalmente sportivi (c’era anche Jacques Villenueve tra i sei che hanno portato la bandiera con i cinque cerchi e Donald Sutherland, famosissimo attore che ha scritto pagine importantissime ed indimenticabili della storia del cinema mondiale).
    Il via ai Giochi è stato dato da Michelle Jean, governatore della Columbia; tripode acceso da Wayne Gretzky, leggenda dell’hockey. Gli altri tedofori che hanno accompagnato il cammino della fiaccola sono tutti leggende sportive nazionali come Rick Hansen (atleta paralimpico notissimo da queste parti), poi Catriona LeMay Doan (pattinatrice), Steve Nash (cestista NBA per ben 2 volte MVP dell’intera Lega e che attualmente milita nei Phoenix Suns), Nancy Green (campionessa di sci alpino degli anni ’60). Il giuramento è stato letto dalla migliore giocatrice di hockey del mondo, Hayley Wickenheiser, sempre in compagnia di Wayne Gretzky.
    C’è stato anche un intoppo nell’accensione del tripode, ma tutto ciò non ha scalfito la spettacolarità dell’evento e della cerimonia, piena di coreografie spettacolari e giochi di luce che è stata seguita da 3 miliardi di telespettatori in tutto il mondo.

    L’Italia ha avuto in Giorgio Di Centa il portabandiera della delegazione azzurra, in un elegantissimo completo grigio, bianco e blu. Il fondista (2 ori ai Giochi di 4 ani fa) ha detto:

    È un’emozione indescrivibile, solo ora mi rendo conto di quanto sono orgoglioso di rappresentare questa Italia: ringrazio chi mi ha fatto questo regalo. Ho tenuto questa bandiera non pensando solo a me, ma a tutta la squadra e mi auguro che ora anche la gente che sta lontano ci sostenga. Entrando in questo stadio, con tutto il bianco a ricordare la neve, ho pensato a un mondo libero, e a questo le Olimpiadi devono far pensare“.

    A chiudere la sfilata delle 82 nazioni partecipanti è stato il Canada, e subito dopo, un minuto di silenzio per lo sfortunato atleta georgiano.

    Il fuoco brucerà fino al 28 di febbraio quando calerà il sipario su questa 21esima edizione dei Giochi Olimpici Invernali, che per la terza volta saranno ospitati dal Canada (in passato ci sono state Montreal ’76 e Calgary ’88). Giochi però sui quali è passata la fredda mano della morte e la sua nera ombra, colpendo in tutta la sua atrocità un ragazzo che sognava i Giochi e non li riuscirà a vivere.

  • Olimpiadi Invernali Vancouver 2010: Questa notte il via

    Questa notte (alle 3, precisamente, ora italiana) scattano le Olimpiadi Invernali di Vancouver 2010.
    La città vive con grande partecipazione l’evento. Per i canadesi questa è l’occasione del sorpasso sugli Stati Uniti nel medagliere e nell’hockey, vero sport nazionale. Infatti sarebbe Wayne Gretzky il candidato unico all’accensione del la fiamma di Olimpia. E’ lui, ex giocatore dei New York Rangers, infatti, il più grande giocatore di hockey di tutti i tempi, il simbolo sportivo del Paese. La prova generale di mercoledì si è svolta davanti a uno stadio pieno dove c’erano circa 60 mila paganti, in un trionfo di luci rosse ed effetti scenici e con la cantante Nelly Furtado nel ruolo di ospite più applaudita che si esibirà durante la cerimonia di inaugurazione. Il nostro portabandiera sarà Giorgio Di Centa che entrerà nel BC Place alle 18.19 in un’atmosfera molto calda, visto che l’impianto è coperto e la temperatura sfiorerà i 20 gradi centigradi.
    L’Italia potrebbe partire subito forte perchè nelle prime gare di pattinaggio su ghiaccio e slittino schiera i 2 olimpionici in carica, ovvero, rispettivamente Enrico Fabris ed Armin Zoeggeler. Inoltre qualche soddisfazione potrebbe venire anche dallo sci dove Peter Fill e Werner Heel puntano a traguardi prestigiosi: sabato è in programma la discesa libera maschile e le prime gare della pista lunga; poi domenica toccherà a Zoeggeler. Ma non sono solo loro a dover portare in alto i colori italiani: dallo slittino può arrivare qualcosa di buono anche nel doppio Oberstolz-Gruber, e nel pattinaggio artistico c’è Carolina Kostner. Ma anche nello sci di fondo e in quello alpino annoveriamo nomi ed atleti di primissimo piano: nel fondo c’è Di Centa, oro nella 50 km a Torino, ma anche Piller Cottrer, Zorzi e Arianna Follis. In quello alpino i già citati Heel e Fill, poi Simoncelli e Blardone in gigante, per finire con Moellg in slalom.
    Via, quindi, con 17 giorni di gare e medaglie. E che questa Olimpiade possa essere ricordata per la prolificità degli italiani.