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  • Petrucci e Beretta allibiti dallo sciopero dell’Aic

    La decisione dell’associazione calciatori di proclamare una giornata di sciopero per il 25 e il 26 settembre ha destato molte perplessità, non volendo fare demagogia e consapevoli che anche per “i fortunati” calciatori è un diritto lo sciopero cosi come aver un contratto collettivo, ci aggiungiamo ai perplessi per la tempistica e il modo in cui iniziare la trattativa.

    La Laga Calcio di comune accordo con i giocatori aveva organizzato un tavolo di discussione proprio per lunedi prossimo, dopo la seconda giornata di campionato, con il rinnovo del contratto come tema centrale. In tal modo si vuol fare opposizione ferrea ancor prima di capire cosa la Lega propone e sopratutto dimostra come i giocatori si sentano parte superiore alle altre e per questo con l’obbligo di decidere.

    I nodi sono sulla copertura sanitaria e sull’obbligo dei giocatori a rinnovare il contratto nell’ultima stagione o in caso di cessione il giocatore non può rifiutare la nuova destinazione qualora gli venisse confermato ingaggio e categoria.

    Stupiti della decisione dell’Aic il presidente del Coni Petrucci e della Lega Calcio Beretta

    Petrucci: “Il calciatore non è un oggetto. Prima di proclamare uno sciopero bisogna sedersi attorno ad un tavolo. Ora si parlerà di questo argomento proprio mentre il calcio si sta discutendo per rilanciare l’azienda calcio. Lo sciopero in questo momento rovina un’immagine positiva’. ‘I protagonisti del calcio sono tanti -aggiunge-. Sono protagonisti anche i presidenti che investono i loro soldi. E’ un pò presuntuoso dire che i calciatori sono gli attori principali. Sono attori importanti, ma non i protagonisti unici”.

    Beretta: “All’inizio pensavamo fosse una barzelletta invece trattasi di una decisione grave ed immotivata e senza precedenti. In molti settori ci sono situazioni assai più delicate di questa, ma difficilmente, penso, si possa proclamare uno sciopero preventivo. Lo sciopero è un’arma estrema alla quale si ricorre ed annunciarla all’inizio di una trattativa è grave. Come Lega di A siamo nati ufficialmente il 1 luglio 2010 ed in questi 70 giorni ci siamo occupati dell’accordo collettivo prioritariamente incontrando l’Aic il 3 agosto, concordando un nuovo incontro, dopo la pausa estiva. Alla prima richiesta di convocazione abbiamo dato assenso. Cosa abbia a lagnarsi il vertice dell’Aic è incomprensibile, forse ce lo spiegheranno lunedi

  • Olimpiadi 2020: scelta la candidatura di Roma per ospitare i Giochi, battuta Venezia

    Olimpiadi 2020: scelta la candidatura di Roma per ospitare i Giochi, battuta Venezia

    Come era prevedibile, sarà Roma la candidata italiana per ospitare le Olimpiadi del 2020. La decisione è stata presa nel primo pomeriggio dalla Giunta del Coni che doveva scegliere tra la capitale e Venezia bocciando la candidatura di quest’ultima non avendo superato neanche la preselezione. Infatti la Commissione di valutazione del Coni ha assegnato a Roma un punteggio di 32.3 su 35, mentre Venezia ha totalizzato 20.1 su 35; di conseguenza una valutazione in decimi rispettivamente di 9.2 per la capitale e 5.7 per la città veneta. Sulla base dei criteri del Cio, Venezia non raggiungerebbe il parametro 6 (cioè di 21 punti) per superare la soglia individuata già per Rio 2016. La votazione del Consiglio nazionale, quindi, è stata una corsa a senso unico, perché ha dovuto prendere in considerazione un solo progetto, quello di Roma, poi approvato quasi all’unanimità (68 voti a favore, 1 contrario e 1 solo astenuto).
    Una decisione quella di escludere Venezia dettata da motivi logistici (alloggi e trasporti) e non solo (sicurezza ed esperienza).

    Non sono tardate ad arrivare le prime reazioni alla decisione del Coni di sostenere la candidatura di Roma. Il presidente del Coni Gianni Petrucci afferma:

    • Ci siamo attenuti alle regole del Cio, sono state in corsa due candidature belle ed affascinanti, non ho mai fatto pressioni o chiamato alcun membro del Consiglio Nazionale, chi ha mandato in giro certe voci lo ha fatto per mischiare le carte. La città è stata votata all’unanimità dalla giunta, con un astenuto e un contrario al consiglio: mi auguro che questa volta sia la candidatura di tutto il Paese.
      Qualche chance in più ce l’abbiamo e la scelta era per poter vincere la sfida del 2013 quando verranno assegnati i Giochi
      “.

    Abbastanza contrariato è il governatore della regione Veneto Luca Zaia:

    • Prendiamo atto del voto del Coni, che riteniamo insoddisfacente sia nel merito che nel metodo. Siamo assolutamente convinti che la proposta di Venezia non sia stata tenuta nella giusta considerazione e che, invece, avrebbe potuto rappresentare una novità seria per la qualità che esprime. Siamo certi che Venezia, capitale universale della bellezza, sia il miglior ambasciatore di tutto il nostro Paese nel mondo. Sia chiaro che ora non escludiamo un intervento formale in altre sedi. Garantisco inoltre che da oggi spulcerò personalmente l’intera documentazione voce per voce, sviscerando numeri, conti e promesse che sono alla base di una scelta che ritenere sbagliata è un eufemismo. Un nord penalizzato così fortemente di certo non servirà alla causa che ci si vuole prefiggere“.

    Sulla stessa riga, ma con toni ancor più accesi e discutibili, sono i commenti del presidente dell’Aero Club Italia Giuseppe Leoni, uno dei fondatori del partito della Lega Nord insieme ad Umberto Bossi e l’unico ad aver votato contro il progetto di Roma nel Consiglio nazionale:

    • Roma ladrona. Ora ci hanno rubato anche le Olimpiadi“.

    Come era ovvio, anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno è intervenuto sulla questione cercando di smorzare le polemiche venutesi a creare:

    • Ora non c’è spazio per creare polemiche. Venezia è stata bocciata dal punto di vista tecnico in base a criteri scientifici quindi non si può parlare di scelta tra la città veneta e Roma“.
  • Olimpiadi Invernali Vancouver 2010, Petrucci è deluso dagli azzurri: “Sono avvilito”

    E’ un presidente molto deluso dal rendimento dei nostri azzurri alle Olimpiadi Invernali. Con un bottino di medaglie più che magro, il numero uno del CONI Gianni Petrucci ha voluto esprimere tutta la sua amarezza in un’intervista rilasciata a Sky:

    Non è questo il momento di fare processi, né tantomeno bisogna crocifiggere nessuno ma la realtà è sotto gli occhi di tutti. Sono avvilito. Non si può dire che siamo stati sfortunati, il risultato è quello acquisito e serve un’analisi seria. Noi siamo bravi a fare i complimenti agli altri in questi giorni facciamo sempre i complimenti ai nostri amici che vincono. E noi non vinciamo. Ci sta anche la sconfitta, ma mancano pochi giorni e la realtà è sotto gli occhi di tutti.
    Tutto quello che dovevamo avere dal governo lo abbiamo avuto, quello che dovevamo dare alle federazioni lo abbiamo dato. Sfortuna? Io non parlo di fortuna o di sfortuna. Dispiacciono i quarti posti, le medaglie di legno, ma non si può dire che siamo sfortunati. Il risultato è quello acquisito, serve un’analisi seria. Nessuno viene messo all’indice ma le responsabilità sono nostre. Dobbiamo essere seri e sereni, senza cercare scuse: non voglio sentir parlare di neve, sci o sciolina
    “.

  • Il Manchester United su Verre e Cipriani. Due pezzi pregiati delle giovanili della Roma

    Il Manchester United su Verre e Cipriani. Due pezzi pregiati delle giovanili della Roma


    Il Manchester United da sempre attento ai giovani in erba di tutto il mondo da quanto riporta calciomercato.com avrebbe messo gli occhi addosso a due giovani talenti degli allievi della Roma. Si tratta di due classe ’94 che si sono messi particolarmente in luce durante l’edizione 2009 del Manchester United Premier Cup e sono il capitano dei giovani giallorossi il centrocampista Valerio Verre e il terzino sinistro Filippo Cipriani. Toccherà alla Roma lavorare per evitare un nuovo scippo al calcio italiano come quelli di Macheda, Petrucci, Masacci e Fornasier.

  • E’ crisi nera per il basket e la pallavolo italiana

    L’Europa ci fa le boccacce sul Bosforo, mandando oltre la barriera corallina della sopportazione una nazionale che era arrivata quarta alle Olimpiadi di Pechino. Un anno per andare a quel paese con uno degli sport di squadra che ci aveva regalato titoli mondiali, trionfi di ogni tipo, addirittura il titolo di squadra del secolo rappresentata da Lollo Bernardi che, probabilmente, vivrà le stesse amarezze del suo ex compagno di Nazionale, il Nano Anastasi che non era uno dei principi ai tempi di Velasco, ma serviva a tenere insieme un gruppo, almeno fino ai giorni in cui l’invidia fece cadere dalla sedia Julio Velasco, così come era accaduto nella pallanuoto con Ratko Rudic, così come fecero quelli del rugby con Georges Coste.
    Pensate un po’, erano i tre personaggi che Petrucci, il presidente del Coni, avrebbe voluto nella commissione speciale per lo sviluppo dello sport di squadra, quella dove adesso è entrato Arrigo Sacchi che qualcosa avrà da dire alla prima riunione sulle macerie, o almeno si spera che la carica non sia soltanto fumo negli occhi.
    fonte: il Giornale

    Casa diroccata per il 3-0 subito dalla Russia che ieri (dopo altre tre sconfitte) ci ha in pratica condannato a cercare oggi contro la Finlandia di non arrivare oltre il decimo posto che sarebbe il peggiore risultato della storia, un postaccio al freddo che non frequentavamo più dal 1975.
    C’è da piangere considerando che con due terzi di questa squadra sbriciolata in Turchia dovremo affrontare il mondiale e poi le qualificazioni europee del 2011. Certo a questo punto possiamo dire di stare davvero male a quota zero. Dopo i mondiali disastro dell’atletica, siamo davanti alla rupe dove è sprofondata la pallanuoto, guardando con terrore alla prossima stagione del rugby che si inizierà contro i più forti del mondo, Nuova Zelanda a San Siro e poi i campioni del Sudafrica ad Udine, ma che non promette niente di meglio del solito cucchiaio di legno per il Sei Nazioni.

    Nelle ore dello sconforto che hanno fatto gridare al tradimento perché Gianni Petrucci trova assurdo che tanti eccellenti tecnici italiani vadano a dare una mano ad altre nazionali, c’è gente che non riesce più a tacere. Al presidente del Coni ha risposto Fefè De Giorgi, altro personaggio splendido nell’età dell’oro di Velasco, oggi allenatore a Macerata, spiegando che non esistono segreti inviolabili da esportare. Certo che Prandi con la Bulgaria e Bagnoli con la Russia stanno correndo forte, ma quelli sono personaggi che alla pallavolo italiana hanno dato tutto e anche di più, certo che l’Europa è diventata più difficile, come prova a dire per consolarsi il presidente federale Magri, ma nella sostanza bisogna prendere atto di quello che Ettore Messina, dopo 4 anni di successi a Mosca, oggi al Real Madrid, ci ha detto a Bologna, davanti alla chiesa dove il mondo del basket dava l’addio al suo mentore, l’avvocato Porelli: «In Italia lo sport è sempre meno programmazione, c’è poca cultura sportiva. Le società sono sfinite. Devi vincere, ma hai sempre meno mezzi. Se perdi sono calci e allora uno se ne va via».

    Certo anche noi siamo andati diritti al cuore della conduzione tecnica: Recalcati, l’uomo dell’argento olimpico, lo consideriamo a fine corsa; Anastasi, vincitore dell’ultimo europeo di pallavolo, ma con la Spagna, richiamato a casa, adesso è davanti a fucili puntati. Un colpevole si trova sempre, ma è ora di rinnovarsi davvero o saranno soltanto estati per il poker e il fantasport.