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  • La Juventus può vincere la Champions? Il parere di Vialli

    La Juventus può vincere la Champions? Il parere di Vialli

    La vittoria della Juventus contro il Celtic in Champions League ha acceso i riflettori europei sulla squadra di Conte che finora, nonostante fosse la protagonista del campionato italiano ormai da due stagioni, nel panorama continentale viaggiava ancora a fari spenti, da outsider che appare nella scena europea che conta dopo anni di assenza. La vittoria del suo girone, eliminando i campioni d’Europa in carica del Chelsea e battendoli allo Stadium avrebbe potuto essere un “segnale” in tal senso, ma soltanto la vittoria per 3-0 al Celtic Park ha contribuito a mostrare una squadra attrezzata anche in campo europeo o, perlomeno, che può provare a giocarsela. Gli ottavi di finale, seppur quasi “ipotecati” sono ancora da conquistare con il ritorno del 6 Marzo a Torino, ma i commenti sulla prestazione di Coppa della Juventus sono stati molto positivi, quasi unanimemente. In tal senso, è da considerare il punto di vista di Gianluca Vialli, opinionista Sky e capitano della Juventus di Lippi del 1996, l’ultima formazione bianconera a laurearsi campione d’Europa, che ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui analizza con attenzione le chance europee della Signora.

    In particolare, il parere di Gianluca Vialli appare ancora più autorevole considerando la sua profonda conoscenza del calcio internazionale e, nello specifico, di quello britannico: ciò gli permette di cogliere le differenze tra il calcio italiano e quello inglese, a vantaggio di quello di “casa nostra” e gli stessi britannici (includendo in tal senso anche gli scozzesi, ndr) sembra siano rimasti ben impressionati dalla freddezza e dalla capacità di soffrire della squadra di Conte che dapprima ha retto all’urto e alla veemenza del Celtic e poi ha colpito in maniera letale, ben tre volte, anche approfittando degli svarioni difensivi.

    Juventus, può vincere la Champions? | © Jeff J Mitchell/ Getty Images Sport
    Juventus, può vincere la Champions? | © Jeff J Mitchell/
    Getty Images Sport

    In tal senso, dunque, è bene “ponderare” il successo della Juventus rispetto al valore dell’avversaria che non può ovviamente essere annoverata tra le grandi del calcio europeo. Tuttavia, il calore e il rumore assordante del Celtic Park avrebbero di certo intimorito la Juventus degli anni scorsi: basti pensare alla cocente sconfitta in terra inglese (con il Fulham) subìta in Europa League nel 2010 durante la gestione Zaccheroni, quando riuscirono a farsi eliminare dagli ottavi della competizione dilapidando il risultato d’andata di 3-1. La Juventus di Conte, ovviamente, è tutta un’altra cosa – e questo era già noto – ma la prova negli ottavi di Champions, in cui gli errori non sono ammessi, era la necessaria cartina di tornasole.

    Una sorta di “messaggioche la Juventus ha inviato alle grandi d’Europa, alle più quotate pretendenti alla Coppa dalle grandi orecchie: secondo Gianluca Vialli si è trattato di un “messaggio di serietà” che lascia trapelare uno studio approfondito da parte di Conte, notoriamente maniacale nella cura dei particolari. Basti pensare in tal senso alla sicurezza di Peluso (esordiente assoluto in Champions League), ma anche la vena realizzativa di Matri (alla sua prima rete in Champions, e che Vialli dichiara di stimare molto, ndr) e l’approccio utile e costruttivo di Padoin, entrato a gara in corso e capace di dare il suo contributo sul terzo gol di Vucinic. Si parla, dunque, ancora una volta di gruppo, con i gregari che diventano importanti protagonisti, ma non è possibile tacere della prova maiuscola di Marchisio e Pirlo, così come della sicurezza di Barzagli e Bonucci.

    Questa Juventus ha dimostrato di esser capace di esprimersi al meglio sotto pressione, quando la posta in gioco è elevata e non si può sbagliare, coniugando coralità e atletismo alla qualità di alcune individualità che nel gruppo armonico si esaltano e secondo Vialli la forza di questa squadra è il centrocampo, che mister Conte esalta “perchè gli è rimasto qualcosa della vecchia vita da calciatore, con le coperture richieste agli attaccanti e il sostegno dei terzini”.

    Tuttavia, la Juventus nonostante le premesse positive, deve ancora misurarsi contro una squadra avversaria dalle individualità eccelse, per capire quali saranno le sue capacità nel fermare gli “alieni”. Il riferimento è, ad esempio, al Barcellona di Messi, ma anche al Real Madrid di Cristiano Ronaldo o al Manchester United: se dovesse trovarsi di fronte a squadre del genere, la Juventus sarà chiamata alla “prova del fuoco” e bisognerà vedere “se sarà in grado di fermare i fenomeni individuali”. 

    Prima, però, bisogna approdare definitivamente ai quarti di finale e, per questo, la Juventus dovrà giocare il ritorno con gli scozzesi con il medesimo ardore e impegno della gara d’andata: soltanto volando basso e preservando la propria fame, la Signora potrà continuare nel suo ruolo di outsider di lusso. Antonio Conte, probabilmente, sarebbe d’accordo.

  • Zeman frecciate a Carrera, Juventus-Roma è già infuocata

    Zeman frecciate a Carrera, Juventus-Roma è già infuocata

    Allo Juventus Stadium sarà l’ “ospite” più atteso ma meno desiderato, e l’intero stadio si preannuncia una bolgia, preparando coreografie e striscioni a lui dedicati ma, di certo, non dai toni affettuosi. Zdenek Zeman è abituato ad essere un personaggio scomodo, e nonostante appaia schivo e di poche parole, i fatti dimostrano, ed hanno sempre dimostrato, come non disdegni affatto il clamore suscitato dalle sue dichiarazioni, sempre orientate alla punzecchiatura ed alla provocazione e, secondo alcuni (Gianluca Vialli, ndr), finalizzate a compiere solo le battaglie che gli convengono, da “paraculo”.

    Alla vigilia della partitissima con la Juventus, dunque, i temi della gara finiscono in secondo piano per lasciare spazio a discorsi d’altro tipo, che spaziano da Ciro Ferrara alla questione Cagliari-Roma ed alle contestazioni del presidente dei rossoblu Massimo Cellino per la vittoria a tavolino dei giallorossi, alle frecciatine al tecnico in panchina della Juventus, Massimo Carrera.

    Dopo la gara di mercoledì sera, disputata all’Olimpico fra Roma e Sampdoria, Ciro Ferrara aveva risposto al boemo, che lo accusava di non averlo salutato, precisando che solitamente il saluto spetta ai “padroni di casa”, mentre lo stesso Zeman pretendeva il saluto da parte del tecnico dei blucerchiati perchè “più giovane”. Una querelle che costituì lo strascico delle polemiche nate nei giorni precedenti la gara, in riferimento ai rapporti tesi fra Zeman e gli juventini che militavano in bianconero a fine anni ’90, nella Juventus imbattibile di Marcello Lippi, nei confronti della quale Zeman sollevò il “caso doping”, gettando ombre e allusioni sui successi di quegli anni.

    Zdenek Zeman alla vigilia di Roma-Juventus | © Paolo Bruno/Getty Images

    Ciro Ferrara lo aveva accusato di aver leso la sua immagine e quella della Juventus, Zeman gli ha risposto di “prendersela con i tribunali e con se stesso” ; nella conferenza stampa odierna, il boemo riprende tale discorso con l’apparente volontà di chiudere la polemica ma, in realtà, non fa che riaccenderla alludendo inequivocabilmente al fatto che “sono i tribunali che per 10 anni si sono occupati di quei problemi”.

    Ecco, dunque, che il clima non può che surriscaldarsi nonostante il boemo rifiuti l’appellativo di “demagogo e provocatore” e preferisca definirsi solo “un uomo di sport”: uno sportivo che, però, non perde occasione per mostrare la sua spiccata vis polemica e che non compie alcuno sforzo per abbassare i toni in vista di un match tanto delicato, rivolgendosi agli stessi tifosi della Juventus per rispedire al mittente tali “aggettivi” non graditi, ma non trascurando qualche frecciatina velenosa anche per Massimo Carrera che, alla vigilia del big match non ha parlato in conferenza stampa lasciando spazio al preparatore dei portieri Claudio Filippi, per decisione di Antonio Conte che ha piacere che Carrera e Filippi dividano la scena nel raccontare le questioni inerenti la squadra; Zeman, tuttavia, non pare aver gradito tale decisione definendola con tre parole al vetriolo: “Mancanza di stile”.

    Chiuso il capitolo Juventus, Zdenek Zeman attacca a muso duro il presidente Cellino dopo la questione Cagliari-Roma, facendo leva sul fatto che le “regole ci sono e vanno rispettate” e che il presidente dei sardi non può definirsi arrabbiato in quanto “ha fatto un’azione grave, per cui ci sono molte persone arrabbiate con lui”.

    Dopo tanti riferimenti ben lontani alle questioni di campo e dalla sua Roma, il tecnico accenna alle potenzialità del suo gruppo, che reputa competitivo al punto da potersela giocare con tutti e puntare a “vincere lo scudetto“, pur riconoscendo che “al momento è la Juventus a sembrare la squadra più forte, ma le milanesi non sono tagliate fuori”. Per la serie i giochi sono aperti, la stagione è appena cominciata, i conti si faranno alla fine: almeno su questi temi, la dialettica zemaniana non sembra poi così originale ed incisiva.

  • Zeman “Vialli pensavo avesse smesso con i farmaci”

    Zeman “Vialli pensavo avesse smesso con i farmaci”

    Zeman Vialli: atto terzo. I due si sono resi protagonisti di un continuo botta e risposta a distanza che sembra essere diventato una soap a puntate: ieri è stato infatti il turno del boemo che, per l’ennesima volta, è andato a pungere proprio sul tanto discusso caso doping, polverone alzato proprio dal tecnico giallorosso alcuni anni fa nei confronti dell’ex giocatore della Juventus e di altri calciatori.

    Nei giorni scorsi Vialli aveva lanciano una sorta di provocazione a Zeman, definendolo un “paraculo” e sostenendo che sia una persona che combatte solo le battaglie che gli fanno comodo, evitando invece di parlare di altre cose. Dopo aver rilasciato queste dichiarazioni, l’attuale commentatore di Sky, era stato vittima di uno scherzo da parte dell’imitatore Gianfranco Butinarnel corso di “Chiambretti ore 10”, il quale si era calato perfettamente nel personaggio Zeman, mettendo in chiaro imbarazzo l’ex bianconero.

    Zdenek Zeman risponde a Vialli © Giuseppe Bellini/Getty Images

    La vera risposta del giallorosso si è fatta attendere ma alla fine è arrivata: proprio ieri a Trigoria, prima della conferenza stampa in vista del match tra Roma e Bologna, Zeman ha infatti risposto al colpo del ben noto nemico. “Pensavo che Vialli avesse smesso di prendere farmaci”: è proprio questa la frase con cui il tecnico della Roma racchiude tutto il suo disprezzo e la sua antipatia verso l’ex azzurro. Non a caso l’allenatore va a mettere nuovamente le mani nel sacco del caso doping che ha visto Vialli e Del Piero passare dei giorni non proprio sereni.

    Nonostante tutto però la sentenza finale, il caso si è chiuso nel 2007, ha visto la Juventus uscirne senza feriti e quindi con queste accuse Zeman sembra continuare a fare buchi nell’acqua: quel che è certo è che ora arriverà la risposta di Vialli, il quale saprà colpire nuovamente il boemo, mentre tutti aspettano il 29 settembre per poter assistere al tanto atteso big match tra Juventus-Roma.

  • Tornado Zeman, accuse ad Abete e Moratti. Scherzo a Vialli

    Tornado Zeman, accuse ad Abete e Moratti. Scherzo a Vialli

    Uno Zeman a tuttotondo quello di ieri pomeriggio, quasi fosse una scultura del celebre Bernini. Ne ha per tutti il tecnico giallorosso, da Abete a Moratti. Persino quando non è il boemo in persona a parlare, le catastrofi sono dietro l’angolo. Ne sa qualcosa Gianluca Vialli, che poche ore prima aveva definito “paraculo” colui che è considerato il nemico numero uno della Juventus (più che altro dagli stessi tifosi della Vecchia Signora). Durante la trasmissione radiofonica condotta da Piero Chiambretti, l’ex calciatore di Juve e Samp si trova in collegamento telefonico quando ecco spuntare dal cilindro la telefonata di un finto Zeman. Piuttosto singolare e divertente il teatrino che da lì a poco si è andato a creare, rappresentazione scenica dell’Italia di oggi, dove a volte occorre davvero poco per rivoltare la realtà.

    Questione di “paraculo” La telefonata a Vialli dura pochi minuti, quanto basta per farsi due risate e porsi qualche domanda. Il finto Zeman esordisce con un “Buongiorno” targato Boemia, tanto da confondere e annebbiare la lucidità dell’altro interlocutore. Non si spiega infatti il motivo per il quale Vialli debba etichettare Zeman con il titolo di maestro, se quest’ultimo fino a 12 ore prima era soltanto un “paraculo” (a proposito di “paraculi”, come è piccolo il mondo). La telefonata prosegue. Come riporta la Gazzetta, Vialli si scioglie, ingaggiando una convincente dialettica col boemo. Peccato fosse tutto uno scherzo.

    gianluca vialli | ©Warren Little/Getty Images

    Nemico del calcio Non solo Vialli rimane al palo sulla questione “paraculo”, ma anche Giancarlo Abete viene colpito da una stoccata di sciabola nel pomeriggio, quando Zdenek Zeman definisce il presidente della Figc un nemico del calcio. Dichiarazioni rilasciate durante un’intervista che andrà in onda domani sul periodico Sette, e che hanno già percorso l’intera penisola. Il rischio di un deferimento per il tecnico della Roma è concreto, sebbene siano arrivate prontamente le rettifiche serali, che sostanzialmente pongono l’accento non sul singolo ma sul sistema calcio.

    Sono solo parole Sono molteplici i riferimenti al mondo musicale per il concetto di “parole”, e il mondo del calcio non fa eccezione. Senza rifarsi al modello Mina, Zeman bolla con queste parole il corteggiamento di Massimo Moratti:” Molte parole. Ma poi bisogna vedere se ci sono le condizioni per lavorare bene. E non parlo di giocatori da acquistare”. Frase neanche troppo sibillina, che fa capire, se ce ne fosse ancora bisogno, il “personaggio” Zeman.

  • Gianluca Vialli attacca il boemo Zeman “sei un paraculo”

    Gianluca Vialli attacca il boemo Zeman “sei un paraculo”

    Gianluca Vialli contro Zdenek Zeman: la storia continua! I due noti personaggi sportivi non hanno mai avuto simpatia reciproca dopo che l’attuale allenatore della Roma ha accusato l’ex attaccante juventino di utilizzare sostanze dopanti ai fini del rafforzamento muscolare. Vialli, attualmente impegnato come commentatore per Sky ha definito il boemo un paraculo e una persona che combatte solo le battaglie che gli convengono. Parole di fuoco dell’ex bomber della nazionale italiana che non ha ancora perdona Zeman per quelle insinuazioni su di lui e su Alessandro Del Piero.

    LE PAROLE DI VIALLI – “E’ intelligente ma pure un grandissimo paraculo” questa è la frase ad effetto di Gianluca Vialli a Radio24 che si scaglia contro Zdenek Zeman reo di non aver chiesto ancora scusa per le sue accuse, che causarono un processo ai danni della Juventus (e non solo) che terminò nel marzo 2007 con l’assoluzione dei medici juventino e di tutta la società bianconera. Zeman, nel corso di questi anni ha continuato a pungere gli ex giocatori della Juventus con delle battute al limite della provocazione e di tanto in tanto gli ex dipendenti del club di corso Galileo Ferraris attaccano l’ex allenatore del Pescara.

    Gianluca Vialli © David Cannon/Getty Images

    Gianluca Vialli continua la sua intervista, aggiungendo che attualmente la Roma è la rivale più accreditata della sua Juventus per la vittoria del campionato, con il vantaggio di non dover giocare le coppe e di poter disporre di un attacco formidabile formato da Totti – Osvaldo – Destro.

    Una situazione che non finirà mai, tant’è che i giornalisti sono pronti a ricevere la risposta del tecnico boemo che in occasione di Roma-Bologna (valevole per la terza giornata di serie A) affronterà una conferenza stampa che si preannuncia infuocata, visto che lo stesso Zdenek Zeman non si è mai tirato indietro davanti agli “insulti” provenienti dal clan bianconero.

    Zeman vs Juve: alla prossima puntata.

  • Inter senti Vialli “Guardiola e Baggio in nerazzurro”

    Inter senti Vialli “Guardiola e Baggio in nerazzurro”

    Può una sciarpa di un colore “sbagliato” scatenare un tam tam di mercato? Vista con distacco la cosa fa strappare un sorriso ma se il personaggio in questione è Pep Guardiola e la sciarpa è di colore nerazzurro può decisamente essere un presagio. I tifosi nerazzurri ma anche la dirigenza sembrano ormai proiettati verso la prossima stagione piuttosto che nel salvare quella attuale, il presidente Moratti sogna un progetto di rinascita e per farlo pare possa azzerare l’attuale staff tecnico ma a rischiare potrebbero anche esser gli uomini mercato con Branca e Ausilio costretti ad abdicare per scelte non del tutto azzeccate e spesso dovute più all’esigenza di comprare piuttosto che ad un preciso disegno tecnico. Proviamo ad analizzare le carte in tavola allo stato attuale prendendo però in considerazione le parole di Gianluca Vialli. L’ex attaccante e adesso opinionista di Sky un po per gioco e un po per qualche piccola verità ha ipotizzato un tandem Guardiola Baggio sulla panchina dell’Inter del futuro. Ipotesi suggestiva che Moratti, estimatore di entrambi, se ne avesse la possibilità siamo sicuri che metterebbe in piedi.

    Baggio Guardiola ai tempi del Brescia
    Ranieri Inter, sarà addio? Lontano dalla vetta in campionato Ranieri ha solo una possibilità per mantenere la panchina dell’Inter: vincere la Champions League. I nerazzurri in Europa in questa stagione hanno sempre fatto meglio del campionato e concentrarsi sulla coppa, come fece il Milan nel 2007, potrebbe esser una strategia difficile ma vincente. I tifosi e i giocatori sembrano però non digerire le scelte del tecnico ritenute spesso impopolari e proiettate ad un arcaico modo di approcciare il match.

    Villas Boas o Spalletti i candidati In molti sono pronti a scommettere sull’arrivo di Villas Boas in panchina se il Chelsea dovesse fallire l’appuntamento con la Champions League. Lo Special Two vanta la stima dello spogliatoio e del presidente e riporterebbe lo stile degli allenamenti e l’approccio con i giocatori calcato da Mourinho all’epoca del Triplete. Spalleti ha appena rinnovato con lo Zenit ma difficilmente rifiuterebbe di esser al timone di un nuovo progetto nerazzurro.

    Vialli, Baggio e Guardiola. Perchè Guardiola dovrebbe lasciare il club più forte al mondo? La risposta non è cosi semplice ma il tecnico spagnolo potrebbe esser alla ricerca di nuove sfide, di nuovi stimoli e di un nuovo progetto tecnico. L’empatia con il presidente Moratti e come paventato da Vialli, la possibilità di lavorare a stretto contatto con l’amico ROberto Baggio potrebbero esser un nuovo stimolo.

  • Zeman Vialli, scintille. Il boemo “Parla lui…”

    Zeman Vialli, scintille. Il boemo “Parla lui…”

    Non si è fatta attendere la risposta di Zeman nei confronti dell’ex bandiera juventina Vialli. All’indomani dell’ennesima partita vinta dal Pescara in Serie B, l’attuale opinionista di Sky aveva lanciato una frecciata velenosa al “nemico” numero uno ai tempi della sua avventura alla Juve. Quando i bianconeri trionfavano in Italia, finirono sotto l’occhio del ciclone a causa delle pesanti dichiarazioni rilasciate dal tecnico boemo nel ’98 mentre era alla guida della Roma. Accuse pesanti quelle di Zeman, il quale prese di mira in particolare il capitano della Vecchia Signora Del Piero e il compagno d’attacco Vialli, per via della loro “miracolosa” crescita dal punto di vista muscolare. Tredici anni dopo i due continuano a non amarsi.

    Zdenek Zeman | © Claudio Villa/Getty Images

    “PARLA LUI…” – Risposta piccata, in pieno stile Zeman. L’allenatore del Pescara replica così a Gianluca Vialli, che nella giornata di ieri aveva punzecchiato il boemo scrivendo su Twitter un messaggio neanche troppo sibillino sulla condizione atletica mostrata dagli uomini biancocelesti in questa stagione (“chissà come si sentirebbe Zeman se qualcuno cominciasse a sospettare di così tante energie”). Incalzato dai giornalisti, il mister del Foggia dei miracoli ha sbottato dopo aver in un primo momento mostrato la volontà di non rispondere a quanto espresso dall’ex giocatore di Juve e Samp (dichiarazioni tratte dalla Gazzetta dello Sport).

    Credo che la sua sia stata una battuta fuori luogo, e sicuramente infelice. A me non tocca più di tanto, perché ci sono fatti e cose vere e non vere. Io e i miei ragazzi siamo sereni. Avrei preferito neanche parlare di questa cosa. C’è però da meravigliarsi che questa battuta l’abbia fatta proprio lui (Vialli ndr). Io sono tranquillo e non ho nessun tipo di problema. Gli altri non lo so“.

    GUERRA FREDDA – Una vera e propria guerra fredda quella fra l’ex attaccante bianconero e Zeman, sfociata nel processo sportivo contro la Juve accusata della pratica diffamante del doping, accusa dalla quale venne assolta dalla sentenza della Corte di Cassazione, sebbene quest’ultima abbia annullato la sentenza di assoluzione di secondo grado circa l’abuso di farmaci (reato per il quale i termini di prescrizioni erano già scaduti). Dopo il botta e risposta dei due protagonisti si attende ora una presa di posizione ufficiale da parte della società bianconera.

  • Michele Padovano condannato il pusher della Juve

    Michele Padovano condannato il pusher della Juve

    Brutte notizie per l’ex attaccante della Juventus anni novanta Michele Padovano, autore di 56 gol in serie A e vincitore, nella Juventus targata Marcello Lippi, di scudetti, Champions League, Coppa Intercontinentale e Supercoppa Europea. L’ex attaccante, infatti, è stato condannato ad otto anni ed otto mesi di reclusione dal Tribunale di Torino per associazione a delinquere finalizzata a traffico di stupefacenti, in contrasto con quanto richiesto inizialmente dal pm Antonio Rinaudi, che aveva chiesto ben 24 anni e sei mesi di reclusione.

    Michele Padovano condannato per droga | ©Allsport UK/Allsport
    Michele Padovano, ora 45 enne, era stato arrestato nel Maggio 2006 in un’operazione antidroga internazionale, condotta fra Italia e Spagna, dove vennero sequestrati ben 23 quintali di hashish, corrispondenti a 14 milioni di euro, che venivano trasportati fra l’Italia e la Spagna in camion destinati al trasporto di frutta ed agrumi.

    A seguito dell’arresto, insieme al suo complice Luca Mosole – ritenuto il capo dell’organizzazione – a Michele Padovano vennero, nel 2007, concessi i domicilari: un bel “privilegio” per colui che – si stima – mediante tali “operazioni” avrebbe guadagnato complessivamente circa il quintuplo del denaro originariamente investito nell’acquisto delle sostanze stupefacenti.

    La questione Michele Padovano, poi, sembra aggravata anche – in termini di risonanza mediatica soprattutto – dalle accuse  a suo carico mosse dal padre di Mark Iuliano, ex difensore bianconero e, ai tempi, compagno di squadra di Padovano nella Juventus.

    Alfredo Iuliano, dalla sua pagina Facebook, infatti, accusa l’ex giocatore di essere stato pusher dello spogliatoio e di aver rifornito, fra gli altri, anche suo figlio Mark, oltre a Gianluca Vialli e Bachini. In particolare, Mark Iuliano – stando alle dichiarazioni di suo padre Alfredo – aveva una stima ed un affetto infiniti per il suo compagno di squadra Padovano, fin dai tempi della militanza di Padovano nel Cosenza (la città di cui la famiglia Iuliano è  originaria, ndr).

    Alfredo Iuliano, poi, rincara la dose, definendo Michele Padovano come un “cancro da espiare” poichè ha rovinato decine e decine di calciatori, attribuendo le colpe principalmente al suo passato difficile, connesso all’essere cresciuto in orfanotrofio e ad aver frequentato fin da piccolo “ambienti difficili”, portando, poi, anche nel mondo calcio le sue cattive abitudini.

  • Vialli traghettatore? Agnelli incontra Capello

    Vialli traghettatore? Agnelli incontra Capello

    In casa bianconera c’è tutta l’intenzione di proseguire con Gigi Del Neri fino al termine della stagione ma se anche contro il Cesena arriverà una sconfitta sarà necessario dar uno scossone all’ambiente e l’esonero dell’ex tecnico doriano sarebbe scontato.

    In casa Juve a tal proposito e per non arrivare impreparata all’eventualità sta cercando un traghettatore fino al termine della stagione, quando rumors e presagi fanno pensare ad una netta rivoluzione sia in campo che nei quadri dirigenziali.

    Il ruolo di traghettatore deve esser dato a chi mette la Juventus al primo posto, a chi lo spirito Juve lo incarna è per questo che continua ad inseguirsi i nomi di Pavel Nedved, Claudio Gentile e Gianluca Vialli. Se il ceco pare abbia già rifiutato il ruolo, il bomber, adesso opionista sportivo di Sky si è detto pronto a raccogliere il testimone.

    Proprio Sky però svela un incontro tra il presidente Andrea Agnelli e Fabio Capello. E’ proprio alle cure dell’ultimo tecnico della “triade” che il giovane presidente vuole ripartire scegliendo in prima persona la guida tecnica. Convincere la federazione inglese sarà un compito arduo, ma è utile provarci.

  • Puzzle Sport. Gli ex calciatori ora commentatori tv

    Puzzle Sport. Gli ex calciatori ora commentatori tv

    Mario Sconcerti, storica firma del giornalismo sportivo italiano, parla dei grandi ex calciatori che, una volta appesi gli scarpini al chiodo, hanno intrapreso la carriera di commentatori televisivi. In un articolo apparso sul Magazine Sette del corriere della Sera (24-01-11) illustra pregi e difetti di coloro che, dopo aver animato sul rettangolo verde le domeniche di milioni di tifosi, ora commentano le gesta dei loro eredi sul campo.
    Su Massimo Mauro: “è rimasto quello che mi sembrava fosse anche venticinque anni fa. Un ragazzo di Calabria solare che ancora combatte per redimersi da peccati che non ha mai commesso. E’ fastidioso e importante nel diverbio come quando era nehli spogliatoi, così almeno mi dicono i suoi mister. Un leader suadente come i dribbling sulla fascia, la saggezza lenta di quando è passato a centrocampo. Credo sia rimasto fedele a se stesso”.

    Su Gianluca Vialli: “ ho conosciuto un Vialli esplosivo da calciatore, il piacere vero di avere forza e talento, una specie di arroganza atletica attraverso cui arrivava la sicurezza, una coscienza di vivere profonda. L’ho ritrovato testimonial attento, elegante, misurato, un’evoluzione imprenditoriale che era distinguibile nel piglio del leader, non nell’amore che dedicava alla sua perfezione. Se volesse osare diventerebbe Presidente della Federazione. Ma oserà?”
    Su Beppe Bergomi: “è rimasto forse spiazzato, come disilluso dal primo dovere di un opinionista: la condanna a dividere. Oggi come trent’anni fa, è una pasta di ragazzo che vorrebbe solo parlare di calcio puro, senza distinguere a chi giova e a chi no”.
    Su Luca Marhegiani: “ho imparato da lui la pacatezza della tecnica. Lui, non un eroe fisico, l’ultimo dei portieri straordinari e normali che porta nel mestiere nuovo lo studio di chi ha dovuto sempre avere un’idea in più. Altrimenti avrebbe vinto la vita”.
    Su Josè Altafini: “mi sembra dolce e solitario, settantenne ancora dentro una partita tutta sua, che ruba i gol agli avversari e i minuti alla vita giocando con ironia doppia, come se l’unica cosa seria fosse prendere in giro il passato ed il presente”.

    Su Claudio Onofri: “è stato un libero che costruiva gioco e che vede il calcio in funzione sempre della qualità. E’ un maestro, un capitano di ragazzi, che si ritrova a essere un professore. Spero ne caisca anche i vantaggi, non solo i limiti”.