Tag: gianni alemanno

  • La Formula 1 ecologica sbarca a Roma nel 2014

    La Formula 1 ecologica sbarca a Roma nel 2014

    La strada per il futuro è ormai tracciata. Nel 2014 debutterà il campionato di Formula E, dove le monoposto saranno spinte soltanto con l’ausilio della batteria. La Formula 1 ecologica è un’idea nata da Jean Todt, ora presidente della FIA. L’ex direttore generale della Ferrari due anni fa ha proposto ad Alejandro Agag, attuale Ceo  di Formula E holdings, un campionato diverso, ad impatto zero, sia sotto l’aspetto dell’inquinamento ambientale che acustico. La proposta, da subito accettata con entusiasmo, ha pian piano preso forma fino ad essere organizzata in un vero e proprio campionato che avrà il suo start fra due anni. Una delle tappe che la Formula 1 ecologica toccherà durante il suo campionato sarà con ogni probabilità la città di Roma.

    FINALMENTE– Mancano soltanto gli ultimi dettagli ma la candidatura di Roma pare essere ormai consolidata, come la sua partecipazione al prossimo campionato di Formula 1 ecologica. Ieri l’illustrazione del progetto presso il Campidoglio, dove erano presenti sia Jean Todt che Alejando Agag, oltre al sindaco della capitale Alemanno. Dopo i ripetuti no di Ecclestone riguardo un Gran Premio cittadino sulle strade della città eterna, finalmente anche Roma potrà vivere le emozioni di veder sfrecciare le monoposto, sebbene montino una batteria al posto del motore.

    2012 International Herald Tribune's Luxury Business Conference - Day 2
    Anche Roma tra le tappe del prossimo campionato di Formula 1 ecologica

    DA ZERO A CENTO – Il collaudatore Lucas Di Grassi, presente ieri a Roma dove si è esibito in una rapida apparizione con quella che sarà la monoposto del prossimo campionato di Formula 1 ecologica, ha svelato alcune curiosità. Ad esempio la vettura sarà in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in tre secondi, mentre la velocità massima sarà di 220 km/h.

    IL CAMPIONATO – Il torneo di Formula 1 ecologia si svolgerà su 10 città (oltre a Roma probabile anche lo sbarco a Rio de Janeiro). In totale ci saranno dieci team. Ciascuno di loro potrà contare su due piloti e quattro vetture complessivamente a disposizione. La formula del torneo è piuttosto complessa, con tre quarti di finale, semifinali e finale. Quest’ultima durerà un’ora e gli spettatori potrebbero assistere al classico pit-stop. Niente carburante però, solo una ricarica.

  • Roma, Zeman prepara la rivoluzione. Pallotta arriva in città

    Roma, Zeman prepara la rivoluzione. Pallotta arriva in città

    Zeman è pronto a rivoluzionare tutto. Dopo la recente sconfitta allo Juventus Stadium, l’allenatore della Roma ha deciso che serve dare una sterzata decisiva a questo campionato visto che l’unica vittoria stagionale (sul campo) è arrivata a San Siro contro l’Inter e poi sono seguiti due pareggi interni contro Catania e Sampdoria con la sconfitta casalinga contro il Bologna. Quindi se non consideriamo la partita contro il Cagliari (vinta a tavolino ma che potrebbe essere giocata), i giallorosso hanno conquistato solamente 5 punti in 5 gare. Troppo poco per una squadra secondo molti, costruita per poter insidiare la Juventus nella corsa alla scudetto.

    LA RIVOLUZIONE – Partiamo dal presupposto che il cambiamento del boemo passa dai giocatori da schierare in campo e mai dal modulo tattico, visto che lo stesso tecnico considera il suo 4-3-3 il modo migliore per coprire tutti gli spazi nel terreno di gioco. Quindi, l’unico modo è cambiare l’undici iniziale che andrà a sfidare l’Atalanta, domenica all’ora di pranzo all’Olimpico. Il nome nuovo potrebbe essere quello del 18enne difensore centrale Marquinhos che andrebbe a prendere il posto dell’argentino Burdisso, andando a far coppia con il connazionale Castan. Sempre nel reparto difensivo ritroverà il posto da titolare il paraguaiano Piris, recentemente bocciato dopo qualche prova incolore, che avrà nuovamente la possibilità di dimostrare il suo valore sostituendo Taddei nel ruolo di terzino destro. La metà mancina della difesa non dovrebbe subire cambiamenti con Balzaretti che spingerà sulla fascia e come detto poco fa, Castan completerebbe una coppia centrale tutta brasiliana. Attenzione però a Dodò, l’oggetto misterioso in casa giallorossa. Il terzino sinistro avrebbe recuperato dal suo infortunio e non viene escluso un suo inserimento a sorpresa nell’undici di partenza contro l’Atalanta. A centrocampo, assente il bosniaco Pjanic, ancora alle prese con un fastidioso infortunio muscolare alla coscia sinistra che ne ha rallentato l’inserimento nella nuova Roma. Zeman, potrebbe rilanciare il “senatore” Perrotta, lasciato spesso fuori in questo inizio di stagione e riproposto a Torino quando ormai la gara era ampiamente compromessa. L’ex Chievo garantirebbe corsa ed inserimenti senza palla, perfetto per il modo di giocare del boemo. Bradley è tornato in gruppo dopo essere stato fermo ai box per circa un mese e una volta ristabilito definitivamente avrà una maglia da titolare. Per la partita di domani, si giocano due posti De Rossi, Florenzi e Tachtsidis. L’attacco invece non dovrebbe cambiare. Bocciato ancora una volta Lamela, il tecnico della Roma dovrebbe riproporre il tridente pesante formato da Totti – Osvaldo – Destro.

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    Zeman, rivoluziona la Roma © Gabriel Bouy/Getty Images

    PALLOTTA – Ieri nel centro sportivo di Trigoria è arrivato il presidente della Roma James Pallotta che si è trattenuto a parlare con il tecnico Zeman e con il capitano della squadra Francesco Totti. Tanto ottimismo per il patron americano, sempre in compagnia del fedelissimo Mark Pannes, amministratore delegato del club. Sorrisi e scherzi durante la foto di gruppo con la divisa ufficiale, rinviata di giorno in giorno proprio per aspettare il presidente. Lo stesso Pallotta in nottata ha cenato tra gli altri con il sindaco di Roma, Alemanno, e non ci sono dubbi che si sia parlato anche del nuovo stadio, uno dei progetti fondamentali per la crescita della squadra dal punto di vista finanziario e tecnico. Il primo cittadino della Capitale d’Italia ha confermato la ferma volontà di aiutare la squadra ad avere un impianto di loro proprietà.

    Pallotta si fermerà a Roma fino a domenica e assisterà alla gara dell’Olimpico contro l’Atalanta, sperando poi di poter tornare negli Stati Uniti dopo aver assistito ad una vittoria, che sarebbe la prima stagionale davanti al proprio pubblico per i giallorossi.

  • Rugby, Il Flaminio resterà tempio italiano. il Sei Nazioni rimane a Roma

    Rugby, Il Flaminio resterà tempio italiano. il Sei Nazioni rimane a Roma

    Il presidente della Federazione Italiana Rugby, Giancarlo Dondi ha annunciato che l’ Italia proseguirà la sua avventura al Sei Nazioni a Roma e sempre al Flaminio scongiurando così, la paventata ipotesi, che gli azzurri del rugby potessero giocare fuori dalla capitale le gare del Six nations.

    Il monito del Presidente del Coni Gianno petrucci che nei gorni scorsi aveva assolutamente rifiutato la possibilità che l’ Italia giocasse il prestigioso torneo fuori dalle porte di Roma è andato a buon fine. La decisione è arrivata al termine dell’incontro avuto, proprio da Dondi, in Campidoglio con il sindaco Gianni Alemanno e la Fondazione Nervi, rappresentata da Marco Nervi. Ora la Fir dovrà comunicare al Board del Sei Nazioni e alle altre cinque federazioni che il Flaminio di Roma continuerà ad essere il terreno di gioco dei match interni dell’Italia nel Torneo. Solo dopo la Fir annuncerà i termini del nuovo accordo.

    Il nuovo Flaminio sarà di 40mila posti, ha detto l’architetto Eloi Suarez, titolare del progetto di ristrutturazione e ampliamento del stadio. Secondo quanto previsto originariamente, ora il Comune dovrebbe dare il via ai lavori per le zone ospitality e stampa, mentre dopo i due incontri che l’Italia giocherà al Flaminio nel 2012 contro Inghilterra (11 febbraio) e Scozia (17 marzo), dovrebbero cominciare i lavori per l’ampliamento, che si dovranno quindi chiudere prima del Sei Nazioni del 2013.

  • Sei Nazioni, Petrucci: “L’Italia deve giocare a Roma”

    Sei Nazioni, Petrucci: “L’Italia deve giocare a Roma”

    È categorico il presidente del Coni Gianni Petrucci, nel rifiutare la possibilità che la nazionale azzurra di rugby possa disputare il futuro Six Nations fuori da Roma e dal Flaminio.

    “Noi vogliamo che il Sei Nazioni rimanga a Roma, la sede ideale, perché quando si parla di stadio non basta solo la struttura ma conta anche il contorno, il calore di Roma, quello che è l’impegno del comune, l’importanza di Roma Capitale, credo sia difficile che possano portarlo via da qui”. Ed ancora: “Certo i risultati devono arrivare ma ho molta fiducia nel sindaco e mi batterò perché rimanga a Roma”. Queste le parole del presidente, a margine della presentazione di Casa Italia per i Giochi di Londra.

    Tuttavia i problemi ci sono in quanto lo stadio Flaminio viene ritenuto dalla Fir, la Federazione Italiana Rugby, inadatto e con carenze strutturali importanti che gli impediscono di ospitare un evento della portata proprio del Sei Nazioni, necessitando di una pronta ristrutturazione in tutti i suoi settori. Speriamo che il tutto non si risolva come al solito con una brutta figura soprattutto a livello internazionale in quanto, tutte le altre nazioni giocano nella propria capitale e l’ Italia non può sicuramente permettersi di lasciare il simbolo che rappresenta la città di Roma ed il calore dimostrato in questi anni da tutti i tifosi.

  • F1: Ecclestone boccia il GP di Roma

    F1: Ecclestone boccia il GP di Roma

    Clamorosa marcia indietro di Ecclestone sul Gran Premio di Roma. Il patron della Formula 1 ha bocciato definitivamente il progetto inviando una lettera con parere negativo al sindaco della capitale Gianni Alemanno dopo che nei mesi scorsi aveva sbandierato ai quattro venti dell’accordo raggiunto per far correre una gara nella Città Eterna (al Times tempo fa aveva persino svelato che il circuito, sede del GP, sarebbe passato dalle parti del Vaticano ndr).
    Nella lettera inviata al primo cittadino, come riporta Repubblica, Ecclestone spiega l’impossibilità del progetto perchè in Formula 1 nessuno vuole che 2 Gran Premi si corrano nel territorio di uno stesso paese.

    L’Italia ha già Monza (che non si discute ndr) ma anche la Spagna ha due sedi dove si disputano Gran Premi, Barcellona e Valencia, quest’ultimo mascherato dalla denominazione Gran Premio d’Europa nonostante viga la norma che un paese possa ospitare solo ed esclusivamente un GP. E qualche anno fa anche la Germania, e la stessa Spagna, potevano godere di una corsa in più (Hockenheim e Nurburgring, quest’ultimo prima Gran Premio addirittura del Lussemburgo e poi d’Europa, e Barcellona e Jerez de la Frontera sempre con la stessa denominazione) ma allora ancora non era entrata in vigore la norma sopracitata.
    E allora ci si domanda il reale motivo (economico? ndr), senza entrare nel merito (politico) se sia stato giusto non dare la concessione, per il quale il boss della Formula 1 non abbia voluto dare l’ok avendo il potere assoluto di mascherare anche questa corsa con la semplice denominazione Gran Premio di Roma o spostare quello d’Europa e magari dare la possibilità a diversi circuiti europei che sono rimasti fuori dal calendario di Formula 1 di essere a turno sede del Gran Premio d’Europa, esattamente come fa la Germania che alterna il proprio Gran Premio a disposizione con gli autodromi di Hockenheim e Nurburgring, sarebbe la cosa ideale.

  • Olimpiadi 2020: scelta la candidatura di Roma per ospitare i Giochi, battuta Venezia

    Olimpiadi 2020: scelta la candidatura di Roma per ospitare i Giochi, battuta Venezia

    Come era prevedibile, sarà Roma la candidata italiana per ospitare le Olimpiadi del 2020. La decisione è stata presa nel primo pomeriggio dalla Giunta del Coni che doveva scegliere tra la capitale e Venezia bocciando la candidatura di quest’ultima non avendo superato neanche la preselezione. Infatti la Commissione di valutazione del Coni ha assegnato a Roma un punteggio di 32.3 su 35, mentre Venezia ha totalizzato 20.1 su 35; di conseguenza una valutazione in decimi rispettivamente di 9.2 per la capitale e 5.7 per la città veneta. Sulla base dei criteri del Cio, Venezia non raggiungerebbe il parametro 6 (cioè di 21 punti) per superare la soglia individuata già per Rio 2016. La votazione del Consiglio nazionale, quindi, è stata una corsa a senso unico, perché ha dovuto prendere in considerazione un solo progetto, quello di Roma, poi approvato quasi all’unanimità (68 voti a favore, 1 contrario e 1 solo astenuto).
    Una decisione quella di escludere Venezia dettata da motivi logistici (alloggi e trasporti) e non solo (sicurezza ed esperienza).

    Non sono tardate ad arrivare le prime reazioni alla decisione del Coni di sostenere la candidatura di Roma. Il presidente del Coni Gianni Petrucci afferma:

    • Ci siamo attenuti alle regole del Cio, sono state in corsa due candidature belle ed affascinanti, non ho mai fatto pressioni o chiamato alcun membro del Consiglio Nazionale, chi ha mandato in giro certe voci lo ha fatto per mischiare le carte. La città è stata votata all’unanimità dalla giunta, con un astenuto e un contrario al consiglio: mi auguro che questa volta sia la candidatura di tutto il Paese.
      Qualche chance in più ce l’abbiamo e la scelta era per poter vincere la sfida del 2013 quando verranno assegnati i Giochi
      “.

    Abbastanza contrariato è il governatore della regione Veneto Luca Zaia:

    • Prendiamo atto del voto del Coni, che riteniamo insoddisfacente sia nel merito che nel metodo. Siamo assolutamente convinti che la proposta di Venezia non sia stata tenuta nella giusta considerazione e che, invece, avrebbe potuto rappresentare una novità seria per la qualità che esprime. Siamo certi che Venezia, capitale universale della bellezza, sia il miglior ambasciatore di tutto il nostro Paese nel mondo. Sia chiaro che ora non escludiamo un intervento formale in altre sedi. Garantisco inoltre che da oggi spulcerò personalmente l’intera documentazione voce per voce, sviscerando numeri, conti e promesse che sono alla base di una scelta che ritenere sbagliata è un eufemismo. Un nord penalizzato così fortemente di certo non servirà alla causa che ci si vuole prefiggere“.

    Sulla stessa riga, ma con toni ancor più accesi e discutibili, sono i commenti del presidente dell’Aero Club Italia Giuseppe Leoni, uno dei fondatori del partito della Lega Nord insieme ad Umberto Bossi e l’unico ad aver votato contro il progetto di Roma nel Consiglio nazionale:

    • Roma ladrona. Ora ci hanno rubato anche le Olimpiadi“.

    Come era ovvio, anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno è intervenuto sulla questione cercando di smorzare le polemiche venutesi a creare:

    • Ora non c’è spazio per creare polemiche. Venezia è stata bocciata dal punto di vista tecnico in base a criteri scientifici quindi non si può parlare di scelta tra la città veneta e Roma“.
  • Roma: presentato il progetto per il “Franco Sensi”. Uno stadio a misura di tifoso

    Giornata importante ieri per la Roma giallorossa, una commossa Rossella Sensi ha presentato alla stampa il progetto per il nuovo stadio. Il “Franco Sensi” “sarà un motivo d’orgoglio per i giallorossi e per tutta la nostra famiglia- commenta la presidente -, era il sogno di mio padre sin da quando ha rilevato il club da Dino Viola, entrambi avevano messo al centro la questione stadio. Oggi per noi questo nuovo impianto è un punto di partenza per un lavoro da portare avanti. Il fatto che lo stadio porterà il nome di mio padre per la mia famiglia significa tanto e credo sia così per tutti quei tifosi che ci hanno sempre fatto sentire il loro affetto per il presidente”

    Sarà una cittadella giallorossa aperta sette giorni su sette e produrrà introiti tre volte superiori rispetto a quelli attuali dello stadio Olimpico. Nascerà in zona Aurelia ed avrà una capienza di 55 mila posti su due anelli consentendo un ottima visuale da ogni parte dello stadio, non avrà barriere architettoniche e si cercherà di non costruire divisioni tra i diversi settori, saranno creati spazi a misura per le famiglie e per il bambini. Entusiasti commenti da parte del sindaco Alemanno e dal presidente della regione Lazio Marrazzo, cosi come dal capitano Totti e dal suo vice De Rossi, si stima che ci vorranno due anni dalla posa della prima pietra.